931 resultados para Cultura Material
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Pós-graduação em Agronomia (Irrigação e Drenagem) - FCA
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Direct descendant of the music of the Black Atlantic, hip hop became the spokesman of excluded minorities, for example setting up of the reunification that is geographically separated through communication. The hip hop appropriated new forms of mass communication, allowing the reworking of the story through a counter-hegemonic discourse that seeks self-knowledge and appreciation of the roots of black people. The street culture is the narrative of disenfranchised youth, generating narrative of inclusion, which gave a space of enunciation periphery enabling them to intersubjective recognition. This project aims to discuss the role of hip hop as an agent conscientizing youth peripherals in order to bring to the debate the form of identity construction around the peripheral street culture since, as an intervention that acts as a symbolic system guiding cultural practices and attitudes of these young people. Methodologically, we analyzed specific bibliographical about hip hop and literature originating from the periphery itself. Selected discography of some rap groups. They are Racionais Mc's, 509-E and DJ Hum and Thaíde that constitute the vanguard of hip hop in Brazil. We use music from rapper Emicida this while some contemporary exponents of rap, with national and international. State of São Paulo in order to demonstrate that there is similarity between the questions proposed by the hip hop and the interior of the capital, the group selected Survey. We have used also press material, raising the issue in research on the internet, periodicals include the Rolling Stones and Caros Amigos
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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
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Pós-graduação em Agronomia - FEIS
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Pós-graduação em Docência para a Educação Básica - FC
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Pós-graduação em Saúde Coletiva - FMB
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Kafir Kala is a key-site to understand the historical dynamics of the Samarkand Region in the Early Middle Ages (5th - 8th centuries CE). The site is clearly associated with a Sogdian occupation, as both literature and archaeological research testify. But the chronological phase that follows the Sogdian period, as the Islamic occupation became stable, is still little known. Structures and finds (an hoard of 133 silver coins, in particular) clearly testify a new occupation of some parts of the citadel; and some rooms, dug in the northern side of it, present structures and materials connected with an Islamic activity. The study of material culture from these rooms, and from more ancient contexts, will help to understand the eventual continuity of traditions and the new productions. Besides the citadel, as a matter of fact, also some kilns have been dug, near the main site. Their material culture is very interesting because it represents an example of the typical Sogdian production (ceramics covered with white mica, and stamped). The work on the ceramic material has consisted in cataloguing and classifying all the diagnostics. Three main morphological classes have been individuated: cooking, coarse and table ware), and some other ones (lamps, ossuaries). A catalogue of the finds organized them in a typological system based on their morphology, function, fabric, and eventually decoration style. Crossing the stratigraphical data with information from this typological study, it has been possible to provide a chronological arrangement of the sites investigated by the italo-uzbek archaeological mission from 2001 to 2008.
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La tesi è dedicata alla personalità artistica dell’Illustratore, tra i protagonisti della miniatura bolognese degli anni trenta e quaranta del Trecento, così felicemente soprannominato da Roberto Longhi. Dopo un capitolo dedicato alla vicenda critica dell’artista, la tesi affronta il percorso artistico dell’Illustratore nell’ambito della decorazione libraria bolognese del secondo quarto del XIV secolo. Ho trattato le opere attribuite al’Illustratore insieme agli esempi contemporanei della miniatura bolognese, in modo da far emergere il ruolo di questo maestro nelle relazioni con il contesto cittadino. Nella successione cronologica dei manoscritti, emerge un nuovo sconvolgimento caotico che scardina l’ordine spaziale e compositivo delle opere iniziali debitrici del giottismo del Maestro del 1328. Il capitolo si conclude con alcune osservazioni sui rapporti tra il maestro e i suoi aiuti e sul rapporto con Buffalmacco. In questo capitolo sono inoltre presentate due nuove attribuzioni. Gli ultimi due capitoli sono un approfondimento sull’interazione tra il linguaggio figurativo dell’artista e la funzione dell’immagine quale forma di comunicazione visiva in stretta relazione con i testi scritti che accompagnano e sui caratteri della committenza, là dove è possibile definirli. La prima parte del terzo capitolo è dedicata all’illustrazione dei libri legales, mentre nella seconda parte si tratta di un caso particolare, le iniziali istoriate dell’Inferno e del Purgatorio di Dante Alighieri della Biblioteca Riccardiana di Firenze (ms. 1005), per molti aspetti riconducibili all’illustrazione giuridica. La mia intenzione in questo capitolo è di verificare come il caratteristico linguaggio narrativo espressivo e diretto dell’Illustratore abbia risposto alla funzione delle immagini dipinte nei codici giuridici di offrire una struttura materiale alla memorizzazione visiva per via di luoghi e figure dei contenuti di studio del diritto comune. In appendice alla tesi si trova un catalogo dei manoscritti decorati da miniature dell’Illustratore, comprensivo anche di una sezione per le opere di dubbia o erronea attribuzione.
