988 resultados para B C-akt
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The study of the objects LaTène type found in middle-eastern alpine region (Trentino Alto Adige-Südtirol, Engadina, North Tirol, Voralberg and Villach basin) is aimed to a better comprehension of the complex net of relationships established among the Celts, settled both in the central Europe territories and, since the IV century b.C., in the Po Plain, and the local populations. The ancient authors, who called the inhabitants of this area Raeti, propose for this territory the usual pattern according to which, the population of a region was formed consequently to a migration or was caused by the hunting of pre-existing peoples. The archaeologists, in the last thirty years, recognized a cultural facies typical of the middle-eastern alpine territory during the second Iron Age, and defined that as Fritzens-Sanzeno culture (from the sites of Fritzens, Inn valley, and Sanzeno, Non Valley). The so-called Fritzens-Sanzeno culture spread out without breaks from the material culture of the final Bronze Age and the first Iron Age. This local substratum, characterized by a ceramic repertoire strongly standardized, by peculiar architectural solutions and by a particular typology of rural sacred places (Brandopferplätze), accepted, above all during the second Iron Age, the strong influences coming from the Etruscan world and from the Celtic one (evident in the presence of objects of ornament, of glass artefacts, of elements of the weaponry and of coins). The objects LaTène type become, with different degrees of reliability, important markers of the relationships existing between the Celts and the Raeti, although the ways of interaction (cultural influence, people's movements, commercial exchanges, gifts among élites etc.) is not still clear. The revision of published data and the study of unpublished materials allows to define a rich and articulated picture both to chronological level and to territorial one.
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Eine wesentliche Voraussetzung für die maligne Transformation von Zellen ist die Inaktivierung des programmierten Zelltodes (Apoptose). Die dabei erworbenen Defekte der Apoptose-Signalwege führen häufig zu Resistenzen gegenüber Radio- und Chemotherapien. Immuntherapeutische Ansätze haben zum Ziel, solche resistenten Tumorzellen spezifisch zu entfernen. Resistenzen gegenüber Immuntherapien können wiederum in einer gestörten Immunerkennung der Tumorzellen oder deren Resistenz gegenüber Immuneffektormechanismen begründet sein. Ziel der vorliegenden Arbeit war, zu überprüfen, ob durch Proteinkinase B (PKB)/Akt Immunresistenz vermittelt werden kann. Hierbei zeigte sich, dass die Aktivierung des PKB/Akt-Signalweges in Tumorzellen einen deutlichen Schutz gegenüber verschiedenen Apoptosestimuli in vitro vermittelt. Die konditionale Aktivierung von PKB/Akt hemmte sowohl die pharmakologisch, als auch die durch ZTL induzierte Apoptose-Signalkaskade über eine posttranskriptionelle Stabilisierung des anti-apoptotischen Proteins MCL-1. Diese Beobachtung konnte auch in einem murinen Tumorimmuntherapiemodell in vivo bestätigt werden. Unstimulierte Splenozyten von C57Bl/6-Mäusen wurden adoptiv in NOD/SCID-Mäuse mit etablierten, PKB/Akt-exprimierenden, murinen Fibrosarkomen transferiert. Die konditionale Aktivierung von PKB/Akt inhibierte den tumorsuppressiven Effekt dieser transplantierten Splenozyten signifikant. Des Weiteren konnte gezeigt werden, dass die PKB/Akt-abhängige Immunresistenz auch in vivo durch anti-apoptotisches MCL-1 vermittelt wird. PKB/Akt-exprimierende Fibrosarkome mit supprimierter endogener MCL-1-Expression verloren ihre Resistenz gegenüber der durch adoptiven Splenozytentransfer vermittelten Tumorsuppression. Dies bestätigte endogenes MCL-1 als entscheidenden Faktor der PKB/Akt-vermittelten Immunresistenz. Ferner konnte gezeigt werden, dass eine Hemmung der PKB/Akt-induzierten Signaltransduktion auf der Ebene der nachgeschalteten Kinase mTOR etablierte Fibrosarkome gegenüber adoptiver Lymphozytentherapie sensitiviert. Der mTOR-Inhibitor Rapamycin verhinderte die PKB/Akt-induzierte Aufregulation von MCL-1 und die damit einhergehende Resistenzentwicklung in vivo. Zusammengefasst wurde erstmalig gezeigt, dass eine Deregulation des PKB/Akt-Signalweges Resistenz gegenüber immunologischer Tumorsuppression vermitteln kann. PKB/Akt stellt somit ein entscheidendes Zielmolekül für die Verbesserung von Krebsimmuntherapien dar.
