VAR models and methods for monetary and health economics

Negli ultimi anni i modelli VAR sono diventati il principale strumento econometrico per verificare se può esistere una relazione tra le variabili e per valutare gli effetti delle politiche economiche. Questa tesi studia tre diversi approcci di identificazione a partire dai modelli VAR in forma ridotta (tra cui periodo di campionamento, set di variabili endogene, termini deterministici). Usiamo nel caso di modelli VAR il test di Causalità di Granger per verificare la capacità di una variabile di prevedere un altra, nel caso di cointegrazione usiamo modelli VECM per stimare congiuntamente i coefficienti di lungo periodo ed i coefficienti di breve periodo e nel caso di piccoli set di dati e problemi di overfitting usiamo modelli VAR bayesiani con funzioni di risposta di impulso e decomposizione della varianza, per analizzare l'effetto degli shock sulle variabili macroeconomiche. A tale scopo, gli studi empirici sono effettuati utilizzando serie storiche di dati specifici e formulando diverse ipotesi. Sono stati utilizzati tre modelli VAR: in primis per studiare le decisioni di politica monetaria e discriminare tra le varie teorie post-keynesiane sulla politica monetaria ed in particolare sulla cosiddetta "regola di solvibilità" (Brancaccio e Fontana 2013, 2015) e regola del GDP nominale in Area Euro (paper 1); secondo per estendere l'evidenza dell'ipotesi di endogeneità della moneta valutando gli effetti della cartolarizzazione delle banche sul meccanismo di trasmissione della politica monetaria negli Stati Uniti (paper 2); terzo per valutare gli effetti dell'invecchiamento sulla spesa sanitaria in Italia in termini di implicazioni di politiche economiche (paper 3). La tesi è introdotta dal capitolo 1 in cui si delinea il contesto, la motivazione e lo scopo di questa ricerca, mentre la struttura e la sintesi, così come i principali risultati, sono descritti nei rimanenti capitoli. Nel capitolo 2 sono esaminati, utilizzando un modello VAR in differenze prime con dati trimestrali della zona Euro, se le decisioni in materia di politica monetaria possono essere interpretate in termini di una "regola di politica monetaria", con specifico riferimento alla cosiddetta "nominal GDP targeting rule" (McCallum 1988 Hall e Mankiw 1994; Woodford 2012). I risultati evidenziano una relazione causale che va dallo scostamento tra i tassi di crescita del PIL nominale e PIL obiettivo alle variazioni dei tassi di interesse di mercato a tre mesi. La stessa analisi non sembra confermare l'esistenza di una relazione causale significativa inversa dalla variazione del tasso di interesse di mercato allo scostamento tra i tassi di crescita del PIL nominale e PIL obiettivo. Risultati simili sono stati ottenuti sostituendo il tasso di interesse di mercato con il tasso di interesse di rifinanziamento della BCE. Questa conferma di una sola delle due direzioni di causalità non supporta un'interpretazione della politica monetaria basata sulla nominal GDP targeting rule e dà adito a dubbi in termini più generali per l'applicabilità della regola di Taylor e tutte le regole convenzionali della politica monetaria per il caso in questione. I risultati appaiono invece essere più in linea con altri approcci possibili, come quelli