909 resultados para Emmanuel Philibert, Duke of Savoy, 1528-1580


Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Mode of access: Internet.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Mode of access: Internet.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

La ricerca ricostruisce alcuni aspetti della vita politica, sociale e culturale di Reggio Emilia a partire dagli anni Quaranta dell’Ottocento. La campagna militare del 1848-49 e le vicende sociali e politiche che l’accompagnarono costituiscono il punto focale di questo lavoro che mette in evidenza come il complesso di quegli avvenimenti operò un mutamento irreversibile nella realtà cittadina, alimentando aspettative e ideali che non poterono più rimanere confinati nel sistema di governo ducale, divenuto asfittico e superato. Dopo una ricognizione generale della storiografia esistente si è evidenziata la necessità di una nuova lettura della storia cittadina che tenesse conto degli approcci metodologici più recenti e di aspetti fino ad oggi trascurati o completamente ignorati, ripartendo dai documenti ed ampliando la quantità e la tipologia delle fonti. E’ stato perciò condotto un incrocio sistematico tra la documentazione d’archivio pubblica (atti di governo, polizia, decreti, chirografi ducali) e le fonti di carattere privato, spesso assolutamente inedite (cronache, diari, epistolari), cercando di mantenere un approccio il più possibile aperto, mostrando una molteplicità di punti di vista e cogliendo il riflesso dei diversi orientamenti politici e personali attraverso la lettura degli avvenimenti cittadini da parte dei diversi testimoni dell’epoca. Coerentemente con i più recenti apporti della storiografia si è voluto sottolineare l’impatto decisivo che le Istituzioni scolastiche ducali, caratterizzate da notevole conformismo e oscurantismo, hanno avuto nella maturazione politica della generazione che ha guidato il Movimento del 1848. Per portare alla luce questi aspetti è stata proposta una rilettura del sistema educativo reggiano dal punto di vista funzionale e culturale, partendo dai ricordi degli ex studenti e dalla verifica della disciplina vigente all’interno di queste istituzioni. Non poteva essere tralasciata anche una profonda revisione della storia della Chiesa di Reggio Emilia durante il Risorgimento, pertanto si è proceduto ad uno spoglio su larga scala della documentazione conservata nell’archivio della Curia vescovile di Reggio Emilia che ha permesso di giungere ad una complessiva rivalutazione del ruolo del vescovo Cattani durante le vicende del 1848, portando alla luce un aspetto fino ad oggi assolutamente sottovalutato. Nella ricostruzione delle condizioni della Provincia sono stati sottolineati soprattutto gli aspetti sociali, ampliando il quadro in cui si sono svolte le vicende attraverso nuove fonti che hanno aiutato a non focalizzare la ricerca soltanto sui ceti dirigenti e sulle personalità di rilievo. Allo stesso modo si sono descritti i luoghi e le persone della città, cercando di tracciare un ritratto il più fedele possibile della realtà urbana attraverso testimonianze di tenore e mentalità differenti da quelle ‘ufficiali’. Per gli eventi del 1848 (e per quelli del 1859-60) è stato consultato un numero cospicuo di fondi conservati presso l’Archivio di Stato di Reggio, a questi si sono aggiunti gli apporti di molte fonti di carattere privato e di documenti inediti conservati presso l’Archivio di Stato di Torino. Il lavoro propone un’analisi approfondita delle vicende cittadine tra il marzo e l’agosto 1848 e apre a nuove considerazioni sia sul municipalismo, come chiave di lettura del movimento unitario, sia sulla creazione del consenso attorno all’unione dei ducati emiliani con il Regno dell’Alta Italia guidato da Carlo Alberto. Fondamentali sono risultati i fondi della Polizia Estense conservati presso l’Archivio di Stato di Reggio Emilia. Per la loro natura e per le caratteristiche del Ducato (in cui lo stesso duca interviene di persona nei provvedimenti di polizia) hanno permesso di tracciare un quadro assolutamente inedito della vita politica e sociale della Provincia, contribuendo ad arricchire ogni aspetto del lavoro di ricerca. Nell’ultima parte del lavoro sono state messe a confronto le informazioni raccolte sui volontari attraverso lo spoglio di tutte le fonti consultate. La ricerca si era precedentemente basata sugli elenchi dei militi compilati dopo l’unificazione nazionale, elenchi nei quali molte delle informazioni relative ai partecipanti delle campagne del 1848-49 erano andate perdute. Procedendo all’incrocio dei dati raccolti dalla polizia estense al momento del ritorno degli volontari in patria con quelli reperiti nei fondi privati, nelle cronache, nella memorialistica e negli epistolari è stato possibile ricostruire un panorama più completo delle diverse tipologie di combattenti e tracciare un quadro che alla fine risulta assai coerente con la situazione politica e sociale descritta nella prima parte della tesi. Per la prima volta vengono documentate le vicende di coloro che non appartenendo alle classi dirigenti cittadine si sono trovati a combattere per una sorta di azzardo personale nutrito di idealismo patriottico oppure perché inquadrati nei battaglioni dell’ex esercito estense passato al servizio del Governo provvisorio. Emergono l’estrema eterogeneità delle motivazioni e dei destini personali dei combattenti e sono portate alla luce alcune interessanti vicende personali e familiari. I dati sono stati raccolti in modalità digitale per la loro futura fruizione on-line che andrà ad aggiornare il database degli “Albi della memoria” curati da ISTORECO. (http://www.albimemoria-istoreco.re.it/).

