42 resultados para Glocal


Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

L’oggetto della tesi di dottorato è costituito, nel quadro delle reciproche relazioni tra assetti territoriali e sviluppo economico, dalla dimensione giuridica del governo del territorio. Il diritto del governo del territorio, infatti, sta attraversando, con un ritmo ed una intensità crescenti, una fase di profonde e non sempre lineari trasformazioni. Questi mutamenti, lungi dal limitarsi ad aspetti specifici e particolari, incidono sui «fondamentali» stessi della «materia», arrivando a mettere in discussione le ricostruzioni teoriche più accreditate e le prassi applicative maggiormente consolidate. A dispetto della rilevanza delle innovazioni, però, la dimensione giuridica del governo del territorio seguita ad essere un campo segnato da una notevole continuità ed ambiguità di fondo, dove le innovazioni stesse procedono di pari passo con le contraddizioni. Un’ambiguità che, fatalmente, si riflette sull’azione delle pubbliche amministrazioni cui sono attribuiti compiti in materia. Queste, infatti, trovandosi spesso tra l’«incudine» (delle innovazioni) ed il «martello» (delle contraddizioni), sono costrette ad operare in un contesto fortemente disomogeneo e disarticolato già sul piano normativo. Da qui deriva, altresì, la difficoltà di restituirne una cifra complessiva che non sia la riproposizione di piatte descrizioni del processo di progressivo, ma costante incremento della «complessità» - normativa, organizzativa e funzionale - del sistema giuridico di disciplina del territorio, a cui corrisponde ciò che appare sempre di più come una forma implicita di «rinuncia» a logiche e moduli d’azione più o meno unitari nella definizione degli assetti territoriali: in questo senso, pertanto, vanno lette le ricorrenti affermazioni relative allo stato di crisi che, anche prescindendo dai difetti congeniti della disciplina per come si è venuta giuridicamente a configurare, caratterizza il sistema di pianificazione territoriale ed urbanistica. Si spiega così perché, nonostante il profluvio di interventi da parte dei diversi legislatori, specialmente regionali, si sia ancora ben lontani dal fornire una risposta adeguata ai molteplici profili di criticità del sistema giuridico di disciplina del territorio: tra i quali, su tutti, va sicuramente menzionata la sempre più marcata asimmetria tra la configurazione «ontologicamente» territoriale e spaziale degli strumenti cui si tende a riconoscere la funzione di «motore immobile» dei processi di governo del territorio - i piani - e la componente temporale degli stessi in relazione alle vorticose modificazioni del contesto socio-economico di riferimento. Né, a dire il vero, gli «antidoti» alla complessità, via via introdotti in sede regionale, sembrano aver sortito - almeno fino ad ora - gli effetti sperati. L’esito di tutto ciò, però, non può che essere il progressivo venir meno di logiche unitarie e, soprattutto, «sistemiche» nella definizione degli assetti territoriali. Fenomeno, questo, che - paradossalmente - si manifesta con maggiore intensità proprio nel momento in cui, stante il legame sempre più stretto tra sviluppo socio-economico e competitività dei singoli sistemi territoriali, l’ordinamento dovrebbe muovere nella direzione opposta. Date le premesse, si è dunque strutturato il percorso di ricerca e analisi nel modo seguente. In primo luogo, si sono immaginati due capitoli nei quali sono trattati ed affrontati i temi generali dell’indagine e lo sfondo nel quale essa va collocata: le nozioni di governo del territorio e di urbanistica, nonché quella, eminentemente descrittiva, di governo degli assetti territoriali, i loro contenuti e le funzioni maggiormente rilevanti riconducibili a tali ambiti; la tematica della competitività e degli interessi, pubblici, privati e collettivi correlati allo sviluppo economico dei singoli sistemi territoriali; la presunta centralità riconosciuta, in questo quadro, al sistema di pianificazione territoriale ed urbanistica in una prospettiva promozionale dello sviluppo economico; ma, soprattutto, i riflessi ed i mutamenti indotti al sistema giuridico di disciplina del territorio dall’azione delle dinamiche cosiddette glocal: questo, sia per quanto concerne le modalità organizzative e procedimentali di esercizio delle funzioni da parte dei pubblici poteri, sia per quanto attiene, più in generale, alla composizione stessa degli interessi nella definizione degli assetti territoriali. In secondo luogo, si è reputato necessario sottoporre a vaglio critico il sistema pianificatorio, cercando di evidenziare i fattori strutturali e gli ulteriori elementi che hanno determinato il suo insuccesso come strumento per realizzare le condizioni ‘ottimali’ per lo sviluppo economico delle collettività che usano il territorio. In terzo luogo, poi, si è rivolto lo sguardo al quadro delle soluzioni individuate dalla normativa e, per certi versi, offerte dalla prassi alla crisi che ha investito il sistema di pianificazione del territorio, soffermandosi, specificatamente e con approccio critico, sull’urbanistica per progetti e sull’urbanistica consensuale nelle loro innumerevoli articolazioni e partizioni. Infine, si è provato a dar conto di quelle che potrebbero essere le linee evolutive dell’ordinamento, anche in un’ottica de jure condendo. Si è tentato, cioè, di rispondere, sulla base dei risultati raggiunti, alla domanda se e a quali condizioni il sistema di pianificazione territoriale ed urbanistica possa dirsi il modello preferibile per un governo degli assetti territoriali funzionale a realizzare le condizioni ottimali per lo sviluppo economico.