873 resultados para Perceived general health


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INTRODUZIONE: L’integrazione mente-corpo applicata ad un ambito patologico predominante in questi tempi, come il cancro, è il nucleo di questa tesi. Il background teorico entro cui è inserita, è quello della Psiconeuroendocrinoimmunologia (Bottaccioli, 1995) e Psico-Oncologia. Sono state identificate, nella letteratura scientifica, le connessioni tra stati psicologici (mente) e condizioni fisiologiche (corpo). Le variabili emerse come potenzialmente protettive in pazienti che si trovano ad affrontare il cancro sono: il supporto sociale, l’immagine corporea, il coping e la Qualità della Vita, insieme all’indice fisiologico Heart Rate Variability (HRV; Shaffer & Venner, 2013). Il potenziale meccanismo della connessione tra queste variabili potrebbe essere spiegato dall’azione del Nervo Vago, come esposto nella Teoria Polivagale di Stephen Porges (2007; 2009). OBIETTIVI: Gli obiettivi principali di questo studio sono: 1. Valutare l’adattamento psicologico alla patologia in termini di supporto sociale percepito, immagine corporea, coping prevalente e qualità della vita in donne con cancro ovarico; 2. Valutare i valori di base HRV in queste donne; 3. Osservare se livelli più elevati di HRV sono associati ad un migliore adattamento psicologico alla patologia; 4. Osservare se una peggiore percezione dell’immagine corporea e l’utilizzo di strategie di coping disadattive sono associate ad una Qualità della Vita più scarsa. METODO: 38 donne affette da cancro ovarico, al momento della valutazione libere da patologia, sono state reclutate presso la clinica oncologica del reparto di Ginecologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Italia. Ad ogni partecipante è stato chiesto di compilare una batteria di test composta da: MSPSS, per la valutazione del supporto sociale percepito; DAS-59, per la valutazione dell’immagine corporea; MAC, per la valutazione delle strategie di coping prevalenti utilizzate verso il cancro; EORTC-QLQ30, per la valutazione della Qualità della Vita. Per ogni partecipante è stato registrato HRV di base utilizzando lo strumento emWave (HeartMath). RISULTATI PRINCIPALI: Rispondendo agli obiettivi 1 e 2, in queste donne si è rilevato una alto tasso di supporto sociale percepito, in particolare ricevuto dalla persona di riferimento. L’area rivelatasi più critica nel supporto sociale è quella degli amici. Per quanto riguarda l’immagine corporea, la porzione di campione dai 30 ai 61 anni, ha delle preoccupazioni globali legate all’immagine corporea paragonabili ai dati provenienti dalla popolazione generale con preoccupazioni riguardo l’aspetto corporeo. Invece, nella porzione di campione dai 61 anni in su, il pattern di disagio verso l’aspetto fisico sembra decisamente peggiorare. Inoltre, in questo campione, si è rilevato un disagio globale verso l’immagine corporea significativamente più alto rispetto ai valori normativi presenti in letteratura riferiti a donne con cancro al seno con o senza mastectomia (rispettivamente t(94)= -4.78; p<0.000001; t(110)= -6.81;p<0.000001). La strategia di coping più utilizzata da queste donne è lo spirito combattivo, seguito dal fatalismo. Questo campione riporta, inoltre, una Qualità della Vita complessivamente soddisfacente, con un buon livello di funzionamento sociale. L’area di funzionalità più critica risulta essere il funzionamento emotivo. Considerando i sintomi prevalenti, i più riferiti sono affaticamento, disturbi del sonno e dolore. Per definire, invece, il pattern HRV, sono stati confrontati i dati del campione con quelli presenti in letteratura, riguardanti donne con cancro ovarico. Il campione valutato in questo studio, ha un HRV SDNN (Me=28.2ms) significativamente più alto dell’altro gruppo. Tuttavia, confrontando il valore medio di questo campione con i dati normativi sulla popolazione sana (Me=50ms), i nostri valori risultano drasticamente più bassi. In ultimo, donne che hanno ricevuto diagnosi di cancro ovarico in età fertile, sembrano avere maggiore HRV, migliore funzionamento emotivo e minore sintomatologia rispetto alle donne che hanno ricevuto diagnosi non in età fertile. Focalizzando l’attenzione sulla ricerca di relazioni significative tra le variabili in esame (obiettivo 3 e 4) sono state trovate numerose correlazioni significative tra: l’età e HRV, supporto percepito , Qualità della Vita; Qualità della Vita e immagine corporea, supporto sociale, strategie di coping; strategie di coping e immagine corporea, supporto sociale; immagine corporea e supporto sociale; HRV e supporto sociale, Qualità della Vita. Per verificare la possibile connessione causale tra le variabili considerate, sono state applicate regressioni lineari semplici e multiple per verificare la bontà del modello teorico. Si è rilevato che HRV è significativamente positivamente influenzata dal supporto percepito dalla figura di riferimento, dal funzionamento di ruolo, dall’immagine corporea totale. Invece risulta negativamente influenzata dal supporto percepito dagli amici e dall’uso di strategie di coping evitanti . La qualità della vita è positivamente influenzata da: l’immagine corporea globale e l’utilizzo del fatalismo come strategia di coping prevalente. Il funzionamento emotivo è influenzato dal supporto percepito dalla figura di riferimento e dal fatalismo. DISCUSSIONI E CONCLUSIONI: Il campione Italiano valutato, sembra essere a metà strada nell’adattamento dello stato psicologico e dell’equilibrio neurovegetativo al cancro. Sicuramente queste donne vivono una vita accettabile, in quanto sopravvissute al cancro, ma sembra anche che portino con sé preoccupazioni e difficoltà, in particolare legate all’accettazione della loro condizione di sopravvissute. Infatti, il migliore adattamento si riscontra nelle donne che hanno avuto peggiori condizioni in partenza: stadio del cancro avanzato, più giovani, con diagnosi ricevuta in età fertile. Pertanto, è possibile suggerire che queste condizioni critiche forzino queste donne ad affrontare apertamente il cancro e la loro situazione di sopravvissute al cancro, portandole ad “andare avanti” piuttosto che “tornare indietro”. Facendo riferimento alle connessioni tra variabili psicologiche e fisiologiche in queste donne, si è evidenziato che HRV è influenzata dalla presenza di figure significative ma, in particolare, è presumibile che sia influenzata da un’appropriata condivisione emotiva con queste figure. Si è anche evidenziato che poter continuare ad essere efficaci nel proprio contesto personale si riflette in un maggiore HRV, probabilmente in quanto permette di preservare il senso di sé, riducendo in questo modo lo stress derivante dall’esperienza cancro. Pertanto, HRV in queste donne risulta associato con un migliore adattamento psicologico. Inoltre, si è evidenziato che in queste donne la Qualità della Vita è profondamente influenzata dalla percezione dell’immagine corporea. Si tratta di un aspetto innovativo che è stato rilevato in questo campione e che, invece, nei precedenti studi non è stato indagato. In ultimo, la strategia di coping fatalismo sembra essere protettiva e sembra facilitare il processo di accettazione del cancro. Si spera sinceramente che le ricerche future possano superare i limiti del presente studio, come la scarsa numerosità e l’uso di strumenti di valutazione che, per alcuni aspetti come la scala Evitamento nel MAC, non centrano totalmente il target di indagine. Le traiettorie future di questo studio sono: aumentare il numero di osservazioni, reclutando donne in diversi centri specialistici in diverse zone d’Italia; utilizzare strumenti più specifici per valutare i costrutti in esame; valutare se un intervento di supporto centrato sul miglioramento di HRV (come HRV Biofeedback) può avere una ricaduta positiva sull’adattamento emotivo e la Qualità della Vita.

