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Lo scopo della seguente tesi è di presentare la traduzione di un capitolo della guida turistica “Sight-walking Bologna: Dalla parte della città”, dedicata al capoluogo emiliano. La guida propone diversi itinerari a tema, tutti inediti e di particolare interesse; quello che ho scelto è dedicato alla riscoperta dei canali sotterranei che attraversano la città ed è ricco di cenni storico-artistici e curiosità. Lo completano due ricette tipiche della cucina bolognese. A spingermi a scegliere questo tema è stato l’amore per la mia città, Bologna, e il desiderio di promuoverne ad un pubblico di lingua tedesca un aspetto che, nonostante l’impegno delle autorità e delle associazioni cittadine, è ancora poco conosciuto: il mondo sotterraneo nascosto nel suo “ventre”. Questa esperienza è stata estremamente utile e stimolante perché mi ha dato la possibilità di mettere in pratica le nozioni teoriche acquisite durante questi anni di studio nonché di migliorare la mia padronanza e naturalezza nell’uso della lingua tedesca. In secondo luogo mi ha consentito di conoscere meglio la storia della mia città e di guardarla con occhi diversi. Il mio lavoro si sviluppa in quattro capitoli. Nel primo e nel secondo capitolo vengono presentate le principali caratteristiche, rispettivamente, della guida turistica come tipo testuale e del testo specifico di cui mi sono occupata, con riferimento agli studi di Christiane Nord, Katharina Reiss e Mary Snell-Hornby. Il terzo capitolo contiene la mia proposta di traduzione e il quarto capitolo è invece dedicato all’analisi delle principali difficoltà incontrate nel processo traduttivo e alle strategie adottate per risolverle.

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La tesi si propone l’obiettivo di riconoscere e analizzare l’attuale ruolo delle carte dei servizi di trasporto pubblico nel contesto dell’ordinamento italiano, quale strumento di tutela dei passeggeri. Nella prima parte, viene analizzato il frammentario quadro normativo delle carte dei servizi pubblici, a partire dal d.P.C.M. del 27.01.1994, che rimane tutt’ora il principale riferimento normativo dell’istituto. Nella disamina del quadro normativo, viene posto in evidenza come, salvo per alcune specifiche modalità di trasporto, manchi attualmente una norma che imponga in modo esplicito e diretto l’adozione delle carte dei servizi da parte della generalità dei gestori dei servizi pubblici di trasporto, da cui si sviluppa una riflessione in ordine alla fonte dell’obbligo di adozione di tali carte da parte dei soggetti privati esercenti tale tipologia di servizi. Nella seconda parte, viene analizzato il tema della natura giuridica delle carte dei servizi pubblici di trasporto. Nella terza parte, è analizzato il ruolo attribuito alla neo-costituita Autorità dei Trasporti, di individuazione dei diritti minimi che debbono essere contenuti nelle carte dei servizi di trasporto pubblico. Lo studio analizza inoltre i possibili conflitti di competenze che possono sorgere in relazione ai poteri espressamente attribuiti all’Autorità dei Trasporti. Infine, nella quarta e ultima parte, viene approfondito il tema degli strumenti di tutela apprestati in favore dei passeggeri dalle carte dei servizi, diversi e ulteriori rispetto agli ordinari strumenti già contemplati dall’ordinamento italiano. Con riferimento alla suddetta tematica, vengono esaminati sia gli strumenti di tutela extra-giudiziale, tra cui le procedure di reclamo e gli indennizzi automatici forfettari, sia la tutela giurisdizionale, con un approfondendimento sullo strumento del ricorso per l’efficienza amministrativa introdotto col il D.Lgs. n. 198/2009.