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La società dei consumi ha reso ogni ambito vitale suscettibile di mercificazione. Il capitalismo ha da tempo svestito la prassi produttiva dei suoi elementi più pesanti per vestire i panni della dimensione simbolica e culturale. Il consumo fattosi segno, dimensione immateriale delle nostre vite materiali, ha finito per colonizzare l'ambito dell'esperienza e, quindi, della vita stessa. Il consumo diventa, innanzitutto, esperienza di vita. Una esperienza continuamente cangiante che ci permette di vivere numerose vite, ognuna diversa. Ciò che è stabile è il paradigma consumistico che investe la nostra stessa identità, l'identità dei luoghi, l'identità del mondo. Il nomadismo è la dimensione più tipica del consumo, così come la perenne mobilità della vita è la dimensione propria dell'epoca globale. Tuttavia, le nuove forme di consumerismo politico, etico e responsabile, conseguenti al montare dei rischi globali, investendo proprio l’ambito dell’esperienza e del consumo, contribuiscono a modificare i comportamenti in senso “riflessivo” e “glocale”. L’ambito turistico, rappresentando al contempo il paradigma esperienziale e quello della mobilità globale, può diventare allora l’osservatorio privilegiato per indagare queste stesse forme riflessive di consumo, le quali forniscono un significato del tutto nuovo tanto all’esperienza quanto al consumo stesso. Il lavoro di tesi vuole allora approfondire, attraverso lo studio di caso, il modo in cui nuove forme emergenti di turismo responsabile possano rappresentare una chiave d’accesso a nuove forme di sviluppo sostenibile dei territori locali in contesti di prima modernizzazione.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La acumulación por desposesión es un ejercicio de poder que se ha expresado en el devenir histórico del capitalismo, aunque la acumulación por desposesión, cobra fuerza ideológica a partir del modelo neoliberal y representa, sino la única forma, si la más importante actualmente para sostener o incrementar la acumulación de capital en la geografía glocal (lograr el establishment del sistema bancario y de las grandes corporaciones y centros de poder -BM-FMI y BCE). El rasgo económico-político que definiría dicha acumulación por desposesión, es que su instrumentación para llevarse a cabo, necesita obligatoriamente que el Estado y los dueños de capital (productivo, comercial, financiero) tengan el interés común “contubernio" de que los espacios receptores sirvan para que el capital incremente su capital; esto sólo se logra expropiando el derecho del trabajador de vivir dignamente con un empleo bien remunerado. En palabras de David Harvey (2003, 2004, 2204b, 2007a, 2007b 2007c) quien posibilita la acumulación por desposesión es la liberación de un conjunto de activos, incluida la fuerza de trabajo a un coste muy bajo y en algunos casos, nulo.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Creada en 1962 por Sam Walton, una pequeña empresa de distribución norteamericana se convertirá rápidamente en la primera empresa mundial. Desde Bentonville, Arkansas, hasta el interior de China, Wal-Mart muestra un camino bastante clásico que va desde la sede principal de la empresa hacia una proliferación de sus tiendas en una quincena de países. Con una facturación de 405 mil millones de dólares en 2008, la empresa de distribución número uno en el mundo fue sobrepasada en abril de 2009 por la empresa petrolera Exxon Mobil en la clasificación de las quinientas empresas mundiales más importantes. Pero a diferencia de otras grandes transnacionales como Exxon Mobil o Microsoft, Wal-Mart, la primera empresa mundial de distribución, tiene que adaptarse al medio ambiente local con el fin de atraer a un máximo de consumidores. El artículo propone una aproximación a escala múltiple de las estrategias de desarrollo de esta firma internacional. Así, la aplicación de un análisis espacial es apropiada para esclarecer los vínculos existentes entre los territorios y las estrategias de los actores a diferentes escalas geográficas.