846 resultados para Essential public services


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Oggetto della ricerca è l’esame del ruolo attuale della partecipazione pubblica locale in società per l’erogazione di servizi pubblici locali di rilevanza economica, nel nuovo contesto normativo caratterizzato dalla residualità dell’autoproduzione, dalla liberalizzazione, dall’organizzazione del servizio in ambiti territoriali, e dalle esigenze di contenimento della spesa locale, acuite dalla crisi economica-finanziaria. Si sono distinte quattro tipologie di società: nel caso di servizi gestiti in regime di esclusiva, le società a capitale pubblico-privato con socio privato operativo scelto mediante gara, le società in house affidatarie dirette, e le società affidatarie in quanto selezionate in procedure ad evidenza pubblica; nel caso di servizi sottratti al regime di esclusiva, le società che eroghino il servizio liberalizzato. L’indagine si è focalizzata sulle condizioni di costituzione e di mantenimento di tali società, e si è approfondito quel particolare aspetto del loro regime giuridico costituito dai limiti operativi. L’analisi è stata condotta esaminando le nuove disposizioni, le posizioni giurisprudenziali e le letture della dottrina relative alle società disciplinate come forme di gestione di servizi pubblici locali di rilevanza economica, relative alla funzionalizzazione dell’attività degli enti territoriali e delle società da questi partecipate, e relative alla tutela della concorrenza.

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Il presente progetto di ricerca analizza quella particolare forma di affidamento diretto dei servizi pubblici denominata in house providing e si articola in tre sezioni. Nella prima sezione viene analizzata la disciplina dei servizi pubblici locali nell’ordinamento italiano mediante un excursus normativo dai primi del 900 ad oggi; la seconda sezione è dedicata alla disciplina dell’affidamento dei servizi pubblici locali di trasporto; la terza sezione, infine, descrive l’in house providing e l’elaborazione pretoria di tale istituto operata dalla giurisprudenza comunitaria. Come noto, la pubblica amministrazione può soddisfare le sue esigenze secondo due diverse modalità: ricorrendo al libero mercato come qualsiasi altro operatore economico oppure auto-producendo i beni e i servizi di cui necessita. Infatti, nonostante il diritto comunitario imponga il rispetto del principio di tutela della concorrenza, lascia impregiudicato il potere di auto-organizzazione in capo alle pubbliche amministrazioni negli Stati membri, le quali potranno scegliere di agire “in economia” o di ricorrere alle prestazioni di operatori terzi. Con la locuzione di derivazione comunitaria in house providing si definisce quel modello organizzativo mediante il quale le pubbliche amministrazioni realizzano le attività di loro competenza attraverso i propri organismi, cioè senza ricorrere al libero mercato per procurarsi i lavori, i servizi e le forniture ad esse occorrenti o per erogare alla collettività prestazioni di pubblico servizio, in deroga ai principi comunitari sulla tutela della concorrenza stabiliti nel Trattato istitutivo della Comunità Europea, che invece imporrebbero lo svolgimento di gare ad evidenza pubblica per l'affidamento di tali servizi. Tuttavia, come chiarito dalla giurisprudenza comunitaria e nazionale, affinché la procedura di gara non sia necessaria, occorre che tra l’amministrazione e il prestatore ci sia sostanziale identità, nonostante le distinte personalità giuridiche, in modo tale da configurare il contratto tra le stesse intercorso come un atto di organizzazione interna.

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The prospect of the continuous multiplication of life styles, the obsolescence of the traditional typological diagrams, the usability of spaces on different territorial scales, imposes on contemporary architecture the search for new models of living. Limited densities in urban development have produced the erosion of territory, the increase of the harmful emissions and energy consumption. High density housing cannot refuse the social emergency to ensure high quality and low cost dwellings, to a new people target: students, temporary workers, key workers, foreign, young couples without children, large families and, in general, people who carry out public services. Social housing strategies have become particularly relevant in regenerating high density urban outskirts. The choice of this research topic derives from the desire to deal with the recent accommodation emergency, according to different perspectives, with a view to give a contribution to the current literature, by proposing some tools for a correct design of the social housing, by ensuring good quality, cost-effective, and eco-sustainable solutions, from the concept phase, through management and maintenance, until the end of the building life cycle. The purpose of the thesis is defining a framework of guidelines that become effective instruments to be used in designing the social housing. They should also integrate the existing regulations and are mainly thought for those who work in this sector. They would aim at supporting students who have to cope with this particular residential theme, and also the users themselves. The scientific evidence of either the recent specialized literature or the solutions adopted in some case studies within the selected metropolitan areas of Milan, London and São Paulo, it is possible to identify the principles of this new design approach, in which the connection between typology, morphology and technology pursues the goal of a high living standard.

