932 resultados para Venice (Italy). San Marco.
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1. Los programas de trabajo de la Sede Subregional de la Comisión Económica para América Latina y el Caribe (CEPAL) en México han incluido la realización de reuniones de expertos, las cuales tienen el propósito de discutir temas relevantes para los países con los que trabaja esta oficina subregional. En el caso de la energía, esas reuniones generalmente se han coorganizado con la Secretaría General del Sistema de Integración Centroamericana (SG-SICA) y los organismos regionales especializados del sector energía. También se han realizado reuniones de expertos para examinar problemas específicos del sector energía de interés para algunos países. En algunos casos, estos eventos se han llevado a cabo con el apoyo de instituciones regionales y organismos de cooperación. 2. Los temas abordaros durante los últimos años fueron los siguientes: sustentabilidad de la matriz energética (Guatemala, Guatemala, noviembre de 2009); energía y cambio climático (Guatemala, Guatemala, mayo de 2011); consumo de leña (Guatemala, Guatemala y Tegucigalpa, Honduras, marzo de 2011); impactos de los precios de los hidrocarburos y discusión de las acciones prioritarias en la agenda petrolera regional (Panamá, Panamá, junio de 2012); acciones para impulsar proyectos regionales de generación eléctrica (marzo y junio de 2012, en las ciudades de San Salvador, El Salvador y Managua, Nicaragua, respectivamente), y avance de las iniciativas y programas de eficiencia energética y otros temas de la agenda energética regional (Panamá, Panamá, septiembre de 2013). 3. Durante el segundo semestre de 2014, a solicitud de la SG-SICA y de su Unidad de Coordinación Energética (UCE-SICA), la CEPAL organizó una reunión de expertos con el propósito de revisar y discutir los siguientes temas: a) universalización de los servicios modernos de energía en los países del SICA, en el marco de la iniciativa de la Organización de las Naciones Unidas conocida como “Energía Sostenible para Todos (SE4ALL), y b) seguimiento a temas relevantes de la agenda energética regional de la UCE-SICA. A continuación se brinda información sobre la organización, dinámica y conclusiones de la reunión.
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El taller de expertos se desarrolló en el marco del Proyecto Regional “Fortalecimiento de Capacidades en el Análisis de la Política Macroeconómica en Centroamérica y la República Dominicana” CAPTAC-DR, en el que la Comisión Económica para América Latina y el Caribe (CEPAL) participó conjuntamente con CAPTAC-DR/FMI en la coordinación de un equipo de consultores y técnicos de los Bancos Centrales y los Ministerios de Finanzas o Secretarías de Hacienda de los países de la región.
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Questo lavoro riguarda il recupero di una ferrovia dismessa per la realizzazione di una "greenway", ovvero un percorso per la mobilità lenta. Per mobilità lenta si intende mobilità alternativa al traffico veicolare motorizzato e riguarda il muoversi su un territorio a piedi in bicicletta o con altro mezzo di trasporto senza l’ausilio di un motore. La lentezza è una caratteristica che permette una visione nuova dei paesaggi che si attraversano, siano essi naturali o urbani. In alcuni casi si parla anche di circolazione dolce. Questo tipo di circolazione necessita di infrastrutture con caratteristiche adatte a questa funzione, attrezzate in modo da consentire il più alto grado di fruibilità e comodità d’uso. Esse devono servire a muoversi nel territorio in maniera comoda e sicura. Una ferrovia dismessa si presta ad essere riconvertita in un percorso per la mobilità lenta in quanto presenta caratteristiche compatibili con questo nuovo utilizzo. In primo luogo le caratteristiche geometriche come ad esempio le pendenze ridotte, la larghezza e la regolarità del tracciato e la pubblica proprietà. Una ferrovia dismessa rappresenta una opportunità per l’intero territorio attraversato in quanto può rappresentare un importante elemento di connessione fra le popolazioni e le risorse del territorio. La connessione richiama il concetto di rete che è formata da punti e da linee che li collegano fra di loro. Questo concetto è importante per capire come questo percorso possa interagire con le altre risorse territoriali. Ad esempio in alcuni casi una greenway può costituire un corridoio ecologico ed entrare a far parte di una rete ecologica, diventando così una importante risorsa per la diffusione della biodiversità. Nell’affrontare un argomento complesso come la riconversione di una ferrovia dismessa è stata fondamentale l’esperienza fatta sul campo visitando casi di greenway già realizzate in Italia, dalla quale è stato possibile estrapolare una serie di soluzioni da adottare per analogia al caso in esame. E’ stato importante inoltre tutto il lavoro di conoscenza riguardante la storia della ferrovia e le tecniche realizzative dei fabbricati e manufatti, che ha permesso di studiare soluzioni progettuali adatte ad un nuovo utilizzo compatibile alla funzione originaria degli stessi. Le analisi territoriali hanno permesso poi di ricavare importanti informazioni riguardanti il tipo di utenza potenziale, le risorse del territorio attraversate dal tracciato storico, nonché le previsioni future ricavate dagli strumenti urbanistici vigenti. Tutte queste informazioni sono state sintetizzate in una analisi criticità/potenzialità che ha permesso di individuare le azioni progettuali necessarie. Mentre l’analisi territoriale è svolta a tavolino, la successiva analisi del percorso invece è stata portata a termine