987 resultados para Balneario de Sclafani (Sicilia)


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Il BIM (Building Information Modeling ) è un processo coordinato per agevolare l’integrazione delle informazioni pertinenti alle varie fasi di progettazione dell’opera edilizia. La rappresentazione digitale di un edificio, completa di tutte le sue parti ed informazioni sempre aggiornate, affidabili ed accessibili, aiuta il confronto decisionale, la produzione di elaborati, la stima dei costi e tanti altri aspetti del processo edilizio che vengono così ad essere trattati in maniera più efficiente, immediata e con meno sprechi rispetto a molti approcci tradizionali ancora in uso. Con queste premesse la tesi ha voluto indagare potenzialità e criticità di strumenti progettuali avanzati per giungere ad una costruzione efficace e sostenibile. A questo scopo Revit di Autodesk si è dimostrato un software che permette di avere in un unico spazio di lavoro tutti i dati pertinenti alle figure professionali che intervengono durante il processo edilizio. Nel modello BIM realizzato per progettare realisticamente una villetta monofamiliare localizzata a Mezzojuso, in provincia di Palermo, sono stati esaminati molteplici aspetti: dal modello fisico, alla visualizzazione grafica 2D e 3D, alla modellazione parametrica di un modello concettuale energetico che coinvolge analisi di comfort termico ed igrometrico, ad un modello dei venti (per arrivare ad un design energetico ottimale). Il metodo di progetto è stato applicato facendo largo uso di elementi parametrici non standard nei modelli 3D e di altri prodotti realmente esistenti nel mercato italiano. Il risultato finale è stato quello di giungere ad una valutazione delle geometrie più idonee per il controllo degli spazi rispetto alla normativa locale, allo studio di più tipologie di pacchetti murari per risolvere i problemi di raffrescamento estivo e isolamento invernale, alla realizzazione di un computo metrico di massima: sono stati solo questi alcuni degli aspetti considerati per approcciare la tematica da un più ampio punto di vista multidisciplinare.

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La morfologia della piattaforma continentale della Sicilia Settentrionale è il risultato dell'assetto geodinamico della zona e delle più recenti fluttuazioni glacioeustatiche del livello marino.Oggetto di questa tesi è stato lo studio degli elementi geomorfologici sommersi, risalenti all’ultima trasgressione marina, e del cuneo sedimentario olocenico da cui sono sepolti. Tramite i dati forniti da strumenti geofisici, quali l’ecoscandaglio a fascio multiplo (Multibeam) e i profili sismici Chirp Sub-bottom, è stato possibile lo studio di tali elementi e la redazione di due mappe che riportano le isobate delle profondità della superficie di massima ingressione marina e degli isospessori del cuneo olocenico di stazionamento alto. I depositi, nel corso del lavoro, sono stati suddivisi per facilitare la loro descrizione. L'analisi dei depositi trasgressivi ha permesso il riconoscimento di elementi morfologici quali frecce litorali (spit), isole barriera (barrier island), sistemi barriera-laguna e un sistema deltizio sommerso. Queste elementi sono stati ricondotti dunque ad una piattaforma relitta, ormai sommersa, le cui morfologie sono state plasmate dall'ultima trasgressione marina. Grazie ai profili chirp subbottom è stato inoltre possibile riconoscere un basamento carbonatico Meso-Cenozoico con un area di 23 km². I depositi olocenici di stazionamento alto occupano circa l'88% della superficie della piattaforma analizzata. Gli spessori maggiori, corrispondenti a 25m, sono stati riscontrati in prossimità della costa da cui degradano verso nord fino ad estinguersi. L'estensione del cuneo olocenico risulta essere influenzata dalle correnti, che trasportano i sedimenti verso est, dalla presenza degli alti morfologici, in prossimità della cui superficie i sedimenti si arrestano, e dall'apporto fluviale fornito dalle fiumare che sfociano nella zona analizzata. Quest'ultimo è il fattore che influenza maggiormente lo spessore del cuneo. Nelle aree di piattaforma prossime alle foci fluviali inoltre è stata riscontrata la deposizione di materiali grossolani che lateralmente sfumano a fini attraverso contatti eteropici.

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L'importanza dell'acciuga europea (Engraulis encrasicolus) come risorsa ittica, sia a livello economico che ecologico, nel Mar Mediterraneo, ha portato alla necessità di monitorare la biomassa deponente di questa specie per cercare di dare un limite al suo sovrasfruttamento (rappresentando il 22% delle catture nazionali). Lo studio effettuato riguarda le stime di fecondità dell'acciuga europea tramite l'applicazione di un metodo di analisi d'immagine, Whole Mount, su campioni di gonadi di adulti maturi e pronti alla deposizione. Il campionamento degli esemplari è avvenuto durante due campagne oceanografiche, organizzate dall'U.O.S di Capo Granitola dell'Istituto per l'Ambiente Marino Costiero del CNR, che hanno coperto l'area dello Stretto di Sicilia e del Mar Tirreno, durante i mesi estivi che rappresentano il picco di deposizione della specie. Nel presente lavoro sono stati analizzati in totale 76 ovari di acciuga, provenienti da entrambe le aree di campionamento e che presentassero ovociti maturi e risultassero, quindi, in una fase di deposizione nota come "deposizione imminente". Per entrambe le aree di studio è stata stimata una relazione lunghezza-peso con andamento esponenziale. I test statistici non parametrici di Kolmogorov-Smirnov e di Mann-Whitney hanno permesso di stimare se vi fossero differenze tra la fecondità, l'indice gonadosomatico (IGS) e il fattore di condizione (CF) nelle due aree, Stretto di Sicilia e piattaforma settentrionale siciliana. I valori di CF sono risultati significativamente differenti tra le due aree se valutati con il test di Kolmogorov-Smirnov, tuttavia tale differenza non è stata confermata dal test di Mann-Whitney. L'IGS e la fecondità, invece, sono risultati significativamente diversi nelle due aree per entrambi i test. Si può ipotizzare che valori di fecondità differenti nelle due aree, nonostante in entrambi i casi il campionamento sia avvenuto durante il picco di riproduzione della specie, possono essere dovuti alla variabilità dei fattori abiotici, quali temperature e nutrienti, differenti nello Stretto di Sicilia e nell'area lungo le coste settentrionali siciliane. Temperatura e nutrienti possono essere differenti, poiché vi è un diverso movimento delle masse d'acqua causato da correnti distinte nelle due aree. Conoscere la variabilità dei parametri riproduttivi di una specie di rilevanza commerciale così alta, come l'acciuga, rappresenta uno strumento fondamentale per scegliere le misure di gestione sostenibile degli stock più appropriate per aree differenti.

