973 resultados para Streptomyces sp
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The taxonomic positions of two actinomycetes isolated from a hay meadow soil sample were determined using a polyphasic approach. The isolates had chemical and morphological properties typical of streptomycetes and formed a distinct 16S rRNA gene subclade together with the type strain Streptomyces drozdowiczii NRRL B-24297(T). DNA DNA relatedness studies showed that the three strains belonged to different genomic species. The organisms were also distinguished using a combination of phenotypic properties. On the basis of these data it is proposed that the isolates be assigned to the genus Streptomyces as Streptomyces brevispora sp. nov. and Streptomyces laculatispora sp. nov., with BK160(T) (=KACC 21093(T) =NCIMB 14702(T)) and BK166(T) (=KACC 20907(T) =NCIMB 14703(T)) as the respective type strains.
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The taxonomic position of a streptomycete isolated from soil collected from Cockle Park Experimental Farm, Northumberland, UK, was determined by using a polyphasic approach. The organism had chemical and morphological features consistent with its classification in the genus Streptomyces. 16S rRNA gene sequence analysis supported classification of the strain in the genus Streptomyces and showed that it formed a distinct phyletic line loosely associated with members of the Streptomyces yeochonensis Glade. It was related most closely to Streptomyces paucisporeus 1413(T) (98.6%16S rRNA gene sequence similarity), but could be distinguished from the latter based on the low level of DNA DNA relatedness (40%). It was readily distinguished from the type strains of all species assigned to the S. yeochonensis clade based on a combination of phenotypic properties. Strain BK168(T) (=KACC 20908(T)=NCIMB 14704(T)) should therefore be classified as the type strain of a novel species of the genus Streptomyces, for which the name Streptomyces cocklensis sp. nov. is proposed. The organism produces the antibiotic dioxamycin.
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The taxonomic positions of three streptomycetes isolated from a soil sample from a hay meadow were determined using a polyphasic approach. The isolates had chemical and morphological properties typical of the genus Streptomyces and, in phylogenetic analyses based on 16S rRNA gene sequences, formed a distinct subclade that was most closely related to the Streptomyces prasinus subclade. DNA-DNA relatedness studies showed that the novel strains belonged to three different genomic species. The novel strains could be distinguished from one another and from the type strains of the species classified in the S. prasinus subclade using a combination of genotypic and phenotypic properties. On the basis of these data, it is proposed that the novel strains be assigned to the genus Streptomyces as Streptomyces herbaceus sp. nov., Streptomyces incanus sp. nov. and Streptomyces pratens sp. nov., with BK119(T) (=KACC 21001(T) =CGMCC 4.5797(T)), BK128(T) (=KACC 21002(T) =CGMCC 4.5799(T)) and BK138(T) (=KACC 20904(T) =CGMCC 4.5800(T)) as the respective type strains.
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In our screening of marine actinomycetes for bioactive principles, three novel antibiotics designated as chandrananimycin A (3c), B (3d) and C (4) were isolated from the culture broth of a marine Actinomadura sp. isolate M045. The structures of the new antibiotics were determined by detailed interpretation of mass, 1 D and 2 D NMR spectra.
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Lo studio “Lotta biologica a Fusarium solani f.sp. cucurbitae su zucchino” si colloca nell’ambito della difesa integrata delle colture orticole dalle fitopatie fungine, in particolare quelle causate da patogeni ad habitat terricolo nei confronti dei quali è sempre più frequente il ricorso a mezzi di lotta diversi dai prodotti chimici. Interessante e innovativa appare la prospettiva di utilizzare microrganismi adatti a svilupparsi nel suolo, competenti per la rizosfera delle piante e con spiccate caratteristiche d’antagonismo verso i patogeni tellurici e di stimolazione delle difese sistemiche della pianta. Il marciume del colletto delle cucurbitacee, causato da diversi patogeni tra cui Fusarium solani f.sp. cucurbitae, rappresenta la principale malattia fungina di tipo tellurica che colpisce lo zucchino ed il melone nella Pianura Padana e che può portare a consistenti perdite produttive. Indagini condotte dal 2004 da parte del Diproval nell’areale bolognese, hanno evidenziato un’elevata frequenza del patogeno su zucchino coltivato soprattutto in tunnel. Considerata la carenza di conoscenze locali di F. solani f.sp. cucurbitae e di mezzi chimici di lotta efficaci, la