988 resultados para ECOLOGIA DEL FUEGO


Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

In the recent years, consumers became more aware and sensible in respect to environment and food safety matters. They are more and more interested in organic agriculture and markets and tend to prefer ‘organic’ products more than their traditional counterparts. To increase the quality and reduce the cost of production in organic and low-input agriculture, the 6FP-European “QLIF” project investigated the use of natural products such as bio-inoculants. They are mostly composed by arbuscular mycorrhizal fungi and other microorganisms, so-called “plant probiotic” microorganisms (PPM), because they help keeping an high yield, even under abiotic and biotic stressful conditions. Italian laws (DLgs 217, 2006) have recently included them as “special fertilizers”. This thesis focuses on the use of special fertilizers when growing tomatoes with organic methods in open field conditions, and the effects they induce on yield, quality and microbial rhizospheric communities. The primary objective was to achieve a better understanding of how plant-probiotic micro-flora management could buffer future reduction of external inputs, while keeping tomato fruit yield, quality and system sustainability. We studied microbial rhizospheric communities with statistical, molecular and histological methods. This work have demonstrated that long-lasting introduction of inoculum positively affected micorrhizal colonization and resistance against pathogens. Instead repeated introduction of compost negatively affected tomato quality, likely because it destabilized the ripening process, leading to over-ripening and increasing the amount of not-marketable product. Instead. After two years without any significant difference, the third year extreme combinations of inoculum and compost inputs (low inoculum with high amounts of compost, or vice versa) increased mycorrhizal colonization. As a result, in order to reduce production costs, we recommend using only inoculum rather than compost. Secondly, this thesis analyses how mycorrhizal colonization varies in respect to different tomato cultivars and experimental field locations. We found statistically significant differences between locations and between arbuscular colonization patterns per variety. To confirm these histological findings, we started a set of molecular experiments. The thesis discusses preliminary results and recommends their continuation and refinement to gather the complete results.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Lo scopo di questa tesi è quello di valutare l'effetto della salinizzazione dei suoli sugli invertebrati edafici. Nell'ambito di questo obiettivo generale sono state effettuate due distinte attività di ricerca: una indagine sul campo e una serie di esperimenti di laboratorio. Lo studio sul campo è stato condotto nella Pineta di San Vitale (Ravenna, Italia). L'obiettivo specifico è stato quello di valutare la qualità biologica dei suoli attraverso l'analisi del popolamento dei microartropodi edafici, in relazione alla diversità del suolo e in particolare alla salinizzazione. La qualità biologica dei suoli è stata valutata mediante l'indice QBS-ar. La Pineta è stata campionata nella zona Est, più colpita da intrusione salina e nella zona Ovest dove questo fenomeno è meno evidente. I campionamenti sono stati effettuati in primavera ed estate. I risultati confermano che le caratteristiche chimico-fisiche si modificano in base al gradiente sommità dunali-depressioni interdunali. Per quanto riguarda il popolamento dei microartropodi alcune caratteristiche sono comuni alla maggior parte delle stazioni con lo stesso pedotipo. Non è stato evidenziato alcuno stress sui popolamenti attribuibule alla salinizzazione. Nel complesso, i valori di QBS-ar sono piuttosto elevati. Gli esperimenti di laboratorio sono stati finalizzata alla valutazione degli effetti combinati della salinità del suolo e della contaminazione da pesticidi (chlorpyrifos) sul lombrico Eisenia andrei. Nel complesso, i risultati indicano che effetti avversi sui lombrichi sono possibili a livelli di salinizzazione dei suoli ancora compatibili a concentrazioni di chlorpyrifos che sono piuttosto alte in confronto con i tipici risultati di campo, ma ancora compatibili con l'uso consigliato.