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Herriko musika eskola eta dantza taldearen instalakuntzak dauden egoera ikusita, diziplina hauek bateratuko dituen ekipamendu berri bat proposatzen da Ordiziako Herri Antzokian hutsik dauden lokaletan. Esku hartzea lokal hauetan eta aurrean duen plazan egin da.

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La presente ricerca, focalizzata sull’evoluzione di Piacenza tra età antica e altomedioevo, si mette nel solco del dibattito sull’archeologia urbana sviluppatosi in Italia a partire dagli anni Ottanta del Novecento. Dopo la raccolta dei dati di scavo negli archivi della Soprintendenza e delle testimonianze delle fonti scritte è stato creato un geodatabase che potesse gestirli in maniera integrata. Lo studio è stato svolto per temi trasversali che prendessero in esame lo sviluppo dei diversi aspetti di Piacenza dalla fondazione al IX secolo, per poi restituire in fase di conclusione dei quadri sincronici relativi alla città romana, tardoantica e altomedievale. Il quadro che si delinea dallo studio condotto è quello di una città che, seppure interessata dalle vicende storiche che hanno coinvolto buona parte del nord della penisola, tra la tarda Antichità e l’alto Medioevo, mostra sia fenomeni che la accomunano alle altre realtà urbane regionali e extraregionali, sia caratteristiche specifiche scarsamente riscontrate altrove. L’età carolingia è il periodo nel quale il caso piacentino si presenta maggiormente denso di spunti per il tema dell’urbanesimo. Su questo Piacenza, soprattutto per il tramite delle fonti scritte, offre uno spaccato che poche altre città possono dare e che sarebbe ulteriormente implementabile con nuove e mirate ricerche archeologiche.

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La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da una progressiva disfunzione motoria e cognitiva. È noto che l'età avanzata è il principale fattore di rischio per la malattia di Parkinson e alcuni studi hanno dimostrato un'accelerazione dell'età biologica nelle fasi più avanzate della malattia. Questo studio si propone di valutare se l'accelerazione dell'invecchiamento biologico descritta nelle fasi avanzate della malattia di Parkinson caratterizzi anche le prime fasi della malattia. A tal fine sono stati utilizzati due tipi di marcatori biologici di età, basati sull'analisi della metilazione del DNA del sangue (l'orologio epigenetico e sue varianti) e dei profili degli N-glicani nel plasma (GlycoAge Test). I biomarcatori sono stati valutati in campioni ottenuti da pazienti con malattia di Parkinson de novo, con diagnosi recente e non ancora in trattamento farmacologico, nonché da pazienti con stadi più avanzati della malattia e da controlli sani. I risultati ottenuti nelle prime fasi della malattia non mostrano segni di invecchiamento accelerato, che trovano conferma nelle fasi più avanzate. Dai dati di metilazione è possibile prevedere le proporzioni delle diverse popolazioni di leucociti. Questa analisi nelle prime fasi della malattia ha già evidenziato significative alterazioni che seguono in parte quelle caratteristiche dell'invecchiamento del sistema immunitario, suggerendo un'immunosenescenza accelerata nella malattia di Parkinson. Infine, i dati sulla metilazione del DNA sono stati analizzati per identificare le differenze nelle regioni metilate del genoma tra pazienti con malattia di Parkinson e controlli. I risultati suggeriscono l'esistenza di piccole ma significative alterazioni nella metilazione del DNA che caratterizzano lo stadio precoce e/o avanzato della malattia. In conclusione, questo studio suggerisce che le prime fasi della malattia di Parkinson sono caratterizzate da specifiche alterazioni epigenetiche e invecchiamento precoce del sistema immunitario, che tuttavia non si traducono in un'alterazione dei biomarcatori di invecchiamento epigenetici e glicomici.

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Obiettivo del presente elaborato è quello di realizzare, a partire dall’analisi del romanzo Patria di Fernando Aramburu, uno studio del linguaggio di cui si è valsa, per oltre quarant’anni, l’organizzazione terroristica ETA per legittimare il proprio operato, nonché la violenza alla quale spesso ha fatto ricorso per perseguire i propri scopi. Dopo aver delineato il contesto storico in cui questa si muove, si farà luce, quindi, sui concetti cardine di «discorso politico», «manipolazione» ed «eufemismo», al fine di comprendere meglio di quali strumenti la banda si è servita per giustificare, dinnanzi alla società basca, la presunta bontà della propria causa. All’interno dell’analisi si alterneranno, poi, esempi tratti dal libro, quali dialoghi, o monologhi, ad autentici comunicati rilasciati dall’ETA nel corso degli anni. Si avrà modo di osservare, quindi, come sia possibile, attraverso un uso manipolatorio del linguaggio, plasmare la realtà per asservirla ai propri interessi. Si delinea, infine, la necessità, secondo Aramburu, di far fronte alle narrazioni fallaci imposte dai terroristi attraverso una letteratura verace che riporti la realtà in modo oggettivo. Solo così, infatti, è possibile superare un «conflitto» lungo mezzo secolo e auspicare, finalmente, l’avvento della pace nei Paesi Baschi.

