53 resultados para DOLO


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A importância da mídia no mundo atual é evidente, pois ela exerce muita influência no âmbito da cultura corporal de movimento, que engloba lutas, danças, ginástica, conhecimento sobre o corpo, esporte e jogos, conteúdos de extrema importância para a formação do cidadão, ditando fazeres sobre as diversas práticas corporais e criando novos modelos de consumo. Dentro desse contexto o ídolo esportivo é intercambiável, negociável e consumível como imagem. Sendo assim a representação que um ídolo exerce sobre o indivíduo (telespectador) é referência de atitudes e a mídia contribui para a construção dessa imagem. Por causa dessa exposição, o técnico de vôlei Bernardo Rocha de Rezende passou a ter maior ascensão no cenário esportivo nacional, resolvi realizar esse estudo para investigar a opinião de alunos graduandos em Educação Física e professores da Educação Física escolar sobre a imagem do técnico Bernardinho. Objetivo: O objetivo do trabalho é investigar como a imagem do técnico Bernardo de Souza Rezende (Bernardinho), influenciada pela mídia, é interpretada por alunos graduandos em Educação Física e professores de Educação Física Escolar. Metodologia: A metodologia desta pesquisa de natureza qualitativa será realizada em duas etapas, sendo a primeira referente a uma pesquisa bibliográfica, e a segunda etapa relativa ao trabalho é entrevista semi-estruturada. A entrevista foi realizada com 10 alunos de graduação nos cursos de Bacharelado e Licenciatura em Educação Física da Universidade Estadual Paulista – Campus Rio Claro e 5 professores de Educação Física escolar. Resultados e Discussões: Com as respostas obtidas podemos ver que o imaginário, dos alunos e professores entrevistados, em relação à imagem do Bernardo é de um técnico extremamente participativo, comprometido e o melhor técnico de vôlei. Porém, um técnico nervoso... (Resumo completo, clicar acesso eletrônico abaixo)

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This study aims to conduct a comparative analysis of the cover stories of magazines Atrevida, published by Escala, Capricho, published by Abril, and Todateen, published by AltoAstral, published between 2008 and 2012, which give prominence to the phenomena with more recurring presence on the covers. The objective of the research is to analyze the criteria for newsworthiness adopted by publications targeting a teenage audience, relating them to cover highlights involving idols of that audience. As object, we study the press coverage given to four magazines phenomena of cultural industry: the actors in the Twilight saga, the actors of the Disney Channel series, singer Justin Bieber and actors of Brazilian soap opera Rebelde. The work begins with a history of magazine journalism, from its origin to the journalism geared toward teenage readers, through the history of women's magazines and variety. Then, we present the theoretical concepts from the Theory News (Traquina) in confrontation with the notions of consumption (Canclini) and behavior (Featherstone). Finally, analysis of the corpus, which was defined by a cutout thematic within this period, divided into two major groups of news reports: those in which the idol is the news, and those in which he serves as a guide for the reader

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[ES] Aclaración del concepto de adaptación dentro de la traducción como resultado del empleo de diferentes técnicas traductológicas, deslindán-dolo de la adaptación como actividad bilingüe, y tomando como material empírico los cuentos de animales.

