579 resultados para ECOSISTEMA DEMENSAL
Resumo:
Il mondo di Internet ha vissuto un radicale e inarrestabile processo di rinnovamento nel corso dell'ultimo decennio. Nel giro di pochi anni, i siti che popolano il World Wide Web si sono evoluti divenendo vere e proprie applicazioni in grado di fornire un livello di interattività e di coinvolgimento fino ad allora impensabile. Il mondo del Web è mutato, e con esso quello dei browser, i quali assumono sempre più le conformazioni di "sistemi operativi nei sistemi operativi": si sono tramutati in complesse piattaforme di sviluppo in grado di fornire a programmatori e web designer potenti librerie e API relative a qualsiasi ambito, nonché avanzati strumenti di debugging. Numerosi standard che governano l'ecosistema di Internet hanno raggiunto la maturità in questo contesto: fra tutti HTML5, il quale ha arricchito enormemente le potenzialità di un browser introducendo nuovi strumenti orientati alla multimedialità e alla classificazione semantica delle risorse. Altri standard altrettanto importanti hanno visto la luce in questi anni, affermandosi e conquistando, nel giro di pochissimi anni, l'interesse di un'ampia platea di sviluppatori. E' il caso di WebGL, una potente e flessibile libreria grafica derivata dal mondo di OpenGL che ha aperto le porte al rendering di scene tridimensionali all'interno di un qualsiasi browser moderno. WebGL ha rappresentato un punto di svolta abbattendo un'ulteriore barriera tra il mondo del web che vive all'interno di un browser e la dimensione delle applicazioni native che popolano un sistema operativo, consolidando il già affermato concetto di web app che lentamente sta seppellendo l'idea di "sito" così come era stato concepito all'inizio del nuovo millennio. Scopo di questo elaborato è quello di fornire una panoramica delle principali funzionalità offerte dalla libreria WebGL (con una particolare attenzione per il supporto cross browser) e di analizzare le possibilità che essa offre, studiando e implementando i principali modelli di illuminazione e le tecniche di applicazione texture per definire un ambiente tridimensionale esplorabile e il più possibile realistico all'interno della dimensione del web.
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La costante evoluzione tecnologica sta portando alla luce nuove possibilità, che un tempo non erano nemmeno immaginabili. Uno dei settori che si è rivoluzionato maggiormente negli ultimi anni è quello delle telecomunicazioni e questo ha portato sia a una riduzione dei costi per le connessioni a Internet, sia ad un aumento delle loro capacità e prestazioni; di conseguenza queste connessioni sono diventate più accessibili e affidabili permettendo alle persone e alle cose di accedere a Internet quasi ininterrottamente. Questo sviluppo sta portando innumerevoli benefici, ma come ciascuna innovazione tecnologica, tuttavia, i benefici si accompagnano a nuove sfide. In questo elaborato viene dapprima analizzato lo stato dell’arte, i benefici, le problematiche e gli attuali interessi da parte di alcuni dei maggiori player verso l’Internet of Things. Vengono poi prese in considerazione due problematiche: l'individuazione e l'interazione con gli oggetti connessi a Internet, portando come esempio l'utilizzo e la ricerca di una vending machine, un distributore automatico. Proponendo una soluzione, in primo luogo è stato effettuato lo sviluppo di un ecosistema che sfrutta le potenzialità del Physical Web, implementando ad hoc ogni componente, dall'emissione del beacon Eddystone-URL alla visualizzazione della pagina ad esso associata. In secondo luogo questa è stata creata un'applicazione Android che sfrutta l'altro tipo di frame offerto dalla piattaforma beacon di Google, l'Eddystone-UID. Queste due applicazioni vengono quindi analizzate e messe a confronto, per individuare i punti forti e le mancanze delle rispettive piattaforme.
