887 resultados para Trajectories of victimization


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Pós-graduação em Desenvolvimento Humano e Tecnologias - IBRC

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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)

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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)

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Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico (CNPq)

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Pós-graduação em Física - IFT

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Introduction - The Centro de Orientacao ao Adolescente of Campinas (Southeastern Brazil) maintains a program to qualify economically disadvantaged adolescent students aged 15 to 18 years to enter the labor market. Objective - To understand life projects of teenagers who became mothers while participating in the program, in the period from 2003 to 2008, aiming to find the place of professional life in their life trajectory before and after motherhood. Method - Eight young mothers were interviewed, and a qualitative methodology was applied to the analysis of the interviews. Results - The trajectories of study and work were discontinued or adapted due to motherhood. Four young mothers completed high school and none had entered university. Three did not return to work and the rest had diverse work experiences. The reported difficulties to enter the labor market were: inadequate instruments to support the children's care, low income, lack of work experience, presence of small children and little educational background. Final Considerations - Teenage motherhood did not indicate the exclusion of educational or work projects but indicated adjustments and the need for a family and social support network. It was noted the need for public policies targeted at the inclusion of youths in the labor market and at support services such as nurseries. Also, the need for a change in gender relations was demonstrated, with greater equality of rights as a precondition for the inclusion of women, especially those who are mothers, in the labor market.