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[von] Ferdinando Lionti

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[von] Ferndinando Lionti

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raccolto e pubbl. Bartolomeo e Giuseppe Lagumina

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Durante el siglo XX el estudio de los tres grandes levantamientos de esclavos de fines de la República Romana ha girado en torno al debate suscitado por la definición de su carácter, "revolucionario" o "reformista", con lo cual se ha trasladado el imaginario contemporáneo de revolución al mundo antiguo. La historiografía occidental ha mostrado un llamativo consenso: los esclavos no tenían la intención de abolir la esclavitud, sus levantamientos carecieron de un fin revolucionario, por consiguiente fueron simplemente "rebeliones". El presente trabajo se propone repensar la temática de las insurrecciones serviles sicilianas narradas por Diodoro, tomando distancia del tradicional énfasis dicotómico (revolución-rebelión) y centrándose en una problemática que en líneas generales ha sido omitida o poco considerada por la historiografía, esto es, la participación y apoyo de sectores libres empobrecidos en las revueltas serviles. Demostraremos dicha participación; definiremos quiénes fueron estos "libres pobres"; apoyaremos la línea historiográfica que postula la existencia de una colaboración entre esclavos rebeldes y libres pobres en las revueltas, haciendo hincapié en la asamblea que se congrega en el teatro de Enna al comienzo de la primera insurrección; y sugeriremos pensar la acción de los esclavos rebeldes en las revueltas conforme al concepto de bandidos sociales

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Este estudio parte de la caracterización del fenómeno del bandolerismo siciliano en la temprana Edad Moderna que la historiografía reciente nos ofrece, a partir del modelo general de bandolerismo mediterráneo, y adelanta el marco temporal de análisis hasta el final del dominio español en la isla. En concreto, el trabajo centra su interés en comprobar hasta qué punto el comportamiento del bandolerismo siciliano se ajusta al patrón de evolución del bandolerismo mediterráneo comúnmente aceptado por la historiografía, según el cual el carácter político y faccional de la actividad bandolera, vinculada a los intereses de las oligarquías -los grandes señores feudales en el caso de Sicilia-, se fue diluyendo a partir de mediados del siglo XVII, por motivos diversos relacionados con el avance del poder monárquico, para pasar a caracterizarse como una expresión de desorden social, protagonizada por miembros de los sectores más débiles y peor integrados de la sociedad con objetivos propios que no iban más allá del mero botín económico

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Durante el siglo XX el estudio de los tres grandes levantamientos de esclavos de fines de la República Romana ha girado en torno al debate suscitado por la definición de su carácter, "revolucionario" o "reformista", con lo cual se ha trasladado el imaginario contemporáneo de revolución al mundo antiguo. La historiografía occidental ha mostrado un llamativo consenso: los esclavos no tenían la intención de abolir la esclavitud, sus levantamientos carecieron de un fin revolucionario, por consiguiente fueron simplemente "rebeliones". El presente trabajo se propone repensar la temática de las insurrecciones serviles sicilianas narradas por Diodoro, tomando distancia del tradicional énfasis dicotómico (revolución-rebelión) y centrándose en una problemática que en líneas generales ha sido omitida o poco considerada por la historiografía, esto es, la participación y apoyo de sectores libres empobrecidos en las revueltas serviles. Demostraremos dicha participación; definiremos quiénes fueron estos "libres pobres"; apoyaremos la línea historiográfica que postula la existencia de una colaboración entre esclavos rebeldes y libres pobres en las revueltas, haciendo hincapié en la asamblea que se congrega en el teatro de Enna al comienzo de la primera insurrección; y sugeriremos pensar la acción de los esclavos rebeldes en las revueltas conforme al concepto de bandidos sociales

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Este estudio parte de la caracterización del fenómeno del bandolerismo siciliano en la temprana Edad Moderna que la historiografía reciente nos ofrece, a partir del modelo general de bandolerismo mediterráneo, y adelanta el marco temporal de análisis hasta el final del dominio español en la isla. En concreto, el trabajo centra su interés en comprobar hasta qué punto el comportamiento del bandolerismo siciliano se ajusta al patrón de evolución del bandolerismo mediterráneo comúnmente aceptado por la historiografía, según el cual el carácter político y faccional de la actividad bandolera, vinculada a los intereses de las oligarquías -los grandes señores feudales en el caso de Sicilia-, se fue diluyendo a partir de mediados del siglo XVII, por motivos diversos relacionados con el avance del poder monárquico, para pasar a caracterizarse como una expresión de desorden social, protagonizada por miembros de los sectores más débiles y peor integrados de la sociedad con objetivos propios que no iban más allá del mero botín económico

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Fil: Zecchin de Fasano, Graciela Cristina. Universidad Nacional de La Plata. Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación; Argentina.