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Lo scopo dell'elaborato di tesi è l'analisi, progettazione e sviluppo di un prototipo di una infrastruttura cloud in grado di gestire un grande flusso di eventi generati da dispositivi mobili. Questi utilizzano informazioni come la posizione assunta e il valore dei sensori locali di cui possono essere equipaggiati al fine di realizzare il proprio funzionamento. Le informazioni così ottenute vengono trasmesse in modo da ottenere una rete di device in grado di acquisire autonomamente informazioni sull'ambiente ed auto-organizzarsi. La costruzione di tale struttura si colloca in un più ampio ambito di ricerca che punta a integrare metodi per la comunicazione ravvicinata con il cloud al fine di permettere la comunicazione tra dispositivi vicini in qualsiasi situazione che si potrebbe presentare in una situazione reale. A definire le specifiche della infrastruttura e quindi a impersonare il ruolo di committente è stato il relatore, Prof. Mirko Viroli, mentre lo sviluppo è stato portato avanti da me e dal correlatore, Ing. Pietro Brunetti. Visti gli studi precedenti riguardanti il cloud computing nell'area dei sistemi complessi distribuiti, Brunetti ha dato il maggiore contributo nella fase di analisi del problema e di progettazione mentre la parte riguardante la effettiva gestione degli eventi, le computazioni in cloud e lo storage dei dati è stata maggiormente affrontata da me. In particolare mi sono occupato dello studio e della implementazione del backend computazionale, basato sulla tecnologia Apache Storm, della componente di storage dei dati, basata su Neo4j, e della costruzione di un pannello di visualizzazione basato su AJAX e Linkurious. A questo va aggiunto lo studio su Apache Kafka, utilizzato come tecnologia per realizzare la comunicazione asincrona ad alte performance tra le componenti. Si è reso necessario costruire un simulatore al fine di condurre i test per verificare il funzionamento della infrastruttura prototipale e per saggiarne l'effettiva scalabilità, considerato il potenziale numero di dispositivi da sostenere che può andare dalle decine alle migliaia. La sfida più importante riguarda la gestione della vicinanza tra dispositivi e la possibilità di scalare la computazione su più macchine. Per questo motivo è stato necessario far uso di tecnologie per l'esecuzione delle operazioni di memorizzazione, calcolo e trasmissione dei dati in grado di essere eseguite su un cluster e garantire una accettabile fault-tolerancy. Da questo punto di vista i lavori che hanno portato alla costruzione della infrastruttura sono risultati essere un'ottima occasione per prendere familiarità con tecnologie prima sconosciute. Quasi tutte le tecnologie utilizzate fanno parte dell'ecosistema Apache e, come esposto all'interno della tesi, stanno ricevendo una grande attenzione da importanti realtà proprio in questo periodo, specialmente Apache Storm e Kafka. Il software prodotto per la costruzione della infrastruttura è completamente sviluppato in Java a cui si aggiunge la componente web di visualizzazione sviluppata in Javascript.
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Sebbene la selettività nel tramaglio sia assodata, rimangono solitamente catturati dalla rete individui di specie bentoniche che non hanno rilevanza ai fini della commercializzazione ma svolgono ruoli ecologici rilevanti nell'ecosistema marino. Oltre che il danno ecologico, la cattura di invertebrati del benthos costituisce un aggravio di lavoro per i pescatori che impiegano molto tempo per la pulizia delle reti. L'obiettivo generale di questo lavoro è la riduzione della cattura "indesiderata" di invertebrati del benthos, migliorando la selettività ed aumentando ulteriormente la sostenibilità della pesca con il tramaglio. Nello specifico si è voluto sperimentare l'installazione di una "greca" sulla parte terminale del tramaglio. Si tratta di una fascia di rete mono-panno montata alla base dell'attrezzo, prima della lima dei piombi, allo scopo di minimizzare la cattura di specie accessorie e il rischio di danneggiamento degli organismi bentonici. Sono state impiegate 2 imbarcazioni provviste di attrezzo sperimentale in ciascuna delle tre differenti aree di indagine (Favignana, Marettimo, Trapani), per un totale di 48 uscite. Le prove di pesca sono state condotte all’interno dell’Area Marina Protetta Isole Egadi. E’ stato previsto che ogni barca impieghi un attrezzo sperimentale di 1000 metri di lunghezza in cui si alternano 50 metri di tramaglio standard (pannello interno con maglia di 31,25 mm di lato, pannelli esterni con maglia di 180 mm di lato), con pezze delle stesse caratteristiche a cui è stata aggiunta una “greca” di 35 cm di altezza, di maglia di 50 mm di lato. Dal confronto delle catture di specie commerciali e non commerciali ottenute con il tramaglio sperimentale, valutando le differenze di cattura tra le pezze con "greca" e quelle armate in maniera tradizionale, si è osservato che si ha una riduzione degli organismi bentonici nonché delle specie commerciali. L'attrezzo risulta in generale più selettivo nei confronti della rete tradizionale.
