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Resumo:
Il cancro colorettale (CRC) rimane la prima causa di morte nei paesi occidentali.Dal 15% al 25% dei pazienti affetti da CRC presenta metastasi epatiche sincrone (CRLM) al momento della diagnosi.La resezione epatica radicale rimane l’unica terapia potenzialmente curativa in presenza di CRLM con una sopravvivenza a 5 anni compresa tra il 17% ed il 35% ed a 10 anni tra il 16% e il 23% rispettivamente. La tempistica ottimale per la resezione chirurgica in caso di presentazione sincrona di CRC è controversa.Questo studio intende dimostrare che le resezioni epatiche ecoguidate radicali ma conservative simultanee ad una resezione colorettale rappresentano una tecnica sicura ed efficace nei pazienti con CRC avanzato. 48 pazienti sono stati sottoposti ad una resezione simultanea colorettale ed epatica. L’età media +SD (range) era di 64,2+9,7 (38-84).Un solo paziente è deceduto entro 30 giorni. La mortalità post operatoria è stata complessivamente del 2,1%. Nove pazienti (18,8%) hanno sviluppato una o più complicanza ,4 (8,3%) di grado III-IV sec. Clavien-Dindo e 5 (10,4%) di grado I-II. La durata complessiva dell’intervento chirurgico simultaneo è stata di 486,6+144,0 (153-804) minuti.Questo studio conferma che le resezioni colorettali ed epatiche simultanee possono essere eseguite senza un significativo aumento della morbilità e mortalità perioperatorie, anche in pazienti sottoposti ad una resezione anteriore ultrabassa ed in quelli in cui sia indicato il clampaggio intermittente dell’ilo epatico. L’IOUS è efficace nel ridurre l’estensione della resezione epatica in pazienti sia con CRLM anche multiple e bilobari .Poichè le complicanze maggiori sono frequenti dopo resezioni epatiche maggiori simultanee, riducendo l’estensione della resezione del parenchima epatico si può avere un impatto favorevole sul decorso post operatorio.Le resezioni epatiche ecoguidate radicali ma conservative simultanee ad una resezione colorettale sono una tecnica sicura ed efficace in pazienti con carcinoma colorettale avanzato e andrebbero considerate l’opzione primaria in casi selezionati
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La mia tesi si compone di tre capitoli e analizza il concetto giapponese di MA da diverse prospettive. Nel primo capitolo, “Il concetto giapponese di MA: un vuoto a rendere”, viene introdotta la tematica. Si procede dunque alla spiegazione della presenza di caratteri cinesi nella lingua giapponese e delle ragioni del dibattito nato tra gli studiosi in merito alla sua origine. Segue una panoramica sull’applicazione del MA ai vari ambiti della vita (architettura, cerimonia del the, arti visive, teatro, sport/arti marziali, dimensione quotidiana). Nel secondo capitolo “Speech is silver, silence is golden” il silenzio viene analizzato da un punto di vista culturale. A questo proposito viene presentato lo studio dell’antropologa Takie Sugiyama Lebra che ha individuato il silenzio come sintomo di onestà, espressione dell’applicazione della discrezione sociale, indice del grado di intimità tra le persone ed infine come forma di sfida e ribellione. Nel terzo ed ultimo capitolo, “Il silenzio è una cosa che suona per chi ascolta avidamente”, il silenzio viene invece analizzato da un punto di vista linguistico. Sulla base degli studi condotti da Yamada, Shigimetsu e Hosoda, la pausa viene dunque individuata come strumento per prendere la parola, feedback, modalità per cambiare eventualmente argomento ed infine come escamotage per evitare di dire di no.
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In questo elaborato, presenterò il racconto per bambini, intitolato Ma al-mani’? (ما المانِع؟, lett. “Che cosa è proibito?”), della scrittrice palestinese Taghreed Najjar, attraverso la cui analisi e traduzione in italiano illustrerò alcune delle figure e tradizioni arabo-musulmane, presenti nell’opera. Dopo aver letto la trama del libro, che di seguito riporterò insieme alla sua traduzione, e averla confrontata con altri libri dell’autrice, mi sono convinta del fatto che Ma al-mani’? era il racconto ideale per portare una fetta di mondo arabo in occidente: basato sul ruolo di una figura tutt’oggi esistente in alcuni villaggi arabi, presenta il Ramadan sotto una luce nuova, di festa e comunione, di solidarietà e allegria. Il libro è l’emblema delle favole moderne, alternative e ricche di un nuovo significato morale. La protagonista del racconto, Samia, è il simbolo che le tradizioni esistono, vanno rispettate e portate avanti ma non per questo non possono essere modificate secondo le esigenze del momento. In un mondo troppo spesso colpito da pregiudizi, in un’era d'innovazione continua che porta alla perdita delle proprie radici, in una società divisa fra tradizionalisti e modernisti, Taghreed Najjar apre le menti sbarrate dei bambini di oggi, offrendo loro una storia ricca di coraggio e speranza, tradizione e festa, rispetto reciproco e comunione. In questo elaborato, è mia intenzione illustrarvi questa meravigliosa favola moderna, e le figure e i temi principali in essa trattati: il musahhir ((المُسَحِّر, che durante il sacro mese del Ramadan aveva il compito di svegliare all’alba gli abitanti del villaggio per il suhur (السّحور), l’ultimo pasto prima dell’inizio del digiuno giornaliero; farò una breve introduzione sull’autrice, la casa editrice e l’opera; per ultimo, proporrò la mia traduzione del racconto con un’analisi delle principali difficoltà riscontrate durante il processo traduttivo. Oltre a questo, aggiungerò in appendice, l’intervista che l’autrice del libro, Taghreed Najjar, mi ha gentilmente concesso quando stavo poggiando i primi mattoni di quella che è poi diventata, a tutti gli effetti, la mia tesi di laurea triennale.