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Introdução: A preocupação e a incorporação da problemática da saúde mental infantil nas políticas públicas de saúde são recentes, assim como o desenvolvimento de ações voltadas a esse cuidado. Preconiza-se que essa atenção se proceda a partir de uma rede composta por serviços atuando de modo articulado a outros setores. Objetivo: Analisar os processos e as condições de produção de cuidados em saúde mental de criança na perspectiva do modo psicossocial na Rede de Atenção Psicossocial. Método: Pesquisa qualitativa, com referencial teórico-metodológico oriundo da Análise Institucional, desenvolvida por meio de Observação Participante em (1) espaços de articulação entre serviços de saúde, (2) Unidade Básica de Saúde e (3) Centro de Atenção Psicossocial Infantojuvenil (CAPSi) no município de Mauá, São Paulo. A Observação Participante permitiu reconhecer os procedimentos de cuidados no cotidiano dos serviços. Para aprofundamento da investigação, foram realizados Grupos Focais com profissionais da Estratégia de Saúde da Família e do CAPSi, com familiares de crianças que frequentam o CAPSi e com crianças usuárias do serviço. Os dados foram analisados e interpretados a partir de conceitos advindos da psicanálise winnicottiana, do modo de atenção psicossocial e da análise institucional. Resultados e Discussão: O interesse, o investimento político e o direcionamento das ações e da organização dos serviços, coerentes com a lógica de atenção psicossocial, têm propiciado um terreno fértil para a construção de práticas transformadoras de cuidado em saúde mental. A incorporação desse cuidado na Atenção Básica, ainda que apresente desafios e tensões entre o modelo instituído (departamentalizado em especialidades) e instituinte (saúde mental integrante da saúde geral), levou a mudanças nas ações e concepções dos profissionais. Contudo, o desenvolvimento de ações intersetoriais e a construção de uma rede ampliada de atenção têm sido limitados pela escassez de serviços e profissionais da rede e por diferentes concepções que atravessam o campo. Os participantes da pesquisa expressam visão conflitante em relação à concepção acerca de problemas de saúde mental e das expectativas quanto ao cuidado, sendo observada forte presença de uma cultura psiquiátrica, que se acentua nas falas dos familiares e na articulação com outros serviços, e uma inclinação a favor da atenção psicossocial, mais presente nas expressões dos profissionais. Nos serviços de saúde, há movimentos instituintes que enfatizam a integralidade da atenção, a interdisciplinaridade do cuidado, a multideterminação do processo saúde-doença, alinhados ao modo de atenção psicossocial. O acolhimento, o vínculo, a escuta e a confiança, importantes elementos do cuidado estão presente nas ações dos serviços. As intervenções terapêuticas têm sido desenvolvidas a partir da singularidade dos casos por meio de Projetos Terapêuticos Individuais, embora sejam consideradas aquém das necessidades das crianças, limitações advindas da escassez de profissionais e serviços da rede. Considerações Finais: Embora os serviços de saúde atuem na direção do cuidado alicerçado no modo psicossocial, eles têm atuado de forma pouco articulada com outros setores. A hegemonia da cultura psiquiátrica é um desafio a ser enfrentado. São urgentes ações que possam promover mudanças nessa cultura predominante e no imaginário social no que toca aos problemas de saúde mental e aceitação das diferenças.

