446 resultados para catalizzatori strutturati elettrosintesi metalli nobili nanoparticelle schiume metalliche


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Il CTBT (Trattato di Bando Complessivo dei Test Nucleari) un accordo multilaterale tra Stati, stilato nel 1996, che impone il divieto assoluto di effettuare esplosioni di tipo nucleare, sia per scopi civili che per scopi militari, in qualsiasi ambiente. Esso prevede l'istituzione di un sistema di verifica e monitoraggio che si prefigge lo scopo di rilevare tempestivamente se in una qualsiasi parte del mondo sia stato clandestinamente effettuato un test. Tra le varie tecniche utilizzate, la pi decisiva per l'identificazione di un'esplosione data dal monitoraggio di radionuclidi, che permette di fare ipotesi su di un eventuale evento illecito di origine nucleare se in una certa regione si rileva la presenza nell'ambiente di particolari isotopi radioattivi in quantit anomale. Attualmente, il metodo pi efficace consiste nell'eventuale identificazione della presenza di quattro radioisotopi di gas nobili, ovvero xeno-131m, xeno-133, xeno-133m e xeno-135. Di recente, per, gli esperti hanno cominciato a valutare l'ipotesi di effettuare misurazioni anche di un altro radioisotopo di gas nobili, ovvero l'argon-37. L'efficacia nell'utilizzo di quest'ultimo superiore a quella che caratterizza il monitoraggio dello xeno, anche se il motivo per cui il metodo di rilevazione dell'argon non ancora sfruttato dato dall'estrema difficolt che la sua misurazione comporta. Obiettivo di questo lavoro proprio quello di analizzare le potenzialit dell'utilizzo di tale radioisotopo dell'argon per gli scopi di verifica del CTBT, di descrivere l'attuale stato dell'arte delle tecnologie disponibili per la sua misurazione e di valutare quantitativamente il fondo di argon-37 naturalmente presente, in modo da stabilire i criteri con cui si possa dire se le quantit rilevate siano compatibili con la normale presenza di tale radioisotopo oppure se siano senza dubbio dovute a un'avvenuta esplosione.

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Lobbiettivo che si pone questo lavoro quello di combinare in un unico impianto due tecnologie utilizzate per scopi differenti (impianto integrato): un impianto di climatizzazione geotermico a bassa entalpia di tipo open-loop ed un impianto di bonifica delle acque di falda di tipo Pump&Treat. Il sito selezionato per lo studio ubicato in via Lombardia, nellarea industriale di Ozzano dellEmilia (BO), ed definito Ex stabilimento Ot-Gal: si tratta di una galvanotecnica con trattamento di metalli, dismessa alla fine degli anni 90. Durante una precedente fase di caratterizzazione del sito condotta dalla ditta Geo-Net Srl, sono stati rilevati in falda dei superamenti delle CSC previste dal D.lgs. 152/2006 di alcuni contaminanti, in particolare Tricloroetilene (TCE) e 1.1-Dicloroetilene (1.1-DCE). Successivamente, nel 2010-2011, Geo-net Srl ha eseguito una parziale bonifica delle acque di falda attraverso lutilizzo di un impianto Pump and Treat. Grazie a tutti i dati pregressi riguardanti i monitoraggi, le prove e i sondaggi, messi a disposizione per questo studio da Geo-Net Srl, stato possibile eseguire una sperimentazione teorica, in forma di modellazione numerica di flusso e trasporto, dellimpianto integrato oggetto di studio. La sperimentazione stata effettuata attraverso lutilizzo di modelli numerici basati sul codice di calcolo MODFLOW e su codici ad esso comunemente associati, quali MODPATH e MT3DMS. Lanalisi dei risultati ottenuti ha permesso di valutare in modo accurato lintegrazione di queste due tecnologie combinate in unico impianto. In particolare, la bonifica allinterno del sito avviene dopo 15 dalla messa in attivit. Sono stati anche confrontati i costi da sostenere per la realizzazione e lesercizio dellimpianto integrato rispetto a quelli di un impianto tradizionale. Tale confronto ha mostrato che lammortamento dellimpianto integrato avviene in 13 anni e che i restanti 7 anni di esercizio producono un risparmio economico.

