394 resultados para Ressincronizacao cardiaca
Resumo:
Trabalho Final do Curso de Mestrado Integrado em Medicina, Faculdade de Medicina, Universidade de Lisboa, 2014
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In questo lavoro di tesi si è realizzato un modello matematico con l’intento di fornire uno strumento per lo studio della risposta cardiovascolare alla contropulsazione esterna. L’ EECP (Enhanced External Counterpulsation) è un metodo non invasivo di assistenza cardiaca basato sull’applicazione di pressioni sincronizzate col ritmo cardiaco su determinate superfici corporee. I benefici della terapia su pazienti con sofferenze cardiache sono confermati dalle tabelle cliniche; rimane tuttavia non chiaro il legame diretto tra questi e la EECP. La base del lavoro è un modello della circolazione sanguigna adattato allo studio della situazione in esame e riprodotto mediante il software di calcolo Matlab. Il modello proposto e la relativa simulazione numerica permettono la visualizzazione istantanea delle modifiche che l’azione di contropulsazione apporta al flusso e alla pressione sanguigna, al fine di offrire un aiuto nella ricerca di un legame diretto tra la EECP e i benefici che questa terapia ha sul paziente.
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Nel corso degli ultimi due decenni il trapianto di cuore si è evoluto come il gold standard per il trattamento dell’insufficienza cardiaca allo stadio terminale. Rimane un intervento estremamente complesso; infatti due sono gli aspetti fondamentali per la sua buona riuscita: la corretta conservazione e metodo di trasporto. Esistono due diversi metodi di conservazione e trasporto: il primo si basa sul tradizionale metodo di protezione miocardica e sul trasporto del cuore con utilizzo di contenitori frigoriferi, mentre il secondo, più innovativo, si basa sull’ utilizzo di Organ Care System Heart, un dispositivo appositamente progettato per contenere il cuore e mantenerlo in uno stato fisiologico normotermico attivo simulando le normali condizioni presenti all’interno del corpo umano. La nuova tecnologia di Organ Care System Heart permette un approccio completamente diverso rispetto ai metodi tradizionali, in quanto non solo conserva e trasporta il cuore, ma permette anche il continuo monitoraggio ex-vivo delle sue funzioni, dal momento in cui il cuore viene rimosso dal torace del donatore fino all’ impianto nel ricevente. Il motivo principale che spinge la ricerca ad investire molto per migliorare i metodi di protezione degli organi è legato alla possibilità di ridurre il rischio di ischemia fredda. Questo termine definisce la condizione per cui un organo rimane privo di apporto di sangue, il cui mancato afflusso causa danni via via sempre più gravi ed irreversibili con conseguente compromissione della funzionalità. Nel caso del cuore, il danno da ischemia fredda risulta significativamente ridotto grazie all’utilizzo di Organ Care System Heart con conseguenti benefici in termini di allungamento dei tempi di trasporto, ottimizzazione dell’organo e più in generale migliori risultati sui pazienti.
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L'elaborato si inserisce in un progetto sviluppato presso l'Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (I.R.S.T.) di Meldola che riguarda la valutazione di parametri cardiologici che possano risultare indici predittivi di uno scompenso cardiaco in pazienti affetti da linfoma. Tutti i soggetti considerati nel progetto sono stati sottoposti a trattamenti chemioterapici facenti uso di antracicline e la cui funzionalità cardiaca è stata controllata periodicamente tramite ecografia bidimensionale e volumetrica, utilizzando il sistema VividE9 della GE Healthcare. L'obiettivo dell'analisi è quello di ricercare se oltre alla frazione di eiezione esistono parametri più predittivi di una eventuale cardiotossicità come gli strain, calcolati attraverso l'ausilio della tecnica ecografica.
