990 resultados para Colonia Sanatorio de Fontilles
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Il Genius Loci, affrontato nelle sue caratteristiche e analizzato tra la perdita e la riscoperta del luogo, è il filo conduttore per la rilettura di un percorso, che si snoda attraverso le esperienze didattiche progettuali maturate durante il corso di studi. L’analisi del concetto di luogo avviene secondo la lettura data dagli architetti che in particolare ne hanno promosso il confronto, Aldo Rossi e Christian Norberg-Schulz, nella loro interpretazione volta alla riscoperta della memoria del luogo e dell’identificazione con esso. Se da una parte c’è una valutazione della sedimentazione storica, individuata come memoria imprescindibile; dall’altra c’è un apprezzamento delle caratteristiche intrinseche del sito, che ne costituiscono la sua identità. Il confronto con alcuni scritti di Umberto Cao e Franco Purini ha permesso di concludere un lungo discorso, riallacciandolo al dibattito culturale che aveva suscitato. Per avvicinarci a questo concetto di rispetto del luogo e alla sua valorizzazione si sono presentati due progetti, che ne rappresentano da una parte la piena realizzazione e dall’altra il fallimento e questi sono il Centro culturale Jean-Marie Tjibaou a Nouméa in Nuova Caledonia di Renzo Piano ed il progetto Nexus di un complesso di abitazioni a Fukuoka, in Giappone, coordinato da Arata Isozaky. I progetti maturati durante le esperienze didattiche e presentati per un confronto sul tema sono: Un giardino in forma di teatro, progettato per il quadrilatero di Cervia, con la professoressa Maura Savini; Tre edifici per uffici e pubblici esercizi, realizzati all’interno di un intervento di gruppo più ampio, sulla Vena Mazzarini, a Cesenatico, affrontati con il professor Jose’ Charters Monteiro; un Edificio per il rilevamento delle acque, in prossimità di Kleve, in Germania, realizzato durante il periodo Erasmus, svoltosi presso la Fachhochschule di Colonia, con il professor Hannes Hermanns.
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Homeorhetic Assemblies indaga le potenzialità tettoniche ed architettoniche derivanti dallo studio dei sistemi biologici decentralizzati, dei loro comportamenti e delle relazioni dinamiche con la colonia in termini di processi adattativi e costruttivi continui nel tempo. La ragione di questo interesse è radicata nei principi dell’ecologia applicata al design ed alle tecnologie di fabbricazione contemporanee, che vanno al di là della mera imitazione formale: ci si è quindi chiesto come raggiungere una spazialità complessa ed articolata, omogeneità di prestazioni ed una struttura continua caratterizzata da molti elementi aventi le stesse caratteristiche di forma e materiale. L’ecologia è lo studio di un insieme di economie, ovvero rapporti di scambio, tra un organismo ed il suo ambiente e l’efficenza dei pattern distributivi che derivano da queste relazioni sono fondamentali al fine del successo evolutivo del sistema stesso. I sistemi su cui ci si è concentrati sono caratterizzati dalla capacità di creare strutture a buon mercato (con l’uso di istruzioni semplici ed un unico materiale) e ad elevato grado di complessità ed efficienza, armonizzando l’aspetto formale con l’organizzazione materica e fisiologica. Il modello di comportamento considerato riguarda le dinamiche alla base della creazione degli alveari naturali creati dalle api millifere. Queste caratteristiche sono state codificate nella programmazione di un sistema multi agente composto da agenti autonomi in grado di interagire in un ambiente eterogeneo e capaci di depositare selettivamente elementi in una struttura composta da springs e particles, periodicamente stabilizzata ed ottimizzata. In un tale sistema, a priori sono note solo le relazioni locali per i singoli agenti ed il comportamento strutturale generale, mentre gli oggetti e gli eventi emergono in maniera non predeterminata come risultato di queste interazioni nello spazio e nel tempo. I risultati appaiono estremamente complessi ed eterogenei nella loro organizzazione spaziale, pur emergendo un set di elementi identificabili nella loro specifica singolarità (come ad esempio superfici, colonne, capriate etc...) ma che generano strutture continue, e creano grande differenziazione di densità e di disposizione dei singoli elementi all’interno della struttura. La ridondanza strutturale ottenuta è una scelta deliberata e permessa dall’automatizzazione della fase di costruzione attraverso la programmazione di robot, tramite i quali si intende realizzare un prototipo fisico delle strutture ottenute.