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Il presente studio si colloca nell’ambito del progetto europeo (FP7) THESEUS, fra i cui scopi c’è quello di fornire informazioni su vulnerabilità e resilienza degli habitat costieri in seguito all’aumento di frequenza delle inondazioni dovuto al sea level rise. E’ stata indagata la zona intertidale di spiagge sabbiose, come recettore di cambiamenti climatici. All’interno dell’habitat intertidale le comunità macrobentoniche sono di solito individuate come indicatori delle variazioni dei parametri fisico-chimici e morfodinamici. Lo scopo di questo lavoro è consistito nell’analisi delle comunità macrobentoniche e della loro interazioni con le variabili ambientali lungo tre spiagge del Nord Adriatico sottoposte a fenomeni di erosione e differenti fra di loro per caratteristiche morfodinamiche: Lido di Spina, Bellocchio e la zona della Bassona di Lido di Dante. La risposta delle comunità bentoniche è stata indagata utilizzando i dati tassonomici delle specie e raggruppando le stesse nei rispettivi gruppi trofici. Le variabili ambientali considerate sono state quelle relative alla tipologia del sedimento e quelle relative alla morfodinamica Le comunità macrobentoniche delle spiagge di Lido di Spina e di Lido di Dante sono risultate relativamente più simili tra loro, nonostante i due siti fossero i più distanti. A Lido di Spina e Lido di Dante sono state rinvenute associazioni di specie, come Scolelepis squamata ed Eurydice spinigera, tipiche delle spiagge sabbiose europee esposte al moto ondoso. In questi due siti, è risultato dominante il bivalve Lentidium mediterraneum, la cui ecologia e modalità di distribuzione aggregata permette di evidenziare il maggiore idrodinamismo che caratterizza i due siti. A Bellocchio, invece, è stato riscontrato un maggior numero di specie. Questo sito è caratterizzato dalla presenza di patch di giovanili del bivalve Mytilus galloprovincialis che sembrerebbe determinare il pattern del resto della comunità fungendo da ecosystem engineer. In termini di gruppi trofici, a Lido di Spina e a Lido di Dante prevalgono Filtratori, Carnivori e Detritivori di Superficie mentre Bellocchio è dominato da Filtratori e Misti discostandosi dagli altri siti per le sue condizioni del tutto particolari. Per quanto riguarda i descrittori abiotici, Lido di Spina e Lido di Dante, rispetto a Bellocchio, presentano una fascia intertidale più corta, pendenze maggiori, granulometrie più grossolane e risultando quindi, in generale, meno dissipative.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

La presente tesi vuole colmare le conoscenze biologiche ed ecologiche dello squalo di profondità Dalatias licha. Attualmente le conoscenze riguardanti le popolazioni di questo squalo nel Mediterraneo sono scarse dato il numero limitato di studi affrontati. La biologia e l’ecologia di questo squalo è stata studiata attraverso la stima di alcune caratteristiche importanti come la sex ratio, la maturità sessuale degli individui, gli indici di condizione (epatosomatico e gonadosomatico) e le analisi dei contenuti stomacali. I 78 esemplari (16 femmine e 62 maschi) osservati sono stati campionati tra il 2001 e il 2003 dal bycatch di motopescherecci a strascico della marineria di Genova porto, operanti sul piano batiale del Golfo di Genova (Mar Ligure). Le catture sono state eseguite ad una batimetria compresa tra -450 e -800 m, tra Genova e Sestri Levante. I risultati, sebbene basati su un numero limitato di individui, sono di particolare interesse visto il deficit conoscitivo inerente a questa specie in ambito nazionale e mediterraneo

