996 resultados para Tumor maligno de la vaina nerviosa periférica
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Transmissible venereal tumor (TVT) is a neoplasm of round cells with plasmocytoid or lymphocytoid appearance. The tumor presents several particularities, which have been the subject of numerous studies; however there still have investigations that need to be done. For example, a progressive increase of highly aggressive tumors with varying response to chemotherapy -including resistance- has been evidenced in recent years. There is scientific interest to understand these differences, allowing predicting possible clinical outcomes in affected dogs and increasingly searching adequate and individualized therapy. This review focuses on presenting possible implications of the expression of MDR-1 (P-glycoprotein), TP53, BCL-2, and BAX genes, regarding resistance to chemotherapy and/or the biologic behavior of TVT
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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
Coexistence of benign phyllodes tumor and invasive ductal carcinoma in distinct breasts: case report
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This report describes a rare case of coexistence of benign phyllodes tumor, which measured 9 cm in the right breast, and invasive ductal carcinoma of 6 cm in the left breast, synchronous and independent, in a 66-year-old patient. The patient underwent a bilateral mastectomy due to the size of both lesions. Such situations are rare and usually refer to the occurrence of ductal or lobular carcinoma in situ when associated with malignant phyllodes tumors, and more often in ipsilateral breast or intra-lesional.
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Programa de doctorado: Cáncer: biología y clínica.
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Programa de doctorado: Clínica y terapéutica.
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Dendritic Cells (DCs) derived from human blood monocytes that have been nurtured in GM-CSF and IL-4, followed by maturation in a monocyte-conditioned medium, are the most potent APCs known. These DCs have many features of primary DCs, including the expression of molecules that enhance antigen capture and selective receptors that guide DCs to and from several sites in the body, where they elicit the T cell mediated immune response. For these features, immature DCs (iDC) loaded with tumor antigen and matured (mDC) with a standard cytokine cocktail, are used for therapeutic vaccination in clinical trials of different cancers. However, the efficacy of DCs in the development of immunocompetence is critically influenced by the type (whole lysate, proteins, peptides, mRNA), the amount and the time of exposure of the tumor antigens used for loading in the presentation phase. The aim of the present study was to create instruments to acquire more information about DC antigen uptake and presentation mechanisms to improve the clinical efficacy of DCbased vaccine. In particular, two different tumor antigen were studied: the monoclonal immunoglobulin (IgG or IgA) produced in Myeloma Multiple, and the whole lysate obtained from melanoma tissues. These proteins were conjugated with fluorescent probe (FITC) to evaluate the kinetic of tumor antigen capturing process and its localization into DCs, by cytofluorimetric and fluorescence microscopy analysis, respectively. iDC pulsed with 100μg of IgG-FITC/106 cells were monitored from 2 to 22 hours after loading. By the cytofluorimetric analysis it was observed that the monoclonal antibody was completely captured after 2 hours from pulsing, and was decreased into mDC in 5 hours after maturation stimulus. To monitor the lysate uptake, iDC were pulsed with 80μg of tumor lysate/106 cells, then were monitored in the 2h to 22 hours interval time after loading. Then, to reveal difference between increasing lysate concentration, iDC were loaded with 20-40-80-100-200-400μg of tumor lysate/106 cells and monitored at 2-4-8-13h from pulsing. By the cytofluorimetric analysis, it was observed that, the 20-40-80-100μg uptake, after 8 hours loading was completed reaching a plateau phase. For 200 and 400μg the mean fluorescence of cells increased until 13h from pulsing. The lysate localization into iDC was evaluated with conventional and confocal fluorescence microscopy analysis. In the 2h to 8h time interval from loading an intensive and diffuse fluorescence was observed within the cytoplasmic compartment. Moreover, after 8h, the lysate fluorescence appeared to be organized in a restricted cloudy-shaded area with a typical polarized aspect. In addition, small fluorescent spots clearly appeared with an increment in the number and fluorescence intensity. The nature of these spot-like formations and cloudy area is now being investigated detecting the colocalization of the fluorescence lysate and specific markers for lysosomes, autophagosomes, endoplasmic reticulum and MHCII positive vesicles.
