996 resultados para reproductive problems


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The species Campylobacter fetus is divided into the subspecies C. fetus subsp. venerealis (CFV) and C. fetus subsp. fetus (CFF). CFV is the causative agent of bovine genital campylobacteriosis, a highly contagious venereal disease that may lead to serious reproductive problems, including sterility and abortion. In contrast, CFF can be isolated from the gastrointestinal tract of a wide range of host species, is associated with abortion in sheep and cattle, and can also be isolated from local and systemic infections in humans. Despite differences in host and niche preferences, microbiological differentiation of the two subspecies of C. fetus is extremely difficult. This study describes the identification of a new insertion element, ISCfe1, which is present exclusively in CFV strains, with highly conserved specific ISCfe1 insertion sites. The results are useful for identification and differentiation of the two C. fetus subspecies and will help in understanding the evolution and pathogenesis of C. fetus.

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L’allevamento in cattività dei rettili è in costante crescita negli ultimi anni e richiede conoscenze mediche sempre più specialistiche per far fronte ai numerosi problemi legati a questi animali. Il corretto approccio medico prevede una profonda conoscenza delle specie prese in esame dal momento che la maggior parte delle problematiche riproduttive di questi animali sono legate ad una non corretta gestione dei riproduttori. L’apparato riproduttore dei rettili è estremamente vario a seconda delle specie prese in considerazione. Sauri ed ofidi possiedono due organi copulatori denominati emipeni e posizionati alla base della coda caudalmente alla cloaca che vengono estroflessi alternativamente durante l’accoppiamento per veicolare lo spera all’interno della cloaca della femmina. In questi animali il segmento posteriore renale è chiamato segmento sessuale, perché contribuisce alla formazione del fluido seminale. Tale porzione, durante la stagione dell’accoppiamento, diventa più voluminosa e cambia drasticamente colore, tanto che può essere confusa con una manifestazione patologica. I cheloni al contrario possiedono un unico pene che non viene coinvolto nella minzione. In questi animali. I testicoli sono due e sono situati all’interno della cavità celomatica in posizione cranioventrale rispetto ai reni. I testicoli possono variare notevolmente sia come forma che come dimensione a seconda del periodo dell’anno. Il ciclo estrale dei rettili è regolato, come pure nei mammiferi, dagli ormoni steroidei. La variazione di questi ormoni a livello ematico è stata studiato da diversi autori con il risultato di aver dimostrato come la variazione dei dosaggi degli stessi determini l’alternanza delle varie fasi del ciclo riproduttivo. La relazione tra presenza di uova (anche placentari) ed alti livelli di progesterone suggerisce che questo ormone gioca un ruolo importante nelle riproduzione delle specie ovipare per esempio stimolando la vascolarizzazione degli ovidutti durante i tre mesi in cui si ha lo sviluppo delle uova. Il 17-beta estradiolo è stato descritto come un ormone vitellogenico grazie alla sua capacità di promuovere lo sviluppo dei follicoli e la formazione di strati protettivi dell’uovo. L’aumento del livello di estradiolo osservato esclusivamente nelle femmine in fase vitellogenica è direttamente responsabile della mobilizzazione delle riserve materne in questa fase del ciclo. Va sottolineato come il progesterone sia in effetti un antagonista dell’estradiolo, riducendo la vitellogenesi e intensificando gli scambi materno fetali a livello di ovidutto. Le prostaglandine (PG) costituiscono un gruppo di molecole di origine lipidica biologicamente attive, sintetizzate sotto varie forme chimiche. Sono noti numerosi gruppi di prostaglandine ed è risputo che pesci, anfibi, rettili e mammiferi sintetizzano una o più prostaglandine partendo da acidi grassi precursori. Queste sostanze anche nei rettili agiscono sulla mucosa dell’utero aumentandone le contrazioni e sui corpi lutei determinandone la lisi. La maturità sessuale dei rettili, dipende principalmente dalla taglia piuttosto che dall’età effettiva dell’animale. In cattività, l’alimentazione e le cure dell’allevatore, possono giocare un ruolo fondamentale nel raggiungimento della taglia necessaria all’animale per maturare sessualmente. Spesso, un animale d’allevamento raggiunge prima la maturità sessuale rispetto ai suoi simili in natura. La maggior parte dei rettili sono ovipari, ovvero depongono uova con guscio sulla sabbia o in nidi creati appositamente. La condizione di ovoviviparità è riscontrabile in alcuni rettili. Le uova, in questo caso, vengono ritenute all’interno del corpo, fino alla nascita della progenie. Questa può essere considerata una strategia evolutiva di alcuni animali, che in condizioni climatiche favorevoli effettuano l’ovo deposizione, ma se il clima non lo permette, ritengono le uova fino alla nascita della prole. Alcuni serpenti e lucertole sono vivipari, ciò significa che l’embrione si sviluppa all’interno del corpo dell’animale e che è presente una placenta. I piccoli fuoriescono dal corpo dell’animale vivi e reattivi. La partenogenesi è una modalità di riproduzione asessuata, in cui si ha lo sviluppo dell’uovo senza che sia avvenuta la fecondazione. Trenta specie di lucertole e alcuni serpenti possono riprodursi con questo metodo. Cnemidophorus uniparens, C. velox e C. teselatus alternano la partenogenesi a una riproduzione sessuata, a seconda della disponibilità del maschio. La maggior parte dei rettili non mostra alcuna cura materna per le uova o per i piccoli che vengono abbandonati al momento della nascita. Esistono tuttavia eccezioni a questa regola generale infatti alcune specie di pitoni covano le uova fino al momento della schiusa proteggendole dai predatori e garantendo la giusta temperatura e umidità. Comportamenti di guardia al nido sono poi stati documentati in numerosi rettili, sia cheloni che sauri che ofidi. Nella maggior parte delle tartarughe, la riproduzione è legata alla stagione. Condizioni favorevoli, possono essere la stagione primaverile nelle zone temperate o la stagione umida nelle aree tropicali. In cattività, per riprodurre queste condizioni, è necessario fornire, dopo un periodo di ibernazione, un aumento del fotoperiodo e della temperatura. L’ atteggiamento del maschio durante il corteggiamento è