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Del granulato di ossido di stronzio (anche nella formula carbonato) è stato testato come nuovo possibile materiale di utilizzo per la cattura ad alta temperatura di diossido di carbonio da effluenti gassosi di scarto. Sono stati condotti diversi esperimenti con strumentazioni già preposte, quali test termogravimetrici, microscopia elettronica (SEM) e Xray (XRD). Mentre per la sperimentazione in quantità più rilevanti di materiale è stato costruito un impianto a letto fisso ex novo. Le prove TG hanno evidenziato una capacità media di sorbente parti a circa il 5% in massa di ossido, a temperature tra i 1100°C e i 1200°C, in situazione di regime (dopo numerosi cicli di carb/calc), con una buona conservazione nel tempo delle proprietà adsorbitive, mentre per le prove a letto fisso, si è registrato un calo di valori variabile tra il 3 e il 4%, con un netto miglioramento nel caso di calcinazione in vapore surriscaldato fino al 5%. Il trattamento in vapore ha sortito l’importante effetto di calcinazione del diossido di carbonio dal sorbente, quindi facilmente separabile dal flusso in uscita, misurato tramite cattura in una soluzione di idrossido di bario. Importanti fenomeni di sintering e densificazione hanno portato ad occludere completamente la camera di reazione sviluppando notevoli sovrappressioni interne. Tali fenomeni sono stati approfonditi tramite analisi SEM e XRD. Si è constatato un aumento notevole della grandezza dei granuli in caso di trattamento in vapore con la formazione di legami stabili e con conservazione della porosità. Nel caso di trattamento senza vapore surriscaldato i granuli hanno sinterizzato tramite formazione di legami, ma sempre con conservazione della macroporosità. Il lavoro di tesi è stato inquadrato nel contesto tecnologico al riguardo le tecniche CCS esistenti ed in progetto, con un attento studio bibliografico riguardo lo stato dell’arte, impianti esistenti, costi, metodi di cattura usati, metodologie di trasporto dei gas, metodologie di stoccaggio esistenti e in progetto. Si sono considerati alcuni aspetti economici per sviluppare un modello previsionale di spesa per una possibile applicazione di cattura per un impianto di produzione energetica. Con la progettazione e dimensionamento di un sistema integrato di adsorbimento tramite l’accoppiamento di 2 reattori dedicati ai cicli di carbonatazione e calcinazione del materiale sorbente. Infine si sono considerati gli aspetti salienti dello stoccaggio del diossido di carbonio in reservoir tramite le tecniche di EOR e EGR (Enhanced Oil/Gas Recovery) utilizzando la stessa CO2 come fluido spiazzante degli idrocarburi in posto. Concludendo il lavoro di tesi e di sperimentazione ha contribuito in modo tangibile allo scopo prefissato, andando a caratterizzare un nuovo materiale per la cattura di diossido di carbonio da effluenti gassosi ad alta temperatura, ed andando a verificare un’importante fenomeno rigenerativo non previsto delle capacità sorbitive dei materiali sottoposti a test.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Nel presente lavoro sono state analizzate le distribuzioni quantitative dei Foraminiferi planctonici e bentonici presenti in una carota e in un box core prelevati nel Mare di Ross in Antartide durante la campagna KOPRI ANTA03 nel Febbraio 2013 nell’ambito del progetto di ricerca congiunto Corea- Italia finanziato dal Progetto Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA). Scopo del lavoro è stato quello di comprendere l’evoluzione ambientale dell’area in base alla distribuzione quantitativa e qualitativa delle associazioni a Foraminiferi nel tardo Quaternario. In base alla distribuzione quantitativa dei Foraminiferi identificati, la sequenza sedimentaria della carota C2 è stata suddivisa in tre intervalli corrispondenti a tre principali fasi paleoceanografiche/paleoclimatiche. La prima fase, più antica di 18 ka, caratterizzata dall’assenza o rarità di forme documenta un ambiente con presenza di copertura glaciale. La seconda, depositatasi tra 18 ka e ~8 ka è caratterizzata da una maggiore variabilità intraspecifica