52 resultados para Sincronía


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NAVA®, dall’inglese Neurally Adjusted Ventilatory Assist, è una tecnica di monitoraggio e di ventilazione e rappresenta una sofisticata innovazione tecnologica in quanto consente un’assistenza ventilatoria costantemente in armonia con le esigenze del paziente, grazie alla rilevazione diretta dell’attività elettrica del diaframma. Da un punto di vista pratico-operativo, NAVA è un modulo integrativo che si inserisce nelle apparecchiature di ventilazione già esistenti integrandone al meglio le funzionalità. A tale modulo è collegato un sondino nasogastrico nella cui parte distale vi sono elettrodi bipolari. Il sondino viene inserito nell’esofago vicino al diaframma e permette l’acquisizione del segnale Edi (Diaphragmatic Electrical Activity), relativo all’attività elettrica del diaframma. L’attività di quest ultimo è strettamente correlata alla dinamica respiratoria del paziente, in quanto il diaframma, contraendosi, determina il flusso d’aria all’interno delle vie aree. Il segnale Edi acquisito viene usato per interfacciarsi con il ventilatore e grazie speciali algoritmi, il segnale guida il ventilatore permettendo un’assistenza ventilatoria proporzionale e sincrona agli sforzi respiratori del paziente. NAVA è tra le nuove apparecchiature sanitarie ed elettromedicali che la Banca Popolare dell’Emilia Romagna ha recentemente donato al Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale Bufalini di Cesena per un valore complessivo di oltre 120.000 euro. NAVA e gli altri strumenti donati sono apparecchiature di ultima generazione destinate a migliorare le possibilità di sopravvivenza dei pazienti più critici, con ustioni e ferite alla cute molto gravi, che necessitano di un’assistenza intensiva. In questo elaborato, nel Capitolo 1, viene presentata la Fisiologia dell’apparato respiratorio e a seguire, nel Capitolo 2, viene descritta la Ventilazione meccanica convenzionale, ancora oggi molto utilizzata. Successivamente, nel Capitolo 3 è illustrata la nuova modalità NAVA. Proseguendo, nel Capitolo 4 si apre un confronto tra le principali differenze tra la NAVA e le precedenti modalità di ventilazione. L’elaborato si conclude con la speranza che NAVA, un’innovazione senza precedenti, non sia limitata ad un investimento potenzialmente utile nel presente della terapia intensiva, ma che la ricerca ad essa correlata possa, in un imminente futuro, aprire la strada a nuove tecnologie ancora più efficienti nella salvaguardia dei pazienti in terapia intensiva.

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Attualmente il panorama informatico è dominato dai dispositivi mobile: smartphone e tablet pc dominano incontrastati la scena del mercato elettronico. Questo comporta un radicale ripensamento e cambiamento del software, le web app e le mobile application richiedono infatti una sempre maggiore reattività dell’interfaccia utente, la persistente connessione a Internet e l’interazione con una moltitudine di dispositivi esterni. Il progettista di software deve oggi far fronte a tutta una serie di problematiche, l’aumentata complessità dei sistemi e i sempre più ristretti tempi di sviluppo e consegna richiedono compromessi tra la semplicità delle tecniche di progettazione e l’efficienza del prodotto ottenuto. Le architetture ad eventi in primis, unitamente al paradigma di programmazione asincrona, si pongono come soluzione ottimale a queste esigenze. L’obbiettivo principale di questa tesi è quello di offrire una panoramica generale sullo stato dell’arte delle architetture ad eventi focalizzandosi sul ruolo che esse assumono nel contesto delle applicazioni moderne, intendendo principalmente con questo termine le web application e le mobile application. Partendo dal concetto di programmazione sincrona e parallela si giunge a descrivere un terzo modello, il modello asincrono, di fondamentale importanza per i sistemi event-driven. Utilizzando come principale linguaggio di riferimento JavaScript si affrontano le problematiche legate alla stesura del codice per la gestione degli eventi, l’asincronicità intrinseca degli eventi e l’utilizzo di funzioni di callback portano a produrre codice di difficile lettura e manutenzione. Si analizzano quindi in dettaglio i pattern fondamentali e le tecniche attualmente utilizzate per l’ottimizzazione della gestione del codice e delle problematiche esposte fornendo numerosi esempi esplicativi.