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I serpenti robot sono una classe di meccanismi iper-ridondanti che appartiene alla robotica modulare. Grazie alla loro forma snella ed allungata e all'alto grado di ridondanza possono muoversi in ambienti complessi con elevata agilit. L'abilit di spostarsi, manipolare e adattarsi efficientemente ad una grande variet di terreni li rende ideali per diverse applicazioni, come ad esempio attivit di ricerca e soccorso, ispezione o ricognizione. I robot serpenti si muovono nello spazio modificando la propria forma, senza necessit di ulteriori dispositivi quali ruote od arti. Tali deformazioni, che consistono in movimenti ondulatori ciclici che generano uno spostamento dell'intero meccanismo, vengono definiti andature. La maggior parte di esse sono ispirate al mondo naturale, come lo strisciamento, il movimento laterale o il movimento a concertina, mentre altre sono create per applicazioni specifiche, come il rotolamento o l'arrampicamento. Un serpente robot con molti gradi di libert deve essere capace di coordinare i propri giunti e reagire ad ostacoli in tempo reale per riuscire a muoversi efficacemente in ambienti complessi o non strutturati. Inoltre, aumentare la semplicit e ridurre il numero di controllori necessari alla locomozione alleggerise una struttura di controllo che potrebbe richiedere complessit per ulteriori attivit specifiche. L'obiettivo di questa tesi ottenere un comportamento autonomo cedevole che si adatti alla conformazione dell'ambiente in cui il robot si sta spostando, accrescendo le capacit di locomozione del serpente robot. Sfruttando la cedevolezza intrinseca del serpente robot utilizzato in questo lavoro, il SEA Snake, e utilizzando un controllo che combina cedevolezza attiva ad una struttura di coordinazione che ammette una decentralizzazione variabile del robot, si dimostra come tre andature possano essere modificate per ottenere una locomozione efficiente in ambienti complessi non noti a priori o non modellabili.

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In this work, a colossal magnetoresistive (CMR) Pr1xCaxMnO3 (PCMO) man- ganite thin lms and polycrystalline samples were studied with the main focus on the properties of the insulator to metal Mott phase transition. The polycrystalline PCMO samples were fabricated with the solid state reaction method. The polycrystalline sam- ples were further processed into the epitaxial thin lms with the pulsed laser deposition method (PLD). The structural and magnetic properties of the samples were systemat- ically investigated and the thin lms samples were further investigated with magneto- transport measurement where the thin lms response to illumination was also studied. After the successful synthesis of polycrystalline PCMO samples with varying x = between 0.0 - 0.5, the magnetic characterization of the samples showed rich magnetic properties having the signatures of the magnetic phase coexistence of antiferromag- netic (AFM) and ferromagnetic (FM) ordering and cluster glass behaviour. With the increased doping concentration from x = 0.3 to 0.5, the AFM charge-order (CO) phase started to form up being strongest on the sample x = 0.5. This AFM CO phase could be melted with the high external magnetic eld at temperatures below Neels tempera- ture TN inducing an irreversible rst order metamagnetic AFM to FM phase transition. The strength of the AFM CO phase decreased with decreasing Ca concentration and increasing temperature. The polycrystalline PCMO samples with Ca concentrations of 0.3 - 0.5, showing metamagnetic behaviour, were selected for the fabrication of the thin lm samples. The lms were grown using two different in situ oxygen treatment temperatures at 500 C and 700 C in the PLD system. The lms with x = 0.4 and 0.5 showed weaker AFM CO phase with greatly reduced melting elds when compared to polycrystalline samples. Also, the robustness of the AFM CO phase was further decreased in thin lms with the lower oxygen treatment temperature of 500 C. The magneto-transport measurements made on the thin lms showed that the melting of AFM CO phase was connected to CMR effect where the increasing magnetic eld induced an insulator to metal phase transition, which reduces the resistivity of the lm around nine orders of magnitude. The use of illumination during the magneto-transport measurements showed a vari- ety of intriguing phenomena including magnetophotoresistance. The illumination had a huge effect to the insulator to metal transition (IMT) reducing the transition magnetic eld signicantly. Moreover, by magnetically biasing the thin lms with the constant external magnetic eld, the IMT could be induced by switching on the illumination.