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Il lavoro mira a fornire un complessivo inquadramento dell'istituto della società mista, identificato in primo luogo quale strumento di diritto privato a cui partecipano soggetti pubblici e soggetti privati. L'indagine si svolge su differenti piani di valutazione. Si dà ragione delle caratteristiche peculiari di tale contratto associativo e dei limiti che il nostro ordinamento impone allo sviluppo della figura. L'attenzione si sposta poi sulla specifica declinazione che il modello di società mista ha assunto in ambito europeo attraverso l'analisi del partenariato pubblico privato istituzionalizzato. L'istituto è di particolare interesse perchè individua nella società mista un modello organizzativo dai tratti specifici, all'interno del quale il ruolo del socio privato assume connotazioni e forme non comuni a tutti i modelli societari. La ricerca mira a mostrare come tale figura ha trovato riscontro nell'ordinamento interno e quali possibili sviluppi la stessa possa trovare in differenti campi della vita economica. In questi termini, si cerca di valutare quale sia l'incidenza delle procedure competitive nella costituzione e nella vita della società mista ed in che termini lo svolgimento delle attività affidate al socio privato debba essere inquadrato all'interno del rapporto di partenariato. Sul punto è centrale la declinazione fornita all'istituto in relazione ad uno specifico ambito di attività: i servizi pubblici locali di rilevanza economica. In questo contesto, particolarmente rilevante sul piano sistematico è la ricerca di un equilibrio tra il rispetto delle disciplina posta a tutela della concorrenza, ed il perseguimento delle finalità che hanno portato alla scelta di costruire una società mista. La scelta in favore di tale modello organizzativo pare infatti giustificata solo qualora essa apporti un reale vantaggio nella gestione del servizio e la realizzazione di concrete sinergie positive.

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La tesi si prefigge l'obbiettivo di offrire una ricostruzione logico sistematica della disciplina giuridica che regola i trasporti pubblici locali in ambito regionale, statale e comunitario, affrontando le principali questioni interpretative e di coordinamento che esse pongono. Nella primo capitolo, viene analizzato l'evoluzione storica della normativa nazionale che regola il trasporto pubblico locale, soffermandosi soprattutto sulla riforma del trasporto pubblico locale introdotte dal d.lgs. 422/1997. Particolare attenzione è stata posta agli aspetti di programmazione e finanziamento nonché alle modalità di gestione del trasporto pubblico locale, in quanto il quadro normativo applicabile è caratterizzato da un’estrema complessità dovuta ai numerosi interventi legislativi. Nel secondo capitolo viene esaminato l'evoluzione dell'intervento comunitario in materi di trasporto pubblico locale, partendo dal (CE) n. 1191/69 che si limitava a disciplinare gli aiuti di Stato, fino alla normativa quadro per il settore (Regolamento (CE) n. 1370/2007). L'obbiettivo è quello di verificare se le scelte del legislatore italiano, per quanto concerne le modalità di gestione del trasporto pubblico locale possano dirsi coerenti con le scelte a livello comunitario previste dal Regolamento (CE) n. 1370/2007. Viene inoltre affronta la questione dell'articolazione della potestà normativa e amministrativa del settore dei trasporti pubblici locali nelle disposizioni del Titolo V della Costituzione. Lo studio si sofferma soprattutto sulla giurisprudenza della Corte costituzionale per tracciare una chiara individuazione del riparto delle competenze tra Stato e Regioni in materia. Infine nell'ultima parte, esamina le diverse problematiche interpretative e applicative della normativa che disciplina il settore del TPL, dovute all'azzeramento della normativa generale dei servizi pubblici locali di rilevanza economica in seguito al referendum abrogativo del 12 e 13 giugno 2011, nonché della illegittimità costituzionale della normativa contenuta nell'art 4 del d.l. n. 138/2011, ad opera della sentenza della Corte costituzionale n. 199/2012.