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La ricerca si colloca all’interno di un complesso intervento di cooperazione internazionale realizzato in El Salvador tra il 2009 e il 2014. Il Progetto di cooperazione è stato promosso dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna e finanziato dalla Cooperazione Italiana. L’esperienza studiata rappresenta un esempio di promozione dell’inclusione nei sistemi scolastici di Paesi del Sud del mondo e si propone due obiettivi: 1) analizzare il processo di cambiamento della prospettiva di intervento promossa dalla cooperazione internazionale, evidenziando la dimensione educativa che sostiene processi di empowerment e ownership delle istituzioni locali; 2) contribuire al dibattito sull’ “inclusive education”, sostenendo processi di inclusione scolastica e sociale rivolti a tutti coloro che si trovano in situazione di svantaggio psico-fisico e/o socio-culturale. Le politiche locali del Ministero dell’Educazione dal 2009 hanno promosso un modello educativo con l’obiettivo di garantire il diritto all’educazione per tutti nella scuola pubblica. Lo studio costituisce un'indagine di tipo valutativo sul processo di sviluppo della scuola inclusiva in El Salvador, supportato dall’intervento di cooperazione internazionale. La ricerca utilizza in modo integrato strumenti di natura quantitativa (questionari) e qualitativa (interviste). Dai dati raccolti emerge come il processo di cooperazione sia stato caratterizzato dal principio della pari dignità tra esperti internazionali e autorità politiche e tecniche locali. Inoltre, la ricerca ha consentito di verificare come la cultura dell'inclusione si sia radicata in modo diffuso nella percezione della missione della scuola e il suo ruolo tra i protagonisti del sistema scolastico. Alla luce dei risultati, appare fondamentale continuare a investire sulla formazione tecnica delle figure chiave del sistema educativo; facilitare il processo di inclusione dei disabili nelle scuole regolari con una parallela trasformazione delle scuole speciali in centri di supporto all’integrazione; promuovere una sinergia di azione formativa tra il ministero, mondo accademico e della formazione professionale.

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La ricerca condotta sulla residenza newyorkese ha evidenziato una tipologia di edilizia pubblica che si dissocia completamente dal contesto cittadino. Si tratta di abitazioni costruite sotto l'autorità NYCHA, ideate per essere "torri nel parco" e diventate invece dei veri e propri ghetti. La proposta di intervento prevende dunque la riabilitazione di uno di questi progetti, attraverso il rapporto con i confini e le strade dell'isolato intorno, indagando sempre sui rapporti sociali che lo vivono.

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In questo documento si presenta lo studio degli algoritmi matematici e crittografici su cui si basa il sistema di moneta digitale Bitcoin, in circolazione dal 2009. Bitcoin è un sistema di cripto valuta elettronica peer-to-peer, ideato da un anonimo conosciuto con lo pseudonimo "Satoshi Nakamoto", i cui principi sono descritti in un documento pubblicato nel 2008 ed ora accessibile in rete. L'utilizzo di Bitcoin permette di effettuare transazioni con sicurezza da un soggetto ad un altro e, grazie a una tecnologia peer-to-peer che opera senza alcuna autorità centrale e intermediari quali banche o istituzioni governative, sia la gestione delle operazioni sia l'emissione di denaro sono svolte per mezzo di un protocollo P2P. Nel corso della trattazione si propone un analisi più tecnica del sistema di gestione e creazione dei Bitcoin e degli strumenti crittografici che hanno permesso l'avvento di questa moneta elettronica decentralizzata.