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Il cancro colorettale (CRC) rimane la prima causa di morte nei paesi occidentali.Dal 15% al 25% dei pazienti affetti da CRC presenta metastasi epatiche sincrone (CRLM) al momento della diagnosi.La resezione epatica radicale rimane l’unica terapia potenzialmente curativa in presenza di CRLM con una sopravvivenza a 5 anni compresa tra il 17% ed il 35% ed a 10 anni tra il 16% e il 23% rispettivamente. La tempistica ottimale per la resezione chirurgica in caso di presentazione sincrona di CRC è controversa.Questo studio intende dimostrare che le resezioni epatiche ecoguidate radicali ma conservative simultanee ad una resezione colorettale rappresentano una tecnica sicura ed efficace nei pazienti con CRC avanzato. 48 pazienti sono stati sottoposti ad una resezione simultanea colorettale ed epatica. L’età media +SD (range) era di 64,2+9,7 (38-84).Un solo paziente è deceduto entro 30 giorni. La mortalità post operatoria è stata complessivamente del 2,1%. Nove pazienti (18,8%) hanno sviluppato una o più complicanza ,4 (8,3%) di grado III-IV sec. Clavien-Dindo e 5 (10,4%) di grado I-II. La durata complessiva dell’intervento chirurgico simultaneo è stata di 486,6+144,0 (153-804) minuti.Questo studio conferma che le resezioni colorettali ed epatiche simultanee possono essere eseguite senza un significativo aumento della morbilità e mortalità perioperatorie, anche in pazienti sottoposti ad una resezione anteriore ultrabassa ed in quelli in cui sia indicato il clampaggio intermittente dell’ilo epatico. L’IOUS è efficace nel ridurre l’estensione della resezione epatica in pazienti sia con CRLM anche multiple e bilobari .Poichè le complicanze maggiori sono frequenti dopo resezioni epatiche maggiori simultanee, riducendo l’estensione della resezione del parenchima epatico si può avere un impatto favorevole sul decorso post operatorio.Le resezioni epatiche ecoguidate radicali ma conservative simultanee ad una resezione colorettale sono una tecnica sicura ed efficace in pazienti con carcinoma colorettale avanzato e andrebbero considerate l’opzione primaria in casi selezionati

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Nel campo dell’automotive, negli ultimi anni, gli sviluppi sono stati consistenti: infatti sono state introdotte sul mercato molte novità, tra le quali vetture con propulsione elettrica o ibrida. Il controllo del motore termico durante il moto è studiato da moltissimi anni, mentre il controllo di un motore elettrico è tuttora in fase di continua ricerca e sviluppo. Infatti, con l’introduzione di tecniche vettoriali, si sono ottenuti notevoli miglioramenti a livello di qualità di utilizzo del motore elettrico stesso. In particolare, l’introduzione di un nuovo metodo di controllo che prende il nome di “controllo predittivo” cerca di ottimizzare ulteriormente la propulsione elettrica. Oggetto di studio in questa tesi è il controllo predittivo implementato per la regolazione delle correnti di statore in un motore brushless. Dopo una presentazione di carattere generale, che spazia dalle tipologie di vetture elettriche alle batterie utilizzate a bordo, passando dai vari tipi di propulsori elettrici verosimilmente utilizzabili, viene descritto, a livello teorico, il sistema utilizzato nelle simulazioni in questa tesi, prestando particolare attenzione alla macchina sincrona brushless a magneti permanenti ed al suo controllo vettoriale oltre che alla tecnica per un corretto deflussaggio. Successivamente sono descritti il controllo predittivo di corrente utilizzato nelle simulazioni, con un occhio di riguardo alla compensazione del ritardo di calcolo necessario per ottimizzare ulteriormente il controllo del motore di trazione elettrico, e la modellizzazione del veicolo elettrico ibrido in ambiente Simulink di Matlab, rimandando alle Appendici A e B per la eventuale consultazione dei codici implementati. Infine sono presentati i risultati ottenuti con vari tipi di prove per verificare se effettivamente il veicolo esegue ciò che è richiesto.