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Para avaliar os benefícios da comunicação rápida ao clínico do diagnóstico de vírus respiratórios, foi analisado a viabilidade econômica de 2 testes, com o tempo de entrega de resultado em 2 horas para teste rápido e 48 horas para Biologia Molecular. As amostras coletadas foram processadas utilizando técnicas convencionais e os testes disponíveis no mercado local. Foram escolhidos dois testes rápidos pelo método de imunocromatografia para quatro parâmetros analíticos: Influenza A, Influenza H1N1, Influenza B e Vírus Sincicial Respiratório (RSV) e em Biologia Molecular um teste de RT-PCR multiplex com 25 patógenos entre vírus e bactérias. O tipo de amostra utilizada foi swab e lavado de nasofaringe. A população escolhida para o estudo foi paciente adulto, em tratamento de câncer, que necessita de uma resposta rápida já que a maioria se encontra com comprometimento do sistema imune por doença ou por tratamento. O estudo foi transversal, realizado entre os anos de 2012 e 2013, para avaliar a viabilidade econômica da introdução de testes de diagnóstico da infecção respiratória aguda de etiologia viral a partir de amostras de nasofaringe em pacientes com câncer atendidos no Centro de Atendimento de Oncologia Intercorrência (CAIO ), do Instituto do Câncer do Estado de São Paulo (ICESP), hospital público que atende exclusivamente Sistema Único de Saúde (SUS) e Hospital A.C. Camargo, que atende tanto a pacientes do SUS como da rede privada. O estudo incluiu 152 pacientes em tratamento para qualquer tipo de câncer, predominantemente do sexo feminino (81 mulheres e 70 homens) com idades entre 18-86 anos. Para participar do estudo o paciente era consultado e o critério para escolha do paciente foi ser portador de câncer, com história de febre (ainda que referida) acompanhada de tosse ou dor de garganta, tosse e sintomas respiratórios agudos, atendidos por protocolo padronizado que inclui avaliação na admissão, seguimento e manejo antimicrobiano. Para a avaliação econômica os pacientes foram classificados de acordo com o estado geral de saúde, se apresentavam bom estado de estado de saúde poderiam receber alta e faziam uso da medicação em casa evitando 5 dias de internação se recebessem algum resultado para Influenza ou RSV, no entanto os pacientes que apresentavam outro vírus, resultado negativo ou o estado geral era ruim permaneciam internados por 7 dias em observação e cuidados com medicação adequada. Foram realizadas análises econômicas em dois âmbitos: o sistema de saúde publico e o privado considerando o fator diminuição de dias de internação. A analise de Custo-benefício foi eficiente no Sistema privado mas inadequada para o SUS assim como, qualquer outra medida monetária já que os valores de reembolso do SUS estão defasados do custo de qualquer internação. A análise de Custo-efetividade que olha para outros fatores além do monetário foi efetiva nos dois sistemas que enfrentam falta de leitos além da condição de saúde do paciente de evitar a ingestão desnecessária de antibióticos, evitar os gastos do acompanhante, perda de dias de trabalho e estudo. Não houve correspondência de resultados dos testes rápidos com o multiplex de Biologia Molecular

