983 resultados para Coesão (Linguistica)


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Pós-graduação em Letras - FCLAS

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Pesquisas sobre saúde geral têm relacionado coesão familiar a fatores socioeconômicos e comportamentais. O objetivo deste estudo foi investigar a associação entre coesão familiar e fatores socioeconômicos, comportamentais e de saúde bucal. Este foi um estudo transversal com amostra por conglomerados em dois estágios. A amostra randomizada de 524 adolescentes era proveniente de escolas públicas da cidade de Piracicaba-SP. As variáveis foram avaliadas por questionários autoaplicáveis e os dados de saúde bucal, pelos índices CPO e CPI. A coesão familiar percebida pelo adolescente foi avaliada por meio da escala de adaptabilidade e coesão familiar. Análise univariada e regressão logística multinominal mostraram que adolescentes com baixa coesão familiar apresentaram mais chance de terem baixa renda (OR 2,28 IC95% 1,14-4,55), presença de cárie (OR 2,23 IC95% 1,21-4,09) e baixa frequência de escovação diária (OR 1,91 IC95% 1,03-3,54). Adolescentes com alta coesão familiar apresentaram mais chance que adolescentes com média coesão de terem alta renda e fator de proteção contra o hábito de tabagismo. Desta forma, a coesão familiar percebida pelo adolescente associou-se com variáveis comportamentais, socioeconômicas e de saúde bucal, indicando a importância de uma abordagem integral da saúde do paciente.

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Partindo da hipótese de que a criança possui uma gramática internalizada, uma vez que ela é falante da língua, este trabalho procura detectar os parâmetros desta gramática. Para isso, analisamos os mecanismos de coesão/coerência textual utilizados por alunos de 3ª série do 1º grau para a produção de textos.

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O artigo destaca a recuperação de uma informação já dada, com base nos recursos da repetição e da paráfrase, como uma estratégia de articulação textual no discurso oral dialogado. Examina algumas das funções coesivas mais freqüentes desses dois recursos, pelo enfoque de sua atuação na estrutura da organização tópica.

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O propósito do trabalho ora apresentado consiste na observação de dois elementos de coesão, a referência e a seqüencialidade, e um elemento da coerência, a contextualização, no processo interpretativo de três capítulos de O Príncipe de Nicolau Maquiavel. Sempre que se referir à leitura, este artigo estará entendendo-a como uma interação de sujeitos ideologicamente determinados.

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O artigo analisa o conto Quem conta um conto, de Machado de Assis, à luz dos principais mecanismos de referenciação e seqüenciação sustentadores de sua coesão textual.

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O artigo mostra que a construção do texto radiofônico requer não só o uso de mecanismos de coesão e coerência, para dar-lhe textualidade, mas sobretudo um estilo próprio oral-auditivo expresso numa linguagem que seja facilmente decodificada pelo ouvinte.

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Questa Guida è stata fatta dalla docente con la collaborazione degli studenti che hanno seguito il corso di Linguistica generale nell'a.a. 2006-07. Una copia cartacea è depositata presso la Biblioteca del Dipartimento di Studi Linguistici e Orientali, via Zamboni 33. Verso la fine delle lezioni dell'a.a. 2007-08 sarà stilata una Guida corrispondente agli argomenti trattati durante il corso e al programma per l'esame di Linguistica generale.

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Il presente lavoro ha come scopo lo studio del fenomeno linguistico dell'apertura vocalica nella parlata della città di Granada. Attraverso un'approfondita analisi fonetica della produzione orale di parlanti granadini, viene proposta un'indagine sulle eventuali implicazioni che il fenomeno dell'apertura vocalica può avere sul sistema grammaticale spagnolo, aggiornando al 2012 gli studi su tale argomento.

