899 resultados para social housing


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The Intergovernmental Panel on Climate Change warnings regarding the detrimental effects of carbon dioxide emissions and global warming have gained acceptance amongst many governments (IPCC 2001). The UK government has agreed to reduce emissions, implement a package of enabling measures (UKCCP 2000) and issued an Energy White Paper (HMSO 2003) calling for a diversification of energy supply policies which will include renewable sources.

Housing accounts for approximately 25% of UK CO2 emissions and as providers of social housing, Registered Social Landlords (RSLs) and their tenants are major contributors. RSLs are deliverers of national policy in several areas and contribute to the attainment of governmental environmental, social and economic targets and impact upon the wider demands of housing policy, healthcare, education and law & order (DETR 1999, Cole and Shayer 1998).

Photovoltaic (PV) electricity generation could deliver “free” electricity to the low income households historically housed by RSLs. PV helps address such issues as fuel poverty and could be used as a stimulus for creating interest in areas of low demand for social housing.

RSLs provide housing solutions which cross traditional economic, social and environmental divides and this lends their modus operandi to the concept of the triple bottom line. The triple bottom line enables social and environmental aspects to be considered alongside economic considerations within decision-making frameworks (Elkington 1999, Andreason 1995).

Using a qualitative research methodology, this paper assesses current commercial viability of PV installations on RSL developments and identifies key barriers to implementation. The paper also investigates whether the application of the triple bottom line can liberate RSLs from viewing PV as a non-viable option by enabling a greater emphasis to be placed on the social & environmental aspects of PV. The paper considers whether a framework for RSLs to improve their decision-making processes by embracing social & environmental factors is feasible.

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This paper discusses social housing policy in Brazil since the 1990s by analyzing government programs’ institutional arrangements, their sources of revenues and the formatting of related financial systems. The conclusion suggests that all these arrangements have not constituted a comprehensive housing policy with the clear aim of serving to enhance housing conditions in the country. Housing ‘policies’ since the 1990s – as proposed by Fernando Collor de Mello, Itamar Franco, Fernando Henrique Cardoso and ´ Luis Inacio Lula da Silva’s governments (in the latter case, despite much progress towards subsidized investment programs) – have sought to consolidate financial instruments in line with global markets, restructuring the way private interests operate within the system, a necessary however incomplete course of action. Different from rhetoric, this has resulted in failure as the more fundamental social results for the poor have not yet been achieved.

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La tesi individua alcune strategie di rigenerazione urbana e di riqualificazione edilizia, al fine di ottenere una serie di linee guida per l’intervento sul patrimonio di edilizia abitativa situata nelle periferie urbane. Tali principi sono stati poi applicati ad un edificio ACER collocato nella prima periferia di Forlì, per sperimentare l’efficacia delle strategie individuate. Dalla ricerca svolta sulle strategie di intervento volte alla riqualificazione sociale delle periferie, in particolare la teoria del “Defencible space” di Jacobs, si evidenzia l’importanza di accentuare nei residenti il sentimento di territorialità, ovvero la consapevolezza di far parte di una comunità specifica insediata in un particolare spazio, alimentata attraverso la frequentazione e l’appropriazione percettivo-funzionale degli spazi pubblici. Si è deciso quindi di allargare il campo di intervento alla rigenerazione dell’interno comparto, attraverso la riorganizzazione degli spazi verdi e la dotazione di attrezzature sportive e ricreative, in modo da offrire spazi specifici per le diverse utenze (anziani, giovani, bambini) e la definizione di un programma funzionale di servizi ricreativi e spazi destinati a piccolo commercio per integrare le dotazioni carenti dell’area. Dall’analisi approfondita dell’edificio sono emerse le criticità maggiori su cui intervenire: - l’intersezione dei percorsi di accesso all’edificio - la struttura portante rigida, non modificabile - la scarsa varietà tipologica degli alloggi - l’elevato fabbisogno energetico. La riqualificazione dell’edificio ha toccato quindi differenti campi: tecnologico, funzionale, energetico e sociale; il progetto è stato strutturato come una serie di fasi successive di intervento, eventualmente realizzabili in tempi diversi, in modo da consentire il raggiungimento di diversi obiettivi di qualità, in funzione della priorità data alle diverse esigenze. Secondo quest’ottica, il primo grado di intervento, la fase 1 - riqualificazione energetica, si limita all’adeguamento dello stato attuale alle prestazioni energetiche richieste dalla normativa vigente, in assenza di adeguamenti tipologici e spaziali. La fase 2 propone la sostituzione degli impianti di riscaldamento a caldaie autonome presenti attualmente con un impianto centralizzato con pompa di calore, un intervento invasivo che rende necessaria la realizzazione di un “involucro polifunzionale” che avvolge completamente l’edificio. Questo intervento nasce da tre necessità fondamentali : - architettonica: poter ampliare verso l’esterno le superfici degli alloggi, così da intervenire sulle unità abitative rendendole più rispondenti alle necessità odierne; - statica: non dover gravare in ciò sull’edificio esistente apportando ulteriori carichi, difficilmente sopportabili dalla struttura esistente, assicurando il rispetto della normativa antisismica in vigore; - impiantistica/tecnologica: alloggiare i condotti del nuovo impianto centralizzato per il riscaldamento, raffrescamento e acs; La fase 3 è invece incentrata sull’ampliamento dell’offerta abitativa, in modo da rispondere anche a necessità legate ad utenze speciali, come utenti disabili o anziani. L’addizione di nuovi volumi si sviluppa in tre direzioni: - un volume parassita, che aderisce all’edificio nel fronte sud/est, indipendente dal punto di vista strutturale, ruotato per sfruttare al meglio l’orientamento ottimale. - un volume satellite, indipendente, connesso all’edificio esistente tramite un elemento di raccordo, e nel quale sono collocati alcuni alloggi speciali. - un’addizione in copertura, che non appoggia direttamente sul solaio di copertura esistente, ma grava sull’elemento di chiusura del’involucro realizzato nella fase 2 Completano il progetto le addizioni volumetriche a piano terra, destinate a servizi quali un centro diurno, un micronido e un bar, i quali costituiscono la traduzione alla scala dell’edificio delle strategie applicate nel progetto di comparto. Questi interventi hanno consentito di trasformare un edificio costruito negli anni ’80 in un complesso residenziale moderno, dotato spazi accessori di grande qualità, tecnologie moderne che ne garantiscono il comfort abitativo, servizi alla persona disponibili in prossimità dell’edificio.