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Oggetto della ricerca sono l’esame e la valutazione dei limiti posti all’autonomia privata dal divieto di abuso della posizione dominante, come sancito, in materia di tutela della concorrenza, dall’art. 3 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, a sua volta modellato sull’art. 82 del Trattato CE. Preliminarmente, si è ritenuto opportuno svolgere la ricognizione degli interessi tutelati dal diritto della concorrenza, onde individuare la cerchia dei soggetti legittimati ad avvalersi dell’apparato di rimedi civilistici – invero scarno e necessitante di integrazione in via interpretativa – contemplato dall’art. 33 della legge n. 287/1990. È così emerso come l’odierno diritto della concorrenza, basato su un modello di workable competition, non possa ritenersi sorretto da ragioni corporative di tutela dei soli imprenditori concorrenti, investendo direttamente – e rivestendo di rilevanza giuridica – le situazioni soggettive di coloro che operano sul mercato, indipendentemente da qualificazioni formali. In tal senso, sono stati esaminati i caratteri fondamentali dell’istituto dell’abuso di posizione dominante, come delineatisi nella prassi applicativa non solo degli organi nazionali, ma anche di quelli comunitari. Ed invero, un aspetto importante che caratterizza la disciplina italiana dell’abuso di posizione dominante e della concorrenza in generale, distinguendola dalle normative di altri sistemi giuridici prossimi al nostro, è costituito dal vincolo di dipendenza dal diritto comunitario, sancito dall’art. 1, quarto comma, della legge n. 287/1990, idoneo a determinare peculiari riflessi anche sul piano dell’applicazione civilistica dell’istituto. La ricerca si è quindi spostata sulla figura generale del divieto di abuso del diritto, onde vagliarne i possibili rapporti con l’istituto in esame. A tal proposito, si è tentato di individuare, per quanto possibile, i tratti essenziali della figura dell’abuso del diritto relativamente all’esercizio dell’autonomia privata in ambito negoziale, con particolare riferimento all’evoluzione del pensiero della dottrina e ai più recenti orientamenti giurisprudenziali sul tema, che hanno valorizzato il ruolo della buona fede intesa in senso oggettivo. Particolarmente interessante è parsa la possibilità di estendere i confini della figura dell’abuso del diritto sì da ricomprendere anche l’esercizio di prerogative individuali diverse dai diritti soggettivi. Da tale estensione potrebbero infatti discendere interessanti ripercussioni per la tutela dei soggetti deboli nel contesto dei rapporti d’impresa, intendendosi per tali tanto i rapporti tra imprenditori in posizione paritaria o asimmetrica, quanto i rapporti tra imprenditori e consumatori. È stato inoltre preso in considerazione l’aspetto dei rimedi avverso le condotte abusive, alla luce dei moderni contributi sull’eccezione di dolo generale, sulla tutela risarcitoria e sull’invalidità negoziale, con i quali è opportuno confrontarsi qualora si intenda cercare di colmare – come sembra opportuno – i vuoti di disciplina della tutela civilistica avverso l’abuso di posizione dominante. Stante l’evidente contiguità con la figura in esame, si è poi provveduto ad esaminare, per quanto sinteticamente, il divieto di abuso di dipendenza economica, il quale si delinea come figura ibrida, a metà strada tra il diritto dei contratti e quello della concorrenza. Tale fattispecie, pur inserita in una legge volta a disciplinare il settore della subfornitura industriale (art. 9, legge 18 giugno 1998, n. 192), ha suscitato un vasto interessamento della dottrina. Si sono infatti levate diverse voci favorevoli a riconoscere la portata applicativa generale del divieto, quale principio di giustizia contrattuale valevole per tutti i rapporti tra imprenditori. Nel tentativo di verificare tale assunto, si è cercato di individuare la ratio sottesa all’art. 9 della legge n. 192/1998, anche in considerazione dei suoi rapporti con il divieto di abuso di posizione dominante. Su tale aspetto è d’altronde appositamente intervenuto il legislatore con la legge 5 marzo 2001, n. 57, riconoscendo la competenza dell’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato a provvedere, anche d’ufficio, sugli abusi di dipendenza economica con rilevanza concorrenziale. Si possono così prospettare due fattispecie normative di abusi di dipendenza economica, quella con effetti circoscritti al singolo rapporto interimprenditoriale, la cui disciplina è rimessa al diritto civile, e quella con effetti negativi per il mercato, soggetta anche – ma non solo – alle regole del diritto antitrust; tracciare una netta linea di demarcazione tra i reciproci ambiti non appare comunque agevole. Sono stati inoltre dedicati brevi cenni ai rimedi avverso le condotte di abuso di dipendenza economica, i quali involgono problematiche non dissimili a quelle che si delineano per il divieto di abuso di posizione dominante. Poste tali basi, la ricerca è proseguita con la ricognizione dei rimedi civilistici esperibili contro gli abusi di posizione dominante. Anzitutto, è stato preso in considerazione il rimedio del risarcimento dei danni, partendo dall’individuazione della fonte della responsabilità dell’abutente e vagliando criticamente le diverse ipotesi proposte in dottrina, anche con riferimento alle recenti elaborazioni in tema di obblighi di protezione. È stata altresì vagliata l’ammissibilità di una visione unitaria degli illeciti in questione, quali fattispecie plurioffensive e indipendenti dalla qualifica formale del soggetto leso, sia esso imprenditore concorrente, distributore o intermediario – o meglio, in generale, imprenditore complementare – oppure consumatore. L’individuazione della disciplina applicabile alle azioni risarcitorie sembra comunque dipendere in ampia misura dalla risposta al quesito preliminare sulla natura – extracontrattuale, precontrattuale ovvero contrattuale – della responsabilità conseguente alla violazione del divieto. Pur non sembrando prospettabili soluzioni di carattere universale, sono apparsi meritevoli di approfondimento i seguenti profili: quanto all’individuazione dei soggetti legittimati, il problema della traslazione del danno, o passing-on; quanto al nesso causale, il criterio da utilizzare per il relativo accertamento, l’ammissibilità di prove presuntive e l’efficacia dei provvedimenti amministrativi sanzionatori; quanto all’elemento soggettivo, la possibilità di applicare analogicamente l’art. 2600 c.c. e gli aspetti collegati alla colpa per inosservanza di norme di condotta; quanto ai danni risarcibili, i criteri di accertamento e di prova del pregiudizio; infine, quanto al termine di prescrizione, la possibilità di qualificare il danno da illecito antitrust quale danno “lungolatente”, con le relative conseguenze sull’individuazione del dies a quo di decorrenza del termine prescrizionale. In secondo luogo, è stata esaminata la questione della sorte dei contratti posti in essere in violazione del divieto di abuso di posizione dominante. In particolare, ci si è interrogati sulla possibilità di configurare – in assenza di indicazioni normative – la nullità “virtuale” di detti contratti, anche a fronte della recente conferma giunta dalla Suprema Corte circa la distinzione tra regole di comportamento e regole di validità del contratto. È stata inoltre esaminata – e valutata in senso negativo – la possibilità di qualificare la nullità in parola quale nullità “di protezione”, con una ricognizione, per quanto sintetica, dei principali aspetti attinenti alla legittimazione ad agire, alla rilevabilità d’ufficio e all’estensione dell’invalidità. Sono poi state dedicate alcune considerazioni alla nota questione della sorte dei contratti posti “a valle” di condotte abusive, per i quali non sembra agevole configurare declaratorie di nullità, mentre appare prospettabile – e, anzi, preferibile – il ricorso alla tutela risarcitoria. Da ultimo, non si è trascurata la valutazione dell’esperibilità, avverso le condotte di abuso di posizione dominante, di azioni diverse da quelle di nullità e risarcimento, le sole espressamente contemplate dall’art. 33, secondo comma, della legge n. 287/1990. Segnatamente, l’attenzione si è concentrata sulla possibilità di imporre a carico dell’impresa in posizione dominante un obbligo a contrarre a condizioni eque e non discriminatorie. L’importanza del tema è attestata non solo dalla discordanza delle pronunce giurisprudenziali, peraltro numericamente scarse, ma anche dal vasto dibattito dottrinale da tempo sviluppatosi, che investe tuttora taluni aspetti salienti del diritto delle obbligazioni e della tutela apprestata dall’ordinamento alla libertà di iniziativa economica.

