995 resultados para ISO 3834


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La Tesi nasce a seguito della richiesta da parte di un’Azienda Socia del Consorzio Esperienza Energia di un servizio di supporto per l’ottimizzazione del proprio Sistema di Gestione dell’Energia (SGE/EnMS) ed in particolare per l’implementazione di metodologie di budgeting più efficienti rispetto a quelle attualmente utilizzate. Questo lavoro di Tesi si è sviluppato in due parti: Nella prima parte viene descritto, a livello generale, che cosa si intende per Sistema di Gestione dell’Energia o Energy Management System e quali sono i vantaggi nell’implementazione di tale sistema in una realtà industriale. Successivamente, viene presentata la norma “UNI CEI EN ISO 50001: Sistemi di Gestione dell’Energia – Requisiti e linee guida per l’uso” attraverso una breve introduzione su quelli che sono i requisiti e gli obiettivi descritti nella norma. Nella seconda parte viene descritta l’implementazione pratica di un SGE presso un’Azienda Socia di CEE, partendo dalla raccolta sia dei dati di consumo a livello globale (LIVELLO A) che a livello di Edificio (LIVELLO B), sia dall'individuazione dei principali Energy Drivers (parametri) che veicolano i consumi. Attraverso questi dati è stato creato un Modello di calcolo per la definizione dei consumi di Riferimento (Energy Baseline); tale Baseline traccia i dati di prestazione energetica da cui si parte per andare a costruire per l’azienda i principali Indicatori Energetici (EnPI, Energy Performance Indicators). Il modello energetico così costruito è stato quindi tarato sui consumi energetici misurati al fine di fornire all'Azienda un algoritmo di stima dei propri consumi energetici futuri, sia mensili che annuali. Il processo di taratura ha dimostrato come il modello energetico dell’azienda che è stato costruito in questa Tesi sia da ritenersi uno strumento affidabile per la previsione dei consumi energetici futuri ipotizzando un certo livello di produzione industriale nel corso dell’anno oggetto di simulazione.

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L’implementazione di un sistema di gestione può rappresentare un’opportunità di crescita per quelle organizzazioni che riescono ad integrare efficacemente la gestione degli aspetti di salute e sicurezza con gli altri sistemi presenti, quali il sistema di gestione strategica o il sistema di comunicazione interno. Un sistema di gestione non garantisce, in modo diretto, performance migliori, ma se utilizzato con coerenza rispetto ai valori aziendali, stabiliti nella politica di gruppo, permette di gestire le responsabilità, i processi, le tempistiche di attuazione e le non conformità rilevate in maniera adeguata. Alla luce di quanto esposto, l’obiettivo di questo lavoro è stato quello di: 1. esaminare i requisiti del nuovo Standard ISO 45001:2018 e della OHSAS 18001:2007 in via di sostituzione; 2. effettuare la gap analysis, ovvero un’analisi degli scostamenti relativa ai contenuti della ISO 45001:2018 a partire dal sistema di gestione salute e sicurezza aziendale certificato OHSAS 18001:2007; 3. definire le azioni necessarie ad assicurare la transizione della certificazione dall’attuale Standard OHSAS 18001:2007 al suddetto ISO 45001:2018. Il lavoro è scaturito nel corso dello svolgimento di un tirocinio presso Rosetti Marino S.p.A. all’interno del reparto HSSE-Q che si occupa di salute e sicurezza sul lavoro, protezione dell’ambiente e qualità dei processi produttivi.

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Il dibattito sulla questione ambientale, ormai in continua crescita da decenni, sta conducendo ad un incremento di interesse da parte della società in merito allo sviluppo sostenibile, il quale riguarda, in modo interconnesso, l’ambito ambientale, economico e sociale. Nascono in questa ottica le certificazioni ambientali, attestati nei quali viene certificato l’impegno di un’organizzazione per la tutela dell’ambiente. L’azienda, che su base volontaria decide di ottenere la certificazione, è obbligata a dotarsi di un Sistema di Gestione Ambientale, il quale deve essere verificato da parte di un ente accreditato. La norma ISO14001 in particolare stabilisce i criteri da rispettare per l'attuazione di un efficace Sistema di Gestione Ambientale. Il presente lavoro di tesi è stato sviluppato durante un tirocinio svolto presso un’azienda operante nel settore delle bonifiche del suolo, sottosuolo ed acque sotterranee, con sede a Bologna. Lo scopo di questo elaborato è quello di applicare i requisiti della norma UNI EN ISO14001 nell’ambito di tale attività di bonifica per il controllo degli impatti ambientali. In particolare, la prima parte del tirocinio è stata dedicata all’aggiornamento ed all’ottimizzazione del Sistema di Gestione Ambientale implementato dalla società per il calcolo degli impatti ambientali delle attività aziendali, in particolare di caratterizzazione e bonifica ambientale. Successivamente l’attenzione è stata posta ad un caso di studio attualmente gestito dalla società per valutare possibili miglioramenti, dal punto di vista ambientale, degli impatti generati dalle attività di bonifica applicate al sito. Lo strumento utilizzato per questa analisi è l’applicativo “Spreadsheets for Environmental Footprint Analysis” (SEFA), sviluppato da US EPA nel 2012.

