999 resultados para Consalvi, Ercole, 1757-1824
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Référence bibliographique : Weigert, 623
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Référence bibliographique : Weigert, 176
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Julià-Bernat Alart (1824 – 1880, Vinçà) fou un arxiver, historiador i filòleg rossellonès de primer ordre. Entre molts treballs que va dur a terme, hem volgut treure a la llum uns primers resultats sobre l’inèdit Essai de dictionnaire historique de la langue catalane. Es tracta d’un recull de 14.639 cèdules lexicogràfiques que consten d’una paraula catalana amb una o més documentacions antigues. Gràcies a aquest material, hem pogut demostrar que l’Essai aporta nova informació lingüística i històrica que no recullen cap dels dos diccionaris històrics de referència del català ―el DCVB i el DECat―, com ara nous lemes o atestacions primerenques
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Référence bibliographique : Weigert, 475
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Référence bibliographique : Weigert, 488
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Référence bibliographique : Weigert, 175
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Hom tracta de dilucidar el context de creació i l’estructura d’un fons policial generat arran de la creació, el 1824, de la Policia General del Regne, fet que sol considerar-se el moment fundacional de la policia estatal en Espanya. A tal fi es combinen tècniques arxivístiques i historiogràfiques, coincidents en l’anàlisi institucional. Els fons de les subdelegacions de policia ens han arribat escadussers i desestructurats al si dels antics corregiments borbònics i solen trobar-se avui en arxius locals i comarcals. No obstant això, s’hi proposa un quadre de classificació.
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Comprend : Marotte ; La Ramée et Dondon ; Gallet, ou Le chansonnier droguiste
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Comprend : Marotte ; La Ramée et Dondon ; Gallet, ou Le chansonnier droguiste
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Référence bibliographique : Weigert, 569
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Collection : Matériaux pour servir à l'histoire d'une femme et d'une société
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La tesi propone l'edizione critica dele traduzioni del Bellum Catilinae e del Bellum Iugurthinum di Sallustio eseguite dall'umanista ferrarese Ludovico Carbone intorno agli anni '70 del Quattrocento. I testi sono accompagnati dagli apparati delle varianti e delle correzioni d'autore; dal testo latino dell'edizione Ernout, con la segnalazione in corsivo delle parti in cui pare evidente che l'umanista aveva di fronte un testo latino diverso; e da note di commento in cui si riportano eventualmente lezioni della tradizione dell'opera sallustiana che potrebbero essere all'origine della traduzione. Nell'introduzione viene delineato il ruolo svolto da Ludovico Carbone nella Ferrara del secondo Quattrocento, tra corte, università e vita cittadina; particolare attenzione è data alle osservazioni sulla lingua italiana dell'umanista e alla sua frequentazione della letteratura in volgare. L'esame della tradizione e della diffusione dell'opera di Sallustio ha lo scopo di comprendere il significato della scelta operata dal traduttore e di cercar di capire che tipo di modello poteva trovarsi di fronte. I due volgarizzamenti sono inseriti nel contesto storico e culturale di Ferrara, che vide in questi anni un'intensa attività di traduzione - spesso su diretta richiesta del principe -, tra i cui autori si distinsero Matteo Maria Boiardo e Niccolò Leoniceno. Inoltre, per una comprensione più completa dell'operazione del Carbone, viene ricostruita la figura del dedicatario delle due traduzioni, Alberto d'Este, e la sua importanza all'interno della storia di Ferrara sia dal punto di vista politico che cultuale; operazione che permette di aggiungere elementi utili a una datazione più precisa delle opere qui pubblicate. Una parte centrale del lavoro riguarda l'analisi delle modalità di traduzione che mostra come l'operazione del Carbone, pur mantenendosi molto rispettosa del testo di partenza, abbia ambizioni letterarie. Lo sforzo del traduttore è incentrato in particolar modo sulla resa dei vocaboli e sul ritmo del periodare. E' interessante notare come l'umanista, la cui prosa latina ha un periodare ampio e ricco di subordinate su modello ciceroniano, in volgare mantenga queste caratteristiche stilistiche solo nelle lettere dedicatorie, mentre nella traduzione il suo stile si uniforma in gran parte al modello di Sallustio. La Nota al testo dà conto dei rapporti tra i manoscritti e dei criteri di edizione delle due opere. Nella Nota linguistica si trova un'analisi sistematica e approfondita della lingua del manoscritto autografo del Catilinario, mentre per gli altri manoscritti sono segnalati gli usi linguistici solo in funzione di una loro collocazione geografica. Un esame contrastivo delle abitudini linguistiche dei copisti rispetto a quelle del Carbone è alla base della scelta del manoscritto da utilizzare per l'edizione del Giugurtino, per il quale non si dispone di un autografo. Un capitolo è dedicato all'analisi delle varianti evolutive del manoscritto londinese contenente il Catilinario. Lo studio del lessico utilizzato nelle traduzioni ha portato alla costituzione del Glossario, che - attraverso un confronto con numerosi vocabolari e testi di area ferrarese o limitrofa - registra e illustra le più significative forme dialettali, i tecnicismi e i latinismi particolarmente crudi, rari o il cui significato si discosta da quello assunto più frequentemente in volgare. Si segnalano alcuni termini le cui prime attestazioni compaiono nella lingua volgare proprio in questo periodo.