992 resultados para sucrose como agente retardador


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Il cancro batterico dell’actinidia causato da Pseudomonas syringae pv.actinidiae (Psa) suscita grande interesse a livello globale a partire dal 2008. La malattia è comparsa in Giappone e in due anni ha avuto una diffusione epidemica in tutte le aree di coltivazione mondiale di actinidia. Gravi perdite economiche hanno attirato l’attenzione internazionale su questa problematica e grandi sforzi sono stati rivolti allo studio di questo patosistema ancora poco conosciuto. E’ emerso infatti che il patogeno può rimanere in fase latente per lunghi periodi senza causare sintomi caratteristici nelle piante infette, e che dalla comparsa dei sintomi la pianta muore nell’arco di un paio d’anni. Il monitoraggio ed il controllo della situazione è perciò di fondamentale importanza ed è ancora più importante prevenire la comparsa di nuovi focolai di infezione. A questo proposito sarebbe opportuno l’impiego di materiale vegetale di propagazione non infetto, ma in molti casi questo diventa difficile, dal momento che il materiale impiegato è generalmente quello asintomatico, non analizzato precedentemente per la presenza del patogeno. Negli ultimi anni sono state perciò messe a punto molte tecniche molecolari per l’identificazione di Psa direttamente da materiale vegetale. L’obiettivo di questo lavoro è stato quello di studiare l’epidemiologia di Psa in piante adulte infette e di verificare l’efficacia di metodi di diagnosi precoce per prevenire la malattia. A tale scopo il lavoro sperimentale è stato suddiviso in diverse fasi: i) studio della localizzazione, traslocazione e sopravvivenza di Psa nelle piante, a seguito di inoculazione in piante adulte di actinidia di ceppi marcati Psa::gfp; ii) studio della capacità di Psa di essere mantenuto in germogli di actinidia attraverso sette generazioni di micropropagazione dopo l’inoculazione delle piante madri con lo stesso ceppo marcato Psa::gfp; iii) studio ed applicazioni di un nuovo metodo di diagnosi precoce di Psa basato sull’analisi molecolare del “pianto”.

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L’obiettivo principale di questo elaborato è di mostrare in un primo momento i concetti fondamentali che stanno alla base del paradigma ad agenti. Una volta introdotti, essi verranno collocati in un determinato ambiente di programmazione attraverso una piattaforma specifica chiamata Jason. Come sarà facile capire dalla lettura di questa trattazione, un sistema ad agenti è costituito dagli agenti stessi e dall’ambiente in cui sono situati. L’ambiente risulta quindi un altro tassello fondamentale ed è stato introdotto allo scopo un nuovo paradigma per la programmazione di ambienti chiamato Agent & Artifact. Nello specifico, verrà ampiamente descritto il framework di riferimento di tale paradigma: CArtAgO. Dopo aver illustrato i concetti e gli strumenti per poter agilmente programmare e progettare sistemi ad agenti, verrà infine mostrato un esempio di applicazione di tale tecnologia attraverso un case study. Il progetto del sistema in questione riguarda un reale caso aziendale e integra la tecnologia RFID con quella ad agenti per fornire la soluzione ad un problema noto come quello del controllo periodico delle scorte.

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Negli ultimi anni le tecnologie informatiche sono state al centro di uno sviluppo esponenziale. Fra le incalcolabili innovazioni presentate, ha preso sempre più campo il paradigma per la programmazione ad agenti, che permette la realizzazione di sistemi software complessi, i quali, nell'informatica moderna, ricoprono un ruolo di fondamentale importanza. Questi sistemi, denominati autonomi, mostrano caratteristiche interessanti per scenari dinamici; essi infatti devono essere robusti e resistenti, in grado di adattarsi al contesto ambientale e quindi reagire a determinate modifiche che si verificano nell'ambiente, comportandosi di conseguenza. Indicano perciò la pro-attività dell'entità presa in considerazione. In questa tesi saranno spiegate queste tipologie di sistemi, introdotte le loro caratteristiche e mostrate le loro potenzialità. Tali caratteristiche permettono di responsabilizzare i soggetti, rendendo il sistema auto-organizzato, con una migliore scalabilità e modularità, riducendo quindi le elevate esigenze di calcolo. L'organizzazione di questo documento prevede i primi capitoli atti a introdurre il mondo dei sistemi autonomi, partendo dalle definizioni di autonomia e di agenti software, concludendo con i sistemi multi-agenti, allo scopo di permettere al lettore una comprensione adatta ed esaustiva. I successivi capitoli riguardano le fasi di progettazione delle entità prese in esame, le loro forme di standardizzazione e i modelli che possono adottare, tra i quali il più conosciuto, il modello BDI. Ne seguono due diverse metodologie per l'ingegneria del software orientata agli agenti. Si conclude con la presentazione dello stato dell'arte degli ambienti di sviluppo conosciuti, contenente un'esauriente introduzione ad ognuno di essi ed una visione nel mondo del lavoro del loro apporto negli applicativi in commercio. Infine la tesi terminerà con un capitolo di conclusioni e di riflessioni sui possibili aspetti futuri.

