437 resultados para Imprese italiane
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Urbino si trova nella circostanza di contenere in se stessa innumerevoli connotazioni della condizione urbana. Allo stesso tempo racchiude una storia antica immutata, caratterizzata dalle tracce immediatamente riconducibili ad ogni epoca, e partecipa alla storia contemporanea riportando segni chiari come quelli del passato. Altra peculiarità determinante è la completa immersione nella natura, un paesaggio che comprende il costruito e il naturale considerandoli come un tutt’uno. Se questo avviene nel centro storico non possiamo dire lo stesso delle espansioni che si sono succedute negli ultimi anni, esse hanno mostrato incrinature alle precedenti progettazioni, evidenziando una distinzione tra sviluppo naturale del costruito e artificiale. In ultimo si tratta di una vera e propria città universitaria che negli anni ha accolto un sempre più ampio bacino culturale, il che esercita sui giovani una forte attrattiva, non solo da lontane regioni italiane ma anche a livello internazionale. L’accento del nostro studio si concentra sul dare valore alla strada come un fatto urbano. La strada che è una presenza storica definita in maniera molto precisa dagli allineamenti degli assi principali di arrivo ad Urbino. Nel corso del secondo dopo guerra era diventata soltanto una via di carrabilità che andava a perdere il valore scenografico che aveva sempre avuto all’interno della città storica. Una strada distratta rispetto agli accadimenti importanti che si svolgevano lungo il suo asse. Abbiamo lavorato sul manufatto, rettificandolo, dandogli delle sponde, delle verticalità, degli affacci e delle diramazioni in modo da farlo diventare un vero e proprio fatto urbano. Un nastro imperante che attualmente è gestito adeguatamente però soltanto dal punto di vista funzionale e quindi dargli un valore formale, mettendo assieme gli elementi come una costellazione di un fatto principale che è il segno della strada stessa.
Patrimoni storici e fondi speciali nelle biblioteche d'ateneo. Valutazione e impatto dell'Università
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Quali benefici possono apportare alla società le biblioteche degli atenei che conservano patrimoni storici e fondi speciali? Per rispondere a questa domanda occorre indagare l’impatto delle loro attività, cioè il cambiamento che il contatto coi servizi della biblioteca determina in un individuo o in un gruppo, secondo la definizione della ISO 16439:2014. Scopo della ricerca è proporre una metodologia per valutare l’impatto delle iniziative di valorizzazione di tali patrimoni attuate dalle biblioteche degli atenei. Il campo d’indagine coincide con il contesto universitario pubblico italiano, osservato criticamente in una prospettiva internazionale grazie all’analisi di esperienze non italiane. Dopo un inquadramento storico della biblioteca di università e della sua apertura alla società, il lavoro si sofferma sull’interpretazione del concetto angloamericano di «special collections» ed esamina le più diffuse modalità di valorizzazione adottate dalle biblioteche di ateneo. Per disporre di un quadro sulla gestione dei patrimoni storici e dei fondi speciali nelle biblioteche degli atenei italiani, il lavoro ha previsto una ricerca sui sistemi bibliotecari degli atenei pubblici del nostro Paese. Le attività di valorizzazione svolte dalle biblioteche di ateneo possono contribuire allo sviluppo culturale del contesto in cui sono radicate, nell’ottica della Terza Missione dell’Università. Alle sollecitazioni della Terza Missione si aggiunge che i benefici della valorizzazione possono legarsi al concetto di «cultural welfare» e promuovere altresì il valore della biodiversità culturale, fattore concorrente alla realizzazione della società auspicata dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La tesi propone una metodologia per valutare la risposta delle biblioteche di ateneo che svolgono attività di valorizzazione dei patrimoni storici e dei fondi speciali rispetto alle cornici strategiche di Terza Missione e di Agenda 2030. A completamento della parte teorica, si presentano due casi studio posti a confronto, l’uno riferito alla Biblioteca Històrica della Universitat de València (Spagna) e l’altro alla Biblioteca Universitaria di Bologna.
