911 resultados para Infant Formula
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Background: Infant mortality is an important measure of human development, related to the level of welfare of a society. In order to inform public policy, various studies have tried to identify the factors that influence, at an aggregated level, infant mortality. The objective of this paper is to analyze the regional pattern of infant mortality in Brazil, evaluating the effect of infrastructure, socio-economic, and demographic variables to understand its distribution across the country. Methods: Regressions including socio-economic and living conditions variables are conducted in a structure of panel data. More specifically, a spatial panel data model with fixed effects and a spatial error autocorrelation structure is used to help to solve spatial dependence problems. The use of a spatial modeling approach takes into account the potential presence of spillovers between neighboring spatial units. The spatial units considered are Minimum Comparable Areas, defined to provide a consistent definition across Census years. Data are drawn from the 1980, 1991 and 2000 Census of Brazil, and from data collected by the Ministry of Health (DATASUS). In order to identify the influence of health care infrastructure, variables related to the number of public and private hospitals are included. Results: The results indicate that the panel model with spatial effects provides the best fit to the data. The analysis confirms that the provision of health care infrastructure and social policy measures (e. g. improving education attainment) are linked to reduced rates of infant mortality. An original finding concerns the role of spatial effects in the analysis of IMR. Spillover effects associated with health infrastructure and water and sanitation facilities imply that there are regional benefits beyond the unit of analysis. Conclusions: A spatial modeling approach is important to produce reliable estimates in the analysis of panel IMR data. Substantively, this paper contributes to our understanding of the physical and social factors that influence IMR in the case of a developing country.
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Environmental tobacco smoke (ETS) leads to the death of 600,000 nonsmokers annually and is associated with disturbances in antioxidant enzyme capacity in the adult rodent brain. However, little is known regarding the influence of ETS on brain development. The aim of this study was to determine levels of malonaldehyde (MDA) and 3-nitrotyrosine (3-NT), as well as enzymatic antioxidant activities of glutathione peroxidase (GPx), glutathione reductase (GR), glutathione S-transferase (GST), and superoxide dismutase (SOD), in distinct brain structures. BALB/c mice were exposed to ETS twice daily for 1 h from postnatal day 5 through postnatal day 18. Acute exposure was performed for 1 h on postnatal day 18. Mice were euthanized either immediately (0) or 3 h after the last exposure. Immediately after an acute exposure there were higher GR and GST activities and MDA levels in the hippocampus, higher GPx and SOD activities in the prefrontal cortex, and higher GST activity and MDA levels in the striatum and cerebellum. Three hours later there was an increase in SOD activity and MDA levels in the hippocampus and a decrease in the activity of all enzymes in the prefrontal cortex. Immediately after final repeated exposure there were elevated levels of GST and GR activity and decreased GPx activity in the hippocampus. Moreover, a rise was found in GPx and GST activities in the prefrontal cortex and increased GST and GPx activity in the striatum and cerebellum, respectively. After 3 h the prefrontal cortex showed elevated GR and GST activities, and the striatum displayed enhanced GST activity. Data showed that enzymatic antioxidant system in the central nervous system responds to ETS differently in different regions of the brain and that a form of adaptation occurs after several days of exposure.
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INTRODUCTION: The accurate evaluation of error of measurement (EM) is extremely important as in growth studies as in clinical research, since there are usually quantitatively small changes. In any study it is important to evaluate the EM to validate the results and, consequently, the conclusions. Because of its extreme simplicity, the Dahlberg formula is largely used worldwide, mainly in cephalometric studies. OBJECTIVES: (I) To elucidate the formula proposed by Dahlberg in 1940, evaluating it by comparison with linear regression analysis; (II) To propose a simple methodology to analyze the results, which provides statistical elements to assist researchers in obtaining a consistent evaluation of the EM. METHODS: We applied linear regression analysis, hypothesis tests on its parameters and a formula involving the standard deviation of error of measurement and the measured values. RESULTS AND CONCLUSION: we introduced an error coefficient, which is a proportion related to the scale of observed values. This provides new parameters to facilitate the evaluation of the impact of random errors in the research final results.
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The Euler obstruction of a function f can be viewed as a generalization of the Milnor number for functions defined on singular spaces. In this work, using the Euler obstruction of a function, we establish several Lê–Greuel type formulas for germs f:(X,0)→(C,0) and g:(X,0)→(C,0). We give applications when g is a generic linear form and when f and g have isolated singularities.
