1000 resultados para Ricostruzione di immagine, imaging a microonde.


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Water deficit is the most limiting factor for yield and fruit-quality parameters in papaya crop (Carica papaya L.), deficit-irrigation (DI) strategies offering a feasible alternative to manage limiting water resources. When DI is applied, it is crucial to assess the physiological status of the crop in order to maintain the plant within a threshold value of water stress so as no to affect yield or fruit-quality parameters. The aim of this work was to evaluate the feasibility of thermal imaging in young papaya plants to assess the physiological status of this crop when it is subjected to different DI regimes, studying the relationships between the changes in leaf temperature (Tleaf) and in the major physiological parameters (i.e., stomatal conductance to water vapor, gs; transpiration, E; and net photosynthesis, An). The trial was conducted in a greenhouse from March to April of 2012. Plants were grown in pots and subjected to four irrigation treatments: (1) a full irrigation treatment (control), maintained at field capacity; (2) a partial root-zone drying treatment, irrigated with 50% of the total water applied to control to only one side of roots, alternating the sides every 7 days; (3) a regulated deficit irrigation (50% of the control, applied to both sides of plant); (4) and a non-irrigated treatment, in which irrigation was withheld from both sides of the split root for 14 days, followed by full irrigation until the end of the study. Significant relationships were found between Tleaf and major physiological variables such as gs, E and An. Additionally, significant relationships were found between the difference of leaf-to-air temperature (ΔTleaf–air) and gas-exchange measurements, which were used to establish the optimum range of ΔTleaf–air as a preliminary step to the crop-water monitoring and irrigation scheduling in papaya, using thermal imaging as the main source of information. According to the results, we conclude that thermal imaging is a promising technique to monitor the physiological status of papaya during drought conditions.

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La comprensione del contesto funerario rappresenta per l’archeologo uno degli aspetti più complessi da interpretare della società antica a causa dell’interazione tra numerosi, diversi fattori culturali. È quindi fondamentale condurre un’attenta e accurata analisi che tenga conto di tutti gli aspetti inerenti la sepoltura e il corredo. La riapertura nel 2011 degli scavi sul sito di Karkemish da parte della missione turco-italiana del Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, in collaborazione con le Università di Istanbul e Gaziantep, ha reso necessaria una rilettura dei dati di scavo emersi durante le precedenti missioni organizzate dal British Museum, condotte tra il 1913 e il 1914 nella necropoli di Yunus, per metterli in correlazione anche con i dati inediti ottenuti nelle nuove campagne di scavo all’interno del sito di Karkemish e Yunus. Lo scopo finale di questo progetto consiste in una nuova analisi dei contesti funerari databili all’Età del Ferro volta a definire, ove possibile, lo sviluppo sia della necropoli, sia della cultura materiale con l'intenzione di apportare un significativo contributo alla ricostruzione e alla comprensione di una delle più importanti necropoli dell’Età del Ferro

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A partire dalla caduta di Costantinopoli (1453) il problema dell’espansionismo ottomano acquisì progressiva importanza negli equilibri politici europei, scandendo con momenti di tregua e ostilità i rapporti tra Ponente e Levante per i successivi due secoli. Le conseguenze di tali tensioni politiche si riversarono sulla ritrattistica dei principi europei, il cui nuovo ruolo di eroi antiturchi trovò espressione, coerentemente con la diffusa lettura del problema ottomano in un’ottica di comparatio temporum, nell’istituzione di parallelismi con figure d’eroi antecedenti, della storia o del mito. Tali immagini allegoriche principesche hanno costituito il soggetto del presente studio e sono state indagate attraverso tre focus su altrettanti contesti cronologici, compresi tra la presa turca della capitale dell’Impero bizantino e la riconquista cristiana di Tunisi (1535). La considerazione di questo arco temporale, meno indagato rispetto a cronologie successive, ha consentito di individuare e rendere ragione di alcune specificità iconografiche delle immagini allegoriche dei principi antiturchi: tra queste in primis è emerso un movimento oscillatorio tra il riuso di iconografie sacrali-cavalleresche, di matrice crociata, e l’impiego di un repertorio di modelli eroici antichi, elaborato ad hoc nel detto frangente storico-culturale, le cui origini sono state rintracciate negli scritti encomiastici ed esortativi degli umanisti italiani attivi nel secondo Quattrocento. I casi di studio presi in esame hanno inoltre conferito alla ricerca un carattere d’interesse anche in rapporto agli studi sulla ritrattistica d’identificazione, annoverando una serie di diverse forme di espressione visiva della comparazione eroica, delle quali il ritratto in veste eroica costituisce la manifestazione più compiuta. Sia sul frangente iconografico sia su quello tipologico, i risultati ottenuti della ricerca sono infine stati verificati, in sede di conclusioni, su un succinto corpus di opere esteso al tardo Cinquecento e al Seicento.

