435 resultados para adénosine monophosphate cyclique, AMPc
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L'étude du texte et de l'illustration de l'épisode romain dans la Suite Vulgate du Merlin du manuscrit British Library Add. 10292 (XIVe s.) permet d'explorer la relation entre l'amplification cyclique à l'œuvre dans ce passage au statut textuel complexe et le développement spécifique d'une série voire d'un cycle d'illustrations.
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La tête du roi Lancelot l'Ancien, l'aïeul du chevalier Lancelot, assassiné par le duc de Belle Garde, est plongée dans une fontaine merveilleuse bouillonnante, tandis que son corps, gardé par deux lions, est conservé dans un tombeau extraordinaire dont suintent des gouttes de sang aux propriétés curatives. Sur le plan textuel, les références aux merveilles qui suivent la mort de Lancelot l'Ancien dans l'Estoire del saint Graal, le Lancelot et la Queste del Saint Graal témoignent de la construction du cycle du Lancelot-Graal par l'intégration d'une dimension à la fois historique et généalogique. Or l'iconographie des manuscrits enluminés du cycle du Graal privilégie davantage la mise en série d'épisodes apparentés que la construction d'une logique véritablement cyclique. Le remploi de compositions ou de motifs iconographiques renforce la cohérence de l'univers chevaleresque et merveilleux ainsi créé sans pour autant impliquer d'effet de circularité.
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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
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Crustacean color change results partly from granule aggregation induced by red pigment concentrating hormone (RPCH). In shrimp chromatophores, both the cyclic GMP (3', 5'-guanosine monophosphate) and Ca2+ cascades mediate pigment aggregation. However, the signaling elements upstream and downstream from cGMP synthesis by GC-S (cytosolic guanylyl cyclase) remain obscure. We investigate post-RPCH binding events in perfused red ovarian chromatophores to disclose the steps modulating cGMP concentration, which regulates granule translocation. The inhibition of calcium/calmodulin complex (Ca2+/CaM) by N-(6-aminohexyl)-5-chloro-1-naphthalenesulphonamide (W7) induces spontaneous aggregation but inhibits RPCH-triggered aggregation, suggesting a role in pigment aggregation and dispersion. Nitric oxide synthase inhibition by N omega-nitro-L-arginine methyl ester hydrochloride (L-NAME) strongly diminishes RPCH-induced aggregation; protein kinase G inhibition (by rp-cGMPs-triethylamine) reduces RPCH-triggered aggregation and provokes spontaneous dispersion, disclosing NO/PKG participation in aggregation signaling. Myosin light chain phosphatase inhibition (by cantharidin) accelerates RPCH-triggered aggregation, whereas Rho-associated protein kinase inhibition (by Y-27632, H-11522) reduces RPCH-induced aggregation and accelerates dispersion. MLCP (myosin light chain kinase) and ROCK (Rho-associated protein kinase) may antagonistically regulate myosin light chain (MLC) dephosphorylation/phosphorylation during pigment dispersion/aggregation. We propose the following general hypothesis for the cGMP/Ca2+ cascades that regulate pigment aggregation in crustacean chromatophores: RPCH binding increases Ca2+ (int), activating the Ca2+/CaM complex, releasing NOS-produced nitric oxide, and causing GC-S to synthesize cGMP that activates PKG, which phosphorylates an MLC activation site. Myosin motor activity is initiated by phosphorylation of an MLC regulatory site by ROCK activity and terminated by MLCP-mediated dephosphorylation. Qualitative comparison reveals that this signaling pathway is conserved in vertebrate and invertebrate chromatophores alike.