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Bioturbation of mangrove sediments by Uca uruguayensis (Nobili, 1901) and U. rapax (Smith, 1870) was compared based on the grain-size composition and organic content in surface sediment around the burrow and feeding pellets in two mangrove zones of the Sao Vicente Estuary, state of So Paulo, Brazil. For each species, 25 burrows with active crabs were selected. All pellets within a 15-cm radius of each burrow were carefully collected; samples of substrate were taken; and the crab occupant was excavated, sexed, and measured for carapace width (CW). The number of spoon-tipped setae on the second maxilliped of each species was estimated; U. uruguayensis showed more of these setae than U. rapax. For both species, the sediment post-processed by feeding activity (feeding pellets) showed a similar increase of coarser fractions and a smaller organic content. However. U. uruguayensis was more efficient in removing organic matter (88.1%) from the sediment than U. rapax (37.5%). These results suggest that different numbers of spoon-tipped setae on the second maxillipeds of the fiddler crabs do not affect the potential for grain-size selection, but result in differing abilities to remove organic matter from the sediment.

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I materiali bioceramici, in base alla loro capacit dinterazione con losso e i tessuti del corpo umano, possono essere classificati in bioinerti e bioattivi. I materiali bioinerti, una volta impiantati, formano uno strato fibroso, non aderente, allinterfaccia con losso. Tale strato una forma naturale di protezione che lorganismo adotta per isolare il materiale che viene, inizialmente, percepito come estraneo. Al contrario, i materiali bioattivi, una volta impiantati, mostrano una risposta biologica immediata, creando un legame attivo con losso e i tessuti nel quale vengono impiantati, favorendo e velocizzando la guarigione. La zirconia un materiale ceramico altamente biocompatibile, definito come bioinerte per la sua scarsa capacit dintegrazione con losso ed i tessuti dellorganismo umano. Questa sua particolarit pu, nel lungo termine, comprometterne la funzione fino ad arrivare, in alcuni casi, al totale malfunzionamento dellimpianto. Negli ultimi anni, diversi studi sono stati condotti con lo scopo di aumentare la capacit di biointegrazione della zirconia ed alcuni brevetti sono stati depositati. Lobiettivo del presente lavoro quello di condurre unanalisi bibliografica ed una ricerca brevettuale sul tema dei coating bioattivi su zirconia per impianti dentali ed ortopedici. La necessit di condurre questo studio deriva dalla crescente richiesta di utilizzo della zirconia, in particolare, nel settore dentale. La zirconia rappresenta, infatti, ad oggi, il migliore candidato per la sostituzione dei metalli negli impianti dentali. Le buone propriet meccaniche, leccellente biocompatibilit e laspetto estetico molto simile a quello dei denti naturali, rendono questo materiale particolarmente adatto a questo genere di applicazioni. La possibilit di rendere la sua superficie bioattiva rappresenta un importante miglioramento delle prestazioni in termini di biointegrazione, durabilit, sicurezza ed affidabilit.

