991 resultados para Gramsci, Antonio


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La tese avvicina le Memorie dal carcere, di Graciliano Ramos e i Quaderni dal carcere di Antonio Gramsci, in una prospettiva in cui essi erano uniti per lo stesso ideale politico della prima metá del XX secolo e rappresentavano la resistenza intellettuale di fronte alla repressione. Entrambi furono vittime dell autoritarismo dei poteri fascisti e registrarono il periodo di prigione in differenti forme memorialistiche. Questi scrittori sono uniti anche per il contesto nazionale molto simile per la differenza economica tra le regioni. Condividono, inoltre, anche il concetto di arte e la certezza che l alienzazione dell intelligenza può essere superata solamente attraverso la ricostruzione delle basi nazionali per mezzo della conoscenza, dell educazione e della cultura. Si vuole mostrare come i concetti di Gramsci sono presenti non solo nella convinzione politica di Graciliano, ma in tutto il suo stile letterario memorialístico. Il lavoro, ancora, paragona le Memorie del carcere con due testi memorialistici di prigione in Italia, che sono Le mie prigioni, di Silvio Pellico, e Se questo è un uomo, di Primo Levi, per dimostrare che la proposta della letteratura gramsciana è molto più vicina allo scrittore brasiliano che ai due suoi conazionali.

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Questa tesi di dottorato ha per suo oggetto la ricognizione degli elementi teorici, di linguaggio politico e di influenza concettuale che le scienze sociali tra Ottocento e Novecento hanno avuto nell’opera di Antonio Gramsci. La ricerca si articola in cinque capitoli, ciascuno dei quali intende ricostruire, da una parte, la ricezione gramsciana dei testi classici della sociologia e della scienza politica del suo tempo, dall’altra, far emergere quelle filiazioni concettuali che permettano di valutare la portata dell’influenza delle scienze sociali sugli scritti gramsciani. Il lungo processo di sedimentazione concettuale del lessico delle scienze sociali inizia in Gramsci già negli anni della formazione politica, sullo sfondo di una Torino positivista che esprime le punte più avanzate del “progetto grande borghese” per lo studio scientifico della società e per la sua “organizzazione disciplinata”; di questa tradizione culturale Gramsci incrocia a più riprese il percorso. La sua formazione più propriamente politica si svolge però all’interno del Partito socialista, ancora imbevuto del lessico positivista ed evoluzionista. Questi due grandi filoni culturali costituiscono il brodo di coltura, rifiutato politicamente ma al tempo stesso assunto concettualmente, per quelle suggestioni sociologiche che Gramsci metterà a frutto in modo più organico nei Quaderni. La ricerca e la fissazione di una specifica antropologia politica implicita al discorso gramsciano è il secondo stadio della ricerca, nella direzione di un’articolazione complessiva delle suggestioni sociologiche che i Quaderni assumono come elementi di analisi politica. L’analisi si sposta sulla storia intellettuale della Francia della Terza Repubblica, più precisamente sulla nascita del paradigma sociologico durkheimiano come espressione diretta delle necessità di integrazione sociale. Vengono così messe in risalto alcune assonanze lessicali e concettuali tra il discorso di Durkheim, di Sorel e quello di Gramsci. Con il terzo capitolo si entra più in profondità nella struttura concettuale che caratterizza il laboratorio dei Quaderni. Si ricostruisce la genesi di concetti come «blocco storico», «ideologia» ed «egemonia» per farne risaltare quelle componenti che rimandano direttamente alle funzioni di integrazione di un sistema sociale. La declinazione gramsciana di questo problema prende le forme di un discorso sull’«organicità» che rende più che mai esplicito il suo debito teorico nei confronti dell’orizzonte concettuale delle scienze sociali. Il nucleo di problemi connessi a questa trattazione fa anche emergere l’assunzione di un vero e proprio lessico sociologico, come per i concetti di «conformismo» e «coercizione», comunque molto distante dallo spazio semantico proprio del marxismo contemporaneo a Gramsci. Nel quarto capitolo si affronta un caso paradigmatico per quanto riguarda l’assunzione non solo del lessico e dei concetti delle scienze sociali, ma anche dei temi e delle modalità della ricerca sociale. Il quaderno 22 intitolato Americanismo e fordismo è il termine di paragone rispetto alla realtà che Gramsci si prefigge di indagare. Le consonanze delle analisi gramsciane con quelle weberiane dei saggi su Selezione e adattamento forniscono poi gli spunti necessari per valutare le novità emerse negli Stati Uniti con la razionalizzazione produttiva taylorista, specialmente in quella sua parte che riguarda la pervasività delle tecniche di controllo della vita extra-lavorativa degli operai. L’ultimo capitolo affronta direttamente la questione delle aporie che la ricezione della teoria sociologica di Weber e la scienza politica italiana rappresentata dagli elitisti Mosca, Pareto e Michels, sollevano per la riformulazione dei concetti politici gramsciani. L’orizzonte problematico in cui si inserisce questa ricerca è l’individuazione di una possibile “sociologia del politico” gramsciana che metta a tema quel rapporto, che è sempre stato di difficile composizione, tra marxismo e scienze sociali.