di notevole aggressività, sia nei confronti degli altri maschi, con i quali combatte copiosamente, colpendoli con la corazza e cercando di rovesciare sul dorso l’avversario, sia nei confronti della femmina. Infatti prima della copulazione, il maschio insegue la femmina, la sperona, la morde alla testa e alle zampe e infine la immobilizza contro un ostacolo. Il comportamento durante la gravidanza è facilmente riconoscibile. La femmina tende ad essere molto agitata, è aggressiva nei confronti delle altre femmine e inizia a scavare buche due settimane prima della deposizione. La femmina gravida costruisce il nido in diverse ore. Scava, con gli arti anteriori, buche nel terreno e vi depone le uova, ricoprendole di terriccio e foglie con gli arti posteriori. A volte, le tartarughe possono trattenere le uova, arrestando lo sviluppo embrionale della prole per anni quando non trovano le condizioni adatte a nidificare. Lo sperma, inoltre, può essere immagazzinato nell’ovidotto fino a sei anni, quindi la deposizione di uova fertilizzate può verificarsi senza che sia avvenuto l’accoppiamento durante quel ciclo riproduttivo. I comportamenti riproduttivi di tutte le specie di lucertole dipendono principalmente dalla variazione stagionale, correlata al cambiamento di temperatura e del fotoperiodo. Per questo, se si vuole far riprodurre questi animali in cattività, è necessario valutare per ogni specie una temperatura e un’illuminazione adeguata. Durante il periodo riproduttivo, un atteggiamento caratteristico di diverse specie di lucertole è quello di riprodurre particolari danze e movimenti ritmici della testa. In alcune specie, possiamo notare il gesto di estendere e retrarre il gozzo per mettere in evidenza la sua brillante colorazione e richiamare l’attenzione della femmina. L’aggressività dei maschi, durante la stagione dell’accoppiamento, è molto evidente, in alcuni casi però, anche le femmine tendono ad essere aggressive nei confronti delle altre femmine, specialmente durante l’ovo deposizione. La fertilizzazione è interna e durante la copulazione, gli spermatozoi sono depositati nella porzione anteriore della cloaca femminile, si spostano successivamente verso l’alto, dirigendosi nell’ovidotto, in circa 24-48 ore; qui, fertilizzano le uova che sono rilasciate nell’ovidotto dall’ovario. Negli ofidi il corteggiamento è molto importante e i comportamenti durante questa fase possono essere diversi da specie a specie. I feromoni specie specifici giocano un ruolo fondamentale nell’attrazione del partner, in particolar modo in colubridi e crotalidi. La femmina di queste specie emette una traccia odorifera, percepita e seguita dal maschio. Prima dell’accoppiamento, inoltre, il maschio si avvicina alla femmina e con la sua lingua bifida o con il mento, ne percorre tutto il corpo per captare i feromoni. Dopo tale comportamento, avviene la copulazione vera e propria con la apposizione delle cloache; gli emipeni vengono utilizzati alternativamente e volontariamente dal maschio. Durante l’ovulazione, il serpente aumenterà di volume nella sua metà posteriore e contrazioni muscolari favoriranno lo spostamento delle uova negli ovidotti. In generale, se l’animale è oviparo, avverrà una muta precedente alla ovo deposizione, che avviene prevalentemente di notte. Gli spermatozoi dei rettili sono morfologicamente simili a quelli di forme superiori di invertebrati. La fecondazione delle uova, da parte di spermatozoi immagazzinati nel tratto riproduttivo femminile, è solitamente possibile anche dopo mesi o perfino anni dall’accoppiamento. La ritenzione dei gameti maschili vitali è detta amphigonia retardata e si ritiene che questa caratteristica offra molti benefici per la sopravvivenza delle specie essendo un adattamento molto utile alle condizioni ambientali quando c’è una relativa scarsità di maschi conspecifici disponibili. Nell’allevamento dei rettili in cattività un accurato monitoraggio dei riproduttori presenta una duplice importanza. Permette di sopperire ad eventuali errori di management nel caso di mancata fertilizzazione e inoltre permette di capire quale sia il grado di sviluppo del prodotto del concepimento e quindi di stabilire quale sia il giorno previsto per la deposizione. Le moderne tecniche di monitoraggio e l’esperienza acquisita in questi ultimi anni permettono inoltre di valutare in modo preciso lo sviluppo follicolare e quindi di stabilire quale sia il periodo migliore per l’accoppiamento. Il dimorfismo sessuale nei serpenti è raro e anche quando presente è poco evidente. Solitamente nei maschi, la coda risulta essere più larga rispetto a quella della femmina in quanto nel segmento post-cloacale vi sono alloggiati gli emipeni. Il maschio inoltre, è generalmente più piccolo della femmina a parità di età. Molti cheloni sono sessualmente dimorfici sebbene i caratteri sessuali secondari siano poco apprezzabili nei soggetti giovani e diventino più evidenti dopo la pubertà. In alcune specie si deve aspettare per più di 10 anni prima che il dimorfismo sia evidente. Le tartarughe di sesso maschile tendono ad avere un pene di grosse dimensioni che può essere estroflesso in caso di situazioni particolarmente stressanti. I maschi sessualmente maturi di molte specie di tartarughe inoltre tendono ad avere una coda più lunga e più spessa rispetto alle femmine di pari dimensioni e la distanza tra il margine caudale del piastrone e l’apertura cloacale è maggiore rispetto alle femmine. Sebbene la determinazione del sesso sia spesso difficile nei soggetti giovani molti sauri adulti hanno dimorfismo sessuale evidente. Nonostante tutto comunque anche tra i sauri esistono molte specie come per esempio Tiliqua scincoides, Tiliqua intermedia, Gerrhosaurus major e Pogona vitticeps che anche in età adulta non mostrano alcun carattere sessuale secondario evidente rendendone molto difficile il riconoscimento del sesso. Per garantire un riconoscimento del sesso degli animali sono state messe a punto diverse tecniche di sessaggio che variano a seconda della specie presa in esame. L’eversione manuale degli emipeni è la più comune metodica utilizzata per il sessaggio dei giovani ofidi ed in particolare dei colubridi. I limiti di questa tecnica sono legati al fatto che può essere considerata attendibile al 100% solo nel caso di maschi riconosciuti positivi. L’eversione idrostatica degli emipeni esattamente come l’eversione manuale degli emipeni si basa sull’estroflessione di questi organi dalla base della coda, pertanto può essere utilizzata solo negli ofidi e in alcuni sauri. La