39 resultados para PENFIELD HOMUNCULUS
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During the past decade, several observational and theoretical works have provided evidence of the binary nature of eta Carinae. Nevertheless, there is still no direct determination of the orbital parameters, and the different current models give contradictory results. The orbit is, in general, assumed to coincide with the Homunculus equator although the observations are not conclusive. Among all systems, eta Car has the advantage that it is possible to observe both the direct emission of line transitions in the central source and its reflection by the Homunculus, which is dependent on the orbital inclination. In this work, we studied the orbital phase-dependent hydrogen Paschen spectra reflected by the south-east lobe of the Homunculus to constrain the orbital parameters of eta Car and determine its inclination with respect to the Homunculus axis. Assuming that the emission excess originates in the wind-wind shock region, we were able to model the latitude dependence of the spectral line profiles. For the first time, we were able to estimate the orbital inclination of eta Car with respect to the observer and to the Homunculus axis. The best fit occurs for an orbital inclination to the line of sight of i similar to 60 degrees +/- 10 degrees, and i* similar to 35 degrees +/- 10 degrees with respect to the Homunculus axis, indicating that the angular momenta of the central object and the orbit are not aligned. We were also able to fix the phase angle of conjunction as similar to -40 degrees, showing that periastron passage occurs shortly after conjunction.
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Background: The most substantial and best preserved area of Atlantic Forest is within the biogeographical sub-region of Serra do Mar. The topographic complexity of the region creates a diverse array of microclimates, which can affect species distribution and diversity inside the forest. Given that Atlantic Forest includes highly heterogeneous environments, a diverse and medically important Culicidae assemblage, and possible species co-occurrence, we evaluated mosquito assemblages from bromeliad phytotelmata in Serra do Mar (southeastern Brazil). Methods: Larvae and pupae were collected monthly from Nidularium and Vriesea bromeliads between July 2008 and June 2009. Collection sites were divided into landscape categories (lowland, hillslope and hilltop) based on elevation and slope. Correlations between bromeliad mosquito assemblage and environmental variables were assessed using multivariate redundancy analysis. Differences in species diversity between bromeliads within each category of elevation were explored using the Renyi diversity index. Univariate binary logistic regression analyses were used to assess species co-occurrence. Results: A total of 2,024 mosquitoes belonging to 22 species were collected. Landscape categories (pseudo-F value = 1.89, p = 0.04), bromeliad water volume (pseudo-F = 2.99, p = 0.03) and bromeliad fullness (Pseudo-F = 4.47, p < 0.01) influenced mosquito assemblage structure. Renyi diversity index show that lowland possesses the highest diversity indices. The presence of An. homunculus was associated with Cx. ocellatus and the presence of An. cruzii was associated with Cx. neglectus, Cx. inimitabilis fuscatus and Cx. worontzowi. Anopheles cruzii and An. homunculus were taken from the same bromeliad, however, the co-occurrence between those two species was not statistically significant. Conclusions: One of the main findings of our study was that differences in species among mosquito assemblages were influenced by landscape characteristics. The bromeliad factor that influenced mosquito abundance and assemblage structure was fullness. The findings of the current study raise important questions about the role of An. homunculus in the transmission of Plasmodium in Serra do Mar, southeastern Atlantic Forest.