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Objective: To know the impact of the Dynesys system on the functional outcomes in patients with spinal degenerative diseases. Summary of background data: Dynesys system has been proposed as an alternative to vertebral fusion for several spinal degenerative diseases. The fact that it has been used in people with different diagnosis criteria using different tools to measure clinical outcomes makes very difficult unifying the results available nowadays. Methods: The data base of Medlars Online International Literature (MEDLINE) via PubMed©, EMBASE©, and the Cochrane Library Plus were reviewed in search of all the studies published until November 2012 in which an operation with Dynesys in patients with spinal degenerative diseases and an evaluation of the results by an analysis of functional outcomes had taken place. No limits were used to article type, date of publication or language. Results: A total of 134 articles were found, 26 of which fulfilled the inclusion criteria after being assessed by two reviewers. All of them were case series, except for a multicenter randomized clinical trial (RCT) and a prospective case-control study. The selected articles made a total of 1507 cases. The most frequent diagnosis were lumbar spinal canal stenosis (LSCS), degenerative disc disease (DDD), degenerative spondylolisthesis (DS) and lumbar degenerative scoliosis (LDS). In cases of lumbar spinal canal stenosis Dynesys was associated to surgical decompression. Several tools to measure the functional disability and general health status were found. Oswestry Disability Index (ODI), the ODI Korean version (K-Odi), Prolo, Sf-36, Sf-12, Roland-Morris disability questionnaire (RMDQ), and the pain Visual Analogue Scale (VAS) were the most used. They showed positive results in all cases series reviewed. In most studies the ODI decreased about 25% (e.g. from a score of 85% to 60%). Better results when dynamic fusion was combined with nerve root decompression were found. Functional outcomes and leg pain scores with Dynesys were statistically non-inferior to posterolateral spinal fusion using autogenous bone. When Dynesys and decompression was compared with posterior interbody lumbar fixation (PLIF) and decompression, differences in ODI and VAS were not statistically significant. Conclusions: In patients with spinal degenerative diseases due to degenerative disc disorders, spinal canal stenosis and degenerative spondylolisthesis, surgery with Dynesys and decompression improves functional outcomes, decreases disability, and reduces back and leg pain. More studies are needed to conclude that dynamic stabilization is better than posterolateral and posterior interbody lumbar fusion. Studies comparing Dynesys with decompression against decompression alone should be done in order to isolate the effect of the dynamic stabilization.