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I tumori macroscopici e microscopici, dopo la loro prima fase di crescita, sono composti da un numero medio elevato di cellule. Così, in assenza di perturbazioni esterne, la loro crescita e i punti di equilibrio possono essere descritti da equazioni differenziali. Tuttavia, il tumore interagisce fortemente col macroambiente che lo circonda e di conseguenza una descrizione del tutto deterministica risulta a volte inappropriata. In questo caso si può considerare l'interazione con fluttuazioni statistiche, causate da disturbi esterni, utilizzando le equazioni differenziali stocastiche (SDE). Questo è vero in modo particolare quando si cerca di modellizzare tumori altamente immunogenici che interagiscono con il sistema immunitario, in quanto la complessità di questa interazione risulta in fenomeni di multistabilità. Così, il rumore può provocare disturbi e indurre transizioni di stato (Noise-Induced-Transitions). E' importante notare che una NIT può avere implicazioni profonde sulla vita di un paziente, dal momento che una transizione da uno stato di equilibrio piccolo, nelle dimensioni del tumore, ad uno stato di equilibrio macroscopico, nella maggior parte dei casi significa il passaggio dalla vita alla morte. Generalmente l'approccio standard è quello di modellizzare le fluttuazioni stocastiche dei parametri per mezzo di rumore gaussiano bianco o colorato. In alcuni casi però questa procedura è altamente inadeguata, a causa della illimitatezza intrinseca dei rumori gaussiani che può portare a gravi incongruenze biologiche: pertanto devono essere utilizzati dei rumori "limitati", che, tuttavia, sono molto meno studiati di quelli gaussiani. Inoltre, l'insorgenza di NIT dipende dal tipo di rumore scelto, che rivela un nuovo livello di complessità in biologia. Lo scopo di questa tesi è quello di studiare le applicazioni di due tipi diversi di "rumori limitati" nelle transizioni indotte in due casi: interazione tra tumore e sistema immunitario e chemioterapia dei tumori. Nel primo caso, abbiamo anche introdotto un nuovo modello matematico di terapia, che estende, in modo nuovo, il noto modello di Norton-Simon.
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Il medulloblastoma (MB) è il tumore più comune del sistema nervoso centrale. Attualmente si riesce a curare solo il 50-60% dei pazienti che tuttavia presentano gravi effetti collaterali dovuti alle cure molto aggressive. Una recente classificazione molecolare ha ridistribuito le varianti più comuni di MB in quattro distinti gruppi. In particolare, il gruppo SHH e D sono caratterizzati da un’ alta espressione di MYCN ed associati a prognosi sfavorevole. MYCN è coinvolto nella regolazione della proliferazione cellulare, differenziazione, apoptosi, angiogenesi e metastasi. L’obiettivo di questo lavoro è la valutazione dell’attività antitumorale di oligonucleotidi diretti contro MYCN, sia in vitro su diverse linee cellulari di MB che in vivo in modelli murini xenograft ortotopici di MB. I risultati hanno dimostrato un’ottima inibizione della crescita in linee cellulari di MB, accompagnata da una riduzione della trascrizione genica e dei livelli proteici di MYCN. Inoltre, sono stati confermati tramite RT-PCR alcuni dei geni trovati significativamente variati nell’esperimento di microarray , dopo il trattamento. Molto interessanti sono stati geni quali BIRC5, che risulta down regolato mentre il gene p21 risulta up regolato in tutte le linee cellulari di MB utilizzate. Inoltre, sono stati generati modelli murini di MB utilizzando cellule precedentemente trasfettate per esprimere il gene della luciferasi e valutarne così la crescita tumorale tramite imaging bioluminescente in vivo (BLI), al fine di poter testare l’attività antitumorale data dagli oligonucleotidi. I risultati hanno dimostrato una buona risposta al trattamento come rilevato dalla tecnica di BLI. I dati preliminari prodotti, dimostrano che MYCN potrebbe esser un buon target per la terapia del MB nei casi in cui è overespresso. In particolare, una sua inibizione potrebbe presentare effetti indesiderati moderati in quanto è poco espresso dopo la nascita.
