407 resultados para Cervicite Uterina
Resumo:
Obiettivi dello studio: valutare con l’ecografia transvaginale la peristalsi uterina in fase periovulatoria in donne con adenomiosi isolata, confrontandola con un gruppo di controllo e, secondariamente, valutare il grado di accordo tra gli sperimentatori nella descrizione dei pattern di contrattilità. Disegno dello studio: studio osservazione prospettico condotto presso il Policlinico S. Orsola- Malpighi di Bologna, Italia. Materiali e Metodi: sono state reclutate pazienti afferenti al Centro per valutazione ambulatoriale, suddivise sulla base dei criteri di inclusione ed esclusione nei gruppi A (adenomiosi) e B (controlli) e sono state sottoposte da un unico ecografista esperto a ecografia transvaginale con registrazione di un video della durata di 180 secondi della scansione sagittale dell’utero. La registrazione è stata rivalutata off line da due sperimentatori esperti ecografisti, non a conoscenza della storia clinica delle pazienti e in cieco l’uno rispetto all’altro, che hanno descritto il pattern contrattile. È stata stimata una numerosità campionaria di 18 pazienti per gruppo per ottenere una differenza del 20% nell’obiettivo primario con una significatività del 5% (power 80%). Risultati: di 51 pazienti reclutate nello studio, a seguito di drop out 36 sono state sottoposte alla videoregistrazione ecografica (18 per gruppo). Il pattern peristaltico nel gruppo A è risultato alterato in maniera statisticamente significativa rispetto al gruppo B con un p value= 0,02. Sono stati osservati un pattern retrogrado nel 27,8% vs 72,2%, anterogrado del 11,1% vs 16,7%, opposto 38,9% vs 5,6% e random nel 22,2% vs 5,6%, rispettivamente nel gruppo A e B. Il calcolo dell’accordo interosservatore ha portato a un κ value di 0,92. Conclusioni: l’adenomiosi isolata è associata a disperistalsi uterina, che concorrerebbe nello sviluppo dei sintomi tipici dell’adenomiosi. L’ecografia transvaginale rappresenta uno strumento accessibile e utile nella valutazione della contrattilità uterina in quanto il grado di accordo tra gli sperimentatori è ottimo.
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I miomi uterini sono la neoplasia uterina più comune e colpiscono fino al 30% delle donne in età fertile. Nonostante l’elevata prevalenza, pochi studi in Letteratura hanno analizzato i fattori di rischio per la crescita dei miomi uterini, mostrando spesso dei risultati contrastanti. Nel nostro studio osservazionale prospettico sono state arruolate pazienti che rispettassero i criteri di inclusione e di esclusione, con diagnosi di miomi uterini evidenziati mediante ecografia eseguita presso i nostri ambulatori, a partire da giugno 2017. A partire da gennaio 2019, sono state ricercate mensilmente le pazienti precedentemente arruolate che erano tornate presso i nostri ambulatori per esecuzione di ulteriore ecografia, a distanza di 24 ± 5 mesi, fino a raggiungere il campione designato, cioè 450 pazienti totali. È stato, quindi, valutato il tasso di crescita annuo del mioma di maggiori dimensioni ed è stato utilizzato l'approccio polinomiale frazionario multivariabile per selezionare i fattori di rischio anamnestici ed ecografici legati all’incremento volumetrico. Circa la metà dei miomi uterini analizzati ha mostrato stabilità dimensionale nel corso del follow-up (crescita ≤10%), mentre la restante metà ha mostrato una crescita > 10%. Il solo fattore di rischio associato alla crescita volumetrica dei miomi uterini è risultato essere il volume del mioma durante l’ecografia di arruolamento (P = 0.001), quindi miomi di piccole dimensioni presentano un tasso di crescita maggiore rispetto ai miomi di grandi dimensioni. Lo studio ha raccolto la più ampia casistica in Letteratura nella valutazione del naturale andamento di modifica dimensionale dei miomi uterini. Sebbene siano necessari ulteriori studi con campione più ampio, questi dati possono fornire un utile supporto per eseguire un adeguato counselling con le pazienti nella pratica clinica quotidiana.
