954 resultados para Confessio novorum catholicorum, ad papatum perversorum, in Hungaria.


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Background. Genetic influences have been shown to play a major role in determining the risk of alcohol dependence (AD) in both women and men; however, little attention has been directed to identifying the major sources of genetic variation in AD risk. Method. Diagnostic telephone interview data from young adult Australian twin pairs born between 1964 and 1971 were analyzed. Cox regression models were fitted to interview data from a total of 2708 complete twin pairs (690 MZ female, 485 MZ male, 500 DZ female, 384 DZ male, and 649 DZ female/male pairs). Structural equation models were fitted to determine the extent of residual genetic and environmental influences on AD risk while controlling for effects of sociodemographic and psychiatric predictors on risk. Results. Risk of AD was increased in males, in Roman Catholics, in those reporting a history of major depression, social anxiety problems, and conduct disorder, or (in females only) a history of suicide attempt and childhood sexual abuse; but was decreased in those reporting Baptist, Methodist, or Orthodox religion, in those who reported weekly church attendance, and in university-educated males. After allowing for the effects of sociodemographic and psychiatric predictors, 47 % (95 % CI 28-55) of the residual variance in alcoholism risk was attributable to additive genetic effects, 0 % (95 % CI 0-14) to shared environmental factors, and 53 % (95 % CI 45-63) to non-shared environmental influences. Conclusions. Controlling for other risk factors, substantial residual heritability of AD was observed, suggesting that psychiatric and other risk factors play a minor role in the inheritance of AD.

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Self-adaptive systems have the capability to autonomously modify their behaviour at run-time in response to changes in their environment. Such systems are now commonly built in domains as diverse as enterprise computing, automotive control systems, and environmental monitoring systems. To date, however, there has been limited attention paid to how to engineer requirements for such systems. As a result, selfadaptivity is often constructed in an ad-hoc manner. In this paper, we argue that a more rigorous treatment of requirements relating to self-adaptivity is needed and that, in particular, requirements languages for self-adaptive systems should include explicit constructs for specifying and dealing with the uncertainty inherent in self-adaptive systems. We present some initial thoughts on a new requirements language for selfadaptive systems and illustrate it using examples from the services domain. © 2008 IEEE.

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Self-adaptive systems have the capability to autonomously modify their behaviour at run-time in response to changes in their environment. Self-adaptation is particularly necessary for applications that must run continuously, even under adverse conditions and changing requirements; sample domains include automotive systems, telecommunications, and environmental monitoring systems. While a few techniques have been developed to support the monitoring and analysis of requirements for adaptive systems, limited attention has been paid to the actual creation and specification of requirements of self-adaptive systems. As a result, self-adaptivity is often constructed in an ad-hoc manner. In this paper, we argue that a more rigorous treatment of requirements explicitly relating to self-adaptivity is needed and that, in particular, requirements languages for self-adaptive systems should include explicit constructs for specifying and dealing with the uncertainty inherent in self-adaptive systems. We present RELAX, a new requirements language for selfadaptive systems and illustrate it using examples from the smart home domain. © 2009 IEEE.

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In questo elaborato viene sperimentato un iter processuale che consenta di utilizzare i sensori termici affiancati a fotocamere digitale in ambito fotogrammetrico al fine di ottenere prodotto dal quale sono estrapolabili informazioni geometriche e termiche dell’oggetto di studio. Il rilievo fotogrammetrico è stato svolto mediante l’utilizzo di un drone con equipaggiamento multisensoriale, termico e digitale, su una porzione di territorio soggetto ad anomalie termiche nei pressi di Medolla (MO). Per l’analisi termica e geometrica sono stati posizionati sul campo 5 target termici di cui ne sono state misurate le coordinate per la georeferenziazione delle nuvole dense di punti e la temperatura. In particolare sono state eseguite due riprese aeree dalle quali sono stati estratti i frame necessari per i processi di restituzione fotogrammetrica. Le immagini sono state sottoposte ad una fase di trattamento che ha prodotto immagini rettificate prive di delle distorsioni impresse dall’obbiettivo. Per la creazione degli elaborati vettoriali e raster a colori e termici sono stati impiegati inizialmente software di fotogrammetria digitale in grado di fornire scene tridimensionali georeferenziate dell’oggetto. Sono state sviluppate sia in un ambiente open-source, sia sfruttando programmi commerciali. Le nuvole dense sono state successivamente trattate su una piattaforma gratuita ad interfaccia grafica. In questo modo è stato possibile effettuare dei confronti tra i diversi prodotti e valutare le potenzialità dei software stessi. Viene mostrato come creare un modello tridimensionale, contenente sia informazioni geometriche che informazioni termiche, partendo dalla nuvola termica e da quella a colori. Entrambe georeferenziate utilizzando gli stessi punti fotogrammetrici d’appoggio. Infine i prodotti ottenuti sono stati analizzati in un ambiente GIS realizzando sovrapposizioni grafiche, confronti numerici, interpolazioni, sezioni e profili.