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L'obiettivo della tesi è progettare un'architettura abilitante per scenari smart health, concentrandosi sulla parte end-user (non sulla parte server-cloud), ossia sperimentando l'ambito dei wearable devices e facendo riferimento al binomio fitness-Apple Watch, comodo perchè presente nell'azienda FitStadium che ci fornisce motivazioni, requisiti e goals. Nel primo capitolo si analizzeranno le soluzioni offerte attualmente dal mercato per la realizzazione di servizi legati al fitness, focalizzandosi in particolare sulle architetture proposte e come quest'ultime possano convivere con l'ecosistema FitStadium. Il secondo capitolo è riservato invece all'approfondimento delle tecnologie Apple, che verranno utilizzate concretamente per la realizzazione del caso di studio. Ancora una volta si farà attenzione alle possibilità architetturali offerte da queste tecnologie. Nel terzo capitolo viene trattato nella sua interezza il caso di studio, analizzandone in particolare lo stato pre e post tesi. Verrà cioè descritta l'applicazione implementata insieme alla presentazione di un'architettura abilitante anche per gli scenari smart health. Infine, all'interno del capito 4 viene descritto più precisamente il concetto di smart health e il percorso che ha condotto alla sua definizione.
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Questo lavoro di ricerca studia il mercato digitale delle Start-Up italiane, valutando i passi del management nei vari cicli di vita aziendale. Dopo uno studio teorico sull'ecosistema italiano startup e il cambiamento dell'approccio scelto dal manager all'interno dell'azienda per arrivare al successo, è stato fatto un studio empirico con questionari e interviste. L'intento è capire in un team aziendale quali sono le figure da seguire e con che importanza. Quanto è fondamentale la figura di colui che organizza, media e detiene la responsabilità del lavoro finito nei tempi prestabiliti?
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El libro es un material didáctico cuyos objetivos son interpretar algunos procesos y fenómenos naturales, comprender las características y problemáticas de nuestro medio ambiente y reflexionar sobre el origen y la diversidad de la vida en la Tierra. Trabaja los 3 ejes de contenido de la asignatura: Interacciones, Sistemas y Cambios. Se editó como material de aprendizaje destinado al personal de seguridad pública de la Provincia de Mendoza en el marco del proyecto pedagógico con modalidad a distancia para la terminalidad de estudios de EGB3 y Educación Polimodal –EDITEP–, implementado a partir de la firma del Convenio entre la Universidad Nacional de Cuyo y el Gobierno de la Provincia de Mendoza, en octubre de 2003.
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A fines de la década de los noventa se inicia en Mendoza la construcción de la presa Potrerillos, obra hidroeléctrica que tiene el propósito de regular las aguas del río Mendoza, del cual depende el riego y la vida de gran parte del oasis Norte de la provincia. En la serie de beneficios que se esperan de esta obra no figura la población local, que es la directamente afectada. Los resultados obtenidos permiten descubrir aspectos de la realidad y del estilo de vida de Potrerillos hasta el momento desconocidos y que hacen predecir el fuerte impacto socioeconómico que tendrá esta obra, al tener que trasladar población y al constituirse en un polo de atracción para grandes contingentes de turistas ocasionales que buscan aprovechar el espejo de agua o disfrutar del medio natural. El diagnóstico obtenido permite descubrir las alteraciones socioeconómicas a producirse debido a la relocalización de familias, cuyos lotes y viviendas quedarán bajo el agua, aspectos que no se tienen en cuenta en la evaluación de impacto ambiental, en donde se pone el acento en aquellos impactos que pueden llegar a alterar el ecosistema local y regional, pero no en los efectos que ocasionará en la calidad de vida de los lugareños.
