954 resultados para rigenerazione, riqualificazione, comfort, efficienza, sostenibilità, edilizia,


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Il progetto presentato in questa tesi, svolto allinterno del Laboratorio di Laurea in Architettura Sostenibile, pone come obiettivo la riqualificazione di un edificio di edilizia sociale a Bologna, nel quartiere Bolognina, quellarea di espansione operaia a Nord della stazione ferroviaria, caratterizzata da una forte presenza di interventi di edilizia popolare. Ledificio oggetto di intervento si trova, nello specifico, in via Di Vincenzo ed, insieme ad altri edifici, fa parte di un lotto particolare, che si distingue per forma dagli altri limitrofi, generalmente rettangolari. Infatti lunico del quartiere, per lo pi caratterizzato da una rete stradale perpendicolare, ad essere invece tagliato diagonalmente. Inoltre, ledificio caso-studio, insieme agli altri dellisolato, costituisce unalta cortina che delimita una grande corte di pertinenza, attualmente per priva di un confine netto e chiuso, in quanto alcuni edifici che ne delimitavano il perimetro, nel corso del tempo, sono stati demoliti. Lassenza quindi di questi volumi, attribuisce al lotto una particolare forma ad U, segno marcato di incompletezza, facilmente percepibile anche solo passeggiando per le vie circostanti. Proprio a partire da queste due caratteristiche molto forti che contraddistinguono larea, si sviluppato lintero progetto, che passato dallavere come oggetto la sola riqualificazione di un edificio in forte stato di degrado, allassumere come obiettivo in unottica pi generale lintera rivitalizzazione dellinsula. La proposta che si vuole presentare lavora sostanzialmente su tre diversi livelli, riprogettando e ridefinendo le tre diverse tipologie di spazio che coesistono allinterno del lotto: - lo spazio privato - lo spazio condiviso - lo spazio collettivo

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Studio e ottimizzazione di un sistema di rigenerazione per pompe di calore ad alta efficienza di concezione innovativa.

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Complice l'entrata a far parte dell'Unione Europea e del risultante recepimento delle sue normative e sopratutto dei suoi principi, nel nostro Paese si sta verificando un sostanziale incremento delle realt territoriali attivate sul fronte della raccolta differenziata. L'intercettazione delle frazioni compostabili (umido e scarti verdi) sta assumendo un ruolo di sempre maggior rilevanza quantitativa nella raccolta differenziata. Infatti dal 1997 al 2007 si passati da circa 604.000 ton di frazioni raccolte a 2.368.000 ton. Questo sistema di recupero degli scarti organici attualmente il pi diffuso nel nostro Paese. Esso presenta indubbi problemi tecnico-gestionali, sopratutto riconducibili alle emissioni odorigene che raramente risultano per nocive o addirittura tossiche per la salute dell'ambiente e delle persone. Nonostante questo dato gli impianti di compostaggio incontrano spesso una diffusa e forte avversione da quella parte di popolazione interessata ad accogliere l'impianto sul proprio territorio rispetto anche ad impianti di indubbia maggior pericolosit. Per via di questo generale atteggiamento in Italia risulta pertanto esistere una normativa particolarmente stringente sulle garanzie ambientali necessarie per la realizzazione di impianti di compostaggio confrontata con quella europea. Questa normativa per lascia inalterata la difficolt nella diffusione di un'impiantistica adeguata a rispondere alle necessit della raccolta differenziata. Questo problema risulta ancor pi rilevante come nel caso dell'impianto oggetto di studio situato in ambiente altamente urbanizzato. In questi territori ad alta densit abitativa spesso si assiste alla degenerazione del sistema dove protratte conflittualit con la popolazione interessata ostacolano l'esercizio o portano alla temporanea cessazione delle attivit degli impianti esistenti. Ulteriore problema risulta essere il fatto che anche in impianti nuovi criteri corretti di progettazione e costruzione risultano essere alle volte non sufficienti per evitare le precedenti problematiche, diventa quindi oltremodo difficoltoso ottenere gli stessi risultati intervenendo su impianti gi esistenti con misure di riqualificazione adeguate e compatibili con la sostenibilit economica dell'impianto. Per tanto questa tesi si propone di individuare le problematiche esistenti e proporre soluzioni efficaci al rilevante problema delle emissioni odorigene che sembra caratterizzare questo impianto, tramite uno studio dello stato di fatto e l'analisi delle criticit riscontrate, concentrandosi in modo particolare sul biofiltro e sulla biofiltrazione, che sembra essere il problema principale che influenza la qualit delle emissioni. Il caso oggetto di questa tesi riguarda un impianto avviato nel 2004 che, dopo un lungo periodo di esercizio caratterizzato da problematiche ambientali mai pienamente risolte, stato sottoposto dalla seconda met del 2008 ad una semplice e sistematica revisione delle procedure gestionali e mirati interventi tecnici ed impiantistici nell'ambito di un percorso di risanamento e riqualificazione. 5