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La ricerca indaga le relazioni che si sono instaurate nel corso degli anni tra il principio di legalità, inteso nella sua declinazione di principio di funzionalizzazione, e principio di concorrenza nell’ambito delle società per la gestione dei servizi pubblici locali. Più precisamente, lo scopo del lavoro è valutare le evoluzioni di tale rapporto, dal momento in cui gli enti locali sono stati ufficialmente autorizzati a costituire società per la gestione dei servizi pubblici locali nel 1990. Lo stimolo a sviluppare queste considerazioni trova la sua ragione nelle pressioni provenienti dalle istituzioni europee, che hanno gradualmente imposto una qualificazione prettamente economica ai servizi a favore della collettività, ritenuti un ambito in cui possa naturalmente imporsi una competizione economica tra operatori economici, indipendentemente dalla loro natura giuridica. Il problema del vincolo funzionale nella partecipazione in società degli enti locali è certamente l’oggetto principale del lavoro. Tuttavia, la questione non può essere analizzata separatamente dalle politiche di dismissione promosse dal legislatore nell’ultimo decennio. L’obiettivo principale delle riforme avviate è stato quello di frenare la proliferazione di società costituite dagli enti locali, così da garantire sia un risparmio di risorse pubbliche sia una maggiore facilità per gli imprenditori privati ad affacciarsi su mercati tradizionalmente appannaggio delle amministrazioni. Stona però con le intenzioni il fatto che gli obblighi ex lege di cessione delle partecipazioni azionarie detenute dagli enti locali non siano stati generalmente imposti per le società di gestione dei servizi pubblici (resi in favore della collettività), bensì per quelle che svolgono servizi strumentali (in favore dell’amministrazione stessa). La scelta appare contraddittoria, in quanto il distacco tra vincolo funzionale e partecipazione degli enti locali nella compagine societaria si ravvisa in particolar modo nel primo dei due moduli menzionati. Si assiste dunque ad una frammentazione del principio di legalità.

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La gestione di servizi pubblici locali e di servizi strumentali tramite società di capitali partecipate da enti locali viene esplorata in vista di una riconsiderazione generale del sistema all'interno del contesto socio-economico sviluppatosi negli anni successivi alla crisi economica mondiale dell'anno 2008.

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The main objective of this study is to reveal the housing patterns in Cairo as one of the most rapidly urbanizing city in the developing world. The study outlines the evolution of the housing problem and its influencing factors in Egypt generally and in Cairo specifically. The study takes into account the political transition from the national state economy to the open door policy, the neo-liberal period and finally to the housing situation after the January 2011 Revolution. The resulting housing patterns in Cairo Governorate were identified as (1) squatter settlements, (2) semi-informal settlements, (3) deteriorated inner pockets, and (4) formal settlements. rnThe study concluded that the housing patterns in Cairo are reflecting a multifaceted problem resulting in: (1) the imbalance between the high demand for affordable housing units for low-income families and the oversupply of upper-income housing, (2) the vast expansion of informal areas both on agricultural and desert lands, (3) the deterioration of the old parts of Cairo without upgrading or appropriate replacement of the housing structure, and (4) the high vacancy rate of newly constructed apartmentsrnThe evolution and development of the current housing problem were attributed to a number of factors. These factors are demographic factors represented in the rapid growth of the population associated with urbanization under the dictates of poverty, and the progressive increase of the prices of both buildable land and building materials. The study underlined that the current pattern of population density in Cairo Governorate is a direct result of the current housing problems. Around the depopulation core of the city, a ring of relatively stable areas in terms of population density has developed. Population densification, at the expense of the depopulation core, is characterizing the peripheries of the city. The population density in relation to the built-up area was examined using Landsat-7 ETM+ image (176/039). The image was acquired on 24 August 2006 and considered as an ideal source for land cover classification in Cairo since it is compatible with the population census 2006.rnConsidering that the socio-economic setting is a driving force of change of housing demand and that it is an outcome of the accumulated housing problems, the socio-economic deprivations of the inhabitants of Cairo Governorate are analyzed. Small administrative units in Cairo are categorized into four classes based on the Socio-Economic Opportunity Index (SEOI). This index is developed by using multiple domains focusing on the economic, educational and health situation of the residential population. The results show four levels of deprivation which are consistent with the existing housing patterns. Informal areas on state owned land are included in the first category, namely, the “severely deprived” level. Ex-formal areas or deteriorated inner pockets are characterized as “deprived” urban quarters. Semi-informal areas on agricultural land concentrate in the third category of “medium deprived” settlements. Formal or planned areas are included mostly in the fourth category of the “less deprived” parts of Cairo Governorate. rnFor a better understanding of the differences and similarities among the various housing patterns, four areas based on the smallest administrative units of shiakhat were selected for a detailed study. These areas are: (1) El-Ma’desa is representing a severely deprived squatter settlement, (2) Ain el-Sira is an example for an ex-formal deprived area, (3) El-Marg el-Qibliya was selected as a typical semi-informal and medium deprived settlement, and (4) El-Nozha is representing a formal and less deprived area.rnThe analysis at shiakhat level reveals how the socio-economic characteristics and the unregulated urban growth are greatly reflected in the morphological characteristics of the housing patterns in terms of street network and types of residential buildings as well as types of housing tenure. It is also reflected in the functional characteristics in terms of land use mix and its degree of compatibility. It is concluded that the provision and accessibility to public services represents a performance measure of the dysfunctional structure dominating squatter and semi-informal settlements on one hand and ample public services and accessibility in formal areas on the other hand.rn