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Lo scopo di questa tesi è quello di analizzare a fondo il concetto sovrastruttura ferroviaria senza ballast e sottolinearne pregi e difetti rispetto a quella tradizionale con pietrisco, al fine di identificare chiaramente quando e dove i sistemi senza massicciata forniscono prestazioni migliori. L'aumento dei costi di manutenzione delle sovrastrutture ferroviarie al giorno d'oggi stanno aprendo la strada a nuovi sistemi, la maggior parte sviluppati in paesi che hanno linee di velocità elevate e tanti altri paesi si stanno preparando per aggiornare le proprie linee esistenti, nonché per creare nuove linee ferroviarie ad alta velocità. In molti casi i sistemi senza ballast sembrano avere le potenzialità per offrire un servizio per linee ad alta velocità più efficiente rispetto alle tracce tradizionali con ballast, soprattutto a causa della loro maggiore stabilità strutturale, del basso bisogno di manutenzione e del lungo ciclo di vita. Il primo capitolo è dedicato alla descrizione della struttura del binario tradizionale con ballast analizzando gli strati che formano la sovrastruttura. Il secondo capitolo è dedicato alla descrizione di varie tipologie, utilizzate nel mondo, di sovrastrutture ferroviarie senza ballast, di ognuna di esse sono state elencate le caratteristiche costruttive e prestazionali. Il terzo capitolo è dedicato al confronto tra le due tipologie di sovrastruttura, sono state descritte le capacità elastiche e deformative delle due soluzioni, il degrado cui incorrono le due soluzioni, gli stati sollecitanti a cui sono sottoposte e la risposta delle stesse. Di particolare importanza è il confronto di costo dei due sistemi e il rumore e le vibrazioni generate da questi; infatti negli ultimi anni questi sono gli aspetti fondamentali su cui si basa la scelta di un sistema costruttivo; a seguito di questo confronto è stato possibile trarre le conclusioni.

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Aprender ciencia requiere aprender modelos y reconstruirlos en el aula. Los docentes que enseñan ciencia utilizan habitualmente en sus clases modelos científicos, los cuales constituyen una forma de representar la realidad. Se les atribuye a los modelos diferentes funciones: representar estructuras y fenómenos, ayudar en la visualización de entidades abstractas o microscópicas, asistir en la interpretación de resultados experimentales, entre otras. Los modelos científicos requieren un elevado nivel de abstracción, esto hace que muchas veces el alumnado encuentre dificultad en la comprensión e interpretación de los mismos. El presente trabajo se propone caracterizar las representaciones construidas por alumnos universitarios de la carrera de Psicología sobre el modelo de membrana citoplasmática y analizar su utilidad en las clases de Biología y su relevancia en el proceso de enseñanza aprendizaje. Para este fin se utilizó como instrumento una encuesta, elaborada ad hoc, que fue procesada a través de una estrategia metodológica mixta, estableciendo categorías. A partir del análisis del modelo explícito de la membrana citoplasmática expresado por los alumnos en las respuestas, se pondrán de manifiesto las características de los modelos mentales elaborados por ellos. De los resultados se desprende que aquellas investigaciones que se propongan interpretar la manera en que las personas construyen sus representaciones sobre determinados fenómenos, aportarán a la didáctica de las ciencias para mejorar el aprendizaje de los estudiantes; por otro lado se concluye que la analogía del modelo de membrana como mosaico fluido resulta poco significativa para los alumnos, que a menudo incorporan estos conceptos memorísticamente, representando un modelo que no es completamente científico. El trabajo con imágenes exige la mediación didáctica; resulta por eso necesario que los docentes comprendan que el razonamiento basado en modelos es una habilidad altamente deseable, pero requiere extenso entrenamiento y práctica dentro del ámbito áulico