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Creada en 1962 por Sam Walton, una pequeña empresa de distribución norteamericana se convertirá rápidamente en la primera empresa mundial. Desde Bentonville, Arkansas, hasta el interior de China, Wal-Mart muestra un camino bastante clásico que va desde la sede principal de la empresa hacia una proliferación de sus tiendas en una quincena de países. Con una facturación de 405 mil millones de dólares en 2008, la empresa de distribución número uno en el mundo fue sobrepasada en abril de 2009 por la empresa petrolera Exxon Mobil en la clasificación de las quinientas empresas mundiales más importantes. Pero a diferencia de otras grandes transnacionales como Exxon Mobil o Microsoft, Wal-Mart, la primera empresa mundial de distribución, tiene que adaptarse al medio ambiente local con el fin de atraer a un máximo de consumidores. El artículo propone una aproximación a escala múltiple de las estrategias de desarrollo de esta firma internacional. Así, la aplicación de un análisis espacial es apropiada para esclarecer los vínculos existentes entre los territorios y las estrategias de los actores a diferentes escalas geográficas.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Creada en 1962 por Sam Walton, una pequeña empresa de distribución norteamericana se convertirá rápidamente en la primera empresa mundial. Desde Bentonville, Arkansas, hasta el interior de China, Wal-Mart muestra un camino bastante clásico que va desde la sede principal de la empresa hacia una proliferación de sus tiendas en una quincena de países. Con una facturación de 405 mil millones de dólares en 2008, la empresa de distribución número uno en el mundo fue sobrepasada en abril de 2009 por la empresa petrolera Exxon Mobil en la clasificación de las quinientas empresas mundiales más importantes. Pero a diferencia de otras grandes transnacionales como Exxon Mobil o Microsoft, Wal-Mart, la primera empresa mundial de distribución, tiene que adaptarse al medio ambiente local con el fin de atraer a un máximo de consumidores. El artículo propone una aproximación a escala múltiple de las estrategias de desarrollo de esta firma internacional. Así, la aplicación de un análisis espacial es apropiada para esclarecer los vínculos existentes entre los territorios y las estrategias de los actores a diferentes escalas geográficas.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Se evalúa con indicadores de gobernanza urbana la sostenibilidad de las formas de hacer ciudad hibrida compleja del gobierno de la gestión visible (GGV). Argumenta que el GGV hace ciudad para legitimarse por desempeño y fortalecer la gobernanza local, en un contexto de mutaciones múltiples y radicales que tienden a diluir y centralizar el poder local y fractalizar la ciudad, profundizando la segregación sociopolítica-territorial y la ingobernabilidad genética de la ciudad hibrida, poniendo en riesgo el Estado federal descentralizado, el derecho a la ciudad, al gobierno local y la gobernanza urbana y multinivel (hipótesis). La estrategia de evaluación de gobernanza innovadora (EEG+i) diseñada para evaluar la relación entre las formas de hacer ciudad hibrida (variables espaciales) y gobernanza (variable a-espacial) es transversal, multidimensional y se construye desde la complejidad, el análisis de escenarios, formulación de constructos, modelos e indicadores de gobernanza, entretejiendo tres campos de conocimiento, gobierno, ciudad y sostenibilidad, en cuatro fases. La Fase 1, contextualiza la gobernanza en la dramática del siglo XXI. La Fase 2, desarrolla la fundamentación teórico-práctica, nuevos conceptos y un abordaje analítico propio ‘genética territorial’, para analizar y comprehender la complejidad de la ciudad hibrida de países en desarrollo, tejiendo ontogenética territorial y el carácter autopoiético del gen informal. En la Fase 3, se caracterizan las formas de hacer ciudad desde la genética del territorio, se formulan modelos e indicadores de gobernanza con los que se evalúan, aplicando un delphi y cuestionarios, los genes tipológicos-formas de hacer ciudad y validan las conclusiones. En la Fase 4, se correlacionan los resultados de los instrumentos aplicados con la praxis urbana del GGV, durante cuatro periodos de gobierno (1996-2010). Concluyendo que, la estrategia de evaluación comprobó las hipótesis y demostró la correlación transversal y multinivel existente entre, las mutaciones en curso que contradicen el modelo de gobernanza constitucional, el paisaje de gobernanza latinoamericano y venezolano, la praxis de los regímenes híbridos ricos en recursos naturales, las perspectivas de desarrollo globales y se expresa sociopolíticamente en déficit de gobernanza, Estado de derecho y cohesión-capital social y, espaciolocalmente, en la ciudad hibrida dispersa y diluida (compleja) y en el gobierno del poder diluido centralizado. La confrontación de flujos de poder centrípetos y centrífugos en la ciudad profundiza la fragmentación socioespacial y política y el deterioro de la calidad de vida, incrementando las protestas ciudadanas e