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CONTESTO: Il rischio oncologico dell’esposizione al testosterone (T) di organi genitali in transgender AFAB non è noto. SCOPO: valutazione istologica di utero, cervice, salpingi e ovaia asportati in corso di intervento chirurgico di affermazione di genere (GAS) in AFAB che assumevano testosterone. MATERIALI E METODI: valutazione dei dati istologici condotta retrospettivamente tramite la consultazione di 187 cartelle cliniche di soggetti transgender AFAB sottoposti a GAS presso la Ginecologia dell’IRCCS Sant’Orsola, Bologna. RISULTATI: 187 transgender AFAB sono stati sottoposti a isteroannessiectomia bilaterale. Nessun paziente sottoposto a ovariectomia, chemioterapia o radioterapia prima della chirurgia. La mediana della durata di assunzione di T era di 36 mesi (12 mesi-14 anni). 96/187 (51.4%) uteri presentavano endometrio ipoattivo/atrofico, mentre 1 caso di iperplasia senza atipie cellulari è stato identificato (0.5%), 8/187 (4.3%) endometrio polipoide e 4/187 (2.2%) secretivo. Il più comune riscontro istologico cervicale è stata la cervicite cronica (n=174, 93%) associata a metaplasia (n=131,76%). Le salpingi sono risultate indenni in 90/187 (48.1%) casi e con infiammazione cronica in 91/187 (48,7%) casi. La maggior parte delle ovaie analizzate mostravano follicoli in diversi stati di maturazione (n=117, 62.5%). In 20 analisi istologiche sono stati identificati corpi lutei/corpi lutei emorragici (10.7%). CONCLUSIONI: Nessuna lesione premaligna o maligna è stata riscontrata in questi 187 soggetti che assumevano testosterone fino a un massimo di 168 mesi prima della chirurgia. La presenza di follicoli in vari stadi di sviluppo e di corpi lutei suggerisce la possibilità di cicli ovulatori in corso di terapia con testosterone. I risultati di questo studio confermano la sicurezza dell'uso prolungato di T sugli organi genitali di transgender AFAB. Seppur ancora limitate, le evidenze suggeriscono sempre più la mancanza di necessità assoluta di rimuovere utero e ovaia nei soggetti trasgender in terapia con T con il solo fine di prevenire patologie oncologiche.
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Anche se l'isteroscopia con la biopsia endometriale è il gold standard nella diagnosi della patologia intracavitaria uterina, l'esperienza dell’isteroscopista è fondamentale per una diagnosi corretta. Il Deep Learning (DL) come metodica di intelligenza artificiale potrebbe essere un aiuto per superare questo limite. Sono disponibili pochi studi con risultati preliminari e mancano ricerche che valutano le prestazioni dei modelli di DL nell'identificazione delle lesioni intrauterine e il possibile aiuto derivato dai fattori clinici. Obiettivo: Sviluppare un modello di DL per identificare e classificare le patologie endocavitarie uterine dalle immagini isteroscopiche. Metodi: È stato eseguito uno studio di coorte retrospettivo osservazionale monocentrico su una serie consecutiva di casi isteroscopici di pazienti con patologia intracavitaria uterina confermata all’esame istologico eseguiti al Policlinico S. Orsola. Le immagini isteroscopiche sono state usate per costruire un modello di DL per la classificazione e l'identificazione delle lesioni intracavitarie con e senza l'aiuto di fattori clinici (età, menopausa, AUB, terapia ormonale e tamoxifene). Come risultati dello studio abbiamo calcolato le metriche diagnostiche del modello di DL nella classificazione e identificazione delle lesioni uterine intracavitarie con e senza l'aiuto dei fattori clinici. Risultati: Abbiamo esaminato 1.500 immagini provenienti da 266 casi: 186 pazienti avevano lesioni focali benigne, 25 lesioni diffuse benigne e 55 lesioni preneoplastiche/neoplastiche. Sia per quanto riguarda la classificazione che l’identificazione, le migliori prestazioni sono state raggiunte con l'aiuto dei fattori clinici, complessivamente con precision dell'80,11%, recall dell'80,11%, specificità del 90,06%, F1 score dell’80,11% e accuratezza dell’86,74% per la classificazione. Per l’identificazione abbiamo ottenuto un rilevamento complessivo dell’85,82%, precision 93,12%, recall del 91,63% ed F1 score del 92,37%. Conclusioni: Il modello DL ha ottenuto una bassa performance nell’identificazione e classificazione delle lesioni intracavitarie uterine dalle immagini isteroscopiche. Anche se la migliore performance diagnostica è stata ottenuta con l’aiuto di fattori clinici specifici, questo miglioramento è stato scarso.