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The goal of FOCUS, which stands for Frailty Management Optimization through EIPAHA Commitments and Utilization of Stakeholders Input, is to reduce the burden of frailty in Europe. The partners are working on advancing knowledge of frailty detection, assessment, and management, including biological, clinical, cognitive and psychosocial markers, in order to change the paradigm of frailty care from acute intervention to prevention. FOCUS partners are working on ways to integrate the best available evidence from frailty-related screening tools, epidemiological and interventional studies into the care of frail people and their quality of life. Frail citizens in Italy, Poland and the UK and their caregivers are being called to express their views and their experiences with treatments and interventions aimed at improving quality of life. The FOCUS Consortium is developing pathways to leverage the knowledge available and to put it in the service of frail citizens. In order to reach out to the broadest audience possible, the FOCUS Platform for Knowledge Exchange and the platform for Scaling Up are being developed with the collaboration of stakeholders. The FOCUS project is a development of the work being done by the European Innovation Partnership on Active and Healthy Ageing (EIPAHA), which aims to increase the average healthy lifespan in Europe by 2020 while fostering sustainability of health/social care systems and innovation in Europe. The knowledge and tools developed by the FOCUS project, with input from stakeholders, will be deployed to all EIPAHA participants dealing with frail older citizens to support activities and optimize performance.

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La ricerca si pone lobiettivo di analizzare strumenti e metodi per lapplicazione dellH-BIM comprendendone le criticit e fornendo soluzioni utili in questo campo. Al contempo la finalit non circoscrivibile alla semplice produzione di modelli 3D semanticamente strutturati e parametrici a partire da una nuvola di punti ottenuta con un rilievo digitale, ma si propone di definire i criteri e le metodiche di applicazione delle H-BIM allinterno dellintero processo. Limpostazione metodologica scelta prevede un processo che parte dalla conoscenza dello stato dellarte in tema di H-BIM con lo studio dellattuale normativa in materia e i casi studio di maggior rilevanza. Si condotta una revisione critica completa della letteratura in merito alla tecnologia BIM e H-BIM, analizzando esperienze di utilizzo della tecnologia BIM nel settore edile globale. Inoltre, al fine di promuovere soluzioni intelligenti allinterno del Facility Management stato necessario analizzare le criticit presenti nelle procedure, rivedere i processi e i metodi per raccogliere e gestire i dati, nonch individuare le procedure adeguate per garantire il successo dellimplementazione. Sono state evidenziate le potenzialit procedurali e operative legate alluso sistematico delle innovazioni digitali nellottica del Facility Management, oltre che allo studio degli strumenti di acquisizione ed elaborazione dei dati e di post-produzione. Si proceduto al testing su casi specifici per lanalisi della fase di Scan-to-BIM, differenziati per tipologia di utilizzo, data di costruzione, propriet e localizzazione. Il percorso seguito ha permesso di porre in luce il significato e le implicazioni dellutilizzo del BIM nellambito del Facility Management, sulla base di una differenziazione delle applicazioni del modello BIM al variare delle condizioni in essere. Infine, sono state definite le conclusioni e formulate raccomandazioni riguardo al futuro utilizzo della tecnologia H-BIM nel settore delle costruzioni. In particolare, definendo lemergente frontiera del Digital Twin, quale veicolo necessario nel futuro della Costruzione 4.0.

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Il mondo della produzione enologica fortemente interessato all'individuazione di possibili alternative all'anidride solforosa, antiossidante usato in enologia che presenta problematiche di carattere allergenico ed igenico-sanitario. Tuttavia, il problema del controllo dell'ossidazione dei vini privi di anidride solforosa una sfida tecnologica di grande complessit poich i meccanismi ossidativi dipendono da numerosi fattori, tra i quali, la disponibilit d'ossigeno, la presenza di molecole polifenoliche, di metalli (Fe e/o Cu) ed altri composti costituvi dei vini. In questo lavoro si voluto valutare l'effetto della combinazione tra l'approccio iperossidativo dei mosti e l'uso di chitosano, un polisaccaride di origine fungina, sull'evoluzione dei composti fenolici e fissi e dei paramentri ossidatividi vini ottenuti in assenza di SO. A tal fine, uve cv Sangiovese sono state ammostate secondo la tecnica della vinificazione in bianco e sottoposte a flottazione con aria in presenza di 80 g/HL di chitosano. Una tesi testimone stata approntata predisponendo una vinificazione convenzionale, anch'essa flottata, aggiunta di 60 mg/L di SO in cantina. In base ai dati ottenuti il KT ha mostrato un significativo effetto sul colore sia a seguito della flottazione che durante la stabilizzione e conservazione, attraverso due probabili meccanismi principali: 1. azione chelante sui metalli, che permette di proteggere il mosto durante la conservazione 2. effetto adsorbente del chitosano in grado di sequestrare i composti colorati bruni allontanandoli dalla massa. La flottazione tramite ossigeno e KT, ha permesso di influenzare considerevolmente il contenuto degli acidi organici. Attraverso le analisi condotte dei risultati ottenuti il chitosano dimostra di essere un potenziale valido sostituto all'anidride solforosa in enologia.