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Lo scritto ha l’obiettivo di definire dinamiche e cronologie di quel complesso processo espansionistico che portò Roma alla conquista dei territori dell’Ager Gallicus, partendo dall’analisi dettagliata della cultura materiale e dei rispettivi contesti di provenienza emersi dalle recenti indagini archeologiche realizzate dal Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università degli Studi di Bologna nella città di Senigallia. In armonia con quanto testimoniato dalle sequenze stratigrafiche documentate, si delineano quattro principali fasi di vita dell’abitato: la prima preromana, la seconda riferibile alla prima fase di romanizzazione del sito, la terza inerente allo sviluppo dell’insediamento con la fondazione della colonia romana e l’ultima riferibile all’età repubblicana. Emerge con chiarezza la presenza già dalla fine del IV-inizio III a.C., di un insediamento romano nel territorio della città, sviluppatosi con la fondazione di un’area sacra e la predisposizione di un’area produttiva. La scelta del sito di Sena Gallica fu strategica: un territorio idoneo allo sfruttamento agricolo e utile come testa di ponte per la conquista dei territori del Nord Italia. Inoltre, questo centro aveva già intrecciato rapporti commerciali con gli insediamenti costieri adriatici e mediterranei. La presenza di ceramica di produzione locale, il rinvenimento di elementi distanziatori e le caratteristiche geomorfologiche del sito, fanno ipotizzare la presenza in loco di un’officina ceramica. Ciò risulta di grande importanza dato che tutte le attestazioni ceramiche prodotte localmente e rinvenute nel territorio, fino ad oggi sono attribuite alle officine di Aesis e Ariminum. Dunque Sena Gallica sarebbe stata un centro commerciale e produttivo. La precoce presenza di ceramica a Vernice Nera di tipo romano-laziale prodotte localmente prima dell’istituzione ufficiale della colonia, che permette di ipotizzare uno stanziamento di piccoli gruppi di Romani in territori appena conquistati ma non ancora colonizzati, attestata a Sena Gallica, trova riscontro anche in altri centri adriatici come Ariminum, Aesis, Pisaurum, Suasa e Cattolica.
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El propósito del presente trabajo es analizar las ventajas que ofrecen los textos literarios en la enseñanza del español como lengua segunda y extranjera desde los primeros niveles de competencia lingüística de los alumnos. Adoptamos como perspectivas metodológicas el enfoque comunicativo y el enfoque por tareas centrados en la enseñanza y el aprendizaje de la lengua en uso, es decir, de la lengua como un sistema que adquiere sentido y puede ser interpretado al ser contextualizado. Consideramos que la literatura brinda al estudiante de una lengua extranjera un material auténtico que aglutina una riqueza excepcional ya que ofrece: amplios contenidos culturales propios del contexto social en el que se desarrolla la lengua meta que se está adquiriendo; es fuente de ejemplos gramaticales y da cuenta de diferentes usos de la lengua, fomentando la reflexión lingüística; acoge varios registros y variedades de la lengua; permite una multiplicidad de interpretaciones y favorece el desarrollo de la competencia comunicativa en nuestros alumnos. La literatura otorga un input de lengua que permite al estudiante desarrollar las cuatro destrezas lingüísticas. Al trabajar con literatura los alumnos van ampliando su competencia lectora, entendida como parte integral de su competencia comunicativa. Con el fin de presentar posibles formas de explotación que los textos literarios ofrecen al docente y al alumno de ELSE, exponemos en este trabajo un modelo de actividad