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Nel tentativo di rispondere alle esigenze valutate in seguito allanalisi del centro storico in base a differenti profili investigativi, si formulato un programma di intervento con obiettivi e strategie codificate. In modo particolare viene privilegiata lindagine effettuata a livello sociale sulla popolazione del centro storico, ambito di ricerca necessario per una buona premessa per un progetto che ha come oggetto labitare. Da queste considerazioni nasce lidea del progetto dove il tema della residenza si inserisce in un contesto urbano in stretta relazione con il tessuto storico della citt di Forl. Lindividuazione dellarea di progetto, situata in una posizione di confine tra due realt differenti, il centro storico e la circonvallazione che lo racchiude, suggerisce la necessit di stabilire attraverso collegamenti perdonali e ciclabili fra larea in esame e la periferia esterna una configurazione dinamica, dove il vuoto urbano che si presenta lo scenario ideale per ristabilire una porta moderna alla citt, ricomponendo la leggibilit tra la sfera naturale e quella insediativa. Alla scala urbana lobiettivo quello di stabilire il ruolo di centralit dellarea, nel suo insieme, restituendo ai fatti urbani della citt le funzioni di interesse pubblico generale. La zona oggetto di discussione un nodo urbano in cui coesistono manufatti di pregio architettonico e storico come quello della Filanda in oggetto e dellEx Complesso conventuale della Ripa, in grado di essere potenziali contenitori di funzioni pubbliche di alto livello, e aree verdi da riqualificare, con forte propensione alluso pubblico, come gli Orti di via Curte. Sotto questo profilo deve essere valutata anche la tematica del rapporto con larchitettura antica, tenendo in considerazione leffetto di impatto che i nuovi interventi avranno sullesistente. dunque il sito di progetto che detta le metodologie di approccio legate alla necessit di un intervento sostenibile e non invasivo. Partendo da queste considerazioni si sviluppano le tematiche legate alla flessibilit e alle sue coniugazioni. La societ contemporanea che ci impone ogni giorno modelli di vita sempre nuovi e la necessit di movimento e trasformazione, ci mette di fronte pi che mai al bisogno di progettare spazi non rigidi, ma aperti alle molteplici possibilit duso e ai cambiamenti nel tempo. La flessibilit viene dunque concepita in relazione ai concetti di complessit e sostenibilit. Se da una parte necessario riconoscere la molteplicit dei modi duso con i quali loggetto dovr confrontarsi ed assumere il carattere aleatorio di qualsiasi previsione relativa ai modelli di comportamento dellutenza, dallaltra occorre cogliere allinterno del progetto della residenza flessibile la possibilit di pervenire a un costruire capace di riconfigurarsi di volta in volta, adattandosi alle differenti condizioni duso, senza dover procedere a drastiche modifiche che impongono la dismissione di materiali e componenti. Il sistema della stratificazione a secco pu essere quello che attualmente meglio risponde, per qualit ed economicit, ai concetti della biologia dellabitare e della casa intelligente, nozioni che acquisiscono sempre pi importanza allinterno di una nuova concezione della progettazione. Si sceglie dunque di riportare la Filanda, quanto possibile, alla riconfigurazione originaria, prima che la corte interna fosse completamente saturata di depositi e magazzini come ci si presenta oggi e di concepire una nuova configurazione di quello che diventa un isolato urbano integrato nel tessuto storico, e nodo strutturante per unarea pi vasta. Lavorando sulla residenza occorre mettere in primo piano il protagonista dellarchitettura che si va a progettare: luomo. Per questo la scala urbana e la dimensione umana devono essere concepite parallelamente e la progettazione della cellula di base che si struttura secondo le modalit premesse di flessibilit e sostenibilit si sovrappone allobiettivo di individuare allinterno del vuoto urbano, una nuova densit, dove il dialogo tra pubblico e privato sia il presupposto per lo sviluppo di un piano integrato e dinamico.

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Nella tesi sono state valutate le prestazioni energetiche di un edificio esistente ed i possibili interventi migliorativi da porre in opera per migliorare dette prestazioni in riferimento all'involucro edilizio, agli impianti e alla produzione di energia da fonti rinnovabili.

