399 resultados para Infezioni ospedaliere disinquinamento ionizzazione aria superfici


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Lo scopo del mio elaborato è stato quello di valutare se il denaro potesse essere un veicolo di trasmissione di microrganismi. Esistono infatti reperti storici che indicano che il denaro veniva visto come probabile portatore di infezioni fatali come la “morte nera”, la peste bubbonica e le pandemie di polmoniti descritte in Europa. Vi sono anche altri studi che hanno indicato come patogeni isolati con maggiore frequenza dalle banconote microrganismi quali enterobatteri e stafilococchi. In questa sperimentazione mi sono occupato del campionamento microbiologico di banconote di vario taglio, raccolte prevalentemente in piccoli esercizi alimentari, sulle quali è stato fatto un tampone al fine di determinare la presenza di: coliformi totali, E. coli, S. aureus, altri stafilococchi, muffe, lieviti, carica batterica totale. Le analisi condotte hanno mostrato che nelle banconote non sono mai stati isolati ceppi di S. aureus, a differenza di quanto riportato nella letteratura. Simili considerazioni si possono fare anche per E. coli. Per quel che riguarda la carica batterica totale, le banconote più contaminate sono risultate essere quelle da 20 euro (valore medio 474 UFC/cm2). I tamponi microbiologici effettuati sui tagli da 50 euro sono stati gli unici ad essere caratterizzati da una elevata presenza di coliformi totali. In conclusione possiamo affermare che le banconote posso effettivamente costituire un importante veicolo di contaminazione microbica, che può poi trasferirsi anche su altri matrici, come prodotti alimentari. Considerando la pressione che viene esercitata dalle Autorità di controllo su tutte le fasi della catena alimentare, dalla produzione alla vendita al dettaglio, la variabile posta dalle possibili contaminazioni attraverso il maneggiamento e la circolazione delle banconote potrebbe quindi costituire un rischio reale, sia pure non ancora quantificato e forse non quantificabile.

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La scelta del mezzo di contrasto in angiografia è rilevante e richiede un’attenta valutazione della qualità diagnostica delle immagini e degli effetti collaterali. Essenziale è analizzare il rischio che comporta l’utilizzo dei vari mezzi di contrasto a base di iodio, come ad esempio la nefropatia. Al contrario l’anidride carbonica, riconosciuta come unico agente di contrasto sicuro, sempre più, viene utilizzata in tutti i vasi del corpo al di sotto del diaframma. L'obiettivo principale di questo lavoro, svolto in collaborazione con l’azienda bolognese Angiodroid srl, è quello di realizzare un dispositivo medico in grado migliorare la qualità delle immagini ottenute con CO2 a livello addominale. Infatti, col recente utilizzo della CO2 anche nel distretto addominale si riduce drasticamente l’utilizzo di grandi quantità di iodio, ma, in molti pazienti, il movimento della aria intestinale che ha coefficiente di assorbimento simile all’anidride carbonica, rende l’immagine inefficiente. Il progetto consiste in una fascia addominale composta da tre camere d’aria gonfiabili manualmente, che comprimendo l’addome con pressioni di 120-180 mmHg, spostano l’aria e riducono il movimento intestinale, e quindi gli artefatti. L’uso di questa semplice fascia, migliorando le immagini dei distretti addominale e viscerale, potrebbe permettere una più rapida affermazione dell’angiografia con CO2 anche in procedure come EVAR e PTA iliache. Per individuare la procedura d’utilizzo più adeguata e migliorare il dispositivo secondo le necessità cliniche, la fascia è stata provata in alcune sale angiografiche dell’Emilia Romagna, Lombardia e Campania.

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Negli ultimi decenni l’attenzione alle tematiche della sostenibilità ambientale e dell’inquinamento globale da parte dell’opinione pubblica e delle imprese è in costante aumento. Una tra le principali fonti di inquinamento è costituita dai rifiuti, e di conseguenza, la loro gestione e il loro smaltimento sono diventate una priorità, non solo per le istituzioni, ma anche per le imprese e per i cittadini. Inoltre la crescita della domanda delle risorse presenti in natura è in costante aumento e l’approvvigionamento di esse si è rivelato essere invece soggetto a significativi limiti. In questo attuale contesto quindi, il modello economico lineare fino ad oggi utilizzato, “take-make-dispose”, non risulta più idoneo. Si è sviluppato così il concetto di “Economia Circolare”. L’obiettivo di questa economia è quello di eliminare il concetto di scarto, il rifiuto deve essere considerato una vera e propria risorsa. In questo sistema tutte le attività, a partire dall’ estrazione fino ad arrivare alla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di uno diventino risorse per un altro. L’obiettivo della tesi è quello di applicare il concetto di Economia Circolare al mercato dei dispositivi tessili per sala operatoria (DTSO), utilizzando la valutazione del ciclo di vita di un prodotto (analisi LCA) in modo da individuare le fasi più critiche e poter operare dei miglioramenti. Dopo essere stati sottoposti a 70 cicli di lavaggio e sterilizzazione i dispositivi TTR (Tessuti Tecnici Riutilizzabili) non sono più idonei ad essere utilizzati in ambito ospedaliero e vengono smaltiti in discarica , così come vengono smaltiti altri miliardi di rifiuti ogni giorno.Questi tessuti, seppur non conformi agli standard qualitativi richiesti dalle norme ospedaliere, possono essere riciclati o riutilizzati in prodotti di altro tipo. L’obiettivo di questo lavoro è quello di reimmettere questi dispositivi in un ciclo di vita di un nuovo prodotto, in ottica appunto di economia circolare.

