268 resultados para Oksanen, Atte


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In 1999, 24 percent of Iowa prison beds were occupied by African-American inmates, despite the fact that African-Americans comprised just over 2 percent of the state’s total population. That year the median incarceration rate for African-Americans in Iowa was 2,950 per every 100,000 people (or approximately 3.0 percent of the state’s African-American population). The median incarceration rate for Caucasians in Iowa was 188 per every 100,000 people (or approximately 0.2 percent of the state’s Caucasian population). Seven percent of all African-Americans in this state were under some form of criminal justice supervision in 1999. 1999 statistics also reveal that there were nearly twice as many African-Americans under criminal justice supervision in Iowa than atte nded one of the state’s post-secondary institutions.

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Tämä insinöörityö tehtiin Skanska Infra Oy:n siltayksikölle. Yrityksen ongelmana on ollut puumateriaalien liiallinen siirtely työmaa-alueen sisällä. Työn tavoitteena oli selvittää taloudellisin tapa tilata puumateriaalia siltatyömaalle, jotta nämä kuljetukset vähenisivät. Työ aloitettiin selvittämällä nykyinen toimintatapa tilata ja kuljettaa puumateriaalia työmaalle sekä näiden synnyttämät kustannukset. Sen jälkeen selvitettiin mitkä asiat vaikuttavat tilattaviin määriin ja laatuihin. Työn lopputuloksena syntyi kuva siitä, mikä on taloudellisesti paras tapa tilata puumateriaali työmaalle. Varastoalueiden käyttö todettiin kalliiksi vaihtoehdoksi ja sitä yrityksen tulisi välttää. Puumateriaalien määrälaskenta ennen materiaalin tilausta mahdollistaa sen, että siltakohteelle kuljetetaan vain tarvittava määrä puuta. Tällä vähennetään sisäisten kuljetusten määrää ja materiaalihukkaa.