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Il danno da perdita di chance rappresenta la categoria giuridica di cui la giurisprudenza si serve per ampliare i confini della tutela risarcitoria, in diversi casi in cui, alla stregua dell’impostazione dogmatica tradizionale, non potrebbe dirsi configurabile un danno-conseguenza (né sotto forma di danno emergente, né sotto forma di lucro cessante). Lo studio, una volta delimitato il campo dell’indagine e dato conto delle opinioni dottrinali sulla ricostruzione della figura, ha preso le mosse dall’illustrazione degli orientamenti della giurisprudenza, la quale, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, è andata via via applicando l’istituto nei settori del diritto del lavoro, della responsabilità professionale (in particolare dell’avvocato), e del danno alla persona (nel quale ultimo si è messo in luce come il danno da perdita di chance possa rivestire funzione unicamente descrittiva di tipologie di pregiudizio riconducibili alle “tradizionali” voci di danno). Nel secondo capitolo si è analiticamente esaminata la fattispecie del danno da perdita di chance, alla luce delle categorie e dei principi generali della responsabilità civile, vagliando i margini di “armonizzabilità” dell’istituto rispetto alle classificazioni in termini di danno emergente/lucro cessante, danno presente/futuro, danno-evento/danno-conseguenza, nonché rispetto alle regole sulla causalità, al requisito dell’ingiustizia del danno, e alle tecniche di liquidazione del danno. Nell’ultimo capitolo, si è proceduto, poi, a “calare” l’istituto del danno da perdita di chance nel “sottosettore” della responsabilità sanitaria, sottoponendo a verifica la “tenuta teorica” della sua “variante” non patrimoniale al cospetto della recente novella legislativa rappresentata dalla l. n. 24/17, nonché degli orientamenti giurisprudenziali che, negli ultimi due anni, hanno interessato i temi dell’onere della prova del nesso causale e dello stesso danno da perdita di chance non patrimoniale. A conclusione dello studio, si sono svolte, infine, alcune considerazioni sulle criticità che precludono un’armonica “riconduzione a sistema” dell’istituto, consigliandone il definitivo abbandono.

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Le opere di Federigo Tozzi hanno conosciuto una fortuna critica sempre crescente, nel corso del Novecento, sebbene i testi delle stampe che ancora oggi leggiamo siano segnati dal destino sfortunato del loro autore: Tozzi, morendo a soli trentasette anni, non poté curare né approvare le edizioni di una parte cospicua dei propri scritti. Così, anche il te-sto che costituisce la vulgata di un romanzo caposaldo come Il podere è quello stabilito da Glauco Tozzi, figlio dell’autore, negli anni Sessanta per Vallecchi, a sua volta larga-mente fondato sulla princeps Treves curata dalla vedova dell’autore, Emma Palagi. La presente tesi di dottorato propone l’edizione critica del Podere di Tozzi, inseren-dosi nei lavori per le Edizioni Nazionali cui è destinata. La tesi pertanto è strutturata se-condo una scansione tipica dell’edizione di studio: una nota al testo, contenente le de-scrizioni e le analisi dei testimoni originali, la ricostruzione cronologica della genesi del romanzo e l’ipotesi di lavoro adottata. Dopo la dichiarazione delle norme per la costitu-zione di testo e apparato, segue il testo critico del romanzo, con apparato genetico a piè di pagina. La tesi si conclude con tre appendici, la prima contenente il testo parziale del-le ultime bozze di stampa del romanzo, corredate di apparato che ne descrive le diffe-renze rispetto al testo dattiloscritto e le correzioni d’autore qui aggiunte. Alla seconda appendice è invece destinato il breve testo di Luigia, che è quanto rimane testimoniato di un sequel del Podere. Nella terza appendice sono raccolte le riproduzioni fotografiche di alcune carte originali, utili durante la lettura della nota al testo.