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Lo sviluppo della medicina ha determinato un utilizzo sempre crescente di sostanze farmacologiche, le quali una volta escrete dagli organismi raggiungono le acque dei fiumi e dei laghi, per arrivare poi all’ambiente marino costiero, che ne risulta sempre maggiormente contaminato. Negli organismi non bersaglio esposti ai residui dei farmaci in ambiente, queste sostanze potrebbero indurre effetti simili a quelli specifici nel caso i bersagli molecolari siano stati conservati durante l’evoluzione, oppure avere effetti inattesi se i bersagli molecolari sono conservati ma hanno una differente funzione. Questo lavoro di tesi è volto a studiare i potenziali effetti indotti dalla fluoxetina (FX, farmaco antidepressivo inibitore dell’uptake della serotonina), e dal propranololo (PROP, farmaco bloccante sia dei recettori β-adrenergici che serotoninergici nell’uomo) nei mitili Mytilus galloprovincialis, esposti a tali sostanze, valutandone l’interazione con i meccanismi di trasduzione del segnale AMPc-dipendente. Sono stati valutati in particolare i livelli di AMPc e l’attività dell’enzima PKA, inoltre si è studiato se i farmaci influiscano con i meccanismi di regolazione del gene ABCB1, che codifica per la P-glicoproteina (Pgp), che ha il compito di estrudere all’esterno della cellula gli xenobiotici che vi sono entrati. Gli studi sono stati condotti dopo esposizione dei mitili in vivo ai due farmaci ed alla loro miscela per 7 giorni in acquario. I risultati hanno indicato che la FX causa una diminuzione statisticamente significativa dei livelli di AMPc, dell’attività della PKA e anche dell’espressione del gene ABCB1 rispetto al controllo, sia nel mantello che nella ghiandola digestiva. Nella ghiandola digestiva il PROP provoca una significativa riduzione dei livelli di AMPc, dell’attività della PKA e dell’espressione del gene ABCB1 rispetto ai valori di controllo. Nel mantello, invece, il PROP aumenta i livelli di AMPc e l’espressione del gene ABCB1, anche se non ha effetti significativi sull’attività della PKA. Per caratterizzare i recettori per la serotonina (5HT), e il possibile ruolo di antagonista giocato dal PROP, abbiamo inoltre trattato in vitro emociti di mitilo con la 5HT l’agonista fisiologico del recettore, usata da sola ed in presenza del PROP. I dati ottenuti dimostrano che negli emociti di mitilo sono espressi recettori 5HT1 accoppiati a proteine G inibitrici, e che il PROP blocca l’effetto della 5HT, agendo come antagonista dei recettori 5HT1. Nell’insieme i dati dimostrano che i farmaci possono avere effetti sugli organismi acquatici anche a concentrazioni molto basse come quelle ambientali. I dati della tesi non dimostrano che PROP e FX hanno effetti deleteri sulle popolazioni o le comunità dei molluschi, ma debbono essere considerati come indicatori della vulnerabilità degli animali a questi composti. Si è dimostrato per la prima volta che gli emociti di mitilo possiedono recettori di tipo 5HT1 correlati alla riduzione dei livelli intracellulari di AMPc, e soprattutto che il sistema AMPc/PKA è deputato alla regolazione dell’espressione dei geni ABCB1 codificanti per proteine del complesso Multi Xenobiotic Resistance.
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Negli ultimi decenni le nuove scoperte mediche e il miglioramento dello stile di vita nei paesi occidentali hanno determinato un aumento del consumo di sostanze terapeutiche, nonché della gamma di prodotti farmaceutici e parafarmaceutici comunemente utilizzati. Gli studi di cinetica dei farmaci dimostrano con certezza che essi, seppur metabolizzati, mantengono inalterato il loro potere d’azione, rimanendo biodisponibili anche una volta escreti dall’organismo. A causa della loro eccessiva polarità tali molecole sono inoltre difficilmente trattenute dai convenzionali impianti di depurazione dei reflui urbani, dai quali confluiscono inevitabilmente verso le acque fluviali e/o costiere le quali risultano. In ragione di ciò, la valutazione degli effetti che la loro presenza può provocare sulla qualità dei sistemi di approvigionamento idrico e sulla biologia delle specie tipiche degli ecosistemi acquatici, ha classificato tali composti come una nuova classe di inquinanti emergenti, il cui impatto ambientale non risulta ancora del tutto arginato attraverso adeguate contromisure legislative. I farmaci sono sostanze bioattive progettate per avere effetti specifici a bassissime concentrazioni negli organismi target attraverso specifici meccanismi d’azione. Nel caso in cui i bersagli cellulari su cui agiscono siano evolutivamente conservati negli organismi non target, essi possono esercitare le proprie funzioni attraverso i medesimi meccanismi di regolazione fisiologica attivati nelle specie target, dando origine a effetti specifici, o anche aspecifici, nel caso in cui tali bersagli siano deputati alla regolazioni di funzioni differenti. Pertanto lo scopo del presente lavoro di tesi è stato quello di analizzare le possibili alterazioni di carattere fisiologico in individui di mitilo mediterraneo (Mytilus galloprovincialis) esposti a concentrazioni ambientali di fluoxetina, farmaco antidepressivo appartenente alla classe degli inibitori selettivi del riassorbimento presinaptico della serotonina (SSRI). Più nel dettaglio, a seguito di un’esposizione per 7 giorni a dosaggi compresi tra 0.03 e 300 ng/L di FX, sono stati analizzati i livelli intracellulari