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This dissertation contributes to the scholarly debate on temporary teams by exploring team interactions and boundaries.The fundamental challenge in temporary teams originates from temporary participation in the teams. First, as participants join the team for a short period of time, there is not enough time to build trust, share understanding, and have effective interactions. Consequently, team outputs and practices built on team interactions become vulnerable. Secondly, as team participants move on and off the teams, teams’ boundaries become blurred over time. It leads to uncertainty among team participants and leaders about who is/is not identified as a team member causing collective disagreement within the team. Focusing on the above mentioned challenges, we conducted this research in healthcare organisations since the use of temporary teams in healthcare and hospital setting is prevalent. In particular, we focused on orthopaedic teams that provide personalised treatments for patients using 3D printing technology. Qualitative and quantitative data were collected using interviews, observations, questionnaires and archival data at Rizzoli Orthopaedic Institute, Bologna, Italy. This study provides the following research outputs. The first is a conceptual study that explores temporary teams’ literature using bibliometric analysis and systematic literature review to highlight research gaps. The second paper qualitatively studies temporary relationships within the teams by collecting data using group interviews and observations. The results highlighted the role of short-term dyadic relationships as a ground to share and transfer knowledge at the team level. Moreover, hierarchical structure of the teams facilitates knowledge sharing by supporting dyadic relationships within and beyond the team meetings. The third paper investigates impact of blurred boundaries on temporary teams’ performance. Using quantitative data collected through questionnaires and archival data, we concluded that boundary blurring in terms of fluidity, overlap and dispersion differently impacts team performance at high and low levels of task complexity.
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La disciplina del pareggio di bilancio è in continua evoluzione, soprattutto a fronte delle nuove esigenze finanziarie per contrastare la pandemia. Questo elaborato, studiando la governance economica strutturata dopo la crisi dei debiti, le derivanti scelte italiane in materia di costituzionalizzazione del pareggio di bilancio e le conseguenze sulle autonomie locali, dimostra come il sistema di gestione delle finanze pubbliche a livello comunitario si stia completando, generando un rapporto normativo ciclico tra il livello europeo e quello locale. Ne è emersa una conflittualità tra le Regioni e lo Stato, che è analizzata al fine di comprendere la giustiziabilità costituzionale del pareggio di bilancio, osservando le esigenze di bilanciamento tra l’equilibrio finanziario e la tutela dei diritti sociali. La Corte Costituzionale ha recentemente conferito, in via giurisprudenziale, alla Corte dei Conti la potestà di svolgere un controllo diretto di costituzionalità del rispetto dell’equilibrio di bilancio degli enti nazionali e territoriali. Particolare attenzione viene data, poi, a seguito degli effetti della pandemia da Covid-19 sui bilanci degli Stati. A fronte della crisi pandemica, per la prima volta dall’approvazione del TSCG, la Commissione ha attivato la clausola di salvaguardia generale per sospendere il Patto di Stabilità (c.d. escape clause). Questa clausola ha permesso ai Paesi di ricorrere agli scostamenti di bilancio. Viene infine analizzato il piano “Next Generation EU”, che centralizza i prestiti verso gli Stati membri nel bilancio dell’Unione ed attinge dal mercato dei capitali le risorse necessarie per finanziare un totale di 750 miliardi, attraverso l’emissione di obbligazioni “Eu Bills”. Per la prima volta nella storia, l’Unione, nelle parole della Commissione, agisce sui mercati come se fosse uno Stato. La portata straordinaria del NGEU, con l’emissione di titoli europei, porta ad una sostanziale mutualizzazione dei debiti ed appare come un passo fondamentale verso il completamento dell’UEM e di un sistema federale.
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In the last few years, a remarkable technological revolution has been taking place around the world. Such a technological revolution is not just a means to the end of improving efficiency, but an important end of social order. In this work, I show that blockchain is one important example. I discuss that the success of a disintermediated transaction is conditioned on the level of trust in the rules-of-code. In what follows, the dissertation is organized in three studies. Study 1 is a theoretical paper where I present and discuss a model of how blockchain-like technologies can automate and algorithmically dictate the nurturing of trust. Based on study 1, study 2 is aimed to develop and validate a quantitative scale to measure each component of the proposed trust model. Lastly, study 3 is intended to investigate how telematic equipment can affect individual trusting behavior under condition of information asymmetry. The introduction of black box in the Italian automobile insurance market is the set of this study. Overall, the dissertation offers some major contributions for theory and practice about the dynamics underlying the development of trust in the rising era of blockchain transactions.