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Il lavoro presentato in questa tesi è stato svolto presso il Department of Computer Science, University of Oxford, durante il mio periodo all’estero nel Computational Biology Group. Scopo del presente lavoro è stato lo sviluppo di un modello matematico del potenziale d’azione per cellule umane cardiache di Purkinje. Tali cellule appartengono al sistema di conduzione elettrico del cuore, e sono considerate molto importanti nella genesi di aritmie. Il modello, elaborato in linguaggio Matlab, è stato progettato utilizzando la tecnica delle Popolazione di Modelli, un innovativo approccio alla modellazione cellulare sviluppato recentemente proprio dal Computational Biology Group. Tale modello è stato sviluppato in 3 fasi: • Inizialmente è stato sviluppato un nuovo modello matematico di cellula umana del Purkinje cardiaco, tenendo in considerazione i modelli precedenti disponibili in letteratura e le più recenti pubblicazioni in merito alle caratteristiche elettrofisiologiche proprie della cellula cardiaca umana di Purkinje. Tale modello è stato costruito a partire dall’attuale gold standard della modellazione cardiaca ventricolare umana, il modello pubblicato da T. O’Hara e Y. Rudy nel 2011, modificandone sia le specifiche correnti ioniche che la struttura interna cellulare. • Il modello così progettato è stato, poi, utilizzato come “modello di base” per la costruzione di una popolazione di 3000 modelli, tramite la variazione di alcuni parametri del modello all’interno di uno specifico range. La popolazione così generata è stata calibrata sui dati sperimentali di cellule umane del Purkinje. A valle del processo di calibrazione si è ottenuta una popolazione di 76 modelli. • A partire dalla popolazione rimanente, è stato ricavato un nuovo modello ai valori medi, che riproduce le principali caratteristiche del potenziale d’azione di una cellula di Purkinje cardiaca umana, e che rappresenta il dataset sperimentale utilizzato nel processo di calibrazione.
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La fibrilación auricular (FA) es la arritmia sostenida más frecuente en la práctica clínica, consistente en la desorganización total de la actividad eléctrica de la aurícula y ausencia de contracción auricular ordenada. Las últimas guías americanas AHA/ACC/HRS del 2014 definen “fibrilación auricular no valvular” (FANV) como aquella que aparece en ausencia de estenosis mitral reumática, prótesis valvular cardíaca o reparación valvular mitral, que en la FA en la que basamos este trabajo. La prevalencia estimada de fibrilación auricular en el mundo desarrollado es de un 1,5-2%, cuya incidencia aumenta escalonadamente en función de las décadas de la vida, siendo la edad media presentación entre los 75 y los 85 años. En España se estima que la FA afecta a un 8,5% de la población mayor de 60 años, es decir que existen más de 1 millón de personas con FA, de los cuales más de 90.000 se encuentran sin diagnosticar. La FA puede aparecer como consecuencia de una cardiopatía estructural, aunque otras enfermedades extracardíacas también se asocian a la FA, por mecanismos hemodinámicos, como la embolia pulmonar, EPOC, SAOS, o bien por la modulación del SNA, como en el caso del hipertiroidismo. La importancia de la FA radica en su creciente prevalencia, así como por la importante carga de morbilidad y mortalidad que genera. La FA está asociada a una tasa aumentada de muerte, ACV y otros episodios tromboembólicos, insuficiencia cardiaca y hospitalizaciones, pérdida de calidad de vida, deterioro cognitivo, capacidad reducida para el ejercicio y disfunción ventricular izquierda. El riesgo de muerte es el doble que el de la población sin dicha patología. Y el riesgo de ictus es de 3-5 veces mayor...