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El embalse Carrizal es una obra realizada sobre el río Tunuyán, que nace a la vida del oasis en el año 1971, acompañada de importantes proyectos de desarrollo económico e integración territorial. La inexistencia de una legislación adecuada a las necesidades generadas por esta infraestructura, la ineficiencia en su administración y la desconexión puesta de manifiesto entre el embalse y su zona de influencia, son las causas que provocan la falta de equipamiento turístico-recreativo adecuado y el aprovechamiento óptimo del recurso agua. En el caso de Potrerillos , se diferencian 3 zonas en donde el impacto de la presa puede producir cambios importantes, potenciando su desarrollo o provocando la aparición de externalidades negativas y mayores gastos de los previstos. Estas son : la márgenes del embalse, en donde se espera, al igual que en El Carrizal, el desarrollo de una serie de proyectos turísticos y recreativos; la zona de influencia de la Villa Potrerillos y la del Alto Potrerillos y la zona de riego del río Mendoza. La inserción de este tipo de obra debe ser planificada, y las políticas y acciones a implementar deben surgir de un análisis profundo de su realidad, de las limitaciones y potencialidades naturales como también de las necesidades y requerimientos de todos los agentes que participan en la construcción del nuevo ecosistema.
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El Nº3 consta de una síntesis del II Seminario Internacional "La Interdisciplina en el Ordenamiento Territorial" organizado por CIFOT y realizado en Abril del 2003. Se presenta también el Proyecto realizado por el CIFOT en Río Negro para el Gobierno de dicha provincia, a través de un contrato de subvención suscripto con la Comisión de las Comunidades Europeas (UE) y el Poder Ejecutivo Provincial. Se trata del primer Observatorio Ambiental realizado en las zonas costeras de Argentina y uno de los pocos en América Latina. Oficialmente se lo denomina Diseño e Implementación de un Observatorio del Ecosistema Litoral y Monitoreo de la Biodiversidad y pertenece al programa de Ordenamiento y Protección de los Recursos Naturales de la costa Atlántica de Río Negro, Argentina.
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La provincia de Río Negro, Argentina, firma con la Unión Europea un acuerdo de cooperación para la realización del diseño e implementación de un Observatorio del ecosistema litoral y monitoreo de la biodiversidad con miras a establecer las bases para un desarrollo sustentable de la costa atlántica rionegrina. Este proyecto fue elaborado por el Instituto CIFOT y fue desagregado en las siguientes áreas de trabajo: Modelo de Información Espacial, Indicadores ambientales y página web. Los productos finales se obtienen mediante el análisis de variables dentro de un sistema integrado de SIG y Percepción remota, lo que permite evaluar el patrimonio humano natural y productivo, así como las tendencias del comportamiento de ecosistema costero y marino para poder construir un modelo de gestión integral del territorio. Los resultados de cada área de trabajo se integran en el primer Observatorio Ambiental en Argentina, a través de un prototipo de funcionamiento sustentado en un modelo de gestión que contempla la interacción entre el gobierno, entidades educativas y ONGs. El Observatorio permite la toma de decisiones a partir de datos reales en tiempo y forma, como también es la base para la elaboración del plan de ordenamiento de área costera de Río Negro y de un plan de manejo litoral atlántico.
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Uno de los objetivos del Programa de Ordenamiento y Protección de los Recursos Naturales de la Costa Atlántica de Río Negro es promover experiencias innovadoras, vinculadas a la protección del patrimonio natural y cultural del litoral costero rionegrino. Dentro de este marco, el objetivo general es establecer las bases para un desarrollo sustentable. Esto no es posible, si no se acompaña de una fuerte sensibilización ambiental dirigida a diferentes sectores sociales respecto de los valores que representa este ecosistema costero, actividad desarrollada en el marco del Proyecto Desarrollo de una Política de Sensibilización ambiental. La implementación de una estrategia de Educación Ambiental que permita generar en la comunidad una mayor capacidad para comprender el ambiente y que contribuyan a valorar el patrimonio natural y cultural, es el eje fundamental para alcanzar el desarrollo sustentable de la región. Es por ello que se plantea el objetivo de generar una política integral de sensibilización ambiental que permita incluir la temática ambiental en los diferentes sectores sociales y modalidades del sistema educativo. Para