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O objeto começa explicando que o puerpério é o período que inicia logo após a expulsão total da placenta e das membranas ovulares e se estende até o retorno das condições normais pré-gravídicas, durando em torno de seis a oito semanas ou mais, dependendo da duração da lactação. Lembra que as unidades de saúde devem desenvolver práticas educativas e de assistência que promovam o aleitamento materno. Convida a revisitar conteúdos acerca dos fenômenos regressivos do puerpério (involução uterina e loqueação), fenômeno progressivo (lactação) e também sobre as modificações locais e sistêmicas, decorrentes da gestação e recuperação do parto, e tempo de recuperação e cuidados no puerpério. Destaca que as Equipes de Saúde da Família devem conhecer as políticas públicas e a situação nacional e local da prevalência e da duração do aleitamento materno, além de estar devidamente capacitados para o manejo clínico da amamentação. Finaliza lembrando que o Ministério da Saúde tem publicado materiais abordando as diferentes dimensões dessa prática, todos podendo ser localizados na biblioteca virtual do MS e faz uma recapitulação da Rede Amamenta Brasil. Unidade 5 do módulo 6 que compõe o Curso de Especialização em Saúde da Família.
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Paciente com atraso menstrual e aumento do volume abdominal vai a consulta.
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Este objeto destaca que os profissionais de enfermagem exercem papel extremamente significativo no pré-natal. Reforça a atuação da equipe de saúde, que deve estar sintonizada com novas propostas, experiências e técnicas e, principalmente, apta a reconhecer o protagonismo da gestante na condução do processo. Lembra que além da primeira consulta os exames realizados possuem divisões entre físico geral e físico-obstétrico, detalhando a característica de cada um deles. Explica a importância de fazer-se a verificação da ausculta obstétrica e apresenta outros procedimentos indispensáveis de serem realizados pela equipe de enfermagem no pré-natal. Aborda exames complementares e fatores que precisam ser considerados, como o IMC e medida da altura uterina. Termina ressaltando a preparação para o parto, sinais do verdadeiro trabalho de parto e características de urgência. Unidade 5 do módulo 6 que compõe o Curso de Especialização em Saúde da Família. Arquivo .zip contendo página html com recursos de texto, imagens e animações em flash.
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Exercícios objetivos sobre sangramento uterino que visam a revisar o conteúdo proposto no módulo e avaliar o aluno que fez o módulo.
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Material utilizado no Curso Autoinstrucional de Capacitação em Atenção Integral à Saúde Sexual e Reprodutiva II, produzido pela UNA-SUS/UFMA. O material aborda o sangramento uterino disfuncional e seu tratamento.
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Trata das condutas que devem ser adotadas por profissionais da área de enfermagem e/ou agentes comunitários de saúde frente a pacientes com sangramento uterino excessivo (>80 mL/ciclo), conhecido como menorragia, ou prolongado (>7 dias). Esse é um das queixas ginecológicas mais comuns, acometendo todas as faixas etárias, desde a adolescência até a perimenopausa. A história anterior da paciente, suas características menstruais, que constituem o seu padrão individual de sangramento, é o que leva a definição do padrão do sangramento como normal ou anormal.