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Lo scopo di questa tesi è di esplorare l'importanza del concetto giapponese del "ma" nella musica tradizionale, in particolare in quella del compositore Tōru Takemitsu, tramite la traduzione del saggio "The concept of 'ma' and the music of Tōru Takemitsu" (Jonathan L. Chenette, 1982) dall'inglese all'italiano. L'elaborato partirà da un'introduzione generale sul concetto del "ma" nella mentalità giapponese, per proseguire con la biografia di Tōru Takemitsu e una panoramica dei motivi che hanno portato a scegliere la traduzione del saggio di Chenette. Dopo la traduzione in sé e per sé e il commento della stessa, sarà anche fornito in appendice un glossario inglese-italiano della terminologia musicale utilizzata dall'autore all'interno del saggio.
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Detrital zircon and igneous zircon U-Pb ages are reported from Proterozoic metamorphic rocks in northern New Mexico. These data give new insight into the provenance and depositional age of a >3-km-thick metasedimentary succession and help resolve the timing of orogenesis within an area of overlapping accretionary orogens and thermal events related to the Proterozoic tectonic evolution of southwest Laurentia. Three samples from the Paleoproterozoic Vadito Group yield narrow, unimodal detrital zircon age spectra with peak ages near 1710 Ma. Igneous rocks that intrude the Vadito Group include the Cerro Alto metadacite, the Picuris Pueblo granite, and the Penasco quartz monzonite and yield crystallization ages of 1710 +/- 10 Ma, 1699 +/- 3 Ma, and 1450 +/- 10 Ma, respectively. Within the overlying Hondo Group, a metamorphosed tuff layer from the Pilar Formation yields an age of 1488 +/- 6 Ma and represents the first direct depositional age constraint on any part of the Proterozoic metasedimentary succession in northern New Mexico. Detrital zircon from the overlying Piedra Lumbre Formation yield a minimum age peak of 1475 Ma, and similar to 60 grains (similar to 25%) yield ages between 1500 Ma and 1600 Ma, possibly representing non-Laurentian detritus originating from Australia and/or Antarctica. Detrital zircons from the basal metaconglomerate and the middle quartzite member of the Marquenas Formation yield minimum age peaks of 1472 Ma and 1471 Ma, consistent with earlier results. We interpret the onset of ca. 1490-1450 Ma deposition followed by tectonic burial, regional Al2SiO5 triple-point metamorphism, and ductile deformation at depths of 12-18 km to reflect a Mesoproterozoic contractional orogenic event, possibly related to the final suturing of the Mazatzal crustal province to the southern margin of Laurentia. We propose to call this event the Picuris orogeny.
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Preliminary detrital zircon age distributions from Mazatzal crustal province quartzite and schist exposed in the Manzano Mountains and Pedernal Hills of central New Mexico are consistent with a mixture of detritus from Mazatzal age (ca. 1650 Ma), Yavapai age (ca. 1720 Ma.), and older sources. A quartzite sample from the Blue Springs Formation in the Manzano Mountains yielding 67 concordant grain analyses shows two dominant age peaks of 1737 Ma and 1791 Ma with a minimum peak age of 1652 Ma. Quartzite and micaceous quartzite samples from near Pedernal Peak give unimodal peak ages of ca. 1695 Ma and 1738 Ma with minimum detrital zircon ages of ca. 1625 Ma and 1680 Ma, respectively. A schist sample from the southern exposures of the Pedernal Hills area gives a unimodal peak age of 1680 Ma with a minimum age of ca. 1635 Ma. Minor amounts of older detritus (>1800 Ma) possibly reflect Trans-Hudson, Wyoming, Mojave Province, and older Archean sources and aid in locating potential source terrains for these detrital zircon. The Blue Springs Formation metarhyolite from near the top of the Proterozoic section in the Manzano Mountains yields 71 concordant grains that show a preliminary U-Pb zircon crystallization age of 1621 ¿ 5 Ma, which provides a minimum age constraint for deposition in the Manzano Mountains. Normalized probability plots from this study are similar to previously reported age distributions in the Burro and San Andres Mountains in southern New Mexico and suggest that Yavapai Province age detritus was deposited and intermingled with Mazatzal Province age detritus across much of the Mazatzal crustal province in New Mexico. This data shows that the tectonic evolution of southwestern Laurentia is associated with multiple orogenic events. Regional metamorphism and deformation in the area must postdate the Mazatzal Orogeny and ca. 1610 Ma ¿ 1620 Ma rhyolite crystallization and is attributed to the Mesoproterozoic ca. 1400 ¿ 1480 Ma Picuris Orogeny.