basati su alcune analisi post-keynesiane e marxiste della teoria monetaria e più in particolare la cosiddetta "regola di solvibilità" (Brancaccio e Fontana 2013, 2015). Queste linee di ricerca contestano la tesi semplicistica che l'ambito della politica monetaria consiste nella stabilizzazione dell'inflazione, del PIL reale o del reddito nominale intorno ad un livello "naturale equilibrio". Piuttosto, essi suggeriscono che le banche centrali in realtà seguono uno scopo più complesso, che è il regolamento del sistema finanziario, con particolare riferimento ai rapporti tra creditori e debitori e la relativa solvibilità delle unità economiche. Il capitolo 3 analizza l’offerta di prestiti considerando l’endogeneità della moneta derivante dall'attività di cartolarizzazione delle banche nel corso del periodo 1999-2012. Anche se gran parte della letteratura indaga sulla endogenità dell'offerta di moneta, questo approccio è stato adottato raramente per indagare la endogeneità della moneta nel breve e lungo termine con uno studio degli Stati Uniti durante le due crisi principali: scoppio della bolla dot-com (1998-1999) e la crisi dei mutui sub-prime (2008-2009). In particolare, si considerano gli effetti dell'innovazione finanziaria sul canale dei prestiti utilizzando la serie dei prestiti aggiustata per la cartolarizzazione al fine di verificare se il sistema bancario americano è stimolato a ricercare fonti più economiche di finanziamento come la cartolarizzazione, in caso di politica monetaria restrittiva (Altunbas et al., 2009). L'analisi si basa sull'aggregato monetario M1 ed M2. Utilizzando modelli VECM, esaminiamo una relazione di lungo periodo tra le variabili in livello e valutiamo gli effetti dell’offerta di moneta analizzando quanto la politica monetaria influisce sulle deviazioni di breve periodo dalla relazione di lungo periodo. I risultati mostrano che la cartolarizzazione influenza l'impatto dei prestiti su M1 ed M2. Ciò implica che l'offerta di moneta è endogena confermando l'approccio strutturalista ed evidenziando che gli agenti economici sono motivati ad aumentare la cartolarizzazione per una preventiva copertura contro shock di politica monetaria. Il capitolo 4 indaga il rapporto tra spesa pro capite sanitaria, PIL pro capite, indice di vecchiaia ed aspettativa di vita in Italia nel periodo 1990-2013, utilizzando i modelli VAR bayesiani e dati annuali estratti dalla banca dati OCSE ed Eurostat. Le funzioni di risposta d'impulso e la scomposizione della varianza evidenziano una relazione positiva: dal PIL pro capite alla spesa pro capite sanitaria, dalla speranza di vita alla spesa sanitaria, e dall'indice di invecchiamento alla spesa pro capite sanitaria. L'impatto dell'invecchiamento sulla spesa sanitaria è più significativo rispetto alle altre variabili. Nel complesso, i nostri risultati suggeriscono che le disabilità strettamente connesse all'invecchiamento possono essere il driver principale della spesa sanitaria nel breve-medio periodo. Una buona gestione della sanità contribuisce a migliorare il benessere del paziente, senza aumentare la spesa sanitaria totale. Tuttavia, le politiche che migliorano lo stato di salute delle persone anziane potrebbe essere necessarie per una più bassa domanda pro capite dei servizi sanitari e sociali.