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La tesi di Dottorato, condotta in accordo di colutela tra l'Università di Roma Tor Vergata e l'UNIL di Losanna, ha affrontato l'analisi di un gruppo di undici disegni custodia presso la National Gallery of Scotland di Edimburgo, copie di alcuni dei più significativi mosaici medioevali delle chiese di Roma, ricostruendone la genesi, quindi le vicende legate alla committenza, e il percorso collezionistico. I disegni scozzesi, oggetto di un importante articolo di Julian Gardner pubblicato sul Burlington Magatine nel 1973, furono commissionati intorno agli anni Settanta del XVII secolo dall'antiquario romano Giovanni Giustino Ciampini (1633-1698) in connessione alla stesura della sua opera di erudizione più avvertita e famosa: i Vetera Mommenta in' quibus praecipue Musiva Opera, sacrarum, profanan,mque, Aedìum structura, ac nonnulli antiqui ritus dissertationibus iconìbusque illustrantur. La composizione dei Vetera Mommenta - un'opera riccamente illustrata che nasce per rispondere alle esigenze della ideologia della Chiesa di Roma in un momento di rinnovata crisi del sistema - impone a Ciampini di porsi da un lato nella prospettiva della più alta tradizione antiquaria cinque e seicentesca, di cui recupera i metodi di lettura e di analisi applicati allo studio delle monete e dei monumenti antichi interpretati quali prove per la ricostruzione storica, e dall'altra, come è emerso dalle mie ricerche, lo pone immediatamente in contatto con gli avamposti del più moderno metodo di indagine storica e filologica applicato alle fonti e ai documenti della storia ecclesiastica, inaugurato dall'ambiente bollandista e inaurino. I monumenti paleocristiani e medioevali assumono in quest'ottica lo status di 'fatti incontestabili', le fonti primarie attraverso le quali Ciampini ricuce le tappe salienti della storia della Chiesa, da Costantino fino al XV secolo. Nel 1700 le copie di Edimburgo arrivano nelle mani del mercante e connoisseur milanese il padre oratoriano Sebastiano Resta (1635-1714), di stanza a Roma presso la Chiesa Nuova della Vallicella dal 1660, che decide di rilegarle tutte insieme in un volume da donare al suo maggiore acquirente e patrono, il vescovo di Arezzo Giovanni Matteo Marchetti. Come spiega Resta in alcune sue lettere, il presente avrebbe dovuto costituire insieme una curiosità ed offrire un confronto: infatti «le copie delli mosaici di Roma che erano di Monsignor Ciampini» - afferma Resta - avrebbero mostrato al Marchetti «le maniere di que' tempi gottici, barbari e divoti de cristiani e [fatto] spiccare i secoli seguenti». Questa indagine infatti ha fatto riemergere aspetti della precoce attenzione di Sebastiano Resta per l'arte dei "secoli bassi", mai debitamente affrontata dagli studi. E' infatti sulla scorta di una profonda conoscenza dei testi della letteratura artistica, e in connessione alla esplosione vivacissima della controversia Malvasia/Baldinucci sul primato del risorgere delle arti in Toscana, che Sebastiano a partire dagli anni Ottanta del Seicento comincia a meditare sul Medioevo artistico con il fine di spiegare l'evoluzione del linguaggio tecnico e formale che ha condotto alla perfezione dell'atte moderna. In questa prospettiva ι disegni del XIV e XV secolo che egli riuscì ad intercettare sul mercato valgono quali testimonianze delle maniere degli artefici più antichi e sono imbastiti nei molteplici album che Resta compone nel rispetto della successione cronologica dei presunti autori, e ordinati in base alle scuole pittoriche di pertinenza. La tesi permette perciò di descrivere nelle loro diverse specificità: da un lato il modo dei conoscitori come Resta, interessati nell'opera al dato stilistico, con immediate e sensibili ricadute sul mercato, e disposti anche con passione a ricercare i documenti relativi all'opera in quanto pressati dall'urgenza di collocarla nella sequenza cronologica dello sviluppo del linguaggio formale e tecnico; dall'altro gli antiquari come Ciampini e come Bianchini, per i quali le opere del passato valgono come prove irrefutabili della ricostruzione storica, e divengono quindi esse stesse, anche nel loro statuto di copia, documento della stona. Sono due approcci che si manifestano nel Seicento, e talvolta in una medesima persona, come mostra il caso anche per questo cruciale di Giovati Pietro Bellori, ma che hanno radici cinquecentesche, di cui i protagonisti di queste vicende sono ben consapevoli: e se dietro Resta c'è palesemente Vasari, dietro Ciampini e soprattutto Bianchini c'è la più alta tradizione antiquaria del XVI secolo, da Antonio Augustin a Fulvio Orsini.

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Understanding the factors that drive geographic variation in life history is an important challenge in evolutionary ecology. Here, we analyze what predicts geographic variation in life-history traits of the common lizard, Zootoca vivipara, which has the globally largest distribution range of all terrestrial reptile species. Variation in body size was predicted by differences in the length of activity season, while we found no effects of environmental temperature per se. Females experiencing relatively short activity season mature at a larger size and remain larger on average than females in populations with relatively long activity seasons. Interpopulation variation in fecundity was largely explained by mean body size of females and reproductive mode, with viviparous populations having larger clutch size than oviparous populations. Finally, body size-fecundity relationship differs between viviparous and oviparous populations, with relatively lower reproductive investment for a given body size in oviparous populations. While the phylogenetic signal was weak overall, the patterns of variation showed spatial effects, perhaps reflecting genetic divergence or geographic variation in additional biotic and abiotic factors. Our findings emphasize that time constraints imposed by the environment rather than ambient temperature play a major role in shaping life histories in the common lizard. This might be attributed to the fact that lizards can attain their preferred body temperature via behavioral thermoregulation across different thermal environments. Length of activity season, defining the maximum time available for lizards to maintain optimal performance, is thus the main environmental factor constraining growth rate and annual rates of mortality. Our results suggest that this factor may partly explain variation in the extent to which different taxa follow ecogeographic rules.

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Antti Oksanen

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Summary: Pink-eye in a winter-corralled reindeer herd

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