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Abstract Background. In 2011, Alabama, neither a border state nor hold a significantly large Hispanic population, passed the most restrictive state immigration law, The Beason-Hammon Alabama Taxpayer and Citizen Protection Act, HB 56. This omnibus law was far-reaching in its restrictions, including, but not limited to, identification, public services, employment, housing, and law enforcement. Objectives. This research explores the dominant tropes present in the narrative surrounding the anti-immigration legislative activity in Alabama that created fertile ground for the passage of such a punitive immigration law. Methods. Newspaper articles from 2007 to 2011 in Alabama¿s Birmingham News and Press-Register, the two most circulated newspapers in the state, were attained from NewsLibrary.com, an online database of 5,311 newspapers and other news sources. Results. Seven dominant tropes were identified in the articles that pushed for anti-immigration policies. These tropes claimed (1) the US-Mexico border is not secure, (2) the federal government has failed to enact comprehensive immigration reform, (3) immigrants steal jobs, hurt the economy, and (4) burden public services, (5) immigrants are criminals and terrorists, (6) they refuse to assimilate and learn English, and (7) there has been a dramatic percent change in the Hispanic and illegal populations. These tropes cumulatively worked together to create anti-immigration sentiment that pushed for the passage of HB 56.

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In June of 2010, at the African American and Juneteenth Festival in Worcester, Massachusetts, Clark University administered a survey directed toward African American residents of the city of Worcester. In the survey, residents who attended the festival were asked to rate the quality of life in the City, public services, and local government and political representation, as well as leadership in the local African-American community. This report presents and analyzes the primary findings of the survey.

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For the main part, electronic government (or e-government for short) aims to put digital public services at disposal for citizens, companies, and organizations. To that end, in particular, e-government comprises the application of Information and Communications Technology (ICT) to support government operations and provide better governmental services (Fraga, 2002) as possible with traditional means. Accordingly, e-government services go further as traditional governmental services and aim to fundamentally alter the processes in which public services are generated and delivered, after this manner transforming the entire spectrum of relationships of public bodies with its citizens, businesses and other government agencies (Leitner, 2003). To implement this transformation, one of the most important points is to inform the citizen, business, and/or other government agencies faithfully and in an accessible way. This allows all the partaking participants of governmental affairs for a transition from passive information access to active participation (Palvia and Sharma, 2007). In addition, by a corresponding handling of the participants' data, a personalization towards these participants may even be accomplished. For instance, by creating significant user profiles as a kind of participants' tailored knowledge structures, a better-quality governmental service may be provided (i.e., expressed by individualized governmental services). To create such knowledge structures, thus known information (e.g., a social security number) can be enriched by vague information that may be accurate to a certain degree only. Hence, fuzzy knowledge structures can be generated, which help improve governmental-participants relationship. The Web KnowARR framework (Portmann and Thiessen, 2013; Portmann and Pedrycz, 2014; Portmann and Kaltenrieder, 2014), which I introduce in my presentation, allows just all these participants to be automatically informed about changes of Web content regarding a- respective governmental action. The name Web KnowARR thereby stands for a self-acting entity (i.e. instantiated form the conceptual framework) that knows or apprehends the Web. In this talk, the frameworks respective three main components from artificial intelligence research (i.e. knowledge aggregation, representation, and reasoning), as well as its specific use in electronic government will be briefly introduced and discussed.