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L’obiettivo di questa analisi è di coniugare la ricostruzione dei processi di assoggettamento che producono i copioni entro cui prende forma la soggettività dei profughi siriani, con la ricostruzione delle problematizzazioni alla base dei sistemi di controllo e gestione della circolazione regolare. Secondo l’UNHCR, tra il 2012 e il 2016 quasi un milione e mezzo di profughi siriani si è stabilita in Libano nel tentativo di sottrarsi all’intensificarsi del conflitto tra il regime di Assad e il fronte variegato di milizie ribelli. Questa popolazione in esilio si è confrontata con le politiche di amministrazione e controllo della loro presenza dispiegate dall’assemblaggio tra istituzioni locali e internazionali: in particolare, i governi libanesi che si sono avvicendati dal 2013 hanno progressivamente implementato interventi di inclusione differenziale della popolazione di profughi, relegandone la maggioranza in uno stato di marginalità e precarietà esistenziale. Di conseguenza, per molti di loro provare ad accedere a forme di mobilità regolare si impone come uno dei pochi percorsi possibili per ottenere il riconoscimento di un livello minimo di esistenza legittima. L’analisi sviluppata in questo elaborato si basa su una ricerca etnografica condotta in Libano nella regione dell’Akkar tra il 2019 e il 2020, a cui è stata associato uno studio dell’infrastruttura tecnico-politica dei Corridoi Umanitari, un programma per la mobilità dei profughi avviato nel biennio 2016-2017, grazie alla collaborazione tra autorità italiane e una serie di associazioni religiose attive in Italia.
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Per comprende più a fondo il problema che le aziende affrontare per formare le persone in grado di gestire processi di innovazione, in particolare di Open Innovation (OI), è stato realizzato nel 2021 uno studio di caso multiplo di un percorso di educazione non formale all’OI realizzato dalla società consortile ART-ER e rivolto ai dottorandi degli atenei emiliano-romagnoli. Nella seconda fase di tale percorso formativo, per rispondere alle sfide di OI lanciate dalle aziende, sono stati costituiti 4 tavoli di lavoro. A ciascun tavolo di lavoro hanno preso parte 3/4 dottorandi, due referenti aziendali, un consulente e un operatore di ART-ER. Il campione complessivo era costituito da 14 dottorandi; 8 referenti aziendali di quattro aziende; 4 membri di una società di consulenza e 4 operatori della società consortile ART-ER. Il seguente interrogativo di ricerca ha guidato l’indagine: l’interazione tra i soggetti coinvolti in ciascun tavolo di lavoro – considerato un singolo caso - si configura come una Comunità di Pratica in grado di favorire lo sviluppo di apprendimenti individuali funzionali a gestire i processi di OI attivati nelle imprese? I dati sono stati raccolti attraverso una ricerca documentale a tavolino, focus group, interviste semistrutturate e un questionario semistrutturato online. L’analisi dei dati è stata effettuata mediante un’analisi qualitativa del contenuto in più fasi con l’ausilio del software MAXQDA. I risultati dimostrano che in tre casi su quattro, i tavoli di lavoro si sono configurati come una Comunità di Pratica. In questi tre tavoli inoltre è emerso lo sviluppo di alcune aree di competenza funzionali alla gestione dei processi di OI. Nella conclusione sono state presentate alcune proposte per la riprogettazione delle future edizioni del percorso formativo.