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L’elaborato di Tesi esamina gli strumenti proposti nella letteratura tecnica per effettuare un’analisi di rischio di incidente rilevante per le acque superficiali. In Italia, nel 1988, è stata introdotta una normativa apposita per la prevenzione dei grandi rischi industriali, che definisce l’indicente rilevante come: “un evento quale un’emissione, un incendio o un’esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l’attività di uno stabilimento e che dia luogo a un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l’ambiente, all’interno o all’esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose”. Tuttavia, in mancanza di metodologie comprensive per il calcolo del rischio ambientale di incidente rilevante, la normativa italiana richiede di valutare il rischio per l’ambiente solamente in maniera qualitativa. Vengono quindi analizzati in questo elaborato metodi semplificati di valutazione del rischio. Questi metodi sono descritti nel Rapporto ISPRA 2013, che elenca alcune metodologie formulate in ambito europeo e propone un nuovo metodo a indici, utilizzabile per una valutazione preliminare di analisi di rischio per i siti del territorio nazionale. In particolare, in questo elaborato vengono illustrati nel dettaglio: il metodo proposto dal predetto Rapporto, basato sull’Indice di Propensione al Rilascio di uno stabilimento e sulla sensibilità ambientale dei corpi idrici posti nelle sue immediate vicinanze; e un metodo a indici proposto dalle autorità svedesi, l’Environmental Accident Index, che fornisce un’analisi preliminare del rischio intrinseco di uno stabilimento. Vengono poi presi in rassegna software che implementino modelli di dispersione degli inquinanti in acqua, utilizzabili per la valutazione delle conseguenze ambientali di un rilascio che coinvolga un corpo idrico superficiale. Si analizza nel dettaglio ADIOS 2, software gratuito distribuito dalla National Oceanic and Atmospheric Administration, specifico per la modellazione della dispersione di idrocarburi in mari ed estuari. Per effettuare una validazione delle metodologie sopraelencate, se ne è considerata l’applicazione ad un caso di studio reale, costituito da un deposito costiero di prodotti petroliferi. Innanzitutto si è calcolato per il deposito l’indice EAI; si è poi applicato il metodo qualitativo proposto dal Rapporto ISPRA 2013 e si è effettuata la simulazione di un rilascio di gasolio in acqua con il software ADIOS 2. A conclusione del lavoro svolto è possibile affermare che l’indice EAI non è adatto agli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, in quanto è pesato per stoccaggi di sostanze pericolose di piccole dimensioni. Invece, sia il metodo ad indici del Rapporto ISPRA che il software ADIOS 2 sono strumenti utili per una prima valutazione del rischio di contaminazione delle acque superficiali.

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Lo scoppio della crisi finanziaria globale del 2007 ha rappresentato un evento epocale che ha interessato una varietà di ambiti: l’economia, la finanza, il diritto, la sociologia e anche la comunicazione. Molti linguisti e ricercatori del settore terminologico si sono concentrati sulle conseguenze di questo capovolgimento nella comunicazione che ha accolto in misura crescente anglicismi finanziari provenienti dagli Stati Uniti. I documenti istituzionali, ma soprattutto la stampa generalista e finanziaria sono dovuti ricorrere per esigenze denotative agli anglicismi al fine di illustrare le cause di questo evento e proporre delle soluzioni adeguate per attenuarne gli effetti. Dopo la crisi, infatti, le autorità di vigilanza finanziaria europee hanno iniziato a mettere in campo una serie di riforme della regolamentazione finanziaria volte a prevenire la comparsa di nuove crisi sistemiche: lo stress testing costituisce uno degli strumenti che la vigilanza europea ha adottato allo scopo di valutare lo stato di salute dei bilanci degli istituti di credito e per vagliarne la solidità e la resistenza a crisi simili a quella esplosa nel 2007. Il nostro elaborato si propone di osservare in ottica diacronica il trattamento degli anglicismi finanziari del dominio dello stress testing nella comunicazione istituzionale della Banque de France e della Banca d’Italia e nella stampa economico-finanziaria francese e italiana. Per la realizzazione di tale indagine abbiamo adottato un approccio diacronico teso all’osservazione del trattamento dell’anglicismo stress test in un arco temporale che dai primi anni Duemila arriva fino ad oggi. Ai fini dell’indagine abbiamo costruito due corpora comparabili di testi istituzionali tratti dal sito Web della Banque de France e da quello della Banca d’Italia, delimitando la ricerca al dominio dello stress testing. Abbiamo successivamente compilato due corpora comparabili con testi tratti da La Tribune e Milano Finanza per osservare il trattamento degli anglicismi finanziari in un genere testuale differente, benché specializzato. Abbiamo assunto il 2007, anno di inizio della crisi, come spartiacque, suddividendo i corpora in vari subcorpora e selezionando i testi da includervi in base alla data di pubblicazione. L’obiettivo che ci siamo prefissati è quello di osservare se nel dominio dello stress testing abbia avuto luogo un’evoluzione concettuale e se questa sia riscontrabile anche dal trattamento degli anglicismi finanziari, con un focus particolare sull’anglicismo stress test.