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In questo mio elaborato vengono analizzate le principali problematiche igienico sanitarie della filiera di produzione delle uova e ovoprodotti, In particolare dopo un’analisi economica del settore di produzione delle uova e ovoprodotti vengono illustrati i principali metodi di allevamento delle galline ovaiole anche alla luce delle recenti tendenze a favorire allevamenti con sistemi alternativi a quelli delle gabbie tradizionali. Sono state inoltre illustrate le diverse fasi lavorazione delle uova in guscio (dalla raccolta alla selezione e confezionamento) e degli ovoprodotti includendo la descrizione delle diverse tipologie di prodotti d’uovo disponibili sul mercato. Accanto alla descrizione dei processi produttivi si sono illustrati anche i riferimenti normativi che disciplinano tali prodotti con particolare riferimento ai regolamenti relativi in materia di igiene, produzione e commercializzazione delle uova di categoria A. In relazione al focus principale della mia tesi sono stati inoltre descritti i principali rischi sanitari per l’uomo derivanti dal consumo di uova e ovoprodotti contaminati, accanto alle principali anomalie fisiche ed alle più comuni frodi alimentari. Più in particolare sono stati illustrati i dati raccolti a livello europeo sui focolai tossinfettivi nei quali sono state coinvolte le uova e ovoprodotti facendo particolare attenzione alle infezioni da S.enteritidis, principale microrganismo contaminante questi prodotti alimentari. Infine sono stati illustrati i principali interventi di gestione del rischio sanitario per le uova e ovoprodotti, partendo dalla fase di produzione fino ad arrivare ad interventi del consumatore, con i quali limitare la diffusione delle malattie a trasmissione alimentare.

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Il fine della presente tesi è quello di definire parametri di riferimento progettuali e di controllo sul funzionamento degli abbattitori ad umido e degli abbattitori degli ossidi di azoto dalle emissioni industriali, utili ad una valutazione preventiva del progetto di impianto ed alla gestione dello stesso, da proporre come rappresentativi dello stato dell’arte per questi abbattitori. E’ innanzitutto effettuata una breve disamina sui composti inorganici quali inquinanti atmosferici: da quali fonti deriva la loro presenza in aria, quali sono gli effetti sull’ambiente, quantificazione delle emissioni antropiche per questa categoria di inquinanti e quali obiettivi di riduzione si pone la Regione Emilia Romagna. Viene quindi affrontata una breve sintesi della legislazione nazionale e regionale necessaria a comprendere dove si innesta la necessità di definire questi parametri di riferimento, con il confronto di disposizioni normative vigenti sull’argomento a livello nazionale e delle regioni Lombardia ed Emilia Romagna per giungere infine ad una proposta aggiornata. Si passa poi ad una descrizione accurata degli abbattitori ad umido e, di seguito, degli abbattitori degli ossidi di azoto, fornendo il discrimine tra le diverse tipologie presenti sul mercato e concretamente utilizzate in campo; inoltre grazie allo studio di due impianti presenti nel territorio di Modena viene fornita una comprensione più approfondita dei parametri tecnici di progettazione e funzionamento. L’analisi ha interessato: - parametri tecnici costruttivi; - parametri di funzionamento; - efficienza di abbattimento. La proposta conclusiva rappresenta la sintesi di confronto tecnico con esperti costruttori/installatori di impianti di depurazione dell’aria, di una dettagliata analisi conoscitiva delle caratteristiche e delle rese di abbattimento di impianti autorizzati, installati e controllati, presenti nel territorio della regione Emilia Romagna.