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Aprender ciencia requiere aprender modelos y reconstruirlos en el aula. Los docentes que enseñan ciencia utilizan habitualmente en sus clases modelos científicos, los cuales constituyen una forma de representar la realidad. Se les atribuye a los modelos diferentes funciones: representar estructuras y fenómenos, ayudar en la visualización de entidades abstractas o microscópicas, asistir en la interpretación de resultados experimentales, entre otras. Los modelos científicos requieren un elevado nivel de abstracción, esto hace que muchas veces el alumnado encuentre dificultad en la comprensión e interpretación de los mismos. El presente trabajo se propone caracterizar las representaciones construidas por alumnos universitarios de la carrera de Psicología sobre el modelo de membrana citoplasmática y analizar su utilidad en las clases de Biología y su relevancia en el proceso de enseñanza aprendizaje. Para este fin se utilizó como instrumento una encuesta, elaborada ad hoc, que fue procesada a través de una estrategia metodológica mixta, estableciendo categorías. A partir del análisis del modelo explícito de la membrana citoplasmática expresado por los alumnos en las respuestas, se pondrán de manifiesto las características de los modelos mentales elaborados por ellos. De los resultados se desprende que aquellas investigaciones que se propongan interpretar la manera en que las personas construyen sus representaciones sobre determinados fenómenos, aportarán a la didáctica de las ciencias para mejorar el aprendizaje de los estudiantes; por otro lado se concluye que la analogía del modelo de membrana como mosaico fluido resulta poco significativa para los alumnos, que a menudo incorporan estos conceptos memorísticamente, representando un modelo que no es completamente científico. El trabajo con imágenes exige la mediación didáctica; resulta por eso necesario que los docentes comprendan que el razonamiento basado en modelos es una habilidad altamente deseable, pero requiere extenso entrenamiento y práctica dentro del ámbito áulico

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Aprender ciencia requiere aprender modelos y reconstruirlos en el aula. Los docentes que enseñan ciencia utilizan habitualmente en sus clases modelos científicos, los cuales constituyen una forma de representar la realidad. Se les atribuye a los modelos diferentes funciones: representar estructuras y fenómenos, ayudar en la visualización de entidades abstractas o microscópicas, asistir en la interpretación de resultados experimentales, entre otras. Los modelos científicos requieren un elevado nivel de abstracción, esto hace que muchas veces el alumnado encuentre dificultad en la comprensión e interpretación de los mismos. El presente trabajo se propone caracterizar las representaciones construidas por alumnos universitarios de la carrera de Psicología sobre el modelo de membrana citoplasmática y analizar su utilidad en las clases de Biología y su relevancia en el proceso de enseñanza aprendizaje. Para este fin se utilizó como instrumento una encuesta, elaborada ad hoc, que fue procesada a través de una estrategia metodológica mixta, estableciendo categorías. A partir del análisis del modelo explícito de la membrana citoplasmática expresado por los alumnos en las respuestas, se pondrán de manifiesto las características de los modelos mentales elaborados por ellos. De los resultados se desprende que aquellas investigaciones que se propongan interpretar la manera en que las personas construyen sus representaciones sobre determinados fenómenos, aportarán a la didáctica de las ciencias para mejorar el aprendizaje de los estudiantes; por otro lado se concluye que la analogía del modelo de membrana como mosaico fluido resulta poco significativa para los alumnos, que a menudo incorporan estos conceptos memorísticamente, representando un modelo que no es completamente científico. El trabajo con imágenes exige la mediación didáctica; resulta por eso necesario que los docentes comprendan que el razonamiento basado en modelos es una habilidad altamente deseable, pero requiere extenso entrenamiento y práctica dentro del ámbito áulico

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The Holocene sediment record of Lake Tiefer See exhibits striking alternations between well-varved and non-varved intervals. Here we present a high resolution multi-proxy record for the past ~6000 years and discuss possible causes for the observed sediment variability. This approach comprises of microfacies, geochemical and microfossil analyses as well as of a multiple dating concept including varve counting, tephrochronology and radiocarbon dating. Four periods of predominantly well-varved sediment were identified at 6000-3950 cal. a BP, 3100-2850 cal. a BP, 2100-750 cal. a BP and AD 1924-present. Except of sub-recent varve formation, these periods are considered to reflect reduced lake circulation and consequently, stronger anoxic bottom water conditions. In contrast, intercalated intervals of poor varve preservation or even extensively mixed non-varved sediments indicate strengthened lake circulation. Sub-recent varve formation since AD 1924 is, in addition to natural forcing, influenced by enhanced lake productivity due to modern anthropogenic eutrophication. The general increase in periods of intensified lake circulation in Lake Tiefer See since ~4000 cal. a BP presumably is caused by gradual changes in Northern Hemisphere orbital forcing, leading to cooler and windier conditions in Central Europe. Superimposed decadal to centennial scale variability of the lake circulation regime likely is the result of additional human-induced changes of the catchment vegetation. The coincidence of major non-varved periods at Lake Tiefer See and intervals of bioturbated sediments in the Baltic Sea implies a broader regional significance of our findings.