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Il sarcoma di Ewing (ES) è un tumore maligno pediatrico dell’apparato scheletrico; è associato a una traslocazione specifica codificante la proteina di fusione EWS-FLI1 e all’alta espressione di CD99, una glicoproteina di membrana fisiologicamente coinvolta in diversi processi biologici. EWS-FLI1 e CD99, sono riportati avere ruoli divergenti nella modulazione della malignità e del differenziamento di ES. CD99 inoltre è riportato modulare il pathway di MAPK, il quale interagendo con molteplici fattori di trascrizione partecipa a processi di proliferazione e differenziamento. In questo studio abbiamo investigato in due linee cellulari di ES silenziate per CD99 (TC-71shCD99 e IOR/CARshCD99) l’attività basale di diversi fattori trascrizionali quali: NF-kBp65, AP1, Elk-1, E2F e CREB. L’unico fattore trascrizionale statisticamente significativo è risultato essere NF-kBp65 e abbiamo valutato il suo ruolo nel differenziamento neurale di cellule di ES e la relazione con EWS-FLI1 e CD99. L’attività trascrizionale di NF-kB è stata valutata attraverso gene reporter assay in linee cellulari di ES a diversa espressione di CD99, EWS-FLI1 e NF-kB stesso. Il differenziamento neurale è stato valutato come espressione di βIII-Tubulin in immunofluorescenza. Il silenziamento di CD99 induce una down-modulazione dell’attività trascrizionale di NF-kB, mentre il knockdown di EWS-FLI1 ne induce un’aumento. Inoltre, il silenziamento di EWS-FLI1 non è in grado di contrastare la riduzione dell’attività di NF-kB osservata dopo silenziamento di CD99, suggerendo un ruolo dominante del CD99 nel signaling di NF-kB. Cellule deprivate di CD99 ma non di EWS-FLI1, mostrano un fenotipo differenziato in senso neurale, fenotipo che viene perso quando le cellule sono indotte a sovraesprimere NF-kB. Inoltre, in cellule CD99 positive, il silenziamento di NF-kB induce un leggero differenziamento neurale. In conclusione, questi dati hanno evidenziato il ruolo di NF-kB nel differenziamento di cellule di ES e che potrebbe essere un potenziale target nel ridurre la progressione di questo tumore.
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Nel presente progetto di ricerca, da novembre 2011 a novembre 2013 , sono stati trattati chirurgicamente, con l’assistenza del navigatore , pazienti con tumori ossei primitivi degli arti, del bacino e del sacro, analizzando i risultati degli esami istologici dei margini di resezione del tumore e i risultati clinici e radiografici. Materiali e metodi : Abbiamo analizzato 16 pazienti 9 maschi e 7 femmine , con un'età media di 31 anni (range 12-55 ). Di tutti i pazienti valutati 8 avevano una localizzazione agli arti inferiori , 4 al bacino e 4 all'osso sacro . Solo quelli con osteosarcoma parostale , Cordoma e Condrosarcoma non sono stati sottoposti a terapia antiblastica . Solo un paziente è stato sottoposto a radioterapia postoperatoria per una recidiva locale . Tutti gli altri pazienti non sono stati trattati con la radioterapia per l’ adeguatezza dei margini di resezione . Non ci sono state complicanze intraoperatorie . Nel periodo postoperatorio abbiamo osservato una vescica neurologica , una paresi sciatica, due casi di infezione di cui una superficiale e una profonda, tutti e quattro i pazienti con sarcoma sacrale sviluppati hanno avuto ritardato della guarigione della ferita e di questi tre hanno avuto incontinenza sfinterica. In tutti i casi si è ottenuta una eccellente risultato clinico e radiografico , con soddisfazione del paziente , corretto contatto tra l'osteotomia e l'impianto che apparivano stabili ai primi controlli ambulatoriali ( FU 19 mesi). Risultati: La chirurgia assistita da calcolatore ha permesso di migliorare l’esecuzione delle resezioni ossee prevista dal navigatore. Questa tecnologia è valida e utile per la cure dei tumori dell’apparato scheletrico, soprattutto nelle sedi anatomiche più complesse da trattare come la pelvi, il sacro e nelle resezioni intercalari difficoltose nell’ottenere un margine di resezione ampio e quindi di salvare l’articolazione e l’arto stesso.
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Il carcinoma a cellule basali (BCC) costituisce l'80 peercento dei tumori cutanei non-melanoma, rappresentando dunque il tumore maligno della cute più frequente nella popolazione generale. Tuttavia, non esistono ad oggi studi epidemiologici ampi ed approfonditi condotti su scala nazionale su questo tipo di neoplasia, poichè i tumori cutanei non-melanoma sono esclusi dal registro statistico dei tumori. A tale scopo presso la Dermatologia dell'Università di Bologna sono stati raccolti di tutti i casi di carcinoma basocellulare osservati dal 1 gennaio 1990 sino al 31 dicembre 2014, e sono stati rielaborati statisticamente. Il criterio di inclusione adottato è stato la positività per BCC all’esame istologico, sia in caso di biopsia semplice, sia in caso di asportazione radicale. Il progetto è stato svolto presso l’ambulatorio di chirurgia oncologica della nostra UO, così come il follow-up dei pazienti nei casi di recidività multiple o di comparsa di nuovi tumori cutanei. Ad oggi, tale neoplasia è risultata essere quella di più frequente osservazione nella Unità Operativa di Dermatologia dell’Università di Bologna. Non solo, la nostra casistica rimane quella più numerosa fino ad ora riportata in tutta Italia negli ultimi 24 anni.