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La tesi sviluppa le proposte teoriche della Linguistica Cognitiva a proposito della metafora e propone una loro possibile applicazione in ambito didattico. La linguistica cognitiva costituisce la cornice interpretativa della ricerca, a partire dai suoi concetti principali: la prospettiva integrata, l’embodiment, la centralità della semantica, l’attenzione per la psicolinguistica e le neuroscienze. All’interno di questo panorama, prende vigore un’idea di metafora come punto d’incontro tra lingua e pensiero, come criterio organizzatore delle conoscenze, strumento conoscitivo fondamentale nei processi di apprendimento. A livello didattico, la metafora si rivela imprescindibile sia come strumento operativo che come oggetto di riflessione. L’approccio cognitivista può fornire utili indicazioni su come impostare un percorso didattico sulla metafora. Nel presente lavoro, si indaga in particolare l’uso didattico di stimoli non verbali nel rafforzamento delle competenze metaforiche di studenti di scuola media. Si è scelto come materiale di partenza la pubblicità, per due motivi: il diffuso impiego di strategie retoriche in ambito pubblicitario e la specificità comunicativa del genere, che permette una chiara disambiguazione di fenomeni che, in altri contesti, non potrebbero essere analizzati con la stessa univocità. Si presenta dunque un laboratorio finalizzato al miglioramento della competenza metaforica degli studenti che si avvale di due strategie complementari: da una parte, una spiegazione ispirata ai modelli cognitivisti, sia nella terminologia impiegata che nella modalità di analisi (di tipo usage-based); dall’altra un training con metafore visive in pubblicità, che comprende una fase di analisi e una fase di produzione. È stato usato un test, suddiviso in compiti specifici, per oggettivare il più possibile i progressi degli studenti alla fine del training, ma anche per rilevare le difficoltà e i punti di forza nell’analisi rispetto sia ai contesti d’uso (letterario e convenzionale) sia alle forme linguistiche assunte dalla metafora (nominale, verbale, aggettivale).

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Negli ultimi anni, l’introduzione di tipologie alternative di dettato ha permesso di superare il dettato tradizionale, un esercizio che opprimeva gli studenti, angosciati dal timore dell’errore, segno indelebile che sanziona la mancata acquisizione di una regola ortografica, e scoraggiati a migliorare per l’inappropriata constatazione di colpevolezza, e che, in quanto tale, rischiava di essere eliminato dall'istituzione scolastica. Le nuove tipologie di dettato, contraddistinte da specifiche finalità e caratterizzate da modalità innovative, consentono, infatti, di rivalutare questo esercizio: da mero strumento di valutazione, diviene un pratico momento di apprendimento. L’errore non è più considerato come il marchio che, agli occhi dell’insegnante, contrassegna in modo permanente l’alunno. La nozione di positività che si associa all'errore riconosce lo sforzo compiuto dall'alunno nel ricorrere alle conoscenze linguistiche in suo possesso poiché, seppure il suo ragionamento non abbia portato a scegliere la forma ortografica corretta, l’attività mentale, che implicitamente ha voluto creare una connessione logica tra aspetti linguistici distinti, testimonia che lo studio della lingua non è e non richiede unicamente un ingente lavoro di memorizzazione, diversamente da ciò che si è sempre creduto. L’insegnante è dunque chiamato ad affiancare lo studente guidandolo nell'analisi dei singoli passaggi del suo ragionamento per indicare come dovrà risolvere il problema, in una futura occorrenza di quella espressione, e arrivare così ad automatizzare le conoscenze linguistiche. Inoltre, la recente valorizzazione del dettato ha attribuito altri pregi a questo insegnamento, quali l'acquisizione essenziale del rigore, della fiducia in se stessi e della modestia.

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Il presente elaborato si propone di esporre, in breve e con uno stile il più possibile divulgativo, gli studi che hanno dimostrato la forte peculiarità del processo di apprendimento di una o più lingue seconde affini alla propria lingua materna. Il lavoro si compone di tre capitoli: il primo ripercorre le grandi tappe dello studio dell’apprendimento linguistico, facendo riferimento alle principali teorie sviluppate, in ambito psicologico e linguistico, nel corso del '900; segue poi un capitolo dedicato all’analisi dell’influenza che esercita la lingua materna sull’apprendimento di lingue seconde, soprattutto sulla base dell’ipotesi del transfer; l’ultima parte, infine, si concentra sulle specificità che presenta l’apprendimento di un sistema linguistico strutturalmente simile a quello della propria lingua materna.