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El presente trabajo pretende analizar las modificaciones de la Ley Penal Tributaria 24.769, a partir de la sanción, en el año 2011, de la Ley 26.735. Así como también la responsabilidad del actuar profesional del contador, conforme lo que establece la ley. Para poder comprender mejor dichas modificaciones, se comienza haciendo referencia a aquellos conceptos propios y básicos del derecho penal. Si bien este contenido es propiamente jurídico, para nuestra profesión de contadores, se considera necesario desarrollarlo para una mejor comprensión del contenido de cada artículo de la Ley Penal Tributaria. Se incluyen conceptos como el de delito; su tipificación en las normas; el dolo o culpa que puede haber en el delito cometido. Así como también principios y garantías que nuestra Carta Magna, la Constitución Nacional, nos asegura; entre otros temas. Luego se explica cómo fue cronológicamente la modificación de la Ley Penal Tributaria desde la primera ley sancionada hasta la que rige actualmente. Y para entender las modificaciones, se analiza más detenidamente cuatro de los artículos modificados de la ley 24.769. Se procedió de esta manera, para poder darle una mayor explicación a aquellos delitos, que son los que más se suelen presentar. Estos delitos son los de evasión simple y agravada; tanto en lo impositivo como en el aspecto previsional. Por último se hace referencia a la responsabilidad del contador desde este punto de vista penal-tributario. Este tema es muy importante para los contadores, porque muchas veces no asumimos el riesgo que corremos al ejercer nuestra profesión, si la misma no se ejerce con cuidado y profesionalismo. Hay que saber trabajar con buenos papeles de trabajo que respalden nuestra tarea. Puede ocurrir que terminemos siendo cómplices de un delito de manera intencional, o simplemente porque llevamos a cabo la tarea que fue necesaria para cometer el delito, sin tener la intención de hacerlo. Entonces es necesario, que el profesional, tenga presente en su actuar de la existencia de esta ley.

