1000 resultados para Materiali mancanti, pianificazione della produzione, gestione dei materiali, Supply Chain
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L’antibiotico resistenza negli enterobatteri produttori di carbapenemasi (CPE) rappresenta una problematica emergente in sanità pubblica, dato che le opzioni alternative per il trattamento di pazienti infetti sono limitate. L’andamento epidemiologico di CPE a livello globale appare ad oggi molto variegato con differenze significative tra paesi. In Italia la diffusione di K. pneumoniae produttrice di KPC è endemica ed è stimata essere un terzo (32,9%) delle infezioni invasive (sangue e liquor) da K. pneumoniae. Pertanto, diventa indispensabile implementare gli studi di farmaco-resistenza per valutare e ridurre il potenziale di crescita di tali microrganismi. Questo studio presenta come fine la valutazione del Beta Carba test, metodo cromogeno, per il rapido rilevamento di CPE in confronto con il metodo standard di riferimento. Lo studio è stato svolto presso l’U.O. Microbiologia AUSL della Romagna ed è di natura retrospettiva, di tipo esclusivamente qualitativo. Sono stati analizzati 412 campioni completamente anonimizzati: 50 emocolture, 250 urine e 112 tamponi rettali di sorveglianza. La valutazione del test è stata condotta sia direttamente a partire dalle matrici biologiche (emocolture e urinocolture positive) che dalle colonie isolate di CPE da tamponi rettali di sorveglianza, urine o emocolture. I risultati sperimentali ottenuti in vitro con il β Carba, mostrano una totale concordanza con i metodi sia fenotipici che genotipici utilizzati come riferimento: sono state ottenute sensibilità e specificità del 100%. Inoltre, a favore del test si inserisce il parametro fondamentale della rapidità, consentendo quindi una celere rilevazione di CPE direttamente su campioni clinici con un tempo di risposta piuttosto veloce e affidabile pari a 15-30 minuti. In definitiva, grazie alla performance dimostrata in vitro, il test può rappresentare un valido strumento per arginare e limitare lo spreading di CPE, svolgendo un buon ruolo nella gestione dei pazienti infetti.
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La maggior parte dei mercati sono ormai caratterizzati da una elevata incertezza e da una bassa stabilità per quanto riguarda sia il progresso tecnologico che i bisogni e le richieste dei clienti; l’unica arma che le aziende possiedono per fare fronte alla mutabilità intrinseca dei contesti in cui operano è il continuo rinnovo dei prodotti e dei processi. Possiamo vedere l’innovazione, all’interno di un contesto aziendale, come il risultato di diversi fattori: l’evoluzione delle opportunità tecnologiche di prodotto e di processo, i nuovi modelli di impresa, i nuovi valori che si affermano nella società, i nuovi bisogni dei mercati. La prima parte di questa tesi è incentrata sulla descrizione della natura dell’innovazione, delle sue diverse applicazioni all’interno di un contesto aziendale e delle logiche di funzionamento delle aree aziendali preposte alla gestione dei progetti innovativi. Nella seconda parte si entra più nel dettaglio trattando alcuni aspetti distintivi dell’attività innovativa all’interno del mercato degli elettrodomestici ed analizzando uno specifico caso reale. La scelta della focalizzazione sul mercato degli elettrodomestici non è casuale, infatti la terza e ultima parte di questa trattazione è costituita dalla descrizione dell’attività svolta all’interno del Laboratorio di Gestione Aziendale (Business Game) seguito durante il primo semestre di quest’anno e che ha riguardato la simulazione della gestione di un’azienda produttrice di lavatrici e asciugabiancheria.