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La tesi tratta la storia veterotestamentaria di Iefte (Jdg 10,6-12,7). Il lavoro è diviso in due parti: la prima concerne la formazione del testo biblico e propone una nuova analisi critico-testuale del passo attraverso il confronto tra TM, LXX, Vg e altre fonti. Questo raffronto esamina i rapporti tra il TM e il modello ebraico dei LXX e le differenze tra le diverse recensioni dei LXX; inoltre, lo studio del lessico e dei temi in esso presenti porta alla formulazione di una nuova ipotesi sul tempo della composizione e sulla contestualizzazione storica e letteraria dell'episodio all'interno del corpus biblico. La seconda parte si concentra sulla storia delle interpretazioni del passo nel mondo latino e greco dal I secolo d.C. all'inizio del V secolo, e ha portato alla costituzione di un dossier di brani, esaminati nel loro contesto, che commentano o citano l'episodio. L'attenzione al contesto ha permesso di risolvere alcuni problemi che finora hanno impedito la ricostruzione del percorso esegetico del brano (attribuzione di alcuni frammenti catenari, datazione del De virginitate di Ambrogio, ecc.) Questo nuovo approccio di ricerca combina un'analisi completa dell'episodio biblico con uno studio approfondito della sua esegesi. Rivela così, da un lato, le scelte effettuate durante la composizione di un testo scritturistico problematico, e, dall'altro, i diversi meccanismi utilizzati dagli esegeti per spiegare il significato di una storia in cui la bontà di Dio, che ha tollerato il sacrificio umano, è messa in discussione.

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The aim of this thesis is to explore the possible influence of the food matrix on food quality attributes. Using nuclear magnetic resonance techniques, the matrix-dependent properties of different foods were studied and some useful indices were defined to classify food products based on the matrix behaviour when responding to processing phenomena. Correlations were found between fish freshness indices, assessed by certain geometric parameters linked to the morphology of the animal, i.e. a macroscopic structure, and the degradation of the product structure. The same foodomics approach was also applied to explore the protective effect of modified atmospheres on the stability of fish fillets, which are typically susceptible to oxidation of the polyunsaturated fatty acids incorporated in the meat matrix. Here, freshness is assessed by evaluating the time-dependent change in the fish metabolome, providing an established freshness index, and its relationship to lipid oxidation. In vitro digestion studies, focusing on food products with different matrixes, alone and in combination with other meal components (e.g. seasoning), were conducted to investigate possible interactions between enzymes and food, modulated by matrix structure, which influence digestibility. The interaction between water and the gelatinous matrix of the food, consisting of a network of protein gels incorporating fat droplets, was also studied by means of nuclear magnetic relaxometry, in order to create a prediction tool for the correct classification of authentic and counterfeit food products protected by a quality label. This is one of the first applications of an NMR method focusing on the supramolecular structure of the matrix, rather than the chemical composition, to assess food authenticity. The effect of innovative processing technologies, such as PEF applied to fruit products, has been assessed by magnetic resonance imaging, exploiting information associated with the rehydration kinetics exerted by a modified food structure.

