977 resultados para Gauls in Italy.


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The research solved the historiographic lacuna about Leonardo Ricci’s work in the United States focusing on the span 1952-1972 as a fundamental period for the architect's research, which moved from the project for the community space to macrostructures. The considered period is comprised between Ricci’s first travel to the United States and the date of his resignation from the University of Florida, one year before his resignation from the deanship of the faculty of architecture of Florence (1973). The research retraced philologically the stages of Ricci’s activity in the U.S.A. unveiling the premises and results of his American transfer, and to what extent it marked a turning period for his work as educator and designer and for the wider historiographic contest of the Sixties. The American transfer helped him grounding his belief in avoiding a priori morphological results in favor of what he called the “form-act” design method. Ricci’s research in the U.S.A. is described in his books Anonymous (XX century) and City of the Earth (unpublished). In them and in Ricci’s projects one common thread is traceable: the application of the “form-act” as the best tool to conceive urban design, a discipline established in the United States during Ricci’s first stay at M.I.T., in which he encountered the balance point between architecture and urban planning, between the architect’s sign and his being anonymous, between the collective and the individual dimension. With the notions of “anonymous architecture” and “form-act”, Urban Design and “open work” are the key words to understand Ricci’s work in the United States and in Italy. Urban design’s main goal to design the city as a collective work of art was the solution of that dychothomous research that enlivened Ricci’s work and one possible answer to that tension useful for him to seek the truth of architecture.

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La mia tesi si concentra sullo sviluppo del movimento sabbatiano in Italia tra il XVII e il XVIII secolo, una fase tarda del Sabbatianesimo. Il tentativo è quello di descrivere questo post-sabbatianesimo e i suoi rappresentanti attraverso lo studio di figure come quelle di Binyamin ben El‘azar Coen Vitale da Reggio (1651-1730), un rabbino piemontese identificato da Gershom Scholem - il padre degli studi sabbatiani - come un modello nel panorama sabbatiano italiano. Dopo una contestualizzazione storica e culturale che compara il mondo cristiano e quello ebraico dell'epoca, e il misticismo ebraico italiano con quello originario di Safed in Galilea, ho analizzato la produzione letteraria di Binyamin Coen. Mi sono concentrata sui suoi testi a stampa, traducendo integralmente e analizzando la versione a stampa di‘Et ha-zamir, "Il tempo del canto", una raccolta di poesie cabalistiche (piyyutim), composta da poesie per i giorni della settimana e per le festività principali. la prim a edizione a stampa del "Tempo del canto" risale al 1707, e fu stampata a Venezia. Il testo era utilizzato nel contesto delle confraternite cabalistiche dei ghetti italiani, e spicca per l'uso molto particolare della metrica legata alla cabbala. ‘Et ha-zamir è infatti perfettamente inserito in un'epoca che vide una vasta diffusione della mistica ebraica.

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This PhD thesis investigates children’s peer practices in two primary schools in Italy, focusing on the ordinary and the Italian L2 classroom. The study is informed by the paradigm of language socialization and considers peer interactions as a ‘double opportunity space’, allowing both children’s co-construction of their social organization and children’s sociolinguistic development. These two foci of attention are explored on the basis of children’s social interaction and of the verbal, embodied, and material resources that children agentively deploy during their mundane activities in the peer group. The study is based on a video ethnography that lasted nine months. Approximately 30 hours of classroom interactions were video-recorded, transcribed, and analyzed with an approach that combines the micro-analytic instruments of Conversation Analysis and the use of ethnographic information. Three main social phenomena were selected for analysis: (a) children’s enactment of the role of the teacher, (b) children’s reproduction of must-formatted rules, and (c) children’s argumentative strategies during peer conflict. The analysis highlights the centrality of the institutional frame for children’s peer interactions in the classroom. Moreover, the study illustrates that children socialize their classmates to the linguistic, social, and moral expectations of the context in and through various practices. Notably, these practices are also germane to the local negotiation of children’s social organization and hierarchy. Therefore, the thesis underlines that children’s peer interactions are both a resource for children’s sociolinguistic development and a potentially problematic locus where social exclusion is constructed and brought to bear. These insights are relevant for teachers’ professional practice. Children’s peer interactions are a resource that can be integrated in everyday didactics. Nevertheless, the role of the teacher in supervising and steering children’s peer practices appears crucial: an acritical view of children’s autonomous work, often implied in teaching methods such as peer tutoring, needs to be problematized.