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I fenomeni di globalizzazione in atto hanno radicalmente modificato il consumo e la distribuzione dei prodotti agroalimentari e dilatato le distanze tra l’origine delle materie prime e consumo finale. Obiettivo del progetto interuniversitario "Food Supply Chain" è studiare le condizioni di trasporto di prodotti agroalimentari. Una delle attività principali è tracciare ed analizzare i fattori critici di spedizioni dal momento in cui i prodotti lasciano lo stabilimento produttivo in Italia fino ai consumatori situati in EU o extra-EU. La tesi si inserisce all’interno di questo progetto e descrive la realizzazione di due Piattaforme in ambiente LabVIEW per la consultazione e la simulazione dei viaggi logistici, le cui caratteristiche sono conservate e organizzate in appositi database. La "Piattaforma LabVIEW per la consultazione a analisi" permette di consultare il database attraverso interrogazioni multiple, estrarre le informazioni più significative, riprodurre le spedizioni in apposite interfacce e produrre dei report riassuntivi per comunicazioni alle imprese La "Piattaforma LabVIEW per la simulazione in camera climatica" rappresenta il sistema di controllo attraverso cui gestire la simulazione dei singoli viaggi in camera climatica, realizzata nel Laboratorio MECCANICA del DIN della Scuola di Ingegneria e Architettura dell’Università di Bologna. Si potranno così valutare e comparare tra loro soluzioni alternative rispetto ad una medesima catena logistica in termini di packaging, imballaggio e protezioni supplementari della spedizione. Infine si potranno confrontare rotte commerciali differenti relative allo stesso prodotto. I risultati ottenuti in camera climatica costituiranno la base per le successive analisi biochimiche sui prodotti e valutazione finale della sostenibilità dell’intera catena logistica.
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Breve analisi sulla gestione dei rifiuti e simulazione del ciclo termico del termovalorizzatore del Frullo (gruppo Hera, Bologna), con modellazione di due possibili variazioni operative (dettate dal gestore dell'impianto), per valutare la loro fattibilità in termini di miglioramento dell'efficienza elettrica e termica. Conferma dei risultati ottenuti mediante un'analisi economica basata sulla vendita stagionale dell'energia elettrica e termica.
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Questo elaborato si propone di collocare i Sistemi di Accumulo nell’attuale panorama energetico italiano ed europeo, con particolare attenzione alla crescente presenza della produzione di energia da fonti rinnovabili. Dopo alcune valutazioni preliminari sull’Energy Mix europeo ed italiano, si procede a mettere in luce i rischi per il sistema elettrico derivanti dalla eccessiva penetrazione delle fonti rinnovabili. In questo contesto si analizza il potenziale contributo dei Sistemi di Accumulo alla stabilità e all’equilibrio della rete elettrica, soprattutto nella risoluzione delle problematiche derivanti da una Generazione Distribuita e non programmabile. Vengono presentate diverse tipologie di SdA, dal punto di vista del funzionamento e delle caratteristiche, anche in funzione della destinazione d’uso. Si dà poi un quadro generale delle normative europee e italiane, e si indaga l’effettiva convenienza dei Sistemi di Accumulo, anche in relazione all’impatto sull’ambiente e alle emissioni.
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Bibliography of agriculture
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University of Illinois bookplate: "From the library of Conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana Lazelada di Bereguardo purchased 1921".