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Sustainable chemicals currently have a very limited market share due to current low production but biomass is expected to become one of the major renewable energy and fine chemicals sources in the coming years. Bearing in mind the compromise of all nations to climatic change remediation, the industries will need to use efficient catalysts and green processes to meet the requirements of emissions and efficiency. This project is expected to develop new catalysts to convert 1,6-hexanediol to adipic acid through a green approach based on the nano-catalysis and green chemistry concepts. Supported Au and Pd nanoparticles were used to study one-pot reaction of HDO oxidation to AA using O2 as a final oxidant and H2O as a solvent. Catalytic results showed that under low pressure O2 atmosphere and low temperature (< 120C) AuNPs supported on basic-supports are more active than acid and amphoteric oxides. The effect of basic oxide (MgO) addition to MgF2 was studied. The study showed that doping of MgF2 with MgO increased significantly the activity of the catalyst. The best results were obtained with the Au/0.4MgF2-0.6MgO sample, which gave the selectivity to AA of 33% at HDO conversion of 62%.

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Il metil metacrilato (MMA) un importante intermedio chimico principalmente utilizzato come monomero per la sintesi del poli metil metacrilato (PMMA). Il processo pi moderno e sostenibile per la sintesi di MMA il processo Alpha, che consiste nell'idrossi-metilazione del metil propionato (MP) con formaldeide (FAL) seguita dalla disidratazione dellintermedio ottenuto. Il MP, attualmente prodotto tramite carbonilazione delletilene in presenza di metanolo (MeOH), pu essere sintetizzato anche da glicerolo (coprodotto dalla produzione del biodiesel), uneconomica molecola piattaforma di origine rinnovabile. Il principale svantaggio del processo Alpha consiste nellutilizzo di FAL pura, notoriamente cancerogena. Questo inconveniente pu essere superato promuovendo la formazione di FAL mediante deidrogenazione in-situ del MeOH, nello stesso reattore in cui avviene la reazione tra MP e FAL. Per questo motivo, la sintesi di MMA a partire da MP e MeOH stata studiata in un reattore in continuo operante in fase vapore, investigando inizialmente due ossidi metallici come catalizzatori eterogenei: ossido di magnesio (MgO) e ossido di gallio (Ga2O3). Questultimo risultato molto pi selettivo grazie alla moderata basicit ed al forte potere redox in grado di favorire la deidrogenazione del MeOH, tuttavia ha mostrato problemi di disattivazione. Nel tentativo di modulare le caratteristiche acido-base e redox dei catalizzatori, sono stati sintetizzati due ossidi misti con rapporto atomico Mg/Ga uguale a 10 e 20. Lintroduzione di Ga3+ nella struttura aumenta lattivit catalitica per la deidrogenazione di MeOH e riduce la basicit totale rendendo il catalizzatore meno attivo per le reazioni parassite di chetonizzazione e riduzione tramite meccanismo di H-transfer. Linfluenza dei principali parametri operativi (T, rapporto MeOH/MP, time factor) sul decorso della reazione stato investigato approfonditamente ed stato possibile proporre un complesso schema di reazione.

