459 resultados para Unreinforced Masonry


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"1832, edition 1."

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"1058-3, edition 2."

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"5536, edition 1."

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Image of Jack D. Cheesman (on left, wearing shoulder insignia of V Amphibious Corps) and unidentified Marine sitting outside a masonry building

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Image of Jack D. Cheesman (on left) and unidentified Marine standing outside a masonry building

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Vol. 6, plates. 31 cm.

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In Italia molti edifici sono stati costruiti senza tenere in considerazione l'azione sismica. La necessità di adeguare tali edifici in accordo con la normativa italiana vigente è stato il motivo scatenante di questa ricerca. Per l'adeguamento sismico, vengono qui proposti differenti approcci in base al tipo di struttura e, in particolare, in base alla loro deformabilità. Per le strutture flessibili come le scaffalature di acciaio adibite alla stagionatura del Parmigiano Reggiano, sono stati utilizzati dispositivi passivi di dissipazione energetica. Sono state condotte analisi di sensitività per determinare il coefficiente di smorzamento in grado di minimizzare lo stato tensionale nelle sezioni di interesse. I risultati delle analisi mostrano l'efficacia delle soluzioni proposte e potrebbero rappresentare un punto di partenza per la definizione di possibili contromisure standar per l'adeguamento sismico. Per le strutture rigide, come i ponti in muratura, sono stati definiti alcuni criteri per la modellazione e la verifica delle sezioni di interesse, utilizzando modelli semplificati ma dall'efficacia comprovata come termine di paragone.

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L’obiettivo della presente tesi è evidenziare l’importanza dell’approccio critico alla valutazione della vulnerabilità sismica di edifici in muratura e misti Il contributo della tesi sottolinea i diversi risultati ottenuti nella modellazione di tre edifici esistenti ed uno ipotetico usando due diversi programmi basati sul modello del telaio equivalente. La modellazione delle diverse ipotesi di vincolamento ed estensione delle zone rigide ha richiesto la formulazione di quattro modelli di calcolo in Aedes PCM ed un modello in 3muri. I dati ottenuti sono stati confrontati, inoltre, con l’analisi semplificata speditiva per la valutazione della vulnerabilità a scala territoriale prevista nelle “Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del Patrimonio Culturale”. Si può notare che i valori ottenuti sono piuttosto diversi e che la variabilità aumenta nel caso di edifici non regolari, inoltre le evidenze legate ai danni realmente rilevati sugli edifici mostrano un profondo iato tra la previsione di danno ottenuta tramite calcolatore e le lesioni rilevate; questo costituisce un campanello d’allarme nei confronti di un approccio acritico nei confronti del mero dato numerico ed un richiamo all’importanza del processo conoscitivo. I casi di studio analizzati sono stati scelti in funzione delle caratteristiche seguenti: il primo è una struttura semplice e simmetrica nelle due direzioni che ha avuto la funzione di permettere di testare in modo controllato le ipotesi di base. Gli altri sono edifici reali: il Padiglione Morselli è un edificio in muratura a pianta a forma di C, regolare in pianta ed in elevazione solamente per quanto concerne la direzione y: questo ha permesso di raffrontare il diverso comportamento dei modelli di calcolo nelle sue direzioni; il liceo Marconi è un edificio misto in cui elementi in conglomerato cementizio armato affiancano le pareti portanti in muratura, che presenta un piano di copertura piuttosto irregolare; il Corpo 4 dell’Ospedale di Castelfranco Emilia è un edificio in muratura, a pianta regolare che presenta le medesime irregolarità nel piano sommitale del precedente. I dati ottenuti hanno dimostrato un buon accordo per la quantificazione dell’indice di sicurezza per i modelli regolari e semplici con uno scarto di circa il 30% mentre il delta si incrementa per le strutture irregolari, in particolare quando le pareti portanti in muratura vengono sostituite da elementi puntuali nei piani di copertura arrivando a valori massimi del 60%. I confronti sono stati estesi per le tre strutture anche alla modellazione proposta dalle Linee Guida per la valutazione dell’indice di sicurezza sismica a scala territoriale LV1 mostrando differenze nell’ordine del 30% per il Padiglione Morselli e del 50% per il Liceo Marconi; il metodo semplificato risulta correttamente cautelativo. È, quindi, possibile affermare che tanto più gli edifici si mostrano regolari in riferimento a masse e rigidezze, tanto più la modellazione a telaio equivalente restituisce valori in accordo tra i programmi e di più immediata comprensione. Questa evidenza può essere estesa ad altri casi reali divenendo un vero e proprio criterio operativo che consiglia la suddivisione degli edifici esistenti in muratura, solitamente molto complessi poiché frutto di successive stratificazioni, in parti più semplici, ricorrendo alle informazioni acquisite attraverso il percorso della conoscenza che diviene in questo modo uno strumento utile e vitale. La complessità dell’edificato storico deve necessariamente essere approcciata in una maniera più semplice identificando sub unità regolari per percorso dei carichi, epoca e tecnologia costruttiva e comportamento strutturale dimostrato nel corso del tempo che siano più semplici da studiare. Una chiara comprensione del comportamento delle strutture permette di agire mediante interventi puntuali e meno invasivi, rispettosi dell’esistente riconducendo, ancora una volta, l’intervento di consolidamento ai principi propri del restauro che includono i principi di minimo intervento, di riconoscibilità dello stesso, di rispetto dei materiali esistenti e l’uso di nuovi compatibili con i precedenti. Il percorso della conoscenza diviene in questo modo la chiave per liberare la complessità degli edifici storici esistenti trasformando un mero tecnicismo in una concreta operazione culturale . Il presente percorso di dottorato è stato svolto in collaborazione tra l’Università di Parma, DICATeA e lo Studio di Ingegneria Melegari mediante un percorso di Apprendistato in Alta Formazione e Ricerca.