ingobernabilidad que obstaculiza la superación de la pobreza y gobernanza urbana y multinivel. La evaluación de la praxis urbana del GGV evidenció que la correlación entre gobernanza, la producción de genes formales y la ciudad por iniciativa privada tiende a ser positiva y entre gobernanza, genes y producción de ciudad informal negativa, por el carácter autopoiético-autogobernable del gen informal y de los nuevos gobiernos sublocales que dificulta gobernar en gobernanza. La praxis del GGV es contraria al modelo de gobernanza formulado y la disolución centralizada del gobierno local y de la ciudad hibrida-dispersa es socio-espacial y políticamente insostenible. Se proponen estrategias y tácticas de gobernanza multinivel para recuperar la cohesión social y de planificación de la gestión innovadora (EG [PG] +i) para orquestar, desde el Consejo Local de Gobernanza (CLG) y con la participación de los espacios y gobiernos sublocales, un proyecto de ciudad compartido y sostenible. ABSTRACT The sustainability of the forms of making the hybrid-complex city by the visible management government (VMG) is evaluated using urban governance indicators. Argues that the VMG builds city to legitimate itself by performance and to strengthen local governance in a context of multiple and radical mutations that tend to dilute and centralize local power and fractalize the city, deepening the socio-spatial and political segregation, the genetic ingovernability of the hybrid city and placing the decentralized federal State, the right to city, local government and urban governance at risk (hypothesis). The innovative governance evaluation strategy (GES+i) designed to assess the relationship between the forms of making the hybrid city (spatial variables) and governance (a-spatial variable) is transversal, multidimensional; is constructed from complexity, scenario analysis, the formulation of concepts, models and governance indicators, weaving three fields of knowledge, government, city and sustainability in four phases. Phase 1, contextualizes governance in the dramatic of the twenty-first century. Phase 2, develops the theoretical and practical foundations, new concepts and a proper analytical approach to comprehend the complexity of the hybrid city from developing countries, weaving territorial ontogenetic with the autopiethic character of the informal city gen. In Phase 3, the ways of making city are characterized from the genetics of territory; governance indicators and models are formulated to evaluate, using delphi and questionnaires, the ways of making city and validate the conclusions. In Phase 4, the results of the instruments applied are correlated with the urban praxis of the VMG during the four periods of government analyzed (1996-2010). Concluding that, the evaluation strategy proved the hypothesis and showed the transversal and multilevel correlation between, mutations that contradict the constitutional governance model, the governance landscape of Latinamerica and the country, the praxis of the hybrid regimes rich in natural resources, the perspectives of the glocal economy and expresses socio-politically the governance and rule of law and social capital-cohesion deficit and spatial-temporarily the hybrid disperse and diluted city (complex) and the diluted-centralized local government. The confrontation of flows of power centripetal and centrifugal in the city deepens the socio-spatial and political fragmentation and deterioration of the quality of life, increasing citizens' protests and ingovernability which hinders poverty eradication and, multilevel and urban governance. The evaluation of the VMG urban praxis showed the correlation between governance, the production of formal genes and city by private initiative tended to be positive and, between informal genes-city production and governance negative, due to its autopiethic-self governable character that hinders governance. The urban praxis of the VMG contradicts the formulated governance model and thecentralized dissolution of the local government and hybrid city are socio-spatial and politically unsustainable. Multiscale governance strategies are proposed to recreate social cohesion and a management planning innovative method (EG [PG] + i) to orchestrate, from the Local Governance Council (LGC) and with the participation of sublocal governments and spaces, a shared and sustainable city project.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