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The aim of this study was to investigate whether β-adrenoceptor (β-AR) overstimulation induced by in vivo treatment with isoproterenol (ISO) alters vascular reactivity and nitric oxide (NO) production and signaling in pulmonary arteries. Vehicle or ISO (0.3mgkg(-1)day(-1)) was administered daily to male Wistar rats. After 7days, the jugular vein was cannulated to assess right ventricular (RV) systolic pressure (SP) and end diastolic pressure (EDP). The extralobar pulmonary arteries were isolated to evaluate the relaxation responses, protein expression (Western blot), NO production (diaminofluorescein-2 fluorescence), and cyclic guanosine 3',5'-monophosphate (cGMP) levels (enzyme immunoassay kit). ISO treatment induced RV hypertrophy; however, no differences in RV-SP and EDP were observed. The pulmonary arteries from the ISO-treated group showed enhanced relaxation to acetylcholine that was abolished by the NO synthase (NOS) inhibitor N(ω)-nitro-l-arginine methyl ester (l-NAME); whereas relaxation elicited by sodium nitroprusside, ISO, metaproterenol, mirabegron, or KCl was not affected by ISO treatment. ISO-treated rats displayed enhanced endothelial NOS (eNOS) and vasodilator-stimulated phosphoprotein (VASP) expression in the pulmonary arteries, while phosphodiesterase-5 protein expression decreased. ISO treatment increased NO and cGMP levels and did not induce eNOS uncoupling. The present data indicate that β-AR overactivation enhances the endothelium-dependent relaxation of pulmonary arteries. This effect was linked to an increase in eNOS-derived NO production, cGMP formation and VASP content and to a decrease in phosphodiesterase-5 expression. Therefore, elevated NO bioactivity through cGMP/VASP signaling could represent a protective mechanism of β-AR overactivation on pulmonary circulation.

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Universidade Estadual de Campinas. Faculdade de Educação Física

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The purpose of this study was to evaluate the dentin shear bond strength of four adhesive systems (Adper Single Bond 2, Adper Prompt L-Pop, Magic Bond DE and Self Etch Bond) in regards to buccal and lingual surfaces and dentin depth. Forty extracted third molars had roots removed and crowns bisected in the mesiodistal direction. The buccal and lingual surfaces were fixed in a PVC/acrylic resin ring and were divided into buccal and lingual groups assigned to each selected adhesive. The same specimens prepared for the evaluation of superficial dentin shear resistance were used to evaluate the different depths of dentin. The specimens were identified and abraded at depths of 0.5, 1.0, 1.5 and 2.0 mm. Each depth was evaluated by ISO TR 11405 using an EMIC-2000 machine regulated at 0.5 mm/min with a 200 Kgf load cell. We performed statistical analyses on the results (ANOVA, Tukey and Scheffé tests). Data revealed statistical differences (p < 0.01) in the adhesive and depth variation as well as adhesive/depth interactions. The Adper Single Bond 2 demonstrated the highest mean values of shear bond strength. The Prompt L-Pop product, a self-etching adhesive, revealed higher mean values compared with Magic Bond DE and Self Etch Bond adhesives, a total and self-etching adhesive respectively. It may be concluded that the shear bond strength of dentin is dependent on material (adhesive system), substrate depth and adhesive/depth interaction.