ricerca svolta ha inteso approfondire la diagnosi della malattia e le caratteristiche biologiche degli isolati locali, e valutare la possibilità di utilizzare metodi biologici di lotta contro questo patogeno, nonché di studiare alcune delle possibili modalità d’azione di microrganismi antagonisti. Sono state pertanto prelevate, da zone diverse del Bolognese, campioni di piante di zucchino che presentavano sintomi di marciume del colletto ed è stato isolato il patogeno, che in base alle caratteristiche morfologiche macro e microscopiche, alle prove di patogenicità su diversi ospiti e a saggi biomolecolari, è stato identificato come Fusarium solani f. sp. cucurbitae W.C. Snyder & H.N. Hansen razza 1. Dagli isolati di campo sono state realizzate un centinaio di colture monosporiche venti delle quali sono state utilizzate per la prosecuzione delle prove. I venti ceppi sono stati saggiati per la loro patogenicità inoculandoli in terriccio sterile e con trapianto di giovani piante di zucchino. E’ risultata un’elevata variabilità del livello di virulenza tra i ceppi, stimata da 39% a 83% riguardo la gravità della malattia e da 61 a 96% per la frequenza di malattia. Sono state condotte prove di accrescimento miceliare che hanno evidenziato differenze tra i ceppi e tra gli esperimenti condotti a tre diverse temperature (17, 23 e 28°C) alla luce ed al buio. La crescita maggiore complessivamente è stata ottenuta a 23°C. I venti ceppi hanno anche mostrato di produrre, in vitro, vari livelli di enzimi di patogenesi quali cellulasi, poligalatturonasi, pectin liasi e proteasi. E’ stata evidenziata unan correlazione significativa tra attività cellulasica e pectin liasica con frequenza e gravità della malattia dei venti ceppi del patogeno. Le prove relative al contenimento della malattia sono state condotte in cella climatica. Sono stati considerati prodotti commerciali (Remedier, Rootshield, Cedomon, Mycostop, Proradix, Clonotry) a base rispettivamente dei seguenti microrganismi: Trichoderma harzianum ICC012 + T. viride ICC080, T. harzianum T22, Pseudomonas chlororaphis MA342, Streptomyces griseoviridis K61, P. fluorescens proradix DSM13134 e T. harzianum + Clonostachys rosea). I prodotti sono stati somministrati sul seme, al terreno e su seme+terreno (esperimenti 1 e 2) e in vivaio, al trapianto e vivaio+trapianto (esperimenti 3 e 4), riproducendo situazioni di pratico impiego. L’inoculazione del patogeno (un ceppo ad elevata patogenicità, Fs7 ed uno a bassa patogenicità, Fs37) è stata effettuata nel terreno distribuendo uno sfarinato secco di semi di miglio e cereali colonizzati dal patogeno. La malattia è stata valutata come intensità e gravità. I prodotti sono stati impiegati in situazioni di particolare stress, avendo favorito particolarmente la crescita del patogeno. Complessivamente i risultati hanno evidenziato effetti di contenimento maggiore della malattia nel caso del ceppo Fs37, meno virulento. La malattia è stata ridotta quasi sempre da tutti i formulati e quello che l’ha ridotta maggiormente è stato Cedomon. Il contenimento della malattia somministrando i prodotti solo nel terreno di semina o di trapianto è stato in generale quello più basso. Il contenimento più elevato è stato ottenuto con la combinazione di due tipologie di trattamento, seme+terreno e vivaio+trapianto. Le differenze tra i prodotti sono risultate più evidenti nel caso del ceppo Fs7. Per quanto riguarda lo studio di alcune delle modalità d’azione dei microrganismi contenuti nei formulati più efficaci, è stato verificato che tutti sono stati in grado di inibire, se pur in vario modo, la crescita del patogeno in vitro. Gli antagonisti più efficaci sono stati S. griseoviridis K61 (Mycostop) e P. fluorescens proradix DSM13134). I ceppi di Trichoderma, ed in particolare T.harzianum T22 (Rootshield), sono risultati i più attivi colonizzatori del substrato. Riguardo il fenomeno dell’antibiosi, il batterio P. fluorescens proradix DSM13134 ha mostrato di produrre i metaboliti non volatili più efficaci nel ridurre lo sviluppo del patogeno. Nelle condizioni sperimentali adottate anche i due ceppi di T. viride ICC080 e T. harzianum ICC012 hanno dimostrato di produrre metaboliti efficaci. Tali risultati, anche se relativi a prove in vitro, possono contribuire alla comprensione dei meccanismi dei microrganismi sul contenimento dell’infezione relativamente al rapporto diretto sul patogeno. E’ stato inoltre verificato che tutti i microrganismi saggiati sono dotati di competenza rizosferica e solo i batteri di endofitismo. Si conclude che, nonostante l’elevata pressione infettiva del patogeno che ha certamente influito negativamente sull’efficacia dei microrganismi studiati, i microrganismi antagonisti possono avere un ruolo nel ridurre l’infezione di F. solani f.sp. cucurbitae razza 1.
