937 resultados para ricostruzione immagini regolarizzazione in norma L1 metodo di tipo Newton formule L-BFGS
Resumo:
In questa tesi riportiamo le definizioni ed i risultati principali relativi alla corrispondenza tra le successioni di polinomi di tipo binomiale (particolari basi dello spazio dei polinomi a coefficienti reali) e gli operatori delta, cioè operatori lineari sullo spazio dei polinomi che commutano con gli operatori di traslazione e il cui nucleo è costituito dai polinomi costanti. Nel capitolo 1 richiamiamo i concetti fondamentali sull'algebra delle serie formali e definiamo l'algebra degli operatori lineari invarianti per traslazione, dimostrando in particolare l'isomorfismo tra queste algebre. Nel capitolo 2, dopo aver dimostrato l'unicità della successione di base relativa ad un operatore delta, ricaviamo come esempio le successioni di base di tre operatori delta, che useremo durante tutto il capitolo: l'operatore derivata, l'operatore di differenza in avanti e l'operatore di differenza all'indietro. Arriviamo quindi a dimostrare un importante risultato, il Primo Teorema di Sviluppo, in cui facciamo vedere come le potenze di un operatore delta siano una base per l'algebra degli operatori invarianti per traslazione. Introducendo poi le successioni di Sheffer, possiamo dimostrare anche il Secondo Teorema di Sviluppo in cui esplicitiamo l'azione di un operatore invariante per traslazione su un polinomio, tramite un operatore delta fissato e una sua successione di Sheffer. Nell'ultima parte della tesi presentiamo i formalismi e alcune semplici operazioni del calcolo umbrale, che useremo per determinare le cosiddette costanti di connessione, ovvero le costanti che definiscono lo sviluppo di una successione binomiale in funzione di un'altra successione binomiale usata come base dello spazio dei polinomi.
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Questo elaborato presenta il progetto di una interfaccia per l'aggiunta di sensori inerziali ad un nodo di una WSN (Wireless Sensor Network) �finalizzato al monitoraggio delle frane. Analizzando i vantaggi che avrebbe portato l'utilizzo di ulteriori sensori, si �e cercato di fornire un valido approccio di progettazione; in particolare l'idea �e quella di integrarli con un giroscopio ed un accelerometro aventi applicazioni in altri settori. Con questo particolare utilizzo, essi possono portare ad un miglior monitoraggio riuscendo a rilevare i movimenti in modo dettagliato ed a riconoscere i falsi allarmi. Nell'approccio che si intende suggerire verranno sfruttate schede per la prototipazione rapida, user-friendly e con costi decisamente accessibili, adatte alla sperimentazione elettronica e per lo sviluppo di nuovi dispositivi. Attraverso l'utilizzo di ambienti di sviluppo appositamente creati, si sono simulate le comunicazioni tra nodo e scheda di sensori, mettendo in evidenza i vantaggi ottenuti. Buona parte del progetto ha riguardato la programmazione in linguaggio C/C++, con una particolare attenzione al risparmio energetico.
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Il presente lavoro di tesi analizza un tratto del fiume Secchia, prossimo alla località di Veggia (Sassuolo), al fine di determinare la variazione del livello idrometrico in funzione di diverse portate associate a tempi di ritorno a breve e lungo termine. Vengono dapprima introdotti il concetto di rischio idraulico ed i relativi riferimenti normativi che lo disciplinano, unitamente ai piani di gestione e ai possibili interventi di protezione fluviale. Si introduce successivamente il codice di calcolo HEC-RAS, che viene impiegato nel presente studio per simulare l’andamento dei profili di moto permanente, nel caso in cui il fiume sia o meno interessato dalla presenza di un ponte. In entrambi i casi vengono poi discusse le variazioni dei livelli idrometrici per portate con tempi di ritorno di 20, 100 e 200 anni: si osserva che l’asta fluviale è a rischio nella zona a valle dello studio, mentre nella zona dove è ubicato il ponte l’aumentare dei livelli idrometrici non mette in crisi la struttura. A seguire vengono presentate le opere di mitigazione, destinate alla protezione dell’alveo e dell’ambiente circostante. Poi, si mostrano le opere di mitigazione, essi funzionano di diminuire i rischi dalla diversa classificazione di opere.