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Fil: Maldovan, Ignacio. Universidad Nacional de La Plata. Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación; Argentina.

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El artículo aborda el legado pedagógico de Hernández Arregui, específicamente los modos en los que retoma la obra de Antonio Gramsci. Indagada la recepción del comunista italiano en la teoría crítica, el ámbito pedagógico resulta una vacancia. Hernández Arregui partió de cierta desconfianza hacia Gramsci en tanto "autor extranjero" pero, años más tarde, acudió a sus escritos para problematizar el desprecio de los maestros hacia las manifestaciones populares de los estudiantes. En este artículo, se indaga la obra de Hernández Arregui a partir de un balance de la presencia del comunista italiano que se denomina tangencial. El artículo presenta un debate acerca de la calificación que se hiciera del legado pedagógico de Hernández Arregui en términos "crítico reproductivista" así como de su supuesta apropiación de conceptos fundamentales de Gramsci (Puigrós, 1997).

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Fil: Maldovan, Ignacio. Universidad Nacional de La Plata. Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación; Argentina.

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El artículo aborda el legado pedagógico de Hernández Arregui, específicamente los modos en los que retoma la obra de Antonio Gramsci. Indagada la recepción del comunista italiano en la teoría crítica, el ámbito pedagógico resulta una vacancia. Hernández Arregui partió de cierta desconfianza hacia Gramsci en tanto "autor extranjero" pero, años más tarde, acudió a sus escritos para problematizar el desprecio de los maestros hacia las manifestaciones populares de los estudiantes. En este artículo, se indaga la obra de Hernández Arregui a partir de un balance de la presencia del comunista italiano que se denomina tangencial. El artículo presenta un debate acerca de la calificación que se hiciera del legado pedagógico de Hernández Arregui en términos "crítico reproductivista" así como de su supuesta apropiación de conceptos fundamentales de Gramsci (Puigrós, 1997).

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El artículo aborda el legado pedagógico de Hernández Arregui, específicamente los modos en los que retoma la obra de Antonio Gramsci. Indagada la recepción del comunista italiano en la teoría crítica, el ámbito pedagógico resulta una vacancia. Hernández Arregui partió de cierta desconfianza hacia Gramsci en tanto "autor extranjero" pero, años más tarde, acudió a sus escritos para problematizar el desprecio de los maestros hacia las manifestaciones populares de los estudiantes. En este artículo, se indaga la obra de Hernández Arregui a partir de un balance de la presencia del comunista italiano que se denomina tangencial. El artículo presenta un debate acerca de la calificación que se hiciera del legado pedagógico de Hernández Arregui en términos "crítico reproductivista" así como de su supuesta apropiación de conceptos fundamentales de Gramsci (Puigrós, 1997).

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Exlicar y determinar el tipo de educación que diseñó Gramsci para crear la hegemonía. Obra de Antonio Gramsci. El trabajo consiste en tres períodos alrededor de la obra de Gramsci: una periodización temática, una cronológica y otra ideológica. Después trata de ver las coincidencias y discrepancias hasta ver lo que podía obedecer a necesidades coyunturales o aquello que significa algo constante en el pensamiento de Gramsci. Existe una teoría y una práctica educativa que los educadores calientan en su cabeza y existe también una práctica educativa que se desarrolla en relación con un movimiento político existente, del cual es una expresión y no como producto de un simple desarrollo teórico. En todas las manifestaciones gramscianas existe la lucha política por la cultura que a la vez es una lucha por el socialismo. La cultura tiene para Gramsci unos fines claramente políticos; la cultura obrera debe adiestrarse en la gestión social, por etapas, a través de la toma de conciencia, bajo la dirección educadora del grupo dirigente -el educador-. En este proceso es necesario el conformismo, la coacción, pero no hay que detenerse en ellos. Ellos son medios para lograr la libertad.