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Lo studio mira ad individuare i passaggi salienti dell’evoluzione dello sport inteso come strumento di salute e benessere preventivo, per rinvenire le manifestazioni di questo concetto, con l’obiettivo precipuo di fare emergere l’ossatura legislativa in evoluzione su cui impostare la transizione del sistema delle attività motorie. Partendo dallo studio del dato normativo e giurisprudenziale e con un’ampia analisi dottrinale sullo sfondo, lo studio descrive l’evoluzione legislativa sul tema poggiandosi su considerazioni e risultati di indagini sociologiche e farmacologiche. La creazione della Società Sport e Salute S.p.a. e di un Dipartimento per lo sport ha permesso un’azione diretta al sostegno delle organizzazioni sportive di base e mirata alla promozione di piani per l’implementazione dei corretti stili di vita. Il d.lgs. 38/2021 contiene una serie di norme volte alla valorizzazione dell’importanza anche territoriale degli enti sportivi, che possono favorire questi e i loro partners privati nell’affidamento degli impianti. La nuova figura professionale del chinesiologo rappresenta lo strumento centrale per il rilancio degli enti sportivi, in quanto capace di organizzare nuovi servizi paralleli allo sport e fondamentali in ottica educativa preventiva. L’accresciuta rilevanza del concetto di work-life balance spinge le imprese alla creazione di nuove politiche di welfare per i lavoratori attraverso investimenti per la riqualificazione dell’impiantistica, in modo da favorire gli enti che li gestiscono collaborando per offrire maggiori servizi anche al territorio. Il legislatore ha creato uno strato normativo volto a permettere un’azione diretta dello Stato nella promozione dello sport sociale e volto all’implementazione dei corretti stili di vita. È ora possibile teorizzare un modello di ente che offra una nuova tipologia di servizi da erogare all’interno di moderni impianti, riqualificati grazie al supporto di imprese che vedono le associazioni sportive come presidi per la salute dei lavoratori, favorendo il benessere collettivo oltre che la propria immagine.
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Gli investimenti alle infrastrutture di trasporto sono stati per lungo tempo considerati misure di politica generale di competenza esclusiva degli Stati membri, nonostante il generale divieto di misure di sostegno pubblico a favore delle imprese ai sensi dell’art. 107 TFUE. Le sentenze rese dalle corti eurounitarie in relazione agli aeroporti di Parigi e di Lipsia Halle hanno dato avvio ad un vero e proprio revirement giurisprudenziale, in considerazione delle trasformazioni economiche internazionali, rimettendo in discussione il concetto di impresa, nonché la ferma interpretazione secondo cui il finanziamento alle infrastrutture – in quanto beni pubblici intesi a soddisfare i bisogni di mobilità dei cittadini – sfuggirebbe all’applicazione della disciplina degli aiuti di Stato. Nonostante le esigenze di costante ammodernamento e sviluppo delle infrastrutture, il nuovo quadro regolatorio adottato dall’Unione europea a seguire ha condotto inevitabilmente gli Stati membri a dover sottoporre al vaglio preventivo della Commissione ogni nuovo investimento infrastrutturale. La presente trattazione, muovendo dall’analisi della disciplina degli aiuti di Stato di cui agli artt. 107 e ss. TFUE, analizza i principi di creazione giurisprudenziale e dottrinale che derivano dall’interpretazione delle fonti primarie, mettendo in evidenza le principali problematiche giuridiche sottese, anche in considerazione delle peculiarità delle infrastrutture in questione, dei modelli proprietari e di governance, delle competenze e dei poteri decisionali in merito a nuovi progetti di investimento. Infine, la trattazione si concentra sui grandi progetti infrastrutturali a livello europeo e internazionale che interessano le reti di trasporto, analizzando le nuove sfide, pur considerando la necessità di assicurare, anche rispetto ad essi, la salvaguardia del cd. level playing field e l’osservanza sostanziale delle norme sugli aiuti di Stato.
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Con questo lavoro si vuole contribuire al dibattito riapertosi con il ritorno dell’Educazione civica in tutte le scuole italiane, a seguito dell’entrata in vigore della Legge 92/2019, in particolare valorizzando il punto di vista degli insegnanti. La ricerca è impostata secondo il disegno quantitativo dell’indagine correlazionale su ampio campione, preparata da una fase esplorativa durante la quale si sono svolte interviste semistrutturate a dieci docenti. A partire dai risultati di tale esplorazione, si è prodotto un questionario che è stato testato e revisionato nell’a.s. 2020-2021. Successivamente si sono condotte due diverse rilevazioni nell’a.s. 2021-2022: la prima su un campione rappresentativo degli insegnanti di scuola secondaria dell’Emilia-Romagna (main study), e la seconda su un campione non rappresentativo su base nazionale (rilevazione di approfondimento). I risultati dell’indagine fanno emergere un’accoglienza parziale delle innovazioni introdotte con la “nuova” Educazione civica. Le maggiori difficoltà si osservano rispetto alla progettazione collegiale dell’insegnamento, che la normativa vorrebbe affidato in contitolarità a tutto il Consiglio di classe, ma rispetto al quale sembra realizzarsi principalmente una “spartizione” delle ore, a cui fanno fronte attività gestite separatamente dai singoli insegnanti. Approcci e pratiche coerenti con i modelli della didattica per competenze tardano ad affermarsi per questo insegnamento, nonostante si siano osservate prime evidenze favorevoli in tal senso. I risultati sollevano il bisogno di maggiore accompagnamento e supporto dei docenti nell’implementazione collegiale di un curricolo di Educazione civica intenzionalmente orientato allo sviluppo delle competenze di cittadinanza.