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Fadrique Álvarez de Toledo, que nació hacia 1460 y murió en 1531, lidera en Castilla el linaje de la casa de Alba en el tránsito de la Edad Media al Renacimiento. Primo carnal de Fernando el Católico, y colaborador íntimo de los Reyes, desarrolla una amplia labor de mecenazgo artístico y literario, de la cual son ejemplos relevantes los apoyos a poetas como Juan del Encina, Juan Boscán o Garcilaso de la Vega. A pesar de esta actividad, la crítica no se ha ocupado con detalle de este personaje por haberle eclipsado un tanto su nieto, el Gran Duque de Alba. Este artículo reproduce el inventario de la biblioteca de Don Fadrique (formado por los libros que fueron catalogados a su muerte), inédito hasta ahora y que nos muestra una rica biblioteca patrimonial de ciento ochenta y seis obras. Entre los libros religiosos encontramos biblias, tratados de oración y libros de horas; se hallan también algunos títulos indispensables de las tradiciones franciscana y dominica, que nos muestran a un personaje interesado en las nuevas corrientes devocionales de finales del siglo XV, en el escolasticismo y en las mujeres santas y visionarias del Medievo.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Um dos edifícios de tipologia palaciana que se destaca na iconografia da Lisboa antiga corresponde ao desaparecido Palácio dos Câmara, condes de Vila Franca (1583) e de Ribeira Grande (depois de 1662). Situava-se na colina de S. Francisco, uma área de ocupação aristocrática da cidade, frente à igreja de Nossa Senhora dos Mártires, a leste do Paço dos Duques de Bragança e a norte do Corpo Santo, onde se erguia perto da margem do Tejo, o também já desaparecido Palácio Corte Real. Porventura ofuscada pela grandiosidade destes imóveis, a historiografia olisiponense não tem prestado a devida atenção ao palácio dos Câmara que, no entanto, deve ser encarado como um dos mais significativos palácios urbanos da primeira metade de seiscentos. Com base no cruzamento de fontes iconográficas, judiciais, administrativas e epistolares, o presente estudo dá conta dos aspetos da encomenda, da autoria e datação envolvidos na sua construção, procurando, acima de tudo, caracterizá-lo do ponto de vista tipológico, espacial e distributivo, por forma a entender as opções arquitetónicas, os padrões de gosto e as vivências do espaço interior protagonizados por um dos mais destacados membros da nobreza titular portuguesa.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Este trabajo es el resultado de un detallado estudio acerca del modo como la justicia e institución inquisitorial consiguieron penetrar en los espacios propios de la jurisdicción señorial de Monarquía Hispánica durante el siglo XVII. Para realizar este análisis se ha tomado como objeto de estudio el ducado y la villa de Pastrana, situados en la Alcarria. Los protagonistas de esta compleja problemática estudiada fueron los grupos de portugueses que se asentaron en el territorio de este señorío y en su villa principal a lo largo de los siglos XVI y XVII, los cuales participaron en su vida social, económica y política de manera muy intensa. Su papel en la dinamización y organización interna de este espacio señorial fue notable. La acusación de judaísmo contra algunos de estos portugueses y el procesamiento inquisitorial al que fueron sometidos nos permite ver algunos aspectos fundamentales de esta interesante cuestión.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Ce mémoire traite du débat entre le coeur et le devoir et des différentes influences qui ont conduit à la fameuse question : Pourquoi la princesse n’épouse-t-elle pas le duc de Nemours alors que tous les obstacles sont levés ? À défaut de pouvoir répondre définitivement à cette énigme dont seule Madame de La Fayette possède la clé, nous nous sommes concentrée sur les influences qui auraient pu pousser la princesse à sacrifier son coeur pour son devoir. La méthode de recherche utilisée est l’approche de la biographie intellectuelle. Il est évident que le vécu de l'auteure a teinté le contenu de son oeuvre ainsi que l'âme de son héroïne. Nous nous sommes également inspirée de la méthode sociocritique quant aux influences et mouvements de l'époque. Dans le but de simplifier la collecte des sources et l’organisation de la recherche, nous avons regroupé les influences en trois grandes catégories : les influences personnelles, internes et externes. Cette étude a mis en évidence que les moeurs, dans La Princesse de Clèves, sont le miroir de la société du XVIIe siècle. Chaque influence présentée forme le dessin d’une princesse cachant en elle le secret de son renoncement à l'amour.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Il patrimonio culturale è l’espressione della comunità a cui si riferisce e il digitale può essere un valido strumento per raccontare le storie relative ai beni culturali affinché siano, non solo studiati, ma anche recepiti nel loro significato più profondo da più pubblici. L’inserimento di testi manoscritti sul web utilizzando le tecnologie dei Linked Data facilitano la fruizione del testo da parte dell’utente non specializzato e la creazione di strumenti per la ricerca. La proposta di digitalizzazione della tesi ha come oggetto la vita di Federico da Montefeltro scritta da Vespasiano da Bisticci utilizzando i vocabolari schema.org, FOAF e Relationship per la marcatura del testo e i Content Management System per la pubblicazione dei dati. In questo modo sarà possibile avere un sito web in cui potrà essere curato anche l’aspetto grafico seguendo le regole della user experience e dell’information achitecture per valorizzare le figure del duca di Urbino e del cartolaio fiorentino.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