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La monografia propone un’analisi del periodo ca. 478-461 a.C. della storia ateniese e delle vicende di Cimone figlio di Milziade entro il contesto contemporaneo. Lo studio dell’Atene, e più in generale di varie realtà elleniche affacciate sull’Egeo, negli immediati anni ‘post-persiani’ si articola in due parti: la prima ripercorre in senso cronologico le notizie, essenzialmente letterarie, disponibili in merito alle attività politiche e militari di Atene, quale guida dell’alleanza greca; la seconda trae conclusioni di respiro più ampio, fondate sull’analisi precedente, e cerca una sintesi del periodo e del personaggio nel superamento di stereotipi e condizionamenti letterari. In tale ottica si esprime una riflessione, a partire dalla scarna trattazione tucididea, sui meccanismi attraverso i quali la tradizione ha deformato e sedimentato le informazioni disponibili generando un progressivo arricchimento che ha portato alla definizione, di fatto, di una ‘era cimoniana’ che è possibile mettere in discussione in alcuni tratti essenziali. Si mira dunque a proporre una valutazione del periodo priva di alcuni elementi, in ultimo evidenti soprattutto nell’approccio plutarcheo alla materia, che appaiono alieni al contesto di riferimento per la prima parte del V secolo: i temi principali ai quali si dedica la riflessione sono quelli dell’imperialismo ateniese, del filolaconismo, della bipolarità tra democrazia e oligarchia, della propaganda politico-mitologica. Il rapporto di Atene con Sparta, con gli Ioni e con le altre realtà del mondo egeo viene letto alla luce degli indizi disponibili sul clima di incertezza e di delicati equilibri creatosi all’indomani della ritirata delle forze persiane. Il ritratto di Cimone che si propone è quello di una figura indubbiamente significativa nella politica contemporanea ma, al contempo, fortemente condizionata e talora adombrata da dinamiche in qualche modo condivise all’interno dello scenario politico ateniese, improntato alla soddisfazione di necessità e volontà che la tradizione renderà archetipiche del paradigma democratico.
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La Tesi Materiale epigrafico per la ricostruzione dei contatti nel Mediterraneo tra il 1200 a.C. e il 500 a.C. si propone di illustrare i complessi rapporti instauratisi tra i vari popoli che si affacciarono sulle rive del Mediterraneo e nelle sue vicinanze, tra il 1200 e il 500 a.C. circa, quali emergono dalle iscrizioni disponibili, principalmente greche e semitiche (soprattutto fenicie, ebraiche, aramaiche e assire), prendendo tuttavia in esame anche iscrizioni ittite, egiziane, frigie, etrusche e celtiche. Le date suddette riguardano due eventi cruciali, che sconvolsero il Mediterraneo: gli attacchi dei Popoli del Mare, che distrussero l'Impero Ittita e indebolirono l'Egitto, e le guerre Persiane. Le iscrizioni riportate sono 1546, quasi sempre traslitterate, tradotte, e accompagnate da un'immagine, da riferimenti bibliografici essenziali e da una breve motivazione del collegamento proposto. Il quadro che si delinea ben testimonia la complessità dei rapporti che si intrecciarono in quel periodo: si pensi alle centinaia di graffiti greci trovati a Naucrati, in Egitto, o alle decine di iscrizioni greche trovate a Gravisca. Anche le iscrizioni aramaiche e assire attestano gli stretti rapporti che si formarono tra Siria e Mesopotamia; ugualmente Iran e Arabia sono, direttamente o indirettamente, collegati a Etruria e Grecia; così troviamo un'iscrizione greca nel cuore dell'Impero Persiano, e un cratere laconico nel centro della Gallia. In realtà lo scopo di questo lavoro è anche quello di mettere in contatto due mondi sostanzialmente separati, ossia quello dei Semitisti e quello dei Grecisti, che solo apparentemente si conoscono e collaborano. Inoltre vorrei soavemente insinuare l'idea che la tesi di Joseph Naveh, che ipotizzò che gli alfabeti greci abbiano tratto origine in prima istanza dalle iscrizioni protocananaiche, nel XII sec. a.C., è valida, e che solo in un secondo tempo i Fenici abbiano dato il loro apporto.