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The utopian communities of Finns are linked to world history and the great ideological foundations behind numerous utopian endeavors. In the paper, Finnish utopian communities will be described, compared, and contrasted by their ideological backgrounds and in a global context. In addition, the reasons for the dissolution of these settlements are analyzed. Even though the Finnish utopian communities are not often mentioned together with More's Utopia, or with Fourier, Owen, Cabet, or Oneida, they have an interesting history reaching back to the 1792 “New Jerusalem” plan in Sierra Leone. While the best-known Finnish utopian ventures are Sointula in Canada (1901-1905) and Colonia Finlandesa (1906-1940) in Argentina there were, however, almost twenty similar Finnish ventures around the world based on nationalism, utopian socialism, cooperative movements, “tropic fevers,” and religious ideas.
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Lack of access to oral health care frequently affects those of lower socio-economic level; individuals in this group experience more dental decay, and the caries experience is more likely to be untreated. Inadequate dental care access may be attributed to exclusion that is due to income, geography, age, race or ethnicity. Objective: The present study aims were to: (1) determine how oral disease prevalence and access to dental services in four US-Mexico Border unincorporated low socioeconomic settlements identified as colonias compare to each other and Laredo, Texas, and (2) determine if insurance status affects dental care access and/or disease prevalence. Methods: A secondary analysis of data from a retrospective chart review of 672 patients attending a Mobile Dental Van Program in the Webb County colonias. Demographic information, (ethnicity, age, gender, insurance coverage and colonia site), dental visits within past year, insurance status, presence of dental sealants, prevalence of untreated dental decay (caries), and presence of gum disease (gingivitis and periodontitis) were extracted. Pearson's chi-square tests (χ2) were computed to compare the prevalence of these outcomes between colonias and Laredo and their potential association with insurance status. Results: For 6 - 11 year olds, dental visits in the past year were lower for colonias (39%), than Laredo (58.5%) (p<0.002). Caries prevalence was higher for colonias (56.6%), than Laredo (37.1%) (p<0.001). Gum disease prevalence was higher in colonias (73%), than in Laredo (21.4%) (p<0.001). No significant differences were noted for caries (χ2=1.73; p<0.188) and gum disease (χ2=0.0098; p<0.921) by patient's insurance status. For adults 36 - 64 years of age, dental visits in the past year were lower in colonias (22.4%), than Laredo (36.3%) (p<0.001). Caries prevalence was higher for colonias (78.3%), than Laredo (54.0%) (p<0.001). Gum disease prevalence was also higher among colonias (91.3%) than Laredo (61.3%) (p<0.001). No significant differences were noted for caries (χ2=0.0010; p<0.975) and gum disease (χ2=0.0607; p<0.805) by patient's insurance status. Conclusion: Colonia residents seeking dental care at a Mobile Dental Van Program in Webb County have significantly higher prevalence of oral disease regardless of insurance status.^
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1. Extensión de las capacitaciones en entrevistas a docentes y alumnos: Los talleres de capacitación que hemos iniciado en la Escuela Normal Nº 4 de Oberá, en la Primera Etapa del Proyecto, comenzaron a rendir los primeros frutos. Efectivamente, los mismos docentes fueron quienes dieron difusión a nuestro trabajo haciendo posible que la experiencia se extendiera a otras escuelas de la ciudad y de las colonias que se nutren de ella. La Escuela de Comercio Nº 1 de Oberá; la Escuela de Comercio Nº 11 de la localidad 25 de Mayo y la Escuela Nº 587 Colonia Paraíso, Municipio de Campo Ramón, han incorporado a sus prácticas docentes, la historia oral. 2. Realización de entrevistas a distintos actores sociales por parte de los alumnos involucrados en los distintos proyectos áulicos: El trabajo llevado a cabo por adolescentes de entre quince y diecinueve años de las escuelas públicas mencionadas, es sumamente valioso, no solo por los testimonios que han aportado al proyecto sino, esencialmente por el proceso que lleva a un joven a acercarse a un adulto, generalmente un adulto mayor, en busca de sus recuerdos. Los protagonistas en este proceso de enseñanza son los alumnos, que aprenden a hurgar en la memoria de sus mayores, terreno en donde pueden hallar sus raíces. 3. Participación en el Programa de Actividades de la Semana en conmemoración de los 40 años del Movimiento Agrario Misionero: A través de uno de los proyectos áulicos de la Escuela de Comercio Nº 1, los estudiantes participaron en las actividades de conmemoración del aniversario del MAM, entidad que nuclea a los trabajadores del agro y que tiene su sede en la ciudad de Oberá. 