procedura prevede l’iniezione di fluido sterile (preferibilmente soluzione salina isotonica) nella coda caudalmente all’eventuale posizione degli emipeni. Questa tecnica deve essere eseguita solo in casi eccezionali in quanto non è scevra da rischi. L’utilizzo di sonde cloacali è il principale metodo di sessaggio per gli ofidi adulti e per i sauri di grosse dimensioni. Per questa metodica si utilizzano sonde metalliche dello spessore adeguato al paziente e con punta smussa. Nei soggetti di genere maschile la sonda penetra agevolmente al contrario di quello che accade nelle femmine. Anche gli esami radiografici possono rendersi utili per il sessaggio di alcune specie di Varani (Varanus achanturus, V. komodoensis, V. olivaceus, V. gouldi, V. salvadorii ecc.) in quanto questi animali possiedono zone di mineralizzazione dei tessuti molli (“hemibacula”) che possono essere facilmente individuate nei maschi. Diversi studi riportano come il rapporto tra estradiolo e androgeni nel plasma o nel liquido amniotico sia un possibile metodo per identificare il genere sessuale delle tartarughe. Per effettuare il dosaggio ormonale, è necessario prelevare un campione di sangue di almeno 1 ml ad animale aspetto che rende praticamente impossibile utilizzare questo metodo di sessaggio nelle tartarughe molto piccole e nei neonati. L’ecografia, volta al ritrovamento degli emipeni, sembra essere un metodo molto preciso, per la determinazione del sesso nei serpenti. Uno studio compiuto presso il dipartimento di Scienze Medico Veterinarie dell’Università di Parma, ha dimostrato come questo metodo abbia una sensibilità, una specificità e un valore predittivo positivo e negativo pari al 100%. La radiografia con mezzo di contrasto e la tomografia computerizzata possono essere utilizzate nel sessaggio dei sauri, con buoni risultati. Uno studio, compiuto dal dipartimento di Scienze Medico Veterinarie, dell’Università di Parma, ha voluto mettere a confronto diverse tecniche di sessaggio nei sauri, tra cui l’ecografia, la radiografia con e senza mezzo di contrasto e la tomografia computerizzata con e senza mezzo di contrasto. I risultati ottenuti, hanno dimostrato come l’ecografia non sia il mezzo più affidabile per il riconoscimento degli emipeni e quindi del sesso dell’animale, mentre la radiografia e la tomografia computerizza con mezzo di contrasto siano tecniche affidabili e accurate in queste specie. Un metodo valido e facilmente realizzabile per il sessaggio dei cheloni anche prepuberi è la cistoscopia. In un recente studio la cistoscopia è stata effettuata su quindici cheloni deceduti e venticinque cheloni vivi, anestetizzati. In generale, questo metodo si è dimostrato non invasivo per le tartarughe, facilmente ripetibile in diversi tipi di tartarughe e di breve durata. Tra le principali patologie riproduttive dei rettili le distocie sono sicuramente quelle che presentano una maggior frequenza. Quando si parla di distocia nei rettili, si intendono tutte quelle situazioni in cui si ha una mancata espulsione e deposizione del prodotto del concepimento entro tempi fisiologici. Questa patologia è complessa e può dipendere da diverse cause. Inoltre può sfociare in malattie sistemiche a volte molto severe. Le distocie possono essere classificate in ostruttive e non ostruttive in base alle cause. Si parla di distocia ostruttiva quando si verificano delle condizioni per cui viene impedito il corretto passaggio delle uova lungo il tratto riproduttivo (Fig.13). Le cause possono dipendere dalla madre o dalle caratteristiche delle uova. Nel caso di distocia non ostruttiva le uova rinvenute sono solitamente di dimensioni normali e la conformazione anatomica della madre è fisiologica. L’eziologia è da ricercare in difetti comportamentali, ambientali e patologici. Non esistono sintomi specifici e patognomonici di distocia. La malattia diviene evidente e conclamata solamente in presenza di complicazioni. Gli approcci terapeutici possibili sono vari a seconda della specie animale e della situazione. Fornire un’area adeguata per la nidiata: se la distocia non è ostruttiva si può cercare di incoraggiare l’animale a deporre autonomamente le uova creando un idoneo luogo di deposizione. Il trattamento medico prevede la stimolazione della deposizione delle uova ritenute mediante l’induzione con ossitocina. L’ossitocina viene somministrata alle dosi di 1/3 UI/kg per via intramuscolare. Uno studio condotto presso l’Università veterinaria di Parma ha comparato le somministrazioni di ossitocina per via intramuscolare e per via intravenosa, confrontando le tempistiche con le quali incominciano le contrazioni e avviene la completa ovodeposizione e dimostrando come per via intravenosa sia possibile somministrare dosi più basse rispetto a quelle riportate solitamente in letteratura ottenendo comunque un ottimo risultato. Nel caso in cui il trattamento farmacologico dovesse fallire o non fosse attuabile, oppure in casi di distocia ostruttiva è possibile ricorrere alla chirurgia. Per stasi follicolare si intende la incapacità di produrre sufficiente quantità di progesterone da corpi lutei perfettamente funzionanti. Come per la distocia, l’eziologia della stasi follicolare è variegata e molto ampia: le cause possono essere sia ambientali che patologiche. La diagnosi clinica viene fatta essenzialmente per esclusione. Come per la distocia, anche in questo caso l’anamnesi e la raccolta del maggior quantitativo di informazioni è fondamentale per indirizzarsi verso il riconoscimento della patologia. Per prolasso si intende la fuoriuscita di un organo attraverso un orifizio del corpo. Nei rettili, diversi organi possono prolassare attraverso la cloaca: la porzione terminale dell’apparato gastroenterico, la vescica urinaria, il pene nel maschio (cheloni) e gli ovidutti nella femmina. In sauri e ofidi gli emipeni possono prolassare dalle rispettive tasche in seguito ad eccesiva attività sessuale97. La corretta identificazione del viscere prolassato è estremamente importante e deve essere effettuata prima di decidere qualsiasi tipologia di trattamento ed intervento. Nei casi acuti e non complicati è possibile la riduzione manuale dell’organo, dopo un accurato lavaggio e attenta pulizia. Se questo non dovesse essere possibile, l’utilizzo di lubrificanti e pomate antibiotiche garantisce all’organo una protezione efficiente. Nel caso in cui non si sia potuto intervenire celermente e l’organo sia andato incontro a infezione e congestione venosa prolungata con conseguente necrosi, l’unica soluzione è l’amputazione