lograrlo se realiza el Primer Seminario Taller sobre Diseño de una Política de Capacitación y Sensibilización Ambiental, que es el primer paso que permitió generar las bases de una propuesta de una Política Integral de Sensibilización Ambiental. Posteriormente se realiza una encuesta dirigida a la comunidad en general y a docentes en la que se propone analizar cada una de las problemáticas ambientales reconocidas a la luz de cuatro variables: muy grave, grave, leve y no conoce/no contesta. No fue intención realizar un análisis profundo y detallado de las variables sino resaltar grandes rasgos que permitan establecer comparaciones para su ordenamiento y tratamiento. También la se realiza un Curso para Docentes que brinda el marco propicio para la Formulación e Implementación de una Política de Sensibilización Ambiental. Otra actividad es la organización de un concurso anual "Conozcamos Nuestras Costas" dirigido a la comunidad educativa, en el que participaron activamente 430 alumnos pertenecientes a las tres localidades costeras. Se elabora y distribuye materiales de sensibilización ambiental elaborados luego de un trabajo de diagnóstico, recopilación de información y material fotográfico. El mismo se organizó en sets de 10 juegos cada uno (rompecabezas, libro de imágenes, memotest, entre otros), cuyo contenido es de flora y fauna, áreas de mayor sensibilidad ecológica y los principios de conservación. Por último se realiza un Taller para la Cooperación en la Prevención y Mitigación de Impactos Ambientales en la Costa Atlántica. Como resultado de este taller se obtuvo una Red de Alerta y Comunicación, que contribuya a la formalización y fortalecimiento de la ya existente. La creación de un Centro de un Coordinación Ambiental (CCA) que tendría su sede en la Dirección de Defensa Civil.
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El Proyecto “Centro de Recuperación y Valorización de Vida Silvestre " integra el grupo de proyectos bajo la denominación de Experiencias Innovadoras pertenecientes al Programa de Ordenamiento y Protección de Los Recursos Naturales de la Costa Atlántica de Río Negro. Tiene como objetivos la rehabilitación de ejemplares de la fauna silvestre con problemas de adaptación al medio o dañados por la acción del hombre, y su valorización mediante la implementación en el lugar de un programa de educación ambiental. Integra a su vez el grupo de Proyectos que componen el Proyecto 5: Monitoreo, Control y Recuperación del Ecosistema Litoral. El Centro de Recuperación y Valorización de Vida Silvestre junto al Proyecto 6: Centro de Sensibilización Ambiental, tienen como sede la Ciudad de Viedma, e implantados en un predio previamente refuncionalizado y cedido en uso para ese fin, propiedad de la Sociedad Rural de Viedma, conformarán un complejo con objetivos recreativo ambientales cuya función será recepcionar los visitantes y turistas que ingresan al Corredor de la Costa Atlántica.
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El trabajo apunta al estudio de los ecosistemas como entidades complejas y jerárquicas, tanto desde el punto de vista escalar como de su diversidad estructural, en el norte de la provincia de Mendoza, hasta los 34º de latitud sur. Se enfoca el estudio espacial jerárquico desde las diferentes escalas de análisis: micro, meso y macroescala. La macroescala es semejante al nivel de los biomas (macroecosistema); la mesoescala, a los ecosistemas definidos, por la diferenciación geomorfológica, entre otros factores, (mesoecosistema) y la microescala, a los sub-ecosistemas que surgen de las diferenciaciones topográficas y edáficas vinculadas con las formaciones vegetales y su ambiente (microecosistema). Para dicho estudio se toma un factor de control que conduce nuestro camino en el análisis, cual es el clima en sus tres jerarquías. Por otro lado se consideran las diferenciaciones jerárquicas espaciales de los ecosistemas basados en: el clima zonal, las unidades geomorfológicas que modifican el clima zonal y la topografía el suelo con su disponibilidad de agua que modifica el clima local. Los objetivos generales se basan en la identificación y localización de los ecosistemas jerárquicos y su análisis multiescalar integrado. Las hipótesis planteadas afirman que, en las diferentes escalas de ecosistemas, el clima es el denominador común que organiza la distribución de los mismos y además se afirma que existen agentes degradadores en todos los niveles de análisis. Se utiliza el método geográfico. En el análisis, se aplican los métodos deductivo-inductivos vinculando las escalas jerárquicas de los ecosistemas y los estudios de casos. Con este trabajo se pretende profundizar el conocimiento de la complejidad de los ecosistemas mendocinos, con un enfoque original.