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Lo scopo di questo lavoro è sperimentare l’impiego di ricevitori a basso costo per il posizionamento di cicli in ambito urbano. Questo tipo di rilievo trova ampio impiego nello studio e verifica delle funzionalità del reticolo delle piste ciclabili. Il rilievo effettuato in condizioni di scarsa visibilità verso la costellazione satellitare e in presenza di riflessioni multiple indotte da superfici verticali, quali quelle degli edifici in ambito urbano, risulta affetto da specifiche problematiche che si è cercato di affrontare nella presente tesi. In particolare si è analizzato l’effetto del “multipath”, nel posizionamento GPS, di un ciclista in movimento su percorsi caratterizzati da “canyon urbano”, nel centrostorico di Bologna. La strumentazione sperimentata è consistita da un tablet Smasung Note 10.1, uno smartphone Samsung S4 e un ricevitore GNSS (U-blox Neo-7P) collegato ad una Raspberry Pi 2. Anche a livello software è stato sperimentato per le unità Samsung sia il software Strava, che il Blackcountry Navigator. Mentre l’acquisizione del sensore U-blox è avvenuta direttamente tramite connessione seriale in un file di testo. Nel primo capitolo verrà presentato il sistema GPS nella sua generalità. Nel secondo, invece, verrà descritta la parte del sistema GPS, che si è utilizzato per questo lavoro. Nel terzo si mostreranno gli strumenti e le apparecchiature utilizzate durante il lavoro. Nel quarto si procederà alla presentazione del caso di studio. Nell’ultimo capitolo verranno riportate le conclusioni di tutto il lavoro svolto.

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La presentazione oltre a illustrare le attività progettuali del Dipartimento di Ingegneria, ICT e Tecnologie per l'Energia e i Trasporti (DIITET) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nell'ambito delle Smart Cities, spiega che cos'è una città intelligente/sostenibile, i livelli su cui opera, perchè è importante. Si evidenziano tre esempi progettuali concreti testati anche con i cittadini su tre città italiante: Siracusa, Pisa e Bologna.

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Mostly developed since the Industrial Revolution, the automation of systems and equipment around us is responsible for a technological progress and economic growth without precedents, but also by a relentless energy dependence. Currently, fossil fuels still tend to come as the main energy source, even in developed countries, due to the ease in its extraction and the mastery of the technology needed for its use. However, the perception of its ending availability, as well as the environmental impact of this practice has led to a growing energy production originated from renewable sources. Easy maintenance, coupled with the fact that they are virtually inexhaustible, makes the solar and wind energy very promising solutions. In this context, this work proposes to facilitate energy production from these sources. To this end, in this work the power inverter is studied, which is an equipment responsible for converting DC power available by solar or wind power in traditional AC power. Then it is discussed and designed a new architecture which, in addition to achieve a high energy e - ciency, has also the ability to adapt to the type of conversion desired by the user, namely if he wants to sell electricity to the power grid, be independent of it or bet on a self consumption system. In order to achieve the promised energy e ciency, the projected inverter uses a resonant DC-DC converter, whose architecture signi cantly decreases the energy dissipated in the conversion, allowing a higher power density. The adaptability of the equipment is provided by an adaptive control algorithm, responsible for assessing its behavior on every iteration and making the necessary changes to achieve maximum stability throughout the process. To evaluate the functioning of the proposed architecture, a simulation is presented using the PLECS simulation software.

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Objectives: To report a case of Brucella peritonitis. Patient and methods: We describe the case of a patient and present a brief review of the few published reports. Results: The patient had alcoholic cirrhosis of the liver and was diagnosed with Brucella non-neutrocytic bacterascites. Conclusion: Brucellosis is a common zoonosis with worldwide distribution. It is a systemic disease with the potential to predominantly affect one organ or a specific system (focal brucellosis). However, peritoneal focalization of this disease is a very rare presentation.

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Extended exposure to ultrafine particles (UFPs) may lead to consequences in children due to their increased susceptibility when compared to older individuals. Since children spend in average 8 h/day in primary schools, assessing the number concentrations of UFPs in these institutions is important in order to evaluate the health risk for children in primary schools caused by indoor air pollution. Thus, the purpose of this study was to assess and determine the sources of indoor UFP number concentrations in urban and rural Portuguese primary schools. Indoor and outdoor ultrafine particle (UFP) number concentrations were measured in six urban schools (US) and two rural schools (RS) located in the north of Portugal, during the heating season. The mean number concentrations of indoor UFPs were significantly higher in urban schools than in rural ones (10.4 × 10(3) and 5.7 × 10(3) pt/cm(3), respectively). Higher UFP levels were associated with higher squared meters per student, floor levels closer to the ground, chalk boards, furniture or floor covering materials made of wood and windows with double-glazing. Indoor number concentrations of ultrafine-particles were inversely correlated with indoor CO2 levels. In the present work, indoor and outdoor concentrations of UFPs in public primary schools located in urban and rural areas were assessed, and the main sources were identified for each environment. The results not only showed that UFP pollution is present in augmented concentrations in US when compared to RS but also revealed some classroom/school characteristics that influence the concentrations of UFPs in primary schools.