Linear chaos for the Quick-Thinking-Driver model.

In recent years, the topic of car-following has experimented an increased importance in traffic engineering and safety research. This has become a very interesting topic because of the development of driverless cars (Google driverless cars, http://en.wikipedia.org/wiki/Google_driverless_car). Driving models which describe the interaction between adjacent vehicles in the same lane have a big interest in simulation modeling, such as the Quick-Thinking-Driver model. A non-linear version of it can be given using the logistic map, and then chaos appears. We show that an infinite-dimensional version of the linear model presents a chaotic behaviour using the same approach as for studying chaos of death models of cell growth.

Sistemas de gestão integrados como indutor para a sustentabilidade: uma análise do impacto no desempenho das organizações baseado no Triple Bottom Line.

O objetivo deste trabalho é analisar o impacto dos Sistemas de Gestão Integrados (SGI) no desempenho organizacional sob a óptica do Triple Bottom Line (TBL), verificando se esta implementação auxilia a empresa a se tornar mais sustentável. A abordagem multi-método utilizada está dividida em três partes. A primeira compreende uma revisão sistemática da literatura, tendo como base a abordagem bibliométrica. A base de dados escolhida para a seleção dos artigos que compõem a amostra foi a ISI Web of Knowledge (Web of Science). As análises conduzidas sugerem lacunas na literatura a serem pesquisadas de modo a relacionar a integração dos sistemas de gestão como meio para as organizações tornarem-se mais sustentáveis, auxiliando assim na elaboração de um modelo teórico e das hipóteses de pesquisa. Os resultados parciais obtidos ressaltam a lacuna na literatura de estudos nessa área, principalmente que contemplem a dimensão social do Triple Bottom Line. Lacunas na literatura foram identificadas também no que se refere à análise do impacto da adoção dessas abordagens normativas no desempenho organizacional. A segunda etapa da metodologia é composta por estudos de casos múltiplos em empresas de diferentes setores e que tenham implantado sistemas de gestão de maneira integrada. Os resultados obtidos mostram que a certificação auxilia no desenvolvimento de ações sustentáveis, resultando em impactos econômicos, ambientais e sociais positivos. Nesta etapa, testou-se o modelo e as hipóteses levantadas na abordagem bibliométrica. A terceira etapa da metodologia é composta por análises estatísticas de dados secundários extraídos da revista Exame ?Maiores e Melhores\'. Os dados do ano de 2014 das empresas foram tratados por meio do software MINITAB 17 ®. Por meio do teste de mediana de mood, as amostras foram testadas e apresentaram diferenças estatisticamente significativas para o desempenho das empresas em diferentes setores. De maneira geral, as empresas com SGI apresentam melhor desempenho econômico do que as demais. Com a mesma base de dados, utilizando o modelo de equações estruturais e o software Smart PLS 2.0, criou-se um diagrama de caminhos analisando os constructos (SGI) com variáveis de desempenho (Endividamento, Lucratividade, Patrimônio, Crescimento e Retorno). O modelo de equações estruturais testado apresentou força para a relação entre SGI com Endividamento, Lucratividade, Patrimônio e Crescimento. As diferentes metodologias apresentadas contribuíram para responder a hipótese e afirmar com base na amostra deste trabalho que o SGI leva as empresas a terem melhor desempenho econômico, ambiental e social (baseado no TBL).

A phylogenetic analysis of the Asian catfish families Sisoridae, Akysidae, and Amblycipitidae, with a hypothesis on the relationships of the neo-tropical Aspredinidae (Teleostei, Ostariophysi) / Mario C. C. de Pinna.

n.s. no.84(1996)

Household Final Consumption in the EU: The key driver for a sustainable recovery? ECRI Commentary No. 18, 4 December 2015

This commentary finds that after four to five years of poor performance, final consumption of households is expected to recover significantly in 2015 and 2016. This is all the more important since final consumption of households was the main driver of economic growth during the 12 years preceding the financial crisis. Some obstacles still stand in the way, however, preventing a sustainable recovery in private consumption.

Coreferentiality: A New Method for the Hypothesis-Based Analysis of Phenotypes Characterized by Multivariate Data

Many multifactorial biologic effects, particularly in the context of complex human diseases, are still poorly understood. At the same time, the systematic acquisition of multivariate data has become increasingly easy. The use of such data to analyze and model complex phenotypes, however, remains a challenge. Here, a new analytic approach is described, termed coreferentiality, together with an appropriate statistical test. Coreferentiality is the indirect relation of two variables of functional interest in respect to whether they parallel each other in their respective relatedness to multivariate reference data, which can be informative for a complex effect or phenotype. It is shown that the power of coreferentiality testing is comparable to multiple regression analysis, sufficient even when reference data are informative only to a relatively small extent of 2.5%, and clearly exceeding the power of simple bivariate correlation testing. Thus, coreferentiality testing uses the increased power of multivariate analysis, however, in order to address a more straightforward interpretable bivariate relatedness. Systematic application of this approach could substantially improve the analysis and modeling of complex phenotypes, particularly in the context of human study where addressing functional hypotheses by direct experimentation is often difficult.