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La presente tesi di dottorato ha riguardato l'indagine fitochimica della biodiversità spontanea di Humulus lupulus L. in Emilia Romagna e la valutazione degli effetti del clima dell'Italia settentrionale sul metabolismo secondario di cultivar di luppolo. In particolare, lo studio ha previsto l'individuazione di ecotipi di luppolo provenienti da zone planiziali e collinari di'Emilia Romagna e Lombardia, la loro messa a dimora in un campo collezione appositamente allestito, e il monitoraggio della resa di campo e della produzione di metaboliti secondari di natura polare (acilfluoroglucinoli, flavonidi isoprenilati) e apolare (terpeni e sequiterpeni). Gli obiettivi primari sono stati la valutazione di entità da portare direttamente in coltivazione o da introdurre in percorsi di breeding del luppolo in Italia, oltre all'ottimizzazione di metodi innovativi per lo screening dell'intero germoplasma italiano. Per definire le caratteristiche fitochimiche dei coni di luppolo sono stati messi a punto metodi cromatografici HPLC-UV, HPLC-MS/MS e GC-MS e metodi spettroscopici 1H-NMR. Nel corso del triennio i metodi sono stati applicati a 10 cultivar e oltre 30 ecotipi , alcuni dei quali hanno fornito dati anche a conclusione dell'intero periodo di acclimatazione. Per tutti si è anche verificata la resilienza alle diverse condizioni climatiche incontrate Le analisi chimiche hanno permesso di individuare una sostanziale differenza tra gli ecotipi e le cultivar, con i primi che si caratterizzano per una produzione modesta di α-acidi e β-acidi e un profilo aromatico ricco di isomeri del selinene. Questo risultato può essere interessante per l’industria della birra nazionale e in particolare per il settore dei microbirrifici artigianali, in quanto i luppoli più pregiati sono proprio quelli con un basso contenuto di acidi amari e ricchi di oli essenziali che possano impartire alle birre prodotte note aromatiche particolari e legate al territorio. L’indagine agronomica monitorata su tre anni di produzione ha anche fatto emergere la resistenza degli ecotipi italiani al clima caldo e siccitoso e ha evidenziato invece come le cultivar estere abbiano limiti fisiologici a queste condizioni. Confrontando il profilo fitochimico delle cultivar coltivate in Italia con i prodotti acquistati nei paesi d’origine è emerso che il metabolismo secondario per alcune cultivar è particolarmente differente, come nel caso della cultivar Marynka, che rispetto agli standard commerciali ha prodotto in Italia coni ricchi di oli essenziali con alte quantità di trans-β-farnesene, cambiandone le caratteristiche da varietà amaricante ad aromatica. I risultati ottenuti dimostrano la fattibilità della coltivazione di Humulus lupulus L. sul territorio nazionale con ottime prospettive di produttività per gli ecotipi italiani. Inoltre da questi primi risultati è ora possibile intraprendere un programma di breeding per la creazione di nuove varietà, più resistenti al caldo e con le caratteristiche desiderate in base all’utilizzo del prodotto, sia per quanto riguarda l’industria della birra, sia la cosmetico-farmaceutica per la produzione di estratti.
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Lo scopo della tesi è di stimare le prestazioni del rivelatore ALICE nella rivelazione del barione Lambda_c nelle collisioni PbPb usando un approccio innovativo per l'identificazione delle particelle. L'idea principale del nuovo approccio è di sostituire l'usuale selezione della particella, basata su tagli applicati ai segnali del rivelatore, con una selezione che usi le probabilità derivate dal teorema di Bayes (per questo è chiamato "pesato Bayesiano"). Per stabilire quale metodo è il più efficiente , viene presentato un confronto con altri approcci standard utilizzati in ALICE. Per fare ciò è stato implementato un software di simulazione Monte Carlo "fast", settato con le abbondanze di particelle che ci si aspetta nel nuovo regime energetico di LHC e con le prestazioni osservate del rivelatore. E' stata quindi ricavata una stima realistica della produzione di Lambda_c, combinando i risultati noti da esperimenti precedenti e ciò è stato usato per stimare la significatività secondo la statistica al RUN2 e RUN3 dell'LHC. Verranno descritti la fisica di ALICE, tra cui modello standard, cromodinamica quantistica e quark gluon plasma. Poi si passerà ad analizzare alcuni risultati sperimentali recenti (RHIC e LHC). Verrà descritto il funzionamento di ALICE e delle sue componenti e infine si passerà all'analisi dei risultati ottenuti. Questi ultimi hanno mostrato che il metodo risulta avere una efficienza superiore a quella degli usuali approcci in ALICE e che, conseguentemente, per quantificare ancora meglio le prestazioni del nuovo metodo si dovrebbe eseguire una simulazione "full", così da verificare i risultati ottenuti in uno scenario totalmente realistico.
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La tesi, sviluppata presso l'azienda Universal-Pack, tratta del fascicolo tecnico di una macchina astucciatrice nelle sue varie parti: breve descrizione della macchina, analisi dei rischi secondo le normative collegate alla direttiva macchine, e calcoli strutturali di verifica di alcuni componenti, che sopportano sforzi alterni e conseguentemente vanno incontro a limiti di fatica.