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Durante il mio periodo di tirocinio mi sono occupato della sintesi e caratterizzazione di cluster carbonilici eterometallici, ed in particolare di cluster Ag-Cu-Fe, Au-Cu-Fe, e Ni-Pd. In un primo momento il lavoro si concentrato sullo studio della reazione tra cluster Cu-Fe e sali di Ag e Au, con lo scopo di ottenere specie Ag-Cu-Fe, e Au-Cu-Fe. Nella seconda parte lattivit stata incentrata sulla sintesi di cluster Ni-Pd ad elevata nuclearit, attraverso reazioni tra [Ni6(CO)12]2- e composti di Pd(II). In entrambi i casi le sintesi sono state condotte variando i rapporti stechiometrici dei reagenti e i solventi, permettendo lottenimento di specie, caratterizzate spettroscopicamente mediante tecnica IR. In alcuni casi stato anche possibile ottenere cristalli caratterizzati strutturalmente tramite diffrattometria a raggi X. Le reazioni di [Cu3Fe3(CO)12]3- con quantit crescenti di M=Ag, Au danno luogo alla formazione in sequenza di [Cu5Fe4(CO)16]3-, [MxCu5-xFe4(CO)16]3- (x = 0-5), [M5Fe4(CO)16]3-, [M6Fe4(CO)16]2-. Successivamente, nel caso in cui M= Ag, un ulteriore aggiunta di sali di M+ porta alla formazione di [Ag13Fe8(CO)32]3-, mentre se M= Au si formano i cosiddetti bruni doro e alla fine, [AuFe4(CO)16]-. Le specie [MxCu5-xFe4(CO)16]3- risultano particolarmente interessanti dato che possono essere viste come leghe molecolari M/Cu, che mostrano disordine sia sostituzionale che composizionale. Per quanto riguarda i cluster Ni-Pd sono state ottenute tre nuove specie carboniliche ad elevata nuclearit, ovvero [Ni37-xPd7+x(CO)48]6- (x= 0,69), [HNi37-xPd7+x(CO)48]5- (x= 0,53) and [Ni22-xPd20+x(CO)48]6- (x = 0.63). In tutte queste strutture il Pd tende ad occupare posizioni che minimizzano le interazioni Pd-CO massimizzando le interazioni M-M, mentre lopposto risulta per il Ni. Ci si traduce in una parziale segregazione dei due metalli, anche se alcuni fenomeni di disordine (sostituzionale e composizionale) sono presenti in tali strutture.

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Vi un crescente interesse verso lo studio di materiali compositi nanostrutturati. Tra questi risultano di particolare interesse le membrane polimeriche composite. Questi materiali presentano propriet uniche, sono gi largamente utilizzate in ambito bio-medicale, industriale e in molti processi di separazione di effluenti liquidi e gassosi. Unaltra applicazione di grande interesse lutilizzo di queste membrane come catalizzatori, in particolare per lo sviluppo di sistemi in flusso. Le membrane polimeriche composite per scopi catalitici vengono prodotte inserendo una fase attiva inorganica nella matrice polimerica; una delle tecniche di produzione lelettrofilatura. Questa tecnica permette di ottenere fibre polimeriche di diametro sub-micrometrico, sfruttando lazione di un intenso campo elettrico. In questo lavoro stata studiata la preparazione di membrane catalitiche aventi come matrice polimerica il Nylon 6,6 e il polietileneossido (PEO), contenenti come fase attiva Au e Pd. La produzione di queste membrane viene studiata per una possibile applicazione in sistemi in flusso per lossidazione selettiva del 5-idrossimetilfurfurale (5-HMF) ad acido 2,5 furan-dicarbossilico (FDCA). Questa reazione molto importante, in quanto consente di ottenere monomeri plastici di origine vegetale, come pu essere lFDCA.