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La tesi affronta la tematica del sessismo linguistico e analizza le proposte elaborate dalle autorità dei paesi francofoni (Belgio, Francia, Québec, Svizzera) per far fronte a questo problema e garantire una migliore rappresentazione delle donne nella lingua. Dopo una breve spiegazione sul sessismo linguistico, la tesi si sofferma sui decreti, le guide e le circolari ministeriali proposti nel tempo dai singoli paesi, mettendo in luce una sempre maggiore attenzione da parte delle autorità a questa tematica delicata. L'elaborato si conclude con un confronto fra le proposte dei vari paesi, da cui emerge come il Québec sia il paese più all'avanguardia in materia di femminizzazione dei nomi di mestiere, titolo, grado e funzione e la Svizzera lo stato più attivo in quanto a redazione non discriminatoria dei testi.

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During the mid 80 19s and the early 90 19s the Banking sector of the CEMAC sub-region experienced crisis. This could be seen from the numerous liquidation of Banks within the sub-region during this period, microfinance establishments found a place as an alternative financial institution involved in the provision of savings and loans to the masses. The exercise of the activities of microfinance necessitates an application for approval form the monetary authority. Their potential managers and auditors must equally apply and obtain a license before functioning. After this approval has been obtained the microfinance establishment must register with the National Credit Council and the Trade and Personal Property Credit Register. // Durant les années 80 et au début des années 90 le secteur Bancaire de la sous-région CEMAC on vécue une crise, ceci pouvait ce voit par de nombreuse liquidation des Banques au sein de la sous-région pendant cette période. Les Etablissement de Micro finance ont trouve une place comme une institution financière alternative s’impliquant dans la fourniture de l’épargne et des prêts pour la masses. Mais l'exercice de l'activité de microfinance exige une demande d'agrément remise par l'autorité monétaire après confirmation de la commission bancaire. Mais avant que cet agrément soit remis, ils doivent fournir certain documents et informations. Les microfinances sont également oblige de fournir certaines documents et information s'il veut offrir un agence dans un du état membre de la CEMAC. Quand cette agrément est remise il sont les obligations administrative et professionnelle a remplir. Ceci consiste de s’inscrire auprès du Conseil National du Crédit et le Registre du Commerce et du Crédit Mobilier, adhérer a une Association Professionnelle, mais ils sont le choix adhérer à un réseau ou de poursuivre les activités indépendamment. L'autorité monétaire peut unilatéralement retrait la décision d'agrément pour un raison ou l'autre. Cependant, la décision de retrait de l'agrément est assujettir à un appel devant le conseil d'administration de la BEAC. La commission bancaire a prévu un ensemble de sanctions pour s'assurer que une personne ou établissement en défaut soit appelle en ordre. // Cameroon, Micro-finance, CEMAC, COBAC, Legislation

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De las múltiples problemáticas planteadas por la obra trágica de Séneca, una de las que más polémica causa es la cuestión de la representación de sus obras. Numerosos y admirados eruditos han debatido hasta el cansancio sobre este tema, a menudo utilizando los mismos argumentos para tesis encontradas (Pociña, Andrés, 'Una vez más sobre la representación de las tragedias de Séneca', Emerita 41, 1973, 297-308.). En este trabajo intentamos corremos de esta discusión histórico-arqueológica para enfocamos en el entramado textual mismo en busca de pasajes claramente performativos (meso y microdidascalias textuales) que revelan una 'voluntad de representación', al menos primigenia, por parte del autor, más allá de si las obras fueron representadas o no alguna vez. El teatro antiguo tiene por convención la enunciación efectiva de las acciones escénicas y,a la vez, toda acción performativa tiene su correlato en el discurso. Estos pasajes cumplen la función de didascalias internas y responden a una voluntad del autor de influir en la representación (Issacharof, Michael, 'Voix, autorité, didascalies', Poétique 96, 1993, 463-474). La presencia de meso y microdidascalias, relevantes y fundamentales para el desarrollo dramático y trágico, son la huella rastreable de que existió una 'voluntad de representación' por parte de Séneca, al menos en el momento de creación y concepción poética de sus tragedias