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Questa tesi ha come oggetto la riqualificazione energetica e funzionale della scuola media statale P. Amaducci di Bertinoro e la realizzazione, allinterno della stessa area, di una scuola elementare che condivida, con la struttura esistente, spazi per attivit parascolastiche e sportive. Il lotto di intervento situato ai margini del centro urbano, circondato da unarea identificata dalla pubblica amministrazione come di possibile espansione residenziale; esso presenta diverse criticit, tra cui la poca sicurezza dei percorsi pedonali, la frammentariet del sistema degli spazi aperti, la mancanza di adeguate aree di sosta e di parcheggio. Grazie alla sua posizione elevata e alla collocazione allinterno di un ambito di interesse paesaggistico, dallarea si gode di unampia visuale sul territorio circostante, caratterizzato dalla coltivazione della vite. Lattuale scuola media statale P. Amaducci, realizzata nel 1990, un edificio di circa 17800 mc con disposizione planimetrica a corte aperta, sviluppato su tre piani, ad est del quale nel 2000 stato collocato un edificio a blocco di 12000 mc, che ospita un palazzetto dello sport di rilevanza provinciale. Nonostante la sua recente costruzione, la struttura presenta diverse carenze progettali, tra cui lo sfavorevole orientamento delle aule per la didattica, che determina un elevato livello di discomfort, la scarsa prestazione energetica che colloca ledificio in classe energetica E, e il generale sovradimensionamento del complesso e dei singoli spazi interni (circa 180% di spazio in pi rispetto a quanto previsto dal D.M.del 1975 sulledilizia scolastica. La scuola era originariamente progettata per ospitare tre sezioni, per un totale di 225 alunni; attualmente frequentata da solo 132 studenti, con conseguente mancata utilizzazione di una parte consistente delledificio. Gli obiettivi dellintervento sono quelli fissati dallAmministrazione comunale e consistono essenzialmente in: - Riunificazione della scuola media con la scuola elementare in un unico polo scolastico, mettendo in comune una serie di ambienti quali l'auditorium, la mensa, le aule speciali, ladiacente palazzetto dello sport. - Realizzazione di un ampliamento per la nuova scuola elementare, con capacit di 10 aule. Esso andrebbe realizzato a monte dell'attuale scuola media favorendo un ingresso separato dei due ordini di scuola. - Revisione di alcune soluzioni progettuali ed energetiche errate o non funzionali presenti nell'attuale struttura. A seguito di alcune analisi effettuate sulla popolazione di Bertinoro e sullaccesso ai plessi scolastici dalle frazioni vicine (Fratta Terme, Capocolle, Panighina) emersa la scarsa dinamica demografica del comune, la quale ha suggerito di prevedere la riduzione degli spazi destinati alla scuola media e lutilizzo dei locali eccedenti per ospitare aule per la didattica ad uso della nuova scuola elementare, prevedendo inoltre luso congiunto degli spazi per attivit parascolastiche tra le due scuole (mensa, biblioteca, auditorium e palestra) e progettando un ampliamento per ospitare le altre attivit necessarie al funzionamento della nuova scuola elementare. Il progetto ha assunto la sostenibilit e il minimo impatto sullambiente come principi generatori gli elementi del contesto naturale come risorse: mantiene ledificio adagiato sul declivio del terreno e valorizza la vista verso la vallata circostante, in modo da aprirlo sul paesaggio. Per limitare una delle criticit funzionali rilevate, il progetto si proposto di separare i percorsi pedonali da quelli carrabili inserendo zone filtro con la funzione di proteggere laccesso al polo scolastico e al palazzetto dello sport e, al fine di evitare la promiscuit delle utenze, di differenziare altimetricamente gli ingressi dei diversi edifici e di prevedere due parcheggi, uno a monte dellarea (di pertinenza della nuova scuola primaria), e uno a valle (ad uso degli utenti della scuola secondaria di primo grado e della palestra). Nella nuova configurazione spaziale delledificio esistente, le aule per la didattica sono collocate sul fronte principale orientato a sud-est e dotate di ampie aperture provviste di schermature studiate sulla radiazione solare locale. Per raggiungere un ottimo livello di illuminamento si scavato un canale di luce allinterno delledificio, che fornisce alle aule un apporto di luce naturale aggiuntivo rispetto a quello che entra dalle facciate. Sul fronte nord-ovest si localizzano invece le aule speciali e i servizi, affacciati sulla corte. Lingresso e il vano scala esistenti, in rapporto al volume ridimensionato della scuola media, risultano cos in posizione baricentrica. La tesi presenta due diverse ipotesi di ampliamento, che prevedono entrambe la collocazione dei nuovi volumi a monte delledificio esistente, connessi ad esso tramite lo spazio dellingresso e la localizzazione di quattro aule per la didattica in una parte delledificio esistente. Il primo progetto di ampliamento si propone di ridefinire e valorizzare la corte interna attraverso linserimento a monte delledificio esistente di un volume su un solo piano, che si va ad inserire nel profilo della collina, secondo il principio del minimo impatto sul paesaggio circostante. Il secondo progetto di ampliamento punta invece sulla continuit visiva tra gli spazi aperti e il paesaggio: per questo si collocato il nuovo volume, che si sviluppa su due piani (nella ricerca di un ottimale rapporto di forma) in adiacenza alledificio esistente,dando luogo ad un ampio spazio verde su cui si affacciano le aule esposte a sud-est.