e riflette un miglioramento delle condizioni climatiche. La terza, corrisponde ad un periodo compreso tra ~8 ka e ~2 ka. La presenza di forme agglutinanti e l’assenza di Foraminiferi a guscio calcareo suggeriscono la presenza di condizioni di dissoluzione carbonatica sul fondale in un ambiente marino libero da copertura glaciale. La documentazione di numerosi individui allo stadio giovanile di Neogloboquadrina pachyderma durante l’intervallo B ha reso possibile avanzare ipotesi riguardo la strategia di sopravvivenza di questa specie in ambiente estremo quale il ghiaccio antartico. La somiglianza morfologica tra individui giovanili di Neogloboquadrina pachyderma riscontrata durante il nostro studio nei sedimenti a livello fossile nella carota con individui giovanili della stessa specie provenienti da campioni di ghiaccio marino antartico documentati in bibliografia, ha permesso di supportare la tesi dello sviluppo di tali forme nei pori del “microghiaccio”.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Se apunta a producir conocimientos básicos sobre las condiciones de reproducción de los pequeños productores familiares en la frontera agraria de Misiones, una de las áreas de mayor pobreza de la Argentina. El objetivo general es analizar el campo del desarrollo rural y los conflictos actuales por la tenencia de la tierra en la etapa de cierre de la frontera agraria, identificando los actores intervinientes (agencias estatales, ONGs, pequeños productores y terratenientes) y los ejes que lo estructuran. Se estudiarán los procesos actuales de ocupación de tierras fiscales y privadas y las diversas formas de explotación, especialmente con relación a la creación de reservas ambientales (corredor verde, y biosfera Yabotí). Se describirá la dinámica de la explotación familiar en conexión con sus prácticas reproductivas y los modos en que se expresan las obligaciones domésticas en el contexto actual de restricción del acceso a la tierra. Se analizarán los estilos de intervención, las tecnologías intelectuales y los modos de comunicación de las diferentes agencias de desarrollo —estatales y nogubernamentales— y de los grupos ecologistas, así como la capacidad de agencia de los pequeños agricultores, atendiendo a sus acciones organizativas (asociaciones, ferias francas, grupos de crédito, etc.).

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

En el presente trabajo se analiza La vara de fuego del escritor mendocino Abelardo Arias, en tanto novela que, junto con Álamos talados, representa el filón autobiográfico de su narrativa y el eje central de su poética. En particular nos centramos en sus características principales y en el ineludible diálogo que entabla con Álamos talados (1942) y La viña estéril (1969). Obras con las cuales el autor conforma un tríptico, en el que se refracta su personalidad, y cuyas bisagras están compuestas por el juego interno de imbricación de la realidad con la ficción y de la ficción en la ficción. Asimismo, se estudia la relación simbólica entre las tres obras, basada en el mito del Edén Perdido y en la confirmación de su leit-motiv: el desencuentro humano (en el amor y en la amistad), necesario castigo luego de la bíblica caída.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

El objetivo de este trabajo fue diferenciar cultivares monoclonales de ajos colorados argentinos por sus características productivas, de calidad y respuesta a la fertilización nitrogenada en la región de Cuyo. Durante la campaña 2003 se realizó un ensayo en La Consulta, San Carlos, Mendoza, Argentina (950 msnm; 33° 42' S y 69° 04' W). El diseño experimental fue en franjas con parcelas divididas dispuestas en un diseño de bloques completos al azar de tres repeticiones en el cual las dosis de nitrógeno (75, 150, 225 y 300 kg de N·ha-1) incorporadas como SolUAN (30 % N) se asignaron a las parcelas principales y las subparcelas correspondieron a cinco clones de ajo: Fuego INTA, Sureño INTA, Gostoso INTA, Inco 30 y Rubí INTA. Se adicionó además un tratamiento control sin