990 resultados para Buglioni, Santi, 1494-1576.
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Collection : Commission royale d'histoire
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UANL
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O objetivo dessa pesquisa é compreender como as representações de villania foram interpretadas e construídas na obra de Angelo Beolco (1494-1542), conhecido como Ruzante. O autor retrata em suas peças os camponeses habitantes da terraferma. Trata-se do domínio territorial de Veneza, na região do Vêneto – porção setentrional da península itálica. A vida e as obras de Angelo Beolco instigam os pesquisadores, uma vez que Ruzante foi um ator/autor teatral a serviço de um público aristocrático e urbano, mas que fez emergir na cena cortesã da época a sua interpretação da visão de mundo camponesa a respeito da vida, do amor, do trabalho, da fome, da carestia, etc. Ruzante aborda a temática contadina em pleno cinquecento, o que significa dizer que a relaciona com as correntes de idéias e valores baixo-medievais e humanistas renascentistas, entrecruzadas de forma complexa no século XVI. Levando-se em consideração os limites deste trabalho, julgamos inadequado lançarmo-nos na análise de todas as vertentes histórico-culturais nas quais a obra de Ruzante certamente se enquadra. Assim sendo, privilegiaremos a influência propriamente humanística presente na obra ruzantiana.
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Utilizzando fonti della più diversa tipologia (liturgiche, agiografiche, storiche, letterarie, archeologiche ed epigrafiche), lo studio condotto sulla Passio s. Prisci e sulla Vita s. Castrensis, entrambe con ogni probabilità composte da monaci benedettini a Capua tra X e XI secolo, si concentra innanzitutto sulle vicende che in quell'arco di tempo resero possibile la permanenza delle comunità di Montecassino e di S. Vincenzo al Volturno nel centro campano e sul riflesso che la loro presenza ebbe sulla vita politica e culturale della città. La Passio s. Prisci acquista una valenza non solo religiosa ma anche politica se messa in relazione con la quasi contemporanea istituzione della metropolia capuana; la Vita s. Castrensis, per la netta prevalenza dell'elemento fantastico e soprannaturale che la caratterizza, appare meno legata alle contingenze storico-politiche e più vicina ai topoi della tradizione agiografica e popolare. I capitoli centrali della tesi sono dedicati alla figura di Quodvultdeus, vescovo cartaginese esiliato dai Vandali nel V secolo, la cui vicenda, narrata da Vittore di Vita nell'Historia persecutionis africanae provinciae ha funto da modello per le agigrafie campane. La ricerca prende dunque in considerazione le fonti letterarie, i ritrovamenti archeologici e le testimonianze epigrafiche che confermerebbero la testimonianza di Vittore, riflettendo inoltre sui rapporti di natura commerciale che nel V secolo intercorsero tra Africa e Campania e sul forte legame esistente, già a partire dal secolo precedente, tra le Chiese delle due regioni, fattori che potrebbero aver facilitato l'arrivo degli esuli cartaginesi a Napoli. L'ultima parte del lavoro è volta a rintracciare le ragioni storiche e letterarie che possono aver spinto gli autori dei testi a trasformare due santi di sicura origine campana in vescovi africani venuti dal mare, favorendo la diffusione del topos nell'agiografia campana medievale.
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von H. Graetz
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Heinrich Graetz
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von David Fränkel