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La ricerca si propone di definire le linee guida per la stesura di un Piano che si occupi di qualità della vita e di benessere. Il richiamo alla qualità e al benessere è positivamente innovativo, in quanto impone agli organi decisionali di sintonizzarsi con la soggettività attiva dei cittadini e, contemporaneamente, rende evidente la necessità di un approccio più ampio e trasversale al tema della città e di una più stretta relazione dei tecnici/esperti con i responsabili degli organismi politicoamministrativi. La ricerca vuole indagare i limiti dell’urbanistica moderna di fronte alla complessità di bisogni e di nuove necessità espresse dalle popolazioni urbane contemporanee. La domanda dei servizi è notevolmente cambiata rispetto a quella degli anni Sessanta, oltre che sul piano quantitativo anche e soprattutto sul piano qualitativo, a causa degli intervenuti cambiamenti sociali che hanno trasformato la città moderna non solo dal punto di vista strutturale ma anche dal punto di vista culturale: l’intermittenza della cittadinanza, per cui le città sono sempre più vissute e godute da cittadini del mondo (turisti e/o visitatori, temporaneamente presenti) e da cittadini diffusi (suburbani, provinciali, metropolitani); la radicale trasformazione della struttura familiare, per cui la famiglia-tipo costituita da una coppia con figli, solido riferimento per l’economia e la politica, è oggi minoritaria; l’irregolarità e flessibilità dei calendari, delle agende e dei ritmi di vita della popolazione attiva; la mobilità sociale, per cui gli individui hanno traiettorie di vita e pratiche quotidiane meno determinate dalle loro origini sociali di quanto avveniva nel passato; l’elevazione del livello di istruzione e quindi l’incremento della domanda di cultura; la crescita della popolazione anziana e la forte individualizzazione sociale hanno generato una domanda di città espressa dalla gente estremamente variegata ed eterogenea, frammentata e volatile, e per alcuni aspetti assolutamente nuova. Accanto a vecchie e consolidate richieste – la città efficiente, funzionale, produttiva, accessibile a tutti – sorgono nuove domande, ideali e bisogni che hanno come oggetto la bellezza, la varietà, la fruibilità, la sicurezza, la capacità di stupire e divertire, la sostenibilità, la ricerca di nuove identità, domande che esprimono il desiderio di vivere e di godere la città, di stare bene in città, domande che non possono essere più soddisfatte attraverso un’idea di welfare semplicemente basata sull’istruzione, la sanità, il sistema pensionistico e l’assistenza sociale. La città moderna ovvero l’idea moderna della città, organizzata solo sui concetti di ordine, regolarità, pulizia, uguaglianza e buon governo, è stata consegnata alla storia passata trasformandosi ora in qualcosa di assai diverso che facciamo fatica a rappresentare, a descrivere, a raccontare. La città contemporanea può essere rappresentata in molteplici modi, sia dal punto di vista urbanistico che dal punto di vista sociale: nella letteratura recente è evidente la difficoltà di definire e di racchiudere entro limiti certi l’oggetto “città” e la mancanza di un convincimento forte nell’interpretazione delle trasformazioni politiche, economiche e sociali che hanno investito la società e il mondo nel secolo scorso. La città contemporanea, al di là degli ambiti amministrativi, delle espansioni territoriali e degli assetti urbanistici, delle infrastrutture, della tecnologia, del funzionalismo e dei mercati globali, è anche luogo delle relazioni umane, rappresentazione dei rapporti tra gli individui e dello spazio urbano in cui queste relazioni si muovono. La città è sia concentrazione fisica di persone e di edifici, ma anche varietà di usi e di gruppi, densità di rapporti sociali; è il luogo in cui avvengono i processi di coesione o di esclusione sociale, luogo delle norme culturali che regolano i comportamenti, dell’identità che si esprime materialmente e simbolicamente nello spazio pubblico della vita cittadina. Per studiare la città contemporanea è necessario utilizzare un approccio nuovo, fatto di contaminazioni e saperi trasversali forniti da altre discipline, come la sociologia e le scienze umane, che pure contribuiscono a costruire l’immagine comunemente percepita della città e del territorio, del paesaggio e dell’ambiente. La rappresentazione del sociale urbano varia in base all’idea di cosa è, in un dato momento storico e in un dato contesto, una situazione di benessere delle persone. L’urbanistica moderna mirava al massimo benessere del singolo e della collettività e a modellarsi sulle “effettive necessità delle persone”: nei vecchi manuali di urbanistica compare come appendice al piano regolatore il “Piano dei servizi”, che comprende i servizi distribuiti sul territorio circostante, una sorta di “piano regolatore sociale”, per evitare quartieri separati per fasce di popolazione o per classi. Nella città contemporanea la globalizzazione, le nuove forme di marginalizzazione e di esclusione, l’avvento della cosiddetta “new economy”, la ridefinizione della base produttiva e del mercato del lavoro urbani sono espressione di una complessità sociale che può essere definita sulla base delle transazioni e gli scambi simbolici piuttosto che sui processi di industrializzazione e di modernizzazione verso cui era orientata la città storica, definita moderna. Tutto ciò costituisce quel complesso di questioni che attualmente viene definito “nuovo welfare”, in contrapposizione a quello essenzialmente basato sull’istruzione, sulla sanità, sul sistema pensionistico e sull’assistenza sociale. La ricerca ha quindi analizzato gli strumenti tradizionali della pianificazione e programmazione territoriale, nella loro dimensione operativa e istituzionale: la destinazione principale di tali strumenti consiste nella classificazione e nella sistemazione dei servizi e dei contenitori urbanistici. E’ chiaro, tuttavia, che per poter rispondere alla molteplice complessità di domande, bisogni e desideri espressi dalla società contemporanea le dotazioni effettive per “fare città” devono necessariamente superare i concetti di “standard” e di “zonizzazione”, che risultano essere troppo rigidi e quindi incapaci di adattarsi all’evoluzione di una domanda crescente di qualità e di servizi e allo stesso tempo inadeguati nella gestione del rapporto tra lo spazio domestico e lo spazio collettivo. In questo senso è rilevante il rapporto tra le tipologie abitative e la morfologia urbana e quindi anche l’ambiente intorno alla casa, che stabilisce il rapporto “dalla casa alla città”, perché è in questa dualità che si definisce il rapporto tra spazi privati e spazi pubblici e si contestualizzano i temi della strada, dei negozi, dei luoghi di incontro, degli accessi. Dopo la convergenza dalla scala urbana alla scala edilizia si passa quindi dalla scala edilizia a quella urbana, dal momento che il criterio del benessere attraversa le diverse scale dello spazio abitabile. Non solo, nei sistemi territoriali in cui si è raggiunto un benessere diffuso ed un alto livello di sviluppo economico è emersa la consapevolezza che il concetto stesso di benessere sia non più legato esclusivamente alla capacità di reddito collettiva e/o individuale: oggi la qualità della vita si misura in termini di qualità ambientale e sociale. Ecco dunque la necessità di uno strumento di conoscenza della città contemporanea, da allegare al Piano, in cui vengano definiti i criteri da osservare nella progettazione dello spazio urbano al fine di determinare la qualità e il benessere dell’ambiente costruito, inteso come benessere generalizzato, nel suo significato di “qualità dello star bene”. E’ evidente che per raggiungere tale livello di qualità e benessere è necessario provvedere al soddisfacimento da una parte degli aspetti macroscopici del funzionamento sociale e del tenore di vita attraverso gli indicatori di reddito, occupazione, povertà, criminalità, abitazione, istruzione, etc.; dall’altra dei bisogni primari, elementari e di base, e di quelli secondari, culturali e quindi mutevoli, trapassando dal welfare state allo star bene o well being personale, alla wellness in senso olistico, tutte espressioni di un desiderio di bellezza mentale e fisica e di un nuovo rapporto del corpo con l’ambiente, quindi manifestazione concreta di un’esigenza di ben-essere individuale e collettivo. Ed è questa esigenza, nuova e difficile, che crea la diffusa sensazione dell’inizio di una nuova stagione urbana, molto più di quanto facciano pensare le stesse modifiche fisiche della città.