4. Reafirmación de los vínculos con las instituciones locales: A partir de los trabajos de taller en las diferentes escuelas y las entrevistas efectuadas por los alumnos para sus respectivos trabajos de investigación, los objetivos de nuestro proyecto fueron difundiéndose coadyuvando de esta manera a afianzar nuestros vínculos con las escuelas y el municipio. Además se nos abrieron otras puertas como el MAM (Movimiento Agrario Misionero) organización que tiene una larga trayectoria de lucha en las reivindicaciones de los derechos de los trabajadores del agro en la provincia de misiones. Evaluación del proceso. En el transcurso de este primer año de implementación del proyecto, se ha dado cumplimiento a las actividades programadas. Más allá del cumplimiento de los objetivos que nos propusimos cuando proyectamos este trabajo, nos llena de satisfacción la progresiva ampliación de nuestra propuesta inicial de recuperación de la memoria. El interés y el entusiasmo que suscita tanto en docentes como en alumnos, la posibilidad de indagar en la memoria de los suyos (abuelos, vecinos, maestros, etc.) y descubrir historias de vida que, sumándolas o confrontándolas, les permite ir armando un entramado de relaciones que es la historia misma del barrio, de la colonia o del pueblo, nos produce una gran complacencia. Descubrimos que no es ya solamente la historia en sí la que nos interesa, sino lo que generamos en los jóvenes. Despertar el interés en su propia historia, el sentimiento de pertenencia al lugar en el que viven y en el que estudian. Entender que forman parte de una comunidad con características culturales propias, con una identidad peculiar que los hace particularmente diferentes e iguales a la vez. Comprender que esa identidad que les es propia la fueron construyendo sus mayores, y lo más importante: saber que están en condiciones de re-construir juntos esas historias. Por otro lado el momento afectivo que se genera cuando el estudiante escucha los relatos, las evocaciones de los “abuelos” y la emoción que se observa cuando relata a los compañeros y a los docentes la experiencia vivida en la entrevista. Y el otro aspecto importante de la entrevista es la valorización de los objetos que atesoraban los abuelos: cartas, fotos, herramientas, muebles, vestidos, etc. acompañaban el relato de los jóvenes y terminan siempre en la necesidad de exponer esas prendas en una muestra organizada por ellos mismos. Allí, la presencia de abuelos, padres, hermanos, maestros y vecinos, trasmite el lazo entre el presente y el pasado, entre nuevas y viejas generaciones. Se advierte la alegría, el amor, la emoción entre los asistentes y el orgullo de los padres viendo a sus hijos tan comprometidos con sus estudios. Y a los profesores satisfechos con el trabajo realizado por sus alumnos. Entonces es cuando reafirmamos el valor de la historia oral como herramienta para sacar a la luz esas historias de vida, silenciadas y subestimadas y que revela, además, quienes son los verdaderos protagonistas de la historia. Y reafirmamos también, el rol de la universidad en el trabajo con la sociedad.
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Este proyecto consiste en un análisis histórico económico de las condiciones y factores de desarrollo de Santa Ana (Misiones), en el lapso que media entre la creación trunca de la colonia correntina –muy poco antes de la fundación de la colonia nacional, en 1883-, y los primeros años de la provincialización. El punto de partida se fundamenta en que tanto la iniciativa correntina como la nacional tuvieron entre otros móviles el demostrar la potencialidad de una zona considerada “inmensamente rica”, para albergar y dar prosperidad a mucha gente. El fin del período se coloca cerca de 1960, porque es en este momento cuando la idea de “desarrollo”, que comenzó a plantearse a fines del S XIX, se formaliza ideológica y políticamente. En la joven provincia comienzan a sentirse los efectos del nuevo marco político institucional, la producción se va apartando del modo extractivo, y la infraestructura vial configura un orden geoeconómico muy diferenciado del que proporcionaba el río. Paralelamente los censos de población muestran que la proporción de habitantes rurales cede frente a la urbana. En este lapso, la segunda colonia nacional fue un polo de atracción para uno de los primeros grupos europeos en Misiones, y por un corto lapso un centro azucarero que apuntaba a dejar atrás a los del NOA, con ingenios de gran porte –entre ellos el del mismísimo primer gobernador del territorio; experimentó rebeliones de indígenas pampeanos reclutados forzadamente, realizó los primeros experimentos de cultivo de la yerba mate luego de la expulsión de los jesuitas, y tuvo uno de los puertos más importantes del territorio. Una investigación mayoritariamente exploratoria, se complementa con aproximaciones comparativas, particularmente en el análisis de la experiencia azucarera – que obliga a un manejo de los principales elementos de la cuenca tradicional-, y el desplazamiento de la producción yerbatera a la zona centro-sur. En este sentido el análisis histórico se integra con el geográfico y económico, de modo de obtener recursos metodológicos, como matrices demográficas, modelos de urbanización y utilización del espacio, estudios de costos y precios relativos, etc. Recíprocamente la reconstrucción de procesos en el tiempo, apunta a ponderar el peso de la acción individual y colectiva y la decisión política en situaciones contextuales específicas. Desde un concepto de desarrollo que enfoca un proceso de cambio social cuali-cuantitativo parcialmente dependiente de la acción privada y pública, podemos hablar entonces de la explicación histórica del subdesarrollo -o del no desarrollo-, o simplemente de la historia de la frustración, o del proceso asociado a ella.