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Oral iron substitution has shown to be insufficient for treatment of severe iron deficiency anemia in pregnancy. Ferric carboxymaltose is a new intravenous (i.v.) iron formulation promising to be more effective and as safe as iron sucrose. We aimed to assess side effects and tolerance of ferric carboxymaltose compared to i.v. iron sucrose in pregnant women.

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The purpose of this study is to compare the safety and efficacy of intravenous (IV) high-dose iron carboxymaltose (ICM) with iron sucrose (IS) for the treatment of postpartum anemia.

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To test the comparative effectiveness of 2 nonpharmacologic pain-relieving interventions administered alone or in combination across time for repeated heel sticks in preterm infants.

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Secondary metabolites play an important role in plant protection against biotic and abiotic stress. In Populus, phenolic glycosides (PGs) and condensed tannins (CTs) are two such groups of compounds derived from the common phenylpropanoid pathway. The basal levels and the inducibility of PGs and CTs depend on genetic as well as environmental factors, such as soil nitrogen (N) level. Carbohydrate allocation, transport and sink strength also affect PG and CT levels. A negative correlation between the levels of PGs and CTs was observed in several studies. However, the molecular mechanism underlying such relation is not known. We used a cell culture system to understand negative correlation of PGs and CTs. Under normal culture conditions, neither salicin nor higher-order PGs accumulated in cell cultures. Several factors, such as hormones, light, organelles and precursors were discussed in the context of aspen suspension cells’ inability to synthesize PGs. Salicin and its isomer, isosalicin, were detected in cell cultures fed with salicyl alcohol, salicylaldehyde and helicin. At higher levels (5 mM) of salicyl alcohol feeding, accumulation of salicins led to reduced CT production in the cells. Based on metabolic and gene expression data, the CT reduction in salicin-accumulating cells is partly a result of regulatory changes at the transcriptional level affecting carbon partitioning between growth processes, and phenylpropanoid CT biosynthesis. Based on molecular studies, the glycosyltransferases, GT1-2 and GT1-246, may function in glycosylation of simple phenolics, such as salicyl alcohol in cell cultures. The uptake of such glycosides into vacuole may be mediated to some extent by tonoplast localized multidrug-resistance associated protein transporters, PtMRP1 and PtMRP6. In Populus, sucrose is the common transported carbohydrate and its transport is possibly regulated by sucrose transporters (SUTs). SUTs are also capable of transporting simple PGs, such as salicin. Therefore, we characterized the SUT gene family in Populus and investigated, by transgenic analysis, the possible role of the most abundantly expressed member, PtSUT4, in PG-CT homeostasis using plants grown under varying nitrogen regimes. PtSUT4 transgenic plants were phenotypically similar to the wildtype plants except that the leaf area-to-stem volume ratio was higher for transgenic plants. In SUT4 transgenics, levels of non-structural carbohydrates, such as sucrose and starch, were altered in mature leaves. The levels of PGs and CTs were lower in green tissues of transgenic plants under N-replete, but were higher under N-depleted conditions, compared to the levels in wildtype plants. Based on our results, SUT4 partly regulates N-level dependent PG-CT homeostasis by differential carbohydrate allocation.