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This work deals with some classes of linear second order partial differential operators with non-negative characteristic form and underlying non- Euclidean structures. These structures are determined by families of locally Lipschitz-continuous vector fields in RN, generating metric spaces of Carnot- Carath´eodory type. The Carnot-Carath´eodory metric related to a family {Xj}j=1,...,m is the control distance obtained by minimizing the time needed to go from two points along piecewise trajectories of vector fields. We are mainly interested in the causes in which a Sobolev-type inequality holds with respect to the X-gradient, and/or the X-control distance is Doubling with respect to the Lebesgue measure in RN. This study is divided into three parts (each corresponding to a chapter), and the subject of each one is a class of operators that includes the class of the subsequent one. In the first chapter, after recalling “X-ellipticity” and related concepts introduced by Kogoj and Lanconelli in [KL00], we show a Maximum Principle for linear second order differential operators for which we only assume a Sobolev-type inequality together with a lower terms summability. Adding some crucial hypotheses on measure and on vector fields (Doubling property and Poincar´e inequality), we will be able to obtain some Liouville-type results. This chapter is based on the paper [GL03] by Guti´errez and Lanconelli. In the second chapter we treat some ultraparabolic equations on Lie groups. In this case RN is the support of a Lie group, and moreover we require that vector fields satisfy left invariance. After recalling some results of Cinti [Cin07] about this class of operators and associated potential theory, we prove a scalar convexity for mean-value operators of L-subharmonic functions, where L is our differential operator. In the third chapter we prove a necessary and sufficient condition of regularity, for boundary points, for Dirichlet problem on an open subset of RN related to sub-Laplacian. On a Carnot group we give the essential background for this type of operator, and introduce the notion of “quasi-boundedness”. Then we show the strict relationship between this notion, the fundamental solution of the given operator, and the regularity of the boundary points.

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La ricerca in oggetto ha analizzato le relazioni tra migrazione e salute mentale nel Distretto di Pianura Est dell'AUSL di Bologna. Attraverso un dispositivo d’indagine multi-disciplinare basato sui quadri teorici dell'Antropologia Medica Critica, della Salute Pubblica e della Psichiatria, la ricerca si è inserita nell’ampio contesto di sperimentazione di un innovativo modello di assistenza per pazienti migranti, denominato Centro di Consultazione Socio- Culturale. L'architettura dello studio si rifà a un modello di Ricerca-Azione Partecipata e Multi-Situata fondato su un approccio analitico e auto-riflessivo, il quale ha consentito di problematizzare, oltre alle azioni e alle traiettorie dei vari soggetti che operano nel campo della ricerca, anche le categorie oggetto della ricerca stessa. L'analisi, profondamente radicata nel dato empirico, è stata condotta a partire dall'esperienza degli attori sociali coinvolti. Le esperienze, le informazioni e le rappresentazioni reciproche sono state co-costruite in forma partecipativa attraverso l'uso combinato di metodologie quali-quantitative proprie sia delle discipline sanitarie sia di quelle sociali. Come materiali della ricerca sono stati utilizzati: dati primari e secondari prodotti dalle istituzioni e dalle organizzazioni del territorio stesso; informazioni provenienti dall'osservazione partecipante; colloqui con informatori-chiave; interviste semi-strutturate con decisori politici, amministratori, organizzazioni del territorio, operatori dei servizi, cittadini e pazienti. La ricerca ha dimostrato la validità delle prospettive teoriche utilizzate e delle strategie di lavoro proposte. Il modello di lavoro multi-disciplinare e multi-metodologico si è rivelato produttivo nell'indagare congiuntamente le prospettive degli attori coinvolti insieme alle loro traiettorie, alle reciproche interconnessioni e alle relazioni tra processi locali e globali. L’analisi auto-riflessiva ha consentito di analizzare le attività del Centro di Consultazione evidenziandone vantaggi e limiti. Infine, la collaborazione tra Salute Pubblica e Antropologia Medica Critica ha dimostrato una grande potenzialità e produttività sia sul versante della ricerca scientifica sia su quello dell'assistenza sanitaria.