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Per determinare la qualità della carne bovina è fondamentale studiare le sue caratteristiche fisiche. La carne è caratterizzata da un’elevata eterogeneità a causa di fattori endogeni (la razza, il sesso, il tipo di muscolo, l’età alla macellazione), fattori pre-macellazione (il trasporto, lo scarico, la sosta al macello possono determinare fattori di stress per l’animale) e post-macellazione (la frollatura, lo stoccaggio delle carcasse, la preparazione finale della carne). Lo scopo di questo elaborato è quello di esaminare i parametri qualitativi (la tessitura e la tenerezza, il colore, la ritenzione idrica e la succulenza) della carne in relazione a due fattori intrinseci del bovino, in particolare al tipo di fibra muscolare e all’età di macellazione. A tale scopo sono stati utilizzati come riferimento due studi. Il primo riguarda la valutazione qualitativa di tre muscoli – Triceps brachii, Longissimus thoracis, Semitendinosus – appartenenti a vitelloni di razza Chianina macellati ad un’età di 18-19 mesi. Il Longissimus ha mostrato maggiore estratto etereo, quindi minori valori di sforzo di taglio e maggiore tenerezza; il Semitendinoso ha un indice di Luminosità (L*) elevata, quindi la carne è più chiara, ma più dura e con minore capacità di ritenzione idrica. La carne derivata dal Tricipite brachiale aveva i più bassi valori di L* e quindi la più scura. Il secondo studio condotto in Turchia ha permesso di confrontare le caratteristiche qualitative di carni di bovini, macellati ad età differenti, tra i 17 e i 19 mesi e tra i 25 e i 27 mesi. I risultati discussi rappresentano una media dei valori di due muscoli. Le carni di bovini giovani tendono a perdere più liquidi di sgocciolamento e anche di cottura in quanto sono generalmente più acquose e meno grasse. Anche lo sforzo di taglio risulta maggiore in relazione al minore stato di ingrassamento della carcassa.

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Universidade Estadual de Campinas . Faculdade de Educação Física

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The Levei Low Jet (LLJ) observed in the Porto Alegre metropolitan region, Rio Grande do Sul State, Brazil, was analyzed using 1989-2003 at 00:00 and 12:00 UTC upper-air observations. The LLJ classification criteria proposed by Bonner (1968) and modified by Whiteman et aI. (1997) were applied to determine the LLJ occurrence. Afterwards was selected a LLJ event, that was one of the most intense observed in the summer (01/27/2002 at 12:00 UTC), during the study period. ln this study were used as tools: atmospheric soundings, GOES-8 satellite images, and wind, temperature and specific humidity fields from GLOBAL, ETA and BRAMS models. Based on the numerical analysis was possible to verify that the three models overestimated the specific humidity and potential temperature values, at LLJ time occurrence. The wind speed was underestimated by the models. It was observed in the study region, at 12:00 UTC (LLJ detected hour in the Porto Alegre region), by three models, warm and wet air from north, generating conditions to Mesoscale Convective System (MCS) formation and intensification.

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Objective: Although some scientific information on electronic body protectors in taekwondo is available, no research has been done to assess the impact of kicks in a competitive situation. The purpose of this study, then, was to assess the energy absorbed by these protectors from kicks performed in an actual taekwondo competition. Methods: Subjects consisted of junior (14-17 years) and senior (>= 18 years) male taekwondo-in, who participated in an open tournament. Data on the energy imparted by valid kicks in Joules (1) were collected from a public visual electronic monitor. Results: Energy was higher for the seniors: 264.31 +/- 56.63 J versus 224.38 +/- 48.23 J for the juniors (eta(2) = 0.121). The seniors scored lower in percent impact but the effect was trivial: 123.46 +/- 24.77% versus 136.70 +/- 26.33% (eta(2) = 0.087). Conclusions: The difference between senior and junior taekwondo-in in absolute energy generated was small, while the difference in relative energy impact was trivial in favour of the junior taekwondo athletes.