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Introducción: El ambientalismo en la provincia ha convertido a la expansión de la frontera agrícola, representada por pequeños productores rurales mucho de ellos sin tierra, en los principales responsables de la degradación del principal ambiente a conservar: la Selva Misionera. La conversión o transformación de la selva con fines agrícolas que llevan a cabo los agricultores, a través principalmente de la técnica de tumba y quema, es considerada la principal causa de desaparición de la selva. En este trabajo se toma el caso de Colonia Pepirí, una pequeña comunidad de productores rurales que están asentados desde hace varios años dentro de los limites de Reserva de Biosfera Yabotí, una de las mas importantes áreas de conservación de la provincia. Esta colonia esta asentada sobre dos grandes lotes de propiedad privada en los que se realiza explotación de madera nativa. Si bien, en los últimos años se ha aceptado su presencia continúan las restricciones sobre muchas de las actividades que realizan. Con este trabajo de investigación se intentó ver la evolución en la ocupación del espacio, las características generales de esta ocupación y la utilización del ambiente natural. La intención era describir las principales características de la utilización de los recursos en esta colonia particular. Por tratarse de un área de conservación, en el cual un elemento crítico es la conservación de la selva. Se tomo especial consideración del uso del ambiente y sus recursos, así como los efectos producidos por las actividades agrícolas ganaderas sobre el monte. El presente trabajo esta organizado para su presentación en cuatro capítulos, el primero trata sobre los fundamentos de la política ambiental en la provincia y breve análisis de la misma basándome en algunas reflexiones teóricas dentro de la antropología. Un segundo capítulo que presenta una reseña de la Reserva de Biosfera Yabotí. En el tercer capitulo una caracterización de la Colonia Pepirí. Y un cuarto y ultimo donde se plantea los principales usos del espacio. Se incluyen además unos breves comentarios a modo de conclusión.
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La República de Haití, al igual que sus hermanas caribeñas, por su abigarrada mezcla de culturas surgidas de una historia común, resultado del sistema de Plantación y la servidumbre que le fueran impuestos por la colonización europea (hispánica, inglesa, francesa o neerlandesa), se encuadra en la acertada definición del cubano Benítez Rojo: el Caribe es una isla que se repite. Por la complejidad de los componentes culturales caribeños, este estudio intenta señalar que el encuentro o choque de culturas disímiles, la convivencia forzada, el modo de apropiación cultural de cada una de las regiones involucradas en la región desencadenaron respuestas culturales impredecibles como diversas. Lengua y religión son las matrices fundamentales de toda cosmovisión o manera de ver el mundo. El créo/e y la religión vudú no son sino respuestas de los esclavos sometidos al desarraigo de su cultura, a la pérdida de su identidad. Cada pueblo fabrica creencias a la altura de su desarrollo técnico y su estructura social. Haití es en definitiva una apretada síntesis de todas las tensiones y entrechoques de las fuerzas del Caribe. La "Perla de las Antillas", la más poderosa colonia francesa, es hoy una paradoja. No logró el acceso a la revolución industrial, su inestabilidad institucional y su pobreza endémica la transformaron en uno de los países más frágiles y vulnerables del planeta. Sin embargo, el levantamiento de los esclavos que diera origen a la primera independencia latinoamericana (1804) y primera República negra en la historia de la Humanidad, no tiene parangón, constituye un caso único.