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La presente Tesi di Laurea si pone in continuit rispetto al Laboratorio di Sintesi Finale in Urbanistica Spiagge urbane. Paesaggi, luoghi, architetture nella citt balneare adriatica. Nel corso del Laboratorio si condotto uno studio delle possibili soluzioni per la riqualificazione dellarea e delle colonie fortemente degradate della Citt delle Colonie del Marano. Si anche condotto uno studio di ci che sono state le Colonie Marine ed il turismo di massa per le realt balneari della Riviera Romagnola. Il patrimonio delle colonie marine include 246 edifici in Romagna, edifici di altri tempi che guardano il mare da una posizione di privilegio. Infatti da Ravenna a Cattolica le colonie marine testimoniano un patrimonio edilizio ormai perduto ed in certi casi dimenticato. Purtroppo ad oggi risultano in stato di abbandono totale, rimanendo comunque forti testimonianze storiche. Queste citt delle colonie sono pertanto aree da riqualificare e da reinventare, in grado di offrire nuove potenzialit e nuovi sviluppi alle citt e al turismo della Riviera. La prima fase del Laboratorio ha riguardato lanalisi del territorio compreso tra i Comuni di Rimini e Riccione, cercando di estrapolare qualsiasi caratteristica di queste aree da riutilizzare, da valorizzare e da riprogettare : si sono studiate le colonie, le loro aree di pertinenza, i loro vincoli, le aree fluviali da salvaguardare, le infrastrutture e la potenzialit edificatoria del territorio. In una seconda fase di lavoro, si sono fatti incontri con docenti e professionisti al fine di approfondire gli eventuali progetti di riqualificazione gi avviati, semplificando cos anche il lavoro di analisi degli strumenti urbanistici vigenti. Queste fasi hanno portato alla redazione di un masteplan dettato dalle linee generali su cui si voluto impostare tutta la progettazione urbanistica e compositiva: innanzitutto si immaginato un nuovo waterfront costituito dalla vista delle colonie di valore storico in primo piano, e la nuova citt in secondo piano. Si immaginata inoltre una citt balneare diversa, non pi caratterizzata dalla presenza di aree fortemente densificate, ma unarea costruita in altezza per mantenere ampie zone a verde : la citt balneare deve essere il pi possibile accogliente e libera da veicoli, per non essere pi vissuta unicamente nella stagione estiva. Si sono sempre tenute in considerazione anche le nuove tecnologie ed i principi guida della sostenibilit urbana, infatti la citt si serve dellambiente circostante per gli scarichi dei reflui, per illuminare e per laccumulo dellacqua piovana.

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La ricerca svolta ha individuato fra i suoi elementi promotori lorientamento determinato da parte della comunit europea di dare vita e sostegno ad ambiti territoriali intermedi sub nazionali di tipo regionale allinterno dei quali i sistemi di citt potessero raggiungere le massime prestazioni tecnologiche per cogliere gli effetti positivi delle innovazioni. Lorientamento europeo si confrontato con una realt storica e geografica molto variata in quanto accanto a stati membri, nei quali le gerarchie fra citt sono storicamente radicate e funzionalmente differenziate secondo un ordine che vede la citt capitale dominante su citt subalterne nelle quali la cultura di dominio del territorio non n continua n gerarchizzata sussistono invece territori nazionali compositi con una citt capitale di riconosciuto potere ma con citt di minor dimensione che da secoli esprimono una radicata incisivit nella organizzazione del territorio di appartenenza. Alla prima tipologia di stati appartengono ad esempio i Paesi del Nord Europa e lInghilterra, esprimendo nella Francia una situazione emblematica, alla seconda tipologia appartengono invece i Paesi dellaera mediterranea, Italia in primis, con la grande eccezione della Germania. Applicando gli intendimenti comunitari alla realt locale nazionale, questa tesi ha avviato un approfondimento di tipo metodologico e procedurale sulla possibile organizzazione a sistema di una regione fortemente policentrica nel suo sviluppo e artificiosamente rinata ad unit, dopo le vicende del XIX secolo: lEmilia-Romagna. Anche nelle regioni che si presentano come storicamente organizzate sulla pluralit di centri emergenti, il rapporto col territorio mediato da centri urbani minori che governano il tessuto cellulare delle aggregazioni di servizi di chiara origine agraria. Questo stato di cose comporta a livello politico -istituzionale una dialettica vivace fra territori voluti dalle istituzioni e territori legittimati dal consolidamento delle tradizioni confermato dalluso attuale. La crescente domanda di capacit di governo dello sviluppo formulata dagli operatori economici locali e sostenuta dalle istituzioni europee si confronta con la scarsa capacit degli enti territoriali attuali: Regioni, Comuni e Province di raggiungere un livello di efficienza sufficiente ad organizzare sistemi di servizi adeguati a sostegno della crescita economica. Nel primo capitolo, dopo un breve approfondimento sulle figure retoriche comunitarie, quali il policentrismo, la governance, la coesione territoriale, utilizzate per descrivere questi fenomeni in atto, si analizzano gli strumenti programmatici europei e lo S.S.S.E,. in primis, che