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Neurodevelopment of preterm children has become an outcome of major interest since the improvement in survival due to advances in neonatal care. Many studies focused on the relationships among prenatal characteristics and neurodevelopmental outcome in order to identify the higher risk preterms’ subgroups. The aim of this study is to analyze and put in relation growth and development trajectories to investigate their association. 346 children born at the S.Orsola Hospital in Bologna from 01/01/2005 to 30/06/2011 with a birth weight of <1500 grams were followed up in a longitudinal study at different intervals from 3 to 24 months of corrected age. During follow-up visits, preterms’ main biometrical characteristics were measured and the Griffiths Mental Development Scale was administered to assess neurodevelopment. Latent Curve Models were developed to estimate the trajectories of length and of neurodevelopment, both separately and combined in a single model, and to assess the influence of clinical and socio-economic variables. Neurodevelopment trajectory was stepwise declining over time and length trajectory showed a steep increase until 12 months and was flat afterwards. Higher initial values of length were correlated with higher initial values of neurodevelopment and predicted a more declining neurodevelopment. SGA preterms and those from families with higher status had a less declining neurodevelopment slope, while being born from a migrant mother proved negative on neurodevelopment through the mediating effect of a being taller at 3 months. A longer stay in NICU used as a proxy of preterms’ morbidity) was predictive of lower initial neurodevelopment levels. At 24 months, neurodevelopment is more similar among preterms and is more accurately evaluated. The association among preterms’ neurodevelopment and physiological growth may provide further insights on the determinants of preterms’ outcomes. Sound statistical methods, exploiting all the information collected in a longitudinal study, may be more appropriate to the analysis.

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The present study investigates the rates of victimization of sexual assault reported by undergraduates at Bucknell University. Specifically, the study aimed to determine where and when sexual assault took place, in order to pinpoint both temporal risks and locational risks associated with certain events on campus. Results of the survey were analyzed for victimization rates across class year, time of year, where victimization took place, as well as where victims and perpetrators met. Data for the study was gathered by means of anonymous survey, sent out to 1752 randomly selected undergraduates via email. Participants filled out the survey which asked if they had ever been sexually assaulted or committed a sexual assault during their past year studying at Bucknell. The results of the survey indicated that dormitories, fraternity houses, and off-campus student houses displayed significantly higher rates of victimization than other locations. In addition, increased risk of unwanted sexual contact in the fall semester was shown to be statistically significant. Moreover, results of the current study support that parties were statistically significant locations for meeting perpetrators of sexual assault. The results suggest that it may be beneficial to direct special attention towards campus sexual assault, specifically to certain locations, times of the year, and campus activities.

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This paper investigates the social consequences of neighborhood violence. Using ego-centered friendship network data from the National Longitudinal Study of Adolescent Health, a survey of adolescents in the United States in the mid-1990s, it examines the relationship between neighborhood violence and the quantity, closeness, and composition of adolescent same sex friendships. Though neighborhood violence is unrelated to quantity and closeness net of individual and family characteristics, it predicts boys’ friendships with individuals who no longer attend school (who are presumably older or have dropped out of school) and predicts boys’ and girls’ friendships with individuals who attend other schools. These results are consistent with the theory that violence and fear of victimization focus adolescents’ social attention on their neighborhoods and lead them to develop friendships with individuals who can help them to stay safe. By structuring who adolescents interact with, neighborhood violence may play a role in determining the cultural messages and ideals to which they are exposed.

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The mechanisms of Ar release from K-feldspar samples in laboratory experiments and during their geological history are assessed here. Modern petrology clearly established that the chemical and isotopic record of minerals is normally dominated by aqueous recrystallization. The laboratory critique is trickier, which explains why so many conflicting approaches have been able to survive long past their expiration date. Current models are evaluated for self-consistency; especially Arrhenian non-linearity leads to paradoxes. The models’ testable geological predictions suggest that temperature-based downslope extrapolations often overestimate observed geological Ar mobility substantially. An updated interpretation is based on the unrelatedness of geological behaviour to laboratory experiments. The isotopic record of K-feldspar in geological samples is not a unique function of temperature, as recrystallisation promoted by aqueous fluids is the predominant mechanism controlling isotope transport. K-feldspar should therefore be viewed as a hygrochronometer. Laboratory degassing proceeds from structural rearrangements and phase transitions such as are observed in situ at high temperature in Na and Pb feldspars. These effects violate the mathematics of an inert Fick’s Law matrix and preclude downslope extrapolation. The similar upward-concave, non-linear shapes of Arrhenius trajectories of many silicates, hydrous and anhydrous, are likely common manifestations of structural rearrangements in silicate structures.