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Estudiar el sujeto revolucionario y los aspectos pedag??gicos de la hegemon??a en Antonio Gramsci. Analiza el pensamiento pol??tico de Antonio Gramsci para explicar la cuesti??n del sujeto revolucionario en Marx y para ofrecer un talante nuevo capaz de arremeter contra la reflexi??n y transformaci??n de la realidad, y despu??s explica la problem??tica educativa desde una perspectiva macromolecular y otra micronuclear. 1) Gramsci es uno de los te??ricos marxistas m??s le??dos, sin duda porque su discurso filos??fico y pol??tico toca directamente el nudo gordiano con el que se enfrenta el pensamiento comunista actual en las sociedades occidentales de capitalismo desarrollado, donde la crisis estructural, que padecemos y que vivimos como tal desde 1968, toma la forma pol??tica cultural de transici??n al comunismo o socialismo. 2) Despu??s de la crisis te??rica y pol??tica en que se ha visto sumido el movimiento comunista desde mayo de 1968, el pensamiento de Gramsci aparece como la ??nica versi??n del leninismo que resiste en la actualidad precisamente porque supo plantearse, ya a finales de los a??os 20, la cuesti??n central del movimiento obrero en los pa??ses capitalistas de la Europa occidental, las razones de su derrota de 1919-1923 y la estrategia de recambio de largo alcance para un per??odo de consolidaci??n del capitalismo imperialista. Tambi??n ha influido el que en esta crisis abierta se haya puesto de manifiesto la insuficiencia te??rica y pol??tica de los a??os 60 sobre la reorientaci??n del marxismo y comunismo. 3) Gramsci aparece como el creador de una relaci??n entre teor??a y pr??ctica profundamente antidogm??tica y totalmente perdida en los desarrollos recientes. Pero sobre la actualidad de Gramsci, aparte de ser un hecho cultural, tiene sentido pol??tico muy concreto en la medida que se ha planteado un debate, dentro del marxismo te??rico y pr??ctico, en los t??rminos de reforma o revoluci??n. 4) Respecto a los aspectos pedag??gicos, Gramsci propone unas reflexiones sobre la escuela y el principio educativo haciendo una cr??tica demodelora de la escuela burguesa y de la propia pol??tica educativa. Frente a lo inadecuado de todas las instituciones educativas existentes lo que Gramsci busca sobre todo es la apertura de otras v??as o posibilidades de organizaci??n y difusi??n de la cultura, que muevan desde abajo, c??rculos, clubs y asociaciones directamente coordinadas con los sindicatos y partidos. 1) Hoy se hace necesario m??s que nunca enterrar los esquemas tradicionales y profundizar de nuevo en las orientaciones que toma la realidad. Esto no quiere decir que vayamos a realizar un corte epistemol??gico fundamental, sino que nos colocamos ante la tarea de salvar lo utilizable de las antiguas categor??as y elaborar las nuevas. En definitiva, se trata de medir la capacidad que tiene hoy el pensamiento marxista, es decir, toda la acumulaci??n hist??rica de teor??a y pr??ctica pol??tica, que ha realizado el sujeto revolucionario para enfrentarse hoy con la realidad. Correlativamente se trata de situar a Gramsci dentro del proceso hist??rico de acumulaci??n de conciencia del sujeto revolucionario y ver, desde el momento hist??rico que le toc?? vivir, sus aportaciones, enjuici??ndolas cr??ticamente desde su utilidad actual para el enriquecimiento progresivo de la teor??a revolucionaria, que hoy forzosamente se plantea en otros t??rminos, distintos a los de Gramsci.

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The theme of civil society has resonated significantly in the analysis of social science studies and has long been the center of public opinion, applied to a vast range of contexts, significances and political ideological connotations. Starting with such an unstable theoretical scenario, our research proposal scrutinized two civil society analysis traditions. Embodied by Antonio Gramsci and Jürgen Habermas, these politically conceptual differences are significantly divided into distinct interpretations of the relationship between the state and civil society. On one side, in Gramsci's work, we observe civil society as historically constituted through "molecular expansion of the state", organizing itself during its obligatory constitutive moment. On the other, Habermas shows us a civil society instituted from the structural differentiation process of society developed due to the contradiction existing between the different ways the state administration is organized, the economy and daily social interaction (in which it is found). As a consequence, civil society is no longer seen as a political arena and the hegemonic catalyst of the state, but as a social arrangement destined to increase the viability of the ethical and dialogical reconstruction of social life. It follows that the understanding of the distinctions between both models of civil society become crucial in the measure that they are divided in relation to the delineation of acting agents, fighting strategies, and to the objective of their actions.Despite the existence of analytical dissonance, we intend to outline the common points between both these civil society analysis traditions whose conflicting political action models lead us to a greater understanding of our contemporary political scene. This will be done starting with the systematization of both selected authors' principal categories, and through the introduction of the "contra-hegemonic public sphere" concept

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In his Prison Notebooks, Gramsci worked with the notion of subaltern classes and groups, a concept that has been incorporated by the Social Sciences and current Historiography. Correlatedly, problems of common sense, folklore and religion are presented. It is important to raise the question of the theoretical and political implications of Gramsci's elaborations, contextualizing them within the entirety of his theoretical and political production, even if only to contest the common uses of the concept and their real relationship to Gramsci, or to examine to what extent this author can be considered relevant for interpretations of the conditions of social struggle in contemporary capitalism. © 2008 Revista de Sociologia e Política.