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La presente tesi si concentra sulla tendenza, riscontrata nel panorama editoriale italiano, al repêchage e ritraduzione di letteratura fantastica angloamericana femminile. Il corpus di case studies individuati a tale scopo è costituito da una selezione di testi delle autrici Daphne du Maurier, Shirley Jackson e Angela Carter. Di ogni autrice si sono analizzati il romanzo e il racconto con più pubblicazioni editoriali fra lingua inglese e italiana. Di questi testi si sono esaminate le ritraduzioni italiane, che vanno dal 1958 al 2017, con particolare attenzione alle ritraduzioni degli anni Novanta e Duemila pubblicate dagli editori di cultura. Lo studio prende avvio da un apparato teorico sul problema della ritraduzione e sulle teorie formulate in merito alla letteratura fantastica femminile, coadiuvato da una ricerca all’interno dei cataloghi delle case editrici di cultura che hanno pubblicato le ritraduzioni in esame, confrontati con quelli di tre case editrici di riferimento per quanto riguarda il settore fantastico-gotico. Una seconda parte della ricerca è inoltre dedicata agli studi sulla ricezione e sul paratesto, come ulteriore strumento d’analisi del processo di repêchage editoriale quando coadiuvato dalla pratica ritraduttiva. L’apparato teorico è supportato da una ricerca qualitativa in merito all’evoluzione paratestuale dei testi selezionati e della ricezione degli stessi nel loro contesto originario e d’arrivo. La terza e ultima sezione della ricerca è dedicata all’analisi letteraria dei testi in esame. In questo contesto ha infine un suo spazio lo studio traduttologico contrastivo di una casistica di esempi linguistici tratti dai testi. A partire dall’osservazione delle parabole editoriali delle tre autrici, la presente ricerca si propone dunque di fornire uno sguardo d’insieme sul recente fenomeno del repêchage letterario di opere fantastiche femminili nel panorama editoriale italiano, e di investigare il ruolo e la portata socioculturale che la ritraduzione occupa all’interno di questo processo.
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La ricerca, di carattere esplorativo, prende spunto dal dibattito internazionale, sviluppatosi sul finire dello scorso secolo, sulla necessità di innovare il sistema educativo, in ottica di lifelong-learning, e favorire l’acquisizione delle competenze richieste nel XXI secolo. Le diverse indicazioni sollecitano una scuola intesa come Civic-center in grado di riconoscere gli apprendimenti extra-scolastici, con spazi di apprendimento innovativi funzionali a didattiche learner-centred. A circa trent’anni dalla Dichiarazione di Salamanca riteniamo necessario interrogarsi se queste innovazioni garantiscano l’inclusione e il successo formativo di tutti. La ricerca si articola in quattro studi di caso relativi a due scuole secondarie di secondo grado innovative italiane e due finlandesi. Si propone di comprendere sulla base delle percezioni di studenti, insegnanti, dirigenti se tale modello di scuola favorisca anche l’inclusione e il benessere di tutti gli studenti. Dall’analisi dei risultati sembra che, secondo le percezioni di coloro che hanno partecipato alla ricerca, le scuole siano riuscite a far coesistere innovazione e inclusione. In particolare, l’utilizzo di spazi di apprendimento innovativi e didattiche learner-centred all’interno di una scuola aperta al territorio in grado di riconoscere le competenze extra-scolastiche, sembrano favorire effettivamente l’inclusione di tutti gli studenti. Nonostante gli aspetti innovativi, restano tuttavia presenti all’interno delle scuole analizzate ancora diverse criticità che non consentono una piena inclusione for all
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The present Ph.D. thesis proposes three studies on coworking spaces to understand how they foster thriving and organizing in the new world of work. The first study maps and analyzes the thematic structure and evolution of the academic debate that has emerged around coworking spaces in recent years. In doing so, it conducts a science mapping analysis of 351 publications on coworking spaces to detect and visualize key themes in the literature and their co-occurrence with subthemes. The second study proposes an interpretive review of 98 publications from multiple disciplines to shed light on how coworking spaces emerge as sites of organizing for professionals who are not formally connected to one another. It suggests five dimensions that articulate coworking spaces as sites of organizing – ‘materiality,’ ‘temporality,’ ‘affect,’ ‘identity,’ and ‘formalization.’ This study aims to go beyond the community-related understanding of coworking that has characterized most scholarly attention, instead focusing on coworking spaces’ organizational character. The third study investigates what drives thriving at work for remote workers in coworking spaces. In doing so, it acknowledges the potential complex set of interrelationships underpinning thriving at work and mobilizes complexity theory and qualitative comparative analysis to uncover six different, yet equifinal, configurations of antecedents driving remote workers’ thriving in coworking spaces.