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The aim of this study was to investigate the effect of a soy diet on the excretion of Brachyspira hyodysenteriae in five farms with subclinically infected pigs. The effects on general health, faecal consistency and dry matter were analysed. In total, 200 pigs of different ages (group 1 <100 days of age (n=120) and group 2 ≥100 days (n=80)) were randomly assigned to the control (C) and the treatment (T) groups. Group C received the farm's standard diet. In group T half of the daily feed ration was replaced by pure soy on two consecutive days. Faecal scores were used to determine faecal consistency and a microwave method to assess faecal dry matter content (FDMC). In age group 1, soy feeding resulted in a statistically significant decrease of the FDMC of 2.5 per cent compared with group C and in age group 2 in a significant increase of 2.2 per cent compared with group C at day 2. Overall seven (T: 5, C: 2) out of 597 faecal samples tested positive for B hyodysenteriae by PCR. In conclusion, a high soy diet applied over two days influenced the faecal consistency and the FDMC in growers, finishers and sows under field conditions. Further investigations with more sensitive diagnostic methods are needed to prove a potential influence of a high soy diet on the detection rate of B hyodysenteriae in subclinically infected herds.

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"June 1995"--P. 2.

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Mode of access: Internet.

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"September 1991"--P. [4] of cover.

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"OM91-0518"--P. [4] of cover.

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While empirical research to date has generally supported positive effects of estrogen on verbal memory performance in women, the literature examining specific effects of Hormone Replacement Therapy (HRT) on cognitive functioning in mid-life women is more equivocal. The Rivermead Behavioural Memory Test-Extended Version (RBMT-E), a measure of everyday memory functioning in adults within an average range of cognitive functioning, was administered to a sample of 104 New Zealand women aged 40 to 60 years who had self-selected to either use or not use HRT (53 HRT users and 51 non-users). Self-report. measures of mood, stress, general health and menopausal symptoms were also administered. These variables, along with age and education level, were used in analyses of group differences on the everyday memory measures. Results showed significant differences between the groups for three sub-tests of the RBMT-E:'Story Immediate', 'Story Delayed', and 'Message Delayed'. Women who use HRT scored higher on these subtests than those who do not use HRT. After calculation of a total profile score (adjusting for age and IQ), HRT users score higher than HRT non-users on the RBMT-E overall measure of Everyday Memory. These pilot results suggest that HRT use in this sample-is related to enhanced verbal memory in everyday memory tasks and that the RBMT-E may be a useful tool for further work in this area of research.

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Psychological distress is a feature of chronic whiplash-associated disorders, but little is known of psychological changes from soon after injury to either recovery or symptom persistence. This study prospectively measured psychological distress (General Health Questionnaire 28 GHQ-28). fear of movement/re-injury (TAMPA Scale of Kinesphobia, TSK), acute post-traumatic stress (Impact of Events Scale, IES) and general health and well being (Short Form 36, SF-36) in 76 whiplash subjects within I month of injury and then 2, 3 and 6 months post-injury. Subjects were classified at 6 months post-injury using scores on the Neck Disability Index: recovered (< 8), mild pain and disability (10-28) or moderate/severe pain and disability (> 30). All whiplash groups demonstrated psychological distress (GHQ-28, SF-36) to some extent at 1 month post-injury. Scores of the recovered group and those with persistent mild symptoms returned to levels regarded as normal by 2 months post-injury, parallelling a decrease in reported pain and disability. Scores on both these tests remained above threshold levels in those with ongoing moderate/severe symptoms. The moderate/severe and mild groups showed elevated TSK scores at 1 month post-injury. TSK scores decreased by 2 months in the group with residual mild symptoms and by 6 months in those with persistent moderate/severe symptoms. Elevated IES scores, indicative of a moderate post-traumatic stress reaction, were unique to the group with moderate/severe symptoms. The results of this study demonstrated that all those experiencing whiplash injury display initial psychological distress that decreased in those whose symptoms subside. Whiplash participants who reported persistent moderate/severe symptoms at 6 months continue to be psychologically distressed and are also characterised by a moderate post-traumatic stress reaction. (C) 2003 International Association for the Study of Pain. Published by Elsevier B.V. All rights reserved.

