969 resultados para Italian literature (Collection)
Resumo:
Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico (CNPq)
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Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico (CNPq)
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Pós-graduação em Letras - IBILCE
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Este trabalho parte do mito de Ulisses retomado por Dante e se concentra na leitura feita por Levi do canto dantesco , bem como da (re) elaboração da última aventura do herói grego no contexto da história pessoal do escritor. Trata-se de um moderno Ulisses apresentando uma visão moderna do Inferno. Em Dante, Ulisses está entre as almas condenadas a pagar eternamente seus pecados e, ao mesmo tempo, testemunhas e narradores, capazes de contar o processo da própria morte. Neste sentido, o viajante grego tornou-se , a partir da publicação da obra de memória do Holocausto escrita por Primo Levi, o símbolo do testemunho dos campos de concentração. O exemplo clássico da presença de Dante na narrativa de Levi é o capítulo XI do livro Se questo è un uomo , intitulado “Il canto di Ulisse”, onde prosa e poesia se encontram. O mito de Ulisses, que representa a exaltação do homem inteligente, ávido de conhecimento, que chega às portas do grande mistério da existência humana torna-se, em Levi, um instrumento didático. Recitar uma poesia assume, no universo do campo de concentração, o valor de um ato político e humano, uma afirmação coletiva dos valores que aquele sistema pretendia destruir.
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Pós-graduação em Letras - FCLAS
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The translation project of some short stories of the book Piccoli equivoci senza importanza, written by the Italian writer Antonio Tabucchi, was performed during the academic years. This thesis target is to analyze grammatical and stylistic issues of the short stories; to achieve this goal, parts of the original texts and their respective translations were used. The grammar section approaches important aspects as idioms, false cognates and different verb regencies between Portuguese and Italian. The stylistic part focuses on Tabucchi´s choices regarding the narrator, focalization, types of speech and interior monologues in his texts; these options characterize the Italian writer´s style and make his stories plots intense. As a conclusion it can be noticed that this work is relevant to give a forward step in the Italian literature studies field, because it contributes to an important author style study and provides the analysis of which choices compound the text and the effects they cause
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O objetivo desta pesquisa é fazer uma análise da obra de Emma Perodi, “Le novelle della nonna”, relacionando-a a possíveis aspectos maravilhosos – quando estes se fizerem presentes. Busca-se encontrar o que torna essas histórias da vovó fantásticas, qual é o seu teor fantástico/maravilhoso em meio a seus enredos tradicionais, bastante ligados a cultura italiana da época, considerando, portanto, seus valores éticos, religiosos, populares – principalmente – entre outros. Além desse primeiro aspecto maravilhoso, busca-se expor as figuras recorrentes nas narrativas da vovó Regina e analisa-las, procurando desvendar o porquê de sua recorrência e qual é o seu significado dentro da estrutura narrativa em questão. Tratando da narrativa, esta terá um estudo a parte, uma vez que possui uma estrutura, no mínimo interessante, na qual se interpenetram o mundo real, onde se encontram os membros da família Marcucci, e o mundo fantástico tecido, delineado, inúmeras vezes pela figura matriarcal da avó. Esta figura matriarcal, possui suas características em particular, uma vez que desempenha muito bem o papel da narradora munida não de histórias de além mundo, como as possui um exímio viajante, mas as histórias que possui uma pessoa que muito sabe e experienciou em seu país, conhecendo, portanto, cada característica que possa descrevê-lo. Nesta obra vê-se de forma bastante clara a tradição italiana, principalmente ao trata-se da religiosidade, denominador comum em todas as histórias contadas pela vovó que trazem consigo um teor moralizante. Como se pode perceber, os aspectos desta obra são vários, mas todos culminam no ponto onde o Maravilhoso floresce e se faz notar
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The present monography consists in a translation of the play “Il signor Pirandello è desiderato al telefono”, by the Italian writer Antonio Tabucchi. This translation is still unpublished in Brazil. The introduction emphasizes the relevance of this translation in the Brazilian literary context, due to its goal of dissemination of a piece that, besides presenting the contemporary author’s characteristics, shows the aspects of two important writers in the 20th century, Fernando Pessoa and Luigi Pirandello. The introduction also brings some biographical and bibliographical data about the involved authors. In the development section, before the translation itself, there is a selection of comments about the translated play, with the objective of contributing to the constitution of the Brazilian reader’s context. In our conclusion, there are the last comments about the translation and the importance of the monography to its writer
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Pós-graduação em Letras - FCLAS
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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
Ecos da memória: a re-construção da identidade em A misteriosa chama da rainha Loana, de Umberto Eco
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Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico (CNPq)
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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