recita Per garantire uno sviluppo regionale equilibrato nella piena integrazione anche nelleconomia mondiale, va perseguito un modello di sviluppo policentrico, al fine di impedire unulteriore eccessiva concentrazione della forza economica e della popolazione nei territori centrali dellUE. Solo sviluppando ulteriormente la struttura, relativamente decentrata, degli insediamenti possibile sfruttare il potenziale economico di tutte le regioni europee. La tesi si inserisce nella fase storica in cui si tenta di definire quali siano i nuovi territori funzionali e su quali criteri si basa la loro riconoscibilit; nel tentativo di adeguare ad essi, riformandoli, i territori istituzionali. Ai territori funzionali occorre riportare la futura fiscalit, ed la scala adeguata per l'impostazione della maggior parte delle politiche, tutti aspetti che richiederanno anche la necessit di avere una traduzione in termini di rappresentanza/sanzionabilit politica da parte dei cittadini. Il nuovo governo auspicato dalla Comunit Europea prevede una gestione attraverso Sistemi Locali Territoriali (S.Lo.t.) definiti dalla combinazione di milieu locale e reti di attori che si comportano come un attore collettivo. Infatti il secondo capitolo parte con lindagare il concetto di regione funzionale, definito sulla base della presenza di un nucleo e di una corrispondente area di influenza; che interagisce con altre realt territoriali in base a relazioni di tipo funzionale, per poi arrivare alla definizione di un Sistema Locale territoriale, modello evoluto di regione funzionale che pu essere pensato come una rete locale di soggetti i quali, in funzione degli specifici rapporti che intrattengono fra loro e con le specificit territoriali del milieu locale in cui operano e agiscono, si comportano come un soggetto collettivo. Identificare un sistema territoriale, una condizione necessaria, ma non sufficiente, per definire qualsiasi forma di pianificazione o governance territoriale, perch si deve soprattutto tener conto dei processi di integrazione funzionale e di networking che si vengono a generare tra i diversi sistemi urbani e che sono specchio di come il territorio viene realmente fruito., perci solo un approccio metodologico capace di sfumare e di sovrapporre le diverse perimetrazioni territoriali riesce a definire delle aree sulle quali definire unazione di governo del territorio. Sin dallinizio del 2000 il Servizio Sviluppo Territoriale dellOCSE ha condotto unindagine per capire come i diversi paesi identificavano empiricamente le regioni funzionali. La stragrande maggioranza dei paesi adotta una definizione di regione funzionale basata sul pendolarismo. I confini delle regioni funzionali sono stati definiti infatti sulla base di contorni determinati dai mercati locali del lavoro, a loro volta identificati sulla base di indicatori relativi alla mobilit del lavoro. In Italia, la definizione di area urbana funzionale viene a coincidere di fatto con quella di Sistema Locale del Lavoro (SLL). Il fatto di scegliere dati statistici legati a caratteristiche demografiche un elemento fondamentale che determina lubicazione di alcuni servizi ed attrezzature e una mappa per gli investimenti nel settore sia pubblico che privato. Nellambito dei programmi europei aventi come obiettivo lo sviluppo sostenibile ed equilibrato del territorio fatto di aree funzionali in relazione fra loro, uno degli studi di maggior rilievo stato condotto da ESPON (European Spatial Planning Observation Network) e riguarda ladeguamento delle politiche alle caratteristiche dei territori dEuropa, creando un sistema permanente di monitoraggio del territorio europeo. Sulla base di tali indicatori vengono costruiti i ranking dei diversi FUA e quelli che presentano punteggi (medi) elevati vengono classificati come MEGA. In questo senso, i MEGA sono FUA/SLL particolarmente performanti. In Italia ve ne sono complessivamente sei, di cui uno nella regione Emilia-Romagna (Bologna). Le FUA sono spazialmente interconnesse ed possibile sovrapporre le loro aree di influenza. Tuttavia, occorre considerare il fatto che la prossimit spaziale solo uno degli aspetti di interazione tra le citt, laltro aspetto importante quello delle reti. Per capire quanto siano policentrici o monocentrici i paesi europei, il Progetto Espon ha esaminato per ogni FUA tre differenti parametri: la grandezza, la posizione ed i collegamenti fra i centri. La fase di analisi della tesi ricostruisce levoluzione storica degli strumenti della pianificazione regionale analizzandone gli aspetti organizzativi del livello intermedio, evidenziando motivazioni e criteri adottati nella suddivisione del territorio emilianoromagnolo (i comprensori, i distretti industriali, i sistemi locali del lavoro). La fase comprensoriale e quella dei distretti, anche se per certi versi effimere, hanno avuto comunque il merito di confermare lesigenza di avere un forte organismo intermedio di programmazione e pianificazione. Nel 2007 la Regione Emilia Romagna, nellinterpretare le proprie articolazioni territoriali interne, ha adeguato le proprie tecniche analitiche interpretative alle direttive contenute nel Progetto E.S.P.O.N. del 2001, ci ha permesso di individuare sei S.Lo.T ( Sistemi Territoriali ad alta polarizzazione urbana; Sistemi Urbani Metropolitani; Sistemi Citt Territorio; Sistemi