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En este trabajo se analizan las experiencias formativas de niños mbyá guaraní que acontecen fuera de la escuela, tanto aquellas que se producen mediante su participación periférica en actividades productivas realizadas en el monte y destinadas a la reproducción familiar doméstica, como en aquellas formas de participación en juegos infantiles entre pares. En ambos procesos se identificarán saberes implicados, y se plantearán algunas relaciones entre la participación y las diferenciaciones de género y transiciones etarias. Este análisis pretende mostrar algunas formas de articulación de las diversas experiencias formativas de los niños mbyá guaraní en relación con la producción del conocimiento del mundo, necesario para su autonomía como futuros adultos.
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Este proyecto estuvo encaminado analizar los textos literarios y de la literatura misionera, editados desde 1990 hasta la actualidad. La investigación ha sido posible por la existencia de una numerosa producción literaria durante el período mencionado. En una primera etapa se incursionó en conceptos teóricos que hicieron inteligibles ciertas particularidades de los textos considerados. En primer término, hemos postulado un concepto de región construido desde la diferencia, con el que se intentó considerar los matices de heterogeneidad e hibridez, característicos de la población en estudio. Su aplicación permitió superar o mantener en suspenso el tratamiento de los estereotipos de la tradición así como los temas y los personajes propios del marco geográfico, para considerar, en cambio, las reglas de la práctica discursiva, así como los procedimientos empleados en la modelización de los textos. Uno de los criterios seguidos fue considerar el tiempo como factor a tener en cuenta en la constitución del corpus. Si bien, toda producción literaria no irrumpe repentinamente sino que se necesitan décadas para que ella adquiera vigencia en la mente de los lectores, lo cierto es que hemos inventariado más de cien obras de diferentes momentos de los 90 hasta la actualidad. La lectura arrojó una gran variación respecto de las manifestaciones literarias y las posiciones de los escritores de los años 80 y 70, descriptos en investigaciones anteriores como más apegados a la escritura individual y al rescate de los valores tradicionales, en el terreno literario. Otro criterio fue considerar en los lugares de producción periférica la presencia de una literatura menor con visibles marcas de desterritorialización. Fue preciso estudiar las relaciones discontinuas así como las relaciones de fuerza en las articulaciones o agenciamientos singulares de discursos de diversos espacios de modelización. En sentido general, durante el período analizado en esta investigación, la literatura de Misiones muestra una desordenada dispersión de sus recorridos, en ciertos aspectos despojada de los lugares comunes propios del canon tradicional. Esto hizo posible indagar en variadas producciones estéticas del imaginario local.
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La predicción de la fenología del haba es un paso crítico para optimizar el manejo de los cultivos, así como para el desarrollo de modelos de cultivos. Este artículo examina la respuesta fenológica del cultivo de haba (Vicia faba L.) a diversos regímenes térmicos y fotoperíodicos evaluada mediante modelos lineales. Se realizaron diecisiete fechas de siembra durante tres años en Lugo, España (43°04’ N; 7°30’ W; altitud 480 m) en las que se hicieron observaciones fenológicas. El tiempo desde emergencia a floración se describe satisfactoriamente mediante un modelo fototérmico. Las tasas de desarrollo de siembra a emergencia, floración hasta la primera vaina y primera vaina hasta madurez fisiológica fueron modeladas en forma satisfactoria, utilizando solamente la temperatura como variable independiente. Los valores de temperaturas basales variaron entre 2,09 y 4,47°C, dependiendo del subperíodo fenológico. El fotoperíodo base resultó de 6,9 h mientras el fotoperíodo crítico fue de 16,2 h.
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La enfermedad cardiovascular es la primera causa de morbi-mortalidad en los países industrializados. El síndrome metabólico, caracterizado por hipertensión, dislipidemia, obesidad e hiperglucemia, constituye el principal factor de riesgo para la enfermedad cardiovascular. El tejido adiposo visceral juega un papel fundamental en este proceso, dado que secreta una variedad de sustancias biológicamente activas denominadas adipoquinas o adipocitoquinas, tales como leptina, resistina, adiponectina, factor de necrosis tumoral alfa (TNFa), y visfatina entre otras. La visfatina es una citoquina descubierta recientemente y su rol en la enfermedad cardiovascular es controversial y aún no ha sido completamente dilucidado. Estudios realizados en humanos y en modelos experimentales en animales sugieren que la visfatina tendría un papel muy importante en las patologías asociadas a la enfermedad cardiovascular. Esta revisión intenta mostrar los últimos avances sobre el rol de la visfatina y las principales adipocitoquinas en las patologías cardiovasculares y el síndrome metabólico.