970 resultados para Giornalismo,Notizie,Similarità,Python,Argos,SpaCy,Pandas,Scrapy,confronto
Resumo:
Material educativo realizado por los profesionales del Departament d'Educació del Zoològic de Barcelona destinado al último ciclo de educación infantil y educación primaria para el estudio de los pandas. El tema se trabaja a partir de una serie de actividades e imágenes que ilustran el tema.
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Pandas explica el medio ambiente, las características y los hábitos de los pandas gigantes y comunes incluyendo la manera en que se salvaron de la amenaza de extinción.Inclute un mapa con su hábitat natural y bibliografía.
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This article offers a re-edition of SEG 11:314, Argos inventory number E274, based on re-examination of the stone and of recently rediscovered squeezes preserving material now lost from the stone; these allow improved readings in numerous places. We also offer a reinterpretation of the disputed syntax of the last three lines, which we translate ‘As for the things with which a δαμιοργóς is to compel (him to make amends), the ἀμφίπολος is to give thought to these things’.
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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
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Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico (CNPq)
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Context. Invasive species are a growing global problem. Biological invasions can result in numerous harmful impacts on local ecologies, and non-native herpetofauna are frequently ignored. Nile monitor lizards (Varanus niloticus) and Burmese pythons (Python molurus bivittatus, recently reassessed as Python bivittatus bivittatus), have become established in southern Florida. Both are large, semi-aquatic predators that pose serious threats to a variety of threatened and endangered species, as well as to the unique ecology of the area. Aims. Acetaminophen (CAS#103-90-2), a lethal oral toxicant for the invasive brown treesnake (Boiga irregularis) on Guam, was investigated as a possible toxicant in juvenile Burmese pythons and Nile monitors. Methods. Dead neonatal mouse (DNM) baits containing 0, 10, 20, or 40 mg acetaminophen were force-fed to Nile monitors, whereas DNM containing doses of 0, 20, 40, or 80 mg were freely consumed by Burmese pythons. Subjects were frequently observed post-treatment for general condition and position, with special attention paid to activity (if any), behaviour, respiration, bleeding, emesis, ataxia, and mortality. Key results. In Nile monitors, acetaminophen doses of 10, 20, or 40 mg resulted in 0, 50 and 100% mortality, respectively. In Burmese pythons, doses of 20, 40, or 80 mg resulted in 14.3, 85.7 and 100% mortality, respectively. No mortality was observed in control individuals of either species. A negative correlation between dosage (mg kg–1) and time-to-death was observed in both species. Dosages ranging from 522 to 2438 mg kg–1 and 263 to 703 mg kg–1 were uniformly lethal to monitors and pythons, respectively. Neither species exhibited signs of pain or discomfort following acetaminophen treatment. Conclusions. Acetaminophen is an effective toxicant in juvenile Nile monitors and Burmese pythons. Further investigation into acetaminophen toxicity in adults of these species is merited. Implications. Although further investigation into adult lethal dosages and strategies to optimize bait deployment while minimizing secondary hazards is required, acetaminophen may have a role to play in the control of these invasive species in Florida.
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By examining seven major reviews (the French “Revue des deux Mondes”, the “Revue de Paris” and the “Nouvelle Revue”; the Italian “Nuova Antologia”, the “Rassegna Nazionale”, the “Rivista europea” and the “Revue internationale”) this thesis investigate the female participation in high quality journalism in Italy and France between the 1870s and the First World War. The aim is to show that despite some obvious limitations, women found room in that apparently very ‘male’ space of culture and emerged on a considerable scale in all walks of the profession. Many women regularly published on high quality reviews. Some of them even rose to high positions on editorials board. With the exception of a few fields of knowledge – albeit fundamental to the journals’ overall structure – such as economics, finance and matters to do with the army and the colonies, women contributors covedered nearly all the range of subjects contained in this periodicals: not only fiction, but also literary criticism, travelogues, politics and others. Quality and cultural journals offered women writers a considerable space for entering the public sphere, as both authors and readers. It may thus construed on a dual plane: as an opportunity for women writers to join the new professional ranks of modern publishing, but also as an important terrain for acknowledgment of their standing as intellectuals.