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Le successioni quaternarie di ambiente marino profondo di ampie zone del Mar Mediterraneo orientale sono caratterizzate dalla ciclica presenza di livelli scuri notevolmente ricchi di materia organica denominati Sapropel. Il sapropel più recente (S1), deposto nel tardo olocene, è considerato uno strato guida per la sua deposizione sincrona e per la sua notevole estensione areale. Questa tesi si propone di approfondire l’analisi delle associazioni a foraminiferi planctonici e bentonici entro il sapropel S1 di una successione del Mar Ionio, in cui questo livello sia interessato da interruzioni confrontabili con quelle torbiditiche analizzate in altri recenti studi, per valutare quale contributo possa fornire la micropaleontologia a foraminiferi nelle ricerche su queste particolari successioni sapropelitiche.

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Tra tutte le tecniche sviluppate per il recupero di segnali, i metodi basati sul principio di rilevazione sincrona, utilizzati dagli amplificatori lock-in, sono largamente i più usati in tutti i campi della ricerca scientifica. Gli amplificatori lock-in sono strumenti utilizzati per rilevare e misurare segnali in ambienti in cui il rumore di fondo può essere di diversi ordini di grandezza più grande del segnale che si intende misurare. In questo lavoro viene presentato un metodo per realizzare un amplificatore lock-in digitale su scheda hardware NI ELVIS II+ e software LabVIEW. In seguito viene descritto come, attraverso test opportuni, sono state analizzate le performance del sistema realizzato e sono state confrontate con i sistemi disponibili commercialmente. Infine, l’amplificatore lock-in realizzato è stato poi utilizzato in un esperimento di misura spettroscopica dell’energia di gap di un campione di Germanio per mezzo dell’effetto fotoelettrico interno.

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El sociolecto popular del habla de Córdoba, en la presente sincronía, muestra una impronta de modos identitarios en los cuales han contribuido de manera singularizante las marcas idiomáticas del género musical denominado cuarteto o, más bien, los letristas de este género han posibilitado la estandarización de los modos propios de los asentamientos marginales y populares al hacerlos circular desde sus canciones a la sociedad toda. La constatación de este fenómeno reflejado en todos los planos del habla - fonético, morfosintáctico y léxico semántico - ha capturado nuestra atención desde hace un tiempo. Para su consideración seleccionamos un corpus conformado por sesenta horas grabadas de textos de los principales exponentes del cancionero cuartetero tales como el Cuarteto Leo, Cuarteto Berna, Cuarteto de Oro, La Mona Jiménez, Trulalá, Rodrigo, La Barra, Pelusa, Damián Córdoba y otros, a las que sumamos otro significativo número de canciones de cuarteto escuchadas por los medios radiales y televisivos locales. En primer término orientamos nuestra investigación hacia el estudio de los vecindarios populares y asentamientos marginales que ponen activamente en uso variedades lingüísticas recogidas en el fenómeno musical mencionado. En segunda instancia, consideramos y sistematizamos en dominios (según conceptos de Gumperz, 1964 y Fishman, 1982) el repertorio léxico que presenta el cancionero del cuarteto (composición étnica, música, diversión, bebidas, marginalidad, etc.). A continuación nos detuvimos en el aspecto morfosintáctico, analizando los mecanismos derivativos de afijación mediante sufijos, del sociolecto en cuestión (sufijación aumentativa, disminutiva y despectiva). Por último, consideramos aspectos fonéticos interesantes que si bien recogen articulaciones de antigua data en el registro popular cordobés (reducción de grupos consonánticos heterosilábicos, cierre del timbre vocálico, pérdida del primer segmento fónico de las palabras, metátesis del sonido alveolar nasal...), la difusión musical del cuarteto y su aceptación por otros estratos sociales han permitido su adopción como marca identitaria del habla popular

