1000 resultados para berberi, Magreb, tradizioni, cultura, riti, lingua
Resumo:
Venancio Fortunato es considerado tanto el último gran poeta romano como el primer poet a medieval durante el reino Franco merovingio. Su conocido himno, Pange, lingua, gloriosi, aún se utiliza como himno a la Santa Cruz en la liturgia occidental. Dicho himno presenta características que vale la pena considerar en relación a los epitafios en la antigüedad griega y romana. Venancio Fortunato parece ajustarse a varios modelos entre los que se podrían listar a Marco Valerio Marcial y Calímaco de Cirene, pero en un marco cristiano y con características específicas pertenecientes a su tiempo. La edad, la filiación del difunto y el encomio a la tierra se transforman en el texto de quien fuera el obispo de Poitiers en un relato de la misión de Cristo, su pasión y una sorpresiva interpelación a la cruz como receptor del discurso. La tradición antigua y pagana y la nueva cultura cristiana temprano-medieval se encuentran en sus versos
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Venancio Fortunato es considerado tanto el último gran poeta romano como el primer poet a medieval durante el reino Franco merovingio. Su conocido himno, Pange, lingua, gloriosi, aún se utiliza como himno a la Santa Cruz en la liturgia occidental. Dicho himno presenta características que vale la pena considerar en relación a los epitafios en la antigüedad griega y romana. Venancio Fortunato parece ajustarse a varios modelos entre los que se podrían listar a Marco Valerio Marcial y Calímaco de Cirene, pero en un marco cristiano y con características específicas pertenecientes a su tiempo. La edad, la filiación del difunto y el encomio a la tierra se transforman en el texto de quien fuera el obispo de Poitiers en un relato de la misión de Cristo, su pasión y una sorpresiva interpelación a la cruz como receptor del discurso. La tradición antigua y pagana y la nueva cultura cristiana temprano-medieval se encuentran en sus versos
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Orientalismos: exilio, alteridad y cultura árabe en la obra de Paul Bowles propone un recorrido por la obra del escritor norteamericano centrándose en sus trabajos realizados durante sus viajes por el norte de África y sus casi cincuenta años como expatriado en Marruecos, incluyendo las novelas El cielo protector (1949) y La casa de la araña (1955), distintos ensayos de viajes, varios poemas, numerosos relatos breves, diferentes traducciones de autores marroquíes y Points in Time (1992), una historia lírica de Marruecos. El objetivo de la tesis es revisar el papel de Paul Bowles dentro de la tradición literaria Orientalista en el Magreb y determinar en qué sentido es continuador de esta tradición o bien rupturista, ofreciendo una alternativa a la tradicional lectura poscolonialista de su obra a la luz del nuevo marco teórico del cosmopolitismo. La tesis aborda una lectura triple de la obra de Paul Bowles (1910-1999) que, en mi opinión, se corresponde con tres fases literarias que el autor desarrollará en Marruecos y que, a su vez, responden a tres sensibilidades distintas que irán evolucionando con el paso de los años. La primera es una lectura orientalista de sus ensayos de viajes estableciendo una comparativa con la tradición literaria anglo-americana en el Magreb desde finales del siglo XVIII hasta bien entrado el siglo XX. A continuación, rastrearemos elementos de esta tradición hasta su novela El cielo protector. La segunda sección propone una lectura desde el punto de vista de la antropología, que se corresponde con una etapa de mayor interés por la cultura popular y las heterodoxas tradiciones y creencias marroquíes...