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De las múltiples problemáticas planteadas por la obra trágica de Séneca, una de las que más polémica causa es la cuestión de la representación de sus obras. Numerosos y admirados eruditos han debatido hasta el cansancio sobre este tema, a menudo utilizando los mismos argumentos para tesis encontradas (Pociña, Andrés, 'Una vez más sobre la representación de las tragedias de Séneca', Emerita 41, 1973, 297-308.). En este trabajo intentamos corremos de esta discusión histórico-arqueológica para enfocamos en el entramado textual mismo en busca de pasajes claramente performativos (meso y microdidascalias textuales) que revelan una 'voluntad de representación', al menos primigenia, por parte del autor, más allá de si las obras fueron representadas o no alguna vez. El teatro antiguo tiene por convención la enunciación efectiva de las acciones escénicas y,a la vez, toda acción performativa tiene su correlato en el discurso. Estos pasajes cumplen la función de didascalias internas y responden a una voluntad del autor de influir en la representación (Issacharof, Michael, 'Voix, autorité, didascalies', Poétique 96, 1993, 463-474). La presencia de meso y microdidascalias, relevantes y fundamentales para el desarrollo dramático y trágico, son la huella rastreable de que existió una 'voluntad de representación' por parte de Séneca, al menos en el momento de creación y concepción poética de sus tragedias

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De las múltiples problemáticas planteadas por la obra trágica de Séneca, una de las que más polémica causa es la cuestión de la representación de sus obras. Numerosos y admirados eruditos han debatido hasta el cansancio sobre este tema, a menudo utilizando los mismos argumentos para tesis encontradas (Pociña, Andrés, 'Una vez más sobre la representación de las tragedias de Séneca', Emerita 41, 1973, 297-308.). En este trabajo intentamos corremos de esta discusión histórico-arqueológica para enfocamos en el entramado textual mismo en busca de pasajes claramente performativos (meso y microdidascalias textuales) que revelan una 'voluntad de representación', al menos primigenia, por parte del autor, más allá de si las obras fueron representadas o no alguna vez. El teatro antiguo tiene por convención la enunciación efectiva de las acciones escénicas y,a la vez, toda acción performativa tiene su correlato en el discurso. Estos pasajes cumplen la función de didascalias internas y responden a una voluntad del autor de influir en la representación (Issacharof, Michael, 'Voix, autorité, didascalies', Poétique 96, 1993, 463-474). La presencia de meso y microdidascalias, relevantes y fundamentales para el desarrollo dramático y trágico, son la huella rastreable de que existió una 'voluntad de representación' por parte de Séneca, al menos en el momento de creación y concepción poética de sus tragedias

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Este trabalho analisa um período de crise vivido pelo protestantismo brasileiro (simbolizado aqui pela Igreja Metodista e pela Igreja Presbiteriana do Brasil) durante a época da Ditadura Civil e Militar, focando o olhar mais especificamente no intervalo entre os anos de 1964 e 1974. Influenciadas pelo ambiente político e ideológico da época, essas duas denominações protestantes foram palco de uma disputa entre suas alas conservadoras e progressistas. Como resultado, estabeleceu-se um clima interno de “caça às bruxas”, marcado por atitudes autoritá-rias e de apoio ao regime imposto. Seguindo uma proposta advinda de trabalhos anteriores, a pesquisa procura levantar os fundamentos que embasaram as atitudes das alas conservadoras do protestantismo nesse conflito, um aspecto pouco considerado pela historiografia sobre o tema. A principal suspeita é a de que as posturas conservadoras decorreram do contato do pro-testantismo importado do mundo anglo saxão com a herança cultural patriarcal autoritária e católica presente no Brasil desde seu período fundacional. Essa mescla de elementos teológi-cos importados somada à herança cultural tipicamente brasileira acabou moldando a mentali-dade dos setores conservadores do protestantismo nacional entre o final do século XIX e me-ados do XX, que acabou aflorando quando novos agentes surgiram no cenário religioso duran-te o período do Golpe Civil e Militar.