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Già ad uno sguardo esterno la normativa chiamata a disciplinare la condizione giuridica delle chiese cattoliche nel nostro Paese appare caratterizzata da un elevato grado di complessità: impressione che trova conferma sia con riferimento al diritto canonico, nella cui prospettiva le disposizioni appositamente dedicate ai 'loca sacra' dal Codex Iuris Canonici richiedono di essere affiancate dalle indicazioni provenienti – ai rispettivi, differenti livelli – tanto dalla Conferenza Episcopale Italiana quanto dai dicasteri della Curia romana; sia nell'ottica dell'ordinamento italiano, che agli 'edifici destinati all’esercizio pubblico del culto cattolico' riserva un'attenzione specifica, emergente nella legislazione unilaterale così come in quella pattizia. A fronte di una simile eterogeneità, sono d’altra parte note le problematiche che il tempo presente pone innanzi alle esigenze di una corretta amministrazione del patrimonio ecclesiastico – spesso pure dotato di un inestimabile valore storico-artistico –, le quali si riversano sulla preservazione stessa di tali immobili. Prendendo le mosse da questi presupposti, la trattazione si propone di effettuare una lettura sistematica delle diverse fasi in cui si articola il 'ciclo vitale' di un'ipotetica chiesa cattolica, così da ricostruire organicamente e criticamente quel quadro complessivo che permetta di formulare le soluzioni più appropriate per rispondere a questioni risalenti e sfide inedite. È quindi con questo intento che, una volta definito esattamente il concetto di chiesa-edificio, vengono ripercorsi i momenti in cui si sviluppa, anche giuridicamente, la sua esistenza: dalla pianificazione al finanziamento delle nuove costruzioni, con una speciale attenzione all'apporto che può essere offerto da parte della CEI; dagli utilizzi ammessi nel diritto canonico alle tutele garantite da parte statale; dalle misure di salvaguardia ai criteri per la loro adeguata gestione, comprendenti tanto i profili relativi alla conservazione quanto quelli riguardanti la valorizzazione; dalle implicazioni di un'eventuale riduzione a uso profano fino ai requisiti dettati per la nuova destinazione dell'immobile.

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Lo scenario terapeutico del Mieloma Multiplo (MM) si è ampiamente evoluto nelle ultime decadi con l’introduzione di un numero sempre maggiore di combinazioni di nuovi farmaci molto efficaci. In tal contesto, spicca Daratumumab (dara), grazie ai suoi dati di efficacia e di sicurezza dimostrati sia nel setting del paziente ricaduto/refrattario che di nuova diagnosi. Lo scopo del presente studio è quello di aggiungere dati circa la combinazione di dara con la terapia standard nel contesto di un programma trapiantologico per pazienti di nuova diagnosi candidabili alla chemioterapia ad alte dosi, con un particolare focus sull’impatto dell’anticorpo monoclonale sulla raccolta delle cellule staminali (PBSC). Sono stati analizzati 41 pazienti trattati presso il nostro centro nell’ambito di due studi clinici (EMN17 e EMN18). Con un follow-up mediano pari a 19 mesi, dara aggiunto alla terapia standard ha dimostrato un’ottima efficacia, in termini di risposte profonde e sopravvivenza libera da malattia, ed un buon profilo di sicurezza, senza tossicità aggiuntive o inaspettate. Inoltre, nello studio registrativo CASSIOPEIA dara non ha avuto un impatto negativo sulla raccolta delle PBSC; infatti, nei pazienti sottoposti a dara il numero il numero mediano di PBSC raccolte è risultato inferiore e questi hanno necessitato più frequentemente di Plerixafor, senza, tuttavia, modifiche nell’iter trapiantologico rispetto al gruppo di controllo. Analogamente, nella nostra analisi i pazienti del gruppo dara hanno utilizzato maggiormente Plerixafor ed è emerso come questi possano beneficiare da un dosaggio maggiore di Ciclofosfamide mobilizzante (3 g/mq rispetto 2 g/mq). Durante lo svolgimento del presente progetto dara è stato approvato in pratica clinica prima in Europa (2020) e poi in Italia (2021). Il presente studio ha confermato come dara aggiunto ad un regime di induzione Bortezomib-based rappresenti un nuovo standard of care per i pazienti con MM di nuova diagnosi eleggibili alla chemioterapia ad alte dosi.