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Este estudio se propone explicar el Vudú, esa religión mal conocida, desprestigiada, tergiversada por las revistas, los libros, las películas que se dicen serias y objetivas. De manera sistemática y con gran sensacionalismo, los medios extranjeros han contribuido a presentarla constantemente como una horrible acumulación de groseras supersticiones, orgías sexuales, magia negra, brujería y maleficios. Sin embargo, el Vudú haitiano no es sólo una religión recreada por los esclavos africanos en la colonia francesa de Santo Domingo, es por el contrario un Humanismo, un conjunto de tradiciones culturales que constituyen el cimiento que une al pueblo haitiano en los momentos de crisis y lo salva de la desesperanza. Gracias al Vudú, ciertos valores morales que se pierden en otros pueblos considerados "avanzados y civilizados" se encuentran todavía ligados a una red que condiciona todos los actos de la vida cotidiana de los haitianos de cualquier clase social a la que pertenezcan. Se presentan aquí los puntos clave de la filosofía vudú y su modo de transferencia de una generación a otra. De igual modo, el arte y la pintura de Haití, inspirados por el culto ancestral, han sorprendido al mundo por su vitalidad, su creatividad y su humanismo.
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Con el fin de conocer las últimas interpretaciones acerca de nuestro pasado regional, los videos de la serie "Mendoza, crónica de nuestra identidad", pretenden llevar adelante la tarea constante de construir y reconstruir una identidad que se mantenga abierta a los valores del pasado, pero también a la inevitable reformulación crítica de los mismos principios. La propuesta es generar un proceso de actualización y perfeccionamiento en el campo de la historia regional. En el documental LA LITERATURA DE MENDOZA, se describen las tendencias literarias en la provincia desde la época de la colonia a la actualidad. Los temas abordados son: - Los cronistas - El siglo XVIII - El Siglo XIX - El regionalismo literario - Vanguardia en Mendoza - Las últimas tendencias
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Nos hemos planteado los cambios de percepción de un accidente geográfico, como la cadena montañosa de los Andes, desde la Colonia hasta nuestros días, como un modo de comprender mejor nuestras maneras de ver el mundo. En efecto, la relación con el espacio avala universalmente la particularidad de las identidades, tal como ha sido estudiado por la antropología, entre otras disciplinas que se han ocupado de la problemática entre identidad y espacio. Nos interesa concentrarnos en las significaciones que le ha sido asignado al macizo andino en ciertas etapas, en uno y otro lado del mismo. La significación de muro que se le atribuye a la cordillera constituye una de las varias que existen y circulan en los textos literarios y no literarios. La relevancia que tiene ese punto de vista –el muro- se puede apreciar mejor en el campo de las relaciones internacionales entre ambos países. Sin embargo, existen otras relaciones espacio-representación que han alentado procesos integracionistas.
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Este problema se plantea, en base a la situación que viene ocurriendo a lo largo de los años 2008, 2009 y 2010, en el Sanatorio y Clínica Rivadavia de la ciudad de San Luis. Las enfermeras del sector de adulto de esta institución, sufren una sobrecarga laboral en cuanto al número de pacientes que deben atender, desde 15,18 y hasta 20 pacientes con diferentes patologías y cirugías. El número de enfermeras por guardia, es el mínimo, no el indispensable, teniendo en cuenta la cantidad de pacientes con que se trabaja. Si se ausenta una enfermera por algún motivo, los cuales generalmente están relacionados con diferentes enfermedades, no hay remplazo para la misma, las enfermeras no quieren hacer recargos por cansancio físico y en varias ocasiones dos enfermeras se han tenido que hacer cargo de todo el sector adulto, incluida la guardia. A su vez, se ven obligadas a realizar algunas tareas que no les corresponden, como llevar los pedidos médicos al laboratorio, rayos o camillar, por órdenes de los directivos. Durante los años 2008 y 2010 se han presentado una serie de renuncias en el personal de enfermería de esta institución. El personal renunciante tienen edades que van desde los 22 a los 40 años aproximadamente, y con una antigüedad laboral de 2 a 5 años. Estas personas fueron contratadas previamente a sus renuncias, para diferentes sectores del subsistema público. A consecuencia de estas renuncias, el personal con el que contaban había disminuido notablemente, la exigencia de la empresa era mayor y los directivos tardaban en contratar nuevo personal. Todo lo mencionado precedentemente indica que existe una problemática que afecta al personal de enfermería y que se supone podría estar relacionada con la sobrecarga laboral que a diario vivencian las enfermeras y que merece ser considerado para buscar soluciones a la misma.