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The dissertation was divided in two studies. With the first, aimed to evaluate the occurrence of microorganisms present in the vulvovaginal region of cows that received intravaginal progesterone devices during the fixed-time artificial insemination (FTAI) programs, and correlate the results with pregnancy rates. Samples were collected from vulvovaginal region of 30 beef cows Guzerá and 30 crossbred dairy cows, and also intravaginal devices, randomly. Of the 120 samples of cows, 60 corresponded to the collections of the period prior to the introduction device (D0) and 60 to the subsequent withdrawal of it (D9); it yielded 100% of bacterial growth, whereas, in most samples, it was found more than one isolated. In D0, the most frequent agent was Escherichia coli (52%), and in D9, Proteus spp and E. coli were the most frequent (32% and 28%, respectively). Regarding intravaginal progesterone devices, in D0 were isolated 37 microorganisms, being predominant those of the genus Bacillus (35%); in D9, 41 colony forming units (CFU) were isolated, of which 36.6% corresponded to Proteus spp. For the analysis of the antimicrobial profile, susceptibility testing was performed by diffusion agar disk, and cows that did not became pregnant after FTAI program were selected, as a future treatment. There resistance 100% to penicillin, and sensitivity, approximately, 90% to gentamicin, both isolates obtained from samples of beef cows and obtained of dairy cows. Regarding pregnancy rate, the 30 beef cows, 11 were diagnosed pregnant (36.7%), 4 (36.4%) treated with reused devices and 7 (63.6%) with new devices, which showed more effective. Of the 30 dairy cows, 15 were pregnant (50%), 8 (53.3%) were implanted with reused devices and 7 (46.7%) with new devices, with no significant differences in pregnancy rates. Because it is a research, females were chosen at random, and factors such as body condition, nutritional management and health weren't priority. With the second study, aimed to analyze the similarity between strains, conducted by technical Random Amplified Polymorphic DNA (RAPD -PCR). Presence of E. coli and the absence of pregnancy were selection criteria used. From the results, it was observed that most of the isolates wasn't phylogenetically similar, since they showed lower than 85% similarity. The study stressed the importance of E. coli in vulvovaginal microbiota of cows and the presence of phenotypic and genotypic characters of this bacterium on possible reproductive problems.