a media polarizzazione urbana; Sistemi a bassa polarizzazione urbana; Reti di centri urbani di piccole dimensioni). Altra linea di lavoro della tesi di dottorato ha riguardato la controriprova empirica degli effettivi confini degli S.Lo.T del PTR 2007 . Dal punto di vista metodologico si utilizzato lo strumento delle Cluster Analisys per impiegare il singolo comune come polo di partenza dei movimenti per la mia analisi, eliminare inevitabili approssimazioni introdotte dalle perimetrazioni legate agli SLL e soprattutto cogliere al meglio le sfumature dei confini amministrativi dei diversi comuni e province spesso sovrapposti fra loro. La novit costituita dal fatto che fino al 2001 la regione aveva definito sullo stesso territorio una pluralit di ambiti intermedi non univocamente circoscritti per tutte le funzioni ma definiti secondo un criterio analitico matematico dipendente dallattivit settoriale dominante. In contemporanea col processo di rinnovamento della politica locale in atto nei principali Paesi dellEuropa Comunitaria si va delineando una significativa evoluzione per adeguare le istituzioni pubbliche che in Italia comporta lattuazione del Titolo V della Costituzione. In tale titolo si disegna un nuovo assetto dei vari livelli Istituzionali, assumendo come criteri di riferimento la semplificazione dellassetto amministrativo e la razionalizzazione della spesa pubblica complessiva. In questa prospettiva la dimensione provinciale parrebbe essere quella tecnicamente pi idonea per il minimo livello di pianificazione territoriale decentrata ma nel contempo la provincia come ente amministrativo intermedio palesa forti carenze motivazionali in quanto lente storico di riferimento della pianificazione il comune e lente di gestione delegato dallo stato la regione: in generale troppo piccolo il comune per fare una programmazione di sviluppo, troppo grande la regione per cogliere gli impulsi alla crescita dei territori e delle realt locali. Questa considerazione poi deve trovare elementi di compatibilit con la piccola dimensione territoriale delle regioni italiane se confrontate con le regioni europee ed i Laender tedeschi. L'individuazione di criteri oggettivi (funzionali e non formali) per l'individuazione/delimitazione di territori funzionali e lo scambio di prestazioni tra di essi sono la condizione necessaria per superare l'attuale natura opzionale dei processi di cooperazione interistituzionale (tra comuni, ad esempio appartenenti allo stesso territorio funzionale). A questo riguardo molto utile l'esperienza delle associazioni, ma anche delle unioni di comuni. Le esigenze della pianificazione nel riordino delle istituzioni politico territoriali decentrate, costituiscono il punto finale della ricerca svolta, che vede confermato il livello intermedio come ottimale per la pianificazione. Tale livello da intendere come dimensione geografica di riferimento e non come ambito di decisioni amministrative, di governance e potrebbe essere validamente gestito attraverso unagenzia privato-pubblica dello sviluppo, alla quale affidare la formulazione del piano e la sua gestione. E perch ci avvenga necessario che il piano regionale formulato da organi politici autonomi, coordinati dallattivit dello stato abbia caratteri definiti e fattibilit economico concreta.

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La tesi di ricerca, a partire dallo studio di aspetti concettuali e metodologici connessi al progetto dello spazio urbano, in termini di elementi spaziali, tipologie di prodotti e processi della progettazione, si propone di definire i temi critici di un approccio progettuale integrato, quali contributi alla base di una proposta di revisione della lettura dei criteri della composizione architettonica e urbana. L'approfondimento dei principi posti alla base della qualit dello spazio urbano - intesa secondo un'accezione ampia del termine entro cui far convergere il tema della sostenibilit - ha indotto a condurre una riflessione specifica sull'incidenza dell'interazione tra fattori progettuali e procedurali, secondo una visione sistemica che sposta l'attenzione dagli oggetti alle relazioni, quali elementi chiave della comprensione delle dinamiche urbane. L'analisi critica di esperienze applicative esemplari selezionate nel contesto europeo, riferita agli stessi temi critici dell'integrazione offre uno strumento essenziale di indagine, approfondimento e verifica puntuale di indirizzi e linee strategiche, utile anche per l'individuazione di un percorso preventivo di analisi degli elementi significativi del controllo del progetto. La valutazione comparata dei casi, mettendo in relazione interventi a scala urbana e specifiche realizzazioni a scala architettonica, si propone di evidenziare come l'efficacia delle strategie pi generali possa tradursi nel valore dei progetti di dettaglio solo attraverso un approccio metodologico integrato, capace di incidere profondamente e proficuamente sulla qualit delle trasformazioni dello spazio urbano. Porsi in un atteggiamento critico capace di interpretare la complessit della realt contemporanea secondo una prospettiva a-scalare della progettazione, rappresenta la condizione essenziale per promuovere e valorizzare una creativit progettuale capace di definire scenari contemporanei e futuri pi responsabili e consapevoli.