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Se realizó un estudio descriptivo- retrospectivo desde enero de 2007 a diciembre del 2011. El universo estuvo constituido por los pacientes de 18 años y más con diagnóstico de Neumotórax, internados en los departamentos de cirugía del Hospital Regional Vicente Corral Moscoso y Hospital Teófilo Dávila. Para el levantamiento de la información se utilizó un formulario previamente diseñado. Los datos se transcribieron de las historias clínicas a los formularios respectivos. Resultados: Se incluyeron 73 pacientes del HTD y 52 del HVCM, el neumotórax de mayor prevalencia fue el traumático con el 85.6% de los casos, izquierdo en el 54.4%; las características clínicas de mayor relevancia fueron: dolor moderado 40.8%; taquicardia 15.2%; desviación de la tráquea hacia la derecha 32.8%; distención de las venas del cuello 38.4%; hipersonoridad 76.8%; murmullo vesicular disminuido 80%; disnea 99.2%; cianosis 22.4%; los método diagnósticos presentaron la siguiente prevalencia: radiografía de tórax 100%; tomografía 27.2% y resonancia en el 0.8% de los casos; el tratamiento fue en el 16% toracocentesis con aspiración de aguja y en el 100% tubo de tórax. La media de días de hospitalización fue de 5 días y la mortalidad fue del 10.4%.- Conclusiones: Se registraron diferencias estadísticamente significativas entre ambas instituciones en las características clínicas en cuanto a la procedencia, intensidad del dolor, frecuencia cardiaca, murmullo vesicular disminuido y presentación de cianosis. Además se evidencia una alta mortalidad.au
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El presente estudio se llevó a cabo en la clínica veterinaria ubicada en la Facultad de Ciencia Animal de la Universidad Nacional Agraria . Se determinaron diferentes variables a evaluar para comparar la acción de 4 distintos protocolos anestésicos en caninos, utilizando propofol, ketamina, d iazepam, xilacina 2%, m idazolam, sulfato de atropina, maleato de acepromacina y ketoprofeno mediantes los cuales se evaluó el comportamiento de los 14 pacientes quirúr gicos determinándose los siguientes resultados: La frecuencia respiratoria promedio en los diferentes tiempo s fue: pre operatorio : 76 – 20 con una media de 48 , trans operatorio : 56 – 10 con una media de 33 y post operatorio : 36 – 8 con una media de 22 movi mientos por minuto. La frecuencia cardiaca promedio en los diferente tiempos fue: pre operatorio : 140 – 40 con una media de 90 , trans operatorio : 180 – 64 con una media de 122 y post operatorio 160 - 40 con una media de 100 pulsaciones por minuto. La temper atura rectal promedio en los di ferentes tiempo fue: pre operatorio : 40.4 - 37. 5 con una media de 38.9 , trans operatorio : 40 – 37 con una media de 38.5 y post operatorio : 39.2 - 37.2 con una media de °C. El porcentaje de hematocrito promedio en los diferentes tiempos fue: pre operatorio : 47 – 25 con una media de 37 , trans operatorio : 3 9 – 24 con una media de 31.5 y post operatorio : 39 – 24 con una media de 31.5 % . Donde al comparar la acción de estos protocolos en los diferentes tiempos, no conllevaron a ninguno de los pacientes intervenidos a situaciones críticas que condujeran a emergencias en el intraoperatorio, concluyendo que los protocolos empleados tienen amplio margen de seguridad y garantizaro n integralmente los cuatro puntos cardinales de la anestesia
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Introducción: la transfusión de sangre desplasmatizada es una de las intervenciones más frecuente y variable durante la cirugía cardiaca. Esta puede ser beneficiosa, pero también puede provocar resultados adversos. La mayoría de los estudios en los últimos años han relacionado su administración con un aumento de la morbimortalidad. Material y métodos: realizamos un estudio retrospectivo, observacional, de casos y controles que analizó la asociación de la transfusión de sangre desplasmatizada con la aplicación de un protocolo de atención para optimizar la terapia transfusional en el perioperatorio de cirugía cardíaca. Resultados y conclusiones: mediante la aplicación de este protocolo se observó una disminución en la transfusión de sangre en el intraoperatorio sin producirse cambios en la mortalidad ni en los días de internación.