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De acordo com dados de 2008 da Organização Mundial de Saúde, o câncer do colo do útero é o 2º câncer mais comum em mulheres a nível mundial, com cerca de 500.000 novos casos e 250.000 mortes a cada ano. Plano de ação que teve como objetivo principal criar estratégias de melhoria da adesão das mulheres de 25-64 anos na realização do preventivo da área do posto de saúde da família do povoado da Formosa Barras/PI. Será realizada a busca dos pacientes já diagnosticados com neoplasia uterina, através dos agentes comunitários de saúde. Depois, será feita a orientação de consultas periódicas as demais mulheres do território, visando, assim a prevenção e o diagnóstico precoce. Espera-se com o plano de ação poderemos traçar estratégias para melhorar no atendimento das mulheres moradoras da zona rural de Barras, em relação a realização e cobertura do preventivo.
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Durante a gravidez, é importante garantir a saúde do binômio mãe e feto, para isso quanto mais precoce for confirmado a gravidez deve ser iniciado o acompanhamento, pré-natal. Após o parto, é mantido o acompanhamento da mãe, período esse chamado de puerpério. O puerpério vai desde a dequitação da placenta até o momento que os órgãos da mãe retornam para o seu período prégravídico. Este trabalho tem por objetivo melhorar a assistência pré-natal e puerpério na UBS dos Guarapes, Natal/RN. Trabalhamos da seguinte forma: visita as puérperas tanto pela enfermeira quanto pela médica, ACS e técnica de enfermagem. O atendimento das grávidas tanto pela médica quanto pela enfermeira. Na assistência pré-natal foram solicitados os exames sorológicos, prescrito ácido fólico e sulfato ferroso, aferição de pressão, medição da altura uterina e pesagem. As gestantes receberam orientações através de palestras sobre importância do prénatal, aleitamento materno, higienização e saúde bucal, parto e puerpério, doenças sexuais. No puerpério fizemos as visitas domiciliares para acompanhar a recuperação das puérperas, orientar sobre os cuidados com o recém-nascido e lembrar a consulta de 42 dias pós-parto. Foram realizados os exames das mamas, ginecológico e do abdômen nas puérperas. Os problemas enfrentados na UBS foram a falta de água e materiais que impossibilitaram a realização do exame de citopatologia oncótica e o tratamento odontológico adequado na unidade. Os resultados que tivemos com a intervenção foi uma maior capacitação dos profissionais trabalhando em equipe e compartilhando conhecimento de forma multidisciplinar. No terceiro mês do projeto, foi observado um maior numero de grávidas que iniciaram o pré-natal no primeiro trimestres; todas as grávidas passaram pelo menos na primeira consulta com o dentista. O índice de faltosas foram zero. A intervenção também contribuiu para aproximar a comunidade da UBS, as grávidas se sentiam a vontade para tirar suas dúvidas, participar das palestras e não faltaram as consultas. A ficha espelho anexada ao prontuário, as palestras semanais foram incorporadas a rotina da unidade.
Resumo:
Com o intuito de aprimorar o diagnóstico e o tratamento precoce dos principais agentes etiológicos das Doenças Sexualmente Transmissíveis ainda sem requerer de resultados de exames laboratoriais, o Ministério da Saúde no Brasil recomenda a abordagem sindrômica para o correto manejo dos portadores. O desenho do estudo foi transversal e objetivou a implementação desta estratégia nas 69 gestantes com queixa de corrimento vaginal no âmbito das três Unidades Básicas de Saúde do Município de Mansidão, Estado Bahia, no período de maio a agosto de 2014. Os dados se processaram para determinar os valores percentuais com ajuda do Statistical Package for the Social Sciences (SPSS) versão 18.0. Ditos resultados revelaram que as gestantes atendidas são majoritariamente residentes de zona rural (78,2 %), adultas jovens entre 20 e 29 anos de idade (55 %), com nível Secundário (44,9%), lavradoras (71%) e com união estável (44,9%). Verificou-se a adequada cobertura de recursos humanos e suficientes recursos materiais para garantir a atenção nas unidades da síndrome apresentada pela gestante por meio do fluxograma de conduta de corrimento vaginal sem microscopia adotado no país. Observou-se prevalência de 47,8% com candidíase vulvovaginal, 17,3% com vaginose bacteriana e 11,5% com tricomoníase vaginal. A associação destas infecções foi diagnosticada em 15,9% das mulheres; a cervicite em 33,3% e em 7,2% dos casos o conteúdo vaginal foi considerado fisiológico. Se avaliou a eficácia da abordagem sindrómica através da exaustiva revisão das fichas de pré-natal, além da satisfação manifestada pelos profissionais e gestantes pela assistência prestada e recebida respectivamente, relacionadas com o manejo sindrómico. A análise permitiu evidenciar o impacto deste modelo de intervenção o qual se considerou efetivo ao obter após de sua aplicação a cura clínica em 56,5% dos casos de vaginite e no tratamento da cervicites excedeu 50%. Contudo, se constatou, falta de treinamento dos profissionais em abordagem sindrómica. Recomendamos a realização de uma intervenção capacitam-te para todos os profissionais de saúde dos serviços primários envolvidos nesta tarefa.