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We measure directed flow (v(1)) for charged particles in Au + Au and Cu + Cu collisions at root s(NN) = 200 and 62.4 GeV, as a function of pseudorapidity (eta), transverse momentum (p(t)), and collision centrality, based on data from the STAR experiment. We find that the directed flow depends on the incident energy but, contrary to all available model implementations, not on the size of the colliding system at a given centrality. We extend the validity of the limiting fragmentation concept to v(1) in different collision systems, and investigate possible explanations for the observed sign change in v(1)(p(t)).

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Context. The enigmatic object HD 45166 is a qWR star in a binary system with an orbital period of 1.596 day, and presents a rich emission-line spectrum in addition to absorption lines from the companion star (B7 V). As the system inclination is very small (i = 0.77 degrees +/- 0.09 degrees), HD 45166 is an ideal laboratory for wind-structure studies. Aims. The goal of the present paper is to determine the fundamental stellar and wind parameters of the qWR star. Methods. A radiative transfer model for the wind and photosphere of the qWR star was calculated using the non-LTE code CMFGEN. The wind asymmetry was also analyzed using a recently-developed version of CMFGEN to compute the emerging spectrum in two-dimensional geometry. The temporal-variance spectrum (TVS) was calculated to study the line-profile variations. Results. Abundances and stellar and wind parameters of the qWR star were obtained. The qWR star has an effective temperature of T(eff) = 50 000 +/- 2000 K, a luminosity of log(L/L(circle dot)) = 3.75 +/- 0.08, and a corresponding photospheric radius of R(phot) = 1.00 R(circle dot). The star is helium-rich (N(H)/N(He) = 2.0), while the CNO abundances are anomalous when compared either to solar values, to planetary nebulae, or to WR stars. The mass-loss rate is. M = 2.2 x 10(-7) M(circle dot) yr(-1), and the wind terminal velocity is v(infinity) = 425 km s(-1). The comparison between the observed line profiles and models computed under different latitude-dependent wind densities strongly suggests the presence of an oblate wind density enhancement, with a density contrast of at least 8: 1 from equator to pole. If a high velocity polar wind is present (similar to 1200 km s(-1)), the minimum density contrast is reduced to 4:1. Conclusions. The wind parameters determined are unusual when compared to O-type stars or to typical WR stars. While for WR stars v(infinity)/v(esc) > 1.5, in the case of HD 45166 it is much smaller (v(infinity)/v(esc) = 0.32). In addition, the efficiency of momentum transfer is eta = 0.74, which is at least 4 times smaller than in a typical WR. We find evidence for the presence of a wind compression zone, since the equatorial wind density is significantly higher than the polar wind. The TVS supports the presence of such a latitude-dependent wind and a variable absorption/scattering gas near the equator.

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Context. Observations in the cosmological domain are heavily dependent on the validity of the cosmic distance-duality (DD) relation, eta = D(L)(z)(1+ z)(2)/D(A)(z) = 1, an exact result required by the Etherington reciprocity theorem where D(L)(z) and D(A)(z) are, respectively, the luminosity and angular diameter distances. In the limit of very small redshifts D(A)(z) = D(L)(z) and this ratio is trivially satisfied. Measurements of Sunyaev-Zeldovich effect (SZE) and X-rays combined with the DD relation have been used to determine D(A)(z) from galaxy clusters. This combination offers the possibility of testing the validity of the DD relation, as well as determining which physical processes occur in galaxy clusters via their shapes. Aims. We use WMAP (7 years) results by fixing the conventional Lambda CDM model to verify the consistence between the validity of DD relation and different assumptions about galaxy cluster geometries usually adopted in the literature. Methods. We assume that. is a function of the redshift parametrized by two different relations: eta(z) = 1+eta(0)z, and eta(z) = 1+eta(0)z/(1+z), where eta(0) is a constant parameter quantifying the possible departure from the strict validity of the DD relation. In order to determine the probability density function (PDF) of eta(0), we consider the angular diameter distances from galaxy clusters recently studied by two different groups by assuming elliptical (isothermal) and spherical (non-isothermal) beta models. The strict validity of the DD relation will occur only if the maximum value of eta(0) PDF is centered on eta(0) = 0. Results. It was found that the elliptical beta model is in good agreement with the data, showing no violation of the DD relation (PDF peaked close to eta(0) = 0 at 1 sigma), while the spherical (non-isothermal) one is only marginally compatible at 3 sigma. Conclusions. The present results derived by combining the SZE and X-ray surface brightness data from galaxy clusters with the latest WMAP results (7-years) favors the elliptical geometry for galaxy clusters. It is remarkable that a local property like the geometry of galaxy clusters might be constrained by a global argument provided by the cosmic DD relation.