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O herpesvírus está disseminado na população canina mundial, com uma seroprevalência de cerca de 40 a 80%. A infeção por herpesvírus canino causa elevadas taxas de mortalidade em cachorros e em cães adultos pode permanecer em estado latente ou ser reativado. A infeção por este vírus em canis de reprodução representa grandes perdas económicas, pelo que se pretende estudar a seroprevalência de herpesvírus em 52 cães pertencentes a dois canis de reprodução, para fins de venda de cães de raça. Foram analisados animais de ambos os sexos e com idades compreendidas entre 1 e 8 anos de idade. Devido a inexistências de terapia para cachorros com sintomatologia de infeção por HVC-1 pretende-se formular um protocolo de cuidados para ninhadas, suspeitas de serem portadoras deste vírus, e para os restantes cães da colónia. Estão descritos estudos que indicam o HVC-1 como um dos agentes indiretamente envolvidos na etiologia do linfoma canino, pelo que se procurou estudar a sua seroprevalência numa amostra de 28 cães com linfoma, sendo um dos objetivos a deteção de anticorpos HVC-1, nestes animais.

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Karyotypes and reproductive isolation were studied in two allopatric populations of Drosophila tsigana, one from Guizhou Province in southern China and the other from Hokkaido in northern Japan, and in one population of a closely related species, D. longi