En esta Tesis Doctoral se aborda el análisis de la Nápoles virreinal entre 1637 y 1647 con una investigación en tres planos: gobierno, corte y ciudad. Esto se realiza a través del estudio del gobierno de Nápoles, con especial atención al Parlamento General del Reino, que se convocó por última vez en 1642. Con la óptica privilegiada que brinda esta institución entre la administración virreinal y urbana, es posible comprender los intereses locales, la agenda napolitana en las dinámicas globales de la Monarquía, los intereses de linaje o “públicos” de los virreyes y, en definitiva, se pone de manifiesto una nueva mirada que parte de la propia realidad napolitana para comprender la estructura de gobierno, a través de fuentes inéditas y labor de archivo, en un periodo convulso para la Monarquía de España. Con todo, se insertan las instituciones en las dinámicas políticas y ceremoniales de la ciudad y Reino de Nápoles. Asimismo, todo ello se estudia a través del canal de la corte de Madrid, ya que los virreyes eran nombrados por el rey y lo representaban en el Reino. Por tanto, las decisiones de gobierno se veían afectadas por las circunstancias cortesanas. En concreto, este periodo coincide con los años de la privanza del conde-duque y el posterior ascenso de Luis de Haro. Así, los virreyes duque de Medina de las Torres, Almirante de Castilla y duque de Arcos se incardinan no solo en la política napolitana, sino en la de la Monarquía de Felipe IV. Por último, la ciudad es actor principal de esta investigación, en su configuración física y simbólica, ya que la capital tuvo una significación singular en el caso napolitano por la sociografía de sus élites y su implicación en el gobierno municipal.