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Esta ponencia se enmarca dentro de un proyecto de mayor amplitud e intenta mostrar la presencia de xenismos o extranjerismos y de préstamos léxicos en el español de Córdoba (Argentina), referidos al microcampo de transportes y viajes. La propuesta involucra una perspectiva sincrónica de finales del siglo XX y comienzos del XXI sobre el léxico no patrimonial del habla cordobesa y tiene la ambición de ser diacrónica, ya que remite a los extranjerismos, anglicismos y galicismos empleados en los albores del siglo XX (el tempus) y cristalizados en la prensa escrita de 1910. El locus de este trabajo es el habla de Córdoba. Nuestro corpus de análisis está constituido por el siguiente material lingüístico: a) selección de artículos periodísticos locales referidos al transporte de Córdoba y viajes durante 1910 y consulta de diarios cordobeses de finales del siglo XX y principios del XXI; b) grabaciones de registros coloquiales, informantes cultos de las tres generaciones, en la sincronía de los años 2000 y 2003; c) entrevistas de indagación léxica a 13 informantes de las tres generaciones, concernientes a 369 ítemes sobre el microcampo léxico mencionado. La investigación tiene como propósito: a) mostrar la riqueza léxica de los extranjerismos y préstamos en 1910 y en la sincronía actual del español de Córdoba; b) analizar la filiación idiomática de los vocablos registrados y c) señalar en la perspectiva diacrónica los procesos de evolución mediante la adopción de voces extranjeras.

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La competencia comunicativa, eje sobre el cual gira actualmente la enseñanza de lenguas extranjeras, necesita obligatoriamente de la comprensión y de la producción oral de la L2. El desarrollo de la habilidad oral en una formación enteramente a distancia en las lenguas extranjeras implica el uso de una serie de herramientas que determinarán la sincronía o la asincronía de los intercambios audio orales producidos entre los aprendices y los tutores expertos de la lengua. Estas herramientas presentan claramente características de uso que difieren mucho, pero no en su totalidad, de las técnicas empleadas en intercambios presenciales. Esta presentación abordará esas particularidades de las herramientas tecnológicas, principalmente en el área de la producción oral, a partir de las diferentes tareas propuestas por los módulos del proyecto DEFI (Dispositivo de Enseñanza de Francés Interactivo), a implantar en la Escuela de Lenguas a partir de este año lectivo. Si bien esta formación a distancia posee una guía de uso y un descriptivo de las funciones más importantes, creemos conveniente reflexionar sobre la práctica misma y cómo los aprendices llegarán a alcanzar los objetivos propuestos, es decir, la adquisición de la competencia comunicativa

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La competencia comunicativa, eje sobre el cual gira actualmente la enseñanza de lenguas extranjeras, necesita obligatoriamente de la comprensión y de la producción oral de la L2. El desarrollo de la habilidad oral en una formación enteramente a distancia en las lenguas extranjeras implica el uso de una serie de herramientas que determinarán la sincronía o la asincronía de los intercambios audio orales producidos entre los aprendices y los tutores expertos de la lengua. Estas herramientas presentan claramente características de uso que difieren mucho, pero no en su totalidad, de las técnicas empleadas en intercambios presenciales. Esta presentación abordará esas particularidades de las herramientas tecnológicas, principalmente en el área de la producción oral, a partir de las diferentes tareas propuestas por los módulos del proyecto DEFI (Dispositivo de Enseñanza de Francés Interactivo), a implantar en la Escuela de Lenguas a partir de este año lectivo. Si bien esta formación a distancia posee una guía de uso y un descriptivo de las funciones más importantes, creemos conveniente reflexionar sobre la práctica misma y cómo los aprendices llegarán a alcanzar los objetivos propuestos, es decir, la adquisición de la competencia comunicativa