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INTRODUCTION HIV care and treatment programmes worldwide are transforming as they push to deliver universal access to essential prevention, care and treatment services to persons living with HIV and their communities. The characteristics and capacity of these HIV programmes affect patient outcomes and quality of care. Despite the importance of ensuring optimal outcomes, few studies have addressed the capacity of HIV programmes to deliver comprehensive care. We sought to describe such capacity in HIV programmes in seven regions worldwide. METHODS Staff from 128 sites in 41 countries participating in the International epidemiologic Databases to Evaluate AIDS completed a site survey from 2009 to 2010, including sites in the Asia-Pacific region (n=20), Latin America and the Caribbean (n=7), North America (n=7), Central Africa (n=12), East Africa (n=51), Southern Africa (n=16) and West Africa (n=15). We computed a measure of the comprehensiveness of care based on seven World Health Organization-recommended essential HIV services. RESULTS Most sites reported serving urban (61%; region range (rr): 33-100%) and both adult and paediatric populations (77%; rr: 29-96%). Only 45% of HIV clinics that reported treating children had paediatricians on staff. As for the seven essential services, survey respondents reported that CD4+ cell count testing was available to all but one site, while tuberculosis (TB) screening and community outreach services were available in 80 and 72%, respectively. The remaining four essential services - nutritional support (82%), combination antiretroviral therapy adherence support (88%), prevention of mother-to-child transmission (PMTCT) (94%) and other prevention and clinical management services (97%) - were uniformly available. Approximately half (46%) of sites reported offering all seven services. Newer sites and sites in settings with low rankings on the UN Human Development Index (HDI), especially those in the President's Emergency Plan for AIDS Relief focus countries, tended to offer a more comprehensive array of essential services. HIV care programme characteristics and comprehensiveness varied according to the number of years the site had been in operation and the HDI of the site setting, with more recently established clinics in low-HDI settings reporting a more comprehensive array of available services. Survey respondents frequently identified contact tracing of patients, patient outreach, nutritional counselling, onsite viral load testing, universal TB screening and the provision of isoniazid preventive therapy as unavailable services. CONCLUSIONS This study serves as a baseline for on-going monitoring of the evolution of care delivery over time and lays the groundwork for evaluating HIV treatment outcomes in relation to site capacity for comprehensive care.

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The Local Urban Observatory in Nakuru (LUO, Kenya 2003) has developed a progressive and to date unique electronic information service called NakInfo. The objective of LUO is to make residents aware of public services delivery by their Local Authority, in this case the Municipal Council of Nakuru, and give them a voice in achieving improved quality of life. NakInfo facilitates community participation in local government business and demonstrates how to implement such participation in a developing country. The LUO project was formally initiated by the Municipal Council of Nakuru in January 2003, in collaboration with the Centre for Development and Environment (CDE) of the University of Berne (Switzerland) with funding from the Swiss Agency for Development and Cooperation (SDC).

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The American Myth of Markets in Social Policy examines how implementing American tropes in policy design inadvertently frustrates policy goals. It investigates multiple market-oriented designs including funding for private organizations to deliver public services, funding for individuals to buy services, and policies incentivizing or mandating private actors to provide social policy. The author shows that these solutions often not only fail to achieve social goals, but, in fact, actively undermine them, for example saddling the poor with debt or encouraging discrimination. The book carefully details the mechanisms through which this occurs, for example a mismatch between program goals and either contract terms or individual preferences. The author examines several policies in depth, covering universal social insurance programs like healthcare and pensions, as well as smaller interventions like programs for the homeless. The author builds the argument using detailed empirical evidence as well as anecdote, keeping the book accessible and entertaining.

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El proceso de reforma del Estado experimentado en la Argentina en la década de los 90, significó tanto para las instituciones como para los ciudadanos un cambio profundo en las relaciones que hasta el momento se habían dado entre sociedad y Estado. Los principales instrumentos de este proceso: la desregulación económica, la privatización de servicios y la descentralización de funciones, significaron en su conjunto un cambio sustancial en el papel regulador del Estado, quien deja de ser el prestador, y el corrector de las fallas del mercado, para constituirse ( real o potencialmente) en el garante de su cabal funcionamiento .Sin embargo en el caso de la transferencia de los servicios públicos al sector privado en la Argentina, al haber sido el Estado, el anterior prestador monopólico de los mismos, dejó un vacío que requirió del mismo no ya desregulación sino un nuevo papel regulador, respecto de los prestadores y los usuarios de dichos servicios. En este trabajo se efectúa una descripción de los enfoques económicos y jurídicos desde los cuales se plantea la función regulatoria del Estado a partir del conjunto de leyes, decretos, resoluciones y reglamentaciones del gobierno nacional que significaron cambios importantes en el papel asignado al Estado por el Gobierno en ejercicio durante la última década.