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La tesi prende in esame l’attività artistica di Nicolò dell’Abate (Modena, 1509 – Parigi, 1571), con particolare riferimento alla sua grafica. L’artista lavorò circa sessanta anni suddivisi fra l’Emilia, in alcune delle sue piccole entità politiche autonome come Modena, Scandiano, Soragna, Busseto, Bologna, e la Francia, potente stato nazionale che, all’epoca qui presa in considerazione, era guidato dalla casata dei Valois: la carriera italiana di Nicolò dell’Abate si sviluppa in un arco temporale che si estende dal 1529 alla primavera del 1552, quando si trasferisce definitivamente oltralpe, morendo a Parigi alla fine di marzo del 1571. L’elaborato è diviso in quattro capitoli, dei quali il primo, introduttivo, ripercorre per sommi capi le principali tappe della sfaccettata attività italiana; il secondo e il terzo sono invece incentrati sull’esame dell’attività artistica francese del maestro, con particolare riferimento alla grafica, indagata sulla base della ricostruzione del contesto storico, culturale e artistico della Francia dell’epoca, con specifico riguardo alla corte reale della famiglia Valois nei periodi compresi fra l’arrivo di Nicolò, nel 1552, e la morte prematura del re Enrico II, nel 1559, e fra il 1560 e il 1571, durante il quale deteneva il potere de facto la regina madre Caterina de’ Medici, moglie di Enrico. Il quarto e ultimo capitolo costituisce il catalogo dei disegni italiani e francesi: è preceduto da un saggio introduttivo che esamina lo stile disegnativo di Nicolò dell’Abate in Italia e in Francia, le sue caratteristiche fondamentali e il suo mutamento, oltre alle tecniche grafiche impiegate dall’artista, la loro evoluzione e variazione e il loro ruolo nella sua poetica. Infine, in appendice, è presente il regesto delle fonti francesi sull’attività dell’artista e di alcuni dei maggiori esponenti della cosiddetta scuola di Fontainebleau.

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Acculturation processes and intergroup relations lie at the heart of developing more inclusive social attitudes. Notably, these endeavors are embedded in primary socialization contexts of adolescents, as indicated by developmental and socio-psychological theoretical models reviewed in Chapter 1. Hence, this dissertation investigated how adolescents' acculturation processes and intergroup contact are embedded in family, peer, and school contexts. Accordingly, Chapter 2 indicated the combined effects of the perceived parents' acculturation orientations and classmates' acculturation preferences on adolescents' own acculturation orientations in Italy and Turkey. Chapter 3 showed that adolescents could be classified into one of four latent growth trajectory classes (i.e., ethnic-oriented, national-oriented, dual, and marginalized identities), which could be predicted by social identification with family and classmates. Chapter 4 highlighted that adolescents' cross-ethnic friendships mediated the positive associations of parents' cross-ethnic friendships with adolescents' psychological and social adjustment beyond the positive relationships between parents' and adolescents' friendships. Multiple studies conducted in Chapter 5 confirmed that a newly developed questionnaire (i.e., ICIS-Short Version) is a reliable tool to measure positive and negative contact among ethnic minority and majority adolescents. Chapter 6 revealed that teachers' equal treatment increased positive and decreased negative contact among ethnic minority and majority adolescents. Moreover, Chapter 7 indicated that adolescents’ positive and negative contact in the school context were related over time to higher corresponding positive and negative contact in out-of-school contexts and vice versa, while their positive contact in the school context was linked over time to lower levels of negative contact in the out-of-school contexts. Eventually, Chapter 8 strived to summarize and discuss these findings in light of social inclusivity. Overall, this dissertation tapped into the paramount importance of family, peer, and school contexts to provide a unique resource for adolescents to cope with acculturative challenges that go beyond the normative developmental tasks of adolescence.

