1000 resultados para Partido Comunista argentino


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The article represents a theoretical and methodological approach to the analysis of organizational dynamics of political parties today, based on a study of the Party of Brazilian Social Democracy (PSDB) in the State of Sao Pãulo (period between 1988 to 2006). It is hypothesized that the structure and the institutional rules of a particular party, or even their election results, are insufficient to explain the inner workings, such as the role of party organization in the electoral system. An approach that articulates the relationship patterns, election results and posts held in the party, identified the factors that explain the political capital that circulated within the party and ensured its organizational dynamics over the period analyzed.

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Pós-graduação em Ciências Sociais - FFC

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Il problema storico che è al centro di questo progetto di ricerca può essere così riassunto: in che modo viene selezionata la classe dirigente comunista nell’Italia repubblicana? Ovvero, detto in altri termini, in che misura le nomine dipendevano dal centro, per cooptazione, secondo la tradizione del modello di partito centralizzato, e quanto, invece, costituivano una ratifica alta di processi di selezione che si sviluppavano in periferia? Quanto contava, insomma, l’aver avuto lo scettro del comando nei territori di provenienza per ricoprire incarichi direttivi nel partito a livello nazionale? La nostra ricerca vuole quindi verificare la validità di alcuni paradigmi interpretativi, scaturiti da un’analisi complessiva della politica comunista, prendendo in esame un caso di studio locale, quello di una regione «rossa» per antonomasia come la Toscana. Tenendo conto, contestualmente, della realtà nazionale e di quella locale, cercheremo di analizzare, le ricadute che processi di portata nazionale ebbero sulla realtà locale, e in particolare, sulle modalità che regolavano la selezione della classe dirigente, dando alla ricerca un taglio prosopografico.

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La ricerca si propone di mostrare come il pensiero gramsciano sia stato riferimento prioritario di due intellettuali argentini in esilio in Messico dal 1976 al 1983: Juan Carlos Portantiero e José Maria Aricó. In quel periodo incentrarono le loro elaborazioni teorico-politiche sull’analisi della relazione tra Stato, società civile, democrazia e socialismo, partendo da una prospettiva gramsciana. Il fallimento della guerra di movimento in Argentina nei primi anni settanta li condusse a riflettere su strategie alternative di transizione al socialismo, il cui punto focale fu il concetto di "Egemonia". A partire dal 1975 indirizzarono la ripresa del pensiero di Gramsci alla creazione di un progetto politico adatto ad un contesto sempre più "occidentale", caratterizzato dalla presenza di una "società civile complessa", in cui risultava necessario combattere "guerre di posizione" e non "guerre di movimento". La prospettiva che connotò questo approccio alle riflessioni gramsciane rappresenta il culmine di un percorso che iniziarono negli anni ’50, quando sorsero i primi studi del pensiero gramsciano in Argentina. Sin da allora, Aricó e Portantiero si occuparono di Gramsci insieme al dirigente del PC argentino Agosti e continuarono a farlo anche durante gli anni sessanta e i primi anni settanta sulla rivista Pasado y Presente. Fu, però, nel periodo dell’esilio che ne ripresero il pensiero considerandolo nella sua totalità, a partire dagli scritti giovanili sino ai Quaderni del Carcere, rielaborandolo in maniera originale e costruendo una propria proposta di cammino verso socialismo nell' "occidente periferico" dell'Argentina, influenzati dall'azione del Partito Comunista Italiano.

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La ricerca affronta il rapporto tra il Partito comunista italiano e le organizzazioni della sinistra extraparlamentare nate nel biennio 1968-1969. Sulla base di documentazione d’archivio e fonti a stampa, vengono ricostruite ed analizzate le relazioni tra questi due soggetti nel periodo compreso tra la fine degli anni Sessanta e la metà del decennio successivo, quando i principali gruppi politici della sinistra extraparlamentare si dotarono di una struttura organizzativa più stabile che segnava una discontinuità con l’esperienza precedente. Nel corso della prima metà degli anni Settanta, i rapporti tra il PCI e queste organizzazioni furono complessi e talvolta contraddittori. Il conflitto si consumò prevalentemente sulla reciproca pretesa di possedere l’esclusiva rappresentanza politica del fermento sociale che attraversava il paese in quegli anni: il PCI rappresentando se stesso come l’unica forza politica capace di mediare tra movimenti sociali e istituzioni; i gruppi della sinistra parlamentare come «avanguardie» di un irrealizzabile progetto «rivoluzionario».