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Este es un ensayo clínico controlado realizado en 327 pacientes ASA II, sometidas a cesárea, distribuidas aleatoriamente en dos grupos iguales para identificar las variaciones hemodinámicas y nivel metamérico, al aplicar Anestesia Intratecal con Lidocaína Isobárica al 2(AILI) comparada con Lidocaína Hiperbárica al 5(AILH), ambas a dosis de 80 mg. Resultados: la AILI, se mantuvo en determinadas metámeras sin sustancial variabilidad, comportamiento totalmente contrario a la AILH. Las diferencias estadísticas en la presión sistólica, diastólica, y frecuencia cardiaca, entre ambos tipos de anestesia no fueron significativas. La hipotensión se presentó en 32,9con AILI, y 54con AILH; siendo tratada con 2,26 mg (ñ 3.65) y 3,93 mg (ñ 4,26) de efedrina respectivamente. (p> 0.05). Con AILI se presentaron 4 casos de bloqueo raquídeo alto más dificultad respiratoria y, con AILH 3 casos, de los cuales solo 2 presentaron dificultad respiratoria. Conclusión: la AILI produce un bloqueo nervioso más predecible que la AILH. Los valores hemodinámicos y la incidencia de complicaciones, entre ambos anestésicos fueron semejantes
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Este es un ensayo clínico controlado realizado en 327 pacientes ASA II, sometidas a cesárea, distribuidas aleatoriamente en dos grupos iguales para identificar las variaciones hemodinámicas y nivel metamérico, al aplicar Anestesia Intratecal con Lidocaína Isobárica al 2(AILI) comparada con Lidocaína Hiperbárica al 5(AILH), ambas a dosis de 80 mg. Resultados: la AILI, se mantuvo en determinadas metámeras sin sustancial variabilidad, comportamiento totalmente contrario a la AILH. Las diferencias estadísticas en la presión sistólica, diastólica, y frecuencia cardiaca, entre ambos tipos de anestesia no fueron significativas. La hipotensión se presentó en 32,9con AILI, y 54con AILH; siendo tratada con 2,26 mg (ñ 3.65) y 3,93 mg (ñ 4,26) de efedrina respectivamente. (p> 0.05). Con AILI se presentaron 4 casos de bloqueo raquídeo alto más dificultad respiratoria y, con AILH 3 casos, de los cuales solo 2 presentaron dificultad respiratoria. Conclusión: la AILI produce un bloqueo nervioso más predecible que la AILH. Los valores hemodinámicos y la incidencia de complicaciones, entre ambos anestésicos fueron semejantes
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ntrodução: A cirurgia cardíaca pode ser definida como um processo de restauração e restituição das capacidades vitais, compatíveis com a capacidade funcional do coração dos pacientes que já apresentavam previamente doenças cardíacas. Dado o número crescente de pacientes submetidos a esta intervenção, torna-se pertinente a existência de programas de reabilitação para promoverem uma recuperação precoce após o evento cirúrgico. Objetivo: Identificar os efeitos da reabilitação na pessoa submetida a cirurgia cardíaca. Metodologia: Trata-se de uma revisão sistemática da literatura com base na evidência científica encontrada. Foram utilizadas como referências publicações em inglês, português e castelhano, publicados desde janeiro de 2005 a dezembro de 2015, contidas nas seguintes bases de dados eletrónicas: CINAHL Plus with Full Text; MEDLINE with Full Text; MedicLatina; Pubmed; Cochrane Database of Systematic Reviews; Academic Search Complete (via EBSCO); Scielo; no Repositório Científico de Acesso Aberto de Portugal (RCAAP). Resultados: Da análise dos 23 artigos é evidente a influência que os programas de reabilitação cardíaca têm para minimizar as complicações, em pacientes submetidos a cirurgia cardíaca. A reabilitação permite uma melhor qualidade de vida após a cirurgia, melhora as alterações físicas e psíquicas, níveis de ansiedade e depressão, entre outros. Esta pode ser implementada de forma segura, em diferentes meios e nas suas distintas fases. Conclusões: Com base na evidência científica que é categórica na confirmação dos benefícios e dos efeitos preventivos, percebe-se que a intervenção da reabilitação permite diminuir as complicações dos pacientes submetidos a cirurgia cardíaca e melhora a capacidade funcional com benefícios fisiológicos e psicológicos, resultando em melhoria da qualidade de vida.