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La chirurgia refrattiva è una delle branche della medicina con il più alto bacino di potenziali pazienti, a causa dell’enorme incidenza nella popolazione dei difetti visivi, in particolare la miopia. E’ infatti stato stimato che il 20% della popolazione mondiale ne sia affetto, e solo in Italia gioverebbero di un intervento più di 8.000.000 di persone. L’obiettivo di questa tesi è mostrare i principi fisici, le caratteristiche e il funzionamento dei principali strumenti usati per la cura di questi difetti, ovvero il laser ad eccimeri e il laser a femtosecondi; oltre alle diverse operazioni chirurgiche in cui vengono utilizzati, le quali sono tutt’ora in continua evoluzione. Nel primo capitolo viene effettuata una breve presentazione dell’anatomia oculare,in particolare della cornea e dei difetti refrattivi; nel secondo vengono invece trattati i principi fisici su cui si basa la creazione di un raggio laser e si presentano le principali famiglie di laser chirurgici. Nel terzo capitolo ci si focalizzerà sul laser ad eccimeri, partendo da una trattazione degli eccimeri per poi passare alla struttura e caratteristiche della macchina e alle operazioni chirurgiche in cui viene usata. Infine nel quarto capitolo viene presentato il laser a femtosecondi, partendo dalla creazione di impulsi ultracorti per poi analizzare le operazioni chirurgiche che sfruttano questa tecnologia.
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La presente relazione tecnica si propone di illustrare l’attività svolta dal Gruppo di Lavoro “Gestione e monitoraggio PON 2007/2013”, dalla data di costituzione (18 marzo 2013) alla data odierna rappresentando le esigenze che hanno portato alla sua costituzione, le criticità riscontrate e il rapporto analitico sulla gestione dei PON 7° PQ, concludendo con una proposta organizzativa per il DIITET, finalizzata al proseguimento delle attività di gestione dei progetti, che possa essere valida sia per la prosecuzione, a compimento, di tutte le fattispecie connesse al settimo Programma Quadro in chiusura, che per successivo Horizon 2020.
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Abstract It was in the first decade of the twentieth century that the first white china Factory was implemented in Brazil. Fruit of the association between the Sao Paulo Aristocracy and the Italian Romeo Ranzini, this factory was responsible for producing significant amounts of crockery in industrial moulds in sao Paulo, Brazil. It was also the first factory to produce decorative tiles that would be part of the architecture of the public buildings built between 1919 and 1922 in Commemoration of the Centennial of the Brazilian Independence. Known as The Santa Catharina Factory, this factory was inaugurated in 1913 with the participation of Italian immigrants and German technologies for the development of its first manufacturing activities. As a result of a number of economic, political and social matters that started in the previous century in the city of Sao Paulo, The Santa Catharina factory played an important role in industrial development as regards the production of national white china and was used as a model for the construction of new ceramic factories in Sao Paulo. After acquired by Matarazzo industries in 1927, had closed their activities in 1937. This research is based on the identification and analysis of the first tiles produced in Brazil by the Santa Catharina Factory, which were part of the architectural decorations of the buildings built in Sao Paulo to the celebration of the Centennial of the Brazilian Independence. Designed by Victor Dubugras, The Largo da Memoria (located in the city of Sao Paulo) and the buildings located in the "Paths of the Sea" road marked the beginning of Brazilian industrialization and the emergence of Neocolonial Movement in architecture of Sao Paulo. Studies of the first national patterns of decorative tiles approach a subject poorly researched by experts in tiled studies in Brazil, although in this case these tiles have represented not only an important milestone in the national industrialization, but also have demarcated the significant changes in architectural and decorative practices in the country in the early twentieth century; RESUMÈ: C'est durant la premiere decennie du XXe siecle que la premiere