di AMPc e l’attività dell’enzima PKA nei diversi trattamenti sperimentali effettuati. Inoltre sono stati valutati i livelli di espressione genica del recettore serotoninergico 5HTmyt1 e della la P-glicoproteina (Pgp, gene ABCB1), trasportatore di membrana responsabile del sistema di detossificazione noto come Multi-xenobiotic resistance (MXR). Nella ghiandola digestiva, la FX causa una diminuzione statisticamente significativa dei livelli di AMPc, dell’attività della PKA e dell’espressione del gene ABCB1 rispetto al controllo. Al contrario nel mantello il farmaco non produce alterazioni dei livelli intracellulari di AMPc e dell’attività della PKA mentre si apprezza una sottoespressione del gene ABCB1 nei trattamenti a dosaggi intermedi. In entrambi i tessuti si nota un aumento dell’espressione genica di 5HTmyt1 alle minori concentrazioni di FX, mentre ai dosaggi più alti non si registrano alterazioni significative rispetto al controllo. Nel loro insieme i risultati indicano che nei mitili, concentrazioni ambientali di FX producono significative alterazioni di diversi parametri fisiologici attraverso una modulazione specifica dei medesimi bersagli molecolari coinvolti nella terapia umana. La riduzione dei livelli di AMPc/PKA apprezzata nella ghiandola digestiva risulta in linea con la funzione inibitoria svolta dal recettore 5HTmyt1 su tale via di trasduzione, mentre l’assenza di variazioni significative registrata nel mantello supporta l’ipotesi di un’interazione tra il sistema serotoninergico e catecolaminergico nella regolazione dei processi legati al ciclo riproduttivo che si verificano in tale tessuto. In conclusione, i dati dimostrano che l’espressione del gene codificante la proteina Pgp è regolata dalla FX attraverso uno specifico meccanismo d'azione AMPc-dipendente modulato dalla serotonina; tuttavia, è ipotizzabile anche un effetto non specifico indotto dalla FX stessa, per esempio attraverso l’induzione di stress ossidativo. Inoltre essi evidenziano la presenza di un meccanismo di regolazione retroattivo sulla espressione dei recettori 5HTmyt1 in funzione delle concentrazioni extracellulari di serotonina modulate dall’azione della FX.
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Full geometry optimizations using the PM3, AM1, 3-21G∗/HF and 6-31G∗/HF levels of theory were conducted on the syn and anti conformations of cyclic3′,5′-adenosine monophosphate (cAMP). Comparison of the anti crystal structures with the semiempirical and ab initio results revealed that the ab initio results agree well with the experimental results. The results of semiempirical calculations are in qualitative agreement with experimental and ab initio values, with the exception of the glycosyl torsion angle for the anti conformer. Sugar puckering, which is not handled properly by semiempirical methods for unconstrained sugars, nucleosides, nucleotides and nucleotide base pairs, is modeled reasonably well by the semiempirical methods for cAMP. This improvement results from the constraints introduced by the cyclization of AMP to form the phosphodiester.
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The supermolecule approach has been used to model the hydration of cyclic 3‘,5‘-adenosine monophosphate, cAMP. Model building combined with PM3 optimizations predict that the anti conformer of cAMP is capable of hydrogen bonding to an additional solvent water molecule compared to the syn conformer. The addition of one water to the syn superstructure with concurrent rotation of the base about the glycosyl bond to form the anti superstructure leads to an additional enthalpy of stabilization of approximately −6 kcal/mol at the PM3 level. This specific solute−solvent interaction is an example of a large solvent effect, as the method predicts that cAMP has a conformational preference for the anti isomer in solution. This conformational preference results from a change in the number of specific solute−solvent interactions in this system. This prediction could be tested by NMR techniques. The number of waters predicted to be in the first hydration sphere around cAMP is in agreement with the results of hydration studies of nucleotides in DNA. In addition, the detailed picture of solvation about this cyclic nucleotide is in agreement with infrared experimental results.
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The blaESBL and blaAmpC genes in Enterobacteriaceae are spread by plasmid-mediated integrons, insertion sequences, and transposons, some of which are homologous in bacteria from food animals, foods, and humans. These genes have been frequently identified in Escherichia coli and Salmonella from food animals, the most common being blaCTX-M-1, blaCTX-M-14, and blaCMY-2. Identification of risk factors for their occurrence in food animals is complex. In addition to generic antimicrobial use, cephalosporin usage is an important risk factor for selection and spread of these genes. Extensive international trade of animals is a further risk factor. There are no data on the effectiveness of individual control options in reducing public health risks. A highly effective option would be to stop or restrict cephalosporin usage in food animals. Decreasing total antimicrobial use is also of high priority. Implementation of measures to limit strain dissemination (increasing farm biosecurity, controls in animal trade, and other general postharvest controls) are also important.