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La distorsione della percezione della distanza tra due stimoli puntuali applicati sulla superfice della pelle di diverse regioni corporee è conosciuta come Illusione di Weber. Questa illusione è stata osservata, e verificata, in molti esperimenti in cui ai soggetti era chiesto di giudicare la distanza tra due stimoli applicati sulla superficie della pelle di differenti parti corporee. Da tali esperimenti si è dedotto che una stessa distanza tra gli stimoli è giudicata differentemente per diverse regioni corporee. Il concetto secondo cui la distanza sulla pelle è spesso percepita in maniera alterata è ampiamente condiviso, ma i meccanismi neurali che manovrano questa illusione sono, allo stesso tempo, ancora ampiamente sconosciuti. In particolare, non è ancora chiaro come sia interpretata la distanza tra due stimoli puntuali simultanei, e quali aree celebrali siano coinvolte in questa elaborazione. L’illusione di Weber può essere spiegata, in parte, considerando la differenza in termini di densità meccano-recettoriale delle differenti regioni corporee, e l’immagine distorta del nostro corpo che risiede nella Corteccia Primaria Somato-Sensoriale (homunculus). Tuttavia, questi meccanismi sembrano non sufficienti a spiegare il fenomeno osservato: infatti, secondo i risultati derivanti da 100 anni di sperimentazioni, le distorsioni effettive nel giudizio delle distanze sono molto più piccole rispetto alle distorsioni che la Corteccia Primaria suggerisce. In altre parole, l’illusione osservata negli esperimenti tattili è molto più piccola rispetto all’effetto prodotto dalla differente densità recettoriale che affligge le diverse parti del corpo, o dall’estensione corticale. Ciò, ha portato a ipotizzare che la percezione della distanza tattile richieda la presenza di un’ulteriore area celebrale, e di ulteriori meccanismi che operino allo scopo di ridimensionare – almeno parzialmente – le informazioni derivanti dalla corteccia primaria, in modo da mantenere una certa costanza nella percezione della distanza tattile lungo la superfice corporea. E’ stata così proposta la presenza di una sorta di “processo di ridimensionamento”, chiamato “Rescaling Process” che opera per ridurre questa illusione verso una percezione più verosimile. Il verificarsi di questo processo è sostenuto da molti ricercatori in ambito neuro scientifico; in particolare, dal Dr. Matthew Longo, neuro scienziato del Department of Psychological Sciences (Birkbeck University of London), le cui ricerche sulla percezione della distanza tattile e sulla rappresentazione corporea sembrano confermare questa ipotesi. Tuttavia, i meccanismi neurali, e i circuiti che stanno alla base di questo potenziale “Rescaling Process” sono ancora ampiamente sconosciuti. Lo scopo di questa tesi è stato quello di chiarire la possibile organizzazione della rete, e i meccanismi neurali che scatenano l’illusione di Weber e il “Rescaling Process”, usando un modello di rete neurale. La maggior parte del lavoro è stata svolta nel Dipartimento di Scienze Psicologiche della Birkbeck University of London, sotto la supervisione del Dott. M. Longo, il quale ha contribuito principalmente all’interpretazione dei risultati del modello, dando suggerimenti sull’elaborazione dei risultati in modo da ottenere un’informazione più chiara; inoltre egli ha fornito utili direttive per la validazione dei risultati durante l’implementazione di test statistici. Per replicare l’illusione di Weber ed il “Rescaling Proess”, la rete neurale è stata organizzata con due strati principali di neuroni corrispondenti a due differenti aree funzionali corticali: • Primo strato di neuroni (il quale dà il via ad una prima elaborazione degli stimoli esterni): questo strato può essere pensato come parte della Corteccia Primaria Somato-Sensoriale affetta da Magnificazione Corticale (homunculus). • Secondo strato di neuroni (successiva elaborazione delle informazioni provenienti dal primo strato): questo strato può rappresentare un’Area Corticale più elevata coinvolta nell’implementazione del “Rescaling Process”. Le reti neurali sono state costruite includendo connessioni sinaptiche all’interno di ogni strato (Sinapsi Laterali), e connessioni sinaptiche tra i due strati neurali (Sinapsi Feed-Forward), assumendo inoltre che l’attività di ogni neurone dipenda dal suo input attraverso una relazione sigmoidale statica, cosi come da una dinamica del primo ordine. In particolare, usando la struttura appena descritta, sono state implementate due differenti reti neurali, per due differenti regioni corporee (per esempio, Mano e Braccio), caratterizzate da differente risoluzione tattile e differente Magnificazione Corticale, in modo da replicare l’Illusione di Weber ed il “Rescaling Process”. Questi modelli possono aiutare a comprendere il meccanismo dell’illusione di Weber e dare così una possibile spiegazione al “Rescaling Process”. Inoltre, le reti neurali implementate forniscono un valido contributo per la comprensione della strategia adottata dal cervello nell’interpretazione della distanza sulla superficie della pelle. Oltre allo scopo di comprensione, tali modelli potrebbero essere impiegati altresì per formulare predizioni che potranno poi essere verificate in seguito, in vivo, su soggetti reali attraverso esperimenti di percezione tattile. E’ importante sottolineare che i modelli implementati sono da considerarsi prettamente come modelli funzionali e non intendono replicare dettagli fisiologici ed anatomici. I principali risultati ottenuti tramite questi modelli sono la riproduzione del fenomeno della “Weber’s Illusion” per due differenti regioni corporee, Mano e Braccio, come riportato nei tanti articoli riguardanti le illusioni tattili (per esempio “The perception of distance and location for dual tactile pressures” di Barry G. Green). L’illusione di Weber è stata registrata attraverso l’output delle reti neurali, e poi rappresentata graficamente, cercando di spiegare le ragioni di tali risultati.
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u.a.: Verweis auf den Homunculus in Goethes Faust; Treffen mit Schopenhauer im Jahre 1851;
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"Reprinted by permission from the Century magazine."
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