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El presente trabajo pretende realizar un análisis comparativo del sentido mítico-semiótico del personaje de Ulises tal como aparece, de modo general, en la tradición épica así como en su tratamiento en la tradición trágica. Se presenta la construcción de Ulises como un héroe épico con ciertas características que lo diferencian del héroe homérico tradicional, pero que, al mismo tiempo, lo inscriben en dicha categoría con sus peculiaridades propias: tales características versan principalmente sobre los ejes temáticos de la astucia y la areté homérica. Asimismo, se recurre a diversas tragedias de Sófocles y Eurípides para hacer una síntesis de los principales sentidos en el tratamiento del personaje de Ulises en la tradición trágica; en este aspecto, se hace énfasis en las mismas categorías de la astucia y la areté, pero circunscritas en un nuevo contexto mítico-literario que da a Ulises una perspectiva diversa a la épica en cuanto a su desarrollo en los relatos. Aquí se enfatiza especialmente su rol como agente promotor del cumplimiento del destino, el ejecutor de decisiones cruentas para llevar a término la guerra de Troya, la astucia que se transforma en dolo entre otros aspectos. Finalmente se realiza un contraste de ambas tradiciones y se trata de poner en evidencia cómo ha evolucionado el personaje de Ulises dentro del entramado mítico-semiótico que le ha dado vida en diversos textos literarios

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El presente trabajo pretende exponer las particularidades que exhiben los términos (...), verdad, y (...), falsedad, en Filoctetes de Sófocles. Merced al análisis etimológico, morfológico y semántico de dichos términos, de las relaciones que se establecen entre ellos y de su disposición en la tragedia, se busca destacar la manera en que el texto trágico mismo pone en evidencia la naturaleza de ambos conceptos como constructos humanos, arti´Çücios del lenguaje no sólo parciales sino también relativos, subordinados a contextos de enunciación transitorios.

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El presente trabajo pretende exponer las particularidades que exhiben los términos (...), verdad, y (...), falsedad, en Filoctetes de Sófocles. Merced al análisis etimológico, morfológico y semántico de dichos términos, de las relaciones que se establecen entre ellos y de su disposición en la tragedia, se busca destacar la manera en que el texto trágico mismo pone en evidencia la naturaleza de ambos conceptos como constructos humanos, arti´Çücios del lenguaje no sólo parciales sino también relativos, subordinados a contextos de enunciación transitorios.