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Universidad de Las Palmas de Gran Canaria. Facultad de Ciencias del Mar. Final assignment for the Marine Science Degree ; 2013-2014
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Nel presente elaborato viene riassunta in 4 brevi capitoli la mia attività di tesi, svolta nell’ambito del progetto Formula SAE® dell’Università di Bologna nell’anno 2010. Il progetto ha consistito nella realizzazione di una vettura monoposto, con l’obiettivo di far competere la stessa negli eventi previsti dalla SAE® (Society of Automotive Engineer), insieme alle vetture progettate e costruite da altri atenei di tutto il mondo. In tali eventi, una serie di giudici del settore auto-motive valuta la bontà del progetto, ovvero della vettura, che sarà sottoposta ad una serie di prove statiche e dinamiche. Nella seguente trattazione si narra quindi il percorso progettuale e di realizzazione del telaio della vettura, ovvero della sua struttura portante principale. Il progetto infatti, nell’ambito del team UniBo Motorsport, mi ha visto impegnato come “Responsabile Telaio” oltre che come “Responsabile in Pista” durante le prove su strada della vettura, svolte a valle della realizzazione. L’obbiettivo principale di un telaio di vettura da corsa è quello di realizzare una struttura che colleghi rigidamente tra loro i gruppi sospensivi anteriore e posteriore e che preveda anche la possibilità di ancorare tutti i componenti dei sistemi ausiliari di cui la vettura deve essere equipaggiata. Esistono varie tipologie di telai per autovettura ma quelle più adatte ad equipaggiare una vettura da competizione di tipo Formula, sono sicuramente il traliccio in tubi (“space frame”) e la monoscocca in fibra di carbonio. Il primo è sicuramente quello più diffuso nell’ambito della Formula Student grazie alla sua maggior semplicità progettuale e realizzativa ed ai minor investimenti economici che richiede. I parametri fondamentali che caratterizzano un telaio vettura da competizione sono sicuramente la massa e la rigidezza. La massa dello chassis deve essere ovviamente il più bassa possibile in quanto quest, costituisce generalmente il terzo contributo più importante dopo pilota e motore alla massa complessiva del veicolo. Quest’ultimo deve essere il più leggero possibile per avere un guidabilità ed una performance migliori nelle prove dinamiche in cui dovrà impegnarsi. Per quanto riguarda la rigidezza di un telaio, essa può essere distinta in rigidezza flessionale e rigidezza torsionale: di fatto però, solo la rigidezza torsionale va ad influire sui carichi che si trasferiscono agli pneumatici della vettura, pertanto quando si parla di rigidezza di un telaio, ci si riferisce alla sua capacità di sopportare carichi di tipo torsionale. Stabilire a priori un valore adeguato per la rigidezza torsionale di un telaio è impossibile. Tale valore dipende infatti dal tipo di vettura e dal suo impiego. In una vettura di tipo Formula quale quella oggetto del progetto, la rigidezza torsionale del telaio deve essere tale da garantire un corretto lavoro delle sospensioni: gli unici cedimenti elastici causati dalle sollecitazioni dinamiche della vettura devono essere quelli dovuti agli elementi sospensivi (ammortizzatori). In base a questo, come indicazione di massima, si può dire che un valore di rigidezza adeguato per un telaio deve essere un multiplo della rigidezza totale a rollio delle sospensioni. Essendo questo per l’Università di Bologna il primo progetto nell’ambito della Formula SAE® e non avendo quindi a disposizione nessun feed-back da studi o vetture di anni precedenti, per collocare in modo adeguato il pilota all’interno della vettura, in ottemperanza anche con i requisiti di sicurezza dettati dal regolamento, si è deciso insieme all’esperto di ergonomia del team di realizzare una maquette fisica in scala reale dell’abitacolo. Questo ha portato all’individuazione della corretta posizione del pilota e al corretto collocamento dei comandi, con l’obbiettivo di massimizzare la visibilità ed il confort di guida della vettura. Con questo primo studio quindi è stata intrapresa la fase progettuale vera e propria del telaio, la quale si è svolta in modo parallelo ma trasversale a quella di tutti gli altri sistemi principali ed ausiliari di cui è equipaggiata la vettura. In questa fase fortemente iterativa si vanno a cercare non le soluzioni migliori ma quelle “meno peggio”: la coperta è sempre troppo corta e il compromesso la fa da padrone. Terminata questa fase si è passati a quella realizzativa che ha avuto luogo presso l’azienda modenese Marchesi & C. che fin dal 1965 si è occupata della realizzazione di telai da corsa per importanti aziende del settore automobilistico. Grazie al preziosissimo supporto dell’azienda, a valle della realizzazione, è stato possibile condurre una prova di rigidezza sul telaio completo della vettura. Questa, oltre a fornire il valore di rigidezza dello chassis, ha permesso di identificare le sezioni della struttura più cedevoli, fornendo una valida base di partenza per l’ottimizzazione di telai per vetture future. La vettura del team UniBo Motorsport ha visto il suo esordio nell’evento italiano della Formula SAE® tenutosi nel circuito di Varano de Melegari nella prima settimana di settembre, chiudendo con un ottimo 16esimo posto su un totale di 55 partecipanti. Il team ha partecipato inoltre alla Formula Student Spain tenutasi sul famoso circuito di Montmelò alla fine dello stesso mese, raggiungendo addirittura il podio con il secondo posto tra i 18 partecipanti. La stagione si chiude quindi con due soli eventi all’attivo della vettura, ma con un notevole esordio ed un ottimo secondo posto assoluto. L’ateneo di Bologna si inserisce al sessantasettesimo posto nella classifica mondiale, come seconda università italiana.
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Progettazione dei mozzi ruota della vettura 2012 del team UniBo Motorsport, il team di formula SAE dell'università di Bologna.
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Questa tesi è incentrata sull'analisi della formula di Dupire, che permette di ottenere un'espressione della volatilità locale, nei modelli di Lévy esponenziali. Vengono studiati i modelli di mercato Merton, Kou e Variance Gamma dimostrando che quando si è off the money la volatilità locale tende ad infinito per il tempo di maturità delle opzioni che tende a zero. In particolare viene proposta una procedura di regolarizzazione tale per cui il processo di volatilità locale di Dupire ricrea i corretti prezzi delle opzioni anche quando si ha la presenza di salti. Infine tale risultato viene provato numericamente risolvendo il problema di Cauchy per i prezzi delle opzioni.
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La tesi consiste nella ricerca di un candidato ideale per la soluzione del problema di Dirichlet. Vengono affrontati gli argomenti in maniera graduale, partendo dalle funzioni armoniche e le loro relative proprietà, passando per le identità e le formule di rappresentazione di Green, per finire nell'analisi del problema sopra citato, mediante i risultati precedentemente ottenuti, per concludere trovando la formula integrale di Poisson come soluzione ma anche come formula generale per sviluppi in vari ambiti.