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O câncer do colo do útero é uma neoplasia maligna causada por alterações celulares no epitélio da cérvice uterina de evolução lenta e progressiva. São vários os fatores de risco que predispõe a esse tipo de neoplasia. A principal forma de prevenção e detecção precoce dessa neoplasia é feita por meio do exame Papanicolau. Este trabalho teve como objetivos: analisar os fatores de risco do câncer do colo do útero para as mulheres na faixa de 25 a 64 anos de idade, analisar a importância da atuação do enfermeiro na prevenção do câncer do colo do útero e destacar a importância da detecção precoce do colo do útero. Para o desenvolvimento do trabalho foi feito uma revisão bibliográfica na literatura nacional, utilizando-se de descritores. Os estudos revisados demonstram que os fatores de risco estão relacionados aos cuidados com a saúde e ao estilo de vida; a contribuição do enfermeiro na promoção da saúde e ainda na realização de medidas preventivas, a exemplo o exame de Papanicolau. Conclui-se que enfermeiro na Unidade Básica de saúde tem papel importante nas ações de promoção da saúde e de prevenção do câncer do colo do útero pela sua atuação diretamente junto às mulheres na faixa de idade de 25 a 64 anos, posto que, é esse profissional que realiza o preparo, a coleta do material para o exame e o acompanhamento dessas mulheres no território da Unidade Básica de saúde.
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Trabalho de Conclusão de Curso (Curso de Especialização em Saúde da Família) - Departamento de Medicina Social, Faculdade de Medicina, Universidade Federal de Pelotas, Pelotas, 2015. As ações programáticas são de grão importância para um bom desenvolvimento da saúde de a população qualquer parte do mundo, no caso do pré-natal e puerpério mais ainda por ser grupo etário vulnerável. O governo por meio dos Ministérios da saúde faz um grande esforço para que na Atenção Primária de um seguimento adequado da população adstrita e uma consulta de qualidade, a fim de diminuir a morbimortalidade entre esses grupos populacionais. Este presente trabalho objetiva melhorar a atenção ao pré-natal e puerpério na UBS do município de Quinze de novembro no estado Rio Grande do Sul. Esta intervenção se realizou durante 16 semanas no período de fevereiro a julho de 2015, através do trabalho da equipe realizamos as ações fundamentadas nos quatros eixos do curso (Organização e Gestão do Serviço, Monitoramento e Avaliação, Engajamento Público e Qualificação da Prática Clínica). Nesta intervenção foi possível cadastrar 100% das gestantes e puérperas residentes da área de abrangência da equipe e estas usuárias foram acompanhadas conforme protocolo do Ministério da Saúde com captação no tempo estabelecido, exame ginecológico e das mamas, solicitação de exames laboratoriais, prescrição de suplementação com sulfato ferroso e acido fólico e a realização do esquema vacinal completo. Nesta UBS não existia registros adequados e a intervenção possibilitou que todas as gestantes e puérperas acompanhadas tivessem registro adequado das informações de saúde em ficha na UBS, assim como foi realizada busca ativa de todas as faltosas as consultas. De forma igual aconteceu em todas as puérperas acompanhadas foram avaliadas antes de os 42 dias do parto enquanto ao seu estado psíquico, involução uterina, exames de mamas, ginecológico e receberam a indicação de algum método de anticoncepção para prever gravidez em períodos inadequados da vida conseguindo um bom planejamento familiar e melhor qualidade de vida para ambos