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En este trabajo se estudia la versión del intelecto agente según dos grandes comentadores tomistas del s. XV: Capreolo y Cayetano. El primero sostuvo que el intelecto agente es la misma alma; el segundo, que su realidad es una actividad, que es acto previo a todo otro conocimiento, y que actúa siempre.

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La podredumbre morena de los frutales de carozo causada por Monilinia spp. es una de las enfermedades más importantes a nivel mundial, tanto en cultivo como poscosecha. Para su control se emplean habitualmente fungicidas de síntesis. La tendencia mundial a exigir alimentos de óptima calidad que no perjudiquen a la salud ni al ambiente ha llevado a tratar de disminuir el empleo de este tipo de sustancias. El uso de productos naturales, no nocivos para el ser humano y obtenidos por metodologías sencillas podría representar una alternativa de manejo fitosanitario de los cultivos válida. Los extractos vegetales han sido reconocidos como agentes antimicrobianos desde la antigüedad y recientemente han atraído el interés científico. Éstos presentan una importante producción de metabolitos secundarios, que eventualmente podrían poseer efecto fungitóxico. El objetivo de la presente tesis, es por ello, estudiar la bioactividad de los extractos vegetales de distintas especies de la flora autóctona o presente desde antaño (chañar, jarilla, pájaro bobo, retortuño y aguaribay) hacia Monilinia fructicola, responsable de las principales pérdidas en cultivo y poscosecha de frutales de carozo. Para ello se determinó el efecto de los extractos sobre la germinación de conidios y el crecimiento miceliar de M. fructicola. La actividad sobre la germinación fue determinada agregando concentraciones crecientes del extracto a una suspensión de conidios de Monilinia fructicola. Luego se observó su efecto al microscopio óptico. La actividad sobre el crecimiento miceliar fue determinada por medio de la técnica de terreno envenenado y por el efecto de los compuestos volátiles del extracto a diferentes concentraciones. Todos los extractos estudiados presentaron en menor o mayor medida un efecto inhibitorio sobre la germinación y el crecimiento de tubo germinativo de conidios de M. fructicola. El extracto de jarilla (Larrea divaricata) fue el más efectivo a las concentraciones estudiadas registrándose un efecto dosis-dependiente. En los ensayos de crecimiento miceliar se observó que a bajas concentraciones de extracto de jarilla, este se vio estimulado, mientras que a concentraciones elevadas del extracto se registró inhibición del crecimiento miceliar del hongo. Por todo lo mencionado anteriormente, podría decirse que el extracto de jarilla permite inhibir al hongo M. fructicola in vitro.

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Solo contamos con el hombre/mujer y el arte, en nuestro caso un Arte Marcial, el Karate-Do. En la continua búsqueda de implementar el mismo, vemos con mucha alegría la profundización del mismo implementándolo como agente Educativo, en los procesos de integración en los niños, jóvenes y adultos, también con capacidades distintas. Para comprender esto y fundamentarlo concebiremos a la educación como un medio para desarrollar al ser humano. El Karate-Do permite entre otras cosas el desarrollo de destrezas y habilidades psicomotoras, cognitivas y afectivas. Estas pueden incrementarse y mejorarse significativamente, como resultados de ejercicios, práctica y experiencia apropiados. Estas últimas; que se encuentran debidamente documentadas, han demostrado que teniendo presente las etapas evolutivas del crecimiento y la identificación de la problemática del grupo en cuestión, nos permitirá implementar las herramientas pedagógicas correctas, para generar actitudes positivas de aceptación de quienes lo rodean, acercándose a los principios de integración y normalización. Otro de los puntos es la importancia de dar igualdad de oportunidades, en un marco ambiental que lleve a los alumnos a generar motivaciones de progreso continuo

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El presente trabajo es una aproximación a los enfoques teóricos trabajados en la tesis de doctorado, Consolidación de cadenas globales y desarrollo de clusters locales: el caso de la maquinaria agrícola en Argentina. El desarrollo del encuadre teórico está vinculado al estructuralismo Latinoamericano articulado con el campo de ideas del evolucionismo económico, que permite introducirnos en el debate sobre crecimiento y desarrollo. Estas teorías son complementadas con las perspectivas de cadenas globales de valor y aglomeraciones territoriales de producción (clusters, distritos industriales), que permiten mostrar las formas espaciales de organización de la producción.