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Nell’ambito delle telecomunicazioni risulta di notevole rilievo la tecnologia ad onde convogliate, definita Power-Line Communication (PLC), che permette la trasmissione di dati sfruttando la rete elettrica come mezzo di trasmissione. Essa rappresenta una delle tecnologie promettenti per quanto concerne la fornitura di servizi come l’accesso ad Internet, alla rete telefonica e al telecontrollo di apparecchi sempre più sofisticati. Al fine di rendere possibile sia la trasmissione di potenza (alla frequenza di 50 Hz per l’Italia) che di altri segnali dati (su bande a frequenza maggiore) saranno necessarie tecniche di modulazione avanzata, che però non rappresentano un argomento trattato a fondo in questa tesi. Lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni ha permesso una notevole diffusione delle PLC soprattutto in applicazioni domestiche, grazie ai prezzi molto contenuti in parallelo alle ottime prestazioni, soprattutto nell’automazione. Obbiettivo dell’elaborato risulta la rilevazione della risposta impulsiva in ambienti Power-Line di tipo Narrowband (a banda stretta), immettendo in rete sequenze di tipo casuale o pseudo-casuale, queste ultime definite Pseudo-Noise (PN); esse infatti hanno particolari proprietà che renderanno possibile il raggiungimento dello scopo prefissato. Lo strumento fondamentale per le misurazioni sul campo effettuate risulta l’Analog Discovery (Digilent ne è il produttore), utilizzato non solo come generatore di forme d’onda in ingresso ma anche come oscilloscopio per l’analisi del segnale ricevuto.
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La tomografia a coerenza ottica (Optical Coherence Tomography, OCT) rappresenta fondamentalmente una nuova modalità di diagnostica per immagini non invasiva e ad alta risoluzione. L’OCT fornisce immagini, sotto forma di sezioni trasversali o tomografiche, delle microstrutture dei tessuti biologici tramite la misura del ritardo dell’eco e dell’intensità della luce retrodiffusa o riflessa dal campione in analisi. L’OCT è una potente tecnica poiché fornisce in tempo reale immagini in situ delle strutture tissutali normali o patologiche, con una risoluzione da 1 a 15 micron, che è da uno a due ordini di grandezza maggiore rispetto alle tecniche per immagini convenzionali come ultrasuoni, risonanza magnetica o tomografia computerizzata. Tutto questo senza la necessità di ottenere e analizzare un campione tramite biopsia e studio istopatologico. Sin dall’inizio della sua utilizzazione nel 1991, l’OCT è stata impiegata in un vasto spettro di applicazioni cliniche, principalmente l'oftalmologia. In strutture non trasparenti, diverse da quelle oculari, la profondità massima esplorabile è limitata a 2-3 mm a causa dei fenomeni di attenuazione secondari e alla dispersione della luce. Inoltre, i numerosi sviluppi fatti dalla tecnologia OCT hanno portato ad alte velocità di acquisizione e, grazie all’utilizzo di sorgenti laser di ultima generazione, risoluzioni assiali dell’ordine di 1 micrometro. Dunque, la tomografia a coerenza ottica può essere sfruttata: - Quando la biopsia escissionale è pericolosa o impossibile. - Quando si rischiano errori di campionamento, come guida alla biopsia in modo da ridurre errori nel prelievo del campione. - Come guida alla procedura d’intervento, in associazione alle procedure di cateterismo, endoscopia e laparoscopia.