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La Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (UNCRPD) riconosce il diritto di tutte le persone al lavoro “gli Stati Parti adottano misure adeguate a garantire alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione e ad altre attrezzature e servizi aperti o forniti al pubblico”(United Nation 2016 p.14). Nonostante i progressi (in ambito politico culturale) che si stanno compiendo in ambito internazionale in termini di pari opportunità e di inclusione, le persone in situazione di disabilità continuano a incontrare barriere che limitano la loro partecipazione attiva al mondo del lavoro. A partire da questo scenario, la ricerca si propone di indagare i bisogni (es. di accoglienza, di accesso al contesto fisico e digitale, di partecipazione nella vita dell’azienda ecc.) delle persone con disabilità e di sviluppare una applicazione digitale (web app), rivolta alle imprese, finalizzata a monitorare e a promuovere l'inclusione lavorativa. Ripercorrendo il modello di progettazione del design thinking e valorizzando un processo di ricerca basato su metodi misti (qualitativi e qualitativi) è stato ideato Job inclusion for all; un ambiente digitale fondato sull’adattamento di due strumenti di “metariflessione”: l’Index for inclusion job version e l’employment role mapping. Lo strumento digitale prototipato è stato testato e validato, durante l’ultimo anno di ricerca, da parte di una equipe multidisciplinare internazionale; tale processo ha consentito di raccogliere feedback (rispetto alla rilevanza e alla chiarezza degli item, rispetto ai punti di forza e di debolezza) che hanno consentito di migliorare e implementare la versione finale del prototipo di web app.
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Marketers continuously attempt to identify important attributes and innovate in order to understand how attribute performance could lead to customer satisfaction in the short term and in the long term. Understanding the impact of customer satisfaction may offer a competitive edge to companies. Researchers are discussing the importance of performance attributes in leading to satisfaction; however, there is no clear understanding of whether an attribute that leads to satisfaction at one time (e.g., short run) can cause it also in the long run, without excluding the possibility that it could lead to dissatisfaction and no satisfaction. The present research tries to understand anomalies related to asymmetric attribute performance and satisfaction over time with the help of Herzberg's (1967) Two-Factor Theory (TFT) and construal level theory (CLT). More precisely, there are main purposes of this dissertation. First, the present research tries to understand whether positive or negative hygiene attribute performance and motivator attribute factors exert different weights on overall customer satisfaction depending on the time elapsed from the service experience. Second, to test if positive or negative hygiene/motivator attribute performance affect to revisit intention and to word of mouth by considering mediating role of satisfaction. The results reveal that in the near past (NP) experience, the positive performance of hygiene concrete attributes creates a differential effect on overall satisfaction higher than the negative performance of hygiene concrete attributes. Results also confirmed mediating role of satisfaction in the relationship between attribute performance and revisit intention for near past condition but not for distant past. Likewise significant relationship was found for the mediating role of satisfaction in the relationship between attribute performance and word of mouth (WOM) for near past condition but not for distant past.