1000 resultados para 1832-1910.


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Background: Cladocera is an important group of freshwater zooplankton, and the species plays an important role in energy transfer and in aquatic food webs. Oxyurella longicaudis is a Chydoridae species that has been recorded in North and South America. The aim of this study is to investigate the life cycle aspects of parthenogenetic females of O. longicaudis cultured in laboratory under controlled conditions: temperature (23 degrees C +/- 05 degrees C), photoperiod (12 h light/12 h dark), food supply, and reconstituted water.Results: Embryonic development duration (2.3 +/- 0.5 days), post-embryonic development (5.2 +/- 0.69 days), mean fecundity (two eggs female(-1) brood(-1)), total egg production (22.55 +/- 3.98 eggs), average longevity (58 days), and body growth of the species were recorded. We also report the first DNA barcode for O. longicaudis isolated in Brazil, which will allow for easy identification in future zooplankton community studies. The analysis shows a genetic divergence of around 7% between our Brazilian isolate and O. longicaudis isolates from Mexico.Conclusions: The time of embryonic and post-embryonic development of O. longicaudis was higher than that of the other species of the same family, which contributed to lower total egg production throughout its life cycle. The genetic divergence appears to be sufficient to classify the two isolates as different species.

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This study documents one of the slowest feeding behaviors ever recorded for a muricid gastropod in one of the most biotically rigorous regions on the planet. In Pacific Panama, Vitularia salebrosa attacks mollusks by drilling through their shells. The duration of attacks estimated by isotope sclerochronology of oyster shells collected during attacks in progress range from 90 to 230 days, while experimental observation of interactions documented one attack greater than 103 days. The prolonged nature of attacks suggests that V. salebrosa is best characterized as an ectoparasite than as a predator, which is the ancestral condition in the Muricidae. An ectoparasitic lifestyle is also evident in the unusual interaction traces of this species, which include foot scars, feeding tunnels and feeding tubes, specialized soft anatomy, and in the formation of male-female Pairs, which is consistent with protandrous hermaphroditism, as is typical in sedentary gastropods. To delay death of its host, V. salebrosa targets renewable resources when feeding, such as blood and digestive glands. A congener, Vitularia miliaris from the Indo-Pacific, has an identical feeding biology The origin and persistence of extremely slow feeding in the tropics challenges our present understanding of selective pressures influencing the evolution of muricid feeding behaviors and morphological adaptations. Previously, it has been suggested that faster feeding is advantageous because it permits predators to spend a greater proportion of time hiding in enemy-free refugia or to take additional prey, the energetic benefits of which could be translated into increased fecundity or defenses. The benefits of exceptionally slow feeding have received little consideration. In the microhabitat preferred by V. salebrosa (beneath boulders), it is possible that prolonged interactions with hosts decrease vulnerability to enemies by reducing the frequency of risky foraging events between feedings . Ectoparasitic feeding through tunnels by V. salebrosa may also reduce competitive interactions with kleptoparasites (e.g., crabs, snails) that steal food through the gaped valves of dead or dying hosts.

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The morphology and anatomy of Vitularia salebrosa, a muricid ectoparasitic on other mollusks, are investigated based on study of specimens from western Panama. Distinctive characters of this species include the small size of the buccal mass and radular apparatus, simplification of the odontophore muscles and diminished lateral teeth of the radula; all elongated, narrow proboscis; narrow digestive tract and a differentiable glandular region at the beginning of the posterior esophagus. These traits are consistent with adaptive specialization for an ectoparasitic life history.

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Leporinus latofasciatus was described by Steindachner (1910) on the basis of a single specimen collected in the rio Orinoco, Venezuela. Since then, no other specimen of the species was mentioned in the literature, and the species was only listed in catalogues, eventually mentioned and treated as a ""poorly known"" species, or even omitted in checklists of fishes from Venezuela. During a visit to the fish collection at the Naturhistorisches Museum at Vienna (NMW) to examine all the type specimens of Leporinus, we were able to study the holotype of Leporinus latofasciatus and recognize that the specimen corresponds to the species described by Myers and Fernandez-Yepez (in Myers, 1950) as Synaptolaemus cingulatus. Thus, the latter is a junior synonym of Leporinus latofasciatus and, based on that, Synaptolaemus latofasciatus (Steindachner, 1910) should be the name applied for this taxon, as a new combination. Herein new data on the holotype of Synaptolaemus latofasciatus are presented and compared with previously data from other authors. In addition, illustrations of live specimens are presented as well as new distribution records for the species.