nitrógeno. En el análisis estadístico de los rendimientos (r2 = 0,81; cv%: 8,48 y p < 0,0001) se detectaron efectos significativos de las variables cultivares y dosis de fertilización nitrogenada pero no de la interacción de ambas. Se determinó que en suelos con contenidos medios de nitrógeno total (800 mg·kg-1), la dosis que maximiza los rendimientos es de 150 kg N·ha-1 en todas las cultivares salvo Gostoso cuyo valor crítico resultó mayor que el resto. El incremento de rendimiento atribuible a la fertirrigación con 150 kg N·ha-1 respecto del testigo fue: 45 % en Rubí (17,7 t· ha-1), 31 % en Fuego (15,3 t·ha-1), 19 % en Inco (15,4 t·ha-1) y 23 % en Sureño (13 t·ha-1). Gostoso aumentó un 21 % (13,8 t·ha-1) su rendimiento respecto del testigo con la dosis de 300 kg N·ha-1. El análisis de clasificación jerárquica permitió agrupar los genotipos según su potencial productivo, de mayor a menor, en tres clases: I: cv. Rubí ; II: cv. Inco 30 y cv. Fuego; III: cv. Sureño y Gostoso. La fertilización nitrogenada incrementó la manifestación de malformaciones en todas las cultivares respecto del testigo sin fertilización, excepto Sureño que presentó mayores anormalidades en el tratamiento testigo sin fertilizar.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Ramorinoa girolae Speg. (Fabaceae), es una especie leñosa endémica de Argentina común-mente llamada "chica". En el presente trabajo se evaluaron algunas características de R. gi-rolae, la pérdida de semillas durante la etapa predispersiva y se identificó los depredadores de dicha etapa. Se seleccionaron árboles en tres sitios dentro del Parque Provincial Ischigualasto (San Juan): la Mina de cuarzo (Provincia Fitogeográfica del Chaco; n= 5 árboles), el Morado (P.F. del Monte; n= 6) y el Tramo (P.F. del Monte; n= 6). A partir de cada árbol se registraron mediciones de tamaño del individuo, densidad de coespecíficos alrededor y número de frutos. Se recolectaron 10 frutos por árbol con el fin de identificar y cuantificar los artrópodos asociados, además se tomaron datos referentes a la densidad y tamaño de frutos y semillas y su viabilidad. Los resultados mostraron que la densidad de frutos por árbol presentó diferencias entre los sitios, mientras que la densidad de árboles no presentó diferencias. En cuanto al daño por artrópodos, se encontró que la proporción de semillas dañadas fue mayor en frutos de menor tamaño, en frutos con mayor número de semillas y en frutos con mayor número de depredadores. Las semillas dañadas representaron en promedio el 58% del total de las semillas muestreadas y sólo el 4% de las semillas dañadas conservaron su viabilidad, mientras que el 91% de semillas sanas resultaron viables. Se identificó a Anypsipyla univitella Dyar. (Lepidoptera, Pyralidae, Phycitinae) como la única especie depredadora de las semillas durante la etapa predispersiva, mientras que Goniozus sp. (Bethy-lidae, Chrysidoidea, Himenóptera) se identificó como parasitoide de la larva del lepidóptero. Como R. girolae es considerada una especie “vulnerable" (IUCN) resulta primordial su conservación ante escenarios de cambio climático, debido a su baja resistencia al fuego, el bajo nivel de regeneración, la falta de conocimiento y a las políticas deficientes de conservación

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Fuego en Casabindo ficcionaliza desviaciones del regionalismo argentino a partir de una programática ubicación fronteriza, geográfica y literaria, que sustenta la indagación de identidades íntimas y colectivas, complejizando las construcciones de la memoria. Ante el quiebre entre un pasado épico y un presente árido de futuro, la ficción opta por la frontera y el reconocimiento presente del otro, afirmándose como cultura de un mundo derrotado. La reconstrucción de acontecimientos violentos de la historia argentina, desde versiones orales tamizadas por una cosmovisión mítica, conforma el relato de silenciosos derrotados, fragmentados en identidades agonizantes revitalizadas por una literatura absuelta de residuos regionalistas