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This study aimed at comparing amounts of nickel (Ni) and chromium (Cr) released from brackets from different manufacturers in simulated oral environments. 280 brackets were equally divided into 7 groups according to manufacturer. 6 groups of brackets were stainless steel, and 1 group of brackets was made of a cobalt-chromium alloy with low Ni content (0.5%). International standard ISO 10271/2001 was applied to provide test methods. Each bracket was immersed in 0.5 ml of synthetic saliva (SS) or artificial plaque fluid (PF) over a period of 28 days at 37ºC. Solutions were replaced every 7 days, and were analyzed by spectrometry. The Kruskal-Wallis test was applied. Amounts of Ni release in SS (µg L-1 per week) varied between groups from "bellow detection limits" to 694, and from 49 to 5,948.5 in PF. The group of brackets made of cobalt-chromium alloy, with the least nickel content, did not release the least amounts of Ni. Amounts of Cr detected in SS and in PF (µg L-1 per week) were from 1 to 10.4 and from 50.5 to 8,225, respectively. It was therefore concluded that brackets from different manufacturers present different corrosion behavior. Further studies are necessary to determine clinical implications of the findings.

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This study evaluated the flexural strength (sf) and the diametral tensile strength (st) of light-cured composite resins, testing the hypothesis that there is a positive relation between these properties. Twenty specimens were fabricated for each material (Filtek Z250- 3M-Espe; AM- Amelogen, Ultradent; VE- Vit-l-escence, Ultradent; EX- Esthet-X, Dentsply/Caulk), following ISO 4049 and ANSI/ADA 27 specifications and the manufacturers’ instructions. For the st test, cylindrical shaped (4 mm x 6 mm) specimens (n = 10) were placed with their long axes perpendicular to the applied compressive load at a crosshead speed of 1.0 mm/min. The sf was measured using the 3-point bending test, in which bar shaped specimens (n = 10) were tested at a crosshead speed of 0.5 mm/min. Both tests were performed in a universal testing machine (EMIC 2000) recording the fracture load (N). Strength values (MPa) were calculated and statistically analyzed by ANOVA and Tukey (a = 0.05). The mean and standard deviation values (MPa) were Z250-45.06 ± 5.7; AM-35.61 ± 5.4; VE-34.45 ± 7.8; and EX-42.87 ± 6.6 for st; and Z250-126.52 ± 3.3; AM-87.75 ± 3.8; VE-104.66 ± 4.4; and EX-119.48 ± 2.1 for sf. EX and Z250 showed higher st and sf values than the other materials evaluated (p < 0.05), which followed a decreasing trend of mean values. The results confirmed the study hypothesis, showing a positive relation between the material properties examined.

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Vários estudos sugerem que a proteína-C reativa (PCR) se correlaciona com doença arterial coronariana em adultos. Entretanto, essa associação ainda é pouco explorada em adolescentes. Avaliar a associação entre a PCR e os fatores de risco cardiovascular em adolescentes obesos. Oitenta e quatro adolescentes (12,6 ± 1,3 anos), ambos os sexos, foram distribuídos nos grupos Eutrófico (n = 28), Sobrepeso (n = 28) e Obeso (n = 28), segundo o índice de massa corpórea (IMC). A concentração de PCR (ELISA ultrassensível), o perfil lipídico e o conteúdo de anticorpos anti-LDLox (ELISA) foram determinados após jejum de 12h. Os grupos foram semelhantes quanto a idade (p = 0,13) e sexo (p = 0,83). Colesterol total, HDL-C, CT/HDL-C e LDL-C/HDL-C apresentaram diferenças significativas entre os grupos Eutrófico e Obeso. Não houve variação significativa no conteúdo de anticorpos anti-LDLox. Os valores de PCR foram diferentes entre os três grupos (p < 0,01). PCR apresentou associação significativa com IMC (β = 2,533), CB (β = 2,645) e CC (β = 2,945), CT (β = 0,006), LDL-C (β = 0,006) e anticorpos anti-LDLox (β = 0,383) e negativa entre HDL-C (β = -0,017). Os resultados indicam que a PCR se associa significativamente com marcadores de risco cardiovascular em adolescentes

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Na Amazônia brasileira, a exploração das florestas tem se dado com imensos danos ambientais e desperdício de recursos. O objetivo desta pesquisa foi avaliar a cadeia produtiva da madeira de espécie nativa em dois municípios do estado do Pará, Paragominas e Novo Progresso, mediante pesquisa bibliográfica e documental. Os dois municípios são polos madeireiros expressivos para realização do trabalho de campo: um de exploração mais antiga e outro mais recente. Foram entrevistados representantes de empresas de diferentes tamanhos com enfoque na cadeia produtiva da madeira (extração, processamento primário e beneficiamento). Nos dois municípios de forma geral, o parque industrial encontrado é antigo e com tecnologia defasada. Conclui-se que uma política de agregação de valor aos recursos naturais deveria incluir investimentos relevantes em capacitação, treinamento e tecnologia. A cadeia de base florestal pode desempenhar um papel importante na manutenção da floresta em pé, na geração de empregos e nas exportações da região