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Oggetto di questa tesi di laurea la riqualificazione funzionale ed energetica di un'autorimessa per corriere costruita a Forl nel 1935 dal geom. Alberto Flamigni e di propriet dell' ATR, Agenzia per la Mobilit della provincia di Forl-Cesena. Al deposito per corriere sono annessi dei piccoli capanni adibiti a magazzini ed una palazzina per uffici costruita negli anni '50, non facente parte del progetto originale. Oggi l'intero complesso risulta in disuso e la richiesta espressa dall'Amministrazione Comunale di Forl quella di adattare il comparto per ospitare funzioni musicali, d'intrattenimento e cultura, pensando anche ad un collegamento col manufatto storico dell'Arena Forlivese; quest'ultima, costruita negli anni '20, situata ai margini del lotto in esame, risulta di propriet privata ed oggi versa in condizioni di grave degrado. Uno dei fini del progetto, sul filo conduttore delle richieste dell'Amministrazione, quello di mantenere l'involucro originale dell'edificio, su cui grava anche un vincolo storico, essendo stato progettato durante il periodo fascista ed avendo forti richiami alle soluzioni architettoniche adottate da Marcello Piacentini. Si quindi deciso di lavorare al suo interno, al fine di creare dei nuclei indipendenti che ospitano le nuove funzioni di auditorium, mediateca, spazio espositivo, sale prova, camerini, mantenendo invece intatto il perimetro in mattoni facciavista con basamento in travertino. Il fronte esposto a sud, essendo stato originariamente pensato come mero elemento di chiusura, senza basamento e sistema di rivestimento ma semplicemente intonacato, si distacca dal resto dell'involucro ed stato perci oggetto di maggiori modifiche, in relazione anche al nuovo orientamento d'ingresso pensato per il comparto: l'Amministrazione Comunale ha infatti espresso il desiderio di modificare il percorso di accesso all'edificio, dal fronte nord su piazza Savonarola al fronte ovest su via Ugo Bassi. Il progetto ha adottato un approccio integrato dal punto di vista formale e costruttivo, ponendo particolare attenzione al rispetto e alla valorizzazione della struttura esistente: uno dei punti forti dell'ex deposito infatti la sua copertura in travi reticolari in c.a. con shed vetrati orientati a nord. Tale sistema di copertura stato mantenuto per favorire l'illuminazione degli spazi interni, isolato termicamente ed integrato con dei pannelli diffusori che garantiscono una luce uniforme e ben distribuita. Dal punto di vista funzionale e distributivo il progetto ha risposto a criteri di massima flessibilit e fruibilit degli ambienti interni, assecondando le esigenze dell'utenza. Mantenendo la finalit del minimo intervento sull'involucro esistente, nel piano terra si adottata una tipologia di ambienti open space che delimitano il doppio volume dello spazio espositivo, pensato come un semplice e neutro contenitore, allestibile in base al tipo di mostra ed alla volont degli organizzatori. Particolare attenzione stata rivolta alla scelta della tipologia costruttiva per l'auditorium ed i volumi adibiti a sale prova, camerini e depositi, adottando elementi prefabbricati in legno assemblati a secco. Si sono studiati anche i sistemi impiantistici al fine di garantire un elevato livello di comfort interno e nel contempo un considerevole risparmio dal punto di vista energetico. Durante le varie fasi di avanzamento e messa a punto del progetto stata posta grande attenzione all'aspetto acustico, dalla scelta della forma della sala al trattamento superficiale per garantire un'ottima resa prestazionale, parametro imprescindibile nella progettazione di un adeguato spazio musicale. Altro elemento preso in considerazione a scala locale e urbana stato quello della sistemazione del cortile a sud, oggi asfaltato ed utilizzato come semplice parcheggio di autobus, al fine di trasformarlo in parco pubblico fruibile dagli utenti del complesso culturale e nel contempo elemento di connessione con l'Arena, tramite un nuovo sistema di orientamenti e percorsi.

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Questo lavoro si pone in continuit rispetto al Laboratorio di Sintesi La citt e le case, nel corso del quale si sono condotti unanalisi del territorio di Ravenna, in particolar modo della Darsena di Citt, e uno studio dei possibili scenari di rigenerazione urbana dellarea industriale dismessa del canale Candiano. Larea della Darsena stata dimenticata dagli strumenti di pianificazione per molto tempo, soltanto a partire dagli anni 90 lAmministrazione Comunale si interessata al suo recupero, senza per particolare successo. Lintento di questo lavoro quello di ripensare lintero comparto della Darsena di Citt attraverso un progetto di rigenerazione urbana che miri a collegare questarea con la citt storica e a ricreare il rapporto tra questa e lacqua attraverso pi fasi distribuite nellarco dei prossimi 30 anni. Il progetto si pone in continuit con la citt esistente ma allo stesso tempo punta a migliorarne alcuni aspetti critici: la mancanza dellaffaccio della citt sullacqua, la cesura nel tessuto urbano dovuta alla presenza dellinfrastruttura ferroviaria e della darsena. Le modalit di sviluppo del progetto per Ravenna riprendono lesperienza tedesca di HafenCity ad Amburgo dove, dopo un masterplan generale per tutta larea portuale da recuperare, si proceduto con concorsi per ciascun edificio cos da ottenere una grande variet architettonica. Maggiore attenzione viene data al progetto degli spazi pubblici poich la fruizione di essi da parte della collettivit e lattaccamento a questi luoghi possono essere gli elementi trainanti per la riqualificazione dellintera area. Il progetto degli spazi pubblici pensato come un sistema unitario poich deve essere lelemento che guida, coordina e uniforma il progetto del costruito.