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Biological scaling analyses employing the widely used bivariate allometric model are beset by at least four interacting problems: (1) choice of an appropriate best-fit line with due attention to the influence of outliers; (2) objective recognition of divergent subsets in the data (allometric grades); (3) potential restrictions on statistical independence resulting from phylogenetic inertia; and (4) the need for extreme caution in inferring causation from correlation. A new non-parametric line-fitting technique has been developed that eliminates requirements for normality of distribution, greatly reduces the influence of outliers and permits objective recognition of grade shifts in substantial datasets. This technique is applied in scaling analyses of mammalian gestation periods and of neonatal body mass in primates. These analyses feed into a re-examination, conducted with partial correlation analysis, of the maternal energy hypothesis relating to mammalian brain evolution, which suggests links between body size and brain size in neonates and adults, gestation period and basal metabolic rate. Much has been made of the potential problem of phylogenetic inertia as a confounding factor in scaling analyses. However, this problem may be less severe than suspected earlier because nested analyses of variance conducted on residual variation (rather than on raw values) reveals that there is considerable variance at low taxonomic levels. In fact, limited divergence in body size between closely related species is one of the prime examples of phylogenetic inertia. One common approach to eliminating perceived problems of phylogenetic inertia in allometric analyses has been calculation of 'independent contrast values'. It is demonstrated that the reasoning behind this approach is flawed in several ways. Calculation of contrast values for closely related species of similar body size is, in fact, highly questionable, particularly when there are major deviations from the best-fit line for the scaling relationship under scrutiny.