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Smart Farming Technologies (SFT) is a term used to define the set of digital technologies able not only to control and manage the farm system, but also to connect it to the many disruptive digital applications posed at multiple links along the value chain. The adoption of SFT has been so far limited, with significant differences at country-levels and among different types of farms and farmers. The objective of this thesis is to analyze what factors contributes to shape the agricultural digital transition and to assess its potential impacts in the Italian agri-food system. Specifically, this overall research objective is approached under three different perspectives. Firstly, we carry out a review of the literature that focuses on the determinants of adoption of farm-level Management Information Systems (MIS), namely the most adopted smart farming solutions in Italy. Secondly, we run an empirical analysis on what factors are currently shaping the adoption of SFT in Italy. In doing so, we focus on the multi-process and multi-faceted aspects of the adoption, by overcoming the one-off binary approach often used to study adoption decisions. Finally, we adopt a forward-looking perspective to investigate what the socio-ethical implications of a diffused use of SFT might be. On the one hand, our results indicate that bigger, more structured farms with higher levels of commercial integration along the agri-food supply chain are those more likely to be early adopters. On the other hand, they highlight the need for the institutional and organizational environment around farms to more effectively support farmers in the digital transition. Moreover, the role of several other actors and actions are discussed and analyzed, by highlighting the key role of specific agri-food stakeholders and ad-hoc policies, with the aim to propose a clearer path towards an efficient, fair and inclusive digitalization of the agrifood sector.

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Sulla spinta dell’approvazione della legge italiana 47/2017 “Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati”, questo lavoro è teso ad affrontare le complesse aspettative genitoriali e parentali sviluppatesi intorno al processo di categorizzazione MSNA di cui questa legge è diventata approdo giuridico. Le controverse aspettative di accompagnamento legatesi alla denominazione di “non accompagnato”, prese come aspetto scontato e assiomatico in molta parte della letteratura scientifica che utilizza l’acronimo, sono state qui intese come un nodo ambiguo e questionabile. Attraverso una ricerca e una metodologia antropologico-etnografica queste rappresentazioni contradditorie sono esplorate a partire da un “crocevia di campi” da queste interessati in un territorio amministrativo dell’Italia Settentrionale variamente frequentato tra 2018 e 2021. Insieme ad ambienti, metodi e sfide della ricerca locale, una prima sezione situa storicamente e contestualmente la categoria MSNA come fenomeno in sé piuttosto che come efficace espressione descrittiva di soggetti. Le due sezioni successive, dedicate rispettivamente alla neo-realtà di tutela volontaria e a quella di una comunità socio-educativa/di tipo familiare rivolta a persone di minore età, interrogano invece questi ambienti come spazi e tempi di elaborazione prima e negoziazione poi di rappresentazioni e pratiche relazionali e parentali molteplici.

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L’obiettivo di questa analisi è di coniugare la ricostruzione dei processi di assoggettamento che producono i copioni entro cui prende forma la soggettività dei profughi siriani, con la ricostruzione delle problematizzazioni alla base dei sistemi di controllo e gestione della circolazione regolare. Secondo l’UNHCR, tra il 2012 e il 2016 quasi un milione e mezzo di profughi siriani si è stabilita in Libano nel tentativo di sottrarsi all’intensificarsi del conflitto tra il regime di Assad e il fronte variegato di milizie ribelli. Questa popolazione in esilio si è confrontata con le politiche di amministrazione e controllo della loro presenza dispiegate dall’assemblaggio tra istituzioni locali e internazionali: in particolare, i governi libanesi che si sono avvicendati dal 2013 hanno progressivamente implementato interventi di inclusione differenziale della popolazione di profughi, relegandone la maggioranza in uno stato di marginalità e precarietà esistenziale. Di conseguenza, per molti di loro provare ad accedere a forme di mobilità regolare si impone come uno dei pochi percorsi possibili per ottenere il riconoscimento di un livello minimo di esistenza legittima. L’analisi sviluppata in questo elaborato si basa su una ricerca etnografica condotta in Libano nella regione dell’Akkar tra il 2019 e il 2020, a cui è stata associato uno studio dell’infrastruttura tecnico-politica dei Corridoi Umanitari, un programma per la mobilità dei profughi avviato nel biennio 2016-2017, grazie alla collaborazione tra autorità italiane e una serie di associazioni religiose attive in Italia.