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El presente trabajo pretende realizar un análisis comparativo del sentido mítico-semiótico del personaje de Ulises tal como aparece, de modo general, en la tradición épica así como en su tratamiento en la tradición trágica. Se presenta la construcción de Ulises como un héroe épico con ciertas características que lo diferencian del héroe homérico tradicional, pero que, al mismo tiempo, lo inscriben en dicha categoría con sus peculiaridades propias: tales características versan principalmente sobre los ejes temáticos de la astucia y la areté homérica. Asimismo, se recurre a diversas tragedias de Sófocles y Eurípides para hacer una síntesis de los principales sentidos en el tratamiento del personaje de Ulises en la tradición trágica; en este aspecto, se hace énfasis en las mismas categorías de la astucia y la areté, pero circunscritas en un nuevo contexto mítico-literario que da a Ulises una perspectiva diversa a la épica en cuanto a su desarrollo en los relatos. Aquí se enfatiza especialmente su rol como agente promotor del cumplimiento del destino, el ejecutor de decisiones cruentas para llevar a término la guerra de Troya, la astucia que se transforma en dolo entre otros aspectos. Finalmente se realiza un contraste de ambas tradiciones y se trata de poner en evidencia cómo ha evolucionado el personaje de Ulises dentro del entramado mítico-semiótico que le ha dado vida en diversos textos literarios

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El presente trabajo pretende exponer las particularidades que exhiben los términos (...), verdad, y (...), falsedad, en Filoctetes de Sófocles. Merced al análisis etimológico, morfológico y semántico de dichos términos, de las relaciones que se establecen entre ellos y de su disposición en la tragedia, se busca destacar la manera en que el texto trágico mismo pone en evidencia la naturaleza de ambos conceptos como constructos humanos, arti´Çücios del lenguaje no sólo parciales sino también relativos, subordinados a contextos de enunciación transitorios.

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El presente trabajo pretende realizar un análisis comparativo del sentido mítico-semiótico del personaje de Ulises tal como aparece, de modo general, en la tradición épica así como en su tratamiento en la tradición trágica. Se presenta la construcción de Ulises como un héroe épico con ciertas características que lo diferencian del héroe homérico tradicional, pero que, al mismo tiempo, lo inscriben en dicha categoría con sus peculiaridades propias: tales características versan principalmente sobre los ejes temáticos de la astucia y la areté homérica. Asimismo, se recurre a diversas tragedias de Sófocles y Eurípides para hacer una síntesis de los principales sentidos en el tratamiento del personaje de Ulises en la tradición trágica; en este aspecto, se hace énfasis en las mismas categorías de la astucia y la areté, pero circunscritas en un nuevo contexto mítico-literario que da a Ulises una perspectiva diversa a la épica en cuanto a su desarrollo en los relatos. Aquí se enfatiza especialmente su rol como agente promotor del cumplimiento del destino, el ejecutor de decisiones cruentas para llevar a término la guerra de Troya, la astucia que se transforma en dolo entre otros aspectos. Finalmente se realiza un contraste de ambas tradiciones y se trata de poner en evidencia cómo ha evolucionado el personaje de Ulises dentro del entramado mítico-semiótico que le ha dado vida en diversos textos literarios

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Dedicatoria : "Si de mi amada patria sin ventura / En trists notas la desdicha hoy canto, / Si anubla mi pupila raudo llanto / Y mi alma de español prueba amargura, / Un dulce lenitivo a mi tortura / Prestar puede la Fe: arcano santo / que trae a mi alma misterioso encanto / y un provenir de glorias aun le augura; / Mas, si ambición, con dolo vil y artero, / Destierra de mi patria la fortuna, / Sobre el frio mármol, con buril de acero, / (Por la que fué de tantos héroes cuna,) / Escriba este epitafio el orbe entero.../Fué noble, altiva y grande, cual ninguna!"