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“Tecnologie sostenibili per il social housing”: la mia tesi affronta il tema dell’edilizia sociale cercando di capire se può ancora diventare un campo di ricerca e sperimentazione architettonica come lo è stato in più occasioni nell’ultimo secolo. La ricerca si è sviluppata in due fasi: una prima attività di studio della vicenda storica dell’abitazione sociale in Italia, con alcuni confronti europei, fino ad analizzare il nuovo quadro che si è andato delineando dalla fine degli anni ’90 e che caratterizza la situazione attuale. Successivamente, la progettazione di un piccolo intervento di edilizia abitativa che si propone di rispondere agli attuali profili della domanda, puntando a scelte tipologiche e costruttive coerenti. Nel trentennio 1950-’80, nell’Europa uscita dalla Seconda guerra mondiale, e in Italia in particolare, l’edilizia popolare ha vissuto un periodo dinamico, ricco di interventi normativi da parte dello Stato, (su tutte la legge Fanfani, e le norme Gescal) che hanno permesso di realizzare molti degli edifici ancora oggi utilizzati, accelerando la ripresa economica e sociale. Dopo gli anni ’80, le ricerche e le sperimentazioni in campo architettonico si spostano verso altri temi; superata la necessità di fornire una casa a milioni di persone, il tema dell’alloggio sembra perdere il forte rilievo sociale che aveva avuto nei decenni precedenti. Fino a ritenere che il tema dell’alloggio e in particolare dell’alloggio sociale, non avesse più la necessità di essere sperimentato e approfondito. Oggi la situazione riguardante la sperimentazione non è molto diversa: sono ancora molto limitati, infatti, gli studi e le ricerche sul tema dell’alloggio sociale. Ciò che è nuovamente mutata, invece, è l’emergenza di una nuova domanda di casa e la drammatica esigenza sociale di fornire un alloggio a milioni di famiglie che non se lo possono permettere. Le dinamiche che guidano questa nuova ondata di richiesta di alloggi sono molteplici, sia di natura sociale che economica. Sul piano sociale: - l’aumento del numero delle famiglie, passate da 22.226.000 nel 200o a 24.642.000 nel 2010, con un aumento del 9,8% in un solo decennio; - la “nuclearizzazione” delle famiglie e la loro contrazione dimensionale, fino agli attuali 2,4 componenti per nucleo; - l’invecchiamento della popolazione; - l’aumento della popolazione straniera, con oltre 3.900.000 di immigrati regolari. Su quello economico: - l’aumento della povertà assoluta: in Italia 1.162.000 famiglie (4,7%) corrispondenti a 3.074.000 individui vivono sotto la soglia di povertà; - l’aumento della povertà relativa, che investe oggi 2.657.000 famiglie (9,3%) e l’aumento delle famiglie a rischio di povertà (920.000 famiglie, pari al 3,7% dei nuclei). Questi dati evidenziano la dimensione del problema abitativo e smentiscono l’opinione che si tratti di una questione marginale: nel 2010 in Italia almeno 1.162.000 non hanno le risorse per pagare un affitto, nemmeno a canone agevolato, e 4.739.000 famiglie non riescono a pagare un affitto ai prezzi del libero mercato, ma non hanno la possibilità di entrare nelle graduatorie per l’assegnazione di un alloggio sociale. Da questa panoramica sulle dimensioni del disagio abitativo, prende spunto la progettazione del mio sistema costruttivo, che si pone come obiettivo quello di ridurre i costi di costruzione tramite la standardizzazione dei componenti, consentendo di conseguenza, un minor costo di costruzione e quindi la possibilità di canoni di affitto ridotti, mantenendo buoni standard di qualità degli alloggi, sostenibilità ambientale e risparmio energetico. Le linee guida che hanno portato alla progettazione del sistema sono: - modularità degli spazi abitativi - zonizzazione funzionale - razionalizzazione impiantistica - illuminazione naturale - industrializzazione dei sistema costruttivo - standardizzazione dei componenti. Il risultato è un catalogo di alloggi di diverse metrature, aggregabili secondo tre tipologie residenziali. - a ballatoio - in linea - a torre Messo a punto questo sistema costruttivo, è stato progettato un intervento in un contesto specifico, per verificare l’applicabilità delle soluzioni sviluppate ed esplorarne alcune possibilità.