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We evaluated the pet food contained in thirty packages as potential origin of extended-spectrum cephalosporin-resistant Gram-negative organisms and β-lactamase genes (bla). Alive bacteria were not detected by selective culture. However, PCR investigations on food DNA extracts indicated that samples harbored blaCTX-M-15 (53.3%), blaCMY-4 (20%), and blaVEB-4-like (6.7%). Particularly worrisome was the presence of blaOXA-48-like carbapenemases (13.3%). Original pet food ingredients and/or the production process were highly contaminated with bacteria carrying clinically relevant acquired bla genes.
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Cefepime is frequently prescribed to treat infections caused by AmpC-producing Gram-negative bacteria. CMY-2 is the most common plasmid-mediated AmpC (pAmpC) β-lactamase. Unfortunately, CMY variants conferring enhanced cefepime resistance are reported. Here, we describe the evolution of CMY-2 to an extended-spectrum AmpC (ESAC) in clonally identical E. coli isolates obtained from a patient. The CMY-2-producing E. coli (CMY-2-Ec) was isolated from a wound. Thirty days later, one CMY-33-producing E. coli (CMY-33-Ec) was detected in bronchoalveolar lavage. Two weeks before the isolation of CMY-33-Ec, the patient received cefepime.CMY-33-Ec and CMY-2-Ec were identical by rep-PCR, being of hyperepidemic ST131, but showed different β-lactam MICs (e.g., cefepime 16 vs. ≤0.5 μg/ml). Identical CMY-2-Ec isolates were also found in a rectal swab. CMY-33 differs from CMY-2 by a Leu293-Ala294 deletion. Expressed in E. coli DH10B, both CMYs conferred resistance to ceftazidime (≥256 μg/ml), but cefepime MICs were higher for CMY-33 than CMY-2 (8 vs. 0.25 μg/ml). The kcat/Km or kinact/KI (μM(-1) s(-1)) indicated that CMY-33 possesses an ESBL-like spectrum compared to CMY-2 (cefoxitin: 0.2 vs. 0.4; ceftazidime: 0.2 vs. not measurable; cefepime: 0.2 vs. not measurable; tazobactam 0.0018 vs. 0.0009). Using molecular modeling, we show that a widened active site (∼4 Å shift) may play a significant role in enhancing cefepime hydrolysis. This is the first in vivo demonstration of a pAmpC that under cephalosporin treatment expands its substrate spectrum resembling an ESBL. The prevalence of CMY-2-Ec isolates is rapidly increasing worldwide, therefore awareness that cefepime treatment may select for resistant isolates is critical.
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INTRODUCTION Extended-spectrum beta-lactamases (ESBL) and AmpC beta-lactamases (AmpC) are of concern for veterinary and public health because of their ability to cause treatment failure due to antimicrobial resistance in Enterobacteriaceae. The main objective was to assess the relative contribution (RC) of different types of meat to the exposure of consumers to ESBL/AmpC and their potential importance for human infections in Denmark. MATERIAL AND METHODS The prevalence of each genotype of ESBL/AmpC-producing E. coli in imported and nationally produced broiler meat, pork and beef was weighted by the meat consumption patterns. Data originated from the Danish surveillance program for antibiotic use and antibiotic resistance (DANMAP) from 2009 to 2011. DANMAP also provided data about human ESBL/AmpC cases in 2011, which were used to assess a possible genotype overlap. Uncertainty about the occurrence of ESBL/AmpC-producing E. coli in meat was assessed by inspecting beta distributions given the available data of the genotypes in each type of meat. RESULTS AND DISCUSSION Broiler meat represented the largest part (83.8%) of the estimated ESBL/AmpC-contaminated pool of meat compared to pork (12.5%) and beef (3.7%). CMY-2 was the genotype with the highest RC to human exposure (58.3%). However, this genotype is rarely found in human infections in Denmark. CONCLUSION The overlap between ESBL/AmpC genotypes in meat and human E. coli infections was limited. This suggests that meat might constitute a less important source of ESBL/AmpC exposure to humans in Denmark than previously thought - maybe because the use of cephalosporins is restricted in cattle and banned in poultry and pigs. Nonetheless, more detailed surveillance data are required to determine the contribution of meat compared to other sources, such as travelling, pets, water resources, community and hospitals in the pursuit of a full source attribution model.