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Indoor air quality (IAQ) parameters in 73 primary classrooms in Porto were examined for the purpose of assessing levels of volatile organic compounds (VOCs), aldehydes, particulate matter, ventilation rates and bioaerosols within and between schools, and potential sources. Levels of VOCs, aldehydes, PM2.5 , PM10 , bacteria and fungi, carbon dioxide (CO2 ), carbon monoxide, temperature and relative humidity were measured indoors and outdoors and a walkthrough survey was performed concurrently. Ventilation rates were derived from CO2 and occupancy data. Concentrations of CO2 exceeding 1000 ppm were often encountered, indicating poor ventilation. Most VOCs had low concentrations (median of individual species <5 μg/m(3) ) and were below the respective WHO guidelines. Concentrations of particulate matter and culturable bacteria were frequently higher than guidelines/reference values. The variability of VOCs, aldehydes, bioaerosol concentrations, and CO2 levels between schools exceeded the variability within schools. These findings indicate that IAQ problems may persist in classrooms where pollutant sources exist and classrooms are poorly ventilated; source control strategies (related to building location, occupant behavior, maintenance/cleaning activities) are deemed to be the most reliable for the prevention of adverse health consequences in children in schools.

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A cross-sectional survey was conducted to characterize the indoor air quality (IAQ) in schools and its relationship with children's respiratory symptoms. Concentrations of volatile organic compounds (VOC), aldehydes, PM2.5, PM10, carbon dioxide, bacteria and fungi were assessed in 73 classrooms from 20 public primary schools located in Porto, Portugal. Children who attended the selected classrooms (n = 1134) were evaluated by a standardised health questionnaire completed by the legal guardians; spirometry and exhaled nitric oxide tests. The results indicated that no classrooms presented individual VOC pollutant concentrations higher than the WHO IAQ guidelines or by INDEX recommendations; while PM2.5, PM10 and bacteria levels exceeded the WHO air quality guidelines or national limit values. High levels of total VOC, acetaldehyde, PM2.5 and PM10 were associated with higher odds of wheezing in children. Thus, indoor air pollutants, some even at low exposure levels, were related with the development of respiratory symptoms. The results pointed out that it is crucial to take into account the unique characteristics of the public primary schools, to develop appropriate control strategies in order to reduce the exposure to indoor air pollutants and, therefore, to minimize the adverse health effects.

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The main aim of the research project "On the Contribution of Schools to Children's Overall Indoor Air Exposure" is to study associations between adverse health effects, namely, allergy, asthma, and respiratory symptoms, and indoor air pollutants to which children are exposed to in primary schools and homes. Specifically, this investigation reports on the design of the study and methods used for data collection within the research project and discusses factors that need to be considered when designing such a study. Further, preliminary findings concerning descriptors of selected characteristics in schools and homes, the study population, and clinical examination are presented. The research project was designed in two phases. In the first phase, 20 public primary schools were selected and a detailed inspection and indoor air quality (IAQ) measurements including volatile organic compounds (VOC), aldehydes, particulate matter (PM2.5, PM10), carbon dioxide (CO2), carbon monoxide (CO), bacteria, fungi, temperature, and relative humidity were conducted. A questionnaire survey of 1600 children of ages 8-9 years was undertaken and a lung function test, exhaled nitric oxide (eNO), and tear film stability testing were performed. The questionnaire focused on children's health and on the environment in their school and homes. One thousand and ninety-nine questionnaires were returned. In the second phase, a subsample of 68 children was enrolled for further studies, including a walk-through inspection and checklist and an extensive set of IAQ measurements in their homes. The acquired data are relevant to assess children's environmental exposures and health status.

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Children spend a large part of their time at schools, which might be reflected as chronic exposure. Ultrafine particles (UFP) are generally associated with a more severe toxicity compared to fine and coarse particles, due to their ability to penetrate cell membranes. In addition, children tend to be more susceptible to UFP-mediated toxicity compared to adults, due to various factors including undeveloped immune and respiratory systems and inhalation rates. Thus, the purpose of this study was to determine indoor UFP number concentrations in Portuguese primary schools. Ultrafine particles were sampled between January and March 2014 in 10 public primary schools (35 classrooms) located in Porto, Portugal. Overall, the average indoor UFP number concentrations were not significantly different from outdoor concentrations (8.69 × 10(3) vs. 9.25 × 10(3) pt/cm(3), respectively; considering 6.5 h of indoor occupancy). Classrooms with distinct characteristics showed different trends of indoor UFP concentrations. The levels of carbon dioxide were negatively correlated with indoor UFP concentrations. Occupational density was significantly and positively correlated with UFP concentrations. Although the obtained results need to be interpreted with caution since there are no guidelines for UFP levels, special attention needs to be given to source control strategies in order to reduce major particle emissions and ensure good indoor air quality.

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Tese para a obtenção do grau de Doutor em Design, apresentada na Universidade de Lisboa - Faculdade de Arquitectura.