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In questa tesi verrà descritto il lavoro di progettazione mirato a studiare una nuova tecnologia costruttiva, basata su pannelli in legno lamellare a strati incrociati (Xlam). In particolare verranno progettati moduli abitativi a comportamento tubolare, componibili per realizzare alloggi e complessi abitativi per famiglie a basso reddito. Infine la tecnologia elaborata verrà applicata ad un'area di progetto localizzata nel quartiere Pilastro a Bologna.

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Il campo d’interesse della ricerca è stato l’attuale processo di ricentralizzazione del Social Housing nelle periferie urbane in una parte del contesto internazionale, che sembra stia portando le città a ricrearsi e ripensarsi grazie alla presa di coscienza delle differenze esistenti, rispetto al passato, nei nuovi processi di trasformazione nei quali la città è intesa sia come spazio costruito ma anche sociale. In virtù di quest’ultimi due aspetti complementari della città, oggi, il ruolo della periferia contemporanea sembra essere diversamente interpretato, così come gli interventi di riqualificazione di tipo assistenziale - migliorativo tenderebbero a trasformarne i suoi caratteri alla ricerca del “modello di città”. L’interesse alla tematica è inoltre scaturito dalla constatazione che alla base della crisi dei modelli d’intervento pubblico starebbero sia l’insostenibilità economica ma soprattutto l’errata lettura dei bisogni delle famiglie nella loro specificità e diversità e che in tal senso l’eventuale partecipazione della cittadinanza costituirebbe effettivamente una proposta valida, anche per risolvere la crescente domanda abitativa che si pone a livello mondiale. L’obiettivo della ricerca è stato quello d’analizzare, nel contesto internazionale del Social Housing, le caratteristiche di partecipazione e sussidiarietà che connotano particolarmente gli interventi di riqualificazione destinati a famiglie economicamente carenti, nello specifico analizzando i metodi e gli strumenti atti alla comunicazione partecipativa del progetto in aree urbane periferiche italiane e brasiliane. Nella prima e seconda fase della ricerca è stato svolto, rispettivamente, un lavoro di analisi bibliografica sul tema dell’emergenza casa e sulle nuove politiche abitative di sviluppo urbano ed uno specifico sulla tematica della riqualificazione partecipata del Social Housing in aree della periferia urbana, infine nella terza fase sono stati analizzati i casi di studio prescelti dando rilievo all’analisi delle caratteristiche e requisiti prestazionali delle tecniche partecipative di rappresentazione - comunicazione, più idonee ad influenzare positivamente il suddetto processo.

