905 resultados para Institute of Pacific Relations.


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"This study has been made with the cooperation of the Secretariat of the Institute of Pacific relations and constitutes a report in its International research series."

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A total of 797 specimens of wild adult triatomines, belonging to six species from the entomological collections of the Costa Rican National Biodiversity Institute, was studied from the standpoint of their relative abundance, as reflected by light traps, distribution in the country, seasonal variations and climatic and altitudinal preferences. Triatoma dimidiata was the most abundant species (32.9% of the total specimens), with a very extensive distribution in different ecological zones, being more common between 100 to 400 m above sea level mainly at the end of the dry season. T. dispar was the third in frequency (21.5%), with narrower distribution, more abundant between 600 to 800 m and scarce during the dry season. Panstrongylus geniculatus and P. rufotuberculatus, second and fourth in frequency (22.1% and 15.1%, respectively), were widely distributed on both the Pacific and Caribbean basins, the former being more common between 80 to 270 m all year round and the latter below 800 m mainly during the first semester. Eratyrus cuspidatus which represented only 4.9% of the insects, was also present on both basins mainly below 200 m with a tendency to be scarce during certain months of the year, and was found in all types of ecological zones. Finally, Rhodnius pallescens, the least abundant species (3.6%) was restricted to very humid areas below 20 m, on the north side and Caribbean basin. With the exception of R. pallescens, males were more commonly found than females. Some epidemiological implications related to the six species are discussed.

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Oggetto della ricerca è lo studio del National Institute of Design (NID), progettato da Gautam Sarabhai e sua sorella Gira, ad Ahmedabad, assunta a paradigma del nuovo corso della politica che il Primo Ministro Nehru espresse nei primi decenni del governo postcoloniale. Obiettivo della tesi è di analizzare il fenomeno che unisce modernità e tradizione in architettura. La modernità indiana, infatti, nacque e si sviluppò con i caratteri di un Giano bifronte: da un lato, la politica del Primo Ministro Nehru favorì lo sviluppo dell’industria e della scienza; dall’altro, la visione di Gandhi mirava alla riscoperta del locale, delle tradizioni e dell’artigianato. Questi orientamenti influenzarono l’architettura postcoloniale. Negli anni ‘50 e ’60 Ahmedabad divenne la culla dell’architettura moderna indiana. Kanvinde, i Sarabhai, Correa, Doshi, Raje trovarono qui le condizioni per costruire la propria identità come progettisti e come intellettuali. I motori che resero possibile questo fermento furono principalmente due: una committenza di imprenditori illuminati, desiderosi di modernizzare la città; la presenza ad Ahmedabad, a partire dal 1951, dei maestri dell’architettura moderna, tra cui i più noti furono Le Corbusier e Kahn, invitati da quella stessa committenza, per la quale realizzarono edifici di notevole rilevanza. Ad Ahmedabad si confrontarono con forza entrambe le visioni dell’India moderna. Lo sforzo maggiore degli architetti indiani si espresse nel tentativo di conciliare i due aspetti, quelli che derivavano dalle influenze internazionali e quelli che provenivano dallo spirito della tradizione. Il progetto del NID è uno dei migliori esempi di questo esercizio di sintesi. Esso recupera nella composizione spaziale la lezione di Wright, Le Corbusier, Kahn, Eames ibridandola con elementi della tradizione indiana. Nell’uso sapiente della struttura modulare e a padiglione, della griglia ordinatrice a base quadrata, dell’integrazione costante fra spazi aperti, natura e architettura affiorano nell’edificio del NID echi di una cultura millenaria.