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La ricognizione delle opere composte da Filippo Tommaso Marinetti tra il 1909 e il 1912 è sostenuta da una tesi paradossale: il futurismo di Marinetti non sarebbe un'espressione della modernità, bensì una reazione anti-moderna, che dietro a una superficiale ed entusiastica adesione ad alcune parole d'ordine della seconda rivoluzione industriale nasconderebbe un pessimismo di fondo nei confronti dell'uomo e della storia. In questo senso il futurismo diventa un emblema del ritardo culturale e del gattopardismo italiano, e anticipa l’analoga operazione svolta in politica da Mussolini: dietro un’adesione formale ad alcune istanze della modernità, la preservazione dello Status Quo. Marinetti è descritto come un corpo estraneo rispetto alla cultura scientifica del Novecento: un futurista senza futuro (rarissime in Marinetti sono le proiezioni fantascientifiche). Questo aspetto è particolarmente evidente nelle opere prodotte del triennio 1908-1911, che non solo sono molto diverse dalle opere futuriste successive, ma per alcuni aspetti rappresentano una vera e propria antitesi di ciò che diventerà il futurismo letterario a partire dal 1912, con la pubblicazione del Manifesto tecnico della letteratura futurista e l'invenzione delle parole in libertà. Nelle opere precedenti, a un sostanziale disinteresse per il progressismo tecnologico corrispondeva un'attenzione ossessiva per la corporeità e un ricorso continuo all'allegoria, con effetti particolarmente grotteschi (soprattutto nel romanzo Mafarka le futuriste) nei quali si rilevano tracce di una concezione del mondo di sapore ancora medioevo-rinascimentale. Questa componente regressiva del futurismo marinettiano viene platealmente abbandonata a partire dal 1912, con Zang Tumb Tumb, salvo riaffiorare ciclicamente, come una corrente sotterranea, in altre fasi della sua carriera: nel 1922, ad esempio, con la pubblicazione de Gli indomabili (un’altra opera allegorica, ricca di reminiscenze letterarie). Quella del 1912 è una vera e propria frattura, che nel primo capitolo è indagata sia da un punto di vista storico (attraverso la documentazione epistolare e giornalistica vengono portate alla luce le tensioni che portarono gran parte dei poeti futuristi ad abbandonare il movimento proprio in quell'anno) che da un punto di vista linguistico: sono sottolineate le differenze sostanziali tra la produzione parolibera e quella precedente, e si arrischia anche una spiegazione psicologica della brusca svolta impressa da Marinetti al suo movimento. Nel secondo capitolo viene proposta un'analisi formale e contenutistica della ‘funzione grottesca’ nelle opere di Marinetti. Nel terzo capitolo un'analisi comparata delle incarnazioni della macchine ritratte nelle opere di Marinetti ci svela che quasi sempre in questo autore la macchina è associata al pensiero della morte e a una pulsione masochistica (dominante, quest'ultima, ne Gli indomabili); il che porta ad arrischiare l'ipotesi che l'esperienza futurista, e in particolare il futurismo parolibero posteriore al 1912, sia la rielaborazione di un trauma. Esso può essere interpretato metaforicamente come lo choc del giovane Marinetti, balzato in pochi anni dalle sabbie d'Alessandria d'Egitto alle brume industriali di Milano, ma anche come una reale esperienza traumatica (l'incidente automobilistico del 1908, “mitologizzato” nel primo manifesto, ma che in realtà fu vissuto dall'autore come esperienza realmente perturbante).
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Nella mia tesi di dottorato mi propongo di indagare la metamorfosi del romanzo nella letteratura italiana contemporanea attraverso il lavoro di Paolo Volponi, che può essere descritto come un’«opera mondo», in accordo con la formula critica coniata da Franco Moretti. Volponi intende superare il divario fra l’io e il mondo e ricomporre il corpo come una mediazione umanistica di ragione e sensi. La sua opera può essere definita ‘epica’ perché recupera la tradizione del romanzo cavalleresco e la parodia esercitata su questa tradizione letteraria da Cervantes nel Don Chisciotte. Ma, come l’Ulysses di Joyce, è un’epica «moderna» perché fondata su una totalità disgiunta e sul conflitto dialogico, in una linea che accomuna la moltiplicazione dei punti di vista, propria del romanzo polifonico secondo Bachtin, alla pluralità di prospettive del discorso scientifico. Dopo un primo capitolo teorico, nel secondo e nel terzo capitolo della tesi i romanzi di Volponi vengono studiati in rapporto al filone dell’«epica moderna» e al genere satirico, che ha un suo modello fondativo nell’opera di Giacomo Leopardi. Il quarto capitolo si focalizza sulle ultime raccolte poetiche, che mostrano la tendenza a recuperare il linguaggio formulare e la matrice orale della poesia delle origini, servendosene per rappresentare in funzione contrappuntistica l’universo globale dell’età contemporanea.
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Cette thèse se propose d’analyser les images de la nuit et ses significations dans les romans du XVIII siècle, à partir des années 1730-1740, dans le cadre de trois littératures: la littérature anglaise, française et italienne. Deux conceptions opposées sont mises en comparaison: la première, d’exorcisation de la nuit, est typique de la première partie du siècle; elle est représentée principalement par le genre des romans libertins. La deuxième conception montre une valorisation de la nuit qu’on trouve en particulier dans les romans gothiques, qui se sont développés à partir de la seconde partie du siècle. Le but final de la présente recherche est de trouver une explication au refus de la nuit de la part de certains auteurs et ensuite de repérer les causes du bouleversement de cette vision. Puisque la nuit empêche le sens de la vue, elle a été considérée une forme de négation de l’espace physique; selon le profil psychologique et anthropologique la nuit constituerait alors la cause principale de la perte d’orientation. Selon une interprétation intellectuelle et philosophique, elle serait un symbole d’ignorance et d’irrationalité. La situation change vers la moitié du siècle des Lumières, car la nuit commence à assumer un rôle actif et nécessaire dans le processus d’apprentissage. Au niveau social, les rencontres les plus importantes adviennent pendant la nuit. Dans le revival des cathédrales gothiques et des châteaux médiévaux, on voit que la nuit s’empare désormais de l’espace, qui s’enrichit de lumières et d’ombres.