Relevância:

40.00% 40.00%

Publicador:

Resumo:

This article aims to discuss the personalism of Emmanuel Mounier, especially his views on the person and existence, and its relation to phenomenology. Mounier does not refer to the influence of phenomenology on his thoughts. However, it is possible to notice that his philosophy was strongly influenced by phenomenological ideas. Personalism is a philosophy that says a person`s value as an absolute. The absolute here is understood as a purpose that gives meaning to all the political and social organization. Human existence is the starting point and fundamental postulate of personalism. This means that there is, therefore, a priority of the existence about the human nature, understanding this as an information ""ontological definitive"". This position is a requirement of epistemological reformulation, which means, within personalism, the attempt to develop a phenomenology of existence, located between the radical objectivism of the science and subjectivism of metaphysics.

Relevância:

40.00% 40.00%

Publicador:

Resumo:

Emmanuel Levinas's work on the ethical responsibility of the face-to-face relation offers an illuminating context or clearing within which we might better appreciate the work of Simone Weil. Levinas's subjectivity of the hostage, the one who is responsible for the other before being responsible for the self, provides us with a way of re-encountering the categories of gravity and grace invoked in Weil's original account. In this paper I explore the terrain between these thinkers by raising the question of eating as, in part, an ethical act. Weil's conception of grace refers to the state of decreation in which the utter humility of the self moves toward a kind of disintegration and weightlessness. this weightlessness, which Weil contrasts to the gravity of terrestrial weight, might be thought of in terms of the subject's fundamental responsibility for the other, especially in terms of the injunction Thou shalt neither kill nor take the food of thy neighbour. Taking the place of the other, taking the food from the mouth of the other, is the ethical dilemma facing the subject as hostage and an elaboration of this situation may provide us with steps toward a radical questioning of anorexia as - at least in part - an ethical rather than purely medical condition.

Relevância:

40.00% 40.00%

Publicador:

Resumo:

S'analitza la coautoria de la UPC amb autors vinculats a institucions acadèmiques dels Estats Units, per totes les àrees temàtiques i sense considerar límits cronològics o documentals.

Relevância:

40.00% 40.00%

Publicador:

Resumo:

Cette thèse se concentre sur ce que j'appelle «l’espace négatif» de la représentation dans la poésie de Stevens comme étant un véritable espace d'engagement politique, une interprétation qui se distingue de la plus grande partie de la critique sur Stevens. En suivant les écrits philosophiques d'Emmanuel Levinas, j'affirme que l'emphase que Stevens place sur la représentation de la représentation elle-même ouvre un espace au-delà des limites rigides de l'identité-ce que Levinas appelle « le je [sujet] semblable », permettant un contact authentique avec « l'Autre» ainsi qu’avec le concept de « l'infini ». Bien que Stevens s’est farouchement opposé à la notion Romantique de la sublime transcendance, c’est-à-dire d'un espace censé exister en dehors des limites de l'imagination humaine, il se concerne néanmoins avec l'exploration d'un espace au-delà de l'identité individuelle. Pour Stevens, cependant, « la transcendance» est toujours, nécessairement, liée par les restrictions reconnues du langage humain et de l'imagination, et donc par la réalité du monde perceptible. Toute « transcendance» qui est recherchée ou atteinte, dans la poésie de Stevens ne devrait donc pas - ma thèse affirme - être entendu dans le sens sublime déterminé auparavant par les Romantiques. Une connexion plus appropriée peut plutôt être faite avec la transcendance concrète et immédiate décrit par Lévinas comme le «face à face ». L’attention que Stevens accordent aux notions concrètes et immédiates est souvent exprimé à travers son attention sur les qualités esthétiques de la langue. Sa poésie a en effet la poésie pour sujet, mais pas dans le sens solipsiste qui lui est souvent attribué. En se concentrant sur le processus actif et créateur inhérent à l'écriture et à la lecture de la poésie, Stevens explore la nature de l'Etre lui-même. Je compare cette exploration dans le travail de Stevens à celle du dessinateur, ou de l'artiste, et dans ma conclusion, je suggère les liens entre l'approche d'enquête de Stevens et celle d’artistes visuels contemporains qui se sont également engagés à la figuration du processus créatif. L’ artiste sud-africain William Kentridge est mon exemple principal , en raison de sa conviction que la méthode est intrinsèquement liée à l'engagement politique et social.