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The prospect of the continuous multiplication of life styles, the obsolescence of the traditional typological diagrams, the usability of spaces on different territorial scales, imposes on contemporary architecture the search for new models of living. Limited densities in urban development have produced the erosion of territory, the increase of the harmful emissions and energy consumption. High density housing cannot refuse the social emergency to ensure high quality and low cost dwellings, to a new people target: students, temporary workers, key workers, foreign, young couples without children, large families and, in general, people who carry out public services. Social housing strategies have become particularly relevant in regenerating high density urban outskirts. The choice of this research topic derives from the desire to deal with the recent accommodation emergency, according to different perspectives, with a view to give a contribution to the current literature, by proposing some tools for a correct design of the social housing, by ensuring good quality, cost-effective, and eco-sustainable solutions, from the concept phase, through management and maintenance, until the end of the building life cycle. The purpose of the thesis is defining a framework of guidelines that become effective instruments to be used in designing the social housing. They should also integrate the existing regulations and are mainly thought for those who work in this sector. They would aim at supporting students who have to cope with this particular residential theme, and also the users themselves. The scientific evidence of either the recent specialized literature or the solutions adopted in some case studies within the selected metropolitan areas of Milan, London and São Paulo, it is possible to identify the principles of this new design approach, in which the connection between typology, morphology and technology pursues the goal of a high living standard.

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L’oggetto di questa tesi di laurea è un intervento di recupero e riprogettazione di un edificio non completato, destinato a 24 alloggi di edilizia residenziale pubblica, situato a Rovigo. Questo è stato oggetto di una lunga ed articolata vicenda caratterizzata da continue interruzioni del cantiere, principalmente causate da una cattiva esecuzione dei lavori da parte dell’impresa costruttrice. Allo stato attuale è presente la sola struttura metallica assemblata sulle fondazioni in calcestruzzo armato; tutto il fabbricato risulta abbandonato e congelato da diversi anni dopo i primi collaudi che hanno stabilito la non idoneità del telaio in acciaio. L’obiettivo del progetto è dunque quello di recuperare le fondazioni esistenti e di riprogettare l’edificio in una chiave più attuale e sostenibile. E’ stato effettuato un sopralluogo per comprendere più da vicino le problematiche relative all’area di progetto, oltre ad un’attenta analisi delle documentazioni riguardanti il progetto originario in modo da correggere eventuali punti deboli. Le strategie non hanno tenuto conto dunque solamente di un’ottima efficienza energetica o di un’offerta di alloggi adeguata alla domanda della situazione abitativa attuale, ma anche di tutte le problematiche che sono derivate dalla cattiva gestione del progetto originario. Le scelte progettuali, infatti, sono state il risultato anche delle necessità di limitare tempi e costi di un intervento per il quale sono state sprecate fin troppe risorse, soprattutto economiche. La fase progettuale è stata affiancata dalla realizzazione di simulazioni effettuate tramite software di calcolo (Termolog EpiX 6 e DIALux evo) che hanno permesso di ottenere ottimi risultati per quanto riguarda prestazione energetica e comfort luminoso indoor.

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Este artículo expone la primera aplicación experimental de un método para el análisis y la comparación de experiencias de vivienda social internacional en el contexto de las grandes áreas metropolitanas. El método, desarrollado en la Universidad Politécnica Universidad Politécnica de Madrid (UPM) desde 2009, se basa en la utilización de códigos gráficos y numéricos comunes y la integración de diferentes escalas de aproximación al entorno construido, de la vivienda y su arquitectura, a sus materiales de construcción y llegando más lejos, la ciudad. Además, los datos están vinculados a tres conceptos clave estrechamente relacionados con las condiciones específicas de las grandes áreas metropolitanas: la economía, la densidad y la diversidad. El objetivo final de la investigación es proporcionar una herramienta para la evaluación de la calidad de las viviendas sociales, optimización de recursos y un diseño innovador.