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Objectives: To determine the 12-month prevalence of substance-use disorders and psychological morbidity in an Australian arrestee population. Design: Cross-sectional descriptive study. Participants and setting: 288 police arrestees at the Brisbane City Police Watch House in February and March 2001. Outcome measures: Prevalence of drug and alcohol disorders; psychological caseness according to the 28-item General Health Questionnaire; demographics and index offences. Results: 86% of the arrestees had at least one substance-use disorder; most had multiple disorders. More than 80% were substance dependent. The predominant substances used were amphetamines, marijuana, opioids and alcohol. 82% of the men and 94% of the women were suffering significant psychological distress. Conclusions: Development of services for detoxification and treatment of this population is a pressing need. The findings provide crucial information for the planning and implementation of drug courts and court diversion systems.

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Background Depression after myocardial infarction has been associated with increased cardiovascular mortality. This study assessed whether depressive symptoms were associated with adverse outcomes in people with a history of an acute coronary syndrome, and evaluated possible explanations for such an association. Methods and results Depressive symptoms were assessed using the General Health Questionnaire at least 5 months after hospital admission for acute myocardial infarction or unstable angina in 1130 participants of the Long-Term Intervention with Pravastatin in Ischaemic Disease (LIPID) Study, a multicentre, placebo-controlled, clinical trial of cholesterol-lowering treatment. Cardiovascular symptoms, self-rated general health, cardiovascular risk factors, employment status, social support and life events were also assessed at the baseline visit. Cardiovascular death (n=114), non-fatal myocardial infarction (n=108), non-fatal stroke (n=53) and unstable angina (n=274) were documented during a median follow-up period of 8.1 years. Individuals with depressive symptoms (General. Health Questionnaire score greater than or equal to5; 22% of participants) were more likely to report angina, dyspnoea, claudication, poorer general health, not being in paid employment, few social contacts and/or adverse life events (P

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Aims: This study aims to address medical and non-medical direct costs and health outcomes of bilateral and unilateral total knee replacement from the patients' perspective during the first year post-surgery. Methods: Osteoarthritis patients undergoing primary unilateral total knee or bilateral total knee replacement (TKR) surgery at three Sydney hospitals were eligible. Patients completed questionnaires pre-operatively to record expenses during the previous three months and health status immediately prior to surgery. Patients then maintained detailed prospective cost diaries and completed SF-36 and WOMAC Index each three months for the first post-operative year. Results: Pre-operatively, no significant differences in health status were found between patients undergoing unilateral TKR and bilateral TKR. Both unilateral and bilateral TKR patients showed improvements in pain, stiffness and function from pre-surgery to 12 months post-surgery. Patients who had bilateral TKR spent an average of 12.3 days in acute hospital and patients who had unilateral TKR 13.6 days. Totally uncemented prostheses were used in 6% of unilateral replacements and 48% of bilateral replacements. In hospital, patients who had bilateral TKR experienced significantly more complications, mainly thromboembolic, than patients who had unilateral TKR. Regression analysis showed that for every one point increase in the pre-operative SF-36 physical score (i.e. improving physical status) out-of-pocket costs decreased by 94%. Out-of-pocket costs for female patients were 3.3 times greater than for males. Conclusion: Patients undergoing bilateral TKR and unilateral TKR had a similar length of stay in hospital and similar out-of-pocket expenditures. Bilateral replacement patients reported better physical function and general health with fewer health care visits one year post procedure. Patients requiring bilateral TKR have some additional information to aid their decision making. While their risk of peri-operative complications is higher, they have an excellent chance of good health outcomes at 12 months and are not going to be doubly 'out-of-pocket' for the experience. (C) 2004 OsteoArthritis Research Society International. Published by Elsevier Ltd. All rights reserved.