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El presente artículo presenta la biografía del compositor ruso Alejo Vladimir Abutcov (1872-1945), quien se instaló en 1924 en la localidad de San Pedro del Atuel (Mendoza, Argentina) con el objetivo de formar una colonia tolstoiana. Abutcov se convirtió en el pionero de la enseñanza musical institucionalizada en el sur de la provincia de Mendoza al crear en la ciudad de General Alvear el Conservatorio “Schubert", en 1928. Se presenta, asimismo, el catálogo parcial de sus obras de acuerdo con los datos obtenidos en diversas fuentes.
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The fall armyworm (FAW) is the most important threat to corn crops in Argentina, and there exists very little up-to-date information on its actual pest status because the available literature was published more than 20 years ago. Therefore, field surveys were carried out in the northeast of Argentina, in order to establish the attack rates and injury levels of the pest in relation to the crop phenology. The study was carried out at two localities: Colonia Benítez, an agricultural region, and Tapenagá, a cattle-raising area. At each site two 1-ha plots were sown either with a Bt-corn expressing Cry 1F protein or with an untransformed corn germplasm. Optimal and late sowing was assayed and FAW larval abundance, relative age composition, attack rates and level of damage to corn were recorded. At the moment of the field experiments, Bt-corn was not affected by FAW larvae. However, untransformed germplasms were severely affected by FAW larvae, with an average of attacked plants of 18% or more. In contrast to data obtained 30 years ago, higher values of FAW density were registered. Levels of damage to corn plants were higher after the V4 stage. It was found that the sowing date affected the infestation levels and early seeding avoided high armyworm densities that develop later in the season; in northern Argentina, this was only relevant in agricultural areas.
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En Huellas de la Ciudad Universitaria de la Universidad Nacional de Cuyo, Roberto refleja el compromiso de un grupo de ciudadanos que asumió el trabajo de gestionar el apoyo social y político para la concreción de un proyecto superador para la Universidad. La obra registra las huellas de un camino recorrido en busca de un objetivo educativo: la construcción de una ciudad universitaria en la provincia de Mendoza. En es recorrido el autor rescata, entre otras cosas, hechos que propiciaron la expansión de Mendoza hacia el pedemonte a través del esbozo de una trama urbana que comienza con la creación del Parque del Oeste, la construcción de la Colonia Hogar 20 de Junio y el inicio de obra del Hospital de Niños. Dentro de este entorno, nació el campus de la UNCuyo para integrar en un solo predio a todas las unidades académicas y administrativas que por décadas funcionaron en edificios dispersos en distintos puntos de la capital mendocina. El libro se estructura en cinco capítulos. El primero aporta datos acerca del desarrollo socioeconómico-cultural de Mendoza en los umbrales del siglo XX, hace referencia a la implicancia y complejidad de construir una ciudad universitaria. También retrotrae a los tiempos de creación de las ciudades universitarias de Argentina y el mundo. El segundo capítulo incluye secuencias gráficas referidas a la fundación de la Universidad. El tercero y cuarto muestran las copias de la correspondencia de Edmundo Correas, primer rector de la UNCuyo, fotos y otros documentos de los primeros espacios físicos donde funcionó la Universidad, así como sus opiniones sobre la concepción funcional de una Ciudad Universitaria. Como corolario, en el quinto y último capítulo el autor presenta a tres personalidades del mundo académico reconocidas a nivel internacional: Bernardo Houssay, Julio Cortázar y Arturo Roig. habla de su relación con la UNCuyo, sus visiones respecto del sentido e importancia social de la Universidad, así como sus opiniones sobre la concepción funcional de una Ciudad Universitaria. Roberto Mario Romano es arquitecto, docente e investigador de la Facultad de Ingeniería de la UNCuyo. Se ha especializado en Diseño Urbanístico y Conjuntos de Viviendas de Interés Social. Ha sido presidente de la Sociedad de Arquitectos de Mendoza y del Colegio de Arquitectos de Mendoza. Actualmente es miembro del ICA (Instituto de Ciencias Ambientales) de la UNCuyo. Ha publicado, en diarios locales, notas sobre planificación urbana, uso del suelo y medio ambiente.