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Oggetto della ricerca è il tema dello spazio delle centrali idroelettriche costruite nella prima metà del Novecento dagli architetti Giovanni Muzio e Piero Portaluppi. L’individuazione del tema sorge dalla volontà di indagare quali siano stati gli sviluppi dal punto di vista architettonico all’interno di un genere così specifico durante un periodo di tempo in cui gli stili architettonici e le tendenze hanno subito stravolgimenti ed evoluzioni che ancora oggi trovano una difficile connotazione e definizione precisa. L’analisi dell’architettura delle centrali idroelettriche, effettuata ripercorrendo le principali vicende del settore idroelettrico dalla fine del secolo scorso al secondo dopoguerra, oltre a considerare il rapporto con il contesto territoriale e culturale del nostro Paese vuole prendere in considerazione anche il particolare rapporto che in più casi si è venuto a creare tra committenti e progettisti. Compito della tesi è rileggere un settore poco indagato finora e capire se vi sia stata effettivamente una evoluzione architettonica dal punto di vista tipologico o se la centrale sia stata sempre affrontata come semplice esercizio di “vestizione” di un involucro precostituito da precise esigenze tecniche. La ricerca infatti si pone come obiettivo lo studio delle centrali non solo dal punto di vista tipologico e spaziale dei suoi principali elementi, ma si pone come obiettivo anche lo studio della loro distribuzione nel sito in cui sono sorte, distribuzione che spesso ha portato alla formazione di una sorta di vera e propria “città elettrica”, in cui la composizione dei vari elementi segue una logica compositiva ben precisa. Dal punto di vista del contributo originale la ricerca vuole proporre una serie di riflessioni ed elaborati inerenti alcune centrali non ancora indagate. Nel caso specifico di Portaluppi l’apporto originale consiste nell’aver portato alla luce notizie inerenti centrali che sono sempre state poste in secondo piano rispetto le ben più note e studiate centrali della Val d’Ossola. Nel caso invece di Muzio il contributo consiste in una analisi approfondita e in una comparazione di documenti che di solito sono sempre stati pubblicati come semplice apparato iconografico, ma che messi a confronto danno una lettura di quelle che sono state le fasi e le elaborazioni progettuali apportate dall’autore. Il tema della ricerca è stato affrontato poi attraverso una lettura delle fonti dirette relative agli scritti degli autori, con una contemporanea lettura di testi, articoli e interventi tratti dalle riviste appartenenti al periodo in esame per comprendere al meglio il panorama culturale e architettonico che hanno fatto da scenario alle esperienze di entrambe le figure oggetto di studio. Infine la ricerca si è concentrata sull’analisi di alcune opere in particolare - due centrali idroelettriche per ciascun autore oggetto della tesi - scelte perché considerate rappresentative sia per impianto spaziale e tipologico, sia per le scelte compositive e stilistiche adottate. La lettura dei manufatti architettonici scelti è stata condotta con l’analisi di copie di elaborati grafici originali, foto d’epoca e altri documenti reperiti grazie ad una ricerca condotta in vari archivi. Le centrali scelte nell’ambito delle esperienze maturate da Muzio e Portaluppi sono state individuate per rappresentare il quadro relativo allo sviluppo e alla ricerca di un nuovo linguaggio formale da adottare nell’ambito dell’architettura di questi manufatti. Per entrambi i protagonisti oggetto della ricerca sono state individuate due centrali in grado di dare una visione il più possibile completa dell’evoluzione della tematica delle centrali idroelettriche all’interno della loro esperienza, prendendo in considerazione soprattutto gli aspetti legati all’evoluzione del loro linguaggio compositivo e stilistico. L’individuazione delle centrali da analizzare è stata dettata prendendo in considerazione alcuni fattori come il tipo di impianto, le relazioni e confronto con il contesto geografico e naturale e le soluzioni adottate.

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La ricerca indaga tensioni e trasformazioni che investono le principali correnti di pensiero politico in Francia nei primi anni della monarchia di Luglio, e vi osserva l’emergere del concetto di classe. Assumendo la dimensione dell’avvenimento come punto di intersezione fra storia e teoria, l’elaborato si concentra sul periodo novembre 1831-giugno 1832 per analizzare il modo in cui, nell’ordine del discorso politico repubblicano, liberale e socialista, le vicende di questi mesi vengono interpretate cercando di dar nome alle figure sociali che esse fanno irrompere nel dibattito pubblico. Il titolo Fra il nome e la storia fa dunque riferimento allo sforzo di indagare il campo di tensione che si apre fra concreto divenire storico e grandi operazioni di nominazione che segnano l’affiorare di strutture concettuali della lunga durata. L’emergere della nozione di classe operaia e delle categorie che intorno a essa si organizzano viene interpretata come una «formazione discorsiva» che pone in questione significato e confini del politico. La frattura del 1848 è assunta come orizzonte e margine esterno della ricerca nella misura in cui si ipotizza che essa segni una prima affermazione del regime di verità di tale formazione discorsiva: lo statuto politico del lavoro. L’elaborato consta di quattro capitoli. I primi tre indagano la riflessione sul politico e la funzione che in essa svolge il concetto di classe a partire dall’interpretazione di alcuni avvenimenti del tornante 1831-32 proposta nel discorso repubblicano del quotidiano «Le National» e della Société des Amis du Peuple, in quello del liberalismo dottrinario di François Guizot e in quello socialista nascente, prima del movimento sansimoniano, e poi muovendo fino al 1848 francese con l’analisi propostane da Karl Marx. Il quarto capitolo indaga infine la dimensione del «sociale», la sua elaborazione e articolazione attraverso il lavoro di studio e oggettivazione delle figure del mondo del lavoro.

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