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Delineating the mechanism(s) of BDNF/TrkB mediated proliferation in Neuroblastoma Timothy Christopher Graham, B.S. Supervisory Professor: Patrick Zweidler-McKay, MD/PhD Neuroblastoma is the most common extra-cranial solid tumor in children, arising from neural crest precursor cells. The neurotrophin receptors (TrkA/B/C) have been implicated as important prognostic markers, linking the biology of the tumor to patient outcome. High expression of TrkA and TrkC receptors have been linked to favorable biological features and high patient survival, while TrkB is expressed in unfavorable, aggressive tumors. Several studies suggest that high levels and activation of TrkB by its ligand brain-derived neurotrophic factor (BDNF) stimulates tumor cell survival, proliferation, and chemoresistance. However, little is known about the molecular mechanisms that regulate proliferation. The TrkB signaling pathway in neuroblastoma cells has been difficult to evaluate due to the loss of TrkB expression when the cells are used in vitro. Here we determined the role of proximal signaling pathways downstream of TrkB on neuroblastoma proliferation. By analyzing a panel of neuroblastoma cell lines, we found that the SMS-KCN cells express detectable levels of protein and mRNA levels of TrkB as analyzed by western, RT-PCR, and surface expression by flow cytometry. By the addition of exogenous human recombinant BDNF, we showed that activation of TrkB is important in the proliferation of the cells and can be repressed by inhibiting TrkB kinase function. By BDNF stimulation and use of specific kinase inhibitors, the common pathways involving PLCg, PI3K/AKT, and MAPK were initially investigated in addition to PI3K/MTOR and FYN pathways. We demonstrate for the first time that Fyn plays a critical role in TrkB mediated proliferation in neuroblastoma. Constitutively active and over-expressed Fyn reduced neuroblastoma proliferation, as measured by PCNA expression. Knockdown of Fyn by shRNA was shown to cooperate with activated TrkB for an enhanced proliferative response. Although TrkB activation has been implicated in the proliferation of neuroblastoma cells, little is known about its effects on cell cycle regulation. Protein levels of pRB, CDK2, CDK4, CDC25A, cyclin D1, and cyclin E were analyzed following BDNF stimulation. We found that BDNF mediated activation of TrkB induces multiple common proximal signaling pathways including the anti-proliferative Fyn pathway and drives cell cycle machinery to enhance the proliferation of neuroblastoma cells.