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Pb and Ba concentrations and Pb isotopic compositions are reported for firn core and snow pit samples from Victoria Land, Antarctica, dating from 1872 AD to 1994 AD. From variations in Pb/Ba ratios and Pb isotopic compositions, two periods of major Pb enhancements were identified, from 1891 to 1908 AD and from 1948 to 1994 AD. The earlier pollution event is attributed to Pb emissions from non-ferrous metal production and coal combustion in the Southern Hemisphere and is in excellent agreement with coincident pollution inputs reported in firn/ice cores from two other regions of Antarctica, at Coats Land and Law Dome. Using Pb isotopic systematics, it was calculated that ~50% of Pb deposited in Victoria Land in 1897 originated from anthropogenic emission sources. The more recent period of Pb enhancements, from 1948 to 1994 AD, corresponds to the introduction and widespread use of gasoline alkyl Pb additives in automobiles in the Southern Hemisphere, with anthropogenic Pb inputs averaging 60% of total Pb but with large uncertainty. Intra- and inter-annual variations in Pb concentrations and isotopic compositions were evaluated in snow pits samples corresponding to the period 1991-1994. Substantial variations in Pb/ Ba and 206Pb/207Pb ratios were detected but the absence of a regular seasonal pattern for these parameters suggests that the transport and deposition of aerosols to the Antarctic ice sheet are complex and vary from year to year.

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FKBPL and its peptide derivatives have already demonstrated well-established inhibitory effects on cancer growth and CD44-dependent anti-angiogenic activity. Since cancer stem cells (CSCs) are CD44 positive, we wanted to explore if these therapeutics could specifically target CSCs in breast and ovarian cancer. In a tumoursphere assay, FKBPL stable overexpression or FKBPL-based peptide (AD-01, preclinical peptide or ALM201, clinical peptide candidate) treatment were highly effective at reducing the CSC population measured by inhibiting tumoursphere forming efficiency in breast and ovarian cancer cell lines and primary breast cancer samples from both solid breast tumours and pleural effusions. Flow cytometry, to assess the ESA+/CD44+/CD24- and ALDH+ cell subpopulations representative of CSCs, validated these results. The ability of AD-01 and ALM201 to inhibit the self-renewal capacity of CSCs was confirmed across three generations, eradicating CSC completely by the third generation (p<0.001). Furthermore, clonogenic assay demonstrated that FKBPL-based peptides mediated CSC differentiation, with a significant decrease in the number of CSCs or holoclones and an associated increase in differentiated cancer cells or meroclones/paraclones. In addition, AD-01 treatment in vitro and in vivo led to a significant reduction in the stem cell markers, Nanog, Sox2 and Oct4 protein and mRNA levels; whilst transfection of FKBPL-targeted siRNAs led to an increase in these markers and in tumoursphere forming potential, highlighting the endogenous role of FKBPL in stem cell signalling. The clinical relevance of this was confirmed using a publically available microarray data set (GSE7390), where, high FKBPL and low Nanog expression were independently associated with improved overall survival in breast cancer patients (log rank test p=0.03; hazard ratio=3.01). Additionally, when AD-01 was combined with other agents, we observed additive activity with the Notch inhibitor, DAPT and AD-01 was also able to abrogate a chemo- and radiotherapy induced enrichment in CSCs. Importantly, using gold standard in vivo limiting dilution assays we demonstrated a delay in tumour initiation and reoccurrence in AD-01 treated xenografts. In summary, FKBPL-based peptides appear to have dual anti-angiogenic and anti-CSC activity which will be advantageous as this agent enters clinical trial.