usine de porcelaine blanche fut implant& au Bresil. Elle fut le fruit de l'association entre l'aristocratie de Sao Paulo et l'italien Romeo Ranzini. L'usine produisait une quantite signifiante de porcelaine sur le territoire industriel de Sao Paulo. Ce fut egalement la premiere usine a produire des carreaux decoratifs qui sont aujourd'hui visibles dans l'architecture des batiments publics construit entre 1919 et 1922, pour la commemoration du centenaire de l'independance bresilienne. Connue sous le nom de Santa Catharina, cette usine fut inaugure en 1912. Elle fut construite par des émigrés Italiens, et utilisa pour la technologie allemande pour so production. En tant que resultat d'un certain nombre de questions economiques, politiques et sociales qui ont &butes durant le siecle precedent dans la ville de Sao Paulo, l'usine Santa Catharina a joue un role important dans le developpement industriel de la production de porcelaine blanche nationale et a ete utilise comme modele pour la construction de nouvelles usines de ceramique a Sao Paulo. Apres avoir ete achete par l'industrie Matarazzo en 1927, elle cessa ses activites en 1937. Cette recherche est basee sur l'identification et l'analyse des premiers carreaux decoratifs fabriques au Bresil par l'usine Santa Catharina, qui etait une partie des decorations architecturales des batiments construits a Sao Paulo pour la celebration du centenaire de l'Independance Bresilienne. Connue par Victor Dubugras, le "Largo da Memoria" (situe dans la ville de Sao Paulo), et les batiments situes sur le "Path of the Sea", ont marque le debut de l'industrialisation bresilienne et l'emergence d'un mouvement neocolonialiste dans l'architecture de Sao Paolo. L'etude des premiers modeles nationaux de carreaux decoratifs est un sujet peut etudie par les experts bresiliens, bien qu'ils furent un jalon importante pour l'industrialisation nationale. Its ont egalement entrains des changements importants dans les pratiques architecturales, et decoratives au sein du pays au XXe siecle. Mots-cles: Ceramique - carreaux decoratifs — L'usine Santa Catharina, Bresil - Production de carreaux; RIASSUNTO: Nel primo decennio del Novecento vide luce la prima fabbrica di ceramica di porcellana in Brasile. Frutto dell'associazione tra l'aristocrazia Paulista e l'italiano Romeo Ranzini, questa fabbrica fu responsabile della produzione di notevoli quantita di ceramica di porcellana mediante stampi industriali nella citta di San Paolo, Brasile. Fu anche la prima fabbrica a produrre azulejos che avrebbero poi fatto parte dell'architettura degli edifici pubblici costruiti tra it 1919 ed it 1922, per la commemorazione del Centenario dell'indipendenza Brasiliana. Conosciuta come Fabbrica di Santa Catharina, questa fu inaugurata nel 1913, con la partecipazione di immigrati italiani e con l'impiego di tecnologie tedesche per lo sviluppo delle sue prime attivita produttive. Risultato di una serie di cambiamenti economici, politici e sociali, che ebbero inizio nel secolo precedente nella citta di San Paolo, la Fabbrica di Santa Catharina svolse un ruolo importante nello sviluppo industriale per quanto riguarda la produzione di ceramica di porcellana nazionale e fu adottata come modello per la costruzione di nuove fabbriche a San Paolo. Successivamente, fu acquisita dalle industrie Matarazzo nel 1927, vedendo poi chiudersi le sue attivita nel 1937. Questa ricerca si basa sull'identificazione e l'analisi dei primi azulejos prodotti in Brasile dalla Fabbrica di Santa Catharina che fecero parte delle decorazioni architettoniche degli edifici costruiti a San Paolo per la commemorazione del Centenario dell'indipendenza Brasiliana. Progettati da Victor Dubugras, it Largo da Mem(Via (situato nella citta di San Paolo) e gli edifici che si trovano nei Caminhos do Mar marcarono l'inizio dell'industrializzazione brasiliana e la nascita del Movimento Neocolonial dell'architettura Paulista. Gli studi dei primi modelli di azulejos nazionali affrontano un argomento poco studiato dagli esperti in azulejaria in Brasile, nonostante rappresentino un importante avvenimento dell'industrializzazione nazionale, ma segnano anche i cambiamenti di significative pratiche architettoniche e decorative nel Paese nel primo Novecento. Parole chiave: Ceramica - porcellana - La fabbrica di Santa Catharina - Produzione di ceramica .