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Inclusions of sp-hybridised, trans-polyacetylene [trans-(CH)x] and poly(p-phenylene vinylene) (PPV) chains are revealed using resonant Raman scattering (RRS) investigation of amorphous hydrogenated carbon (a-C:H) films in the near IR – UV range. The RRS spectra of trans-(CH)x core Ag modes and the PPV CC-H phenylene mode are found to transform and disperse as the laser excitation energy ћωL is increased from near IR through visible to UV, whereas sp-bonded inclusions only become evident in UV. This is attributed to ћωL probing of trans-(CH)x chain inhomogeneity and the distribution of chains with varying conjugation length; for PPV to the resonant probing of phelynene ring disorder; and for sp segments, to ћωL probing of a local band gap of end-terminated polyynes. The IR spectra analysis confirmed the presence of sp, trans-(CH)x and PPV inclusions. The obtained RRS results for a-C:H denote differentiation between the core Ag trans-(CH)x modes and the PPV phenylene mode. Furthermore, it was found that at various laser excitation energies the changes in Raman spectra features for trans-(CH)x segments included in an amorphous carbon matrix are the same as in bulk trans-polyacetylene. The latter finding can be used to facilitate identification of trans-(CH)x in the spectra of complex carbonaceous materials.
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Abstract Neopolycystus sp. is the only primary egg parasitoid associated with the pest beetle Paropsis atomaria in subtropical eucalypt plantations, but its impact on its host populations is unknown. The simplified ecosystem represented by the plantation habitat, lack of interspecific competition for host and parasitoid, and the multivoltinism of the host population makes this an ideal system for quantifying the direct and indirect effects of egg parasitism, and hence, effects on host population dynamics. Within-, between- and overall-egg-batch parasitism rates were determined at three field sites over two field seasons, and up to seven host generations. The effect of exposure time (egg batch age), host density proximity to native forest and water sources on egg parasitism rates was also tested. Neopolycystus sp. exerts a significant influence on P. atomaria populations in Eucalyptus cloeziana. plantations in south-eastern Queensland, causing the direct (13%) and indirect (15%) mortality of almost one-third of all eggs in the field. Across seasons and generations, 45% of egg batches were parasitised, with a within-batch parasitism rate of around 30%. Between-batch parasitism increased up to 5–6 days after oviposition in the field, although within-batch parasitism rates generally did not. However, there were few apparent patterns to egg parasitism, with rates often varying significantly between sites and seasons.
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Antechinus mysticus sp. nov. occurs in coastal Australia, ranging from just north of the Queensland (Qld)/New South Wales (NSW) border to Mackay (mid-east Qld), and is sympatric with A. flavipes (Waterhouse) and A. subtropicus Van Dyck & Crowther in south-east Qld. The new species can be distinguished in the field, having paler feet and tail base than A. flavipes and a greyish head that merges to buff-yellow on the rump and flanks, compared with the more uniform brown head and body of A. subtropicus and A. stuartii Macleay. Features of the dentary can also be used for identification: A. mysticus differs from A. flavipes in having smaller molar teeth, from A. subtropicus in having a larger gap between front and rear palatal vacuities, and from A. stuartii in having a generally broader snout. Here, we present a morphological analysis of the new species in comparison with every member of the genus, including a discussion of genetic structure and broader evolutionary trends, as well as an identification key to species based on dental characters. It seems likely that the known geographic range of A. mysticus will expand as taxonomic focus on the genus is concentrated in south-east Queensland and north-east New South Wales.
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Histological analysis of gill samples taken from individuals of Latris lineata reared in aquaculture in Tasmania, Australia, and those sampled from the wild revealed the presence of epitheliocystis-like basophilic inclusions. Subsequent morphological, in situ hybridization, and molecular analyses were performed to confirm the presence of this disease and discovered a Chlamydia-like organism associated with this condition, and the criteria set by Fredericks and Relman's postulates were used to establish disease causation. Three distinct 16S rRNA genotypes were sequenced from 16 fish, and phylogenetic analyses of the nearly full-length 16S rRNA sequences generated for this bacterial agent indicated that they were nearly identical novel members of the order Chlamydiales. This new taxon formed a well-supported clade with "Candidatus Parilichlamydia carangidicola" from the yellowtail kingfish (Seriola lalandi). On the basis of sequence divergence over the 16S rRNA region relative to all other members of the order Chlamydiales, a new genus and species are proposed here for the Chlamydia-like bacterium from L. lineata, i.e., "Candidatus Similichlamydia latridicola" gen. nov., sp. nov.