con un rilievo diretto sul campo al fine di verificare le informazioni raccolte in precedenza. Dividendo il percorso in tratti omogenei è stato possibile assegnare ad ogni tratto un corrispondente tipo di intervento. La verifica di criticità e potenzialità ha permesso poi di programmare corrispondenti azioni progettuali al fine di risolvere le prime ed assecondare le seconde. Le tipologie di intervento individuate sono tre: gli Interventi sul percorso che riguardano la sistemazione del fondo stradale per renderlo adatto ad un utilizzo ciclopedonale e la sistemazione a verde di alcuni tratti urbani; gli interventi di nuova realizzazione che riguardano la realizzazione di nuove infrastrutture per la risoluzione di criticità oppure la realizzazione di padiglioni per assecondare le potenzialità; ed infine gli interventi sul patrimonio storico che riguardano il riutilizzo degli edifici e manufatti della ex ferrovia. Vi è infine un caso applicativo che riassume tutte queste tipologie di intervento: la ex area ferroviaria di Rimini Marina, che è ritenuta un’area dalle alte potenzialità per la sua propensione a diventare punto di partenza dell’intero sistema lineare, ma anche luogo accentratore di servizi per l’intero quartiere che risulta a carattere prevalentemente turistico-residenziale. In questo modo si ritiene possibile fare rivivere la ex ferrovia facendola diventare cioè un insieme di luoghi connessi a servizio della comunità.
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The carbonate outcrops of the anticline of Monte Conero (Italy) were studied in order to characterize the geometry of the fractures and to establish their influence on the petrophysical properties (hydraulic conductivity) and on the vulnerability to pollution. The outcrops form an analog for a fractured aquifer and belong to the Maiolica Fm. and the Scaglia Rossa Fm. The geometrical properties of fractures such as orientation, length, spacing and aperture were collected and statistically analyzed. Five types of mechanical fractures were observed: veins, joints, stylolites, breccias and faults. The types of fractures are arranged in different sets and geometric assemblages which form fracture networks. In addition, the fractures were analyzed at the microscale using thin sections. The fracture age-relationships resulted similar to those observed at the outcrop scale, indicating that at least three geological episodes have occurred in Monte Conero. A conceptual model for fault development was based on the observations of veins and stylolites. The fracture sets were modelled by the code FracSim3D to generate fracture network models. The permeability of a breccia zone was estimated at microscale by and point counting and binary image methods, whereas at the outcrop scale with Oda’s method. Microstructure analysis revealed that only faults and breccias are potential pathways for fluid flow since all veins observed are filled with calcite. According this, three scenarios were designed to asses the vulnerability to pollution of the analogue aquifer: the first scenario considers the Monte Conero without fractures, second scenario with all observed systematic fractures and the third scenario with open veins, joints and faults/breccias. The fractures influence the carbonate aquifer by increasing its porosity and hydraulic conductivity. The vulnerability to pollution depends also on the presence of karst zones, detric zones and the material of the vadose zone.
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Thrust fault-related folds in carbonate rocks are characterized by deformation accommodated by different structures, such as joints, faults, pressure solution seams, and deformation bands. Defining the development of fracture systems related to the folding process is significant both for theoretical and practical purposes. Fracture systems are useful constrains in order to understand the kinematical evolution of the fold. Furthermore, understanding the relationships between folding and fracturing provides a noteworthy contribution for reconstructing the geodynamic and the structural evolution of the studied area. Moreover, as fold-related fractures influence fluid flow through rocks, fracture systems are relevant for energy production (geothermal studies, methane and CO2 , storage and hydrocarbon exploration), environmental and social issues (pollutant distribution, aquifer characterization). The PhD project shows results of a study carried out in a multilayer carbonate anticline characterized by different mechanical properties. The aim of this study is to understand the factors which influence the fracture formation and to define their temporal sequence during the folding process. The studied are is located in the Cingoli anticline (Northern Apennines), which is characterized by a pelagic multilayer characterized by sequences with different mechanical stratigraphies. A multi-scale analysis has been made in several outcrops located in different structural positions. This project shows that the conceptual sketches proposed in literature and the strain distribution models outline well the geometrical orientation of most of the set of fractures observed in the Cingoli anticline. On the other hand, the present work suggests the relevance of the mechanical stratigraphy in particular controlling the type of fractures formed (e.g. pressure solution seams, joints or shear fractures) and their subsequent evolution. Through a multi-scale analysis, and on the basis of the temporal relationship between fracture sets and their orientation respect layering, I also suggest a conceptual model for fracture systems formation.