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In questo lavoro si analizza il rendimento isoentropico di diversi espansori adottati all’interno di sistemi micro-ORC (Organic Rankine Cycle). Si parte da una descrizione generale dei sistemi ORC, mettendone in evidenza le principali caratteristiche, il layout tipico, le differenze rispetto ad un ciclo Rankine tradizionale, e gli ambiti di utilizzo. Si procede ad una trattazione teorica del rendimento isoentropico del compressore e dell’espansore, specificando le ipotesi adottate nei calcoli e mettendo in luce la relazione tra rendimento isoentropico e politropico nell’uno e nell’altro apparato. Si passa poi alla descrizione delle quattro principali tipologie di espansori presenti in letteratura: scroll, screw, vane e piston, e si prosegue con l'analisi nel dettaglio della letteratura relativa alla valutazione dell’efficienza di questi quando utilizzati all’interno di un sistema micro-ORC. Infine, dopo aver descritto il sistema ORC del laboratorio di via Terracini del DIN, illustrandone layout, componenti principali, potenza scambiata all’interno dei componenti e modalità di calcolo adottata per la valutazione del rendimento isoentropico dell’espansore e del sistema complessivo, si confrontano i dati di efficienza di questo con quelli reperiti in letteratura. Il confronto del rendimento, dell'espansore e complessivo, del sistema del DIN, 33.8% e 1,818% rispettivamente, con quelli degli altri sistemi, è risultato di difficilmente valutazione a causa delle condizioni di forte off-design del sistema stesso. Dalla ricerca è inoltre emerso che i fluidi più utilizzati nella sperimentazione, e dunque capaci di migliori prestazioni, sono R245fa, R134a e R123. Per quel che riguarda infine gli espansori, nel range di potenza di 1-10 kW, lo scroll risulta essere il migliore.
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In quest'elaborato si risolve il problema di Cauchy-Dirichlet per l'equazione del calore, prendendo come oggetto d'esame una sbarra omogenea. Nel primo capitolo si studiano le serie di Fourier reali a partire dalle serie trigonometriche; vengono dati, poi, i principali risultati di convergenza puntuale, uniforme ed in L^2 e si discute l'integrabilità termine a termine di una serie di Fourier. Il secondo capitolo tratta la convergenza secondo Cesàro, le serie di Fejèr ed i principali risultati di convergenza di queste ultime. Nel terzo, ed ultimo, capitolo si risolve il Problema di Cauchy-Dirichlet, distinguendo i casi in cui il dato iniziale sia di classe C^1 o solo continuo; nel secondo caso si propone una risoluzione basata sulle serie di Fejér e sul concetto di barriera ed una utilizzando il nucleo di Green per l'equazione del calore.
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Nesta dissertação pretendemos analisar a interpretação do papel do tenor nas óperas Lucia di Lammermoor e L´Elisir d´Amore de Gaetano Donizetti, estudando os principais fatores que influenciaram a interpretação do papel do tenor e como esta mudou ao longo dos anos, por comparação de gravações destas óperas com 50 anos de intervalo entre si. O período do bel canto está associado à linha de canto ornamentada para exprimir emoções, o que, em conjunto com outros aspetos, fez com que a voz de tenor passasse a ter uma emissão distinta, especialmente no registo agudo. O contexto histórico e musical desta época, bem como os desenvolvimentos técnicos que se verificaram, influenciaram a forma de cantar e introduziram o tenor como papel principal nas óperas, com todos os desafios de cantar na zona de passagem, de domínio da respiração e de respeito pelas diversas formas de expressão musical que os compositores do período do bel canto usavam como veículos de interpretação e expressão dos sentimentos. A escolha destas duas óperas de Donizetti assenta num gosto pessoal e no meu interesse em estudar os contrastes dos personagens Edgardo e Nemorino, que são apresentados nesta dissertação sob o ponto de vista interpretativo, analisando a problemática de cada papel e a forma como o percurso tonal destas obras influencia as performances dos intérpretes; Abstract: STUDY AND ANALYSIS TECHNICAL-INTERPRETATION OF THE LEADING ROLE OF THE TENOR IN THE OPERAS LUCIA DI LAMMERMOOR (EDGARDO) AND L´ELISIR D´AMORE (NEMORINO) OF GAETANO DONIZETTI In this dissertation we analyze the interpretation of the tenor role in the operas Lucia di Lammermoor and L´Elisir d´Amore by Gaetano Donizetti, studying the major factors that influenced the tenor role interpretation and how it developed along the years, by comparing two recordings of these operas recorded 50 years apart from each other. The period of the bel canto is associated with the vocal ornamentation to express emotions which, as a consequence and together with other aspects, required technical changes to the tenor voice, in particular the high register. The historic and musical context of this time, as well as the technical developments that happened then, influenced the way of singing and introduced the tenor as the main role in operas, with all the challenges to sing in the passagio, to master the breathing process and to use all the forms of musical expression that the bel canto composers used as vehicles to interpret and express feelings. The choice of these two operas by Donizetti is based on personal taste and also on the interpretative contrasts between the roles of Edgardo and Nemorino, studied in this dissertation in terms of their interpretation, their problematic and how the harmony of these operas influences the interpretation of the singers.