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La tesi si propone di definire una strategia di riqualificazione urbana per l'area del Pilastro, un esteso comparto residenziale sito nella zona pi esterna del quartiere San Donato, a Bologna. Questa area periferica rispetto al nucleo urbano di Bologna presenta numerose criticit tipiche delle periferie, ma anche importanti potenzialit. Le analisi condotte hanno permesso di individuare meglio criticit e punti di forza, fissando i riferimenti per un progetto di riqualificazione. La tesi affronta il tema della riqualificazione del patrimonio italiano di edilizia sociale, occupandosi in particolare, allinterno dellarea del Pilastro, di alcuni edifici residenziali ancora prevalentemente di propriet pubblica. Si quindi analizzata levoluzione della domanda e dellofferta di social housing e le caratteristiche della popolazione a cui, nel contesto di Bologna, si rivolge questa soluzione abitativa. Il progetto ha riguardato nel dettaglio due dei quattro edifici residenziali a torre presenti nella zona nord dellarea Pilastro, ma ha previsto anche alcuni interventi di riorganizzazione delle aree circostanti, della viabilit, del verde e delle altre due torri residenziali del comparto. Il progetto ipotizza 3 principali azioni dellintervento di riqualificazione: 1 La ridefinizione del parcheggio (la piastra), trasformandolo da semplice superficie di servizio in un sistema su pi livelli che incrementa la capienza attuale di posti auto e aggiunge aree verdi, piccoli servizi e attivit commerciali. 2 L'ampliamento dell'offerta abitativa (le nuove residenze) collocando nelle zone meglio soleggiate del lato nord nuovi edifici in linea destinati ad introdurre il mix sociale residenza sociale. La riqualificazione delle residenze esistenti, puntando a correggerne le principali criticit registrate: l'elevato consumo energetico, il sovradimensionamento delle superfici degli alloggi, la struttura portante rigida, la mancanza di spazi di socializzazione. Gli alloggi sono stati ridimensionati in base alle caratteristiche della domanda abitativa e sono stati dotati di servizi comuni al piano terra e nei due piani interrati (sale sociali, lavanderie, spazi gioco per i bambini, depositi).L'introduzione di un impianto eolico, laggiunta di un involucro isolante ed un intervento sullimpianto di acqua calda sanitaria hanno migliorato il comportamento energetico delledificio, arricchendone anche laspetto e la fruibilit.

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La presente Tesi di Laurea nasce dalla volont nostra di proseguire il progetto intrapreso durante il corso di Proyecto V, seguito durante la nostra esperienza Ersamus a Granada, sotto la guida dellArch. Elisa Valero. Il tema trattato quello della sostenibilit urbana e in particolare quello della riqualificazione della periferia. La decisione di continuare e approfondire questo progetto dovuto al fatto che il tema trattato di forte attualit, soprattutto perch, fino al Protocollo di Kyoto del 2005, le massive emissioni di CO2 hanno portato ad un innalzamento del riscaldamento globale e di conseguenza ad un deterioramento inesorabile dellintero sistema ambientale. Oltre a quello ambientale, laltro tema che ci ha particolarmente stimolato quello della riqualificazione della periferia, in quanto ai giorni doggi le condizioni delle zone periferiche delle citt versano in condizioni critiche, perch vi una carenza di servizi, di spazi pubblici e verdi e soprattutto mancano di una propria identit nella quale la societ possa identificarsi e quindi i presupposti per laggregazione sociale. La Tesi si articola in tre parti: - una prima parte di analisi e approfondimenti sui temi della sostenibilit dello sviluppo urbano, sulla situazione attuale delle periferie metropolitane e la ricerca delle varie strategie per risolvere tali problematiche, anche grazie allo studio di ecoquartieri esistenti - la seconda parte costituita dal lavoro preliminare per la redazione del nostro progetto, e quindi dal lavoro di analisi della citt di Granada e del contesto periferico in cui si va ad inserire il progetto e dallindividuazione degli obiettivi da soddisfare e delle relative strategie per conseguirli - la terza parte consta nel progetto vero e proprio, in cui andiamo a definire le conformazioni spaziali, morfologiche e architettoniche del sito, accompagnate da strategie per uno sviluppo sostenibile della zona - nella quarta ed ultima parte ci focalizziamo sul tema della residenza, dove andremo a sia a riqualificare che realizzare edifici residenziali, studiando delle tecniche costruttive per la realizzazione di edifici a basso consumo energetico. Lobiettivo di tale progetto la creazione di un ecoquartiere e tutti i benefici che esso comporta, per migliorare la qualit della vita dei residenti, ridurre drasticamente linquinamento sia atmosferico che non, incentivare laggregazione sociale e la vita allaria aperta, che sono temi molto cari della cultura spagnola che per, in queste zone della citt, sono ormai andati persi a causa del degrado urbano e la mancanza di identit della periferia.