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Visto lattuale fabbisogno di fosforo, fondamentale, in unottica di sostenibilit ambientale, mettere a punto un trattamento che consenta di ottenere un efficiente recupero del fosforo. Il seguente lavoro di tesi si pone come obbiettivo quello di caratterizzare la prestazione di un adsorbente utilizzato in un impianto pilota presso luniversit di Cranfield per il recupero del fosforo da acque reflue municipali dopo 2 anni di utilizzo, corrispondenti a 66 cicli di adsorbimento/desorbimento. In particolare sono state confrontate le prestazioni ottenibili dalla resina usata rigenerata con la procedura standard (mediante NaOH 2%) e con una procedura di ricondizionamento mediante un trattamento pi forte (mediante NaOH 2% + NaCl 5%) con quelle della resina vergine. Le due tipologie di soluzione rigenerante serviranno a valutare il contributo alladsorbimento totale delle nanoparticelle di HFO e dei gruppi funzionali presenti sulla resina. I test sono stati condotti sia in soluzioni sintetiche di fosfato (acqua demineralizzata a cui viene aggiunto un determinato quantitativo di sali di fosfato), sia in soluzioni reali (wastewaters, fornite dalla multiutility HERA). Lo studio stato condotto mediante isoterme di adsorbimento e test in continuo (curve di breakthrough). I risultati ottenuti confermano che la resina, dopo due anni, mantiene ottime prestazioni, molto simili alla vergine. Il materiale ha mostrato una ottima resistenza meccanica, durabilit e facilit di rigenerazione, dimostrandosi un eccellente adsorbente per gli ortofosfati anche alle basse concentrazioni tipiche degli effluenti secondari di scarto. I test in continuo hanno inoltre mostrato come, alle tipiche concentrazioni delle acque reflue, la rigenerazione dei gruppi funzionali della resina mediante sodio cloruro non porti ad un significativo miglioramento delle propriet adsorbenti. Dai dati ottenuti si pu affermare con certezza che il ciclo vitale della resina risulta essere ben oltre i 2 anni.

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Il Lavoro di Tesi stato condotto a Modigliana, comprensorio viticolo di frontiera ai confini tra Romagna e Toscana caratterizzato da elevata biodiversit, suddiviso in tre vallate (Ibola, Acerreta e Tramazzo). Sono stati presi in esame tre vigneti di Sangiovese uno per ogni valle, considerando anche specie arboree e arbustive presenti nelle aree contigue. Il Sangiovese, interagendo con i vari elementi del Terroir si adattato a diversi ambienti donando uve con qualit diverse. Le uve dei tre vigneti erano contraddistinte da una minore concentrazione di monoterpeni e C13-norisoprenoidi ed un pi alto livello di acidi grassi ed esteri rispetto ai dati riportati in altre ricerche. Nella classe degli alcoli alifatici, l1-esanolo e il 2-esen-1-olo, rappresentano i composti preponderanti nelle uve dei vigneti delle valli di Modigliana. In particolare, nelle uve del vigneto della valle Ibola, essi superano nettamente le concentrazioni riportate in altri studi. L1-esanolo e il 2-esen-1-olo sono responsabili degli aromi erbacei nelle uve e nel vino. Questa caratteristica delle uve trova corrispondenza con la descrizione dei vini di Sangiovese di Modigliana, caratterizzato da note verdi, definite nobili poich evolvono nel tempo regalando complessit. I rilievi sulla microflora delle uve hanno evidenziato la presenza di diverse specie di lieviti non-Saccharomyces, che ricoprono importanti ruoli in vinificazione. Dal vigneto della valle Tramazzo sono stati isolati ceppi H. uvarum, I. occidentalis, M. pulcherrima e Pichia spp. Dal vigneto della valle Ibola sono stati isolati ceppi appartenenti solo alla specie Hanseniaspora uvarum. Dal vigneto della valle Acerreta sono stati identificati ceppi di H. uvarum, I. occidentalis, I. terricola, Pichia spp. e Aureobasidium spp. Nel proseguo dello studio sar importante valutare la ripetibilit dei risultati nel tempo, monitorando anche le cinetiche di fermentazione, includendo la caratterizzazione e levoluzione dei vini.