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The 1:1 proton-transfer compounds of L-tartaric acid with 3-aminopyridine [3-aminopyridinium hydrogen (2R,3R)-tartrate dihydrate, C5H7N2+·C4H5O6-·2H2O, (I)], pyridine-3-carboxylic acid (nicotinic acid) [anhydrous 3-carboxypyridinium hydrogen (2R,3R)-tartrate, C6H6NO2+·C4H5O6-, (II)] and pyridine-2-carboxylic acid [2-carboxypyridinium hydrogen (2R,3R)-tartrate monohydrate, C6H6NO2+·C4H5O6-·H2O, (III)] have been determined. In (I) and (II), there is a direct pyridinium-carboxyl N+-HO hydrogen-bonding interaction, four-centred in (II), giving conjoint cyclic R12(5) associations. In contrast, the N-HO association in (III) is with a water O-atom acceptor, which provides links to separate tartrate anions through Ohydroxy acceptors. All three compounds have the head-to-tail C(7) hydrogen-bonded chain substructures commonly associated with 1:1 proton-transfer hydrogen tartrate salts. These chains are extended into two-dimensional sheets which, in hydrates (I) and (III) additionally involve the solvent water molecules. Three-dimensional hydrogen-bonded structures are generated via crosslinking through the associative functional groups of the substituted pyridinium cations. In the sheet struture of (I), both water molecules act as donors and acceptors in interactions with separate carboxyl and hydroxy O-atom acceptors of the primary tartrate chains, closing conjoint cyclic R44(8), R34(11) and R33(12) associations. Also, in (II) and (III) there are strong cation carboxyl-carboxyl O-HO hydrogen bonds [OO = 2.5387 (17) Å in (II) and 2.441 (3) Å in (III)], which in (II) form part of a cyclic R22(6) inter-sheet association. This series of heteroaromatic Lewis base-hydrogen L-tartrate salts provides further examples of molecular assembly facilitated by the presence of the classical two-dimensional hydrogen-bonded hydrogen tartrate or hydrogen tartrate-water sheet substructures which are expanded into three-dimensional frameworks via peripheral cation bifunctional substituent-group crosslinking interactions.
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Retrotransposons are a class of transposable elements that represent a major fraction of the repetitive DNA of most eukaryotes. Their abundance stems from their expansive replication strategies. We screened and isolated sequence fragments of long terminal repeat (LTR), gypsy-like reverse transcriptase (rt) and gypsy-like envelope (env) domains, and two partial sequences of non-LTR retrotransposons, long interspersed element (LINE), in the clonally propagated allohexaploid sweet potato (Ipomoea batatas (L.) Lam.) genome. Using dot-blot hybridization, these elements were found to be present in the ~1597 Mb haploid sweet potato genome with copy numbers ranging from ~50 to ~4100 as observed in the partial LTR (IbLtr-1) and LINE (IbLi-1) sequences, respectively. The continuous clonal propagation of sweet potato may have contributed to such a multitude of copies of some of these genomic elements. Interestingly, the isolated gypsy-like env and gypsy-like rt sequence fragments, IbGy-1 (~2100 copies) and IbGy-2 (~540 copies), respectively, were found to be homologous to the Bagy-2 cDNA sequences of barley (Hordeum vulgare L.). Although the isolated partial sequences were found to be homologous to other transcriptionally active elements, future studies are required to determine whether they represent elements that are transcriptionally active under normal and (or) stressful conditions.
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Limb-loss in crustaceans can reduce moult increment and delay or advance the timing of moulting, both aspects that are likely to impact upon soft-shell crab production. Pond-reared blue swimmer crabs Portunus pelagicus were harvested and maintained in a crab shedding system. The wet weight, carapace width (CW) and the occurrence of limb-loss were assessed before stocking in the shedding system and after each of the next three moults. Many of the crabs were initially missing one or two limbs and these did not grow as much as the crabs that were intact at the start of the trial. Despite its strong correlation with wet weight, CW changes proved to be misleading. Limb-loss reduced the %CW increment but not the per cent weight increment (where the later is calculated from the actual pre-moult weight). Pre-moult weight explained much of the variation in post-moult weight, with crabs moulting to approximately double their weight. Limb-loss reduced 'growth' and production from the pond because it reduced pre-moult weight but limb-loss did not alter the weight change on shedding a given weight of crabs, although some of that change now included regeneration of limbs. One can hypothesize that much of the size variation seen in pond-reared crabs may be due to accumulated effects of repeated limb-loss, rather than genetic variation.