A Moda será talvez o dispositivo que melhor consegue transportar o que é a Modernidade, ilustrando o imaginário humano sempre em devir. Em paralelo com a perspetiva humanística, na sua abordagem, têm de se equacionar questões de técnica e, forçosamente, todo um ecossistema cultural. O sistema atual da Moda e do vestuário culmina visivelmente nos progressos atuais da tecnologia e tensões presentes nas principais áreas científicas, de que é expressão o fenómeno da obsolescência. É neste campo operativo, sistema complexo, maduro nos seus equilíbrios e paradigmas, mas também, contradições e colapsos, que se levantam problemas particulares e transversais a outros setores. A UNESCO e outras influentes instituições internacionais preconizam a sustentabilidade e assumem o seu compromisso com o desenvolvimento sustentável. Neste enquadramento, enfrentam-se questões de nível global como a sustentabilidade e a(s) crise(s) dos modelos económicos prevalecentes no Ocidente contemporâneo. Relativamente às prioridades definidas na planificação de projetos no setor da Moda, do têxtil e do vestuário, quando nos circunscrevemos ao território português, urgia realizar-se uma investigação com o objetivo de entender as relações entre as entidades, atores e instituições ativas neste campo. A intenção é aferir possibilidades de Gestão Cultural, partindo de três questões charneiras. Qual o entendimento da sustentabilidade por parte desses intervenientes? Que pontos fracos e oportunidades caracterizam o sistema? Como é que toda esta problematologia se comporta enquanto rede? Em conformidade com o desígnio supra, a metodologia usada para resolver os objetivos consistiu numa conjugação de métodos e de técnicas que atingem atores representativos, graças a um acesso privilegiado ao setor. Concretizou-se uma análise qualitativa através da técnica da entrevista livre acompanhada de guião premeditando desvios, acrescida de duas discussões com grupos focais, dois estágios de observação participativa, a participação em duas conferências e ainda em duas ações de formação. Paralelamente trabalhou-se na divulgação de um inquérito online visando a recolha de dados quantitativos que ajudaram a validar as interpretações da análise qualitativa. O corpus foi dividido em três grupos: o primeiro para a esfera da decisão, o segundo relativo à dos Tecnólogos e o terceiro para a dos Criativos, todos representados num estudo comparativo através de gráficos dimensionais Radar. Observou-se que os atores dos três grupos estão geralmente isolados na sua especificidade. Numa síntese possível, os Criativos aspiram a mais poder, os Engenheiros reconhecem o seu défice de originalidade e os Decisores revelam-se afastados do quotidiano social. Para a Gestão Cultural, abordagem teórico-prático relativamente recente no panorama atual, é crucial reconhecer-se territórios para a sua ação. Assim, nesta investigação, individualizaram-se terrenos concretos onde a Gestão Cultural poderá desenvolver a sua interpretação numa visão pluralista e holística – um ecumenismo cultural – necessária e importante para o ativar ou reativar compromissos no seio do dispositivo da Moda, isto é, novos modos de fazeres e de seres desta dinâmica social. O presente estudo diz respeito a um setor específico e ao caso português, podendo, no entanto, a metodologia desta investigação ser adaptada a qualquer outro âmbito cultural. Aspira-se, em última análise, a uma reversão de comportamentos consuetudinários num setor essencial da economia portuguesa: parar de fazer para melhor projetar e gerir processos, equipamentos e recursos.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Part 16: Performance Measurement Systems

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Em pleno século XXI, onde a globalização é uma realidade, tenho constatado na minha atividade profissional, que uma grande parte das empresas portuguesas ainda não conseguiu interiorizar este fato, ou seja, ainda não perceberam que os seus stakeholders, especialmente clientes, fornecedores e concorrentes, estão em qualquer parte do globo e não ao virar da esquina. Assim, para fazer face a esta realidade do “viver global” é fundamental responder através do “pensar glocal”. Este “pensar glocal”, significa perceber que o paradigma dos negócios se alterou por completo e que, presentemente o segredo não é a alma do negócio, a alma que colocamos no negócio, essa sim é que é o segredo. O sucesso da gestão e a consequente longevidade das organizações não é compatível com filosofias como “navegar à vista” ou “gestão na base de caixa”. É fundamental gerir com base em horizontes de curto, médio e longo prazo, definindo estratégias e objetivos, apoiadas nas vantagens competitivas e nos fatores críticos de sucesso que cada organização possui. Para que seja possível alcançar esta proeza, é impreterível gerir com método, observação, análise, rigor, rapidez e perspicácia, e apoiando-se sempre em ferramentas de gestão para que tudo esteja devidamente planificado e estruturado e todos os membros da organização se encontrem enquadrados e em sintonia com os objetivos da organização. Face a toda esta realidade, o presente trabalho pretende contribuir para uma melhor compreensão do controlo de gestão, através da utilização de uma poderosa ferramenta como é o Tableaux de Bord, mostrando a forma como pode ser aplicado em micro, pequenas e médias empresas, dotando-as de uma forte vantagem competitiva.