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$\rm Ca\sp{2+}$-dependent exposure of an N-terminal hydrophobic region in troponin C (TnC) is thought to be important for the regulation of contraction in striated muscle. To study these conformational changes in cardiac troponin (cTnC), the $\varepsilon$C and $\varepsilon$H chemical shifts for all 10 Met residues in cTnC were sequence-specific assigned on NMR spectra using a combination of two dimensional NMR techniques and site-directed mutagenesis. The assigned methyl-Met chemical shifts were used as structural markers to monitor conformational changes induced by $\rm Ca\sp{2+}.$ The results showed that binding of $\rm Ca\sp{2+}$ to the regulatory site in the N-domain induced large changes in the $\varepsilon$H and $\varepsilon$C chemical shifts of Met 45, Met 80, Met 81 in the predicted N-terminal hydrophobic region, but had no effect on the chemical shifts of Met residues located in the C-domain. These results suggest that the $\rm Ca\sp{2+}$-dependent functions of cTnC are mainly through N-terminal domain of cTnC.^ To further define the molecular mechanism by which TnC regulates muscle contraction, single Cys residues were engineered at positions 45, 81, 84 or 85 in the N-terminal hydrophobic region of cTnC to provide sites for attachment of specific blocking groups. Blocking groups were coupled to these Cys residues in cTnC mutants and the covalent adducts were tested for activity in TnC-extracted myofibrils. Covalent modification of cTnC(C45) had no effect on maximal myofibril ATPase activity. Greatly decreased myofibril ATPase activity resulted when the peptide or biotin was conjugated to residue 81 in cTnC(C81), while less inhibition resulted from covalent modification of cTnC(C84) or cTnC(C85). The results suggest that limited sites of the N-terminal hydrophobic region in cTnC are important for transducing the $\rm Ca\sp{2+}$ signal to troponin I (TnI) and are sensitive to modification, while other regions are less important or can adapt to steric hindrances introduced by bulky blocking groups.^ Although the exposed TnI interaction site in the N-terminal hydrophobic region of TnC is crucial for function of TnC, other regions in the N-domain of TnC may also participate in transducing the $\rm Ca\sp{2+}$ signal and conferring the maximal activation of actomyosin ATPase. The interactions between the B-/C-helices of cTnC and cTnI were characterized using a combination of site-directed mutagenesis, fluorescence and covalent modification. The results suggest that the $\rm Ca\sp{2+}$-dependent interactions of the B-/C-helices of cTnC with TnI may be required for the maximal activation of muscle contraction. ^
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Viral hepatitis is a significant public health problem worldwide and is due to viral infections that are classified as Hepatitis A, B, C, D, and E. Hepatitis B is one of the five known hepatic viruses. A safe and effective vaccine for Hepatitis B was first developed in 1981, and became adopted into national immunization programs targeting infants since 1990 and adolescents since 1995. In the U.S., this vaccination schedule has led to an 82% reduction in incidence from 8.5 cases per 100,000 in 1990 to 1.5 cases per 100,000 in 2007. Although there has been a decline in infection among adolescents, there is still a large burden of hepatitis B infection among adults and minorities. There is very little research in regards to vaccination gaps among adults. Using the National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) question "{Have you/Has SP (Study Participant)} ever received the 3-dose series of the hepatitis B vaccine?" the existence of racial/ethnic gaps using a cross-sectional study design was explored. In this study, other variables such as age, gender, socioeconomic variables (federal poverty line, educational attainment), and behavioral factors (sexual practices, self-report of men having sex with men, and intravenous drug use) were examined. We found that the current vaccination programs and policies for Hepatitis B had eliminated racial and ethnic disparities in Hepatitis B vaccination, but that a low coverage exists particularly for adults who engage in high risk behaviors. This study found a statistically significant 10% gap in Hepatitis B vaccination between those who have and those who do not have access to health insurance.^