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Attraverso l’analisi di riviste femminili, d’attualità e di intrattenimento, fonti raccolte in archivi d’impresa (Eni e Fiat) e fonti legate al mondo pubblicitario, questa tesi vuole indagare il rapporto tra politica e consumo in Italia durante gli anni Settanta. L’analisi è partita dallo studio della crisi petrolifera del 1973, le politiche di austerità e le loro conseguenze sui costumi e i consumi, per poi estendere lo sguardo fino agli anni Ottanta, il decennio definito della “svolta edonistica”. L’analisi delle fonti ha fatto emergere come la sfera del consumo fosse un campo di confronto politico per diverse componenti della società italiana, che appoggiarono o misero in discussione, con modalità e gradi di radicalità differenti, le valutazioni sull’accesso ai consumi proprie della classe politica. I casi studio hanno fatto emergere come sui temi dell’educazione al consumo e l’accesso all’informazione ci sia stato un confronto risultato in una formalizzazione istituzionale, diventata dominante, dell’azione e dei diritti di consumatori e consumatrici. Analizzare questi meccanismi ci permette di complicare la lettura evitando una polarizzazione che veda il consumatore o come totalmente passivo e senza autonomia di pensiero o come investito di un’eccessiva possibilità di azione e di una idealizzata carica progressista. Nel corso degli anni Settanta, infatti, le visioni e prospettive sulla sfera del consumo erano molteplici e complesse e si intrecciavano con l’attualità politica, sia per quel che riguardava gli scandali e le polemiche legate alla élite politica ed economica, sia per quel che concerneva dibattiti come quello sul ruolo della donna nella società e sulla questione ambientale. L’analisi di alcune di queste narrazioni sia problematizza il rapporto tra democrazia e benessere, sia mostra alcune tappe del percorso che ha portato alle definizioni odierne di consumo e consumatore, che sono ancora oggi centrali nel rapporto tra sfera politica e sfera del consumo.

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La presente ricerca affronta il tema delle esportazioni illecite e delle spoliazioni di opere d’arte attuate dai nazisti in Italia negli anni precedenti e durante la Seconda guerra mondiale. In particolare, all’interno di tale vasta questione, si è voluto far emergere il ruolo di Giorgio Castelfranco nella salvaguardia e tutela del patrimonio artistico italiano. Giorgio Castelfranco, funzionario di soprintendenza storico dell’arte, ha apportato il proprio contributo nella tutela del patrimonio grazie a diverse azioni da lui compiute durante la propria carriera. Contributo che si può far iniziare con i primi interventi di tutela, diremmo oggi, preventiva, come la compilazione del catalogo degli oggetti d’arte e degli elenchi dei monumenti, ma anche la salvaguardia delle bellezze naturali, compiuti negli anni Venti e Trenta del Novecento, presso le Soprintendenze della Puglia, dell’Umbria e della Toscana. Con l’emergenza della Guerra poi Castelfranco fu impegnato in una vera e propria opera di recupero e ricostruzione. Quest'ultima intesa non del solo patrimonio storico-artistico e monumentale, ma anche dell’amministrazione delle Belle Arti, a cui Castelfranco ha attivamente contribuito durante la reggenza della Direzione Generale sotto il Governo Badoglio. Inoltre, in occasione dei sopralluoghi ai depositi di opere d’arte toscani e durante la Missione per il recupero delle opere d’arte in Germania del 1946-1947, Castelfranco, grazie alle proprie competenze e all’esperienza maturata in decenni di attività professionale, ebbe l’occasione di dare il proprio fondamentale contributo all’individuazione e al recupero delle opere d’arte esportate illecitamente e trafugate dai nazisti.