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La presente tesi analizza il reato di traffico di esseri umani in Europa, con particolare attenzione al fenomeno dello sfruttamento sessuale. La ricerca è stata condotta in parte nell’ambito del progetto “FIDUCIA. New European crimes and trust-based policy” (www.fiduciaproject.eu). La tesi è composta da 5 capitoli. Il primo capitolo introduce il reato di tratta di esseri umani, a livello globale e, successivamente, nello specifico, in Europa. Vengono presentati i fattori determinanti e le origini del fenomeno. Inoltre, ne vengono fornite le definizioni e le principali caratteristiche, in linea con i più importanti documenti internazionali sul tema. Il capitolo si chiude con una panoramica statistica, che affronta anche le criticità della raccolta di dati relativi ai reati. Il secondo capitolo analizza l’approccio correntemente adottato a livello domestico ed europeo contro la tratta. Le misure vengono presentate prima dal punto di vista teorico; successivamente ne vengono forniti esempi concreti, ad esempio convenzioni internazionali, direttive, ma anche progetti di ricerca, collaborazioni internazionali tra autorità ed ONG. Il terzo capitolo si concentra sulla tratta a fini di sfruttamento sessuale. Vengono analizzati il potenziale legame con la prostituzione, e l’approccio europeo. Segue un approfondimento dei modelli legali implementati a livello europeo ed uno studio comparato di cinque paesi membri, rappresentativi dei vari modelli di regolamentazione della prostituzione (Italia, Belgio, Polonia, Germania e Svezia). Il quarto capitolo raccoglie le interviste condotte con diversi esperti che si occupano di contrasto alla tratta: ONG italiane e straniere, referenti nazionali anti-tratta di Italia, Belgio e Germania, FRONTEX, membri del Parlamento Europeo. Nelle conclusioni, vengono proposte prima una valutazione complessiva del quadro attuale, e poi alcune raccomandazioni ai governi nazionali e agli organismi sopranazionali. In particolare, visto l’obiettivo di un contrasto omogeneo e coordinato della tratta (per sfruttamento sessuale specificamente) a livello europeo, si ritiene che un modello regolamentare uniforme della prostituzione negli stati membri possa contribuire a migliorare uniformità ad efficacia dell’approccio europeo alla tratta.

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Ce texte a pour objectif d’attirer l’attention sur un fait numismatique qui ne nous semble pas avoir été très souvent traité, celui des monnaies émises par des chefs politiques « rebelles » à une autorité normalement reconnue, dans un cas les Aghlabides de Kairouan, et dans l’autre les émirs omeyyades de Cordoue. L’étude de ce genre de monnaies devrait pouvoir aider à étudier, à partir des frappes réalisées en temps de crise politique, la question très importante de la légitimité du pouvoir dans l’Islam, et peut-être aussi celle des rapports de la frappe de monnaie avec les activités économiques. On n’attendra cependant pas de révélations des données très partielles et limitées qui vont suivre. Elles ne concernent en effet que deux frappes de dirhams correspondant chronologiquement au troisième siècle de l’Hégire qui, de 815 à 912, couvre pour l’essentiel le IXème siècle de l’ère chrétienne. L’une des monnaies date de son début (209 H/824-825), l’autre de sa fin (293 H/905-906). La première est Ifriqiyenne, la seconde andalouse; les deux, on l’a dit, sont frappées durant une époque de crise, et il peut être intéressant de les mettre en parallèle, sans prétendre en tirer de conclusions très nouvelles et de très grande portée, car il ne s’agit que de deux cas particuliers, auxquels la relative rareté de telles émissions, le fait qu’elles ont été peu étudiées et que les circonstances de la frappe des deux exemplaires présentés sont assez bien connues, incite tout de même à prêter quelque intérêt. La frappe andalouse pose par ailleurs un problème particulier, dans la mesure où elle correspond à un moment (entre les années 290/900 et 316/929) où le pouvoir omeyyade semble ne plus frapper de monnaies, ou pratiquement pas.