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The growth of the Penaeus monodon prawn aquaculture industry in Australia is hampered by a reliance on wild-caught broodstock. This species has proven difficult to breed from if broodstock are reared in captivity. Studies were therefore carried out to investigate factors controlling reproduction and influencing egg quality. Results of the studies revealed that patterns of nutrient accumulation during early ovary development are altered by captive conditions, possibly contributing to reduce larval quality. The sinus gland hormones were shown, together with the environment, to regulate two stages of ovary development. In a separate study it was further revealed that the hormone methyl farnesoate (MF) could negatively regulate the final stages of ovary development. Lastly it was shown that broodstock reared in captivity are less likely to mate and that this is due to inherent problems in both the male and the female prawns.

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Chapter 5: Fertility and infertility. p52-70. This section describes patterns of fertility across Surveys 1 to 4 among the cohort of women who were born in 1973-1978. This section includes the examination of pregnancy outcomes including both live births and pregnancy losses (stillbirths, miscarriages, terminations and ectopic pregnancies). This section also examines the prevalence of self-reported problems with fertility and whether these women sought advice and/or treatment. As women age they are more likely to experience infertility and, with little other data available, the ALSWH provides an important opportunity to examine this problem and the related use of health services. 1. Pregnancy losses are common. Half of the women who report a pregnancy outcome at Survey 4 have experienced a pregnancy loss. 2. More than one third (39%) of women who have experienced a live birth by Survey 4 have also experienced a pregnancy loss. 3. For every ten women aged 28-33 years in 2006: four women had not had been pregnant, five women had a live birth (with or without a recognised pregnancy loss), and one woman had a recognised pregnancy loss only. 4. Among women who had tried to conceive or had been pregnant, one-in-six had experienced infertility. (i.e. tried unsuccessfully to get pregnant for 12 months or more) 5. The most significant factors associated with having infertility, seeking advice and using treatment were: polycystic ovary syndrome, endometriosis and miscarriage. 6. Of the women who reported infertility, two-thirds sought advice but only half used treatment. 7. Most of the women who used fertility treatment had used low cost and non-invasive methods.

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OBJECTIVE: To better understand help-seeking behaviours and reproductive health disorders among Aboriginal and Torres Strait Islander men. DESIGN, SETTING AND PARTICIPANTS: A cross-sectional mixed-methods study conducted from 1 May 2004 to 30 April 2005 of 293 Aboriginal and Torres Strait Islander men aged 18 years and over from urban, rural and remote communities in the Northern Territory and Queensland. MAIN OUTCOME MEASURES: Subscale of the International Index of Erectile Function, self-reported help-seeking behaviours for erectile dysfunction (ED) and prostate disease, thematic analysis of semi-structured interviews and focus groups. RESULTS: The prevalence of moderate-to-severe ED increased across age groups, from about 10% in younger men (under 35 years) to 28% in men aged 55-74 years. Moderate-to-severe ED was strongly associated with reporting a chronic condition (odds ratio [OR], 3.67) and residing in a remote area (OR, 2.94). Aboriginal and Torres Strait Islander men aged 40-59 years showed similar low levels of help-seeking behaviours compared with non-Indigenous men from a comparable population-based study. About half of the men with ED saw a doctor or received treatment for ED in each population. While prostate cancer rates were low in both studies, testing for prostate problems was less frequent in Aboriginal and Torres Strait Islander men (11.4%) than in non-Indigenous men (34.1%, P < 0.001), despite similar levels of concern about prostate cancer. Barriers to help-seeking included shame, culturally inappropriate services and lack of awareness. CONCLUSION: This study, the first to investigate reproductive health of Aboriginal and Torres Strait Islander men, found low levels of help-seeking behaviours for reproductive health disorders, with implications for missing a predictor of chronic disease and late diagnosis of prostate disease.

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Ongoing problems exist with the commercial scale domestication of Penaeus monodon. One of the major issues, in terms of reproductive performance, is the low egg hatch rate of eggs from these captive bred prawns. The current study investigated the related issue of mating success. Time lapse video observations were conducted to compare the mating behaviour of pond-reared (domesticated) and wild-caught prawn P. monodon broodstock. Mating success of the pond-reared prawns was found to be low relative to wild-caught. It was determined that both male and female prawns contributed to this low mating rate suggesting both genders were impacted negatively by the domestication process. The causative factors for the low mating success are yet to be determined, however external physical abnormalities and lack of sexual maturity did not appear to play a role. The most notable behavioural difference between wild-caught and domesticated prawns was a reduced level of pursuit behaviour by domesticated males. This and other behavioural differences are discussed in relation to an increasing body of evidence that male prawns respond to sex pheromones produced by receptive females and that males detect these chemical signals in part, via their second antennal flagella. Accordingly we hypothesise that pond-reared (domesticated) females may have a reduced ability to produce or release sex pheromones and males, a reduced ability to detect them when compared to their wild-caught counterparts.