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A comunicação é sempre uma ação que acontece num contexto ou quadro social ou psicossocial,defi nido, entre outros atributos, por apresentarem um “idioma” de “representações sociais” que os indivíduos acessam para estabelecerem contatos uns com os outros. No campo da Saúde Coletiva, a tarefa de fazer com que os habitantes de determinadas sociedades, coletividades ou grupos contatem e acolham ideias e/ou práticas que permitam avanços no enfrentamento das diversas facetas do adoecer humano é uma busca constante. Neste artigo, procuramos demonstrar como o Discurso do Sujeito Coletivo, como técnica de pesquisa empírica para a recuperação do pensamento de coletividades, permite iluminar o campo social pesquisado, resgatando nele o universo das diferenças e semelhanças entre as diferentes concepções e visões sobre eventos de saúde e doença dos atores sociais ou sujeitos coletivos que o habitam. Assim, a comunicação em saúde deve trabalhar num contexto de tensão constante entre o semelhante e o diferente, considerando que o comunicador, educador ou promotor de saúde, para entender os indivíduos com os quais interage, precisa ter em mente que eles aderem às representações sociais por instinto gregário, por necessidade de identificação coletiva e por interesses objetivos

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Extended-spectrum beta-lactamases (ESBL) in enterobacteria are recognized worldwide as a great hospital problem. In this study, 127 ESBL-producing Enterobacteriaceae isolated in one year from inpatients and Outpatients at a public teaching hospital at Sao Paulo, Brazil, were Submitted to analysis by PCR with specific primers for bla(SHV), bla(TEM) and bla(CTX-M) genes. From the 127 isolates, 96 (75.6%) Klebsiella pneumoniae, 12 (9.3%) Escherichia coli, 8 (6.2%) Morganella morganii, 3 (2.3%) Proteus mirabilis, 2 (1.6%) Klebsiella oxytoca, 2 (1.6%) Providencia rettgeri, 2 (1.6%) Providencia stuartti, 1 (0.8%) Enterobacter aerogenes and 1 (0.8%) Enterobacter cloacae were identified as ESBL producers. Bla(SHV), bla(TEM), and bla(CTX-M) were detected in 63%, 17.3% and 33.9% strains, respectively. Pulsed field get eletrophoresis genotyping of K. pneumoniae revealed four main molecular patterns and 29 unrelated profiles. PCR results showed a high variety of ESBL groups among strains, in nine different species. The results Suggest the spread of resistance genes among genetically different strains of ESBL-producing K. pneumoniae in some hospital wards, and also that some strongly related strains were identified in different hospital wards, Suggesting clonal spread in the institutional environment

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Background: Cationic bilayers based on the inexpensive synthetic lipid dioctadecyldimethylammonium bromide (DODAB) have been useful as carriers for drug delivery, immunoadjuvants for vaccines and active antimicrobial agents. Methods: Rifampicin (RIF) or isoniazid (ISO) interacted with DODAB bilayer fragments (BF) or large vesicles (LV). Dispersions were evaluated by dynamic light-scattering for zeta-average diameter (Dz) and zeta-potential (zeta) analysis; dialysis for determination of drug entrapment efficiency; plating and CFU counting for determination of cell viability of Mycobacterium smegmatis or tuberculosis, minimal bactericidal concentration (MBC) and synergism index for DODAB/drug combinations. Results: DODAB alone killed micobacteria over a range of micromolar concentrations. RIF aggregates in water solution were solubilised by DODAB BF. RIF was incorporated in DODAB bilayers at high percentiles in contrast to the leaky behavior of ISO. Combination DODAB/RIF yielded MBCs of 2/2 and 4/0.007 mu g/mL against Mycobacterium smegmatis or Mycobacterium tuberculosis, respectively. Synergism indexes equal to 0.5 or 1.0, indicated synergism against the former and independent action, against the latter species. Conclusions: In vitro, DODAB acted effectively both as micobactericidal agent and carrier for rifampicin. The novel assemblies at reduced doses may become valuable against tuberculosis.