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Esta tesina pretende ser un libro de baloncesto dedicado a los fundamentos de ataque. Su diferencia de las demás obras que se encuentran corrientemente en venta, estriba en el público al que va dirigido. Normalmente son los técnicos de dicho deporte los que beben de sus fuentes. Este, aunque sin duda alguna encontrará a esos mismos lectores, busca las miras de un público más abundante en número: " El jugador de baloncesto". Pretende ser un libro con unas miras futuras. El baloncesto en España ha sido el deporte que más ha avanzado de unos años a ésta parte; aun estando todavía lejos de su "techo", ha superado unos límites insospechados y poco menos que quiméricos en un país donde "el deporte rey" ha sido el único ídolo. Explicaremos la palabra "futuro" citada en la frase anterior; la técnica del baloncesto es de una gran complejidad y extensión. Actualmente el jugador de baloncesto en nuestro país aprende una ínfima parte de los movimientos que engloba la técnica, desarrolla dos o tres de éstos con bastante perfección y, los demás, son un recuerdo vago para él. Sólo con estos dos movimientos es capaz de valerse y defenderse dentro de su categoría, e incluso, puede destacar. ¿Cuáles son los motivos de estas facilidades para los atacantes? Principalmente hay una, las flojas defensas que predominan aún en nuestro país, debido al desinterés que los entrenadores ponen en su enseñanza. Actualmente ya estamos viendo algunos equipos que han empezado a defender. Sus oponentes han encontrado muchas dificultades para conseguir puntos; sus movimientos ofensivos no son suficientes para romper la defensa y los jugadores desconocen el "porqué" de sus pocos movimientos, punto éste que creo absolutamente indispensable su conocimiento por parte del jugador. Es por estas razones anteriormente dichas, por lo que creo que este libro, en los próximos años, puede ser de una gran utilidad para jugadores y entrenadores que piensen en baloncesto ya que, en el momento actual, no existe una preparación para que el jugador pueda entender con absoluta claridad los movimientos aquí explicados, así como su ejecución, puesto que son un punto de partida para una posterior supervisión por parte del entrenador.

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O trabalho tem a proposta de analisar os desdobramentos do teatro musical brasileiro desde a primeira encenação em território nacional de adaptações de espetáculos do Teatro de Revista, gênero originário da França, até as superproduções musicais realizadas nos últimos 16 anos de adaptações de espetáculos americanos. O panorama histórico e analítico será estudado, com ênfase no teatro musical que se utiliza de elementos midiatizados para estar inserido em uma sociedade em que a produção cultural é vista como internacionalizada e mercantilizada. Como forma de marketing, os produtores utilizam-se da notoriedade midiática presente em formatos estrangeiros já consagrados, adaptações renomadas e bem aceitas pelo público, além da fama de celebridades que são escaladas para os musicais. Tudo para a conquista de um patrocinador que, por sua vez, acaba fazendo exigências que interferem de maneira decisiva na montagem dos espetáculos. Em meio a um processo onde são tantos os direcionamentos pré-estabelecidos por patrocinadores, onde se encontra o genuíno teatro musical brasileiro? A pesquisa abrange o ineditismo da presença de temáticas nacionais em formatos estrangeiros e agrega o conjunto de fatores que possibilitam que um roteiro de musical saia do papel e adentre os palcos, tais como as políticas públicas de incentivos fiscais; a ligação de empresas patrocinadoras e suas marcas a musicais; o fato de que, mesmo as produções sendo pagas por dinheiro público, possuírem ingressos que não são a preços populares. Para auxiliar nas conjecturas a serem formadas, será utilizada uma metodologia histórico-descritiva com foco na relação do tema com elementos notórios na mídia, como os artistas e obras a serem adaptadas no palco.

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Chromosomal forms of Anopheles gambiae, given the informal designations Bamako, Mopti, and Savannah, have been recognized by the presence or absence of four paracentric inversions on chromosome 2. Studies of karyotype frequencies at sites where the forms occur in sympatry have led to the suggestion that these forms represent species. We conducted a study of the genetic structure of populations of An. gambiae from two villages in Mali, west Africa. Populations at each site were composed of the Bamako and Mopti forms and the sibling species, Anopheles arabiensis. Karyotypes were determined for each individual mosquito and genotypes at 21 microsatellite loci determined. A number of the microsatellites have been physically mapped to polytene chromosomes, making it possible to select loci based on their position relative to the inversions used to define forms. We found that the chromosomal forms differ at all loci on chromosome 2, but there were few differences for loci on other chromosomes. Geographic variation was small. Gene flow appears to vary among different regions within the genome, being lowest on chromosome 2, probably due to hitchhiking with the inversions. We conclude that the majority of observed genetic divergence between chromosomal forms can be explained by forces that need not involve reproductive isolation, although reproductive isolation is not ruled out. We found low levels of gene flow between the sibling species Anopheles gambiae and Anopheles arabiensis, similar to estimates based on observed frequencies of hybrid karyotypes in natural populations.