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QTL for stem sugar-related and other agronomic traits were identified in a converted sweet (R9188) × grain (R9403463-2-1) sorghum population. QTL analyses were conducted using phenotypic data for 11 traits measured in two field experiments and a genetic map comprising 228 SSR and AFLP markers grouped into 16 linkage groups, of which 11 could be assigned to the 10 sorghum chromosomes (SBI-01 to SBI-10). QTL were identified for all traits and were generally co-located to five locations (SBI-01, SBI-03, SBI-05, SBI-06 and SBI-10). QTL alleles from R9188 were detected for increased sucrose content and sugar content on SBI-01, SBI-05 and SBI-06. R9188 also contributed QTL alleles for increased Brix on SBI-05 and SBI-06, and increased sugar content on SBI-03. QTL alleles from R9403463-2-1 were found for increased sucrose content and sucrose yield on SBI-10, and increased glucose content on SBI-07. QTL alleles for increased height, later flowering and greater total dry matter yield were located on SBI-01 of R9403463-2-1, and SBI-06 of R9188. QTL alleles for increased grain yield from both R9403463-2-1 and R9188 were found on SBI-03. As an increase in stem sugars is an important objective in sweet sorghum breeding, the QTL identified in this study could be further investigated for use in marker-assisted selection of sweet sorghum.
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The host-guest technique has been applied to the determination of the helix-coil stability constants of two naturally occurring amino acids, L-alanine and L-leucine, in a nonaqueous solvent system. Random copolymers containing L-alanine and L-leucine, respectively, as guest residues and -benzyl-L-glutamate as the host residue were synthesized. The polymers were fractionated and characterized for their amino acid content, molecular weight, and helix-coil transition behavior in a dichloroacetic acid (DCA)-1,2-dichloroethane (DCE) mixture. Two types of helix-coil transitions were carried out on the copolymers: solvent-induced transitions in DCA-DCE mixtures at 25°C and thermally induced transitions in a 82:18 (wt %) DCA-DCE mixture. The thermally induced transitions were analyzed by statistical mechanical methods to determine the Zimm-Bragg parameters, and s, of the guest residues. The experimental data indicate that, in the nonaqueous solvent, the L-alanine residue stabilizes the -helical conformation more than the L-leucine residue does. This is in contrast to their behavior in aqueous solution, where the reverse is true. The implications of this finding for the analysis of helical structures in globular proteins are discussed.
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Hyoscyamine 60-hydroxylase (H6H: EC 1.14.11.11), a key enzyme at the terminal step of tropane alkaloid biosynthesis, converts hyoscyamine to scopolamine. The accumulation of scopolamine in different organs, in particular the aerial parts for storage, is subject to the expression of hyoscyamine 6-phydroxylase as well as its transport from the site of synthesis. To understand the molecular basis of this regulation, we have analyzed, in parallel, the relative levels of hyoscyamine and scopolamine, and the accumulation of H6H (both protein and transcript) in leaves, stems and roots of D. metel. The root, stem and leaf tissues all contain about 0.51-0.65 mg g(-1) dry weight of scopolamine. Hyoscyamine content was extremely low in leaf and stem tissues and was about 0.28 mg g(-1) dry weight in the root tissue. H6H protein and its transcript were found only in roots but not in the aerial parts viz. stems and leaves. The immunolocalization studies performed on leaf, stem, root as well as hairy root tissues showed that H6H was present only in the pericycle cells of young lateral and hairy roots. These studies suggest that the conversion of hyoscyamine to scopolamine takes place in the root pericycle cells, and the alkaloid biosynthesized in the roots gets translocated to the aerial parts in D. metel. (C) 2009 Elsevier Ireland Ltd. All rights reserved.