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The chapters of the thesis focus on a limited variety of selected themes in EU privacy and data protection law. Chapter 1 sets out the general introduction on the research topic. Chapter 2 touches upon the methodology used in the research. Chapter 3 conceptualises the basic notions from a legal standpoint. Chapter 4 examines the current regulatory regime applicable to digital health technologies, healthcare emergencies, privacy, and data protection. Chapter 5 provides case studies on the application deployed in the Covid-19 scenario, from the perspective of privacy and data protection. Chapter 6 addresses the post-Covid European regulatory initiatives on the subject matter, and its potential effects on privacy and data protection. Chapter 7 is the outcome of a six-month internship with a company in Italy and focuses on the protection of fundamental rights through common standardisation and certification, demonstrating that such standards can serve as supporting tools to guarantee the right to privacy and data protection in digital health technologies. The thesis concludes with the observation that finding and transposing European privacy and data protection standards into scenarios, such as public healthcare emergencies where digital health technologies are deployed, requires rapid coordination between the European Data Protection Authorities and the Member States guarantee that individual privacy and data protection rights are ensured.

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Nel periodo compreso tra il 2019 e il 2022 sono state testate differenti matrici biologiche di carnivori domestici e selvatici provenienti dall’Italia e da altri Paesi europei (Norvegia, Romania). Diversi saggi molecolari, tra cui real-time PCR, end-point PCR, semi-nested PCR, retrotrascrizione e rolling circle amplification, sono stati utilizzati per ricercare il DNA o l’RNA genomico di virus e batteri. Il sequenziamento dell’intero genoma o di geni informativi dei patogeni identificati ne ha inoltre consentito la caratterizzazione genetica e l’analisi filogenetica. Gli studi, svolti presso il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna, erano focalizzati nei confronti di alcuni virus a DNA, come Carnivore protoparvovirus 1 in lupi dall’appennino italiano e cani dalla Romania, adenovirus canino di tipo 1 e 2 in cani e lupi provenienti dal territorio nazionale, circovirus canino in cani e lupi italiani e volpi rosse e artiche della Norvegia; virus a RNA, come il canine distemper virus in faine recuperate nel territorio italiano e il calicivirus felino in gatti con diagnosi di poliartrite; e batteri appartenenti alla specie Anaplasma phagocytophilum in gatti deceduti e sottoposti a necroscopia in Italia. Dai risultati ottenuti è emerso che gli agenti infettivi indagati circolano nelle popolazioni di carnivori domestici e selvatici in forma asintomatica o determinando talvolta sintomatologia clinica. In alcuni animali testati è stata rilevata la coinfezione con diversi agenti patogeni, condizione che può predisporre ad un aggravamento della sintomatologia clinica. Dall’analisi filogenetica sono emerse relazioni tra gli agenti infettivi rilevati nelle differenti specie animali suggerendone la trasmissione tra ospiti domestici e selvatici e confermando il ruolo epidemiologico svolto dei carnivori selvatici nel mantenimento dei patogeni nel territorio. Alla luce dei dati ottenuti, è importante sottolineare l’importanza delle misure di profilassi, in particolare la vaccinazione degli animali da compagnia, per ridurre la trasmissione e la diffusione degli agenti infettivi.

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In the first chapter, “Political power and the influence of minorities: theory and evidence from Italy, I analyze the relationship between minority and majority in politics, and how it can influence policy outcomes. I first present a theoretical model describing the possible consequences of an increase in a minority’s political power and show how it can increase difficulties in reaching a compromise on policy outcomes between parties. Furthermore, I empirically test these implications by exploiting the introduction in 2012 of a gender quota in Italian local elections: the increase in female politicians had heterogeneous effects on the level of funding for daycare, based on its differential effects on the share of women councillors. The second chapter, “Marriage patterns and the gender gap in labor force participation: evidence from Italy, presents evidence highlighting a new possible determinant of the large gender gap in the Italian labor force: endogamy intensity. I argue that endogamy helps preserve social norms stigmatizing working women and reduces the probability of divorce, which disincentivizes women’s participation in the labor force. Endogamy is proxied by the degree of concentration of its surnames’ distribution, and I provide evidence that a more intense custom of endogamy contributed to enlarging gender participation gaps across Italian municipalities in 2001. The third chapter, “Information and quality of politicians: is transparency helping voters?”, studies how voting choices are affected by giving voters more personal information on candidates. I exploit the introduction of the “Spazzacorrotti” law in Italy in 2019, which imposed candidates at local elections to publish their CVs and criminal records before elections. I find no effects on elected candidates’ age, gender, educational level, or ideology. Moreover, I present anecdotal evidence that candidates with a criminal record received fewer votes on average, but only in the case of local media exposing it.