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Anche se la politica editoriale comunista rappresenta un campo di indagine fondamentale nella ricerca sul Pci, la sua attività editoriale è caduta in un oblio storico. Assumendo il libro come supporto materiale e veicolo della cultura politica comunista, e la casa editrice come canale di socializzazione, questa ricerca s’interroga sui suoi processi di costruzione e di diffusione. La ricerca si muove in due direzioni. Nel primo capitolo si è tentato di dare conto delle ragioni metodologiche dell’indagine e della messa a punto delle ipotesi di ricerca sul “partito editore”, raccogliendo alcune sfide poste alla storia politica da altri ambiti disciplinari, come la sociologia e la scienza politica, che rappresentano una vena feconda per la nostra indagine. La seconda direzione, empirica, ha riguardato la ricognizione delle fonti e degli strumenti di analisi per ricostruire le vicende del “partito editore” dal 1944 al 1956. La suddivisione della ricerca in due parti – 1944-1947 e 1947-1956 – segue a grandi linee la periodizzazione classica individuata dalla storiografia sulla politica culturale del Pci, ed è costruita su quattro fratture storiche – il 1944, con la “svolta di Salerno”; il 1947, con la “svolta cominformista”; il 1953, con la morte di Stalin e il disgelo; il 1956, con il XX Congresso e i fatti d’Ungheria – che sono risultate significative anche per la nostra ricerca sull’editoria comunista. Infine, il presente lavoro si basa su tre livelli di analisi: l’individuazione dei meccanismi di decisione politica e dell’organizzazione assunta dall’editoria comunista, esaminando gli scopi e i mutamenti organizzativi interni al partito per capire come i mutamenti strategici e tattici si sono riflessi sull’attività editoriale; la ricostruzione della produzione editoriale comunista; infine, l’identificazione dei processi di distribuzione e delle politiche per la lettura promosse dal Pci.

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Este proyecto intenta conocer, comprender e interpretar los procesos de construcción colectiva de memorias en relación a las organizaciones profesionales de Asistentes Sociales y/o Trabajadoras/es Sociales en Argentina, focalizando el estudio en la Federación Argentina de Asociaciones Profesionales de Servicio Social (FAAPSS), organización que nuclea a todas las organizaciones profesionales del país. El estudio pretende: a) Conocer los procesos histórico-políticos de configuración de las organizaciones profesionales de Asistentes Sociales y/o Trabajadoras/es Sociales en Argentina y, particularmente, de la Federación Argentina de Asociaciones Profesionales de Servicio Social (FAAPSS), b) Recuperar la trayectoria histórica de algunas figuras prominentes que contribuyeron a la configuración de las organizaciones profesionales del Trabajo Social Argentino, c) Construir un saber acerca del protagonismo histórico que tuvieron los Asistentes Sociales y/o Trabajadores Sociales de Misiones en la configuración y consolidación del colectivo del Trabajo Social Argentino y d) Analizar los procesos de construcción de memorias dentro del colectivo profesional a través de testimonios significativos en el proceso de configuración y consolidación de la Federación Argentina de Asociaciones Profesionales de Servicio Social (FAAPSS). El proyecto abarca el período histórico comprendido desde la década de 1960 en adelante.

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Este proyecto se encuadra dentro de la sociología de la ciencia y toma como objeto la antropología social y la sociología argentinas con el propósito de describirlas en su conformación actual y de determinar en qué medida funcionan como entidades diferenciadas. La principal fuente datos con la que se trabaja es la base de especialistas del CONICET —ya disponible—que incluye cerca de 14.000 científicos de todas las disciplinas. A esto se agrega el análisis de las producciones presentadas en reuniones científicas en Argentina y en América Latina sobre las cuales ya se han producido resultados en el anterior proyecto 16H296.

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Se trata de las actividades efectivamente realizadas durante el período de referencia. Pueden ser las mismas que las incluidas en el Proyecto, pero también pueden aparecer nuevas actividades que no hayan sido previstas originalmente. Esta sección puede ser publicada en la página de la Facultad y de la Universidad.

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Desde la década del noventa hasta la actualidad, gran cantidad de comunidades indígenas del noroeste argentino se han convertido en foco de una serie de acciones impulsadas por técnicos, ONG´s y programas de desarrollo. Este artículo se centra en el encuentro entre comunidades guaraníes y técnicas de una ONG con el fin de indagar cómo a nivel local las interacciones entre estos actores producen una serie de tensiones, contradicciones y disputas en torno al poder, conocimientos, valores e intereses. Para dar cuenta de las discontinuidades que entretejen a estos mundos-vidas, adopto la noción de interfase propuesta por Long. Asimismo, es un objetivo de este trabajo analizar a las técnicas del desarrollo en términos de brokers y reflexionar sobre cómo a través de sus mediaciones reproducen representaciones y relaciones jerárquicas de dominación como las que existieron entre los misioneros franciscanos y guaraníes. Adopto una perspectiva antropológica y etnohistórica privilegiando una contextualización histórica, cultural e identitaria de los guaraníes.

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El budismo zen es una religión oriental que desde hace varias décadas se ha esparcido en numerosos países occidentales, incluido la Argentina. Una característica notable de su vida comunitaria es la compleja ritualización de sus prácticas cotidianas. En nuestra aproximación a la dimensión ritual del zen indagaremos la forma en que ésta contribuye a crear un tiempo y un espacio sagrado y observaremos cómo estas prácticas son consideradas por los propios miembros del grupo como un recurso pedagógico que posibilita entrenarse en una diferente manera de estar en el mundo, de vivirse y percibirse tanto a ellos mismos como a los demás. De modo que algunos elementos del complejo ritual zen juegan un rol de primera importancia como una tecnología del ser.

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Sobre Biblioteca y bibliotecas; Institución y biblioteca; El bibliotecario y las bibliotecas; Escuelas y biblioteca