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El sociolecto popular del habla de Córdoba, en la presente sincronía, muestra una impronta de modos identitarios en los cuales han contribuido de manera singularizante las marcas idiomáticas del género musical denominado cuarteto o, más bien, los letristas de este género han posibilitado la estandarización de los modos propios de los asentamientos marginales y populares al hacerlos circular desde sus canciones a la sociedad toda. La constatación de este fenómeno reflejado en todos los planos del habla - fonético, morfosintáctico y léxico semántico - ha capturado nuestra atención desde hace un tiempo. Para su consideración seleccionamos un corpus conformado por sesenta horas grabadas de textos de los principales exponentes del cancionero cuartetero tales como el Cuarteto Leo, Cuarteto Berna, Cuarteto de Oro, La Mona Jiménez, Trulalá, Rodrigo, La Barra, Pelusa, Damián Córdoba y otros, a las que sumamos otro significativo número de canciones de cuarteto escuchadas por los medios radiales y televisivos locales. En primer término orientamos nuestra investigación hacia el estudio de los vecindarios populares y asentamientos marginales que ponen activamente en uso variedades lingüísticas recogidas en el fenómeno musical mencionado. En segunda instancia, consideramos y sistematizamos en dominios (según conceptos de Gumperz, 1964 y Fishman, 1982) el repertorio léxico que presenta el cancionero del cuarteto (composición étnica, música, diversión, bebidas, marginalidad, etc.). A continuación nos detuvimos en el aspecto morfosintáctico, analizando los mecanismos derivativos de afijación mediante sufijos, del sociolecto en cuestión (sufijación aumentativa, disminutiva y despectiva). Por último, consideramos aspectos fonéticos interesantes que si bien recogen articulaciones de antigua data en el registro popular cordobés (reducción de grupos consonánticos heterosilábicos, cierre del timbre vocálico, pérdida del primer segmento fónico de las palabras, metátesis del sonido alveolar nasal...), la difusión musical del cuarteto y su aceptación por otros estratos sociales han permitido su adopción como marca identitaria del habla popular

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Esta ponencia se enmarca dentro de un proyecto de mayor amplitud e intenta mostrar la presencia de xenismos o extranjerismos y de préstamos léxicos en el español de Córdoba (Argentina), referidos al microcampo de transportes y viajes. La propuesta involucra una perspectiva sincrónica de finales del siglo XX y comienzos del XXI sobre el léxico no patrimonial del habla cordobesa y tiene la ambición de ser diacrónica, ya que remite a los extranjerismos, anglicismos y galicismos empleados en los albores del siglo XX (el tempus) y cristalizados en la prensa escrita de 1910. El locus de este trabajo es el habla de Córdoba. Nuestro corpus de análisis está constituido por el siguiente material lingüístico: a) selección de artículos periodísticos locales referidos al transporte de Córdoba y viajes durante 1910 y consulta de diarios cordobeses de finales del siglo XX y principios del XXI; b) grabaciones de registros coloquiales, informantes cultos de las tres generaciones, en la sincronía de los años 2000 y 2003; c) entrevistas de indagación léxica a 13 informantes de las tres generaciones, concernientes a 369 ítemes sobre el microcampo léxico mencionado. La investigación tiene como propósito: a) mostrar la riqueza léxica de los extranjerismos y préstamos en 1910 y en la sincronía actual del español de Córdoba; b) analizar la filiación idiomática de los vocablos registrados y c) señalar en la perspectiva diacrónica los procesos de evolución mediante la adopción de voces extranjeras.

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