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The thesis deals with the concept of presumptions, and in particular of legal presumptions, in the context of national tax systems (Italy and Belgium) and EU law. The purpose was to investigate the concept of legal presumption under a twofold comparative perspective. After having provided a general overview of the common core concept of presumption in the European context, an insight in the national approach to legal presumptions was given by examining two different national experiences, namely the Italian and Belgian tax systems. At this stage, the Constitutional framework and some of the most interesting and relevant at EU level presumptive measures were explored, with a view to underlining possible divergences and common grounds. The concept of (national) legal presumption was then investigated in the context of EU law, with the attempt to systematize under a uniform perspective a matter which has been traditionally dealt with either from the merely national point of view or, at EU level, through a fragmented form. In this instance, the EU law relevant framework and the most significant EUCJ case-law, in particular in the field of customs duties, VAT, on the issue of the repayment of taxes levied in breach of EU law and in the area of direct taxation, were examined so as to construe the overall EU approach to national legal presumptions. This was done with the finality of determining if and to what extent a common analytical framework may be identified, from which were extracted certain criteria governing the compatibility of national legal presumptions with EU law.
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La presente ricerca si occupa della figura di Marco Zoppo, pittore e artista poliedrico, nato a Cento, in Emilia, intorno al 1432. L'indagine si concentra soprattutto sugli esordi e la prima maturità di questo artista, che lo videro attivo in centri importanti come Bologna e Padova e Venezia.
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Tesi in Restauro Architettonico del chiostro di San Giovanni Battista a Faenza. L'edificio è situato in Vicolo San Giovanni Battista nel centro storico di Faenza. L'intervento prevede un restauro scientifico delle murature esistenti, e la progettazione di un nuovo volume in aggiunta per risolvere i problemi di accessibilità. La fase progettuale si sviluppa su tre campi: il volume in aggiunta in cui collocare elementi di collegamento, la rampa interna al chiostro per superare le differenze di quota e l’intervento al piano superiore in cui sviluppare uno spazio funzionale ad un attività.
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The sweet chestnut (Castanea sativa Mill.) is the only native species of the genus in Europe. The broad diffusion and active management by man resulted in the establishment of the species at the limits of its potential ecological range, which makes it difficult to trace its original natural area. The present distribution ranges from North-Western Africa (e.g. Morocco) to North-Western Europe (southern England, Belgium) and from south-western Asia (e.g. Turkey) to Eastern Europe (e.g. Romania), the Caucasus (Georgia, Armenia) and the Caspian Sea. In Europe the main chestnut forests are concentrated in a few countries such as Italy, France and the Iberian Peninsula. The sweet chestnut has a remarkable multipurpose character, and may be managed for timber production (coppice and high forest) as well as for fruit production (traditional orchards), including a broad range of secondary products and ecosystem services.
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The Ivrea–Verbano Zone (IVZ), northern Italy, exposes an attenuated section through the Permian lower crust that records high-temperature metamorphism under lower crustal conditions and a protracted history of extension and exhumation associated partly with the Jurassic opening of the Alpine Tethys ocean. This study presents SHRIMP U–Pb geochronology of rutile from seven granulite facies metapelites from the base of the IVZ, collected from locations spanning ~35 km along the strike of Paleozoic fabrics. Rutile crystallised during Permian high-temperature metamorphism and anatexis, yet all samples give Jurassic rutile U–Pb ages that record cooling through 650–550 °C. Rutile age distributions are dominated by a peak at ~160 Ma, with a subordinate peak at ~175 Ma. Both ~160 and ~175 Ma age populations show excellent agreement between samples, indicating that the two distinctive cooling stages they record were synchronous on a regional scale. The ~175 Ma population is interpreted to record cooling in the footwall of rift-related faults and shear zones, for which widespread activity in the Lower Jurassic has been documented along the western margin of the Adriatic plate. The ~160 Ma age population postdates the activity of all known rift-related structures within the Adriatic margin, but coincides with extensive gabbroic magmatism and exhumation of sub-continental mantle to the floor of the Alpine Tethys, west of the Ivrea Zone. We propose that this ~160 Ma early post-rift age population records regional cooling following episodic heating of the distal Adriatic margin, likely related to extreme lithospheric thinning and associated advection of the asthenosphere to shallow levels. The partial preservation of the ~175 Ma age cluster suggests that the post-rift (~160 Ma) heating pulse was of short duration. The regional consistency of the data presented here, which is in contrast to many other thermochronometers in the IVZ, demonstrates the value of the rutile U–Pb technique for probing the thermal evolution of high-grade metamorphic terrains. In the IVZ, a significant decoupling between Zr-in-rutile temperatures and U–Pb ages of rutile is observed, with the two systems recording events ~120 Ma apart.