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L'informazione è alla base della conoscenza umana. Senza, non si potrebbe sapere nulla di ciò che esiste, di ciò che è stato o di quello che potrebbe accadere. Ogni giorno si assimilano moltissime informazioni, che vengono registrate nella propria memoria per essere riutilizzate all'occorrenza. Ne esistono di vari generi, ma il loro insieme va a formare quella che è la cultura, educazione, tradizione e storia dell'individuo. Per questo motivo è importante la loro diffusione e salvaguardia, impedendone la perdita che costerebbe la dipartita di una parte di sé, del proprio passato o del proprio futuro. Al giorno d'oggi le informazioni possono essere acquisite tramite persone, libri, riviste, giornali, la televisione, il Web. I canali di trasmissione sono molti, alcuni più efficaci di altri. Tra questi, internet è diventato un potente strumento di comunicazione, il quale consente l'interazione tra chi naviga nel Web (ossia gli utenti) e una partecipazione attiva alla diffusione di informazioni. Nello specifico, esistono siti (chiamati di microblogging) in cui sono gli stessi utenti a decidere se un'informazione possa essere o meno inserita nella propria pagina personale. In questo caso, si è di fronte a una nuova "gestione dell'informazione", che può variare da utente a utente e può defluire in catene di propagazione (percorsi che compiono i dati e le notizie tra i navigatori del Web) dai risvolti spesso incerti. Ma esiste un modello che possa spiegare l'avanzata delle informazioni tra gli utenti? Se fosse possibile capirne la dinamica, si potrebbe venire a conoscenza di quali sono le informazioni più soggette a propagazione, gli utenti che più ne influenzano i percorsi, quante persone ne vengono a conoscenza o il tempo per cui resta attiva un'informazione, descrivendone una sorta di ciclo di vita. E' possibile nel mondo reale trovare delle caratteristiche ricorrenti in queste propagazioni, in modo da poter sviluppare un metodo universale per acquisirne e analizzarne le dinamiche? I siti di microblogging non seguono regole precise, perciò si va incontro a un insieme apparentemente casuale di informazioni che necessitano una chiave di lettura. Quest'ultima è proprio quella che si è cercata, con la speranza di poter sfruttare i risultati ottenuti nell'ipotesi di una futura gestione dell'informazione più consapevole. L'obiettivo della tesi è quello di identificare un modello che mostri con chiarezza quali sono i passaggi da affrontare nella ricerca di una logica di fondo nella gestione delle informazioni in rete.
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Cosa sappiamo del Genocidio? Cosa sappiamo del Rwanda? In che termini il giornalismo è elemento in comune di entrambi? La questione si fa più complicata in quanto vorremmo aggiungere a queste riflessioni il nodo della memoria. Che memoria abbiamo del Genocidio? Che memoria abbiamo del Rwanda? In che modo il giornalismo costruisce memoria? In questa tesi, abbiamo provato a rispondere a queste domande attraverso gli strumenti della semiotica del discorso e della cultura. Nella prima parte della ricerca abbiamo affrontato la nascita e l'affermazione della categoria di genocidio, l'invenzione e il Genocidio del Rwanda , indicando proposte per definire una possibile semiotica del genocidio. Nella seconda parte si è,invece, scesi nel particolare del discorso giornalistico, definendo i nodi teorici utili per mettere in luce i legami tra giornalismo e memoria e procedendo alle analisi della stampa italiana sul genocidio rwandese. Le conclusioni a cui si è giunti sono, rispetto alla costruzione giornalistica della realtà, che la stampa italiana ha ridotto quella complessità che ha caratterizzato ciò che abbiamo chiamato la biografia discorsiva del Rwanda. Questa stratificazione discorsiva viene risolta, o meglio, tradotta in enunciati che richiamano un odio tribale ancestrale, come se il Genocidio, laddove ne venisse descritta la pianificazione, non fosse altro che una conseguenza naturale di questo odio. Rispetto al rapporto tra memoria e giornalismo, abbiamo visto che è interrogabile rispetto alle dinamiche della cultura: si tratta, quindi, di considerare il ruolo di mediazione dei testi e la loro interpretazione. Ciò chiama in causa problemi di selezione e filtraggio, di inclusione ed esclusione, negoziazione di saperi condivisi, all’interno del problema più ampio della produzione del discorso e della cooperazione interpretativa.
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L’esplosione della crisi nel 2007 ha contribuito alla diffusione di numerosi termini e concetti afferenti al dominio nella finanza strutturata non solo nelle pagine dei quotidiani specializzati, ma anche di quelli generalisti, producendo uno straniante «sentimento neologico» che ha accresciuto il senso di inaccessibilità e soggezione che in molti nutrono nei riguardi delle “cose della finanza” e delle notizie economiche, percepite come ostiche e incomprensibili. Questo lavoro mira a dimostrare che le cause di questo imperante senso di smarrimento di fronte all’informazione economica sono da addurre a più fattori: alla comune scarsa dimestichezza con il linguaggio e le “cose della finanza” dei cittadini; alla complessità dei concetti che i termini in questione veicolano e alla maniera in cui essi vengono presentati dalla vulgata giornalistica. Questa tesi si articola in quattro capitoli: nel primo si discute del tirocinio svolto presso la DGT della Commissione Europea, che ha fornito degli utili spunti per la stesura del presente lavoro; nel secondo si evidenzia l’importanza di una corretta educazione finanziaria per la formazione di una cittadinanza consapevole, in grado alimentare un sistema finanziario sano. Nel terzo capitolo si discute di finanza strutturata, volgendo particolare attenzione al CDO, di cui anche la Consob ha sottolineato l’intrinseca complessità e che ha assunto un ruolo da protagonista nell’esplosione della crisi dei mutui subprime. Nel quarto capitolo si delinea un breve quadro dell’informazione finanziaria in Italia e in Germania; mediante l’analisi di due corpora comparabili e diacronici si mira, infine, a osservare in che modo i giornali, nel corso degli anni, hanno veicolato il concetto che sottende al termine CDO rintracciando, contestualmente, similarità e differenze tra la stampa generalista e quella specializzata e tra i quotidiani tedeschi e quelli italiani.