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Il tema affrontato nella presente ricerca sono le trasformazioni intercorse nella vita quotidiana tra il III e il I secolo a.C. in due colonie latine, Ariminum e Bononia, attraverso le evidenze archeologiche. Vengono indagate su scala locale le conseguenze di un fenomeno di grande portata, la colonizzazione romano-latina, mettendo a fuoco le forme dell’abitare, le tradizioni artigianali e le pratiche alimentari. La principale base documentaria sono le testimonianze archeologiche di edilizia domestica e le ceramiche, rinvenute nelle aree di abitato di Rimini e Bologna e nei territori limitrofi. Per cogliere a pieno le trasformazioni intercorse, vengono passate in rassegna le principali caratteristiche del popolamento, dell'architettura domestica e delle ceramiche precedenti la colonizzazione romano-latina. Le due colonie, le abitazioni e le ceramiche sono considerate, inoltre, nel contesto territoriale più ampio, volgendo lo sguardo anche all'area medio-adriatica e alla Cispadana. Allo stesso tempo, sono continui i riferimenti all'Italia medio-tirrenica, poiché permettono di comprendere molte delle evidenze archeologiche e dei processi storici in esame. Il primo capitolo tratta della colonizzazione romano-latina, calata nelle realtà di Rimini e Bologna. La domanda a cui si vuole rispondere è: chi erano gli abitanti delle due colonie? A questo proposito, si affronta anche la questione degli insediamenti precoloniali. Nel secondo capitolo si analizzano le abitazioni urbane. Quali furono le principali innovazioni nell'architettura domestica introdotte dalla colonizzazione? Come cambiarono le forme dell’abitare ad Ariminum e Bononia in età repubblicana? Il terzo capitolo si concentra sulla ceramica per la preparazione e il consumo del cibo nei contesti di abitato. Come cambiarono nelle due città le pratiche alimentari e le tradizioni artigianali utilizzate nella produzione di ceramiche? L'ultimo capitolo discute alcuni quadri teorici applicati ai fenomeni descritti nei capitoli precedenti (romanizzazione, acculturazione, identità, globalizzazione). L'ultimo paragrafo entra nel merito delle trasformazioni avvenute nella vita quotidiana di Ariminum e Bononia.
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La Bukowina è una regione dell’impero asburgico ricordata come “eccezionale” per la compresenza e la tolleranza fra etnie, nonché per l’accoglienza unica della lingua tedesca. Questa narrazione proviene e dai nostalgici ricordi delle ultime generazioni di abitanti del luogo, che in seguito hanno vissuto la fine del “mondo di ieri”; e da un discorso propagandistico della Corona. La presente ricerca si propone di illustrare il paesaggio culturale della Bukowina nonché le reali modalità con cui la cultura dell’imperatore si insinuò nella regione. Nel decodificare il rapporto di superiorità con cui il tedesco si affacciava agli altri popoli – investigato con l’ausilio dei postcolonial studies –, il progetto propone come materia di studio un fenomeno letterario in voga a cavallo tra XIX e XX secolo, la “letteratura etnografica”, ispirato dall’affascinante molteplicità della Bukowina, nonché da una disciplina accademica che in quegli anni attirava molti studiosi e curiosi: l’etnografia. Questo tipo di letteratura si esprime attraverso diversi generi letterari, che spesso condividono il tratto della frammentarietà. Tra queste opere, la presente analisi si sofferma su tre esempi che mostrano un progressivo allontanamento dal metodo “scientifico” della disciplina etnografica, illustrando l’ampiezza dell’insieme “letteratura etnografica”: "Die Völkergruppen der Bukowina" (1884) di Ludwig Adolf Staufe Simiginowicz; "Aus Halb-Asien" (1876-1888) di Karl Emil Franzos; "Maghrebinische Geschichten" (1953), di Gregor von Rezzori.
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Ogni lingua rispecchia la cultura della nazione alla quale appartiene e il cinese ne è l’esempio più emblematico. È una lingua capace di modificarsi e arricchirsi continuamente in accordo con gli avvenimenti contemporanei. Questa tesi intende presentare i neologismi della lingua cinese degli ultimi vent’anni che rispecchiano appieno i cambiamenti e le innovazioni in diversi ambiti della vita sia in Cina sia in tutto il mondo e che non hanno equivalenti nella lingua italiana. Inoltre, l’elaborato si focalizza sulle caratteristiche e sulle particolarità della morfologia cinese e fornisce un quadro generale dei contesti sociolinguistici e delle strategie collegati alla formazione dei neologismi più recenti.