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OBJETIVO: Comparar el despertar anestésico con remifentanilo y sin remifentanilo en los pacientes sometidos a anestesia general. MATERIAL Y MÉTODOS: Se trata de un estudio clínico aleatorizado simple ciego de 140 pacientes sometidos a anestesia general balanceada. Se dividieron en dos grupos iguales, al grupo A (n=70) se le retiró el remifentanilo 10 minutos antes y el grupo B (n=70) recibió remifentanilo en infusión continua a dosis de 0.05 ug/kg/min hasta la extubación. RESULTADOS: Las variables edad, peso, talla, presión arterial media y frecuencia cardíaca basales entre ambos grupos no tuvieron diferencias estadísticamente significativas, con una p>0.05. En el grupo “A” durante el despertar anestésico, la presión arterial media en la extubación y 5 minutos después fueron mayores con respecto al grupo “B”, con una diferencia estadísticamente significativa (p=0.009 y p=0.01). La náusea fue el efecto adverso que presentó diferencia significativa en el grupo que recibió remifentanilo, con una p=0.023. El grupo que presentó con más frecuencia y más intensidad la tos fue el grupo “A”, con una p=0.047 y p=0.005 respectivamente. En cuanto a la frecuencia cardíaca y al tiempo del despertar no tuvieron diferencia en los grupos. CONCLUSIONES: El grupo que recibió remifentanilo tuvo una menor presión arterial media, frecuencia e intensidad de la tos, que el grupo que no recibió remifentanilo, con igual tiempo en el despertar y escasos efectos adversos
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Propósito y método de estudio: el propósito del estudio fue conocer la relación de la sensibilidad de los pies, índice de masa corporal, presión arterial, frecuencia cardiaca, circunferencia de cintura, tiempo de consumo de medicamentos prescritos y tiempo de diagnóstico de diabetes tipo 2 y de hipertensión arterial con los parámetros de la marcha y equilibrio de adultos mayores entre 65 y 75 años de edad. El diseño fue descriptivo correlacional. El tamaño de la muestra fue de 204 participantes que se calculó mediante el paquete nQuery Advisor versión 4.0, con una potencia del 90%, nivel de significancia de .05, tamaño de efecto mediano R2= 9%, para una regresión múltiple de ocho variables. El muestreo fue no probabilístico por cuota en tres casas club del Desarrollo Integral de la Familia del estado de Nuevo León. Para medir las variables de interés se utilizaron un baumanómetro digital, báscula, estadímetro, cinta métrica, monofilamentos, el sistema GAITRite® Electronic Walkway, la Batería Corta de Desempeño Físico. Contribución y conclusiones: Los factores que contribuyeron significativamente a los parámetros de la marcha y el equilibrio fueron el índice de masa corporal, circunferencia de la cintura y sensibilidad de los pies. Los adultos mayores con presencia de diabetes tipo 2 e hipertensión arterial, más la presencia de neuropatía periférica y sobrepeso/obesidad, presentan los parámetros de la marcha y el equilibrio afectados con mayor severidad que los que no presentan neuropatía periférica y tienen peso normal.
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Presentamos el caso de un varón tratado por convulsiones con diazepam en varias ocasiones. Finalmente se demuestra un síndrome de QT largo adquirido que le predisponía a torsades de pointes manifestándose con convulsiones y, por tanto, tratado erróneamente. Se repasa el síndrome del QT largo, describiendo las diferentes causas tanto congénitas como adquiridas, diagnóstico electrocardiográfico, la medición corregida del intervalo QT según la frecuencia cardiaca y tratamiento.