Driver Aggression as a Function of Status Concurrence: An Analysis of Horn-Honking Responses

Various field experiments were conducted to examine the influence of social status on aggression in road traffic. Horn-honking response times of subjects blocked by an experimental car at traffic lights were considered to be an indicator of the degree of aggression. During an initial experiment, the status of the frustrator was varied and an inverse relation was observed between status and aggression towards the frustrator. On the other hand, in a more recent experiment higher status aggressors were found to behave more aggressively. In our study we combined the two designs, i.e., we varied the status of the frustrator and at the same time measured the status of the aggressor. Neither results of the former experiments could be replicated, but we observed a reduction in aggression when frustrator and aggressor were of similar social status.

Latin Americaʹs emergence in global services: a new driver of structural change in the region?

Studies of international production acknowledge that the ability of firms to learn, upgrade and innovate in global value chains (GVCs) is influenced by knowledge flows within these global networks and by the national institutional systems in which the firms are embedded. Little is known, however, about how differences in national innovation and business systems shape the way firms and national economies insert themselves in global value chains and how this influences their upgrading trajectories. Based on a review of the existing academic literature, the chapter examines the impact of national innovation and business systems from middle-income and developing countries on learning and innovation processes in services GVCs.

Failure or Voluntary Exit? Reassessing the Female Underperformance Hypothesis

We reevaluate the female underperformance hypothesis by challenging the assumption that female-owned ventures are more likely to fail. Instead of equating exit with failure, we draw on exit literature and feminist theories to argue that female entrepreneurs are actually more likely than males to exit voluntarily. We argue for further gender differences by using an even more fine-grained conceptualization of entrepreneurial exit (failure, exit for personal reasons, and exit for other professional/financial opportunities). Post-hoc analyses also point to withingender heterogeneity depending on family status. A sample probe of 219 Spanish entrepreneurs who had exited their business supports our overall reasoning.

Initial soil properties and biomass after experimental grazing and warming in mesic and wet sites, Adventdalen valley, Spitzbergen

High-latitude ecosystems store large amounts of carbon (C); however, the C storage of these ecosystems is under threat from both climate warming and increased levels of herbivory. In this study we examined the combined role of herbivores and climate warming as. drivers of CO2 fluxes in two typical high-latitude habitats (mesic heath and wet meadow). We hypothesized that both herbivory and climate warming would reduce the C sink strength of Arctic tundra through their combined effects on plant biomass and gross ecosystem photosynthesis and on decomposition rates and the abiotic environment. To test this hypothesis we employed experimental warming (via International Tundra Experiment [ITEX] chambers) and grazing (via captive Barnacle Geese) in a three-year factorial field experiment. Ecosystem CO2 fluxes (net ecosystem exchange of CO2, ecosystem respiration, and gross ecosystem photosynthesis) were measured in all treatments at varying intensity over the three growing seasons to capture the impact of the treatments on a range of temporal scales (diurnal, seasonal, and interannual). Grazing and warming treatments had markedly different effects on CO2 fluxes in the two tundra habitats. Grazing caused a strong reduction in CO2 assimilation in the wet meadow, while warming reduced CO2 efflux from the mesic heath. Treatment effects on net ecosystem exchange largely derived from the modification of gross ecosystem photosynthesis rather than ecosystem respiration. In this study we have demonstrated that on the habitat scale, grazing by geese is a strong driver of net ecosystem exchange of CO2, with the potential to reduce the CO2 sink strength of Arctic ecosystems. Our results highlight that the large reduction in plant biomass due to goose grazing in the Arctic noted in several studies can alter the C balance of wet tundra ecosystems. We conclude that herbivory will modulate direct climate warming responses of Arctic tundra with implications for the ecosystem C balance; however, the magnitude and direction of the response will be habitat-specific.

National survey of speeding and other unsafe driving actions. Volume II: driver attitudes and behavior.

National Highway Traffic Safety Administration, Office of Research and Traffic Records, Washington, D.C.

Strategies for aggressive driver enforcement.

Mode of access: Internet.