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The aging responses of 2124 Al-SiC p metal matrix composite (MMC) and unreinforced matrix alloy are studied and related to variations in tensile properties. The MMC is aged from Wo starting conditions: (i) stretched and naturally aged and (ii) re-solution treated. Accelerated aging occurs in both MMC conditions compared with unreinforced alloy. Tensile strengths and elastic moduli are improved in the MMC compared with the alloy, but ductility is reduced. Stretched MMC exhibits higher strength but lower ductility and modulus than re-solutioned MMC. The re-solutioned MMC fails by microvoid coalescence in low aging conditions, and by void nucleation and shear in high aging conditions. Failure of the stretched MMC initiates at the surface at specimen shoulders, illustrating the increased notch sensitivity of this condition, and propagates via a zigzag shear fracture mode. Zigzag facet size increases on gross aging. Particle fracture occurs during tensile failure, but also before testing as a result of the manufacturing process. © 1995 The Institute of Materials.

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The ageing response of 2124 Al-SiC particulate metal-matrix composite (MMC) and unreinforced alloy has been examined using hardness measurements and Arrhenius analysis. The formation of phases during precipitation has been studied using differential scanning calorimetry (DSC). The MMC exhibits accelerated ageing compared to unreinforced alloy, due to enhanced S′ formation. The activation energy for diffusion is lower in the MMC than in the unreinforced alloy. DSC scans show Guinier-Preston B (GPB) zone nucleation to occur at a lower temperature in the MMC, whilst the total volume of GPB zones formed is smaller than in the unreinforced alloy. A model has been proposed to explain the GPB zone formation behaviour, in which ease of GPB zone nucleation varies within the MMC, as a function of ageing time and of position within the matrix. S′ formation is enhanced in the MMC because of improved diffusion and a large increase in density of heterogeneous nucleation sites compared to the unreinforced alloy. © 1994 Chapman & Hall.

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A study of the influence of SiC-particulate reinforcement on ageing and subsequent fatigue crack growth resistance in a powder metallurgy 8090 aluminium alloy-SiC composite has been made. Macroscopic hardness measurements revealed that ageing at 170°C in the composite is accelerated with respect to the unreinforced alloy, though TEM studies indicate that this is not due to the enhanced precipitation of S′. Fatigue crack growth rates in the naturally aged condition of the composite and unreinforced matrix are similar at low to medium values of ΔK, but diverge above ≈ 8 MPa√m owing to the lower fracture toughness of the composite. As a result of the presence of the reinforcement, planar slip in the composite is suppressed and facetted crack growth is not observed. Ageing at or above 170°C has a deleterious effect on fatigue crack growth. Increased ageing time decreases the roughness of the fracture path at higher growth rates. These effect are though to be due to microstructural changes occurring at or near to the SiC/matrix interfaces, providing sites for static mode failure mechanisms to operate. This suggestion is supported by the observation that as ΔK increases, crack growth rates become Kmax dependent, implying the crack growth rate is strongly influenced by static modes.