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This research was an economic analysis of two novel health education interventions compared to existing practice for reproductive health among young people in northern Vietnam. The research showed that implementing an educational intervention including school-based and health facility-based components was cost effective for males and females. The findings will assist decision makers in efficient allocation of scarce resources for adolescent health promotion in Vietnam and similar socio-economic contexts in Asia.

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Advancements in sleep medicine have been escalating ever since research began appearing in the 1950s. As with most early clinical trials, women were excluded from participation. Even if researchers included women or addressed sex differences by age, reproductive stage was seldom considered. Recently, there has been an exponential increase in research on sleep in midlife and older women. This Practice Pearl briefly reviews the importance of adequate sleep, clinical assessment for sleep disorders, and guidelines for practice.

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Crustacean aquaculture industry in India suffers greatly from lack of technological developments. A major constraint in this enterprise is the limitation of seed stock availability. A critical appraisal is made of the techniques used in the manipulation of reproductive processes in order to augment year-round production of seeds. A new possibility of induced ovarian maturation in crustaceans is by administering steroid hormones of vertebrate source. Environmental factors are known to govern the gametogenic cycle of marine crustaceans. Cryopreservation of male gametes and artificial insemination by way of spermatophore transfer could solve some of the problems of mating under laboratory conditions.

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Epidemiological studies in humans have demonstrated a relationship between pathological events during fetal development and increased cardiovascular risk later in life and have led to the so called "Fetal programming of cardiovascular disease hypothesis". The recent observation of generalised vascular dysfunction in young apparently healthy children conceived by assisted reproductive technologies (ART) provides a novel and potentially very important example of this hypothesis. This review summarises recent data in ART children demonstrating premature subclinical atherosclerosis in the systemic circulation and pulmonary vascular dysfunction predisposing to exaggerated hypoxia-induced pulmonary hypertension. These problems appear to be related to the ART procedure per se. Studies in ART mice demonstrating premature vascular aging and arterial hypertension further demonstrate the potential of ART to increase cardiovascular risk and have allowed to unravel epigenetic alterations of the eNOS gene as an underpinning mechanism. The roughly 25% shortening of the life span in ART mice challenged with a western style high-fat-diet demonstrates the potential importance of these alterations for the long-term outcome. Given the young age of the ART population, data on cardiovascular endpoints will not be available before 20 to 30 years from now. However, already now cohort studies of the ART population are needed to early detect cardiovascular alterations with the aim to prevent or at least optimally treat cardiovascular complications. Finally, a debate needs to be engaged on the future of ART and the consequences of its exponential growth for public health.

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The growing demand for quality prawn seed from the farmers‘ and entrepreneurs, coupled with uncertainity of their availability from nature at the appropriate time in required quantities has prompted‘ research on problems connected with prawn seed production. Endocrine control of reproduction in the penaeid shrimp _P_. monodon has been investigated in detail by adopting a comprehensive approach to the problem. The major aspects of the study included in depth investigations of the cytological details of the reproductive and neuroendocrine organs in correlation with the process of gonadal maturation. Based on the conclusions drawn from such ultrastructural studies various endocrine manipulations were carried out to see their effects on gonadal maturation. Besides that studies on the reproductive quality of male P_. monodon and the cryopreservation of spermatophores form a part of the present investigation. The shrimp 3; Inonodon used in the present study were collected from the offshore waters of Cochin, Madras and Mandapam and from the culture ponds of Vypeen Island near Cochin (Kerala) . The entire investigation on the cytological aspects were carried out using standard histological and electron-microscopic methods. Endocrine manipulations and cryopreservation studies is also carried out using the standard methods.