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Background e scopo: Tradizionalmente la cardiomiopatia amiloidotica (CA) è stata considerata una cardiomiopatia restrittiva, ma studi recenti hanno evidenziato il ruolo anche della disfuzione sistolica nella sua fisiopatologia. In questo contesto recente, raramente è stato indagato il profilo emodinamico invasivo. Lo scopo dello studio è stato quello di caratterizzare il profilo emodinamico, strutturale e funzionale della CA nelle tre principali eziologie (amiloidosi da catene leggere (AL), amiloidosi transtiretino-relata (ATTR) mutata (ATTRm) e ‘wild-type’ (ATTRwt)), valutare le differenze del profilo ecocardiografico ed emodinamico nelle fasi diverse di malattia ed esplorare il ruolo prognostico delle principali variabili cliniche e strumentali nella CA. Metodi e risultati: Abbiamo analizzato retrospettivamente i dati di 224 pazienti con CA (AL, n=93; ATTRm, n=66; ATTRwt, n=65). Rispetto all'ATTRwt, i pazienti con AL presentano un minor interessamento morfologico cardiaco, ma dati emodinamici paragonabili, caratterizzati da elevate pressioni di riempimento biventricolari e riduzione della gittata sistolica. L’ATTRm, nonostante il profilo ecocardiografico analogo all’ATTRwt, mostra un quadro emodinamico migliore. Gli indici di funzione diastolica e sistolica longitudinale del ventricolo sinistro (Vsn) sono alterati fin dagli stadi iniziali della malattia, mentre la frazione di eiezione (FEVsn) rimane preservata nella maggior parte dei pazienti, anche nelle fasi avanzate (FEVsn 50 [37-60]%; FEVsn <40% nel 28% dei pazienti NYHA III / IV). All'analisi multivariata, età, NYHA III/I, eziologia AL, frazione di contrazione miocardica (MCF), indice cardiaco (CI) e pressione atriale destra (RAP) sono indipendentemente associati a eventi clinici avversi. Conclusioni Questo studio conferma la complessa fisiopatologia della CA, in cui la disfunzione diastolica è accompagnata da una funzione sistolica longitudinale anormale sin dalle fasi iniziali della malattia. L'AL e l'ATTRwt, nonostante diversi gradi di alterazioni morfologiche, hanno un profilo emodinamico simile; l'ATTRm, invece, presenta un quadro emodinamico migliore. Tra i parametri strumentali, MCF, CI e RAP emergono come predittori significativi di eventi avversi.

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Quantitative imaging in oncology aims at developing imaging biomarkers for diagnosis and prediction of cancer aggressiveness and therapy response before any morphological change become visible. This Thesis exploits Computed Tomography perfusion (CTp) and multiparametric Magnetic Resonance Imaging (mpMRI) for investigating diverse cancer features on different organs. I developed a voxel-based image analysis methodology in CTp and extended its use to mpMRI, for performing precise and accurate analyses at single-voxel level. This is expected to improve reproducibility of measurements and cancer mechanisms’ comprehension and clinical interpretability. CTp has not entered the clinical routine yet, although its usefulness in the monitoring of cancer angiogenesis, due to different perfusion computing methods yielding unreproducible results. Instead, machine learning applications in mpMRI, useful to detect imaging features representative of cancer heterogeneity, are mostly limited to clinical research, because of results’ variability and difficult interpretability, which make clinicians not confident in clinical applications. In hepatic CTp, I investigated whether, and under what conditions, two widely adopted perfusion methods, Maximum Slope (MS) and Deconvolution (DV), could yield reproducible parameters. To this end, I developed signal processing methods to model the first pass kinetics and remove any numerical cause hampering the reproducibility. In mpMRI, I proposed a new approach to extract local first-order features, aiming at preserving spatial reference and making their interpretation easier. In CTp, I found out the cause of MS and DV non-reproducibility: MS and DV represent two different states of the system. Transport delays invalidate MS assumptions and, by correcting MS formulation, I have obtained the voxel-based equivalence of the two methods. In mpMRI, the developed predictive models allowed (i) detecting rectal cancers responding to neoadjuvant chemoradiation showing, at pre-therapy, sparse coarse subregions with altered density, and (ii) predicting clinically significant prostate cancers stemming from the disproportion between high- and low- diffusivity gland components.