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Este trabajo se propone analizar críticamente algunas teorías recientes sobre las consecuencias sociales de la Segunda Guerra Púnica (218-201 a. C.) en la antigua sociedadáromana. Mientras que laáinterpretación clásica había subrayado el efecto dañino que las guerras de expansión supusieronápara el campesinado romano, los nuevos enfoques en boga se caracterizan por dejar de lado las contradicciones del proceso histórico, adoptando una interpretación malthusiana en la cual laápoblación simplementeáhabría crecido mucho más que los recursos para sostenerla. Considerando que la demografía no es una variable independiente sino que se encuentra enmarcada en un modo de producción específico, se propone estudiar algunasálimitaciones de los enfoques mencionados paraáluego abordar el problema desde una óptica que enfatice en la dinámica contradictoria de la sociedad romana
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El estudio de los vínculos entre distintas comunidades generó diversos modelos teóricos e interpretaciones que fueron desarrollados para el estudio de las relaciones de intercambio existentes entre las poblaciones antiguas. En general, estas posturas teóricas se pueden diferenciar entre las que se concentran específicamente en los vínculos de intercambio establecidos entre distintas comunidades y diferentes áreas, y las que analizan el efecto de ellos en los procesos internos de una comunidad. En este trabajo nos enfocamos en el primer aspecto, ya que nuestro objeto es abordar las relaciones de intercambio existentes desde la Alta Nubia hasta el Levante, atravesando Baja Nubia, Alto Egipto y Bajo Egipto durante el período que se extiende desde el 3400 a.C al 3000 a.C., aplicando la teoría sistema-mundo y los análisis de los sistemas-mundo
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Este trabajo se propone analizar críticamente algunas teorías recientes sobre las consecuencias sociales de la Segunda Guerra Púnica (218-201 a. C.) en la antigua sociedadáromana. Mientras que laáinterpretación clásica había subrayado el efecto dañino que las guerras de expansión supusieronápara el campesinado romano, los nuevos enfoques en boga se caracterizan por dejar de lado las contradicciones del proceso histórico, adoptando una interpretación malthusiana en la cual laápoblación simplementeáhabría crecido mucho más que los recursos para sostenerla. Considerando que la demografía no es una variable independiente sino que se encuentra enmarcada en un modo de producción específico, se propone estudiar algunasálimitaciones de los enfoques mencionados paraáluego abordar el problema desde una óptica que enfatice en la dinámica contradictoria de la sociedad romana
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El estudio de los vínculos entre distintas comunidades generó diversos modelos teóricos e interpretaciones que fueron desarrollados para el estudio de las relaciones de intercambio existentes entre las poblaciones antiguas. En general, estas posturas teóricas se pueden diferenciar entre las que se concentran específicamente en los vínculos de intercambio establecidos entre distintas comunidades y diferentes áreas, y las que analizan el efecto de ellos en los procesos internos de una comunidad. En este trabajo nos enfocamos en el primer aspecto, ya que nuestro objeto es abordar las relaciones de intercambio existentes desde la Alta Nubia hasta el Levante, atravesando Baja Nubia, Alto Egipto y Bajo Egipto durante el período que se extiende desde el 3400 a.C al 3000 a.C., aplicando la teoría sistema-mundo y los análisis de los sistemas-mundo
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Este trabajo se propone analizar críticamente algunas teorías recientes sobre las consecuencias sociales de la Segunda Guerra Púnica (218-201 a. C.) en la antigua sociedadáromana. Mientras que laáinterpretación clásica había subrayado el efecto dañino que las guerras de expansión supusieronápara el campesinado romano, los nuevos enfoques en boga se caracterizan por dejar de lado las contradicciones del proceso histórico, adoptando una interpretación malthusiana en la cual laápoblación simplementeáhabría crecido mucho más que los recursos para sostenerla. Considerando que la demografía no es una variable independiente sino que se encuentra enmarcada en un modo de producción específico, se propone estudiar algunasálimitaciones de los enfoques mencionados paraáluego abordar el problema desde una óptica que enfatice en la dinámica contradictoria de la sociedad romana