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Dans les dernières années, les études sur les maladies neurodégénératives telles que la maladie d’Alzheimer (MA) et la maladie de Parkinson sans démence (MP) et avec démence (MPD) ont été nombreuses, mais la différenciation de ces patients sur la base de leur profil cognitif doit être encore améliorée. Effectivement, l’évaluation clinique peut s’avérer difficile en raison du peu de spécificité dans la présentation de leurs déficits neuropsychologiques. Ceci s’explique par la variabilité et le chevauchement des processus cliniques et pathologiques affectant essentiellement les mêmes régions/fonctions, soit celles liées aux lobes temporaux médians (LTM)/Mémoire (fonction LTM/Mémoire) et aux lobes frontaux (LF)/Fonctions exécutives (fonction LF/Exécutive). Toutefois, il existerait une distinction critique au niveau de l’intégrité relative de ces fonctions dans ces maladies neurodégénératives, ce qui permettrait d’identifier des déficits cognitifs spécifiques à la MA, la MP et la MPD. La présente thèse s’inscrit dans cette volonté de caractériser les profils cognitifs propres à la MA, la MP et la MPD, plus précisément par l’étude novatrice de la mémoire de source et des faux souvenirs. Les quatre chapitres qui composent cette thèse servent donc à documenter la nature de ces mécanismes mnésiques, leurs patrons de performance spécifiques dans la MA, la MP et la MPD, et leur sensibilité aux atteintes des fonctions LTM/Mémoire et LF/Exécutive. Ainsi, le Chapitre I démontre la pertinence d’étudier la mémoire de source et les faux souvenirs dans la MA, la MP et la MPD, en décrivant leurs interactions avec les fonctions LTM/Mémoire et LF/Exécutive, toutes les deux atteintes dans ces maladies. Le Chapitre II, présenté sous forme d’article, révèle des déficits en mémoire de source chez des patients MP, mais seulement dans l’une des tâches employées. Également, malgré des atteintes des fonctions LF/Exécutive et LTM/Mémoire, il est démontré que seule la fonction LTM/Mémoire est liée à l’altération de la mémoire de source chez les patients MP. Le Chapitre III, également sous forme d’article, illustre un taux anormal de faux souvenirs chez des patients MA, tandis que chez des patients MP et MPD, il est démontré qu’ils ont un taux de faux souvenirs comparable à celui des participants contrôles. Il est également rapporté que malgré l’atteinte de la fonction LF/Exécutive chez les patients MA, MP et MPD, elle est seulement liée à l’augmentation des faux souvenirs chez les patients MA. Finalement, dans le dernier Chapitre (IV), les résultats obtenus sont discutés dans leur ensemble à la lumière des prédictions et connaissances actuelles, tout en identifiant les limites afin d’orienter les perspectives de recherche.

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Negli ultimi decenni l’attenzione alle tematiche della sostenibilità ambientale e dell’inquinamento globale da parte dell’opinione pubblica e delle imprese è in costante aumento. Una tra le principali fonti di inquinamento è costituita dai rifiuti, e di conseguenza, la loro gestione e il loro smaltimento sono diventate una priorità, non solo per le istituzioni, ma anche per le imprese e per i cittadini. Inoltre la crescita della domanda delle risorse presenti in natura è in costante aumento e l’approvvigionamento di esse si è rivelato essere invece soggetto a significativi limiti. In questo attuale contesto quindi, il modello economico lineare fino ad oggi utilizzato, “take-make-dispose”, non risulta più idoneo. Si è sviluppato così il concetto di “Economia Circolare”. L’obiettivo di questa economia è quello di eliminare il concetto di scarto, il rifiuto deve essere considerato una vera e propria risorsa. In questo sistema tutte le attività, a partire dall’ estrazione fino ad arrivare alla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di uno diventino risorse per un altro. L’obiettivo della tesi è quello di applicare il concetto di Economia Circolare al mercato dei dispositivi tessili per sala operatoria (DTSO), utilizzando la valutazione del ciclo di vita di un prodotto (analisi LCA) in modo da individuare le fasi più critiche e poter operare dei miglioramenti. Dopo essere stati sottoposti a 70 cicli di lavaggio e sterilizzazione i dispositivi TTR (Tessuti Tecnici Riutilizzabili) non sono più idonei ad essere utilizzati in ambito ospedaliero e vengono smaltiti in discarica , così come vengono smaltiti altri miliardi di rifiuti ogni giorno.Questi tessuti, seppur non conformi agli standard qualitativi richiesti dalle norme ospedaliere, possono essere riciclati o riutilizzati in prodotti di altro tipo. L’obiettivo di questo lavoro è quello di reimmettere questi dispositivi in un ciclo di vita di un nuovo prodotto, in ottica appunto di economia circolare.