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La percezione dello spazio urbano, nella sua complessità, risente inevitabilmente dello stratificarsi, nel tempo, di significati storici, ideologie, archetipi e utopie attraverso i quali la società, nei suoi diversi stadi di sviluppo, ha consolidato l'idea di centro abitato. Nel mondo contemporaneo, la città narrata si sovrappone sempre di più a quella reale, organizzando e sintetizzando i processi interpretativi dei circuiti urbani: al cityscape, il panorama fisico della città, si antepone il suo mindscape, il panorama dell'anima e delle culture urbane. In sintonia con tali prospettive, la presente ricerca si propone di analizzare i processi comunicativi e i paradigmi mediatici che attraversano e ridefiniscono le dinamiche urbane, prendendo in esame gli strumenti e i linguaggi che concorrono a disegnare e raccontare l'immagine di una città. In tale contesto, il progetto prende in considerazione come case study la singolare situazione del distretto universitario intorno a via Zamboni a Bologna: un'arteria di straordinaria bellezza e vitalità, cui tuttavia non corrisponde un'immagine pubblica altrettanto positiva. La tesi ha analizzato in particolare l’immagine pubblica e la percezione di via Zamboni e di piazza Verdi dai primi del Novecento a oggi, in relazione ai principali eventi che le hanno viste come scenari privilegiati. Prendendo in considerazione un arco di tempo di oltre un secolo, sono stati selezionati alcuni momenti topici, occasioni culturali o accadimenti con una forte connotazione simbolica: dalla Liberazione alle manifestazioni del ’77, dalle storiche ‘prime’ del Teatro Comunale agli allestimenti della Pinacoteca, dalle lezioni di professori universitari di chiara fama alle più recenti contestazioni studentesche. Il risultato è un racconto stratificato che attraversa segni e immagini per ricostruire l’iconografia del quartiere attraverso testi, fotografie, filmati, opere d’arte o prodotti multimediali.

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La tesi ricostruisce la genesi concettuale dell'ordoliberalismo a partire dalla crisi economica, politica e sociale della Repubblica di Weimar, indagando il rapporto della teoria ordoliberale con il laboratorio concettuale tedesco e con alcuni dei suoi autori più influenti (Schmitt, Schumpeter, Sombart, Sinzheimer, Schmoller, Savigny, Riehl). La ricostruzione dei concetti ordoliberali di economia, Stato e società consente di interpretare l'ordoliberalismo come uno degli ultimi eredi delle scienze sociali tedesche. La critica a queste ultime e la loro rifondazione disciplinare costituisce il principale sforzo teorico dell'ordoliberalismo, di cui qui si intende rendere conto.

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Dall’inizio del XXI secolo, un’importante rivoluzione tecnologica è in corso nel campo delle neuroscienze: l’idea di base è quella di attivare/inibire con la luce un neurone che normalmente non è in grado di rispondere a tale stimolo. Si tratta di un approccio che integra metodi ottici e genetici per controllare l’attività di cellule eccitabili e di circuiti neuronali. La combinazione di metodi ottici con strumenti fotosensibili geneticamente codificati (optogenetica) offre l’opportunità di modulare e monitorare rapidamente un gran numero di eventi neuronali e la capacità di ricreare i modelli fisiologici, spaziali e temporali dell’attività cerebrale. Le tecniche di stimolazione ottica possono rispondere ad alcune delle problematiche legate alla stimolazione elettrica, fornendo una stimolazione più selettiva, una maggiore risoluzione spaziale e una minore invasività del dispositivo, evitando gli artefatti elettrici che complicano le registrazioni dell’attività neuronale elettricamente indotta. Quest’innovazione ha motivato lo sviluppo di nuovi metodi ottici per la fotostimolazione neuronale, tra cui la fotostimolazione neuronale nell’infrarosso, le tecniche di scansione del fascio e di fotostimolazione parallela, ciascuna con i suoi vantaggi e limiti. Questa tesi illustra i principi di funzionamento delle tecniche di fotostimolazione ed il loro utilizzo in optogenetica, presentandone i vantaggi e gli inconvenienti. Infine, nell’elaborato è presa in considerazione la possibilità di combinare i metodi di fotostimolazione con approcci di imaging ottico funzionale innovativi per un’indagine più ampia, mirata e completa del circuito neuronale. Sebbene siano necessari ulteriori studi, le tecniche di fotostimolazione in optogenetica sono quindi molto promettenti per la comprensione dei disturbi neuronali, svelando la codifica neurale e facilitando nuovi interventi per la diagnosi e terapia di malattie neurologiche.