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La presente tesis doctoral aborda el estudio del proyecto de vivienda colectiva social desde la noción de norma, entendida desde la sistematización o normalización de los instrumentos del proyecto arquitectónico de vivienda protegida. Esto es, desde una idea de tipificación taxonómica en cuanto ajuste a un conjunto de reglas comunes productoras de sistemas normativos. La hipótesis de partida se basa en la consideración de la vivienda pública como un laboratorio de estudio histórico de los ideales de confort y calidad de vida. Este campo de pruebas ha constituido una sólida base que ha servido como punto de encuentro muy particular entre proyecto y normativa desde las primeras vanguardias europeas hasta la actualidad. El principal objetivo de la investigación es la revalorización de una normativa de vivienda que ha producido ejemplos de innegable calidad en el contexto nacional e internacional, así como un intento de actualización de su codificación. La investigación se sirve de los instrumentos específicos de la disciplina arquitectónica para explicar una disociación detectada desde la segunda mitad del siglo pasado entre la utopía del proyecto social de vivienda y el pragmatismo de la norma que lo regula, más allá de los aspectos sociales y culturales asociados a las nuevas composiciones familiares, las tecnologías cambiantes, los ritos domésticos contemporáneos o el valor creciente del tiempo libre. La propuesta de una nueva terminología que aborde nuevas relaciones en el acercamiento al proyecto de vivienda desde la normativa española deriva en un conjunto de estrategias de proyecto desde las que proponer sistemas normativos. Dichas estrategias se basan principalmente en mecanismos de cualificación espacial que permitan un nuevo acercamiento entre dichas normas y las formas de habitar actuales. ABSTRACT This doctoral thesis deals with the study of the project of social collective housing from the notion of rule, understanding it from the systematization or standardization of the instruments of architectural project for social housing. Thus, it deals with an idea of taxonomic typification as an adjustment to a set of common rules which produce regulation systems. The initial hypothesis is based on the consideration of public housing as a laboratory for studying the historical ideals of comfort and quality of life. This testing ground has been a solid base that has served as a very specific meeting point between project and regulations from the first European avant‐garde to nowadays. The main objective of this research is the revaluation of housing regulations, which have produced examples of undeniable quality in the national and international stage, as well as an attempt to update their codification. The research assumes the specific tools of the discipline of architecture for explaining a dissociation detected between the utopia of the project for social housing and the pragmatism of the regulations from the second half of last century, beyond social and cultural aspects associated to the new family arrangements, the changing technologies, the contemporary domestic rituals or the rising value of leisure time. The proposal of a new terminology that tackles new relations in the approach to housing project from the Spanish legislation results in a set of strategies to propose regulation systems. Those strategies are mainly based on mechanisms for spatial qualification which allow a new approach between these rules and the current ways of living.

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Proyecto de casas populares, Ibiza

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Collaborators: Antonio Domínguez Iglesias and Angel Ximénez de Embún.

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The main goal of the cofounded by the European Commission LIFE Project, New4Old (LIFE10 ENV/ES/439), is to define the most appropriate method and the best available practice in social housing rehabilitation with energy and environmental sustainability criteria, as well as to apply innovative technologies in the fight against climate change through an efficient use of resources and energy. The institutions involved in the Project are the Technological Centre AITEMIN, Madrid Polytechnic University (UPM), Portugal Technological Centre for Ceramics and Glass (CTCV) and the Zaragoza City Housing Society (SMZV). The demonstrator project consists in the energy rehabilitation of a rental social housing building located in Zaragoza?s historic quarter, according to the conclusions and strategies developed for the LIFE project. In actions taken in households of this nature passive design strategies are essential due to the limited income of owners, who often cannot afford energy bills. Therefore, the proposed actions will help improve the building?s passive performance and reach a higher thermal comfort, without increasing the economic cost linked to energy consumption.

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The Architecture and Household Trade Union built nearly 2,000 subsidized dwellings in Albacete from 1941 to 1971. It was the responsible entity from the end of the Civil War until the beginning of Democracy of the social policy programs in Spain. Later on, and together with the National Housing Institute, were responsible for the construction activity. Its limited budget, scarcity of technical and human resources and an urgent need for new housing developments, constituted the basis for producing a vast housing market of low construction qualities. However, thanks to the true architectonic expertise of some of the professionals, some of the developments were designed with a clear urban strategy and in direct relation with the city, which characterizes them to be studied and conserved. This is the case for the selected development for the analysis, the urban complex of the 500 dwellings in Albacete, the Hermanos Falcó Neighborhood. Designed and built between 1963, Alfonso Crespo and Adolfo Gil architects, and 1977 second reformed project by the architect Fernando Rodríguez. It is characterized by its layout on the territory, its controlled relation with the city and its different types of open blocks. Above all, its spatial and human scale strengths, directly related to the European post-war proposals, have to be emphasized; although its technical deficiencies affect the interior quality of the houses. This paper examines its virtues and failures and proposes, using current tools, its renovation. This proposal main aims are to extend its lifetime and develop the particular and urban sustainability levels.