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El estudio de los vínculos entre distintas comunidades generó diversos modelos teóricos e interpretaciones que fueron desarrollados para el estudio de las relaciones de intercambio existentes entre las poblaciones antiguas. En general, estas posturas teóricas se pueden diferenciar entre las que se concentran específicamente en los vínculos de intercambio establecidos entre distintas comunidades y diferentes áreas, y las que analizan el efecto de ellos en los procesos internos de una comunidad. En este trabajo nos enfocamos en el primer aspecto, ya que nuestro objeto es abordar las relaciones de intercambio existentes desde la Alta Nubia hasta el Levante, atravesando Baja Nubia, Alto Egipto y Bajo Egipto durante el período que se extiende desde el 3400 a.C al 3000 a.C., aplicando la teoría sistema-mundo y los análisis de los sistemas-mundo
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Esta pesquisa procura examinar, à luz da metodologia exegética, a perícope de Miqueias 2,1-5, a fim de reconstruir o cenário no qual emergiu a dura crítica social do profeta. O texto apresenta, em sua análise literária, características de um dito profético coeso, em estilo poético. Sua estrutura encontra-se dividida em duas unidades (denúncia e castigo), sendo que cada uma das unidades possui outras duas subunidades (genérica e específica). O gênero literário harmoniza-se com um dito profético de julgamento geralmente conhecido como oráculo ai . A análise da dimensão histórica situa o acontecimento fundante em 701 a.C., na Sefelá judaíta. Numa análise investigativa do conteúdo da denúncia norteado pelo modelo teórico do modo de produção tributário, observa-se um conflito entre dois grupos. Nesse conflito, Miqueias faz uma acusação a um grupo de poder em Judá que planeja e executa ações criminosas contra a herança camponesa. O castigo descreve a conspiração e o plano divino contra esse grupo de poder. Javé havia planejado um mal idêntico ao que eles haviam cometido, desonra e privação de suas possessões. Os valores culturais de honra e vergonha subjazem a esse oráculo. Por descumprirem seus deveres junto a Javé e ao povo, os criminosos perderiam todos os seus direitos e, sobretudo, a honra perante a própria comunidade. Com base no modelo teórico do modo de produção tributário, constata-se que, na situação social em Judá no oitavo século, prevalecia um conflito entre campo e cidade. As comunidades aldeãs pagavam tributo à cidade em forma de produtos e serviços. A excessiva arrecadação de tributo e as falhas no sistema de ajuda mútua forçaram os indivíduos e famílias a contrair dívidas, a hipotecar suas terras herdadas dos pais e eventualmente perdê-las. O profeta Miqueias é o porta-voz do protesto da classe campesina que resolve reagir aos desmandos praticados pela elite citadina. Para ele, Javé escuta a queixa dos que estão sendo oprimidos e intervém na história tomando o partido do oprimido.(AU)
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Esta pesquisa procura examinar, à luz da metodologia exegética, a perícope de Miqueias 2,1-5, a fim de reconstruir o cenário no qual emergiu a dura crítica social do profeta. O texto apresenta, em sua análise literária, características de um dito profético coeso, em estilo poético. Sua estrutura encontra-se dividida em duas unidades (denúncia e castigo), sendo que cada uma das unidades possui outras duas subunidades (genérica e específica). O gênero literário harmoniza-se com um dito profético de julgamento geralmente conhecido como oráculo ai . A análise da dimensão histórica situa o acontecimento fundante em 701 a.C., na Sefelá judaíta. Numa análise investigativa do conteúdo da denúncia norteado pelo modelo teórico do modo de produção tributário, observa-se um conflito entre dois grupos. Nesse conflito, Miqueias faz uma acusação a um grupo de poder em Judá que planeja e executa ações criminosas contra a herança camponesa. O castigo descreve a conspiração e o plano divino contra esse grupo de poder. Javé havia planejado um mal idêntico ao que eles haviam cometido, desonra e privação de suas possessões. Os valores culturais de honra e vergonha subjazem a esse oráculo. Por descumprirem seus deveres junto a Javé e ao povo, os criminosos perderiam todos os seus direitos e, sobretudo, a honra perante a própria comunidade. Com base no modelo teórico do modo de produção tributário, constata-se que, na situação social em Judá no oitavo século, prevalecia um conflito entre campo e cidade. As comunidades aldeãs pagavam tributo à cidade em forma de produtos e serviços. A excessiva arrecadação de tributo e as falhas no sistema de ajuda mútua forçaram os indivíduos e famílias a contrair dívidas, a hipotecar suas terras herdadas dos pais e eventualmente perdê-las. O profeta Miqueias é o porta-voz do protesto da classe campesina que resolve reagir aos desmandos praticados pela elite citadina. Para ele, Javé escuta a queixa dos que estão sendo oprimidos e intervém na história tomando o partido do oprimido.(AU)