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La prima parte della tesi analizza il cambiamento della dieta degli italiani nel corso dei decenni, a partire dagli anni del dopoguerra fino al periodo contemporaneo. Il passaggio da un periodo di estrema povertà al boom economico ha permesso ai cittadini di dare sempre più importanza alla qualità del cibo. Con la nascita e lo sviluppo della televisione il popolo ha avuto la possibilità di conoscere le ricette tradizionali di ogni parte dell'Italia, arrivando a costruire una forte identità nazionale legata al mondo della cucina. Le trasmissioni televisive si sono trasformate sia grazie al cambiamento della società e della mentalità degli italiani, sia grazie ai numerosi nuovi canali tematici che sono nati grazie alle reti privati; ad oggi esistono dunque programmi di intrattenimento, pedagogici e show di ogni tipo che mostrano la cucina in tutte le sue sfaccettature. Il cibo e l'alimentazione in televisione sono stati rappresentati anche attraverso gli spot: è stato analizzato come i marchi abbiano inizialmente cercato di rendere attraente un prodotto - anche attraverso l'uso di donne sensuali come volto delle campagne pubblicitarie - fino ad arrivare al voler fidelizzare gli acquirenti veicolando specifici messaggi e valori. Dall'analisi del format Dinner Club è stato dimostrato come nel periodo contemporaneo i programmi abbiano forme e strutture ibride, che possono mescolare il lato pedagogico, riscoprendo il territorio italiano e le sue tradizioni culinarie, la sfida e la competizione tra i concorrenti e la parte legata all'intrattenimento. Nell'ultimo capitolo è stato messo in evidenza come i cuochi, presentatori di queste trasmissioni, stiano diventando sempre più famosi. Sono presenti sia aspetti positivi che negativi riguardo la loro progressiva importanza all'interno della società italiana.
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Language, culture, and otherness are complementary and also confliting issues representing the central debate on childhood and the child who carries the signals of social and/or ethinical of exclusion. The debate on the social still connected to universal and absolute values and trues, therefore the theme needs a reavaliation on the realm of relativism. Questioning the fact that culture and otherness are expressed by language which are not always visible and explicit, requering a close and deep look at many social realities enpoorvered suburbs and rural areas, white and black children, homeless children, we kept their voices and speaches, their images from their own drawings to understand the way the percept mean they live and they are. These children have a word for school, and also about the process and agents to say by many different ways to express how they look their own world and how the world look at them.
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The covering of the soil is an agricultural practice that intends to control the harmful herbs, to reduce the losses of water by evaporation of the soil, and to facilitate the harvest and the commercialization, once the product is cleaner and healthier. However, when the soil is covered important microclimatic parameters are also altered, and consequently the germination of seeds, the growth of roots, the absorption of water and nutrients, the metabolic activity of the plants and the carbohydrates storage. The current trial intended to evaluate the effect of soil covering with blue colored film on consumptive water-use in a lettuce crop (Lactuca sativa, L.). The experiment was carried out in a plastic greenhouse in Araras - São Paulo State, Brazil from March 3rd, 2001 to May 5th, 2001. The consumptive water-use was measured through two weighing lysimeter installed inside the greenhouse. Crop spacing was 0.25 m x 0.25 m and the color of the film above soil was blue. Leaf area index (IAF), was measured six times (7; 14; 21; 28; 35; 40 days after transplant) and the water-use efficiency (EU) was measured at the end. The experimental design was subdivided portions with two treatments, bare soil and covered soil. The average consumptive water-use was 4.17 mm day-1 to the bare soil treatment and 3.11 mm day-1 to the covered soil treatment. The final leaf area index was 25.23 to the bare soil treatment and 24.39 to the covered soil treatment, and there was no statistical difference between then.
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One of the effects of the globalized world is a strong tendency to eliminate differences, promoting a planetary culture. Education systems are particularly affected, undergoing strong pressure from international studies and evaluations, inevitably comparative, and sadly competitive. As a result, one observes the gradual elimination of cultural components in the definition of education systems. The constitution of new social imaginaries becomes clear; imaginaries empty of historical, geographical and temporal referents, characterized by a strong presence of the culture of the image. The criteria of classification establish an inappropriate reference that has as its consequence the definition of practices and even of education systems. On the other hand, resistance mechanisms, often unconscious, are activated seeking to safeguard and recover the identifying features of a culture, such as its traditions, cuisine, languages, artistic manifestations in general, and, in doing so, to contribute to cultural diversity, an essential factor to encourage creativity. In this article, the sociocultural basis of mathematics and of its teaching are examined, and also the consequences of globalization and its effects on multicultural education. The concept of culture is discussed, as well as issues related to culture dynamics, resulting in the proposition of a theory of transdisciplinar and transcultural knowledge. Upon such basis the Ethnomathematics Program is presented. A critique is also made of the curriculum presently used, which is in its conception and detailing, obsolete, uninteresting and of little use. A different concept of curriculum is proposed, based on the communicative (literacy), analytical (matheracy), and material (technoracy) instruments.
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Universidade Estadual de Campinas . Faculdade de Educação Física
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Universidade Estadual de Campinas. Faculdade de Educação Física
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