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Este trabajo pone en relación el "cuerpo grotesco" de la cultura cómico popular de la Edad Media y el Renacimiento, con el supuesto "retorno al cuerpo" propugnado por la cultura de consumo, estableciendo un contraste que destaque el sentido fundamentalmente divergente de ambos fenómenos. En el contexto cultural del posmodernismo, los discursos y prácticas asociados al "culto del cuerpo" adquieren un sentido que difícilmente pueda emparentarse con el "principio material y corporal" que Bajtín, a partir de su estudio de la obra de Rabelais, detectara en las manifestaciones festivas de la plaza pública. Históricamente, el origen de esta divergencia ha de rastrearse en la instauración del individualismo como estructura social dominante del orden capitalista. Una vez disueltos los lazos comunitarios tradicionales, la "liberación del cuerpo" se traduce en un ensimismamiento del sujeto contraído a un cuidado obsesivo del sí mismo (o más precisamente, y para ponerlo en términos de Bajtín, del "yo-para-mí" desprovisto de toda mediación por otro concreto). A manera de crítica de este proceso, se evocan, hacia el final del trabajo, ciertas reflexiones estéticas y antropológico-filosóficas de Bajtín tendientes a poner de relieve la estructura inevitablemente dialógica de cualquier valoración estética de la apariencia externa del cuerpo.
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Las conferencias de El payador han sido habitualmente interpretadas como un gesto de rechazo hacia los grupos sociales inmigratorios. Sin embargo, en nuestra lectura, el gaucho prototípico diseñado por Lugones se corresponde menos con la noción de "pureza" cultural que tradicionalmente se le ha atribuido que con una figura cuya diversidad podía suscitar imaginariamente las identificaciones de sectores heterogéneos. El presente articulo señala en el texto una posición que, contra lo que Lugones hubiera deseado, no puede dejar de registrar la progresiva democratización social, tal como lo habían planteado ya otros intelectuales desde el cambio de siglo: Las multitudes argentinas (1898) de Ramos Mejía y Ariel (1900) de Rock La llamada "cultura popular" fue el material para elaborar las transformaciones para una política cultural, y con notables dosis de paternalismo, intentar reconstituir en ella el terreno de la lucha por la hegemonía. El payador registra indirectamente la existencia de un público amplio y heterogéneo, que no fue destinatario directo del discurso, Pero si era el objeto imaginario de reforma cultural.
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El objetivo de este trabajo es proponer una alternativa de diseño de material didáctico que aborde conceptos claves sobre cultura e interculturalidad y que ilustre cómo estos conceptos pueden contribuir a la concientización de los estudiantes en relación a temas tales como identidad, diversidad y comunicación en nuestro contexto de trabajo. No podemos olvidar que los profesores debemos afrontar el desafío de enseñar una lengua extranjera dentro de un marco estratégico en el que la cultura juega un papel primordial, y que asimismo, debemos estar atentos a un necesario cambio de paradigma de enseñanza aprendizaje
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Las conferencias de El payador han sido habitualmente interpretadas como un gesto de rechazo hacia los grupos sociales inmigratorios. Sin embargo, en nuestra lectura, el gaucho prototípico diseñado por Lugones se corresponde menos con la noción de "pureza" cultural que tradicionalmente se le ha atribuido que con una figura cuya diversidad podía suscitar imaginariamente las identificaciones de sectores heterogéneos. El presente articulo señala en el texto una posición que, contra lo que Lugones hubiera deseado, no puede dejar de registrar la progresiva democratización social, tal como lo habían planteado ya otros intelectuales desde el cambio de siglo: Las multitudes argentinas (1898) de Ramos Mejía y Ariel (1900) de Rock La llamada "cultura popular" fue el material para elaborar las transformaciones para una política cultural, y con notables dosis de paternalismo, intentar reconstituir en ella el terreno de la lucha por la hegemonía. El payador registra indirectamente la existencia de un público amplio y heterogéneo, que no fue destinatario directo del discurso, Pero si era el objeto imaginario de reforma cultural.