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Il presente lavoro di tesi mira a fornire una panoramica delle tecnologie utilizzate in sala di elettrofisiologia che hanno permesso una riduzione dell’utilizzo del fluoroscopio e quindi della radiazioni ionizzanti per l’individuazione dei cateteri utilizzati durante le procedure. Infatti, si è presentato lo strumento che ha rivoluzionato il mondo della elettrofisiologia quale il sistema di mappaggio elettroanatomico. Esso consente la ricostruzione paziente-specifica dell’anatomia atriale o ventricolare e l’identificazione spaziale e temporale degli elettrogrammi durante un particolare ritmo cardiaco. Infatti questo viene utilizzato dal bioingegnere nelle procedure come l’ablazione transcatetere della fibrillazione atriale per guidare il clinico. Sebbene tale aritmia sia molto diffusa, i suoi meccanismi di mantenimento sono ancora in fase di studio. In particolare, tale tesi presenta la teoria dei rotori che sostiene che la fibrillazione atriale abbia un meccanismo di mantenimento basato su pattern di attivazione spiraliformi. Dato che i rotori possono essere definiti come singolarità di fase che soddisfano un'opportuna persistenza temporale, si è utilizzato un sistema di analisi di dati elettroanatomici (già utilizzato in precedenti casi di studio) in ambiente Matlab per la generazione delle mappe di fase e l’individuazione delle singolarità di fase. In particolare, si è studiata l’attività elettrica di un paziente affetto da FA persistente e sottoposto ad ablazione transcatetere, in due segmenti di acquisizione. Per raggiungere tale obiettivo, è stato utilizzato il catetere HD GRID e il sistema Ensite Precision della Abbott. L’esistenza dei rotori è ancora fortemente dibattuta dalla comunità scientifica, alcuni sostengono che siano artefatti introdotti dal movimento degli elettrodi del catetere durante le procedure. L’eventuale identificazione di rotori con un catetere ad elevata risoluzione, come nel caso in questione, confuterebbe la precedente teoria.

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This thesis arose from an interest in luminescence heteroleptic bis(dipyrrinato) Zn (II) complexes and their application in cell imaging, due to their attractive and fascinating characteristics. Among imaging technologies, near-infrared fluorescence imaging has been dedicated immense attention owing to its low absorption and autofluorescence from surrounding organism and tissues in this specific spectral region, which minimize background interference and improve tissue depth penetration. An ideal near-infrared probe should be equipped with excellence chemical and photophysical properties. The target of this work is the synthesis of new heteroleptic bis(dipyrrinato) Zn (II) complexes having two main features: the emission in the near-infrared region and water-solubility. In order to purse these intentions, the low-energy emission was achieved by expansion of π-conjugation of simple dipyrrins using Knoevenagel condensation106 and tri(ethylene)glycol chain was introduced to increase the water solubility of the final complex. Photophysical and luminescent properties of the new complexes were investigated. Finally, with a view to a potential biological use of these new complexes in biological environments, their biocompatibility was tested using a cell viability assay: (3-(4,5-dimethylthiazol-2-yl)-2’-5’-diphenyltetrazolium bromide (MTT) assay.

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A relevant problem of polyolefins processing is the presence of volatile and semi-volatile compounds (VOCs and SVOCs) such as linear chains alkanes found out in final products. These VOCs can be detected by customers from the unpleasant smelt and can be an environmental issue, at the same time they can cause negative side effects during process. Since no previously standardized analytical techniques for polymeric matrix are available in bibliography, we have implemented different VOCs extraction methods and gaschromatographic analysis for quali-quantitative studies of such compounds. In literature different procedures can be found including microwave extraction (MAE) and thermo desorption (TDS) used with different purposes. TDS coupled with GC-MS are necessary for the identification of different compounds in the polymer matrix. Although the quantitative determination is complex, the results obtained from TDS/GC-MS show that by-products are mainly linear chains oligomers with even number of carbon in a C8-C22 range (for HDPE). In order to quantify these linear alkanes by-products, a more accurate GC-FID determination with internal standard has been run on MAE extracts. Regardless the type of extruder used, it is difficult to distinguish the effect of the various processes, which in any case entails having a lower-boiling substance content, lower than the corresponding virgin polymer. The two HDPEs studied can be distinguished on the basis of the quantity of analytes found, therefore the production process is mainly responsible for the amount of VOCs and SVOCs observed. The extruder technology used by Sacmi SC allows to obtain a significant reduction in VOCs compared to the conventional screw system. Thus, the result is significantly important as a lower quantity of volatile substances certainly leads to a lower migration of such materials, especially when used for food packaging.